#io capisco tutto ma questo...
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theancientwise · 1 month ago
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Rosa ricorda per l'ennesima volta il bacio che non deve essere nominato:
io:
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galloberardi · 7 months ago
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Spall3tt1 quando un qualsiasi giocatore fa un errore/sta passando un momento no e ha bisogno di sostegno: BEH NESSUNO È IMPRESCINDIBILE. BEH IMPRESCINDIBILE È UN PAROLONE.
Spall3tt1 quando il mondo intero si chiede (e gli chiede) perchè il suo giocatore prefe continui a essere chiamato nonostante abbia giocato una stagione intera cosí cosí nel suo club, due gialli consecutivi in due partite della Nazionale almeno tre rigori causati e aver compromesso una Competizione da solo quando per alcune partite c'erano giocatori in quel ruolo che avevano caratteristiche piú adatte ad affrontare gli avversari: IMPRESCINDIBILE. IL CALCIO È LUI. NON SI PUO' GIOCARE SENZA LUI 90 MINUTI OGNI PARTITA. HA BISOGNO DI RIACQUISTARE SICUREZZA PER QUELLO ANCHE SE SBAGLIA LO FACCIO GIOCARE.
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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#comunque devo condividere questa cosa meravigliosa che è successa#la mia insegnante di recitazione ha convinto una mia amica e compagna di corso a provare l'audizione per l'accademia#lei c'è andata con zero aspettative e pochissimo tempo per prepararsi#ed è stata presa#e somehow io sono più felice di lei AHAHAHAH#quando me l'ha detto mi sono emozionata#mi dispiace che non siamo più insieme però praticamente l'ho convinta ad iscriversi#perché era un sacco insicura ma poi io l'ho bombardata di audio in cui le urlavo quanto fossi contenta#e allora si è convinta#sono un pochino invidiosa perché è il mio rimpianto più grande e magari se l'avesse proposto anche a me l'avremmo fatto insieme#però le mie ultime performance non sono state proprio ottime quindi lo capisco#ma cerco di incanalare tutto questo nella fierezza che sento per lei#ci conosciamo da luglio ma mi sento come se stessi gioendo per il traguardo di una vita#gioendo?#a lei pure dispiace che così non saremo più insieme ma io le ho letteralmente detto '#e sti cazzi? tanto vorrò sapere tutto quello che fai quindi ci sentiremo sempre comunque' WHAHHAHA#niente sono contentissima#ho avuto due settimane tremende e questa cosa mi ha sollevato un sacco il morale#+ ieri sono uscita con compagna di università e la sera mi ha mandato un messaggio#ho il trauma di quella di quest'estate quindi ho tremato#e invece era per dirmi che era da tanto che non si sentiva così bene con una persona come è stata con me#quindi ora se non fosse per la gamba e per il fatto che non posso camminare sarei al settimo cielo#niente scusate volevo raccontarlo
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arcanespillo · 1 year ago
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un professore è una serie. brutta. ha troppi difetti, ma ha quello charm del "e mo che succede?" perché effettivamente succedono un sacco di cose completamente out of pocket detto questo io l'ho cominciata e la finirò solo per domenico cuomo
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persephoneflouwers · 2 years ago
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Youtube deve smetterla di mostrarmi pubblicità di corsi per la preparazione al TOLC. HO SEDICI ANNI E MI HAN BOCCIATO DUE VOLTE COSA CAZZO ME NE FOTTE DEL TOLC.
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volevoimparareavolare · 2 years ago
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Cara Sofia,
Sto amando un'altra donna e la sto amando con tutta quella serenità che tu non mi hai mai concesso, ora capisco che l'amore è questo,
mettere in fila giorni di felicità non per forza conquistata con continue lotte.
Lei è bellissima e coerente, la magia della coerenza è così stupefacente che non saprei descrivertela, a te quest'incantesimo
non è mai riuscito.
Sto bene, lei ha preso in mano la mia vita e la mia testa e ha fatto combaciare ogni cosa, ha dato un senso e un ordine alla mia casa, è stata il posto in cui mi sono salvato.
Ci sono giorni di sole e tutti mi dicono che sono una persona nuova e anche io mi sento come se potessi mangiare le nuvole.
Esco prima dal lavoro perché a volte mi manca troppo e ho bisogno di vederla, ci vediamo
tutti i giorni ma solo quando sono con lei non penso a niente e credo di poter salvare il mondo quindi capiscimi perché ogni volta corro per abbracciarla il prima possibile.
Non ti amo più e non mi ami più ma quando ci incontriamo io lo vedo come mi guardi e posso anche vedere come io guardo te, io Sofia non ti amo più ma resti l'amore della mia vita, esiste un solo amore della vita e noi l’abbiamo conosciuto, amato e poi abbiamo smesso di sentirne la mancanza ma tu resti l'amore della mia vita, è difficile farlo capire agli altri ma io mi smonto quando ti vedo, cambio occhi e cuore, ritorno vecchio, dura solo un attimo perché io, e neppure tu, possiamo più permetterci noi, però quell'attimo c'è sempre, come quando ti chiamo al telefono per sapere come stai, quell'attimo c'è sempre perché tu
sei l'amore della mia vita, l'incoerenza, le lotte, le ostinazioni io con te e per te tutto questo lo potevo sopportare.
Se devo descrivere l’amore io parlo di lei ma se mai mi chiedessero di qualcosa che va oltre
l'amore io parlerei di te perché tu resisti nonostante io abbia smesso
di amarti molto tempo fa.
- Charles Bukowski
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raccontidialiantis · 4 months ago
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Litigi e sorprendenti conseguenze sull'amore
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"Vieni qui, facciamo una poesia, che non sappia di nulla e dica tutto lo stesso." (E. Montale) www.canesenzafissadimora.tumblr.com
È meglio che tu non sia mai troppo vicina a me, in questo periodo! Perché è una ventina di giorni che io e mia moglie non ci parliamo e la cosa sta diventando per me insostenibile. È una frattura anche seria, quella tra noi. Non tanto per il disbrigo delle pratiche correnti, per cui il nostro essere una coppia continua ad essere saldo. O almeno lo spero. Ma perché inizio a vedere ormai soltanto te, nostra colf da anni, non più come una presenza familiare tranquilla e routinaria, bensì come un puro oggetto di desiderio. Stai diventando per me una vera ossessione erotica.
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Tu lo sai e me lo fai apposta: di mattina e quando siamo soli, da una settimana circa vieni a riordinare il mio ufficio con la camicetta il più sbottonata possibile, profumatissima e spesso ti curvi a raccogliere cose immaginarie, pur di sbattermi il tuo culo perfetto in faccia. A volte, non porti il reggiseno e indossi maglie leggerissime, che danno un risalto irresistibile ai tuoi capezzoli turgidi. Se entri tu nella stanza, anche se sto lavorando a un mio progetto e cerco di restare concentrato, inizio a percepire il tuo profumo, a sentire il rumore dello strofinarsi delle tue calze mentre sfaccendi in giro. Mi vai dritta al cervello.
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Io lavoro da casa e mia moglie invece passa la giornata nell'azienda della sua famiglia, ove riveste un incarico di alto profilo, che spesso la fa restare lontana da noi fino a sera e a volte in missione estera per tre o quattro giorni. Ed è successo, infine. Era inevitabile. Circa un anno fa, durante una sua assenza prolungata non abbiamo resistito e ci siamo amati. È stata una sola volta e ancora ne abbiamo il rimorso. Forse... Beh: ci siamo ripromessi comunque di non farlo più accadere. Anche perché siamo adulti, dobbiamo saperci controllare e poi spesso in casa ci sono i ragazzi e bla, bla, bla...
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Però ora la tua presenza sta diventando per me sempre più una vera tortura. Capisco, anzi gongolo dentro di me senza più pudore, quando mi stai venendo vicina. Allora mi giro e ti vedo: sei giovane, giunonica e bella come una dea. Semplicemente, se ci sei smetto di ragionare. I miei sensi si acuiscono e penso solo a una cosa. Interrompo quello che stavo facendo e ti guardo. Tu mi sorridi maliziosa e continui come niente fosse. Sai perfettamente ciò che sta succedendo tra me e lei e vuoi approfittarne: ogni donna cerca solo l'amore e vuole piacere, affascinare, seminare il proprio percorso di vittime che si struggono per lei.
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Una donna vuole quello che ha l'altra donna. È l'istinto naturale e insopprimibile della riproduzione. ùQuello che dopo un po’ in ogni matrimonio s'assopisce e cerca nuovi stimoli. Che più sono proibiti, più sono attraenti e irresistibili. Ti piace essere desiderata. È umano. Lo capisco da come ti curi sempre più, in questi giorni. Pare che tu non venga qui a lavorare: infatti ti prepari con cura e per non fare prigionieri. Chissà cosa dice tuo marito. Ma non mi interessa: l'unica cosa che so è che ormai ti voglio solo nuda. Per leccarti i seni, succhiarne i capezzoli mentre ti frugo ovunque, odorare tutto il tuo corpo, inebriarmene e infine farti l'amore fino a farti impazzire. Voglio portarti di nuovo a godere di noi. Moltissimo. Come meriti, mia dolce e occulta puttana.
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Fino a stamattina ho resistito stoicamente. Ma adesso non ce la faccio più: ho rotto ogni indugio e ho messo da parte gli scrupoli. Appena verrai qui, ti prenderò e ti sbatterò al muro: ti strapperò letteralmente la camicetta e solleverò la tua gonna. Tu non resisterai neppure un secondo, lo so già. Mi vuoi almeno quanto ti voglio io. Voglio riassaporare il gusto del tuo interno coscia - quanto manca alla mia lingua! - per poi perdere un'ora a leccarti la fica e l'ano Infine voglio infilarmi felice dentro di te e farti strillare letteralmente dal piacere. Ho il bisogno fisico di baciarti mentre ti sborro dentro. Voglio fottere solo te. E poi ho necessità di violare il tuo culo. Sono le otto e mezza.
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Ecco: sento la chiave che si infila nella serratura. Ora metti il soprabito sull'appendipanni e ti dirigi verso la cucina, sento i tacchi mentre stai passando proprio ora per la porta aperta del mio studio: "buongiorno dottore: tutto bene?" e mi sorridi, in un modo che mi fa solo arrapare. Visione di un secondo. È un nuovo amore, quello che mi pervade. “buongiorno, cara… mi porteresti un caffè, per favore? Anzi: fallo anche per te e vieni qui che dobbiamo parlare un attimo…” “si, arrivo subito. Tutto ok? Ho fatto qualcosa che non va? Però… francamente penso di avere già una mezza idea su ciò che lei voglia da me: sa, dottore?”
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RDA
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paperometria · 16 days ago
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Ieri ho avuto una telefonata con una dei docenti del corso universitario dove insegnerò a Settembre, ed è stata la goccia finale su un vaso colmo di sfiducia verso il sistema, al punto tale che non so se continuerò questa esperienza. E francamente parlando, anche se quella che sto per raccontare non ne è la causa, capisco anche perché non si trovano più insegnanti, a queste condizioni non accetto nemmeno io di esserlo, porterò alla fine questa avventura e amen.
E' da settimane che mi confronto con altre persone che insegnano, come il mio amico che insegna alla Facoltà di Ingegneria alla Federico II, e altri docenti in Italia e qui, anche perché io ho sempre voglia di imparare da persone che si fanno il mazzo da secoli su queste cose e ne hanno da dirtene, ma stavolta sto imparando che non è cosa
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Ieri la frase che mi ha gelato di più è stata
non esagerare che i ragazzi poi si annoiano
Chi mi conosce sa che io adoro insegnare, e chi mi ha seguito su @papero-learning sa che faccio sempre di tutto per rendere digeribili concetti che non sono alla portata quotidiana di tutti (se poi ci riesco è un altro paio di maniche, ma lo sforzo c'è), ma qua sta avvenendo un cambio di paradigma che, a mio parere, è molto pericoloso, e se questo cambio è dovuto ad un salto generazionale inevitabile, allora vuol dire che ci siamo scollati, e io non intendo contribuire a 'sta pagliacciata.
Io trovo inaccettabile che chi ha deciso volontariamente di iscriversi ad un corso universitario specializzante trovi "noiosa" la teoria. Sì, vero, ci sono dei prof di merda, come ci sono dei colleghi di merda, dei capi di merda, amen. Si può rendere qualsiasi contenuto interessante, ma non a scapito della conoscenza approfondita di un argomento che un corso deve fornire. Un concetto come il massimo comune denominatore può essere raccontato a mo' di Superquark, anzi, deve essere così per tutti coloro che non hanno scelto di fare dell'algebra la loro ragione di vita, ma chi ha deciso altrimenti si deve studiare tutte le cazzo di proprietà, e se un ragazzo di 20 anni ancora non ha compreso che quelle cose apparentemente fini a se stesse fanno parte di quei tanti piccoli mattoni che compongono l'impalcatura di una professione futura, beh, allora tanto vale che vada a rubare o che si faccia spiegare le cose da ChatGPT. E' un discorso da vecchio di merda? Sì, boh, non lo so, e anche se fosse me ne fotto.
Tutti questi ragionamenti me li sarei tenuti per me, o ci avrei scritto sopra molto più in là, ma (sarà che a volte si allineano i pianeti) il reblog di @kon-igi al post di @nusta stamattina ha dato fuoco a quella mia lunga coda di paglia formatasi in queste settimane di confronto con le persone di cui parlavo prima. Sì, i post parlavano d'altro, però boh, io ci ho visto alla radice una matrice che, sebbene io condivida in linee generali quello che ha scritto Kon, non accetto più quando quel tipo di discorso inizia ad infiltrarsi subdolamente in aree dove la velocità non è ammissibile e l'intensità per me è solo sinonimo di approfondimento. Ripeto ancora, il reblog era molto probabilmente inteso per altri contesti, ma io temo che ormai ci si stia arrendendo al fatto che o è tutta una tiktokata (=> romanticizzazione e spettacolarizzazione), anche la scienza, o non se ne fa più nulla.
La tizia della frase sopra in corsivo, prima di organizzare il nostro incontro, mi aveva scritto nell'email
due to the lack of programming skills we started learning programming Java and did only data structures like array list, linked lists and binary trees
Il suo corso è un corso del secondo anno di teoria dell'informazione, e scrivere due to the lack of programming skills è un fallimento su tutta la linea, e non ce l'ho con lei, perché con chi parli parli sembra che sia tutto così, e io mi trovo a dovermi fare carico di concetti avanzati (il mio corso è di programmazione avanzata) col problema che non capiranno un cazzo, perché, per non essere troppo noiosi, i miei colleghi hanno dovuto derogare la qualità dell'insegnamento a favore di, come vogliamo chiamarla, una gita al parco a scrivere un paio di if-then-else?
Tutto questo sfogo non è inteso per mettermi dalla parte della ragione, è solo uno sfogo per aiutarmi ad accettare il fatto che non appartengo più ad un mondo che è andato troppo avanti per me, e di adeguarmi sinceramente non ne ho voglia, soprattutto perché lo trovo deontologicamente parlando una bestemmia, lascio il posto a persone più capaci.
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angelap3 · 3 months ago
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Hai novant’anni. Sei vecchia, piena di acciacchi. Mi dicono che sei stata la più bella ragazza del tuo tempo e io ci credo. Non sai leggere. Hai le mani grosse e deformate, i piedi induriti. Hai portato sulla testa tonnellate di stoppie e le­gna, laghi d’acqua. Hai visto nascere il sole ogni giorno. Con tutto il pane che hai ammassato si potrebbe imbandire un banchetto universale. Hai allevato persone e bestie, ti sei messa i maialini nel letto quando il freddo minacciava di gelarli. Mi hai raccontato storie di apparizioni e di lupi mannari, vecchie questioni di famiglia, di un morto ammazzato. Trave della tua casa, fuoco del tuo focolare, sette volte incinta, sette volte hai partorito.
Non sai niente del mondo. Non ti intendi di politica, né di economia, né di letteratura, né di filosofia, né di religione. Hai ereditato un centinaio di parole pratiche, un vocabolario elementare. Con questo sei vissuta e vivi. Sei sensibile alle catastrofi e anche ai fatti di strada. Nutri grandi odi per ragioni che non ricordi più, e grandi dedizioni basate sul nulla. Vivi. Per te, la parola Vietnam è appena un suono barbaro che non si confà al tuo cerchio di una lega e mezza di raggio. Della fame sai qualcosa: hai già visto una bandiera nera issata sul campanile della chiesa (me lo hai raccontato tu, o avrò sognato che me lo raccontavi?). Porti con te il tuo piccolo bozzolo di interessi. E, tuttavia, hai gli occhi chiari e sei allegra. Il tuo riso è un fuoco d’artificio colorato. Come te, non ho mai visto ridere nessuno.
Ti sto davanti, e non capisco. Sono della tua carne e del tuo sangue, ma non capisco. Sei venuta al mondo e non ti sei curata di sapere che cos’è il mondo. Arrivi alla fine della vita e il mondo, per te, è ancora quel che era quando nascesti: un interrogativo, un mistero inaccessibile, una cosa che non fa parte della tua eredità. Cinquecento parole, un fazzoletto di terra di cui si fa il giro in cinque minuti, una casa di tegole e pavimento di terra battuta. Stringo la tua mano, passo la mia mano sul tuo viso rugoso e sui tuoi capelli bianchi, rovinati dal peso dei fardelli — e continuo a non capire. Sei stata bella, dici, e vedo bene che sei intelligente. Perché allora ti hanno rubato il mondo? Chi te lo ha rubato? Ma questo forse lo capisco io, e ti direi il come, il perché e il quando se solo sapessi scegliere delle mie innumerevoli parole quelle che tu potresti comprendere. Però ormai non ne vale la pena. Il mondo continuerà senza di te e senza di me. Non ci saremo detti l’un l’altro quel che più importava.
Non ce lo saremo detto, davvero? Io non ti avrei dato, perché le mie parole non sono le tue, il mondo che ti era dovuto. Resto con questa colpa di cui non mi accusi — ed è ancora peggio. Ma perché, nonna, perché ti siedi sulla soglia della porta, aperta sulla notte stellata e immensa, sul cielo di cui nulla sai e nel quale mai viaggerai, sul silenzio dei campi e degli alberi attoniti, e dici, con la tranquilla serenità dei tuoi novant’anni e il fuoco della tua adolescenza mai perduta:
« Il mondo è così bello,
e io ho tanta pena di morire! »
E’ questo che non capisco
ma la colpa non è tua.
José Saramago,
da - Di questo mondo e degli altri -
ph Pepi Merisio, Cogne 1959
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theancientwise · 2 months ago
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Cioè, fammi capire bene, rosa...
sono settimane che ti sei avvicinata a tancredi (prova a negarlo!) e che la meni con odile e matteo che hai una certa sintonia con lui; poi però, basta che marcello ti baci una sola volta (dopo che ti ha anche velatamente dato della venduta, se non qualcosa di peggio), che ti fai bella per lui, per essere notata da lui?!? Ma che ca...? okay che in questo momento stai dubitando della sincerità di tancredi per la questione dell'abito rubato, lo capisco e al tuo posto lo farei anch'io, ma di nuovo, che ca...?
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“Cara Sofia, sto amando un’altra donna e la sto amando con tutta quella serenità che tu non mi hai mai concesso, ora capisco che l’amore è questo, mettere in fila giorni di felicità non per forza conquistata con continue lotte. Lei è bellissima e coerente, la magia della coerenza è così stupefacente che non saprei descrivertela, a te quest’incantesimo non è mai riuscito. Sto bene, lei ha preso in mano la mia vita e la mia testa e ha fatto combaciare ogni cosa, ha dato un senso e un ordine alla mia casa, è stata il posto in cui mi sono salvato. Ci sono giorni di sole e tutti mi dicono che sono una persona nuova e anche io mi sento come se potessi mangiare le nuvole. Esco prima dal lavoro perché a volte mi manca troppo e ho bisogno di vederla, ci vediamo tutti i giorni ma solo quando sono con lei non penso a niente e credo di poter salvare il mondo quindi capiscimi perché ogni volta corro per abbracciarla il prima possibile. Non ti amo più e non mi ami più ma io ti scrivo perché quando ci incontriamo io lo vedo come mi guardi e posso anche vedere come io guardo te, io Sofia non ti amo più ma tu resti l’amore della mia vita, esiste un solo amore della vita e noi lo abbiamo conosciuto, amato e poi abbiamo smesso di sentirne la mancanza ma tu resti l’amore della mia vita, è difficile farlo capire agli altri ma io mi smonto quando ti vedo, cambio occhi e cuore, ritorno vecchio, dura solo un attimo perché io, e neppure tu, possiamo più permetterci noi, però quell’attimo c’è sempre, come quando ti chiamo al telefono per sapere come stai, quell’attimo c’è sempre perché tu sei l’amore della mia vita, l’incoerenza, le lotte, le ostinazioni io con te e per te tutto questo lo potevo sopportare. Se devo descrivere l’amore io parlo di lei ma se mai mi chiedessero di qualcosa che va oltre l’amore io parlerei di te perché tu resisti nonostante io abbia smesso di amarti molto tempo fa.”
Charles Bukowski
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libero-de-mente · 1 month ago
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Oggi sono venti anni, Gabriele. Sembra ieri che festeggiavamo il tuo passaggio alle due cifre, i dieci anni, poi i diciotto, e ora eccoci qui, a oggi, hai raddoppiato quel tempo, e con te io ho raddoppiato tutto. Non sei solo mio figlio, sei il figlio del raddoppio. Con te sono diventato padre due volte, con te ho diviso il cuore in due perfette metà, una tua, l’altra di tuo fratello, con te e ho moltiplicato gli sforzi per proteggere chi porta sul suo volto i tratti dei suoi avi.
Oggi non ti chiamo con l’ironia che spesso uso, quel “Eric Draven” che fa sorridere sui social, ma con il tuo nome, forte e vero… Gabriele.
Pensando a te, mi risuonano in testa parole che rubo ai Litfiba, a “El Diablo”, ma con un twist che è solo nostro:
“Giro di notte con le anime perse,
sì, della famiglia io sono il ribelle,
ma con un mio abbraccio ti mando alle stelle.”
Sei tremendo, ribelle, testardo a volte, un muro che si alza per nascondere le tue insicurezze e le tue paure. Ma io ti vedo, sai? Ti capisco. Porto pazienza, anche quando dentro mi struggo, e le affronto a una a una, quelle fragilità che tieni nascoste. Le prendo con le mani, le trasformo in certezze e te le restituisco. È uno dei compiti dell’essere tuo padre, credo, e lo faccio con una naturalezza che viene dall’aver imparato a convivere con le mie di insicurezze. Le conosco, so dove trovarle, so come domarle. Non sempre, ma mi impegno molto.
Tu sei della generazione dei tatuaggi, segni sulla pelle che raccontano chi sei. Io vengo da quella delle sbucciature, dei graffi tra i rovi, cicatrici di un tempo diverso. Ma in fondo, Gabriele, siamo uguali portiamo i nostri segni, dentro e fuori.
Ti auguro di affrontare la vita di petto, come sai fare, ma ti prego proteggi il tuo cuore. Non lasciare che qualcuno lo ferisca. E se accadrà, perché la vita sa essere crudele, abbi pazienza. Aspetta che la ferita si chiuda, poi fallo battere di nuovo, con più cura. Un cuore malandato soffre troppo, soprattutto quando ama. Un consiglio, se mi è permesso, per proteggere il tuo cuore impara a non far male ai cuori altrui.
Il regalo che vorrei farti oggi, con tutto me stesso, è la speranza. Speranza nel tuo futuro, nei tuoi sogni, ma anche in questo mondo che a volte mi fa dubitare. Mi chiedo spesso se averti dato la vita, in un posto così caotico, sia stata la scelta giusta. Poi ti guardo, vedo il tuo sorriso, e ogni dubbio svanisce. Quel sorriso è la tua risposta, che diventa la mia certezza.
Buon ventesimo compleanno, Gabriele. Sei il mio ribelle, la mia stella. E io sarò sempre qui, con un abbraccio pronto a spingerti in alto.
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ilpianistasultetto · 7 months ago
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Che l'aria che si respira in questo Paese stava cambiando di molto lo avevo capito da tempo ma poi la tocchi con mano e allora ti convinci definitivamente. Assemblea di condominio, al punto 2 odg "ristrutturazione e rifacimento balconi, frontalini e facciate". Si aprono i preventivi e si inizia a discutere. 700 mila euro di spesa da dividersi tra 42 condomini. Dopo 4 ore di proposte, chiacchiericci, approvazioni e contrarieta', provo a dire: "inutile stare qui ancora ore e ore a parlare. Sono 2 anni che torniamo sempre sugli stessi argomomenti. Direi che ognuno ha detto quello che aveva da dire, riperiamo le stesse cose da due anni. Votiamo e basta, cosi facciamo un passo avanti".
E' a questo punto che capisco come e' cambiata l'aria..Si alza la sig.ra De Santis, giovane donna che ha un appartamento al quarto piano della mia scala..." Tu la devi smettere di fare il Comunista Stalinista. Se tu non hai problemi e ti puoi permettere di pagare tutto, io ho il mutuo, le bollette, devo mangiare e quindi si puo' anche aspettare a fare i lavori..Mica siamo in dittatura!
Mi e' tornato alla mente un particolare di un paio di anni prima. "Scusi, lei non e' quella signora che voleva rifare il complesso bello bello e voleva cambiare caldaia, porte, finestre e mettere i pannelli solari? Ah, credo di aver capito. Voleva fare tutto con il 110% a spese degli altri.."..
Apriti cielo!!! -" Comunistaa, comunistaaa, voi radical-chic che ve la godete senza mai aver lavorato e rompete le palle alla povera gente. Maledetti comunistiii..maledettiii.."..
SI, si, l'aria di questo Paese e' cambiata parecchio.. @ilpianistasultetto
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sveva90 · 1 month ago
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💫 Estate 2024, trovo in libreria il libro "chiamami col tuo nome" mi ricorda qualcosa, ma non ne sono convinta.. lo compro, lo leggo, lo divoro, in 3 giorni lo finisco e la prima cosa che penso mentre leggo le ultime righe, con gli occhi pieni di lacrime è "ma cosa diavolo ho letto?!!"
Vado a letto e i giorni a seguire, sento un malessere interiore, non faccio altro che pensare a quel libro, ho la sensazione di un peso sul cuore, di un vuoto nell'anima, il mio pensiero va sempre lì, a quella storia, ad Elio e ad Oliver, Oliver ed Elio. Sono entrata nella testa di Elio? Perché non riesco ad uscirne? Perché mi ossessiona? Lo rileggo. Le lacrime arrivano prima questa volta, ho bisogno di rileggerlo ancora e ancora e ancora, mi soffermo sempre su punti diversi. Non lo supero. Mi devasta. Mi nutre. Lo rileggo ancora una volta questa sarà l'ultima?! No! Non può succedere, non ho mai letto così tante volte un libro o almeno non così tante volte nel giro di 2 settimane, a parte Orgoglio e Pregiudizio e Jane Eyre che sono i miei libri del cuore, gli unici che ho riletto più volte ma in vari momenti della mia vita. Niente da fare Elio è lì, accanto a me, mi parla del suo amore per Oliver, mi sussurra i suoi segreti intimi, sento il suo dolore, vorrei abbracciarlo "Oliver sei uno stronzo!" Ma più lo rileggo e più capisco che Oliver non è così stronzo. Compro "Cercami" il secondo romanzo, non mi fa impazzire come il primo all'inizio, ma i due ragazzi sono lì e io voglio sapere tutto di loro! Arrivo alla fine, questa volta sorrido e dico "Lo sapevo! Lo avevo sempre saputo era chiaro fin dall'inizio!"
Cmbyn non ha un posto in mezzo agli altri libri in libreria è sulla mensola, perché ogni tanto sento il bisogno di tirare fuori qualche frase, qualche dialogo, qualche pensiero di Elio....
...poco dopo cerco il film. Me lo ricordo, ma per varie disavventure lo avevo perso, ricordo il trailer, ricordo che avrei voluto vederlo al cinema quando era uscito, ma non è stato così. Recupero il film, pianti infiniti anche qui. Ora Elio e Oliver hanno un volto e sono bellissimi! Li sento vicini, sembra di conoscerli da tutta la vita.
Cmbyn diventa la mia ossessione devo recarmi a Crema, sento il bisogno di tatuarmi sul corpo il loro amore.
Questo film è un regalo, un regalo che ti riscalda il cuore e l'anima; Non esiste Elio senza Timothée Chalamet, non esiste Oliver senza Armie Hammer e viceversa.
Allora grazie per questo regalo che custodisco gelosamente.
Per sempre debitrice.
💫💙💚
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💙💚
💫
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raccontidialiantis · 6 months ago
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Tenere assieme una famiglia
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Anna: bellissima mora trentaseienne, madre di due bambini e moglie di Alfredo, lavorava con Michele nell'aziendina di quest'ultimo. Era la sua efficiente e fidata segretaria. Michele, leggermente più basso di Anna, aveva quasi sessant'anni ed era un uomo energico, positivo, in ottima salute, un po’ sovrappeso.
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Tutto sommato, era comunque un uomo che aveva un suo innegabile fascino e dei sani appetiti. Sempre gentile e sorridente. Lavorando quotidianamente gomito a gomito, Michele inevitabilmente finì per sentirsi molto attratto da Anna, ma non andava mai oltre qualche garbato apprezzamento.
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A un certo punto, la famiglia di Anna subì uno scossone, a causa della inattesa, improvvisa e pesantissima cassa integrazione a metà ore di Alfredo. Budget ridotto all'osso e, più spesso che non, insufficiente ad affrontare le spese di famiglia. Risparmi intaccati: per il mutuo, la scuola e il resto. Certo, Alfredo ogni tanto trovava dei lavoretti in nero, ma nulla di sostanzioso e continuativo. Frustrazione era ciò che sentiva maggiormente.
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Quando ormai sempre più di rado egli faceva l'amore con Anna, l'uomo era brusco e sgarbato; quasi a voler ribadire il suo ruolo di maschio, qualora ce ne fosse stato bisogno. Lei si sentiva umiliata per questo. Eppure, solo poco tempo prima lui era un marito gentile e la trattava con i guanti bianchi. La giovane madre, frustrata ma sempre donna assetata di attenzioni, aveva quindi preso ad apprezzare molto i puntuali complimenti di Michele al mattino in ufficio: “come sei bella, oggi; profumi di primavera. Con te qui entra un raggio di sole..." e così via.
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Il suo datore di lavoro, avendo appreso dello stato di estrema difficoltà della donna, aveva iniziato a darle un aiuto economico concreto. Ella per orgoglio, seppur debolmente, si era inizialmente opposta ma aveva finito con l'accettare. Quei cinquecento euro al mese che lui le passava in nero erano una sostanziosa boccata d'ossigeno, per il bilancio familiare. E Alfredo era roso dalla gelosia, immaginando chissà cosa. Anna era ferita dalle sue insinuazioni.
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In lacrime, si confidò un pomeriggio a fine giornata con Michele, il quale non poté esimersi dall'abbracciarla e stringerla a sé. L'uomo fu letteralmente e inaspettatamente stordito dal profumo e dal contatto col corpo sensuale di quella donna stupenda. Gli venne quindi spontaneo perdere il controllo e baciarla sul collo: lei si staccò subito e gli diede uno schiaffo. Michele, rosso in viso, abbassò il capo e le chiese scusa. Ma oramai in lui era divampato il fuoco del desiderio.
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Il giorno dopo ci fu un po’ di imbarazzo, subito dissipato dall'ampio sorriso di Anna: in ufficio ella gli fece una carezza e gli disse che certamente capiva il suo desiderio, ma che era pur sempre una donna sposata. Il fatto vero era che comunque anche in lei iniziava a svilupparsi inesorabile una certa attrazione verso quel bell'uomo, sicuro di sé e solido, che la riempiva di cortesie e che la trattava come ogni donna desidera essere trattata.
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Michele, folle di desiderio, un giorno ruppe gli indugi e arrivò ad offrirle trecento euro per un'ora d'amore. Glielo disse in modo delicato e dolce, per non imbarazzarla: “per favore non equivocare. Hai capito che ti desidero da morire e sai che capisco il tuo momento di difficoltà; però io sono qui anche per offrirti un aiuto sostanzioso. Non avrei mai immaginato di fare questa cosa, di dirti ciò che sto per dire, ma l'amore compie miracoli."
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"Perciò ti dico solo che vorrei che tu fossi in mia compagnia per un'ora in una stanza. Non sentirti offesa: mi basta la tua semplice presenza fisica in un albergo; ben lontani da questo ufficio. Se vorrai concedermi solo un bacio, io capir��. E mi accontenterò: te lo giuro.”
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Lei, contrariamente alle aspettative, dopo qualche esitazione, gli disse di sì e invece di farlo attendere lo baciò subito furtivamente sulla bocca. Poi gli mise le braccia al collo e gli disse: “ti ringrazio per ciò che stai facendo e ti anticipo che avrai ben più di un bacio. Anche perché ultimamente mio marito mi mortifica molto. Sono esasperata e non lo sopporto più. In ogni caso, anche se proprio non dovrei farlo, ti confesso di sentirmi molto attratta da te a mia volta.”
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Quello stesso giorno staccarono un po' prima e, per non dare nell'occhio, uscirono ciascuno per conto suo. Andarono in un alberghetto discreto: non appena soli nella camera, lei gli slacciò i pantaloni e inginocchiatasi gli prese in bocca l'uccello. Gli regalò una mezz'ora di vero paradiso. Per il resto del tempo, quella prima volta in massima parte parlarono, mentre lui le baciava e accarezzava il seno e la passera. Lui le confessò che ciò che gli piaceva di quella relazione era il fatto di scopare proprio con lei; con una donna da tutti a ragione considerata moglie e madre esemplare, virtuosa e morigerata.
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Le disse che pagando avrebbe potuto avere, senza offesa, donne ben più giovani e forse fisicamente perfette. Che non aveva mai tradito sua moglie. Che il suo oramai era un matrimonio appesantito dalla routine e dalla palese mancanza di interesse da parte della moglie per qualsiasi cosa che riguardasse il sesso. Ma disse anche che lei era ormai la sua droga; che invece di altre donne preferiva comunque invece dare a lei, proprio a lei, un aiuto concreto.
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E toccare con un dito il cielo quando lei avesse acconsentito a farsi amare. Anna, dopo gli ovvii scrupoli iniziali, aveva iniziato a provare gusto nel sentirsi scopata ogni giovedì a pagamento; anche perché oramai anche lei non vedeva l'ora di farsi sfondare il culo e riempire la fica e la bocca da quell'uomo che moriva di brama per lei. Che la colmava di regali, complimenti e roventi dichiarazioni d'amore e desiderio: una vera droga per qualsiasi donna.
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La storia sarebbe potuta finire qui, se non fosse per il fatto che Alfredo, sospettoso, un giorno pazientemente la aspettò all'uscita dal lavoro sin dalle due di pomeriggio. La seguì, la vide entrare in albergo con Michele. Quando lei tornò a casa da quell'ennesimo appuntamento, la costrinse a dire la verità, ad ammettere la sua relazione, facendola entrare in tutti i dettagli, soprattutto i più intimi. Lei tra le lacrime gli confessò come fosse iniziata. Lo fece anche riflettere su quanto quei soldi in più fossero utili, ovviamente e che non cadevano dal cielo.
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Quando vide che il marito ascoltava con interesse estremo, iniziò ad aprirsi, piena di sottile malizia. Si sentiva gran puttana rivelata e scoprì che le piaceva molto umiliarlo, dopo che lui l'aveva trascurata sessualmente e quindi fatta soffrire a lungo. Gli rivelò perciò tutti i particolari dei suoi incontri: quello che piaceva a Michele e quello che lei stessa gli chiedeva di farle. Cose che suo marito neppure immaginave sua moglie potesse neppure pensare! Giochi di sborra, trattenimento del pene ovunque, uso di sex toys, farsi inculare dopo essersi fatta prendere a scudisciate sul culo e a schiaffi sulla fregna, pompini appassionatissimi con ingoio totale.
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Si avvide immediatamente che a suo marito sorprendentemente la cosa piaceva da morire. Al punto che lui già quella prima volta a sorpresa e non resistendo più, tirò fuori l'uccello, le si inginocchò davanti, cominciò a masturbarsi piangendo e chiamandola sottovoce: 'puttana, maledetta troia.' E dicendole: 'oramai io per te sono solo un gran cornuto'. Umiliato ma felice, le sborrò sulle caviglie, con grande godimento di lui e un sentimento di pace ritrovata per lei, che lo accarezzò. Erano entrambi in lacrime. Poi Alfredo la portò subito in camera da letto: la desiderava come mai prima. Le leccò immediatamente la fregna a lungo: voleva sentire il sapore e l'odore del seme di Michele direttamente dalla fregna di sua moglie.
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A tutt'oggi ormai, ogni volta che Anna torna a casa dall'incontro in albergo, dopo la descrizione minuziosa di tutto ciò che sua moglie ha appena fatto col suo capo, egli desidera subito leccarle la fregna, come antipasto d'amore. Da bravo cornuto, vuole con tutta l'anima assaggiare, ingoiare il seme fresco del maschio che ha scopato la sua donna. Perciò chiudono a chiave i figli piccoli nella cameretta, raccomandando loro di stare buoni per soli cinque minuti davanti alla tv e lui mugolando di piacere la pulisce minuziosamente, ingoiando tutto. Lei viene, tenendogli la testa ben premuta contro la fregna e lo umilia dicendogli cose del tipo: 'oh, come inghiotte bene la sborra del mio capo, il mio marito cornuto! Lui si che è un vero maschio.'
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Poi comunque la notte scopano a lungo. Egli ormai la spinge a prostituirsi a Michele, la incita continuamente a intensificare gli appuntamenti, spesso dandole consigli e precise indicazioni su cosa fare e come farlo godere. Anna oggi si trova quindi di nuovo piena di amore e passione per Alfredo, suo marito. Ma anche di voglia di fare del sano e soddisfacente sesso, prendendo ovunque il grosso cazzo di Michele. Il quale è ben felice di godere della giovane madre di famiglia ogni qual volta lo voglia. Pagando, ovviamente. Lei è contentissima come una pasqua, di fare la puttana di un solo uomo in assoluta riservatezza. E di avere a casa un marito che la aspetta, cornuto e contento di esserlo. Non saprebbe dire cosa le piace di più: se il cazzo adorato del suo capo o farsi pulire la fregna, appena surriscaldata e farcita, dalla bocca e dalla lingua di suo marito.
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RDA
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