Tumgik
#non mi faccia ricominciare proprio lei
pgfone · 8 months
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Piove, approfitto per fare le ricette mediche per mia madre e fino a qui tutto bene, a parte che il medico vecchio è andato in pensione e c'è una nuova dottoressa. Allora, a parte l'imbarazzo nel telefonare (che fatica ragazzi, scaverei i formoni per le vigne a mano pur di non telefonare) da subito si instaura un dialogo surreale:
Dottoressa: mi mandi la cartella clinica di sua madre e poi mi dice a che indirizzo devo mandare le ricette mediche
Io: si le mando tutto, l'indirizzo è quello con cui le mando la cartella clinica
Dottoressa: perfetto, in giornata evado, se può indicarmi a che indirizzo inviare le ricette mediche mi farebbe una grande cortesia
Io:
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Ho una resa dell’82%, come una piastrella in due metri quadrati di cielo: insignificante, sproporzionata e insensata. Lui si complimenta, io mi annoio. Se fossi io la risorsa su cui ha avuto parole dure, non mi butterei in lacrime dal balcone. Tradotto: tutto ciò di cui mi riempio la bocca ogni giorno prende troppo poco posto nei miei occhi. La maledizione del non abbastanza. Come chi fa sporadicamente un salto, ma non torna mai. Come i tuoi scatoloni pieni e le giornate afose che sono seguite, come se una pretesa di caldo opprimente potesse sopperire alla tua stretta avvolgente. Ma forse tu, senza esserti bruciato, hai capito che a starmi vicino ci si scotta. Proprio tu che facevi piani di domani mentre io facevo il pieno di rimani. Sei felice? Me lo hai chiesto una sera qualsiasi, con un sole cocente e una scrivania piena di scartoffie. Sono grata. Mi sono così incastrata tra il pensiero di avere troppi capelli bianchi per essere leggera e al contempo troppi pochi per essere così pesante. Sei felice? Mi rimbomba nelle orecchie tra la mia voglia di partire, un interpello da scrivere e una manciata di scatoloni da fare. Dirti ciao come chi va via e poi ingoiare l’assenza come non fossimo fragili. Che poi rido, come quando mi hai urlato che siamo fragili, sì, ma come bombe, mica come fiori. Ricordo nitidamente il tuo profumo, evapora invece la tua voce. Quaranta secondi di audio in quaranta minuti di strada, perché lei mi ha guardato dritta in faccia e mi ha detto che perdere te non è stata solo una sconfitta. Ho smesso di piangere a Seven Sisters per ricominciare ad Harlow Town, perché perdere te è stata una disfatta clamorosa. Se fosse qui ora non lo chiamerei, e mi sono vergognata tanto persino a pensarlo. Se fosse qui ora comunque non saprei volergli bene, te l’avrei detto piano su quel balcone minuscolo di una casa ora abitata da altri. Guarda che si vede quando non sei felice. Ti accompagno in stazione, anche se alle partenze piango sempre, ché a forza di correre non si afferra niente. Cerco nei tuoi occhi un perché anche quando penso che sia tutto un caso. Ad avermi disarmato è stata la complicità, così spontanea e inattesa. Dormiamo insieme senza che serva una scusa, senza attrito e senza chiederci che ora sia. Odio dormire da solo e altre affermazioni che butti alla rinfusa tra un caffè e una checklist. A domani, e altre promesse che ci danzano sulle labbra che tentiamo di mordere per tenerci più stretti. Ma sappiamo solo volerci, e cerchiamo di afferrarci in modo talmente viscerale che poi non siamo in grado di riconoscerci tra i volti dei passanti. Ho una resa dell’82%, ma perdonami se mi hanno insegnato a leggere solo lo scarto del 18%. Il mio tempo buttato è il suo pallino giallo, i suoi 4k di maggior compenso, i suoi 4 anni di esperienza in meno. Il mio obiettivo mancato è l’entusiasmo affievolito, la noia latente, l’insopportazione costante. Giri intorno a ciò che non dico per non inciampare in recriminazioni a casaccio e invece poi finisco intrappolata nella sicurezza delle solite insicurezze. Sono legata da un lavoro che non so fare, sono ossessionata da un ragionamento che non so chiudere, sono intimorita da un’interpretazione che non so fare mia. Mi terrorizza non riuscire, mi tocchi i capelli mentre mi dici che non ti fa paura io fallisca. Ieri sera pioveva senza gocce e io abbozzavo una canzone di cui non ricordo le parole per non appassire nel silenzio delle stanze vuote. Sei felice? Mi chiami quando arrivi, mi scrivi quando parti, insomma, metti in fila i piedi per dirmi che ti manco. Io mi dondolo un po’ nell’incertezza di un cuore che non batte poi così forte, nella melodia accennata di un giro di chitarra che non mi spiazza, di un cielo con un tramonto che non mi incendia. Di cosa sei grata? Questo non me l’hai chiesto mai. Di perdere sempre l’equilibrio, di fare tante cose tutte consapevolmente male, di stringere i denti nel sentirmi stretta.
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plassocean · 10 months
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Oggi sono stato con una mia amica per circa tre ore nella piazza di Piscinola, proprio nel luogo in foto, alchè una signora, passando, ci ha fermato dicendo: "Siete un quadro bellissimo"
Togliendo quanto mi abbia fatto sciogliere tale frase, m'ha fatto anche riflettere su quanto noi "giovani" tendiamo a soffermarci su cose come "Gli anziani che si tengono per mano", contemplando la bellezza di quei momenti che non appartengono a noi ma che speriamo un giorno siano momenti condivisibili anche da noi( insomma tutte quelle immagini molto Tumblr dei vecchietti che vedo pubblicare costantemente, anche se ormai ciò che vedo pubblicato qui su Tumblr sono solo foto di culi seni peni e sesso che,per carità, normalizzazione e sessualità sono concetti importanti però mi mi sono un po' rotto il cazzo della monotonia di questo social che ormai più che un social è diventato un diario per me), sottovalutando però quanto gli anziani facciano la stessa cosa nei nostri confronti, probabilmente il doppio di noi, e quanto questo possa essere un ottimo reminder per ritrovare semplicità o semplicemente apprezzare il bello, respirando, assaporando i momenti, o quantomeno, se proprio non si sa godere quasi di niente (come me), cercare di aver sempre presente che possiamo ancora essere noi stessi e ricominciare, con calma.
È anche interessante che una signora anziana, passando, si sia soffermata prima e fermata poi a dirci le belle cose che ci ha detto, dandoci tanta Gioia, e probabilmente provandola anche lei, seppur attraverso la malinconia, per il solo fatto di aver condiviso con noi quello che sentiva, laddove noi al massimo scattiamo una foto da lontano, o di nascosto, la postiamo su Tumblr perché "yo, questa foto è Deep, la devo condividere" e non condividiamo quella sensazione con i diretti interessati, perché magari loro non ci possono capire o boh, abbiamo vergogna.
La foto sopra è nata perché incuriositi dalla frase della signora, abbiamo chiesto a un altra passante di farci una foto cercando di ricreare tale situazione.
Ci siamo fatti na risata, ne è uscita na cosa carina, quasi vera come la precedente, seppur finta.
Mi piace come quella signora apprezzasse l'inarcatura della mia schiena e della sua solo perché vera. E come se sputasse in faccia a tutta la finta perfezione propinata oggi. È uno sputo in faccia a tutte le cose brutte e a tre quarti della nuova apparenza tossica di questa generazione. Non c'è niente di Tumblr, di Parigino/bolognese, Americano, artistico. Non ci sono poesie, non le stavo donando una rosa, non stavamo cantando come usignoli. Eppure abbiamo commosso il cuore di una persona con un immagine quasi tipica, statica, imperfetta.
Evviva i vecchi,
Evviva i giovani.
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donatellaquattrone · 2 months
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Dal web:
_ Bentornati a Domenica In, qui con voi la vostra zia Mara!
(applausi)
- Siamo tornati dopo esserci lasciati alle spalle le brutte polemiche dei giorni scorsi. Polemiche, concedetemelo, un po’ strumentali. Oggi siamo di nuovo qui per ricominciare a parlare delle persone, perché Domenica In, ricordiamolo, è una trasmissione che si occupa delle persone, non di politica!
(applausi)
- Persone, dunque. E cominciamo subito con il primo ospite di oggi. Il signor Zeno.
- Salve a tutti, ciao Mara.
- Il signor Zeno ha…
- Ottantasei anni.
- Ottantasei anni, signori!
(applausi)
- Portati benissimo, mi sento di dire.
- Grazie.
- Allora, il signor Zeno, che di cognome fa…
- Cidio.
- Il signor Zeno Cidio ha in casa una persona che si occupa di lui, giusto?
- Esatto.
- Lei dove vive signor Zeno?
- A Massa-Carrara.
- Massa-Carrara, e allora salutiamo tutti gli amici di Massa-Carrara e della Toscana!
(applausi)
- Dicevamo, il signor Zeno vive con una persona che si prende cura di lui. Questa persona chi è?
- Mio cognato.
- Suo cognato, benissimo. E come si chiama suo cognato?
- Ismaele.
- Perfetto, il signor Ismaele vive con lei?
- Sì, m’aiuta, anche legalmente… è il mio… come si dice… tutore.
- Bravissimo, è il suo tutore legale. Quindi possiamo dire che Ismaele è responsabile di Zeno Cidio di Massa, giusto?
- Esatto.
- E lo possiamo dire senza paura di essere smentiti.
(applausi)
- Detto questo, lei perché oggi è qui da noi in trasmissione?
- Il problema è casa.
- Casa sua?
- No, casa non è mia.
- E di chi è?
- Di mia nipote.
- E come si chiama sua nipote?
- Valentina Pales, detta Tina.
- Bene la signora, signorina…?
- Signorina.
- La signorina Pales detta Tina ha il domicilio in…
- Casa.
- Benissimo, diciamo controlla casa. E qual è il problema?
- Ismaele vuole casa e usa me per averla.
- La sfrutta?
- Esatto.
- Quindi, mi faccia capire bene: Ismaele non controlla casa, che è di sua nipote Pales detta Tina, e per averla usa lei, Zeno Cidio di Massa.
- Proprio così.
- Ma non è finita qui, non è vero signor Zeno? C’è qualcos’altro che la turba.
- Mi manda in giro.
- Chi la manda in giro?
- Ismaele.
- Sempre questo signor Ismaele, che ricordiamolo è il cognato. In che senso la manda in giro? Ci spieghi bene.
- Mi manda a fare tutte le commissioni, in posta, in banca, sempre a piedi. E io c’ho ottantasei anni, abbia pazienza Mara, sono stanco...
- Ma certo.
- Non ho più l’età per muovermi tanto…
- Lei vorrebbe giustamente starsene a casa sua.
- Sì, vorrei che mi desse tregua.
- Legittimo.
- Che mi facesse stare fermo.
- Vorrebbe fermarsi, assolutamente comprensibile. Il signore ha una certa età e muoversi così spesso è stancante. Perciò in chiusura io, Mara Venier, vorrei fare un appello, un appello a cui sono sicura si unisce volentieri tutta la dirigenza RAI e tutte le persone dotate di buon senso, mi dai la quattro per favore?
Eccoci, questo appello è un appello a Ismaele: a nome di tutto il cda RAI, ma anche di tutta Italia, ti chiediamo di fermare Zeno Cidio di Massa. È anziano, è stanco, è ora che si fermi!
(applausi scroscianti)
- Che bello! Lo vedete quando non si fa politica com’è tutto molto più semplice? Mi dicono che abbiamo una telefonata.
(…)
- E mo che vuole l’ambasciatore?
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celestica-1988 · 8 months
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"Bene, allora Jane, chiami in aiuto la sua fantasia; supponga di non essere più una ragazza ben allevata e disciplinata, ma un ragazzo capriccioso, malavvezzo fin dall'infanzia. Si figuri di essere in un remoto paese straniero e d'aver commesso un errore iniziale, le cui conseguenze la perseguiteranno per tutta la vita, e corromperanno tutta la sua esistenza. Faccia attenzione: non parlo di un delitto, non parlo di un fatto di sangue o di un gesto criminale che avrebbe potuto condurre l'autore di esso dinanzi alla giustizia; parlo di errore. A lungo andare le conseguenze di esso le sono diventate insopportabili. Lei cerca il modo di liberarsene: misure insolite, ma né colpevoli, né illegali. Ma si sente ancora infelice, perché proprio all'inizio della vita la speranza l'ha abbandonata. Al mezzogiorno della sua vita il suo sole si è eclissato, e capisce che resterà così fino al tramonto. Tristi e vili ricordi sono l'unico cibo della sua memoria. Così erra cercando pace nell'esilio, cercando la felicità nei piaceri dei sensi, che ottundono l'intelletto e smorzano la sensibilità. Torna a casa col cuore stanco e l'animo vizzo, dopo anni di lontananza volontaria, fa la conoscenza di una persona, non importa come e dove, e scopre in essa delle qualità di bontà e intelligenza che invano ha cercato per vant'anni; ed esse si presentano fresche e integre senza lordure e senza macchia. La compagnia di questa persona la rigenera; sente che sono tornati i bei giorni, le aspirazioni nobili, i sentimenti puri. Desidera ricominciare la vita e passare il resto della sua esistenza in maniera più consona alla sua anima immortale. Per raggiungere questo scopo, le è permesso di scavalcare un ostacolo, un impedimento puramente formale... che non è giustificato dalla sua coscienza, né approvato dal suo giudizio?" Egli si fermò come per avere una risposta. Ma che cosa dovevo dirgli? Oh! Un qualche buon angelo mi avesse suggerito una rispsta assennata e soddisfacente! Vana speranza!"
-Jane Eyre, Charlotte Bronte
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uds · 3 years
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inizio luglio 2020.
io e mia moglie stiamo cercando un figlio da un bel po'. non tanto da scoraggiarci e pensare di arrenderci, quello no, però ecco, abbastanza per essere un attimo in tensione sull'argomento.
mia moglie ha un ritardo che un test positivo, seguito da un secondo test positivo il giorno successivo, trasforma in un speranza di quelle belle, con tanto di risatine nervose e stiamo calmi, però in realtà stiamo calmi un cazzo.
andiamo dal ginecologo. la visita e sì, è incinta. dice che c'è il sacco vitellino, sembra tutto a posto, gli sembra anche di vedere qualcosa ma è ancora troppo presto, siamo davvero agli inizi, bisogna aspettare. è difficile stabilire a questo punto l'avanzamento della gravidanza, dovrebbe essere in sei settimane e qualcosa ma conviene tornare dopo qualche giorno, che si dovrebbe vedere (nella prima parte della gravidanza scopro che non si sente, contrariamente a quanto decine di film e genitori commossi davanti a un'ecografia mi hanno portato a credere) il cuore battere.
tornando a casa camminiamo su una nuvola. è difficile avere pazienza quando vuoi solo esultare.
qualche giorno dopo torniamo allo studio del dottore, per vedere il cuore del feto.
il ginecologo di mia moglie è di poche parole, ma durante la visita sembra esserlo ancora di più.
silenzio.
e poi.
dice che gli dispiace.
dice che sembra proprio una gravidanza interrotta.
dice che una percentuale che non ricordo, ma comunque alta, di gravidanze si interrompe spontaneamente a questo stadio di avanzamento.
dice a mia moglie di non preoccuparsi, che è giovane, avrà altre gravidanze. non è colpa sua. succede.
dice altre cose, tra cui di tornare dopo altri due giorni per un'altra visita per sicurezza e poi in caso per vedere per il raschiamento, però mi suona tutto ovattato, lontano. non sento. guardo mia moglie e non sento più nulla.
è un dolore che non saprei iniziare a descrivere nemmeno con tutti i vocabolari del mondo.
in auto scoppio a piangere, lei no.
conosco mia moglie, so come reagirà, e ho paura.
paura perché per quanto io cerchi di nascondere come sto (senza poi riuscirci un granché), non so da dove cominciare a starle accanto nel modo giusto, sempre che ci sia.
lei si chiude e si indurisce, parla poco, si isola. io ci sono, lo sa che ci sono, ma ogni tentativo di avvicinarla emotivamente in quel momento è inutile.
so che le ci vorrà tempo, e che ci vorrò io. so che è successo da poche ore, da un giorno, e non posso vedere in lei un reazione che non c'è nemmeno in me. ma ho paura comunque.
perché
c'è il male all'anima, ci sono i mesi passati, c'è la gioia interrotta
(quanto ci vuole a riprendersi da una cosa del genere? come si fa? quando avrà bisogno che io entri nel pianeta lontano della sua prima reazione? di nuovo, come si fa? che ne so se sarò abbastanza, se sarò all'altezza)
c'è che non è finita. non si può pensare a ricominciare se due giorni dopo dobbiamo tornare, visitare, vedere per il raschiamento. ma cosa vuol dire? glielo farà lui? dovrà stare in ospedale?
potremmo chiedere, ma chi ha voglia di parlare?
passano 48 ore, e sono l'inferno. mia moglie prepara lo zaino da caricare in macchina con un pigiama, un cambio, sai tu se si deve ricoverare.
mi chiede se secondo me c'è una possibilità che il dottore si sia sbagliato. io ripenso al medico che cerca per un tempo infinito qualcosa senza trovarlo, penso alle sue parole, al suo tono, penso a quanto male potrei fare alla donna della mia vita illudendola, e le dico di no.
voglio solo che tutto questo finisca.
è tutto freddo e grigio come l'asfalto, anche se siamo quasi a fine luglio. mi sento pesante e inutile.
il dottore è gentile, professionale.
mia moglie si sdraia.
lui comincia la visita, e parla.
"signora, lei è giovane, succede, non si faccia colpe, molte grav-un attimo, qua c'è qualcosa che batte."
come, "un attimo, qua c'è qualcosa che batte"?
sullo schermo c'è una nebbia grigia e nera, e al centro una specie di lucina natalizia al contrario che si spegne e riaccende. grigio, nero, grigio, nero, con una piccola, velocissima fluttuazione.
il sangue mi va interamente alla faccia, che diventa insensibile, e lì rimarrà per le dodici ore successive.
il cuore che batte c'è. è là. davanti a noi.
sicuramente la gravidanza è a uno stadio temporalmente più arretrato di quanto sembrasse alla prima visita. lo aveva detto, che è difficile capire. poi dice anche altro, ma io non sento. non sento niente, vorrei solo offrire da bere al mondo e ululare. stringo il braccio a mia moglie, le sorrido, la tiro giù da quel pianeta infame.
e ho scritto tutto questo perché ho trentott'anni, e quella nebbia grigia e nera è diventata cecilia, che ha fatto tre mesi da qualche giorno ed è palesemente la bambina più favolosa del mondo.
ho scritto tutto questo perché so già che, per quanto io viva, per quanto mille altre cose belle possanno (e debbano, ohibò) ancora accadere, a trentott'anni so che il momento più felice della mia vita, ora e per sempre, sarà quello in cui ho visto un lucina di natale al contrario che andava velocissima.
andate ad abbracciare qualcuno a cui volete bene. adesso.
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zerocolore · 2 years
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5/12/2021  22:14
Perchè?perchè non riesco a fidarmi ? Quanto vorrei saperlo fare…Dopo la mia ultima relazione ho una paura incredibile di farmi ancora male. Era una relazione talmente tossica da far schifo, ma siamo state insieme due anni, era la mia prima relazione seria e ci tenevo, e ha fatto male, molto male quando è finita. Volevo dimostrare qualcosa, volevo che fosse migliore della relazione che fanno avuto i miei genitori, volevo dimostrare che avevo imparato dai loro errori, e ho finito per farne di ancora più grandi. Mi sono fidata troppo e troppo in fretta, è stato tutto troppo in fretta, mi pento anche della nostra prima volta, anche quell’aspetto della relazione era tossico, ma ero dipendente come un cocainomane, volevo essere l’eroe di questa ragazza incasinata come nessuno lo è stato per me, e mi sono messa da parte completamente e sotto ogni aspetto.
Ma quanto vorrei poter dimenticare tutto e tornare a quella che ero tre anni fa che credeva alle relazioni. Potrei ricominciare a crederci…da colleghe di lavoro a raccontare tutti i traumi della tua vita, o quasi, e coccolarsi tutto il pomeriggio è un grande passo, non me lo sarei mai aspettato…Di solito non sono una persona affettuosa, o meglio lo sono ma non lo faccio mai vedere eppure mi sono rilassata come mai in vita mia, ero a mio agio, mi sentivo capita e coccolata. Di solito non mi faccio coccolare sono io che coccolo gli altri è ben diverso, ho sempre dato senza avere nulla in cambio, non riuscivo a prendere quel conforto e quel senso di pace che dovrebbero dare gli abbracci se sono ricambiati, la psicologa ha provato mesi a farmelo capire e lei ci è riuscita in due ore…porca troia.
Ma poverina non sa in che casino si è messa oltre ai problemi di fiducia, la sindrome dell’abbandono e chi più ne ha più ne metta a sto punto ho anche un problema col contatto fisico, sarà stato mio padre e quello stronzo di mio zio, di cui adesso non voglio proprio parlare, ma non riesco a farmi toccare che sia un abbraccio o una carezza ho sempre paura che faccia male, riesco a mascherarlo bene però, così non sembro una psicopatica, se vedo che qualcuno di avvicina mi preparo psicologicamente al contatto, o sono io che tocco gli altri, così ho il controllo almeno e posso terminare quando voglio, o almeno nella mia testa è così. Eppure da lei voglio le coccole, gli abbracci, i baci eccetera…eppure c’è ancora quella vocina nella mia testa che dice che non dovrei fidarmi così tanto, che farà male prima o poi, posso avere per una volta un po’ di pace senza farmi problemi mentre sono con la persona più dolce del mondo senza dire stronzate o fare la stronza perchè ho paura di affezionarmi troppo? No, a quanto pare ancora no…
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lapetite-flamme · 3 years
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Dover
22/04/2077
[E] «Allora, perché questa gita?» dirigendosi giù lungo la spiaggia, saltando tra un paio di scogli prima di trovarsi sulla spiaggia liscia, sempre tenendole la mano. «Vuoi reimpatriarmi attraverso lo stretto?»
[A] «Sai che sono cresciuta a Marsiglia, no?» Gli rivolge un’occhiata, prima di fermarsi quando sono giunti quasi in riva al mare. «E al mare ci sono stata solo due volte. Questa è la terza.» Si stringe nelle spalle, mentre posa il cesto da pic nic accanto ai propri piedi. Lo apre, quindi, estraendone una coperta scura, che stende in terra. «L’ultima volta prima di tutto quello che t’ho raccontato.» Prima che il padre morisse, insomma. «È sempre stato un posto che... Non lo so, m’è sempre piaciuto. E i ricordi legati a questo posto, al mare, sono sempre belli.» Ma non lo guarda, ormai, mentre si costringe a mostrarsi tutta indaffarata nel sistemare i lembi della coperta sui ciottoli. È un modo troppo indiretto per dirgli di voler catalogare una serata passata con lui nei suoi pochi “ricordi felici”?
[E] «Solo due volte?» Guardandola mentre stende la coperta, e aprendo anche lui la borsa misteriosa. L'ascolta in quel religioso silenzio di chi non vuole fare domande scomode ma letteralmente beve informazioni su una persona di cui vuole sapere di più e sa poco o niente. «Possiamo andare a Marsiglia uno di questi giorni.» Butta lì, mentre sorride leggermente. L'ha capito, cosa intende. Ma niente sdolcinatezze. Dalla borsa estrae una piccola maginchiglia che sistema lì dietro di loro, una bottiglia di vino perché mangiare è sopravvalutato e... Dei lecca-lecca dal palese colore rossissimo. «Al sangue, come piace a te.» Un coglione. «Ah... E...» una rosa. Che le passa con una faccia da latin lover giusto per non soccombere all'imbarazzo. «Abbastanza corteggiata per i tuoi gusti?»
[A] «A Marsiglia? Se vuoi che ti presenti mia madre basta chiedere, eh.» E lo guarda, ridacchiando proprio di gusto stavolta. «Però possiamo andarci, se ti fa piacere.» A Marsiglia, mica dalla madre. «Con un calcio ti faccio arrivare fino a Parigi.» però il lecca lecca lo prende, lo scarta e lo osserva. «Che sapore ha?»Non ne ha mai provato uno, esatto. Se lo rigira fra le mani, incuriosita. Almeno fino a che lui non si presenta con quella rosa, che le strappa l’ennesimo sorrisetto. «Forse. Vedremo la prossima volta.» Visto che lei adesso l’ha portato a mare lui dovrà inventarsi qualcosa di altrettanto carino per il prossimo appuntamento. «È strano, comunque.»
[E] «A Marsiglia.» annuendo e nello stesso momento facendo spallucce, come a svilire la cosa. E quasi si rompe il collo a voltarsi a guardarla a quella minaccia molto più potente della precedente. «Un po' presto per conoscere un'altra donna della tua famiglia...soprattutto se hai preso l'amorevole carattere da lei.»... «È un sacco pungente. Poi dimmi se somiglia al sangue vero» va, che curioso. Poi si chiede perchè il suo patronus è una scimmia. «Pensi già alla prossima volta? Sei molto sicura delle tue tecniche di seduzione, direi.»... «Noi due?» È strano vedersi di nuovo insieme?
[A] «Le mie tecniche seduttive funzionano benissimo, infatti sei qui con me.» Il che sembra non fare una piega. «Sì, noi due.» Loro due, dopo anni. «Ma noi due... Così.» Insieme, più o meno ufficialmente. E poi, improvvisamente, prova ad afferrargli la mano libera. Un gesto delicato ma deciso, che vorrebbe condurre la mano del giovane nel taglio centrale della camicetta fino a fargliela posare sul cuore. «Ti ricordi che m’hai detto al San Mungo? Che avrei dovuto preoccuparmi del mio cuore, che poteva ricominciare a battere dopo tanto tempo.» Si schiarisce piano la voce, mentre china il capo all’indietro, posandolo sulla sua spalla. E lo osserva, con un piccolo sorriso. «Lo senti? Batte sempre, quando sono con te.»
[E] Si fa spostare la mano curioso, e mentre ha una battuta pronta sulla tetta che sta per toccare, lei lo spiazza, e lo lascia ancora senza parole. A proposito di cuori poi, sarà facile per lei sentire sulla schiena il battito aumentato del cuoricino di lui. «ok, con la battuta d'abbordaggio vampirica mi hai ufficialmente conquistato.» con l'imbarazzo che non lo fa diventare rosso solo perchè la brezza e il freddo serale lo tengono a bada.«Ora, se non le dispiace...faccio una cosa che volevo fare da quando siamo arrivati...» ...Che è evidentemente cercare di prenderla in braccio di prepotenza, e correre verso il mare con lei ancorata davanti. Sempre che riuscisse a catturarla, altrimenti si darebbe volentieri all'inseguimento. «AFFOGARTI!»
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gcorvetti · 3 years
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Che dire.....
Siamo alle solite, anzi sono 3 mesi che siamo alle solite, dopo aver accettato l'incarico di fare da insegnante di italiano a mio figlio da parte della scuola mi aspettavo il pagamento a fine lavoro, come mi ha detto l'insegnante dell'anno prima, un'amica italiana che viveva qua, ma ad oggi non ho ricevuto un centesimo che uno. In questi mesi ho scritto diverse email, all'insegnante, alla direttrice che a metà luglio mi disse che erano in vacanza e che se ne parlava ad agosto, poi ad agosto mi ha rimbalzato a settembre dicendomi:'noi paghiamo gli insegnanti all'inizio del mese, massimo il 10'; oggi è 11 e non ho visto niente. Quasi la stessa situazione che mi capitò l'anno scorso con quel coglione che pensava di farmi fesso facendo dei conti del cazzo per non pagarmi le ferie non godute, alla fine è bastato mensionare l'ispettorato del lavoro che i soldi sono arrivati tutti. Ma è mai possibile che una scuola statale debba fare sti giochetti, che poi non sono neanche tanti soldi, avrò la faccia da stupido, da uno che è facile prendere in giro, che so, oppure il fatto che sono gentile viene preso come una debolezza, non ho idea, ste persone hanno una grave lacuna nella comunicazione. Adesso mi trovo in una situazione che non so se scrivere ancora e fare notare che mi è stato detto che mi avrebbero pagato entro il 10 e invece no, oppure aspettare lunedì e vedere se magari mi mettono sti cazzo di soldi, non so; ho sentito Venusia, si chiama proprio così l'insegnante precedente una bella donna rossa naturale che però è diventata amica della mia compagna qnd niente, vabè, dicevo, l'ho sentita già un mese fa e lei stessa mi ha invitato a scrivere e lamentarmi, ma le sembrava assurdo che ancora non mi abbiano pagato. Stando però al classismo di questi trogloditi mi sa che mi pisciano perchè non sono un insegnante abilitato e quindi posso anche fare la fame, questa è un anda dei tempi moderni che mi sta sul cazzo, ho fatto il lavoro pretendo i miei soldi che io sia il super mega bravo e pluri cartato (nel senso che ho tanti titoli) o che io sia il lava cessi pretendo i miei soldi.
Volevo lanciare il negozio, fare la pubblicità, iniziare con il piede giusto, invece mi ritrovo un pugno di mosche in mano anche grazie alla rottura del telefono che mi è costata 150€, tutti i soldi che mi restavano che avrei usato a sto punto per fare il negozio online, ma no, il vecchio pelato e brutto non può avere quello per cui ha sudato tutta la vita, cioè una compagnia tutta mia e quindi un'indipendenza dal lavoro tradizionale che è oramai schiavismo allo stato puro.
I lavori qua sono gli stessi che in giro per l'europa, stessi orari, stessa fatica, solo che gli stipendi sono decisamente più bassi, ti fai il culo, per esempio, 12/13/14 ore al giorno in cucina per meno di 1000€ al mese, quando un cuoco base in italia prende sui 1500€, almeno ai miei tempi. Cosa dire, sono nervoso, è logico, mi trovo una marea di abilità, l'ultima è la stampa 3D, suono diversi strumenti, scrivo musica e testi, so usare photoshop bene, so fare siti internet, cucino da dio, sono un bravo cameriere, un barman, e alcune cose che non faccio da tempo ma che sono nelle mie corde, come si dice, ma grazie al fatto che l'arte e quindi gli artisti non sono contemplati in questo paese devo ripiegare mio malgrado a lavoretti da schiavo e a quasi 50 anni (con quasi 40 di musica sul groppone) non posso esprimere la mia visione del mondo da artista, che poi non so se sono un artista, questo dovrebbero dirlo gli altri. Oltre allo sfogo e magari scrivere una mail non posso fare altro, anche se mi andrebbe di scrivere a quelli dell'ispettorato e mandarli alla scuola, chissà magari essendo un'istituto pubblico mi rimbalzano pure loro.
Vita di merda. 13 anni fa dovevo scegliere se fare il barbone a Londra o venire qua e ricominciare da capo come mi è capitato altre volte, col senno di poi .... barbone a Londra, ma libero.
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deeley5 · 4 years
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Hai detto che io sono tornata senza dire una parola, ecco penso sia arrivato il momento di farlo.
In questo anno e mezzo ci sono state tante cose che mi hanno fatto stare male, molte cose che ho assimilato e mai metabolizzato, tante frasi dette e non dette che mi hanno mandato così tanto in confusione da farmi incazzare cosi tanto e decidere di andare via, perchè tanto la mia presenza era solo brutta e scontata. Ho pensato di voler ricominciare la mia vita senza di te, ma non perchè io non ti amassi, ma perchè mi ero resa conto di non poter far nulla se non andare via. Ho conosciuto Francesca in uno dei periodi più brutti della mia vita dove ero diffidente e cinica dove continuamente ricevevo porte in faccia e dove mi ero totalmente stufata. Ho chiuso il cervello e ho chiuso il cuore facendo passare giorni e mesi; fino a che mi sono ritrovata in una situazione che mi opprimeva e fino a che un giorno è successa una cosa “strana”. Il giorno prima se pensavo a Tamara mi incazzavo, quel giorno mentre mi facevo la doccia ho pensato a Tamara e dopo tanto ho sorriso. Ho iniziato a farmi domande su domande fino a prendere la decisione di staccarmi da quella situazione che mi opprimeva xke fondamentalmente il mio cuore richedeva altro.
Sono tornata e mi è arrivata una nuova batosta. Una grande, grandissima batosta e non ho reagito nel migliore dei modi lo so, ma ne eri certa che mi avrebbe fatto del male. E me ne hai fatto tantissimo! Era una cosa che ho sempre saputo e che nn hai mai fatto niente per farmi capire il contrario, niente. Non potevo stare li a guardarvi, infatti dopo quel venerdi che siamo state insieme, la prima cosa che hai fatto è stata quella di andarci a letto. Non sono mai stata una pazza gelosa, era la realtà che vedevo nei tuoi occhi quando la guardavi. E non mi sono sbagliata. Hai scelto di chiidere con me per andare da lei e riesci a dirmi che è stato il contrario. Quando non è affatto così xke io avevo chiuso con Framcesca, ma vedere le vostre belle storielle e week end mi ha fatto capire che io non contavo piu un cazzo e quindi ho deciso di lasciarti vivere la tua storia d’amore e prendermi quello che veniva. Francesca ha sempre provato in tutti i modi a conquistarmi, ma non è andata così come tu pensi. Siamo arrivate ad una conclusione insieme dove anche lei ha capito che le cose nn possono andare xke x quanto lei possa essere innamorata, io nn lo sono. Una conclusione che è arrivata dopo mesi e mesi di non tranquillità mentre te ti creavi la tua storia.
Ho risolto le mie cose perchè il mio cuore batte ancora per te; e una volta tornata mi devo beccare di nuovo altre cose.. tipo il “sà” o il “c’erano tutti quelli che dovevano esserci a cena” e pretendi anche che io sia li a cercare di rimettere le basi con te mentre tu puntualmente neanche mi calcoli o rispondi? Purtroppo ho capito che il tempo è un bene prezioso, io mi sono fatta la mia esperienza come tu ti stai facendo la tua, ma nn puoi pretendere la mia presenza. Mi hai fatto male (cosa che ho fatto anche io a te) ma Sara... beh nn me lo aspettavo proprio che potessi fare una cosa del genere.
Io non aspetteró più nessuno, l’ho fatto per parecchio tempo e il tempo sta andando via, non c’e piu posto per la paura. Se una persona vuole stare con me, fa i salti mortali, come sarei disposta a fare x te. Ma le cose si devono volere in due, e ancora una volta io sto qui a volere una cosa da sola.
Sarebbe bellissimo passare del tempo con te, ricostruire tutto, ricostruire quella fiducia che ho tradito e che ad oggi mi pesa nn avere, ricostruire quella complicità che solo noi conosciamo, ma non posso farlo. Sono la terza in comodo.
Hai vinto tu, alla fine ti sei presa la tua rivincita.
Ti ameró sempre, ma nn posso guardarti mentre ti crei la tua storia d’amore.
Zazu❣️
@erza87
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whosorsola · 3 years
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Where is the love?
Che fine ha fatto l'amore? È mai esistito davvero? Esiste? O era solo frutto di fantasia, film e cartoni animati ed ora che sono grande sto semplicemente sbattendo il muso contro la realtà?
Non ho mai pensato che l'amore fosse semplice ma ho sempre pensato che l'amore gli ostacoli potesse superarli e che se almeno uno dei due avesse saputo lottare bene, anche l'altro sarebbe stato in grado di abbattere le barriere.
Ritrovarsi a 35 anni con 7 anni di storia alle spalle tra cui 4 anni di convivenza ed essere lasciata perché non trovo un lavoro e non posso contribuire economicamente e perché ho dei problemi di salute che mi limitano in questo , è molto lontano dall'idea di amore che avevo in mente , così come è lontano dal mio modo di amare qualcuno.
Fa molto male ritrovarsi con una serie di problemi alla base che non mi sono andata a cercare ne che mi sono creata, ed in contempo ritrovarsi da sola a dover ricominciare, senza la persona che ho amato incondizionatamente e senza una famiglia che possa tendermi la mano e disinfettarmi le ferite della caduta.
Dov'è l'amore ? E come si vive senza?
Probabilmente sbaglio qualcosa, anzi, sicuramente sbaglio qualcosa. Sui social certe cose non si possono più dire perché deleterie per chi le legge, ma la realtà quotidiana mi insegna che bisogna essere stronzi!
Avete mai fatto caso che le persone che hanno tutto sono quelle più stronze? Io sì! E non confondetele per buone da dietro uno schermo perché dietro uno schermo siamo bravi tutti, incontratele e fate caso a come vi trattano di persona.
Un esempio stupido: nel 2008 avevo 23 anni. Guardavo amici di Maria de Filippi e c'era in quell'edizione un ragazzo (del quale non farò il nome pubblicamente) , era il ragazzo più dolce di quell'edizione. Lo incontrai all'aereoporto, ero felicissima così lo salutai. Con aria altezzosa abbassò lo sguardo non ricambiando il saluto. Maleducato e pieno di se, completamente l'opposto di quello che mostrava da dietro lo schermo.
Quindi ritornando al discorso di prima, i più stronzi sono quelli che hanno tutto. Sarà perché l'irraggiungibile attrae, sarà perché lo stronzo/a ti dà la sensazione di sfida continua e fa emergere la nostra primordiale voglia di vittoria. Non lo so, ciò che so è che io stronza non sono mai riuscita ad esserlo, soprattutto in amore ma anche in amicizia. E questo mi ha penalizzata.
Ma come si fa ad essere qualcuno che non sei? Come si può recitare giornalmente nella vita privata? Io ogni tanto ci ho provato ma sentivo un formicolio allo stomaco che mi faceva venire un nervoso incontrollabile, a volte mi è anche venuto da svenire nello sforzo di essere qualcuno che non ero. E comunque anche se ci riuscissi non potrebbe durare più di 24/48 H. Perché poi la vera me riemergerebbe come uno zombie da sotto terra.
Quindi dov'è l'amore? Che fine ha fatto?
Devo rassegnarmi ad una vita da sola come è successo a mia madre? Che poi lei ha fatto l'errore più grande , è rimasta da sola in attesa dell'uomo perfetto stile "dirty dancing" , bellissimo, dannato, romantico e ballerino! Io invece non ho mai aspettato il principe azzurro da favola, ma un uomo che nei reciproci difetti si accettassero e rispettassero e trovassero soluzioni nella reciproca comprensione e accettazione dei limiti dell'altro , imparando a vicenda qualcosa dall'altro e rialzarsi ridendo dopo ogni caduta leccandosi a vicenda le ferite. Ma forse è proprio la definizione di principe azzurro dei tempi moderni in fondo. L'introvabile, l'irraggiungibile.
Eppure non mi è mai stato facile smettere di crederci per davvero , sulla base del fatto che io sono esattamente così. E quindi penso se io sono così, vuole dire che non è impossibile che ciò esista. Quindi o sono l'unica sulla faccia del pianeta ad essere così oppure nel mio raggio d'azione c'è una pandemia di deficienti.
17/12/2020
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giulia-liddell · 4 years
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Qualcuno non sa sempre fare rumore, ma va bene così
Parole: 1749
Beta: Server di Discord
Fandom: Sanremo RPF (Cenone di Natale AU/Sanremo Family AU)
Ship: Nessuna (tecnicamente)
Avvertimenti: credo nessuno... Per una volta Diodato non è la punchline di una battuta
Note autore: Seguito di X, in cui Cally va a ringraziare Diodato e hanno l’occasione di parlare... Unrelated note: Happy Pride Month everyone!
Come gli è venuto in mente a quello lì di andarsi a cacciare nel capanno degli attrezzi da giardino? E come diavolo fa zio Bugo a sapere che è andato proprio là? Pensa Cally mentre si allontana dalla tavolata allestita all’aperto sotto il sole primaverile per cercare lo scomparso Antonio. In realtà non è esattamente dentro il capanno degli attrezzi, è più di fianco, seduto con una scioltezza che non sembra sua su una panchina. Tiene gli occhi chiusi e la testa appoggiata all’indietro contro la parete del capanno. Cally improvvisamente sente che è stata una cattiva idea venirgli dietro… Sembra… Una di quelle situazioni in cui non dovresti disturbare qualcuno, quando basta una persona ed i suoi pensieri. Ma ormai è lì e non è mai stato il tipo che si tira indietro, quindi fa qualche passo in più «Ehi.» dice a bassa voce per attirare la sua attenzione. Antonio apre gli occhi e si volta verso di lui, ma non sembra essersi spaventato, sembra quasi troppo distratto da sé stesso per spaventarsi davvero. Cally lo osserva meglio e corruga la fronte «Ma stavi piangendo?» chiede. Non è mai stato il tipo da girare troppo intorno alle cose o da frenare la lingua, quindi non può fare a meno di chiederlo mentre osserva la sua faccia arrossata e gli occhi lucidi e gonfi. Antonio annuisce e Cally pensa che sia perché non riesce a parlare, ma subito aggiunge anche «Sì. Stavo piangendo.» con la sua solita voce calma, anche se leggermente alterata. È incredibile come riesca a sembrare così composto anche in questa situazione.
Cally si rimangia il centinaio di battute che gli erano venute in mente da fare e con molta cautela si avvicina ancora un po’ per sedersi accanto ad Antonio. «Io volevo ringraziarti per aver difeso mio cugino… Lo avrei fatto anche io, anzi di solito lo faccio io, o Tarek… Ma grazie comunque… È fantastico anche il discorso che hai fatto… Ed è bello per una volta vedere anche te che ti ribelli alla zia Rita… Insomma non mi sarei mai aspettato che lo avessi fatto, sei così…» Cally si interrompe in cerca della parola giusta «Così “in una posizione privilegiata agli occhi dei nonni e degli zii”?» suggerisce Antonio facendo un mezzo sorriso mentre guarda un angolo lontano del giardino «Sì. Sì, esatto. Insomma sei il cugino perfetto, quello a cui tutti vogliono bene, sei quello che non deve mai sopportare offese e che non deve mai difendersi da nessuno… Ad essere onesto ti odiano un pochino tutti per questo… Cioè, io sicuramente… Anche il modo in cui hai trattato Elodie e Levante non mi è piaciuto per niente, insomma Levante ha diritto di fare quello che vuole e-» Cally non vorrebbe suonare offensivo, almeno non in questo momento, ma non può trattenersi dal buttare fuori quello che pensa «Ah è così che la vedi tu? Credi che a Natale io ce l’avessi con Levante perché ha chiuso la nostra relazione e si è messa con Elodie? Sicuramente non avevo preso benissimo la rottura… Questo è certo, ma… Non importa.» lo interrompe Antonio per poi rinunciare a quello che stava dicendo. L’attenzione di Cally torna al massimo «No, aspetta, adesso devi spiegarmi. Non puoi buttare l’amo così e poi non farci niente… Io… Prometto di non farne parola con nessuno, parola d’onore. Hai difeso mio cugino e ti sono debitore. So che non sono la persona più affidabile di questa famiglia, ma su una questione di onore non faccio cazzate.» si affretta ad incalzarlo. Antonio si volta improvvisamente per guardarlo negli occhi, come per testare che stia dicendo la verità, e Cally nota che sono di nuovo lucidi. Sembra davvero sul punto di ricominciare a piangere. «Lo giuri?» chiede con un filo di voce, perdendo solo per un attimo la sua compostezza. Cally si rende conto che ha bisogno che lui gli dica di sì, ha bisogno di liberarsi di un peso con qualcuno. «Lo giuro.» risponde seriamente guardando Antonio negli occhi per cercare di trasmettergli più fiducia possibile.
Antonio prende un respiro profondo e appoggia di nuovo la testa alla parete dietro la panchina, guardando in alto le poche nuvole bianche che viaggiano per il cielo azzurro. Sembra raccogliersi un attimo per farsi contagiare dalla serenità di quella giornata primaverile prima di riuscire a parlare «Io… Non ce l’avevo con Claudia, davvero… A Natale ho fatto delle gran puttanate, questo lo so e mi dispiace… Ma perché provavo invidia.» spiega Antonio sospirando. Cally non sa se è più stupito dall’aver sentito il signor Perfetto dire una parolaccia o dall’averlo sentito ammettere che era invidioso di qualcuno. Lui. Quello che di solito tutti invidiano. «C- Cosa intendi con “provavo invidia”? Perché lei è in una relazione e tu no?» chiede Cally sperando che dal suo tono si capisca che non intende prenderlo in giro. Antonio scuote la testa «Sarebbe davvero da bambini piccoli prendersela per una cosa così semplice, non trovi? Mi credete così infantile? Ouch… No… No, provavo invidia perché… Perché…» Antonio si interrompe e quel mezzo sorriso che era riuscito a fare scompare dalla sua faccia. Cally lo osserva con attenzione. Capisce perfettamente che si sta sforzando e non vuole assolutamente portarlo al punto di rottura «Ehi, ehi… Non devi mica sentirti obbligato, eh. Se non vuoi parlarne non fa niente… Possiamo parlare di altro… Possia-» prova a dire, ma subito Antonio lo interrompe «NO! No, ti prego… Se- Se non lo dico adesso non lo dirò mai più, lo so… Voglio solo… Voglio solo buttarlo fuori per una volta…» Antonio sospira e fa una piccola pausa prima di ricominciare «Perché loro riuscivano ad essere sé stesse ed io no.» dice, mentre alcune lacrime ricominciano a scendere silenziosamente lungo le sue guance. Cally resta a fissarlo un attimo. Sembra fuori posto tutta quell’amarezza in una giornata di sole così bella.
«Perché credi di non poter essere te stesso?» chiede con cautela Cally scrutando il volto di Antonio e riesce a notare una piccola smorfia involontaria che lui cerca subito di nascondere «”Stessa”» mormora sottovoce Antonio. «Come?» chiede Cally, che ha sentito benissimo, ma non ha afferrato il senso di quella correzione. Antonio chiude gli occhi e stringe le labbra, come se si stesse concentrando per farsi coraggio e poi parla con il suo solito tono calmo «Non credo di poter essere me stessa.» dice versando ancora qualche lacrima. Cally resta un attimo in silenzio mentre gli ingranaggi della sua mente rielaborano quello che ha appena sentito. Oh. Credo di aver capito. «Da quanto…? Perché non hai mai…? Io… Mi dispiace.» riesce a rispondere Cally prima di darsi dello stupido da solo «No, scusa. “Mi dispiace” è una risposta del cazzo. Io non avevo assolutamente idea di questa cosa e ti ho preso in giro per così tanto e ti ho sempre chiamato nel modo sbagliato e sicuramente non ho fatto altro che contribuire al tuo stato di malessere generale… Un “mi dispiace” non basta… Non ho modo di scusarmi per questo…» aggiunge subito con tono più deciso. «Come se io non ti avessi mai preso in giro… Con tutti voi… Ho rigirato il mio non poter essere me, insultando voi che ci riuscivate… Volevo mantenere quell’aria da “cugino perfetto” come se fosse una maschera… E… Non volevo perdere quell’attenzione che ricevevo… Non so neanche perché… Ci sono stati dei momenti in cui avrei voluto dire tutto, ma… Poi vedevo come le nonne parlavano di te o del ragazzo di Riccardo o di Anastasio e… Perdevo il coraggio…» cerca di tranquillizzarlo Antonio (?). Cally rimane un momento confuso «Tu sai davvero di tutti quanti? Perfino di me? Di Eugenio?» chiede e Antonio (?) gli sorride debolmente «Certamente. Mi hai mai sentito usare il tuo deadname? Siete la mia famiglia. Ho sempre ascoltato attentamente tutti i vostri discorsi e vi ho sempre osservati… Adoravo vedere le vostre bandiere in braccialetti, anelli, spille… Ho sempre guardato tutte le foto dei Pride a cui siete andati… Ma… Sì, ecco in un certo senso ho cercato di proiettare in quello che facevate voi…» spiega Antonio (?). Cally resta sorpreso dalla considerazione che dimostra per ognuno di loro, perfino per lui.  
«Cazzo… Prima di continuare il discorso, ti posso chiedere come preferiresti che ti chiami? Hai un nome scelto?» chiede subito Cally scuotendo la testa e fissa un attimo i suoi occhi di nuovo lucidi. Sicuro dopo devo portarle almeno un litro d’acqua per la reidratazione. «Ecco… Io… Ci ho pensato, ma… Non ne ho mai provato uno ad alta voce… Quindi… Un po’ mi mette ansia come cosa… Comunque… Volevo provare con “Anita”.» dice Anita. Cally annuisce «Ehi, peggio del mio soprannome idiota non può essere… Posso chiederti come mai Anita? Se ti va di dirmelo…» risponde e ad Anita si illuminano gli occhi «Ecco… Le versioni femminili di “Antonio” non mi piacciono e… Non volevo una cosa troppo simile al mio nome di battesimo… E… Mi sembrava un nome che ricorda abbastanza quello di battesimo, ma anche che suona completamente diverso… Se ha senso come discorso…» spiega lei. Cally annuisce «Sì, certo certo… Ha senso… Domanda: ti possiamo ancora chiamare “Godgiven” tra noi cugini? Tecnicamente è gender neutral, anzi forse più femminile dato che sappiamo tutti che Dio è una donna, ma voglio essere sicuro…» commenta subito e Anita scoppia a ridere, sembra anche che provi ad usare un tono leggermente più acuto. Cally sorride pensando che si è sentita abbastanza sicura con lui per tentare ad usare un timbro diverso «Davvero mi chiamate così? Ma è bellissimo! Certo, approvo al cento per cento il mio soprannome gender neutral! Ma… Ecco non credo di essere pronta a parlarne con gli altri… Io ecco… L’ho detto a te perché… Perché ne avevo bisogno e perché… Beh tu sei non-binary e sei una lesbica quindi… Sei la persona con un’esperienza più vicina alla mia che io conosca… C’è sempre Eugenio, ma lui è un ftm gay, non è proprio la stessa cosa e… Non ci conosciamo molto…» risponde lei con un sorriso e Cally le fa un occhiolino «Non preoccuparti Anita, il tuo segreto è al sicuro con me. E quindi sei una lesbica anche tu, eh? Sempre bello conoscerne altre… Se ti senti tranquilla a restare un paio di minuti da sola, ti porto un po’ d’acqua…» propone Cally e Anita annuisce «Grazie mille… Davvero… Comunque sono pan.» dice con un piccolo sorriso. Sembra più serena. Beh sicuramente gli eventi hanno preso una piega inaspettata.
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fettebiscottate · 5 years
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non scrivo più niente qui sopra (forse dovrei ricominciare??) perché sono successe un sacco di cose e ho superato un paio di ansie in più però ora ho dato un bacio a mia madre e lei mi ha detto “senza scarpe sei proprio bassa...” e questa è la mia faccia quindi niente, buon lunedì sera a tutti io mi ritiro di nuovo baci
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-7 giorni
Evviva, scuola nuova, diario nuovo, quaderni nuovi. Tutto fantastico, posso ricominciare da capo, capire gli errori che ho fatto e non ritrovarmi più in un limbo sociale.
Nessuno mi conosce, posso diventare quella che voglio. Se non fosse per la mia amica, andiamo nella stessa scuola e così a lei viene in mente di chiedermi: 
Ehi, facciamo la richiesta per la classe insieme!
Non è che non mi faccia piacere... è solo che mi piaceva non solo girar pagina, ma proprio cambiar libro. Lei è mia amica, forse è un po’ possessiva, ma non potevo mica dirle: No.
Cioè, sì, avrei potuto dirglielo... ma non si trattano così le persone... Tutta colpa di questa mia empatia, non posso fare a meno di dare alle persone ciò che vogliono, anche un loro sorriso mi rende felice di me stessa.
Pazienza.
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lamomodicecose · 4 years
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Il Congiunto Triste... non è un film
Buon pomeriggio a tutti,
dopo un bel piatto di tortelli prodotti dalle mie manine direi che sia giunto il momento di mostrarvi una cosa.
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In questo periodo di Quarantena ne abbiamo sentite di tutti i colori, di tutti i decreti e di tutte le teorie complottiste.
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Ma alla fine ci stiamo forse arrivando in fondo e con molta pazienza ci siamo meritati un “Tana libera alcuni” perchè per ora “Tana libera Tutti” non è il momento.
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Sì, forse non torneremo a fare i Sabati sera in discoteca o i venerdì sera aperitivi fino a quando il fegato chiede pietà, però almeno qualcosa può ricominciare: il lavoro in alcuni settori, farci una bella passeggiata sotto al sole, una pedalata da un paese all’altro, andare a trovare le nostre famiglie che poverette non ne possono più di vederci in uno schermo triste e freddo...
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..e anche loro, i congiunti.
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Che poi per congiunti...che cosa s’intende!?
Teorie e supposizioni da qualsiasi forma di essere vivente e entità mistiche sarebbero emerse, per giorni ci sono state tensioni e polveroni sulla fatidica parola congiunto.
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Così è diventata la teoria del Congiunto, e sono emerse fonti discordanti e pareri. Ma alla fine sembra che siano mariti, mogli, fidanzati da millenni comunque soprannominati “Affetti Stabili”.
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Che poi per stabile io avrei diverse teorie anche lì, ma aremo tempo per parlarne se lo vorrete prossimamente.
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Oggi mi premeva invece una teoria proprio su una tipologia di Congiunto che ieri è balzata ai miei occhi:
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                                       IL CONGIUNTO TRISTE
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Ieri sono uscite tutte le norme spiegate schematicamente per chiarire il Decreto del 4 Maggio, così che non ci siano fraintendimenti o sgarri alle regole.
Tutto spiegato perfettamente e con le illustrazioni accanto per rendere più chiari i concetti, se non fosse che ho notato la faccia del congiunto con la congiunta che congiungendosi tra un congiuntivo e l’altro insomma...è triste.
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O almeno secondo me.
Così sono nate diverse teorie, ho chiesto ovviametne supporto di teorici esperti nel settore delle cazzate come la sottoscritta. E chi meglio degli amici poteva aiutarmi in questa teorica impresa del Congiunto disegnato nel regolamento?
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La mia teoria:
Il Congiunto è triste di essersi congiunto con la sua Congiunta perchè stava bene da solo a nerdare brutalmente con l’X Box.
Le teorie degli amici raccolte accuratamente:
-E’ triste perchè gli è venuta la Congiuntivite;
-E’ triste perchè la sua Congiunta non si è depilata;
-E’ triste perchè non ha in ordine nemmeno i tre capelli che ha in testa per colpa dei parrucchieri chiusi;
-E’ triste perchè ha finito l’alcool da poter conividere con la Congiunta e ora si rende conto della sua reale bellezza, cioè non è Megan Gale ai tempi della Omnitel;
-E’ triste perchè lei è al terzo mese di gravidanza, e mananggia a lui e a quando si è fidato di lei che prendeva la pillola;
-E’ triste perchè lei gli ha appena dichiarato di essere lesbica;
-E’ triste perchè ha l’acconciatura di uno schiavo egiziano del cartone “Il Principe d’Egitto”, rapato su tutta la testa tranne un lato con il codino, e la sua congiunta col sorriso gli avrebbe detto che non è di suo gradimento.
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Insomma ce n’è per tutti i gusti.
Ma alla fine è arrivata la teoria che alla fine si avvicina più alla reale e triste verità più triste del congiunto.
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“Il congiunto ha i baffi! Non è la bocca, però i baffi sono disegnati talmente male che sembra una faccia triste!”
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Alla fine è la teoria che vince e distrugge ogni mio sogno di delirio nei confronti del Congiunto Triste...
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Però alla fine ci sta. Il Disegnatore si vede che ha fatto i baffi che sembravano una bocca, ma pazienza, lo perdoniamo. Ognuno comunque vede le cose in maniera diversa e questo esperimento è stato bellissimo.
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E voi?
Che teorie avete su quell’immagine?! Anche voi pensavate fosse triste o...
Ad ogni è anche bello fantasticare, anche sulle cose serie.
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novellinacipollina · 5 years
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LgBt
Per quanto si stia comportando da stronza..non posso fare altro che ringraziarla..se non fosse stato per lei e dico lei perché non riesco ancora a definirla come mia ex non avrei mai fatto passi del genere..non avrei mai potuto scoprire chi sono veramente magari per paura di espormi o crederci...lei e stata l'unica in cui ci ho trovato qualcosa per cui amare e combattere..in lei ho visto chi ero e chi potevo essere..in lei qualcosa mi ha fatto perdere la testa...e me lho dicono in tanti che con lei sinoa data proprio fuori....e.......non mi interessa...ne vado fiera..anche se adesso soffro..anche se lei dice di amarmi ma preferisce perdermi...lei mi ha fatto capire chi sono...cosa mi piace..chi mi piace..cosa significa amare..cos'è il vero amore...con lei ho provato davvero un amore indescrivibile..tra alti e bassi..tra litigi e sorrisi..tra pianti e risate..cazzo tutto perfetto a modo suo...e la ringrazio...so che questo non lo leggerà perché ora ha cancellato...e va bene così..meglio...tanto che la ringrazio gia lo sa...forse per cosa non più.. ma non importa..forse nemmeno gli interessa...ma ciò che importa e che per sua ti io soffra e stia male...e mi faccia male....la ringrazio ugualmente perché senza di lei non avrei mai potuto confermare chi sono veramente..
Non disgusto i maschi..anzi..molti sono fighi e quello che volete...ma come mi eccita una ragazza..per lo più mi e successo con lei..ma ciò che provo con una ragazza..non l'ho provo con nessun altro..per quanto possa piacermi un ragazzo..non riesco a sentirmi a mio agio come mi sento con una ragazza....tutti dicono che dovrei prendere parte..ma non lo ritengo rispettoso...se dovessi scegliere..direi che sono più lesbica che etero...ma non equivale a disgustare l'uomo per me...solo per questo mi ritengo bisex..perché in fondo la bellezza la trovo in entrambi i sessi...ma fisicamente emotivamente e personalmente passionalmente ecc ecc ecc...mi trovo solo con le ragazze..per lo più lei...perché sono stata solo con lei e tutt'ora l'amo ancora nonostante tutto...però con una ragazza riesco ad aprirmi di più..a lasciarmi andare...quindi felice di esserlo..e la ringrazio perché sono più che sicura che non avrei mai osato con nessun altra provarci ed espormi così..non avrei avuto modo..e non avrei nemmeno mai tentato...
TI AMOOOOOO..E PROBABILMENTE NON SMETTERÒ..e lo urlerei al mondo.
Vorrei ricominciare nonostante tutto lo skifo, ma probabilmente lei no.
SONO PAZZA SIII...MA DI LEI..D'AMORE PER LEI...
e purtroppo solo dopo averla persa mi sono resa conto che senza di lei non riesco a stare..di ciò che perdevo..e sembrerò bipolare, pazza, ma cazzo se solo non l'avessi delusa, ecc....me la sposerei all'istante...perché io..so ciò che provo adesso...e non esiterei..io non ho alcun dubbio..l'amo e basta.
Nonostante tutto! L'amore è più forte.
@novellinacipollina @rainbowrain16
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