Tumgik
#io lotterei per lui
unica-stupefacente · 3 years
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Ecco a voi il prologo... siete pronti? Prologo: L’ uomo propone e Dio dispone, allora perché Dio mi ha messo davanti a un così grande sacrificio? Perché ha scelto di portare via mio padre per sempre dalla mia vita? Perché ha deciso per lui una fine affrettata e dolorosa? Se l’uomo propone e Dio dispone cosa ha proposto mio padre a Dio per dargli una fine dolorosa? È un proverbio che per alcuni anni della mia vita, mi ha fatto porre molte domande. Non è vero che l’uomo propone e Dio dispone. Io penso che sia l’esatto opposto, Dio ti propone quello di cui hai bisogno, la famosa “retta via”, che ogni singolo uomo dovrebbe percorrere, percepen- dola nel profondo dell’anima, in quanto Lui ci ascolta, sente i nostri cuori. La vita, però, si mette in mezzo, giocando con i destini e con i sogni, a volte infrangendoli e a volte realizzandoli, ma ciò non spiega perché una persona debba morire e un’altra salvarsi. Per me rimarrà un mistero. Ma ognuno è sulla terra per lasciare un segno che racconti di sé, che insegni qualcosa. Mio padre è l’uomo della mia vita. L’uomo per il quale lotterei tutti i giorni. Mi ha insegnato i veri valori e mi ha fatto diventare quella che sono. Io sono ciò che ha voluto tramandarmi, il futuro negli insegnamenti del passato. Disponibile su Amazon in versione cartacea eBook e Kindle Unlimited 👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻👇🏻 https://amzn.to/2W2QvDt (presso Puglia, Italy) https://www.instagram.com/p/B_njLH4hN04/?igshid=16qbbekv0ytq9
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lamiafavolafinita · 7 years
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27 dicembre Sono finiti questi giorni. E finalmente domani potremo tornare alla solita routine. Potrò tornare a guardarti di nascosto. Amo farlo.. Amo quel tuo vizio di non stare mai fermo, quella tua camminata decisa di chi sa sempre dove andare. Quella sicurezza che rende sicura anche me. Amo tutto di te: gli occhi così profondi e velati di chi ha sofferto e non lo vuole far vedere, le tue mani che sono in grado di trasformarsi in ciò che più desidero. Carezze, prese, brividi, piacere.... Amo i tuoi pensieri nascosti che devo rincorrere nelle viuzze, poco illuminate, della tua mente....quanti luoghi meravigliosi ho visitato con te?! Potrò tornare a far finta di stare ad ascoltarti mentre, come sempre, sarò rapita da ogni tuo gesto che sembra studiato e ricercato in modo tale da farmi restare senza fiato ed energie. E come al solito cercherò di ritornare in me ridendo, scherzando, seducendoti anche. Che stupida. Io non sono più in ME. Io sono in te. O sei tu ad essere in me? Non importa, l'importante è avere la tua attenzione, avere quel tuo sguardo puntato nel mio..... quante cose vorrei dirti! ~Dimmi......~ mi diresti con la tua voce profonda. Profonda quanto la voragine di voglia che ho di te, che si allarga di giorno in giorno...... A volte sembra che non mi ascolti. Mi sembra di scorgere le tue labbra incresparsi in un sorriso nel vedermi in difficoltà e così piccola davanti a te. Ti guardo e tremo. Di voglia e di paura. Io ti voglio sempre al mio fianco, sull'altra parte del cuscino, a rubarmi l'ultima patatina rimasta nel piatto, a litigare per poi fare pace lasciandoci i segni dei morsi sul cuore. Se ti dovessero portare via da me? Credo che sarei capace di odiare ogni donna che immagino con te. Odierei il suo modo di sfiorarti i capelli o di toccare le tue labbra calde. Odierei il suo modo di ridere alle tue battute e tutti quei nomignoli strani che noi donne siamo in grado di inventarci. E se fosse meno pasticciona di me? Odierei ogni tuo sguardo che non sia regalato a me.... Ogni cosa che potrebbe avere e io no. Se fossi qui ora so che riusciresti a leggere i miei penseri e so cosa mi diresti. ~Ma io sono tuo.. E mi fa incazzare che io ci credo ad occhi chiusi, perchè lo dici tu. Anche se a volte mi incavolo e ti faccio scenate solo per sentirmi dire quelle due parole "SONO TUO" che mi spogliano di ogni paura, dei vestiti, della pelle, delle ossa e mi lasciano nuda davanti a te. Nuda nell'anima e pronta a darti tutto. E le sento ripetute, quasi sussurrate continuamente "sono tuo, sono tuo...". A volte me lo chiedo: e se fossi io a scappare? Verresti a riprendermi? Il mio cuore trema, come tremano le mie mani: shhhh forse non la voglio sapere la risposta. In fondo non faccio nulla, cerco di darti me stessa come sono capace, di spargere piccoli frammenti di me nella tua vita così che tu, come Pollicino, possa seguirli per trovare la strada che porti a me sempre. O a quel luogo in cui io ti aspetto e che sa di noi. Forse è questo il bello tra noi: non sappiamo quando è iniziato tutto, non sappiamo come finirà e quando, non sappiamo quasi nulla tranne che, per ora, in ogni luogo in cui andiamo, ogni cosa che facciamo ci siamo solo io e te. Lo so.... sono complicata. Scusa
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pangeanews · 5 years
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Matteo Fais: “Ve lo racconto io chi sono quelli di Altaforte: dei democratici del c@@@@”; Davide Brullo: “Il problema sono le Edizioni Anfora, che condannano a morte gli autori, e chi si sveglia dal torpore dicendo che Pound è ‘sopravvalutato’”
Caro Davide,
non hai idea di quanto mi faccia godere stare dalla parte dei reietti. Finirei anche in galera per le mie idee, come il mio conterraneo Antonio Gramsci – anche nel mio caso, ne sono certo, quelli della mia parte politica farebbero di tutto per lasciarmi marcire in gattabuia.
Pubblico ogni settimana qui su Pangea, ma collaboro anche con Altaforte. Scrivo su “Il Primato Nazionale”, la rivista pubblicata dalla casa editrice vicina a Casapound. Inutile dire che la loro esclusione dal Salone del Libro di Torino mi indigna e mi inorgoglisce. È da quando ero bambino che faccio l’esatto contrario di ciò che fanno tutti.
Ma il motivo per cui ti scrivo è per raccontarti quanto poco fascisti siano questi fascisti di Altaforte Edizioni. Vedi, come diceva un mio collega di università, “io avrei voluto battermi contro una società reazionaria fatta di bigotti e repressori, ecc. Poi, però, mi sono reso conto che questo è un mondo di baldracche e rotti in culo liberali, dunque diventare un reazionario è stata la cosa più naturale per me”. Anche io avrei voluto un uomo con i coglioni, un Mussolini per capirci, contro cui lottare, invece mi trovo questa mezza sega di Zingaretti, uno che è persino peggio di Bersani, Veltroni, D’Alema e Occhetto. Pertanto ho venduto le mie modeste doti intellettuali e conoscenze letterarie a quei fascisti esclusi dalla kermesse torinese. E sai cosa ho scoperto? Che non sono per niente fascisti.
Fino a oggi io mi sono rapportato con Adriano Scianca, l’ultra mega Direttore Galattico di questo mensile, che mi ha chiesto di scrivere di letteratura per loro. Quando mi propose di collaborare, io gli dissi più o meno così: “Vorrei precisare che io non sono di Casapound, non ho mai preso la tessera e non ho intenzione di farlo in futuro. E, perdipiù, la maggior parte dei miei autori preferiti è di sinistra”. Scianca, che è un dannato cinico inscalfibile, mi ha risposto “Vabbè, per me non è un problema”. Insomma, ma che cazzo di fascisti sono quelli di Altaforte? Io volevo essere malmenato, preso in consegna e portato in caserma, costretto a bere olio di ricino. Invece, questi quattro cazzoni di “fascisti del terzo millennio” mi hanno accettato così, senza colpo ferire, come se fosse normale scrivere di autori di sinistra su un giornale di destra che ha l’ambizione di fronteggiare l’egemonia culturale dell’avversario. Ma dove siamo? Non ci sono più i fascisti di una volta! “Il Primato Nazionale” è un mensile di fascisti democratici. Insomma, che devo fare per vedere un po’ di contrapposizione alla mia persona, chiedere un posto a “La Repubblica”?
Matteo Fais
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Impressioni dal Salone del Libro, dove i libri non contano più nulla (in appendice: incontro cavalleresco con Missiroli)
Una volta al Salone del Libro andavo per comprare i libri, era la più grande libreria d’Italia. Ricordi d’infanzia. Mio padre faceva il direttore della Biblioteca di un paese di periferia, era cresciuto a Milano, conosceva Mario Capanna, si è laureato su Pietro Nenni, a casa aveva le opere di Togliatti, la omnia di Lenin e Il tramonto dell’Occidente di Spengler. Oggi al Salone del Libro ci sono più umani che libri, si viene per ‘partecipare all’evento’, i libri, in effetti, potrebbero non esserci.
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Insieme ad Alessandro Gnocchi vado a salutare Francesco Giubilei. Ciao sporco fascista, gli dico. Conosco Giubilei da tanti anni, da quando, nel 2008, ha fondato Historica edizioni. Stefano Simoncelli, il poeta, lo ha portato a battesimo, sporco fascista pure lui. Ragazzo con idee solide – che non chiede siano accettate da terzi forzatamente, con olio di ricino in allegato – e testa quadrata, quest’anno, poveretto, viene al Salone fiero di aver pubblicato, tra l’altro, due volumi di Racconti dal Piemonte. E deve ricevere minacce di morte e vedere il suo microstand scortato a forza dalle forze dell’ordine. Giubilei. Non Longanesi. Mica Bompiani. Anni fa, con Giubilei, ho inventato una collana editoriale. Si chiamava ‘Classici in rivolta’. Siamo riusciti a pubblicare un libro di Jonathan Swift, Aboliamo il cristianesimo!, c’era in ballo un testo di Virginia Woolf, che con la Hogarth Press fondata insieme al marito Leonard, come si sa, pubblicò, nel 1933, La dottrina del fascismo di Mussolini. Sporca fascista pure lei.
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Il vero editore di cui avere paura, comunque, sono le Edizioni Anfora. L’ultimo libro si intitola Settembre 1972, firma Imre Oravecz. Le Edizioni Anfora sono specializzate in letteratura “dell’Europa Centrale”. Ungherese in particolare. Sfido la audace editrice, Monika, che mi deve una intervista da anni. Lei, con ironia ultra balcanica, mi fa la lista degli autori che ha stampato e che sono deceduti poco dopo. Beh, le dico, hai fatto risorgere l’opera di Magda Szabó e mandi sotto terra tutti gli altri… lei ride. Bisognerebbe esiliare te dal Salone, sei un pericolo, le dico. E attacco. Comunque, quando voglio farla finita ti chiedo di commissionarmi una introduzione, o un romanzo sotto falso nome.
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Nino Aragno è inafferrabile e geniale. “I miei libri non si trovano in libreria? Certo, non sono mica uguali a quelli di tutti gli altri. Dovete cercarli”. Non fa una piega. Riesco ad avere due ‘novità’ – ma i libri sono sempre nuovi – di nitida bellezza, lo Spinoza di Giuseppe Rensi e Il visitatore della sera di Marcel Proust, che racconta i rapporti del grande romanziere, tramite lettere e documenti inediti, con Paul Morand e la fascinosa, spiazzante Madame Soutzo. Ho anche l’onore di conoscere e conversare con i curatori. “…significa essere il capocomico di una compagnia di giro”, fa Aragno, che è forse l’editore più colto, oggi, in Italia, parlando di cosa vuol dire fare l’editore. Poi, sulla vicenda che vola di bocca in bocca al Salone. “Vent’anni fa, ero appena nato, esponevo al Castello di Belgioioso a Pavia. Il promotore mi aveva messo in mezzo tra Franco Freda e Curcio. La ‘guerra civile’, voglio dire, si faceva con cavalleria, senza questi strepiti”.
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Nell’unico giorno che sono al Salone, accade un fatto intellettualmente cretino. Su SuccedeOggi Filippo La Porta – di cui spesso si è parlato su queste pagine, anche riflettendo sui suoi libri, con coerente curiosità – fa una bordata Contro Ezra Pound. Il sottotitolo è agghiacciante: “È arrivato il momento di rileggere Pound, un intellettuale sopravvalutato che frulla in un vortice unico Est e Ovest, haiku e provenzali, classicità e sperimentalismo, Ovidio e Cavalcanti, Jefferson e Mussolini. Forse se le merita, le speculazioni dei nuovi fascisti”. La speculazione di La Porta, fatta senza citare un brano né un verso di Pound – grave da parte di un critico letterario, mi pare – è ancora peggio. “Proprio sicuri che Pound, che si sentiva contemporaneo di Dante e Cavalcanti, sia stato uno dei maggiori poeti del ’900, come enfaticamente dichiarò una volta Cacciari di fronte alla sua tomba veneziana? Avrei molti dubbi in proposito. Per certi versi mi appare come un insuperabile software della cultura universale, una sterminata enciclopedia in forma poetica dell’intero sapere umano. Montale disse una volta che nel suo cervello si celebrava “un festival della letteratura mondiale”. Aggiungerei: un festival postmoderno inzeppato di reminiscenze classiche e mitologie culturali, a volte scadenti o perfino un po’ fasulle”. Pound, come si sa, non è solo il più influente poeta del Novecento – ha influenzato anche quei fascistoni della Beat Generation – ma è quello che ha aiutato a pubblicare Joyce, ha corretto i versi ingenui di Thomas S. Eliot, ha insegnato a Hemingway come si scrive, è stato il segretario personale (e vulcano di idee) di William B. Yeats (altro spiritato fascista). La Porta che vuol defenestrare Pound… mi sembra una cretinata pazzesca. Al contrario, io – che, per inciso, ritengo altri ‘i massimi poeti del Novecento’, ma che c’entra?, un critico non esiste per misurare chi l’ha più lungo – lotterei perché vengano pubblicati a dovere e come si deve tutti i libri di Pound, ora latitanti. Imbarazzante, poi, la differenza che La Porta situa tra Pound e Céline: a suo avviso “lo scrittore francese, che pure finì collaborazionista e autore di ripugnanti libelli antisemiti, aveva qualcosa di intrattabile e di refrattario alla destra. Nei primi romanzi difende gli sventurati e i senza potere, denuncia l’idiozia e l’orrore della guerra fino a elogiare la vigliaccheria, oltre a curare gratis come medico i barboni della banlieu parigina. No, troppo infido e pericoloso da maneggiare politicamente”. Si noti. Il Céline scrittore è niente, non lo si considera neppure: l’importante è che abbia aiutato i barboni, è come uno di Medici senza Frontiere che scriva un romanzo, ‘eccolo il nuovo Céline!’, esultiamo. Difendere Pound dagli attacchi di La Porta, mi pare un esercizio ozioso: che un critico lavori per demolire alcuni valori lirici certi, è gesto da bombarolo frustrato. Nel ricordare Giovanni Raboni, appena morto, è il 2004, sull’Independent, Ghan Singh scrive: “Su mio invito, in un saggio pubblicato nel 1990, Raboni contribuì parlando dell’umanesimo di Ezra Pound. Tra le altre cose affermava: ‘Il debito con Pound – mio e di molti poeti della mia generazione – non può essere ripagato, non potrà mai essere ripagato. Proprio perché non era un maestro, fu il solo maestro possibile, il solo che avremmo voluto avere’”. Per la legge dei vasi comunicanti, mi pare che La Porta non possa nettare il vaso da notte di Raboni.
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Ultimo sketch. Incontro con Marco Missiroli. Lo conosco da anni. Ho pure presentato un suo libro a Santarcangelo. L’ho stroncato più di una volta. I suoi romanzi mi paiono senza sale e lui senza palle. Ma è uno scrittore. Ci incrociamo, nella folla, ci stringiamo le braccia, sorridendo, senza dire nulla, come antichi cavalieri. Poi gli dico, buona fortuna, come se non fossi io ad averne bisogno. (d.b.)
In copertina: Ezra Pound con Pier Paolo Pasolini, nel fatidico incontro del 1967
L'articolo Matteo Fais: “Ve lo racconto io chi sono quelli di Altaforte: dei democratici del c@@@@”; Davide Brullo: “Il problema sono le Edizioni Anfora, che condannano a morte gli autori, e chi si sveglia dal torpore dicendo che Pound è ‘sopravvalutato’” proviene da Pangea.
from pangea.news http://bit.ly/2VYRtCz
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im-a-fullmoon · 7 years
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a ogni risveglio è la stessa dannata identica storia: ti sogno, fai parte dei miei sogni e al risveglio non ci sei, è tutto reale non è un sogno. i sensi di colpa sono i peggiori da affrontare, me stessa ancor di più. non ci sei o perlomeno sono stata io che ti ho allontanato. allora rileggo l'ultimo messaggio che ti ho scritto e ogni volta avrei voluto scrivere di più, avrei voluto dirti di più, avrei voluto abbracciarti di più. avrei voluto non prometterti di non cercarti, perché ora non posso fare niente. mi dicono “Rhea datti tempo, dagli tempo” e io mi chiedo per che cosa?… a me il tempo serve per riuscire a guardarmi allo specchio, per affrontarmi, per non odiarmi e non pensavo che fosse così difficile. forse per abituarmi al fatto che probabilmente non ci sarai più. e a te? darti tempo per odiarmi, darti tempo perché la rabbia deve diminuire, darti tempo perché la rabbia si trasformi in rancore che forse è peggio, darti tempo per vederti sparire, darti tempo per non pensare, darti tempo per perdonare, darti tempo… mi chiedo cosa fai, mi chiedo come stai e soprattutto cosa pensi di me. so che non sei come me, so che non stai chiuso in casa sul letto a pensare allora cerco di fare come faresti tu, cerco di riempire le giornate e a volte ci riesco altre volte no e in qualunque caso è difficile convincermi e convincere gli altri che va tutto bene, il mio sguardo disperso mi tradisce.
non parlo, perché ho promesso di non farlo. allora tengo tutto dentro di me, cerco di reprimere tutto dentro di me, cerco di nascondere ma fa ancora più male. però scrivo perché non posso fare altro. pensano che sei tu quello che sbaglia e io ti difendo dicendo che la persona orrenda sono stata io, non tu. pensano “hai sbagliato, cosa sarà mai”… un pugno allo stomaco, una pugnalata alle spalle. ecco cosa è stato, lo so, lo sai. cerco di capire perché e le risposte che escono sono tante ma di sicuro non sono valide, posso dire di aver avuto paura, ma di sicuro una risposta giusta è quella di aver agito da stupida, senza pensare, senza dare peso a ciò che ne valeva. “basta pensarci, basta odiarti” dicono… è vero, nella vita ho sbagliato poche volte o almeno non è mai stato uno sbaglio del genere o almeno per un mio sbaglio non ho mai perso nessuno. dicono “anche lui ha sbagliato l'anno scorso e ti ha fatto stare male e ti ha lasciato in una situazione difficile da affrontare, lui non lo sa perché non ti vedeva, tu l'hai aspettato, tu l'hai perdonato. ti sei arrabbiata, hai portato rancore, ci sei rimasta male, hai lasciato andare. ci sei stata quando lui aveva i suoi squilibri e un giorno eri importante e il giorno dopo no. tu hai lottato contro te stessa e lui ora? svegliati” un po’ una parte di me dà ragione a ciò ma in qualunque caso ti difendo, perché nessuno sa che sbaglio ho fatto. mi chiedono come avrei reagito io e avrei reagito diversamente ma non sei tu quello che ha sbagliato, non sono io quella che deve affrontare questo errore dal tuo punto di vista.
cerco di essere lucida e dopo tutti i pensieri negativi che sono fin troppi, penso che alla fine quella persona che ha sbagliato non sono io, non sono io, non devo essere io. sono di più di così e ne sono certa anche se ora mi viene difficile da ricordare. di certo non sono una persona cattiva, di certo se lo fossi non starei così male, non penserei a qualunque minima cosa per rimediare, se lo fossi non mi importerebbe sapere come stai, sapere se mi odi, sapere cosa pensi.
per come sei fatto lo so che non mi perdonerai, so che cercherai di andare avanti e probabilmente per come sei fatto ci riusciresti e solo al pensiero non è facile da accettare.
vorrei affrontare tutto con te, preferirei ricevere i peggiori insulti, stare male per quel che dici piuttosto che questo silenzio che non so se durerà per poco o per sempre. vorrei parlarti, vorrei dirti buongiorno e buonanotte anche senza risposta.
dicono che se è davvero amore, non sparirai… vorrei crederci davvero. vorrei avere almeno una certezza ed ora l'unica certezza che avevo, la nostra promessa del “rimarrò sempre come persona”, non ce l'ho più.
ed io ti amo e se mi dicessi che come persona ci sei, io anche con fatica rimarrei, come ho sempre fatto.
“se è vero amore, ce la farete. se sei importante davvero, riuscirete. se finirà, la colpa non sarà solo tua.”
cerco di non guardare le nostre foto, di non rileggere i nostri messaggi, perché realizzerei di più quel che potrei aver perso. cerco di non scorrere le foto su instagram, cerco di non guardare le nostre cose, la tua scatola perché so che rimarrei incastrata tra i ricordi. ma non basta, perché ci sono sempre quelle piccole cose che mi ricordano te e ogni volta mi capita di sorridere e allo stesso tempo di essere triste. è inevitabile non pensarti, ci sei sempre e mi manchi ed è difficile spiegare quanto. forse a te viene più facile non pensarmi. realizzo che per te lotterei ancora perché ne vale la pena e lo sarà sempre.
cerco di programmare il futuro, è il momento di crescere ma uno spazio per te, inevitabilmente lo lascio sempre.
e anche oggi, buongiorno honey.
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temporalestivo · 8 years
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Il tempo per lui poteva averlo tenendomi stretta.. Cosa c'è di sbagliato nel volerlo amare? Sembro io nel torto Non capisco, io lo amo ma sono sempre io a soffrirne, gli avrei dato tutto il tempo del mondo se me ne avesse parlato; una volta me l'ha detto, che secondo lui non parlavamo abbastanza, sempre buoni a risolvere scherzando o con un bacio quando si poteva. Vorrei tornasse ma ho paura che lui voglia solo il sesso d'estate, che ormai gli venga spontaneo usarmi e trattarmi così, facendo tira e molla, promesse su promesse “non ti lascio” “ricominciamo insieme, stavolta ce la faremo” “non ti illudo, so che ce la faremo” “ho superato tutto” Ha fatto come a dicembre e sai il mio problema vale? Che lo amo da impazzire, e ci impazzirei subito, tornerei subito se mi giurasse un'altra volta che mi renderà felice, lotto per il suo sorriso dopo un bacio, e per gli abbracci che mi dava, per l'amore che provavo quando mi guardava, per quello io lotterei sempre anche sapendo di morire. Valeria ti giuro che non so come fare mi sento impotente e lo amo cosi tanto in confronto alla rabbia, non è normale. So che è colpa mia l'essere oppressiva e tutto però capiscimi, volevo solo sapere cosa il mio amore stesse facendo o come stesse, aveva superato tutto e ora torna tutto in ballo, presa in giro di nuovo, sono scuse e lo so, ma mi manca e mi mancherà per chissà quanto dato che non tornerà, non penso di essere stata abbastanza per lui, sono una cazzo di bambinetta e non so come funzionino queste cose ma di sicuro amare è la cosa più bella se si è in due..e io voglio ancora amarlo perché certe sensazioni non le ho sentite mai con nessuno. Però non so perché, andiamo mi ha lasciato così in fretta che non sono mai stata abbastanza. Se volesse tempo per lui e tenesse a me penso farebbe unire le cose, troverebbe un momento anche per dirmi “scusa se non ti ho cagato ma sono stato impegnato, appena posso ti spiego tutto” e invece ha fatto come con il suo cane, l'ha dato a qualcun altro perché non poteva guardarlo più e lo intralciava. Mi ha trattata come il suo cane..
Pensieri notturni con un'amica ( @temporalestivo )
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