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#luigi gandolfo
astroimages · 8 months
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VISITANDO O OBSERVATÓRIO DO VATICANO EM CASTEL GANDOLFO
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queerographies · 3 years
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[Queerfobia][Giorgio Ghibaudo][Gianluca Polastri]
Un mosaico di esperienze capace di mostrare, senza pietismo ma anche senza censure, uno stato di cose che è necessario cambiare. [Queerfobia][Giorgio Ghibaudo][Gianluca Polastri]
Ogni anno, nel mondo, migliaia di persone subiscono una qualche forma di violenza a causa del proprio orientamento sessuale o della propria identità di genere. Anche se la narrazione mainstream sembra narrare un mondo sempre più inclusivo, i dati ci mostrano che non solo le forme di discriminazione stanno aumentando, ma anche i discorsi d’odio di leader politici e religiosi sono sempre più…
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gregor-samsung · 8 years
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Ah, ma anche per le mosche, se Dio voleva, erano gli ultimi giorni di baldoria, come per gli «insetti umani» che, a piedi o su somarelli, s'inerpicavano fin lassù, a circa mille metri sul livello del mare. E per vedere che cosa infine? I laghi d'Albano e di Nemi: un paio d'occhiali insellato su quel gran naso con la punta all'insù, ch'è il Monte Cave. Già cominciavano infatti a spesseggiare i giorni di nebbia: quella nebbia umida e densa che toglie lo spettacolo incantevole dei due laghi gemelli ora vaporosi ora morbidi come azzurri veli di seta: occhi, più che occhiali, tra le folte ciglia dei boschi di ippocastani; occhi della pianura laziale, in cui, come serpente lucido enorme, il Tevere, dall'oscuro grembo di Roma, visibile appena là in fondo, si svolge, ricomparendo qua e là nelle ampie volute, fino al mare visibile appena laggiù.
Luigi Pirandello, Pallottoline!, 1ª pubblicazione nella raccolta Quand'ero matto, Renzo Streglio e C. Editori, Torino, 1902, quindi in Novelle per un anno -  vol. 11 La giara.
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onoranzetriolo · 6 years
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è morto Luigi Gandolfo
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pangeanews · 4 years
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“Un innamoramento senza fine”. Sulle rime & le prose di Michelangelo
Un amico artista, di genio, Angelo Borgese, canticchia una poesia, “Caro m’è ’l sonno, e più l’esser di sasso”. Non ricorda a cosa si riferisca, sa che è di Michelangelo. Nella mia copia delle Rime (Bur) è catalogata al 247. Si tratta del primo verso dell’“epigramma in risposta a quello che Giovanni di Carlo Strozzi… aveva scritto ‘Sopra la Notte del Buonarroto’, la scultura per le Tombe Medicee di San Lorenzo (1524-25)”. Che bella l’epoca in cui gli artisti si esprimevano in rime, con cruda schiettezza, come se il gioco, liberi dal giogo del significato, fosse pieno di senso, in sé.
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Proprio riguardo alla Notte, Thomas Mann scrive: “Il desiderio che lo spinge è l’amore, un innamoramento senza fine, lungo quanto la sua vita, volto alla figura umana, alla bellezza vivente, al fascino che emana dall’uomo”. Il grande scrittore tedesco, pronto a pensare che tutte le arti, in fondo, convergano in un medesimo genio, paragona Michelangelo a Goethe e Tolstoj. L’arte scultorea, in effetti, è affine a quella romanzesca; un torso di marmo simula un sonetto.
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Forse per stremata provvidenza, le poesie di Michelangelo sono amate. Che un genio possa eccellere in più ambiti artistici ha qualcosa di demoniaco – che le poesie di Michelangelo siano abbozzate, radicate nell’occasione, arroccate al caos rende la generosità oro il talento sfacciato. Così, Rainer Maria Rilke – ossessionato dalla scrittura scultorea – preferisce Michelangelo, lo traduce, “era l’uomo che, gigantesco, al di sopra di ogni misura, dimenticò l’incommensurabilità”. Anche William Wordsworth, poeta ‘michelangiolesco’, ne è sedotto, e lo camuffa: That breaths on earth the air of paradise. “In uno degli autografi in mezzo ai versi si intravvede uno schizzo a matita, quello d’una pianta della facciata di S. Pietro”. Il verso ispira il capolettera di San Pietro; lo studio architettonico dà aria al sonetto, un gesto respira nell’altro.
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Sulla “ricezione delle Rime tra gli scrittori” ha composto uno studio importante Gandolfo Cascio, che insegna all’Università di Utrecht, s’intitola Michelangelo in Parnaso, edita Marsilio. Al di là del pensiero di Foscolo (“In tutte le composizioni di Michelangelo noi vediamo tracce del suo grande amore e della sua grande ammirazione per Dante”), Cascio recensisce la presenza di Michelangelo nei Canti Orfici di Campana – e non solo nella sequenza La Notte –, nello sguardo Ungaretti (“è Michelangelo che mi ha indicato la strada, perché il barocco romano è nato da Michelangelo”), nell’opera della Morante e di Juan Rodolfo Wilcock. Scopro, così, che anche il grande poeta russo Fjodor Tjutcev ha tradotto Michelangelo, che nel 1975 Vittorio Sereni pubblica su “Epoca” uno studio su Michelangelo poeta e che Mario Luzi dice ciò che va detto: “tutt’altro che subalterna la sua poesia esiste indipendentemente dal suo grande personaggio e dalla suggestione delle altre arti in cui si è espressa la sua personalità”.
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“Le Rime, definite da Ezra Pound tagliate con l’accetta, mantengono altissima questa tensione ostile, non solo tra autore e scrittura, ma anche tra autore e lettore e mostrano un Michelangelo costantemente vittima di un’asprezza insostenibile, a nervi scoperti si direbbe… La prosa michelangiolesca sembra nascere sotto altri auspici, più fausti ed è proprio il confronto con le Rime a illuminare questo un miracolo di freschezza, modernità ed essenzialità. Se i versi appaiono scritti e pensati nei più cupi momenti di solitudine, e tradiscono una faticosa elaborazione, le lettere di Michelangelo – sebbene si abbia prova di più e più versioni e limature maniacali in alcuni casi – sembrano nascere sì sull’onda dell’urgenza e della necessità, ma anche all’interno di uno spazio circoscritto e destinato ai rapporti umani”, scrive Filippo Tuena, in un libro felicissimo, La passione dell’error mio, che non è soltanto una antologia dal “carteggio di Michelangelo”, ma un racconto, una narrazione attraverso lo spettro delle lettere, ciascuna commentata, inserita nell’astronomia biografica (interessante il rilievo dato alle maliziose celebrazioni sul corpo morto di Michelangelo, “vittima delle miserie e ambizioni e pretesto per celebrare fasti altrui”). Il libro, edito da Fazi nel 2002, esito di un lavoro profondo di Tuena dentro Michelangelo, è stato divulgato dallo scrittore, durante la scorsa Pasqua, in una specie di samizdat della meraviglia, “in dono agli amici di Facebook che ne faranno richiesta”.
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Nell’edizione Girardi delle Rime, quelle dal 179 al 228 riguardano una sfilza di epitaffi “che Michelangelo scrisse in memoria di Francesco Bracci, nipote di Luigi del Riccio, morto quindicenne l’8 gennaio 1544”. Alcuni di questi versi, conficcati nella morte, hanno aroma esoterico (“nacqui ove la morte muore”; “toccando i’ sol del mondo al paradiso,/ anzi per sempre serri le sue porte”). Il giovane che muore è paradigma della tragedia e della primizia, di una giovinezza che, evasa al mondo, deve esprimersi altrove, carne divinizzata in verbo. A volte Michelangelo si sfotte, giudica i versi “goffi”, altre volte li invia, canzoniere che appesta il lutto, “per i funghi insalati”, “pe’ finochi”, per le trote “marinate”. Tutto, in Michelangelo, è carnale, fino al nodo di luce. (d.b.)
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castellanzanelcuore · 6 years
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LA CASA DI ALESSANDRO
A 37 ANNI DALLA SUA FONDAZIONE, SOLIDARIETÀ FAMIGLIARE INAUGURA LA NUOVA COMUNITÀ PER DISABILI
 Sono passati 37 anni da quando un gruppo di famiglie con portatori di handicap si riunì per affrontare insieme la sfida di offrire spazi di accoglienza dedicati a persone diversamente abili. Da quel lontano 1981 Solidarietà Famigliare ha realizzato il Centro Socio Educativo (CSE) in via per Legnano e la Comunità Alloggio (CSS) in via Brambilla 35, accreditandosi, non solo istituzionalmente, come punto di riferimento per famiglie e persone con disabilità. Oggi l'associazione castellanzese si spinge oltre, offrendo un'opportunità in più per alleviare situazioni di disagio temporaneo: è la Casa di Alessandro di via S. Camillo 3, che sabato 8 dicembre verrà inaugurata alla presenza delle istituzioni.
Solidarietà Famigliare è stata voluta da un gruppo di persone che si erano proposte di esaudire un grande desiderio di un loro caro amico, Egidio Ferrario, un ragazzo di Castellanza che aveva trascorso 26 anni della sua breve esistenza su una sedia a rotelle.
Nell’agosto del 1979 Egidio fu accompagnato a Castel Gandolfo, per un incontro con Papa Giovanni Paolo II.
Quando il Pontefice gli chiese quale fosse il suo più vivo desiderio, Egidio rispose che avrebbe voluto essere aiutato a formare un’associazione in Castellanza per riunire le famiglie colpite dalla presenza di handicap, allo scopo di affrontare insieme i problemi.
Egidio lasciava i suoi amici pochi mesi dopo, ma il suo ricordo e il suo desiderio rimasero vivi e così nasce Solidarietà Famigliare.
 Solidarietà Famigliare è nata dunque per dare una risposta al bisogno delle famiglie dei disabili in termine di recupero e valorizzazione delle loro residue capacità e per garantire alle famiglie soluzioni di qualità anche nella prospettiva del “Dopo di Noi”.
Il progetto “LA SECONDA VITA DI UN IMMOBILE“ si integra con quanto l’Associazione  ha via via sviluppato negli anni con la creazione e gestione sia del Centro Diurno Disabili (CDD) di via per Legnano 1 sia della Comunità Socio Sanitaria(CSS)  che ospita 10 disabili, di via Brambilla 1 in Castellanza.
La nuova struttura consente di  ampliare l’offerta del CSS (5 nuovi posti) a fronte di richieste sempre più pressanti da parte delle famiglie e mettendo anche a disposizione 3 “letti di sollievo”, per dare risposta a situazioni di disagio temporaneo delle famiglie con disabili. 
La realizzazione della nuova struttura  è stata possibile  grazie agli accordi raggiunti con la Comunità Pastorale di Castellanza  che ha messo a disposizione, a condizioni di favore,  l’abitazione del Parroco di San Bernardo don Luigi Brazzelli deceduto qualche anno fa.
Le opere di manutenzione straordinaria necessarie per garantire gli standard previsti dalle norme in materia di residenze per disabili si sono concluse e già gli ospiti sono stati accolti nella nuova Comunità Alloggio “La casa di Alessandro” in via San Camillo a Castellanza.
La Comunità Alloggio La casa di Alessandro è stata realizzata con il sostegno della Fondazione Comunitaria del Varesotto onlus
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tmnotizie · 6 years
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SAN BENEDETTO – Una scorpacciata di medaglie per la Lega Navale Italiana di San Benedetto del Tronto in questo soleggiato nello scorso fine settimana. Due giorni ricchi di eccellenti risultati, vediamoli nel dettaglio. Dopo lo stop causa maltempo si è disputata a Ravenna, sul bacino remiero della Standiana, la prima regata interregionale di canottaggio dell’anno 2018 sulle distanze ufficiali di categoria. Oltre 70 le gare disputate dai 700 atleti in acqua tra uomini e donne, appartenenti a società provenienti dal Centro e Nord Italia.
Presente all’appuntamento la squadra giovanile di Canottaggio della Lega Navale Italiana di San Benedetto del Tronto con gli atleti Marco Bevilacqua, Francesca Fattorelli, Francesco Gazzoli, Lorenzo Giobbi, Arianna Meo e Matteo Marzetti, guidati dal tecnico Gianni Meo.
Ottima prova per Francesca Fattorelli ed Arianna Meo che al loro esordio in Doppio Cadetti Femminile, hanno conquistato un terzo posto di grande prestigio. Bene anche Francesco Gazzoli e Lorenzo Giobbi per la prima volta su un Quattro di Coppia Cadetti Maschile, in compagnia di canottieri della società VVF Maggi Ancona, si sono piazzati al quinto posto.
Nella categoria ragazzi maschile Marco Bevilacqua e Matteo Marzetti, su un Quattro di Coppia insieme ad atleti delle società Canottieri Pesaro e VVF Maggi di Ancona, si sono classificati al sesto posto. “Tutti hanno dato vita a gare entusiasmanti – sottolinea il  tecnico Gianni Meo – ed ho ricevuto buoni riscontri dagli atleti in gara, ma continuiamo a lavorare alacremente in vista degli impegni dei prossimi mesi che coinvolgeranno anche gli atleti non ancora scesi in acqua”.
Altre notizie di rilievo arrivano dalla squadra di canoa della Lega Navale Italiana di San Benedetto del Tronto che ha disputato il Campionato Regionale Lazio presso il Circolo Canottieri Aniene con 4 atleti: Francesco Lanciotti, Daniele Ciarrocchi, Davide Apolloni e Samuele Cavallero.
Nella categoria Ragazzi K1 5000 m Francesco Lanciotti ha portato a casa un meraviglioso secondo posto, aggiudicandosi la medaglia d’argento. I ragazzi condotti dal tecnico Mirko Fazzini si sono confrontati valorosamente con forti società sportive quali: Polizia di Stato Fiamme Oro, Marina Militare Centro Sportivo Remiero, Gruppo Nautico Fiamme Gialle, Canottieri EUR, Reale Circolo Canottieri Tevere, Circolo Kayak Castel Gandolfo e Circolo Canottieri Aniene.
Non finisce qui il fine settimana targato Lega Navale Italiana di San Benedetto del Tronto: dalla squadra vela Michele Cavallero, su Laser 4.7 si è cimentato nella tappa di Torbole dell’Italian Cup Laser, sul Lago di Garda. Si è piazzato al 33esimo posto su 115 atleti in gara, con un 6° posto parziale come miglior risultato, a riprova del talento di questo giovane atleta.
Buone notizie anche dai nostri Master della squadra Vela, che si sono cimentati nell’ 8° Edizione de “Le Vele di San Ruffino” regata aperta a 3 classi veliche: Snipe, Flying Dutchman e Optimist. Nella bellissima cornice del Lago di San Ruffino, nella zona di Amandola, si sono svolte 5 regate per ogni classe nelle giornate di sabato e domenica: a ogni imbarcazione è stato assegnato il nome di una contrada del luogo creando un’atmosfera suggestiva in linea con la storia antica di questa zona appenninica.
Le condizioni si sono dimostrate molto tecniche con raffiche di vento improvvise e hanno impegnato il gruppo FD della LNI di San Benedetto del Tronto che è tornato a casa con un ottimo 2° posto dell’equipaggio Gianni Di Domenicoantonio e Mauro Bracciani, un 5° posto dell’equipaggio Domenico Monti e Giuseppe D’Angelo e un 6° posto dell’equipaggio Luigi Macci e Paolo Fantini.
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