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#la sofferenza di questo cazzo di episodio
dilebe06 · 2 years
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Partire a bomba...per finire a tromba
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Trovo difficile scrivere un commento per questa serie. Difficile perché... per quanto l'ho amata nella sua prima parte, sono rimasta delusa per la sua seconda parte.
Questa serie infatti inizia con il botto:
Sang Wu Yan, studentessa universitaria di psicologia, dolce, sognatrice, allegra e un pò svampita, si innamora a prima vista di Su Nian Qin, un ragazzo all'apparenza freddo e scorbutico che soffre di disabilità visive. Può sbocciare il loro amore? quanto è difficile stare in una relazione con un non vedente?
Questo plot è stato quello che mi ha affascinata del drama e devo dire che su questo aspetto sono stata pienamente ricompensata. Ho adorato tutta la prima parte - fino al 17 episodio - ammirando il grande impegno degli addetti ai lavori nel tratteggiare sia la disabilità di Nian Qin sia la relazione tra i due.
La naturalezza della coppia ed i modi di Wu Yan - nonché la sua sfacciataggine - mi hanno fatto battere il cuore più volte e ho adorato tutta la dinamica della loro storia.
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Punto essenziale per piacermi è stato anche Nian Qin, dove Evan Lin ha fatto un lavoro assurdo nel portare in scena un non vedente così credibile e realistico: una prova attoriale bomba! Le sue micro espressioni, lo sguardo fisso, il modo di muoversi, i gesti...tutto perfetto. D'altronde gli si chiedeva di interpretare un ruolo difficile sia fisicamente che caratterialmente.
Anche Wang Peng è stata brava: simpatica e divertente, mi è piaciuta il più delle volte.
E poi il tracollo... farò spoiler ma sti cazzi
La seconda parte della serie è piena di cose a cazzum senza senso che sembra che gli sceneggiatori abbiano scritto eventi random, buttati nel barattolo e poi pescati a caso. E quello che usciva...usciva.
E' stata una sofferenza per me rendermi conto della "sciatteria" degli episodi finali: buchi di trama, personaggi dimenticati, storyline abbandonate, brutta scrittura, poca introspezione, eventi che accadevano senza nessun motivo...
Prendiamo la migliore amica della protagonista.
Ad una certa, ci viene detto che la ragazza con la quale la lead aveva parlato fino a quel momento, era in realtà morta. Tralasciando il momento inquietante e un pò horror del sapere che la lead parla con i morti, ero davvero curiosa di vedere come avrebbero gestito questa dinamica.
Wu Yan aveva creato nella sua mente questa ragazza per sentirsi meno sola - sopratutto dopo la fine della sua storia con il lead, la morte di suo padre e quella dell'amica una dietro all'altra - e rappresentava perfettamente come e quanto la protagonista avesse sofferto.
Bene, potrei fare la caga cazzo e dire che il consiglio dello psicologo di fare finta di niente e aspettare che passi da solo mi sembra un pò una stronzata, ma voglio dargliela buona come terapia.
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Quello che non accetto è che non se ne parli più. Questa incredibile abilità di parlare con i morti XD non viene più menzionata. Mai più. E la tizia morta era la migliore amica della protagonista. Come è possibile che non venga mai più nominata? Così come non vengono mai più nominati o fatti vedere i due amici della protagonista. Spariti nel nulla. PUFF!
Ci sono anche eventi che non ho ben capito: l'inserimento in casa del bambino autistico. Serviva a far vedere quanto è bravo Nian Qin con i bambini? ma lo sapevamo già. Lo avevamo visto nella scuola quanto tutti i bambini lo adorassero. Ed anche con il rapporto con l'altra bambina non vedente, si capiva quanto il lead fosse bravo con i più piccoli. Allora perché ste scene con il bambino? mi viene in mente che forse l'hanno messa per enfatizzare la gelosia di Nian Qin e rimarcare l'amore che ha per la lead...e farci fare due risate.
O ancora la scena della cena - che manco abbiamo visto - con i genitori del lead. Un botto di paranoie per questo incontro genitoriale.. a chiederci come il padre prenderà la relazione tra i due lead...come il rapporto della famiglia sia cambiato ecc ecc.. e manco si parlano o fanno vedere la cena. E che ci siamo andati a fare?!
Oltre a ciò, ci sono altre cose che non mi sono piaciute o non mi hanno interessato. Come i due amici della protagonista e la loro storia. O tutte le volte che i personaggi hanno cambiato idea facendomi venire il mal di mare. L'amica della lead avrà mollato e ripreso il lavoro 2 volte. Idem la lead con il lavoro alla radio: Sì lo faccio, no non lo faccio. Mi licenzio. Vado a farlo nel mio paese di origine. Poi torno e mi faccio riassumere... un via vai che decisamente mi ha annoiato un pò.
Detto questo e tralasciando quegli ultimi episodi finali - la cui presenza ho il sentore che fosse per allungare il brodo più che per vera scrittura - mi è piaciuto questo drama. Soprattutto la parte iniziale e la storia romantica. La pazienza e il profondo amore dei due lead si sono sentiti per tutta la serie, cullandomi dolcemente e facendomi davvero battere il cuore.
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kon-igi · 4 years
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Nella cinematografia nipponica esiste un genere che si chiama TOKUSATSU, una parola macedonia che mescola Tokushu (inusuale, speciale) e Satsuei (fotografia, filmato), traducibile in italiano con ‘film di effetti speciali’.
Voi lo conoscete bene quel genere, perché gli americani lo hanno rubato (tanto pe’ccambia’) per farci i Power Rangers, cugini occidentali di una serie di telefilm che negli anni ‘70-’80 qua in Italia hanno fatto la loro comparsa guidati da 
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che se volete continuare a essere miei amici spero non mi chiediate chi sia.
Comunque il genere TOKUSATSU era abbastanza lineare nella sua rappresentazione: mostruosi cattivi alieni (i famigerati KAIJU, i mostroni di Pacific Rim) che minacciano la terra ed eroe che grazie a poteri acquistati in mille modi fantasiosi prima crepa di kung gli sgherri e poi si ingigantisce per spolverare di legnate esplosive il boss finale, un mostrone gommoso che usa gli alberi come clave e butta i palazzi giù a calci.
(Parentesi culturale: i kaiju - sia nella versione kaijin, uomo-mostro, che in quella daikaiju, mostro-gigante - sono un retaggio culturale degli anni ‘50, una sorta di risposta collettiva metaforica agli orrori della conclusione della seconda guerra mondiale. Triste e divertente un dialogo digitale tra un americano e un giapponese in cui il primo chiedeva al secondo cosa fosse mai successo di così tanto traumatizzante da far sublimare le proprie paure in un mostro gigante come Godzilla e l’altro che gli risponde ‘Tipo... la bomba atomica che ci avete sganciato in testa?’)
Ritornando a noi, nei primi Tokusatsu l’eroe era uno solo ma succedeva che quando i regazzetti giocavano a imitarlo c’era il solito unico fortunato che ne vestiva i panni e agli altri toccava fare i mostri, perciò i produttori incominciarono a introdurre il bellissimo e riconoscibilissimo tropo del SUPA SENTAI, cioè la Squadra Speciale, in cui gli eroi erano più d’uno e avevano colori e caratteristiche diverse che a distanza di anni ancora riconosciamo come stereotipi di genere: c’era l’eroe senza macchia, l’ombroso amico-nemico ribelle ma dal cuore d’oro, la fidanzata dell’eroe (riconoscibile dalla TUTA SEMPRE ROSA e fanculo Mr.Gender), il ciccione e/o buffone e il bambino sciocchino combinaguai.
Ma io non vi ho fatto tutto questo pippone perché fosse fine a se stesso... io vi volevo parlare di un altro tropo FENOMENALE, che a mio avviso ha influenzato tutto il cinema occidentale degli anni ‘80, ‘90 e oltre, cioè 
LA SEQUENZA RAMBADA
Anche se il termine può sembrarvi sconosciuto, il nome si riferisce a un certo tipo di musica che veniva fatta partire prima che cominciasse la...
Aspettate... faccio prima a farvi vedere una sequenza rambada tra le più celebri e recenti che non potrete non riconoscere
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Si tratta della TRASFORMAZIONE che il nostro eroe di turno (o le nostre eroine, nell’esempio) compiono per attingere al loro Vero Potere e riuscire a sconfiggere il nemico della puntata.
La Sequenza Rambada è una sorta di riconoscibilissimo jingle visuale che rimane immutato per tutta la serie e che lo spettatore attende con ansia a ogni episodio, al punto che poi questa veniva puntualmente riproposta in camera davanti allo specchio, durante i giochi in cortile, la ricreazione e le lezioni in classe quando la maestra era voltata verso la lavagna.
La Sequenza Rambada dei Mecha (i robottoni) rappresenta, poi, l’apice dell’amore per la tecnologia trans-umanista anni ‘80: Hiroshi che schianta giù nel crepaccio una moto ogni puntata per trasformarsi in Jeeg, la cascata che smette di cascare per permettere l’uscita di Goldrake dopo che Actarus s’è fatto un giro sul Blue Tornado di Gardaland, il parco-giochi che si apre per far saltare fuori Trider G7 e fanculo ai bambini rimasti, la sofferenza mondialmente condivisa di George rivestito di filo spinato mentre esegue il Tek Setter dentro Pegas per diventare Tekkaman e, il mio preferito, CON L’AIUTO DEL SOLE VINCERÒ! ATTACCO SOLARE! ENERGIAAAA!!!!! e tutti a chiedersi perché Daitarn non la usasse subito invece di farsi crepare di mazzate dal Megaborg.
Quando ho detto che la Sequenza Rambada ha influenzato il cinema occidentale mi riferisco a un altro fenomeno riconducibile a essa per me molto emozionante che è quello della
VESTIZIONE DELL’EROE
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uno dei miei tropi preferiti di sempre, davanti ai quali non posso che puntualmente commuovermi... soprattutto perché ho due cani.
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Dimenticavo... nella foto a inizio post sono io che ho appena finito di eseguire la mia personalissima ed eroicissima (ma manco per il cazzo) Sequenza Rambada, senza alcun tipo di musica emozionante tranne le mie bestemmie perché tutte le volte rischio di perdere l’equilibrio per i sovrascarpe scivolosi di disinfettante e con la consapevolezza che dopo mi parrà di respirare dentro la marmitta di un Ciao e che non potrò andare in bagno per le cinque ore successive. 
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Mo daijoubu! Naze tte? Watashi ga kita!
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veronica-nardi · 5 years
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The Untamed, Il Massacro del Pontile del Loto (episodi 15 e 16)
Cominciano i guai e le tragedie. Ho deciso di dividere gli episodi dal 15 al 20 a due a due, perché non riuscirei mai a mettere insieme questi episodi, sono emotivamente troppo forti. Per scrivere questo commento, ho rivisto l'episodio 15 due volte, e ho pianto in entrambe per vari motivi. Quando ho iniziato a vedere questa serie non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. IL TRAILER INGANNEVOLE PRESENTA QUESTA STORIA COME UNA COMMEDIA ROMANTICA, quindi non mi aspettavo tutta questa tragedia, tutto questo dolore, e ammetto che ci sono momenti lungo il corso della serie, che sono davvero difficili per me da guardare. Più che difficili, pesanti. Non so davvero se riuscirò a descrivere bene tutto quello che sta per succedere, cercherò di fare del mio meglio, quindi parto subito con la trama di questo episodio. In teoria, lo potrei davvero riassumere in poche parole: gli Wen cagano il cazzo. Mi sembrava troppo bello che i discepoli se ne fossero andati incolumi da Mordor, avevo sperato che gli Wen li lasciassero andare senza problemi, ma questa serie non è il mondo delle fiabe e quello che sta per arrivare addosso ai protagonisti è una valanga di dolore, rabbia, sofferenza, ingiustizia, rancore, sensi di colpa, perdite e risentimento. Inoltre gli Wen avevano deciso da tempo di essere i più belli di tutti e di voler sottomettere il mondo ai propri piedi, quindi era solo questione di tempo.
La puntata si apre al Pontile del Loto (una delle mie location preferite), dove alcuni uomini si presentano feriti chiedendo aiuto al capo Clan Jiang. Il loro Clan è stato attaccato dagli Wen, e sono venuti a implorare aiuto. Jiang FengMian non esita un minuto: fa curare quegli uomini e poi parte per andare a offrire il suo appoggio di persona, portando con sé la figlia YanLi. Sul molo la Signora Yu raggiunge i due prima che partano, e consegna alla figlia qualche rifornimento di cibo per il viaggio, e qualche medicina per i reumatismi "se qualcuno dovesse averne bisogno." Tra i due genitori c'è ancora molta tensione a causa dei recenti litigi, e non riescono a salutarsi come si deve. Con l'assenza del Capo Clan, la sicurezza del Pontile del Loto passa nelle mani di Jiang Cheng e Wei Wuxian, preoccupati per il viaggio del padre e della sorella, e per l'atteggiamento sempre più pericoloso degli Wen.
Giorni dopo, mentre i discepoli del Clan stanno giocando con le frecce e gli aquiloni, ecco arrivare lei:
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È arrivata la Queen. Arriva come se si aspetti che le venga offerto il tappeto rosso e tutti si inchinino a lei. Basta guardarla per avere voglia di prenderla a schiaffi. Appena i Wen si presentano è il panico: i discepoli accorrono da Wuxian e Jiang Cheng informandoli che la donna ha catturato uno dei bambini, e io già sento che l'arrivo di questa finta diva non porterà nulla di buono. La Signora Yu giunge sul posto da vera Queen badass qual è, senza la minima paura, senza il minimo timore. E siccome vuole vincere il premio di Madre dell'Anno di questa serie, si gira verso il figlio e in modo sferzante gli fa: "Guardati, tutto tremante e coi piedi che battono a terra. Credi forse di avere l'aria di un futuro Capo Clan?"
Abbiamo la vincitrice, qualcuno le porti una medaglia per cortesia.
E se la Signora Yu vince il premio di Madre dell'anno e il signor Wen Chao vince quello di Villain Più Scemo, la finta diva vince sicuramente il premio per MISS ANTIPATIA. A livello universale proprio. Arriva lì, con l'aria come se fosse la padrona, aspettandosi di essere servita e riverita, come se quella fosse casa sua e quelle persone i suoi servi. MA NON HA FATTO I CONTI CON LA SIGNORA YU, che non si lascia di certo intimidire e da subito non accenna ad abbassare lo sguardo, anzi la guarda con tutta la sicurezza e l'orgoglio di questo mondo.
MADRE DELL'ANNO VS MISS ANTIPATIA HA INIZIO.
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Vediamo come va il primo round. La smorfiosa entra in casa e comincia a commentare e criticare l'estetica del Pontile del Loto (ciccia non è mica casa tua, ma che vuoi?), seguita dalla Signora Yu che come me deve tenere a freno i suoi istinti omicidi, ma posso vedere chiaramente fulmini e saette screpitare nei suoi occhi. La Miss poi ha la sfacciataggine di sedersi sul "trono" della sala come se quello fosse il posto che le spetta, e i due fratelli fanno un passo avanti contenendo a stento il loro sdegno. La signorina poi pretende che le venga portato del thè, ma le due guardie del corpo/ninja sempre dietro alla Signora Yu replicano che può benissimo farselo da sola, risposta che indispettisce molto la smorfiosa. Fa quindi notare alla Signora Yu che i servi dovrebbero essere trattati come tali, non dovrebbe essere loro permesso di presenziare alle questioni dei loro padroni, e dovrebbero essere puniti per un atteggiamento del genere.
Cara Miss Antipatia, ma non eri tu stessa una serva che si è fatta strada solo andando a letto col Wen??? MUTA DOVRESTI STARE.
Comunque, quelle due ninja non sono affatto delle serve qualunque, ma sono le guardie fidate della padrona di casa, e rispondono solo ai suoi ordini. La Signora Yu poi va dritta al sodo, chiedendo alla ragazza perché ha catturato uno dei loro discepoli. E qui la smorfiosa se ne esce con la scusa più assurda e ridicola che io abbia mai visto: il bambino ha disegnato un aquilone di colore giallo e poi lo ha abbattuto con le frecce, ciò chiaramente simboleggia il voler abbattere il sole, e quindi è una mancanza di rispetto verso il Clan Wen. Ancora mi parte il WTF quando lo vedo. Wuxian prende la parola e rileva che seguendo il suo ragionamento, allora dovrebbero anche smettere di mangiare le arance, visto che anche quelle sono rotonde e dorate come il sole. Incapace di rispondere, la smorfiosa si limita ad uno sguardo di sufficienza, e dentro di me prego che qualcuno la uccida presto.
Quando le viene chiesto se è venuta fin lì solo per un aquilone, la miss male nasconde il suo compiacimento, affermando che è venuta perché Wuxian venga punito per il suo oltraggioso comportamento verso Wen Chao.
"Mentre il giovane maestro Wen stava combattendo con coraggio la bestia marina, Wei Wuxian ha osato sfidarlo e minacciarlo, distraendolo e facendogli perdere la spada. Per fortuna, nonostante questo, il maestro è comunque riuscito a sconfiggere con successo la bestia."
Qui non so se ridere o se mordermi le mani dalla rabbia. "Con coraggio" ??? Non commento nemmeno.
"Su ordine del maestro Wen chiedo alla Signora Yu di punire questo ragazzo, così che sia da monito per tutti quelli del Clan Jiang. Wei Wuxian dovrebbe essere un servo qua dentro, giusto? In assenza del Capo Clan, confido che sarà la Signora Yu il giudice della punizione. Se qualcuno del Clan lo proteggesse, potrei pensare che tutte quelle voci... siano vere." (Voci riguardanti Jiang FengMian e la madre di Wuxian).
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Come Wuxian, penso che ognuno di noi sia assalito dalla voglia di insultare male e prendere a schiaffi questa donna, che dall'alto del trono osserva con aria compiaciuta la punizione da lei richiesta. Jiang Cheng prova a difendere il fratello, ma Wuxian gli dice di starne fuori e le due ninja lo trattengono. La Signora Yu assesta al ragazzo qualche buona frustata con Zidian, mentre Jiang Cheng è costretto a guardare e la signorina che SE LA RIDE. Non contenta, pretende una punizione più severa, affermando che qualche frustata può anche fare male, ma presto il ragazzo se ne dimenticherà e tornerà a combinare guai, quindi deve subire una punizione indimenticabile, per fargli ricordare la lezione.
Va bene, avrai anche vinto il primo round, ma la partita non è ancora finita. Guardando la Signora Yu, sembra che le stia per uscire il fumo dal cervello. "Dovrei tagliargli le gambe così non potrà più correre?"
"Il maestro Wen è misericordioso e non potrebbe mai chiedervi una tale crudeltà. La mano destra sarà sufficiente."
PERCHÉ NESSUNO L'HA ANCORA UCCISA???
Ricordo che fumavo dalle orecchie quando lo vidi la prima volta. Ero tipo: "NON VI AZZARDATE A TOCCARLO!!!" Era già abbastanza difficile vederlo a terra col sangue alla bocca, non avrei potuto sopportare che gli venisse tagliata la mano destra e diventare il nuovo Jaime Lannister. Jiang Cheng si inginocchia davanti a lui e implora la madre di non farlo. Wuxian dal canto suo pensa che, va bene, vogliono tagliargli la mano destra? Vorrà dire che d'ora in avanti si allenerà con la mano sinistra. Tranquilli, ragazzi. Tranquilli.
ORA SI COMINCIA A GIOCARE.
La Signora Yu fa chiudere le porte così che nessun altro veda quello che sta per succedere. La signorina la applaude, credendo che stia davvero per tagliare la mano al ragazzo (ti piacerebbe!!). "Signora Yu, comincio ad ammirarti. Vedo che obbedisci per bene. Credo che andremo molto d'accordo con L'Ufficio di Supervisione."
Ok. Questo è troppo. Vieni in casa mia, catturi uno dei miei ragazzi perché ha fatto un aquilone giallo, ti comporti da padrona, mi costringi a punire a sangue Wuxian, vuoi che gli tagli una mano e ora intendi trasformare la mia proprietà nel tuo nuovo ufficio di sta minchia? Tu non hai capito chi sono io. Fumante di rabbia, la Signora Yu prima mette fuori gioco le guardie con una sferzata di Zidian, poi comincia a schiaffeggiare la signorina, mandandola a tappeto, mentre i due fratelli guardano increduli e sconvolti la scena.
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"Vuoi sapere chi è superiore e chi inferiore? Io sono superiore, tu sei inferiore." La Signora Yu le schiaccia con il piede la testa contro il pavimento, mentre insulta lei e la sua famiglia chiamandoli rifiuti umani. Chi non gode profondamente guardando questa scena, alzi la mano.
Dietro ordine della loro padrona, le due ninja uccidono tutte le guardie presenti, e stanno per avventarsi anche sulla smorfiosa a terra, ma questa chiama a gran voce l'aiuto di Mano Fondi Nucleo, che in un balzo fulmineo irrompe nella stanza salvando la ragazza. Mannaggia a lui. Questo tipo, che è tipo un cane ubbidiente che fa tutto ciò che gli viene ordinato, e la Signora Yu cominciano a combattere, e nella confusione generale la smorfiosa riesce a lanciare il segnale d'allarme, chiedendo rinforzi. E qui capisco che sta per finire molto male per il Pontile del Loto. Lo stesso capisce la Signora Yu, che afferra i due ragazzi e li porta sul molo, mettendoli su una barca.
E qui cominciano le lacrime. La donna consegna Zidian al figlio così che lo protegga, poi lo abbraccia stringendoselo al petto, con le lacrime agli occhi. Sa che questa è l'ultima volta che vede suo figlio, l'ultima occasione che ha di abbracciarlo, sa che sta rimanendo indietro per andare incontro alla morte. Jiang Cheng è sconvolto, implora la madre di andare con loro, ma la donna si ritrae e si rivolge a Wuxian, lo scuote per le spalle dicendogli che è tutta colpa sua, poi gli fa promettere di proteggere Jiang Cheng anche a costo della sua vita. Quindi, lascia andare la barca, mentre il figlio continua a chiamarla e lei rimane sul molo con aria ferita (nel senso piena di dolore), ma fiera e dignitosa.
Lungo il fiume, i due ragazzi si imbattono nel padre e nella sorella, che proprio in quel momento stanno tornando verso casa. Li mettono al corrente di ciò che è successo, e implorano il padre di tornare indietro tutti insieme per aiutare la madre, ma il padre lega i tre ragazzi con Zidian con l'intenzione di metterli in salvo e tornare indietro da solo. Li saluta uno a uno, accarezzandoli sulla guancia e con una pacca sulla spalla raccomanda a Wuxian di proteggere i suoi fratelli. I tre ragazzi piangono, gridano, disperati, sconvolti, angosciati, ma a nulla serve: il padre torna sulla sua barca e si dirige verso casa.
Questi due strazianti addii mi commuovono ogni volta.
Ok, ho bisogno di un attimo di respiro. Prima di proseguire devo fare alcune considerazioni:
1) Quello che sta succedendo al Pontile del Loto NON è assolutamente colpa di Wuxian. Gli Wen avevano già cominciato a massacrare i vari Clan, era solo questione di tempo prima che arrivassero anche ai Jiang. Quella della smorfiosa è stata solo una scusa. E se anche per qualche motivo non fossero riusciti ad arrivare al Pontile del Loto, non è comunque giusto attribuire a Wuxian la colpa di tutto ciò. Gli unici colpevoli sono gli Wen, bramosi di potere, crudeli, desiderosi di vedere tutti ai propri piedi.
2) La Signora Yu ha salvato anche Wuxian. Infame quanto voglio, ma non è un'assassina, non è una Cersei Lannister. Tuttavia...
3) Quello che la donna dice al ragazzo è ingiusto e crudele. Primo, non è colpa sua. Secondo, non è bello costringerlo a proteggere il fratello anche con la sua vita perché lei adesso lo sta salvando e la sua famiglia lo ha accolto in casa. Non può usare la riconoscenza per obbligarlo a tenere in salvo suo figlio. È come se dicesse: "Io adesso ti sto salvando, ti abbiamo accolto e ti abbiamo cresciuto dandoti una casa, quindi tu adesso per ripagarmi devi proteggere mio figlio. Non mi importa molto di te, non importa se devi sacrificare la tua vita, basta che Jiang Cheng sia salvo." È un discorso assolutamente sbagliato.
4) Salutando i ragazzi, anche il padre mette sulle spalle di Wuxian un peso che NON È GIUSTO che lui porti. Perché deve assumersi la pesante responsabilità di proteggere i suoi fratelli? So che lui è il più bravo tra loro, ma non era meglio dire "Ora dovete essere forti, proteggettevi a vicenda" o qualcosa del genere?
5) La richiesta dei due genitori fa sembrare Jiang Cheng un incompetente che ha per forza bisogno di Wuxian per andare avanti. Grazie eh.
6) La sorella è letteralmente un peso morto.
7) Gli atteggiamenti dei due genitori, in tutti questi anni, e in questo frangente, è stato molto sbagliato da vari punti di vista, ed entrambi hanno creato dei traumi nei due fratelli che si porteranno dietro negli anni a venire. Grazie pt.2
8) La Signora Yu dice a Wuxian di odiarlo profondamente. Potrei sbagliarmi, ma non credo che lo odi come persona in sé: Wuxian rappresenta tutto quello che lei avrebbe voluto avere, ma che per vari motivi non ha mai avuto, ed è QUESTO che lei odia. Se Wuxian fosse il ragazzo di un'altra famiglia, non credo lo odierebbe. Wuxian per lei rappresenta la negazione di quella famiglia felice che avrebbe voluto avere, Wuxian le ricorda quella donna che il marito ha amato e di cui lei non è mai riuscita a prendere il posto, Wuxian è l'ombra che è calata su Jiang Cheng nel momento in cui ha messo piede in quella casa. Wuxian ha ricevuto tanto amore in quella casa, e per questo è molto fortunato, ma allo stesso tempo il suo arrivo ha scatenato una serie di dinamiche tristi e sbagliate che hanno rovinato gli equilibri. È una situazione pesante, complessa, triste e tragica. In tutto ciò Wuxian era solo un bambino innocente che aveva bisogno di una casa e di una famiglia. La Signora Yu non è riuscita ad amarlo in modo giusto perché semplicemente è stato più forte di lei. Ha sempre amato il marito, ma il marito non ha mai amato lei (non nello stesso modo), lo ha visto preferire un altro ragazzo al loro figlio, si è sempre sentita umiliata dai pettegolezzi e si è sempre sentita al secondo posto rispetto all'altra donna. Tutto ciò l'ha resa piena di rabbia, una rabbia che ha riversato su Wuxian in modo sbagliato. Wuxian dal canto suo non odia la donna, anche se non credo che la consideri miss simpatia. È un grosso peso quello che lei gli scarica addosso, ma credo che Wuxian comprenda il dolore che quella madre sta provando nel doversi separare dal figlio, e capisce la richiesta disperata di una madre che vuole che suo figlio sia sempre al sicuro, quindi prende a cuore quella promessa.
Bene. Credo di poter andare avanti. E vado avanti dicendo subito che nel prossimo episodio ho avuto (e ho tutt'ora) qualche difficoltà nel capire Wuxian, e per me è strano. Ma andiamo con ordine.
Mentre i ragazzi sono al sicuro lungo il fiume, la Signora Yu si ritrova a fronteggiare insieme ai discepoli rimasti al Pontile del Loto i soldati Wen arrivati a frotte. È una battaglia sanguinosa, anzi, più che battaglia è un vero e proprio massacro. Ma la Signora Yu intende fare il culo fino alla fine. Intanto, di lato, la smorfiosa sbraita come una gallina di uccidere la donna senza pietà.
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La Signora Yu sfoggia ottime abilità di combattimento, e mentre è circondata su ogni lato da guardie Wen, ecco che le porte si spalancano per far entrare il marito venuto ad aiutarla. La donna rimane chiaramente sorpresa nel vederlo, come se non si aspettasse che venisse in suo aiuto. L'uomo si precipita da lei, ma viene subito colpito, e qui abbiamo una scena straziante in cui la Signora Yu lo guarda cadere a terra, sconvolta, e a quel punto, capendo di aver perso la cosa che davvero contava per lei, prima si lascia andare a una risata dolorosa ed esasperata, poi tira fuori un pugnale e si colpisce a morte. A terra, si trascina verso il marito allungando la mano verso di lui, finché non riesce a prendere la sua. Un gesto che l'uomo ricambia. In punto di morte, vorrebbe dirle qualcosa, ma l'ultimo respiro lo coglie prima che riesca a parlare. I due muoiono mano nella mano, circondati dalle guardie Wen, con un massacro tutt'intorno.
Non credo che FangMian amasse la Signora Yu, non quell'amore romantico e passionale, ma sono sicura che in fondo tenesse a lei, che provasse stima e rispetto per lei.
Nel frattempo, anche se i genitori gli hanno detto di scappare e mettersi in salvo, appena riescono a liberarsi di Zidian i tre fratelli fanno dietro front per tornare al Pontile del Loto. I due ragazzi lasciano la sorella al sicuro nel bosco, e si dirigono di corsa verso casa. Nello shock generale, Wuxian riesce comunque a mantenere una certa lucidità, ora ha un grosso peso sulle spalle, deve proteggere il fratello, e lo fa anche attraverso piccoli accorgimenti: come quando suggerisce di usare l'entrata sul retro invece che quella principale, quando nasconde se stesso e Jiang Cheng prima che Mano Fondi Nucleo li possa vedere, o quando dice al fratello, che vuole vendicarsi e prendersi i corpi dei suoi genitori, che ci sarà tempo per la vendetta, irrompere ora sarebbe un suicidio.
I due si arrampicano sulle mura e quello che si palesa davanti ai loro occhi è uno spettacolo sconvolgente, terribile, tremendo, scioccante. Con le facce sconvolte, le lacrime agli occhi e la rabbia in corpo, assistono alla distesa di discepoli massacrati... e poi ai corpi dei genitori. Senza essere visti, riescono a scappare via, e cominciano a correre, correre, correre. Una lunga corsa disperata per il bosco. Quando finalmente si fermano, Jiang Cheng vuole tornare indietro, e Wuxian deve rincorrerlo più volte per dissuaderlo. Se tornasse indietro, verrebbe certamente ucciso. Jiang Cheng ne ha abbastanza di lui, si arrabbia, lo prende per il collo come se volesse soffocarlo, lo spinge per terra, gli urla addosso. Si sfoga, gli scarica addosso la colpa, gli dice "Hai voluto fare l'eroe, bene, sei contento adesso? Perché hai dovuto immischiarti? Che importava se Lan Zhan e Jin Zixuan fossero morti?" Poi lascia la presa su Wuxian e si lascia cadere nell'erba, disperato, chiamando i suoi genitori.
In questo momento, capisco perfettamente il dolore, lo shock e la rabbia cieca di Jiang Cheng, e il bisogno angosciante che ha nel dover dare la colpa a qualcuno. Prima la Signora Yu, e adesso lui, devono puntare il dito contro qualcuno per quello che sta succedendo, e la persona più facile da incolpare è Wuxian. La loro è una rabbia irrazionale, perché, lo ripeto, non è colpa di Wuxian. Gli UNICI COLPEVOLI qui sono gli Wen, e basta. Scaricare la colpa su Wuxian è la soluzione più facile, perché ce l'hanno davanti, e perché sanno che con lui possono farlo perché Wuxian non risponde, lui ingoia tutto, mentre affrontare gli Wen sarebbe più difficile.
Qui Jiang Cheng manca anche di empatia. Ha appena perso la sua famiglia ed è arrabbiato (comprensibile), ma quella non era solo la sua famiglia, era anche la famiglia di Wuxian. Come può pensare che sia contento? È ovvio che anche Wuxian sta soffrendo, perché è la seconda volta che perde una famiglia. Purtroppo Jiang Cheng ha il grave difetto di vedere solo il proprio dolore, si lascia accecare dalla rabbia, e questo lo porta a essere irrazionale e a dire cose cattive.
E mentre capisco perfettamente la reazione di Jiang Cheng, qui comincio ad avere problemi nel capire Wuxian. È da quando hanno lasciato il molo che non so cosa sta provando. Voglio dire, so che sta soffrendo, ma non so esattamente cosa prova e cosa sta pensando. Mentre ho il punto di vista di Jiang Cheng quando si sfoga, non ho invece il punto di vista di Wuxian rispetto a quello che sta succedendo. Quando i due ragazzi sono nell'erba, Wuxian si limita a piangere in silenzio (e non è nemmeno un pianto disperato, è un pianto trattenuto), ma non dice una parola, quindi non riesco a cogliere il suo POV.
Non so come, Wuxian si addormenta nell'erba, e quando la mattina dopo si sveglia sia lui che il fratello sembrano esausti, come senza energie. La rabbia ha ceduto il posto a una sorta di depressione in Jiang Cheng, seduto con lo sguardo perso e fisso, immobile. Tocca a Wuxian farsi forza, e dare forza al fratello. Gli prende la mano e tenta di farlo alzare, e ci riesce solo quando gli ricorda che devono raggiungere la loro sorella, che li sta ancora aspettando da sola nel bosco. A quel punto Jiang Cheng si alza, ma è spento, privo di vita, privo di forza. E c'è un'inquadratura che non sono sicura di capire: Jiang Cheng non guarda nemmeno per un secondo il fratello, Wuxian lo guarda (come se si aspetti che gli dica qualcosa?), solo per un attimo, poi abbassa lo sguardo. Jiang Cheng non dice una parola, non lo guarda, e passa oltre.
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Jiang Cheng lo supera senza nemmeno guardarlo in faccia. Di nuovo, lo capisco: è chiuso in se stesso, scioccato, arrabbiato, deve metabolizzare quello che è successo. Capisco la reazione del chiudersi stile riccio depresso, e non è solo arrabbiato con Wuxian, ma penso che abbia anche bisogno di tempo per se stesso, per accettare la cosa a modo suo. Questo è il suo modo di reagire di fronte al lutto.
Ma Wuxian? Cosa gli passa per la testa? So che non è solito sfogarsi come Jiang Cheng e non si lascia nemmeno andare a pianti disperati, e in questo preciso momento, nonostante il dolore, lo shock e i sensi di colpa che gli hanno scaricato addosso, non può permettersi di abbandonarsi al dolore, deve essere forte e prendersi cura dei suoi fratelli. Quando Jiang Cheng si alza e passa oltre, si aspettava che gli dicesse qualcosa? Non credo si aspettasse delle scuse, perché credo abbia compreso la rabbia del fratello e forse pensa che abbia anche ragione, ma forse si aspettava/desiderava/gli avrebbe fatto bene, una parola da parte sua. Magari anche solo una pacca sulla spalla o un gesto con la testa o una semplice occhiata, qualcosa che gli facesse capire "per ora sono sconvolto e arrabbiato, e ho bisogno di tempo per accettare la cosa, ma forza, andiamo insieme da nostra sorella". Invece non riesce nemmeno a guardarlo per un attimo e non pronuncia una sola parola, e Wuxian abbassa lo sguardo (ferito?), ma ancora non so che cosa prova di preciso.
Questo evento rappresenta la prima grande spaccatura tra i due fratelli. Sono sicura che Jiang Cheng non odia Wuxian, e Wuxian non porta rancore per le parole del fratello, ma in questo momento c'è un evidente problema di comunicazione tra i due.
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Raggiungono la sorella, che li ha aspettati per tutta la notte. Come vede i loro visi distrutti e devastati, capisce subito che è successo qualcosa. Quando Wuxian si trova di fronte a lei per darle la notizia, all'inizio la guarda per un momento, trattenendo a stento le lacrime, poi non riesce a sostenere il contatto visivo, distoglie lo sguardo e si volta di lato, come se si vergognasse della notizia che le sta portando (non so se vergogna è la parola giusta).
E siccome abbiamo dato il via alle scene tragiche, ne abbiamo un'altra in cui i tre fratelli piangono sotto la pioggia. La sorella è scioccata (continua a ripetere "non ci credo, non ci credo" mentre piange), incredula e disperata, vederla piangere fa tornare le lacrime anche a Jiang Cheng, e anche Wuxian piange, ma ancora non riesco a capire esattamente cosa sta provando. Mentre il fratello e la sorella stanno GIÀ avendo una reazione al trauma, uno con una rabbia dolorosa e poi depressione, e l'altra con un disperato dolore, Wuxian sembra che non abbia modo di reagire e metabolizzare quello che sta succedendo, forse perché stanno succedendo troppe cose nella sua testa e non riesce a esprimerle. E il fatto di dover essere quello forte del gruppo che deve badare agli altri, lo "costringe" a non potersi abbandonare al dolore come gli altri due.
In qualche modo tornano sulla barca e Wuxian comincia a remare, mentre i fratelli siedono e piangono, con Jiang Cheng che accarezza Zidian della madre. Nella loro situazione, trovano riparo in una locanda, dove la sorella si mette a letto con la febbre alta. Ha bisogno di medicine, Wuxian quindi esce a comprarle, e prima di uscire raccomanda a Jiang Cheng di rimanere con la sorella e prendersi cura di lei mentre lui è fuori. Si inginocchia di fianco a lui, gli mette una mano sulla spalla, come per dargli coraggio, ma Jiang Cheng continua a tenere quello sguardo dolorosamente fisso, chiuso in se stesso. Wuxian si alza, fa qualche passo, e prima di varcare la porta si volta un'ultima volta a guardare il fratello. Ha le lacrime agli occhi, di certo gli fa male vederlo in quello stato, ma non sa come aiutarlo.
Quando ritorna alla locanda, scopre che Jiang Cheng per qualche motivo se ne è andato. Prova a chiedere alla sorella, ma lei non si è nemmeno accorta che fosse uscito, subito si agita, fa per andarlo a cercare, ma Wuxian la trattiene e le assicura che andrà lui a cercarlo e che lo riporterà indietro sano e salvo. Dovendosi separare da lei e lasciarla sola, disperato, le chiede di stare attenta e di andare dalla nonna, in attesa che lui riporti indietro Jiang Cheng. YanLi gli promette che starà bene, ma quando chiede a Wuxian di trovare Jiang Cheng così potranno andare tutti e tre insieme dalla nonna, Wuxian distoglie lo sguardo da lei, di nuovo non ha il coraggio di guardarla, e poi scappa via senza risponderle.
Ripensandoci, mi sono ricordata di quando @dilebe06 mi disse che in questo frangente Wuxian non si sente degno di provare il dolore per la perdita dei genitori. Il fatto che non riesca a guardare in faccia la sorella è un segno che si vergogna, che si sente in colpa per quello che è successo. Quando la sorella parla di stare tutti e tre insieme, lui scappa via, come se non si sentisse più degno di stare in quella famiglia perché ha rovinato tutto. Quindi ha tutta l'intenzione di ritrovare il fratello e riportarlo alla sorella sano e salvo, ma non può promettere la stessa cosa di se stesso.
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Immaginando che Jiang Cheng sia tornato al Pontile del Loto per cercare vendetta in un momento di folle disperazione, Wuxian corre a casa e si intrufola all'interno. Qui la prima persona in cui si imbatte è Wen Ning, che in un primo istante attacca credendo che sia immischiato nel massacro del Clan Jiang. Wen Ning gli assicura che non c'entra nulla, che è giunto sul posto appena ha sentito la notizia. Wuxian gli crede, sembra affidabile, lo lascia andare. Ma ha i nervi scossi, trema per l'agitazione, non ha idea di come agire. Wen Ning gli rivela che Jiang Cheng è stato catturato e ora si trova lì prigioniero, Wuxian considera l'idea di prendere Wen Ning e usarlo come ostaggio, ma il ragazzo gli offre il suo aiuto, gli dice che farà del suo meglio per liberare Jiang Cheng, e cercherà anche di portare fuori i corpi dei genitori, così che possano essere seppelliti in modo degno. Wuxian non ha un piano migliore, l'unica cosa che gli resta da fare è affidarsi a lui, nella speranza che sia davvero dalla sua parte e che riuscirà a liberare suo fratello.
Nel mentre gli Wen stanno banchettando per festeggiare la vittoria riportata quel giorno. D'ora in avanti il Pontile del Loto sarà una proprietà del Clan Wen, e gli verrà dato un nuovo nome. La smorfiosa piagnucola tra le braccia di Wen Chao, fingendo di aver avuto tanto paura di non rivederlo più, poi guarda con disprezzo il corpo della Signora Yu, accasciata accanto al marito in una scia di sangue. I due corpi vengono poi appesi sul portone principale, mentre gli Wen si danno ai festeggiamenti in puro stile Nozze Rosse cinesi.
Wen Ning è davvero dalla parte di Wuxian, e finge di controllare che sia tutto in ordine riuscendo a eludere le guardie, che si prendono gioco di lui quando il ragazzo si allontana. Wen Ning non solo è coraggioso come un eroe, ma si rivela anche furbo, usando la sua aria tanto dolce e innocente per giocare al doppiogioco.
Nella barca, Wuxian attende il ritorno di Wen Ning. È agitato, irrequieto, con i nervi a pezzi, come se fosse sull'orlo di un cedimento nervoso o di un attacco di panico. Mille pensieri gli affollano la mente. Pensa a sua sorella, che ha lasciato sola, pensa a Jiang Cheng, si chiede se sia davvero lì, si chiede se Wen Ning gli abbia detto la verità e lo sta davvero aiutando. Le vite dei suoi fratelli pesano sulle sue spalle, non potrebbe mai perdonarselo se dovesse accadere loro qualcosa.
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magicnightfall · 6 years
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IL POTERE DEL TRIO COINCIDE COL MIO
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ma non certo con il reboot di Streghe.
In effetti, con il reboot di Streghe mi coincide, prima e soprattutto, una certa acidità di stomaco.
Quando è stato dato l’annuncio che l’avrebbero prodotto e trasmesso, da grande fan della serie originale ho accolto la notizia con lo stesso aplomb con cui Merida apprende che avrebbe dovuto sposarsi: ho sbroccato, sono scappata nella foresta e ho trasformato mia madre in un grizzly.
Suppergiù.
La vita, però, è troppo breve per guardare poche serie tv. Finché un concilio vaticano non chiarisce definitivamente la disputa dogmatica se Netflix esista o no anche nell’aldilà, ritengo sia meglio fare scorta adesso di quanti più telefilm possibili: così, ho pensato, seppur scettica ne avrei comunque visto il pilota. Se poi mi fossi ricreduta ne avrei guadagnato una serie in più da aggiungere al curriculum, e poco non è.
Come Miranda Pristley, insomma, mi sono detta provaci, corri il rischio, assumi la ragazza sveglia e grassa guarda almeno un episodio.
Come penso si sarà capito, non mi aspettavo niente.
E infatti niente mi hanno dato. Acidità di stomaco a parte, that is.
L’episodio pilota è stato terribile. Spiritualmente, ecumenicamente, grammaticalmente. La prova stessa dell’esistenza del Maligno. Se tutta la serie si attesta su questi livelli, che Dio ci aiuti.
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[Piper e Leo vengono a sapere del reboot]
Badate bene: non è la nostalgia per il telefilm originale a parlare, non è un voler essere necessariamente ostile (per quanto comunque ritenga che rimpiazzare la Halliwell sia blasfemo), non è un rifiuto a priori dell’idea del reboot (per dire, quello di Sabrina, vita da strega - altra pietra miliare della mia infanzia/adolescenza - mi incuriosisce parecchio).
È che, semplicemente, ‘sto reboot in particolare fa schifo.
Tralasciando la recitazione del nuovo trio (chissà quanti “cagna maledetta” di renéferrettiana memoria saranno risuonati durante le riprese) o il fatto che le attrici sembrino totalmente ed inguaribilmente anonime, il problema risiede innanzitutto nei personaggi in sé e per sé.
Le nuove sorelle sono insipide, prive di qualsivoglia spessore e di peso drammaturgico. Dovrebbero essere le protagoniste, sembrano invece delle macchiette di contorno. Ho visto batteri di escherichia coli con più carisma di loro.
Il confronto è impietoso, ma dato che è stato il reboot stesso a volersi mettere in competizione con l’originale (dirò meglio sotto), va fatto:
io mi ricordo bene che sensazione hanno lasciato le sorelle Halliwell alla loro prima apparizione. Le loro personalità erano state delineate bene fin da subito. C’era la maggiore, Prue, che era quella più matura e responsabile, quasi rigida. C’era la sorella di mezzo, Piper, che cercava di mantenere in equilibrio i legami familiari. C’era infine la sorella minore, Phoebe, che era l’esatto opposto di Prue, immatura e scanzonata.
Poi, con la morte di Prue e l’introduzione di una nuova sorella(stra) minore, Paige, alle due sopravvissute è toccato assumere un ruolo diverso. Così, Piper è diventata la maggiore, con le responsabilità annesse, Phoebe quella di mezzo, e anche lei in qualche modo si è trovata a fare da mentore. Il tutto, comunque, si appoggiava su fondazioni gettate fin dal primo episodio della prima stagione.
Al contrario, Melanie e Maggie Vera e Macy Vaughn non sembrano tre entità adeguatamente distinte. Già il fatto che anagraficamente ci siano pochi anni di differenza non le aiuta: mi pare di capire che siano tutte e tre al college, cosa che inevitabilmente appiattisce ed uniforma lo sviluppo dei personaggi. Le quattro originali, invece, erano rispettivamente impiegata in una casa d’aste, uno chef, una studentessa poi giornalista, un’assistente sociale. Contribuivano alla storia fornendo un background variegato, perché variegate erano le vicende che emergevano singolarmente.
Per quanto riguarda la personalità, Melanie e Maggie caratterialmente sembrano molto simili. Entrambe testarde e ferme nelle loro convinzioni, giusto una più pusillanime rispetto all’altra. Macy, al contrario, è ancora indefinita. La stanghetta della sua caratterizzazione è, e non esagero, allo stato dell’arte ferma decisamente sullo zero.
Mi domando allora come possano Grazia, Graziella e Graziaarcazzo pretendere di rappresentare per le nuove generazioni quello che Prue, Piper, Phoebe e Paige sono state per noialtri vecchi. Ma con che coraggio hanno osato anche solo pensarlo? Specie con la concorrenza che si trovano ad affrontare.
E se queste sono le premesse, con le redini poste in mano a questi tre helicobacter pylori, si potrà mai eguagliare l’epicità della storia tra Piper e Leo, o il tormento di quella tra Phoebe e Cole, o il dolore di quando, tra la terza e la quarta stagione, il Trio diviene un Duo? 
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[Paige, giustamente, di fronte a questo scempio suggerisce di ricorrere alla violenza]
L’unico personaggio che è riuscito a destare in me un vago interesse è stato l’Angelo Bianco Harry. Vuoi perché Rupert Evans è un attore migliore di tutte le altre tre messe assieme (a me piace dai tempi di Agora, e ancora mi chiedo come - da The Man In The High Castle - possa essersi trovato qua in mezzo), vuoi perché l’episodio si è chiuso con una nota ambigua nei suoi confronti, per quanto mi riguarda è l’unica cosa che si è salvata.
Altro problema del pilota è stato che, nel giro di appena quaranta minuti, succede TUTTO senza però che venga approfondito NIENTE.
Muore la matriarca in circostanze misteriose;
Una sorella di padre diverso si presenta alla porta dal nulla e nel giro di due decimi di secondo le tre diventano una famiglia (quanto ci ha impiegato Piper ad accettare Paige? Eh? Ma quanto ci impiegherebbe qualsiasi persona ad accettare l’arrivo di una sorellastra di cui ignorava l’esistenza? Sospensione dell’incredulità un cazzo: questa è solo pigrizia in fase di sceneggiatura, perché c’era materiale per una solida trama orizzontale);
Scoprono di avere i poteri
Melanie viene mollata (fuori campo!) dalla ragazza, e ritorna insieme a detta ragazza otto secondi più tardi (trama orizzontale? Cos’è, si mangia?)
Arriva l’Angelo Bianco;
Si illustra il compito delle prescelte;
Dopo una titubanza solo proforma, decidono di abbracciare il loro destino;
Viene sconfitto un demone buttato lì totalmente a caso (col bicarbonato. Sic e sigh);
Viene sconfitto un altro demone (con un incantesimo in latino. Sigh di nuovo. Ma quando mai le Halliwell hanno usato incantesimi in latino? E soprattuto, americani, perché vi ostinate, che tanto non lo sapete pronunciare?);
Viene accennato il fatto che la fine del mondo è prossima (o qualcosa del genere, onestamente non stavo più manco a sentire);
Viene instillato il dubbio che Harry possa essere cattivo.
Mancava giusto la dichiarazione di guerra alla Francia e avevamo fatto l’en plein.
Ora, dicevo che questo aborto reboot, ancora prima della messa in onda, si è incautamente posto in competizione con la serie originale, così inimicandosi buona fetta dei fan fedelissimi, cioè un vasto bacino di pubblico potenziale.
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[La reazione dei fan]
È stato infatti il network stesso a promuoverlo, e cito, come “un reboot intenso, divertente e femminista della serie originale”.
Fermi tutti. Fatemi capire.
Si vuol forse insinuare che la serie originale non fosse intensa, divertente e femminista?
Mi state davvero dicendo che un telefilm che vedeva per la prima volta tre protagoniste donne, le quali combattevano il male e intanto si realizzavano anche professionalmente, non fosse femminista? Ohibò, devo essermi persa il memo.
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[I conti non tornano nemmeno a Piper]
A ben vedere, il problema di questo reboot è proprio il suo (auto)decantato ed arrogante approccio al femminismo. Secondo me, infatti, lo affronta in maniera completamente sbagliata perché, tanto per cominciare, canna del tutto una regola fondamentale della scrittura creativa: mostrare, non raccontare (show, don’t tell).
Per prima cosa, è stato il reparto marketing del canale a dire che si tratti di uno show femminista. Se permettete, è compito dello spettatore giudicarlo. Aspetta che qualcosa gli venga mostrato (ma in questo caso fa prima ad arrivare Godot) e su quelle basi decide se corrisponda o no ad un tema, ad un’idea, ad un concetto astratto. Di certo non può (e nemmeno dovrebbe) basarsi solo sulla parola di qualcuno il cui unico compito è quello di vendere un prodotto.
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[Anche le sorelle Halliwell giudicano. Oh, se giudicano]
In secondo luogo, anziché farci vedere le protagoniste alle prese personalmente con il sessismo, tipo Peggy Carter (cosa che avrebbe permesso di creare un legame tra personaggi e pubblico, il quale avrebbe provato empatia - altra regola fondamentale della scrittura creativa), il reboot sembra voglia prendere la strada più facile: ce lo racconta (e pure male). Così abbiamo semplicemente Melanie che se ne va in giro per il college ad affiggere manifesti, a battibeccare con un altro studente, e a buttare lì una frase sul consenso (sacrosanta, per carità) durante la festa di una confraternita. Capirai che roba. Avanguardia pura.
Nell’episodio 7x02 di Streghe è sorto il problema dell’allattamento al seno in pubblico. Perché è stato affrontato in maniera più efficace di quanto abbia fatto il reboot sui temi che questo si è proposto? Perché la questione ha riguardato direttamente e personalmente Piper. Non una tizia a caso, ma un personaggio principale che gli spettatori conoscevano e amavano. Il trattamento discriminatorio da lei subito (un cameriere si è rifiutato di servirla) viene percepito dal pubblico come un’ingiustizia perpetrata nei confronti del pubblico stesso. Lo spettatore si sente coinvolto nella vicenda, come se fosse capitata a lui (meglio dire lei, in questo caso) personalmente.
Reboot, abbi coraggio e fammi vedere Melanie discriminata perché donna, fammi vedere che guadagna meno, a parità di lavoro, di un collega uomo, fammi sentire la sua sofferenza come se fosse la mia sofferenza, e allora ne possiamo parlare.
Non basta avere un personaggio che appiccica un volantino per far apprezzare la (supposta) componente femminista dello show (o per dimostrare che quello show sia femminista sul serio). È anche necessario che quel personaggio faccia concretamente qualcosa. Il problema è che questa Melanie sembra, di primo acchito, il classico social justice warrior: una di quelle persone che, di fronte ad una barriera architettonica, anziché rimboccarsi le maniche e costruire una rampa per disabili, si mette ad insultare chi possiede due gambe funzionanti.
Il pilota affronta (oddio, “affronta”: cita vagamente, toh) il tema delle molestie alle studentesse da parte di un professore universitario e i movimenti Time’s Up e #MeToo (di cui, tra l’altro, Alyssa Milano e Rose McGowan, cioè Phoebe e Paige, hanno avuto un ruolo centrale).
Temo, però, che questa scelta narrativa si stata fatta al solo scopo di poter dire “Ehi, guardateci, guardate quanto siamo attuali! Guardate quanto stiamo sul pezzo!”, perché credo che manchino proprio le capacità di base per sviscerare l’argomento in maniera seria e approfondita (o anche solo - almeno -artisticamente interessante).
Dicevo che Charmed 2.0. non solo non mostra, ma racconta anche male.
Di recente Timeless (serie gioiello prematuramente cancellata), nell’episodio 2x07, ha fatto un salto nella New York del 1919 e ci ha fatto vedere le proteste delle donne che reclamavano il diritto di voto.
Ad Alice Paul prima (fu alla guida del movimento suffragista) e Grace Humiston poi (avvocato e investigatrice) gli autori hanno messo in bocca queste parole:
“Signor Presidente! Signor Presidente! Mi rivolgo a coloro tra voi che credono che le donne non riusciranno, non potranno e non dovrebbero farcela. Non riuscirete a farci tacere e non vi permetteremo di ignorarci! È scritto "Noi, il Popolo", e non "Noi, i cittadini maschi e bianchi". Parla di tutto il Popolo, quello che ha costruito questa Nazione! È arrivato il momento di concedere il diritto di voto alle donne!”
“Quando restiamo in silenzio, siamo da biasimare tanto quanto quelli contro cui lottiamo. E lottare è ciò che dobbiamo fare! Per quanto tempo gli uomini possono aspettarsi che le loro sorelle, le loro madri, le loro mogli, le loro figlie debbano esigere... debbano accettare meno... di quanto la giustizia richiede? Il suffragio femminile è inevitabile. È arrivato il momento di permettere alle donne, a tutte le donne, di avere la voce che tutte noi ci meritiamo così grandemente!”
A Melanie, invece, gli sceneggiatori di Charmed hanno fatto soltanto starnazzare “Crediamo alle donne”.
Allora mi chiedo
ma de che cacchio stamo a parlà? Ma cosa mi dovrebbe rimanere? Ma vi fa così schifo metterci un minimo di impegno? Ho capito che mirate ad un target (più) giovane dell’originale, ma credo che perfino un quattrenne di un asilo di Sondrio potrebbe giudicare quella scrittura eccessivamente sciapa e annacquata. 
Il reboot, insomma, pare non voler fare altro che planare dall’alto con una superficialità imbarazzante (ma millantando il contrario) su un argomento cardine di questi anni che avrebbe tanto da dire e ancora di più da insegnare.
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[Ciaone: le uniche vere prescelte si lasciano alle spalle questo abominio]
Ora, giunta in dirittura d’arrivo, una cosa mi preme chiarire: il mio non è un giudizio affrettato. A chi potrebbe obiettare che “Eh, ma hai visto un solo episodio, dagli tempo, vedi se migliora” contro-obietto che il compito del pilota è quello di vendere allo spettatore un prodotto nuovo. Deve dargli una panoramica di quello che vuole trattare la serie, e convincerlo a sintonizzarsi la settimana successiva per il secondo. Deve saper essere così irresistibile da costringere lo spettatore a rinunciare a guardare un’altra serie che va in onda su un altro canale, e guardare qualcos’altro.
L’unica cosa che questo pilota mi ha convinto ad acquistare, è stato il Maalox.
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immersanelcaos · 5 years
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Capita spesso nella vita di riscontrare difficoltà, periodi negativi, delusioni, e così via. Poi arriva quell'attimo di felicità(raro quanto trovare un ago in un pagliaio pieno di api che ti ronzano attorno), che ci fa magicamente dimenticare tutta quella sofferenza che fino a pochi minuti prima ci distruggeva. Poi, come un fulmine, questo attimo felice finisce, praticamente dura meno di un episodio di The Big Bang Theory, e improvvisamente, non solo tornano all'impazzata a piombare nella tua vita tutti i problemi che avevi accantonato precedentemente, ma se ne formano di nuovi, nuove sofferenze, nuove emozioni da controllare. Però, fateci caso, ci dimentichiamo dell'attimo felice, di quanto ci abbia fatto stare bene, tornano solo i ricordi negativi, non quelli felici, quelli belli li seppelliamo, muoiono, perché noi, esseri umani, la macchina perfetta, siamo perfetti proprio per un cazzo, perché siamo masochisti, siamo propensi a soffrire. Quando arriva il momento felice già siamo lì, pronti ad aspettare la prossima catastrofe che colpirà la nostra misera vita. Ma allora, che viviamo a fare?
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ilmondodilinda · 5 years
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Sono ad un punto fermo.
Non so più cosa voglio, non so più cosa dire, non so più cosa fare.
Vorrei tutto ma allo stesso tempo non vorrei niente.
Vorrei l’amore, principalmente. Un uomo, con cui condividere la vita. Ma parallelamente alla voglia di un uomo, ho la voglia di non avere nessuno intorno. Voglio stare da sola, fare le mie cose, o non fare semplicemente niente, ma da sola. Non voglio dipendere da nessuno, non voglio rendere conto a nessuno delle cose che faccio, di dove vado, di chi fraquento. Non voglio svegliarmi con l’ansia, con il magone, con il pensiero del “che cosa starà facendo?” “sarà andato a dormire davvero dopo la buonanotte che mi ha dato?” oppure “quante buonanotte avrà dato?” Non voglio logorarmi mentre sono al lavoro, o mentre sono a casa a godermi una serie tv pensando “sarà vero che è a casa come mi ha detto?” oppure “è davvero con l’amico al circolo?” Non voglio uscire con i miei amici e non godermi le chiacchiere e le risate perchè il mio cervello sta pensando con quante donne potrebbe parlare il mio ragazzo. E voi, giustamente, mi dite: “fidati!” Si, facile a dirsi, non facile farlo. Io mi posso anche fidare, come lui dovrebbe fidarsi di me, ma dopo tutte le inculate che ho preso come posso fidarmi ancora? E’ vero, non siamo tutti uguali, ma io mi sono stufata di stare male. Stare con una persona, non dovrebbe portare alla sofferenza, ma invece si. Oltre alla felicità, c’è la sofferenza. Anzi, più sei felice più soffri, perchè cresce la paura che tutto quanto finisca. Quando il mio ex ragazzo mi ha lasciata, ho sofferto. Ho sofferto allo stesso modo di quanto stavo bene con lui. Tanto. Però non la vivevo bene. Si perchè io quando mi “innamoro”, mi prendo di una persona, mi parte il cervello, e lo sanno bene le mie amcihe. Quando non mi parte il cervello significa che non me ne frega un cazzo, Ma io oggi sono qui a pormi questa domanda. Una via di mezzo non esiste? O il menefreghismo totale o la pazzia? Non c’è lo stare bene e  basta? Evidentemente no, oppure lo devo ancora imparare. Lo devo imparare.  Sia per me che per il mio futuro, poveretto, uomo. Ma sopratutto per me. Perchè alla fine anche se soffro, sono sempre alla ricerca di esso, Dell’amore. Perchè l’amore, l’innamoramento, le farfalle nello stomaco, sono una sensazione favolosa, piena di vita. Si, mi fa sentire viva. Però forse, ancora non sono pronta, dopo un mese dalla rottura con il mio ex. Magari lui già sta scopando con un altra, io non riesco nemmeno ad andare a bere un bicchiere con una persona. Ho un blocco, ma non perchè mi manca, o perchè penso ancora a lui, no. Non mi sento pronta a ricominciare di nuovo, da capo, con un altra persona. O forse ancora non ho incontrato la persona giusta per farlo. Forse un mese è troppo poco come tempo trascorso. O forse è già tanto. Non c’è una regola, uno fa quel che si sente. E io adesso mi sento spenta.
Spenta. O meglio, ferma. Ferma in tutto. Voglio solo fare ciò che mi piace di più, ovvero stare con i miei amici, con la mia famiglia, guardare le serie tv, disegnare, frequentare il corso di yoga, coccolare il mio gatto, anche andare a lavorare. Non riesco a fare entrare altro nella mia vita adesso. Ma è così perchè è ancora troppo presto oppure ho paura? Forse è entrambi. Paura di ristare male. Io non voglio più soffrire, vorrei essere più forte. Ma io sono forte, sono una ragazza coraggiosa, forte e pieno di spirito. Eppure oggi mi sento la persona più depressa e sola del mondo. Sono qui, al buio, sdraiata sul divano con il pc sulla pancia a scrivere i miei pensieri. In realtà dovevo uscire con un ragazzo conosciuto in una chat d’incontri. Buffo no? Non sono pronta eppure mi iscrivo a queste chat. E poi cosa faccio? Arriva il momento di uscirci e gli tiro il pacco perchè mi viene l’ansia. Mi viene l’ansia perchè non mi fido della gente conosciuta in queste chat oppure non sono pronta? Forse più la prima, perchè se era qualcun’altro conosciuto in modo diverso, tipo nella vita reale, ci andavo sicuramente. O almeno ci provavo. Mi servirebbe una spinta. Un invito da un ragazzo “reale”. Forse cambierebbe. O forse no.
Forse devo smettere di scrivere, sono in uno stato confusionario e contraddittorio. Se qualcuno mai mi leggerà non avrà capito niente di quello che ho in testa o magari mi leggerà uno psicologo e mi saprà dare una mano. Pensate che mi serva davvero uno psicologo? Probabilmente ci andrò un giorno. Perchè ho bisogno di un sostegno in queste giornate scure. Ma sapete una cosa? Il più grande sostegno lo troviamo dentro di noi, e basta.
Passerà anche questo momento, non starò più ferma, non mi sentirò più spenta, e quando risorgerò farò da matti, giuro. Ma ora, mi metteo a guardare un altro episodio su Prime video. Scusate.
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kon-igi · 4 years
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Dear past, thanks for all the lessons DEAR FUTURE, I’M READY
Questa è una delle magliette della mia compagna e dal momento che conosco bene la sua incrollabile pragmaticità di solida persona disillusa, so per certo che non l’ha acquistata per il motto motivazionale riportatovi sopra.
Però questo messaggio è molto importante addosso a lei e io non posso fare a meno di commuovermi tutte le volte che gliela vedo indossare.
Senza scendere troppo in dolorose narrazioni personali e sempre nella massima empatia nei confronti di chi mi legge e ha tanto sofferto, credo che la resilienza con cui ci facciamo strada in questo strano mondo non sia una dote caratteriale a esaurimento, finita la quale firmiamo il contratto di recesso dalla vita, e a dirvela tutta credo che a essere sbagliata sia proprio l’immagine di noi stessi che grazie ai nostri sbagli ci costruiamo un’armatura impenetrabile e protettiva contro le brutture della vita.
Ogni nostro errore madornale, ogni nostro sbaglio epocale, ogni nostra sofferenza lancinante non è una piastra o uno scudo impenetrabil che si aggiunge alla nostra panoplia e ci rende persone più forti (e fatevelo dire da uno che dentro e fuori metafora sa perfettamente cosa cazzo significhi indossare un pettorale o sollevare uno scudo)...
Sono le mani dei mille cuochi che la vita ci sguinzaglia addosso.
Ognuno di noi può decidere quanta resistenza contrapporre a queste mani che si avventano su di noi per impastarci, a volte come soffice e appiccicosa pasta madre, a volte come frolla fredda da pestare col mattarello... e a volte persino come quel blob del cazzo in cui qualcuno ha sbagliato le dosi di lievito e che ha preso fuoco quando si è espanso sulla resistenza del grill e quel qualcuno ha dovuto usare la paletta del caminetto per scrostarlo carbonizzato dal... ok, credo abbiate compreso l’inventatissimo e assolutamente mai avvenuto episodio metaforico di assoluta fantasia.
Se fossi Khalil Gibran (e di certo ce la metto tutta per scrivere come lui e con puntualità miseramente fallire) concluderei dicendo un qualcosa tipo
Lasciate che il Creatore impasti con docilità la vostra anima
Giacché la gioia della trasformazione risiede tanto nella gentilezza del gesto
Quanto nell’intimo desiderio di essere somma dei vostri ingredienti
e invece la disillusa (ma mai delusa) praticità della mia compagna mi ha insegnato che se voli pindaricamente troppo in alto spesso rischi di appoggiare i piedi sopra la testa delle persone a cui fai la predica ed è per questo che vi dico solo una cosa, la stessa scritta sulla figurina di un album di mia figlia piccola che da tanti anni tengo come talismano nella cover del mio cellulare
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E quel qualcuno che vi è accanto non sono per forza io ma chiunque condivida la vostra stessa fatica e il vostro stesso dolore.
(dedicato a una ragazza che con mia figlia grande condivide la giovane età, i capelli rossi e il desiderio di essere felice)
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