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#l’ironia ci salverà
molecoledigiorni · 8 months
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Prima mi interessava l’abbronzatura, adesso sto al sole per sintetizzare la vitamina D
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vecchiorovere-blog · 3 years
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L’arma più preziosa che abbiamo per affrontare la vita: l'(auto)ironia! In un mondo pieno di permalosi, arroganti e invidiosi, sempre pronti a criticare e convinti di dover sempre dire la loro in un post acido o saccente su qualche social, nonché nella vita si possono mettere a tacere con un bel sorrisone :D :D L’autoironia, l’ironia, la capacità di ridere delle proprie sfortune o difficoltà salverà il mondo. Perché ci permetterà di affrontarle, frantumando il loro peso a colpi di risate. Una risata serve. Una risata aiuta. Una risata salva. Anche da noi stessi. L’ironia che riserviamo a noi stessi è, infatti, la forma d’amore più elegante che una persona possa concedersi.  Svelare difetti e limiti avvicina i tuoi alleati e spiazza i tuoi nemici. Ecco perché l’autoironia spiana la strada al successo.  Se ti prendi alla leggera sei inattaccabile. REPERITA NEL WEB
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erunnerit · 6 years
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Prima di partire
Non frenare l’allegria
non tenerla fra le dita
ricorda che l’ironia ci salverà la vita
Fiorella Mannoia, In viaggio, Sud, Sony Music/Oyà, 2012
Ci vuole coraggio.Tanto. Ed incoscienza nella giusta misura. Ci vuole la voglia di andare e di esplorare e di scoprire. Ci vuole il gusto e l’allegria di incontrare volti nuovi. E la voglia di superare i propri limiti e quelli che raccontano la nostra storia. Il desiderio di percorrere le strade che portano ad abbracciare i propri sogni e a trasformarli fino al punto di poterli indossare. Ci vuole la forza di lasciare e la sicurezza che si può stare soli. Ci vogliono le mani per costruire, le gambe per camminare e i polmoni per respirare. I sensi per sentire e per vedere, il cuore per imparare e i muscoli per resistere. L’entusiasmo per stare sotto un altro cielo e la certezza che un pensiero arriverà ogni volta che la luna si alza.
Alessandro Chiozza, Di corsa e altre storie, 2018, ed. L’Erudita
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parrotandpalm · 4 years
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Quando è chiaro che l’unico altare che vedrò sarà alla mia morte. In foto: l’ironia ci salverà - @essentielantwerp @majesticfilatures @paoladarcano . . . . . #parrotandpalm #inspiration #outfitoftheday #outfitinspiration #outfit #lookoftheday #look #turin #goodmorning #buongiorno #picoftheday #instadaily #instapic #bestoftheday #monday #moodoftheday #likeforlikes #instalike #positivethinking #instafashion #fashionista #instastyle #amazing #details #colorful #torinocentro #shop #shopping #lescarpediparrotandpalm #colorful (presso Parrot and Palm) https://www.instagram.com/p/B4b8gYuIQCE/?igshid=vuout3k9q2mr
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indiotismo · 7 years
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TIMOTHY WILLIAM BURTON. La rarità del gotico reso umano. La dolcezza del nefasto EDen di pupazzi morti. Creazione di un pianeta invertebrato semprevivo. Dove lo strano siete voi.
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Ecco, io in un modo mio, stavolta, proprio non riesco a dirlo. Ho una sorta di ossessione-megaloMANIa nei suoi confronti che mi paralizza. L'uomo che mi fece avere i primi brividi di paura, quella d'amore verso l'io recondito dell'animo creativo, fu lui. Tim Burton, alla maggior parte della popolazione vivente, conosciuto come il regista peculiare dal bizzarro dark-side che nasce con carente normalità per crescere in forte solitudine, ma mai effettivamente solo. Per me, è evidente, il mio mentore.
Città natale, Burbank. Una sorta di succursale triste della California allegra, dove Warner e Columbia erano i vicini importanti da scrutare. È nella sua esclusiva adolescenza cucita su un velluto di sbieco, difficile (?), che trova a fianco a sè gli amici immaginari che lo fanno sentire bene. Fantasia è la strada di casa, non la distrazione infantile. Lui è attirato da cose che voi umani trovereste brutte, senza senso e soprattutto dark. Nel vero senso della parola, oscure, lugubri e oggettivamente catastrofiche! E invece lui ne resta lucidamente sedotto.. Le guarda, le assorbe, le fonde insieme e poi le rigurgita come un neonato consapevole che quel modo-mondo espressivo lo salverà. E quindi esprimere queste storie anomale diventa un comandamento. Disegna i soggetti in modo talmente fiabesco che anche le scene di maggior inquietudine non appaiono come tali, velate di una gentilezza che solo Tim conosce e sa infondere. Pipistrelli, bimbi senza faccia, vampiri, uomini-forbice, giganti inguardabili, inventori, fantocci, fanciulle, mostri di ogni specie, e misteri in fondo al mare.. ossessivamente curati nell'immagine, moralmente nobili, naturalmente normali.
Tutti partoriti autenticamente in quella macchina che gli scienziati chiamano cervello e che si aziona premendo il ☑ cuore. Tim ha il cuore più vicino alla mente di una persona “normale”, secondo la mia sensibilità antropologica. La sua sceneggiatura bipolare inconfondibile, ne è la prova. Il diverso si contrappone al normale e non esiste senza quest'ultimo. Impossibile dividere gli opposti, vincolati da un’empatia quasi umiliante. Ognuno deve convivere con l'altro nel proprio mondo, non con poche difficoltà ma conservandosi.
Un modo credo gentile e visionario, di dare considerazione a tutto ciò che viene discriminato per avvalorare la differenza di ciascuno di noi. L'individualità. Siamo fatti così male. O così bene, chi lo sa. Siate. Sì a te.
Ogni dettaglio è un ordine. Una stravaganza. Un ordinato disegno composto del caos, come i capelli di Edward, come i suoi. Equilibrio disordinato del benessere, lo chiamerei.
Borsa di studio al California Institute of the Arts. Il suo praticantato lo vuole in Disney, dove con scarsa fatica, cercherà di delineare il meglio possibile ciò che la sorridente azienda priva di spettri, cercherà di imporgli in matita. Fu così che, travolto dal suo solito destino, abbandona i felici facciali lasciandosi coccolare per sempre dagli irresistibilmente tristi, buffi, macchiette-mascotte come molteplici specchi della sua vita. Dalle origini alla carta stampata. Alla pellicola. In un turbinio di disturbi creativo-sentimentali inesplorati.
Tutto gloriosamente messo in scena con la sua appassionata tecnica dello stop motion, artigianalità di prestigio (ovvero sommare centinaia di fotogrammi dei modellini equivalenti ai personaggi per tradurli in movimento). Nascono schizzi, in essenza figure dissacranti e grottesche, pacchiane ed eleganti che scivolano via dal foglio e divengono reali nei suoi fantomatici film. Come un pilota luminare vola su orbite orfane di luce e scrive il suo essere sole, pardon solo, sopra un disegno di stelle eccentriche. Ma prima di salutare la casa dei cartoni animati, firma il suo primo corto ufficiale nel 1982, (un anno strano), intitolato Vincent, un estremo shot autobiografico, dedicato al più noto Price.
Non a caso, stesso anno, stessa platonica onorificenza.. Michael Jackson lancia la sua perla grezza, Thriller, che risulterà essere negli anni avvenire il singolo più venduto della storia della musica, precursore di nuovi generi che si formeranno, con oltre 100 milioni di copie vendute ad oggi. Il particolare? Oltre al fatto che il Jacko balla con gli zombie e si trasforma anch’egli,per la legge di attrazione + sex-appeal coreografico comprovato…è Vincent Price! Voce narrante che si identificó in quella risata orrorifica inimitabile di chiusura canzone.
Insomma nasceva un legame pop gotico dietro le quinte a nostra insaputa.
I personaggi hanno tutti un carisma che li accomuna paurosamente. La scelta dell’attore diventa determinante, lui lo sa. Qualche chicca...
Saltellante e smaliziato nel cimitero di un plastico nella mansarda di due neo sposini già morti, come scordare l’incredibile sudicione di Betlegeuse, (Beetlejuice – Spiritello porcello ), impersonificato da un Michael Keaton da panico nella parte del bio-esorcista attizzato ed insolente! O il ghigno beffardo studiato ad hoc interpretato dal fascinoso bastardo Jack Nicholson nella parte di Joker, in Batman (1989) firmato Burton. Pigmalione di Johnny Depp, che scopre verso i ’90 scardinandolo dal palchetto del talentuoso attore sexy, grazie a doti interpretative sviluppate in simbiosi con la sua radicata natura gotica, lo incorona ad alter-ego personale..in Edward mani di forbice, ispirato alla figura di rockstar punk del frontman dei Cure e alla camminata goffa di Chaplin, di certo emotivamente alla sua identità di bambino. 
Originalissimo in ogni personaggio caratterizzato dal viso pallido e da quel non so che di mortem in corpore. Winona, colei che fece impazzire il tasso alcolico del bel tenebroso pupillo di Burton ed in scena dolcemente pudica, incarna la purezza, vuoi da necrofila teenager un momento, vuoi da cheerleader teenager in un altro. Ne esce un duo di attori esplosivo che non fa altro che accrescere la magia che si cela dietro ad ogni pellicola invasiva di questo uomo scapigliato. Innamorarsi fra anime perse perché di esse sarà il regno dei matti. Helena, la sua unica ineguagliabile musa, che si plasma e si contorce maniacalmente bene alle sue richieste di sceneggiatore, concedendosi totalmente al suo volere per amore.
Tenebre al limite dell’ironico, trash come se piovesse, nei suoi film si alternano condizioni eccessive, perché le misure per un vero creativo che si rispetti, non esistono. Esiste la demenza espressiva che le legalizza in fretta. Oserei dire che sbucano esempi di tendenza fashion nei suoi cult movies, particolari che ritroveremo molti anni più tardi nel settore.. dai pantaloni a righe bianche e nere del pazzo spiritello Beetlejuice targato 1988 che fanno tanto quelli griffati di qualche anno fa; al total black dei moderni darkettoni europei; al look frankensteiniano ricongiungibilissimo ai nuovi androgini maschi in passerella, o le scarpe alte come ferri da stiro identiche alle calzature tipiche della moda punk rock inglese, da poco riscoperte commercialmente.
Tim precursore dell’emo. Una cassaforte vivente di diversi input d’avanguardia stilistica, tendenzialmente sempre un po’ cupi e teatrali.
Per gli amanti sui generis, i torbidi, i meticci, i castrati, i malati, i colti, gli stolti, i bonsai, i nonsai, i crisantemi, i finti astemi, i sensitivi, i radioattivi, i ciechi,… sono impronte tangibili di timburtonite: il castello mai abbastanza gotico tanto da riproporlo in altre esperienze cinematografiche; la divertente sessualità perversa, latente; l'amore incondizionato di un essere più fragile rispetto agli altri; l’ironia superficiale filo-americana che rappresenta le sue glam commedies.
Tutti suoi lati,..oscuri? Non credo. Forse sfumati. Di certo il regista ha saputo tradurli e simpatizzare con le sue paure: le ha condotte in metamorfosi e fatte risorgere sotto forma di opere d’arte. Forze magnetiche. Ma come per ogni artista non tutto è cioccolato. La fabbrica del cinema nasconde insidie e sentieri brevi e pericolosamente tecnologici che non sempre appaiono per Tim i più esoterici. Quelli che lo fanno sentire “a casa”. Ecco allora, lasciamolo fermentare nel suo spirito. Perché ci riporti sé stesso imbevuto di sogni.
Curiosità: si sappia, che Michael (Jackson), tremendo collezionista, acquistó le “mani di forbice” per inserirle nel suo strampalato emporio dell’isola che non c’è. Ma non è elementare il concept Michael Scissorhands?! Credo che quei due abbiano pensato davvero a qualche progetto insieme che purtroppo non si realizzò.
Musica maestro!
Danny Elfman, (uno con un cognome così azzeccato per il genere), un pezzo di Tim, colui che sa comporre la musicalità tetra e fascinosa come un ragno tesse la sua struggente tela. Lui ci mette le note come prede sulle righe del pentagramma, e divengono subito travolte dalla melodia madre. Condensandosi alla pellicola in un completo capolavoro. Costruisce la cornice all’udito che confeziona il progetto. Non mi stufo mai di ascoltare le sue colonne sonore, in un vortice di passione a rischio convulsioni.
Tim Burton è ai suoi film come le mie mani sono al lavoro.
Il mio oggetto vivente ossessivo, strumento seducente organico, le mani. Le forbici, il mio oggetto metallico creativo. Strumento sessuale artificiale. Inconfutabili coincidenze. Anima. Tagliamola rimescoliamola. A Mani. Tutto si muove sulle mani. Sensualità gotica. Banale qui confessare il mio alter ego burtoniano tatuato simbolicamente che tutto significa e nulla spiega.
Le analogie si sprecano.
Non ho studiato il suo vissuto per vivermi lo stesso da infante solitaria, con tutte le mie terribili stranezze, e come avrei potuto? Ero piccola e avevo gli stessi occhi magici, nutrivo simili abitudini quasi da far paura! Conobbi visceralmente Tim Burton intorno ai 17 anni. Cresciuta un poco più, mi accorsi che la mia asse era in linea quasi perfetta con la sua per non so quale misteriosa o mostruosa ragion d'essere. E’ così. Vivo addirittura rimandi personali, in alcune sue storie, intrecciata a lui dai primi anni di età ai trenta superati, in questa maniera singolare, speciale, non descrivibile certo a parole per quanto mi sforzi. Un amore ombelicale incondizionato, non controllato.
Ambizioni per un'artigiana, blogger, designer di moda che si esprime attraverso tentativi di artisticità contemporanea ce ne sono, ma fra tutte, la più sentita è quella.
Incontrarla, sir.
A te Tim, come una figlia clandestina,
che sente di appartenerti nella più forte forma d’espressione che esista: animica. Chissà, può sembrare assurdo se un giorno ti giungeranno queste parole o ci incontreremo in qualche strana vicenda della vita. Confido nell'universo, attraverso i disegni e le idee, che sprigionano energia tale da fluttuare telepaticamente. Al nostro albero, l’inappropriato, il seme evolutivo del nostro espressionismo moderno.
È in arrivo ‘La casa per bambini speciali di Miss Peregrine’ che sembra essere, dopo anni di impotente riscatto nei confronti della critica, una pellicola del tutto primordiale, che scava nell'epidermide psicologica di Tim.
E nella mia infanzia. Temo.
Indiot.
NOVEMBRE 2016
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uncasocinico · 4 years
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L’ironia ci salverà ❤️ Buon Natale!#BuonNatale #25dicembre #sonofattituoi pic.twitter.com/RpNahO4PUq
— Sara Barbieri (@sapi_enza) December 25, 2019
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dilanaedaltrestorie · 7 years
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abbiamo pubblicato un nuovo contenuto diLanaedaltrestorie
New Post has been published on https://dilanaedaltrestorie.it/scialle-ai-ferri-ennui/
Scialle ai ferri Ennui di Justina Lorkowska
L’ironia ci salverà dalla follia… Anche nei lavori a maglia, prendersi troppo sul serio ci causa patologie e paturnie che neanche Battiato nei suoi momenti più ispirati poteva raccontarci. E dunque, quando una designer che è luminosa in ogni suo modello, in ogni suo lavoro a maglia, in ogni sua espressione chiama uno scialle ennui (noia), vuol dire che è proprio il momento di cominciare a sorridere! Acquista il kit>>
Scialle ai ferri Gratuito Ennui
Da adolescente, un po’ come tutti ho amato i poeti tristi, quelli dello spleen, quelli delle città piene di creature
Clicca per il modello
annoiate e malate di esistenza triste; ci ho messo anni a curarmi, si fa per dire, dal baratro della malinconia esistenziale (in realtà ne custodisco gelosamente la parte più dolorosa). E dunque, quando ho trovato che il nome di questo scialle fosse Ennui, alla Baudelaire, conoscendo già i lavori della splendente Justina Lorkowska, un po’ ho tentennato.
Ma il breve momento di vedere prima lo scialle e successivamente leggere le sue note che tutto torna alla normalità: (traduco a braccio) Il nome di questo scialle è assurdo, ti sarà impossibile provare tedio nel realizzare questo modello.
Puoi scegliere se essere audace nella scelta del colore oppure se vuoi mantenere un profilo più riservato; in entrambi i casi la tua eccitazione crescerà insieme allo scialle quando vedrai crescere la texture e quando realizzerai le piccole onde che lo costituiscono.
Il modello è in inglese, ma non spaventarti, la spiegazione è chiarissima e lo scialle seppur non semplicissimo, non è nemmeno troppo impegnativo, ma solo divertente. Il link che ti ho messo sull’immagine ti farà atterrare sul suo blog, che è solare come la designer, ti consiglio però di fare una visita anche sulla pagina Ravelry della designer cliccando qui per vedere in un colpo solo tutte le sue realizzazioni, che non sono poche.
Non sempre lo stile è personalissimo ed anzi in alcuni momenti sembra proprio rifarsi ad alcune sue colleghe più famose e gettonate, ma insomma, anche Baudelaire si rifaceva a poeti che lo avevano preceduto, l’idea che le cose nuove ci piovano dal cielo è una idea propria di chi non crea mai nulla.
In alcuni momenti di grazia invece Justina riesce a trovare una cifra propria, solare, incantata e sorridente. Uno scherzo, una ironia sottile pervade allora i suoi lavori più riusciti, Prova a vedere ad esempio lo scialle Danzig, troverai che nonostante alcuni accostamenti siano classici, esiste un modo proprio della designer di smontare e rimontare le cose in un modo che non può far altro che farti sorridere.
Insomma, dopo Baudelaire che si prendeva terribilmente sul serio (ma anche no) arriva Tristan Corbière che invece di innamorarsi follemente della passante, decide di chiederle l’elemosina… e facciamocela una risata, usciamo fuori con i nostri sorrisi più belli, accendiamoci di colori e ridiamoci sopra…
Solo qualche altra parola sulla designer perché oggi sta riuscendo a fare quello che molte di noi vorrebbero. Ex insegnante, una volta avuto il primo bambino ha deciso di lasciare il lavoro e di dedicarsi a quella che era la sua passione che aveva abbandonato per il lavoro di insegnante, indovina cosa? Il lavoro a maglia gli era stato insegnato dalla madre, poi il marito Marcin ( aka Martin’s lab) ha deciso di iniziare a tingere a mano i filati e condividere così questo mondo!!!!!
filato martinslab bouncy merino
Il filato scelto da Justina è adattissimo a realizzare questo scialle ironico e colorato, oltre che adattissimo per composizione. Si tratta del filato Malabrigo Silky Merino, splendido esempio di come un melange riuscito esalti entrambi le fibre.
filato silky merino plum blossom
Ideale per realizzare uno scialle legando insieme sia la lucidità della seta che igroscopicità, la morbidezza e il calore della lana merino. Inoltre, trattandosi di un filato tinto a mano, coniuga alla bellezza della tinta anche l’irregolarità naturale del colore donando una profondità unica al capo.
Trattandosi di uno scialle con molti motivi mobili e traforati, il movimento che si crea all’interno dei fori e degli intarsi si trasmette anche alla trama piena grazie alla luce incidente sul filato. Insomma, quando si crea un capo, spesso lo si crea pensando anche al filato che si vuole usare, e quando il matrimonio è riuscito il risultato si vede.
Puoi scegliere di acquistare i filati come desideri, oppure puoi scegliere di acquistare il Kit in cui le matasse sono già incluse e non devi scegliere volta per volta. Acquista il kit>>
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Hai mai avuto problemi con la scelta della quantità di filato da usare per un modello? insieme  ad alcune appassionate di lavori a maglia e a un programmatore abbiamo realizzato un programma in grado di dirti quanto filato usare. A differenza di altri programmi simili, questo strumento può essere migliorato di volta in volta grazie alle segnalazioni di chi lo usa.
Naturalmente tutte noi amanti dei lavori a maglia e all’uncinetto sappiamo bene che qualunque strumento usiamo deve essere rapportato al nostro modo di lavorare… c’è chi lavora molto stretto e chi ama le trame larghe, questo chiaramente aumenta o diminuisce la quantità di filato da usare, ma se lo usi come uno strumento scoprirai che potrà esserti molto utile nei calcoli per i tuoi acquisti.
Se poi hai un blog, oppure un sito, puoi copiare il codice del contalana e condividerlo con i tuoi lettori o seguaci, così facendo offrirai un servizio unico ed in italiano. Scopri come funziona facile!
Ti piacciono i lavori a maglia e all’uncinetto e vorresti condividere la tua passione? Se ti diverti a creare modelli, se sei una esperta o una principiante e vorresti vedere i tuoi pattern pubblicati e a guadagnare con il tuo talento, visita la nostra pagina Designer, troverai in noi degli alleati.
Conosci i nostri articoli sui grandi designer del mondo? Prova a leggere come i più grandi stilisti disegnano, concepiscono e realizzano le loro opere. Non hai mai letto di lavori a maglia in questo modo. Clicca sul mondo a ed entra nei lavori a maglia dalla parte degli artisti!
Teniamoci vicini!
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molecoledigiorni · 5 months
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Gli errori fanno parte della crescita e della consapevolezza individuale.
Qualcosa mi dice che continuerò a farne.
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molecoledigiorni · 8 months
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posso usare l’alibi del caldo
In questi giorni caldissimi decido e cambio idea continuamente, io e me non siamo in sintonia. Comunque una delle due prima o poi ne verrà a capo. Quella meno stupida spero, ma conoscendole entrambe ho seri dubbi in merito. Pur tuttavia dunque, ecco.
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molecoledigiorni · 1 year
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Sicchè
Secondo il mio umile parere, non serve a nulla polemizzare su tutto, criticare, giudicare a prescindere, fare la punta al cazzo.
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molecoledigiorni · 1 year
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Trattasi di post ironico, di quell'ironia talmente sottile che si è spezzata prima di arrivare.
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molecoledigiorni · 1 year
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L’ottimismo di mia figlia quando mi dice che prima o poi imparerò a padroneggiare la tecnologia, è davvero commovente.
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molecoledigiorni · 2 years
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Frequentavo quella ragazza da due anni ed ecco che cominciarono le pretese:
- voglio sapere come ti chiami.
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molecoledigiorni · 2 years
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Vivete piano, con moderazione,
a giorni alterni, in modalità risparmio energetico, che fa troppo caldo.
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molecoledigiorni · 2 years
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Tentativo del giorno: pensare positivo molto zen - essere paziente e saggia come un monaco buddista.
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molecoledigiorni · 2 years
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L’illusione è l’ultima a morire.
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