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#patin artistico
sounds-right · 7 months
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“UNA MORTE DA MEDIANO”: terzo album per Francesco Cavestri 
Dal 16 febbraio 2024 sarà disponibile sulle piattaforme di streaming digitale "UNA MORTE DA MEDIANO", il terzo album di Francesco Cavestri  che fa parte dell'omonima colonna sonora prodotta da Rai Tgr e Rai Play Sound.
"Una morte da mediano" è una raccolta di nove brani originali composti da Francesco Cavestri come commento musicale dell'omonimo podcast ideato dal regista e giornalista (vincitore del David di Donatello) Filippo Vendemmiati.
La colonna sonora è registrata in solo piano, con aggiunte di leggere patine di elettronica che creano l'ambiente sonoro tipico della produzione musicale di Francesco Cavestri. La musica, che accompagna la storia di Denis Bergamini, un beniamino del calcio di fine anni '80 trovato morto in circostanze poco chiare, ha un'atmosfera meditativa, sospesa, a tratti cupa e a tratti solare, caratterizzata ora da tessuti melodici pianistici, ora da suoni elettronici, incursioni di archi e improvvisazioni libere in solo piano. Un album dalle tante sfumature, ispirate alle vaste influenze musicali che caratterizzano il mondo artistico di Francesco Cavestri. I titoli dei brani, letti in ordine, costituiscono una poesia, ispirata da "Forse un mattino andando" di Eugenio Montale: 
Un giorno camminando 
Si risveglia il suono della natura 
Un respiro 
Forte di vita 
Prende il ritmo, perde il ritmo 
Nella via del silenzio 
Mi guardo indietro 
Un giorno camminando 
Commenta l'artista a proposito del progetto: "L'album ha tre aspetti centrali: quello compositivo, quello 'improvvisativo' e quello costituito dalle aggiunte elettroniche, volte a creare un'atmosfera sonora contemporanea che si interfaccia con le parti in solo piano. Questi tre aspetti si legano e corroborano a vicenda, come nel caso di "Si Risveglia il Suono della Natura" e "Forte di Vita" , rispettivamente il secondo e il quarto brano dell'album, in cui le melodia dolci e intense, esposte dal pianoforte, vengono avvolte da sonorità come pad elettronici e strumenti orchestrali, che le impreziosiscono." 
Biografia
Pianista compositore e divulgatore (classe2003), Francesco Cavestri studia pianoforte dall'età di 4 anni e si laurea a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna (il più giovane laureato del dipartimento Jazz). Negli USA ha modo di frequentare la scena musicale newyorkese e di studiare al Berklee College of Music di Boston, dove conosce un gruppo di musicisti americani con cui si esibirà in importanti rassegne estive a Bologna e a Boston. 
Il suo primo album "Early17," una combinazione di hip-hop, soul e R&B, con elementi di jazz contemporaneo,con 9 tracce inedite e feat di Fabrizio Bosso, ottiene consenso di pubblico e di critica. Cavestri in questi anni si è esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri  (il Bravo Caffè di Bologna, l'Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally's Jazz Club di Boston, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, il Festival JazzMi a Milano). Come divulgatore ha presentato la sua lezione-concerto "Jazz/hip hop – due generi fratelli) nelle scuole, nei teatri (anche a fianco di Paolo Fresu) e nei festival (Time in Jazz e JazzMI) e a breve uscirà anche una pubblicazione.
Al Festival "Strada del Jazz 2023" con il suo concerto in Piazza Maggiore a Bologna (che è stato registrato e prodotto dalla Regione Emilia Romagna per la rassegna Viralissima.) ha vinto il Premio come giovane pianista che unisce presente e futuro. 
Di recente ha anche registrato la sua prima colonna sonora per un podcast di produzione Rai, il cui album è in uscita. 
Dopo "IKI – BELLEZZA ISPIRATRICE" (gennaio 2024), "Una morte da mediano" è il terzo album di Francesco Cavestri disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 16 febbraio 2024.
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djs-party-edm-italia · 7 months
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“UNA MORTE DA MEDIANO”: terzo album per Francesco Cavestri 
Dal 16 febbraio 2024 sarà disponibile sulle piattaforme di streaming digitale "UNA MORTE DA MEDIANO", il terzo album di Francesco Cavestri  che fa parte dell'omonima colonna sonora prodotta da Rai Tgr e Rai Play Sound.
"Una morte da mediano" è una raccolta di nove brani originali composti da Francesco Cavestri come commento musicale dell'omonimo podcast ideato dal regista e giornalista (vincitore del David di Donatello) Filippo Vendemmiati.
La colonna sonora è registrata in solo piano, con aggiunte di leggere patine di elettronica che creano l'ambiente sonoro tipico della produzione musicale di Francesco Cavestri. La musica, che accompagna la storia di Denis Bergamini, un beniamino del calcio di fine anni '80 trovato morto in circostanze poco chiare, ha un'atmosfera meditativa, sospesa, a tratti cupa e a tratti solare, caratterizzata ora da tessuti melodici pianistici, ora da suoni elettronici, incursioni di archi e improvvisazioni libere in solo piano. Un album dalle tante sfumature, ispirate alle vaste influenze musicali che caratterizzano il mondo artistico di Francesco Cavestri. I titoli dei brani, letti in ordine, costituiscono una poesia, ispirata da "Forse un mattino andando" di Eugenio Montale: 
Un giorno camminando 
Si risveglia il suono della natura 
Un respiro 
Forte di vita 
Prende il ritmo, perde il ritmo 
Nella via del silenzio 
Mi guardo indietro 
Un giorno camminando 
Commenta l'artista a proposito del progetto: "L'album ha tre aspetti centrali: quello compositivo, quello 'improvvisativo' e quello costituito dalle aggiunte elettroniche, volte a creare un'atmosfera sonora contemporanea che si interfaccia con le parti in solo piano. Questi tre aspetti si legano e corroborano a vicenda, come nel caso di "Si Risveglia il Suono della Natura" e "Forte di Vita" , rispettivamente il secondo e il quarto brano dell'album, in cui le melodia dolci e intense, esposte dal pianoforte, vengono avvolte da sonorità come pad elettronici e strumenti orchestrali, che le impreziosiscono." 
Biografia
Pianista compositore e divulgatore (classe2003), Francesco Cavestri studia pianoforte dall'età di 4 anni e si laurea a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna (il più giovane laureato del dipartimento Jazz). Negli USA ha modo di frequentare la scena musicale newyorkese e di studiare al Berklee College of Music di Boston, dove conosce un gruppo di musicisti americani con cui si esibirà in importanti rassegne estive a Bologna e a Boston. 
Il suo primo album "Early17," una combinazione di hip-hop, soul e R&B, con elementi di jazz contemporaneo,con 9 tracce inedite e feat di Fabrizio Bosso, ottiene consenso di pubblico e di critica. Cavestri in questi anni si è esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri  (il Bravo Caffè di Bologna, l'Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally's Jazz Club di Boston, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, il Festival JazzMi a Milano). Come divulgatore ha presentato la sua lezione-concerto "Jazz/hip hop – due generi fratelli) nelle scuole, nei teatri (anche a fianco di Paolo Fresu) e nei festival (Time in Jazz e JazzMI) e a breve uscirà anche una pubblicazione.
Al Festival "Strada del Jazz 2023" con il suo concerto in Piazza Maggiore a Bologna (che è stato registrato e prodotto dalla Regione Emilia Romagna per la rassegna Viralissima.) ha vinto il Premio come giovane pianista che unisce presente e futuro. 
Di recente ha anche registrato la sua prima colonna sonora per un podcast di produzione Rai, il cui album è in uscita. 
Dopo "IKI – BELLEZZA ISPIRATRICE" (gennaio 2024), "Una morte da mediano" è il terzo album di Francesco Cavestri disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 16 febbraio 2024.
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tarditardi · 7 months
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“UNA MORTE DA MEDIANO”: terzo album per Francesco Cavestri 
Dal 16 febbraio 2024 sarà disponibile sulle piattaforme di streaming digitale "UNA MORTE DA MEDIANO", il terzo album di Francesco Cavestri  che fa parte dell'omonima colonna sonora prodotta da Rai Tgr e Rai Play Sound.
"Una morte da mediano" è una raccolta di nove brani originali composti da Francesco Cavestri come commento musicale dell'omonimo podcast ideato dal regista e giornalista (vincitore del David di Donatello) Filippo Vendemmiati.
La colonna sonora è registrata in solo piano, con aggiunte di leggere patine di elettronica che creano l'ambiente sonoro tipico della produzione musicale di Francesco Cavestri. La musica, che accompagna la storia di Denis Bergamini, un beniamino del calcio di fine anni '80 trovato morto in circostanze poco chiare, ha un'atmosfera meditativa, sospesa, a tratti cupa e a tratti solare, caratterizzata ora da tessuti melodici pianistici, ora da suoni elettronici, incursioni di archi e improvvisazioni libere in solo piano. Un album dalle tante sfumature, ispirate alle vaste influenze musicali che caratterizzano il mondo artistico di Francesco Cavestri. I titoli dei brani, letti in ordine, costituiscono una poesia, ispirata da "Forse un mattino andando" di Eugenio Montale: 
Un giorno camminando 
Si risveglia il suono della natura 
Un respiro 
Forte di vita 
Prende il ritmo, perde il ritmo 
Nella via del silenzio 
Mi guardo indietro 
Un giorno camminando 
Commenta l'artista a proposito del progetto: "L'album ha tre aspetti centrali: quello compositivo, quello 'improvvisativo' e quello costituito dalle aggiunte elettroniche, volte a creare un'atmosfera sonora contemporanea che si interfaccia con le parti in solo piano. Questi tre aspetti si legano e corroborano a vicenda, come nel caso di "Si Risveglia il Suono della Natura" e "Forte di Vita" , rispettivamente il secondo e il quarto brano dell'album, in cui le melodia dolci e intense, esposte dal pianoforte, vengono avvolte da sonorità come pad elettronici e strumenti orchestrali, che le impreziosiscono." 
Biografia
Pianista compositore e divulgatore (classe2003), Francesco Cavestri studia pianoforte dall'età di 4 anni e si laurea a 20 anni in pianoforte jazz al Conservatorio di Bologna (il più giovane laureato del dipartimento Jazz). Negli USA ha modo di frequentare la scena musicale newyorkese e di studiare al Berklee College of Music di Boston, dove conosce un gruppo di musicisti americani con cui si esibirà in importanti rassegne estive a Bologna e a Boston. 
Il suo primo album "Early17," una combinazione di hip-hop, soul e R&B, con elementi di jazz contemporaneo,con 9 tracce inedite e feat di Fabrizio Bosso, ottiene consenso di pubblico e di critica. Cavestri in questi anni si è esibito in importanti Festival e Jazz Club italiani ed esteri  (il Bravo Caffè di Bologna, l'Alexanderplatz Jazz Club di Roma, la Cantina Bentivoglio di Bologna, il Wally's Jazz Club di Boston, la Casa del Jazz di Roma, il Festival Time in Jazz in Sardegna, il Festival JazzMi a Milano). Come divulgatore ha presentato la sua lezione-concerto "Jazz/hip hop – due generi fratelli) nelle scuole, nei teatri (anche a fianco di Paolo Fresu) e nei festival (Time in Jazz e JazzMI) e a breve uscirà anche una pubblicazione.
Al Festival "Strada del Jazz 2023" con il suo concerto in Piazza Maggiore a Bologna (che è stato registrato e prodotto dalla Regione Emilia Romagna per la rassegna Viralissima.) ha vinto il Premio come giovane pianista che unisce presente e futuro. 
Di recente ha anche registrato la sua prima colonna sonora per un podcast di produzione Rai, il cui album è in uscita. 
Dopo "IKI – BELLEZZA ISPIRATRICE" (gennaio 2024), "Una morte da mediano" è il terzo album di Francesco Cavestri disponibile sulle piattaforme di streaming digitale dal 16 febbraio 2024.
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planetasurdigital · 1 year
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PATIN ARTISTICO - ¡Medallas de plata para Giuliana Scarmada y Leila Aciar en el Mundial! 🇦🇷🛼
En el torneo que se desarrolla en Ibagué, Colombia, ambas lograron el podio en la categoría inline. Scarmada fue subcampeona en Junior y Aciar logró el subcampeonato por segunda vez consecutiva 👏
📸 CAdeP
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maisellofspades · 6 years
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Maquillaje, malla, cabello, sombrero y patines listos para mi presentación de patinaje artístico de mañana. ¡A ser la mejor bruja!
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istayvulnerable · 8 years
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Amo este efecto 🎿🎿🌟
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elpatinaje · 3 years
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El Patinaje artistico
el patinaje artistico sobre ruedas es una diciplina  deportiva de deslizamiento donde los deportistas compiten sobre patines  combinando elementos técnicos con facetas artísticas. Este deporte es muy facil, pues requiere a la vez una buena preparación física y una gran capacidad de concentración.
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lucesdecordillera · 6 years
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Las hermanas patinadoras de elite mundial, Giselle y Elizabeth Soler, brindaron en el Polideportivo de El Bolsón una importante clínica de perfeccionamiento técnico de patín artístico abierto a las alumnas de las escuelas de la Comarca Andina. Facebook: Fanaticos por nuestro deporte XND
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Nuovo post su https://is.gd/6uVh7X
Libri| Ascesa e declino del rito bizantino in Terra d’Otranto. I possedimenti di San Nicola di Casole a nord di Brindisi
È in libreria dal 1 settembre l’ultimo libro di Vito Telesca “Il sogno orientale. Ascesa e declino del rito bizantino in Terra d’Otranto. I possedimenti di San Nicola di Casole a nord di Brindisi”.
Edito da ManifestoCultura è distribuito dalla Feltrinelli e Feltrinelli Online. Vito Telesca, saggista storico locorotondese ma di origini potentine, con questo libro ha voluto approfondire un tema poco dibattuto come la parabola del rito bizantino nella Puglia meridionale e in parte della lucania. Un crepuscolo favorito dalla chiesa di Roma che decise con Papa Niccolò II, attraverso un accordo con il normanno Roberto il Guiscardo, di intraprendere delle azioni per cacciare i bizantini dal sud Italia, favorendo la nascita del Regno di Napoli da un lato e il primato del rito latino dall’altro. Un passaggio che non fu né rapido né indolore come lo stesso Guiscardo volle evidenziare, ammettendo la radicalità estrema della cultura e del rito bizantino da Monopoli in giù.
Il libro dedica i primi due capitoli alla conquista bizantina del sud Italia per poi concentrarsi su una figura chiave, quella del principe Marco Boemondo d’Altavilla, fondatore (o restauratore) del monastero greco di San Nicola di Casole in Otranto. Un cenobio che dall’XI al XV secolo raggiunse l’apice della sua importanza poiché dotato di un enorme scriptorium con biblioteca ricca di libri greci, anche di stampo laico, e che a Costantinopoli era considerato una sorta di avamposto bizantino in Italia, dove si traducevano decine di testi e si alimentava la cultura greca.
Una vera accademia. Un monastero che godeva di numerosissimi possedimenti, sparsi anche oltre la Terra d’Otranto. Questi vennero elencati in un documento del 1218 da Papa Onorio III che, scrivendo all’Abate di Otranto, Padre Nicodemo, confermava i possedimenti al monastero. Tra questi uno a Monopoli, uno a Brindisi, ben due in territorio di Locorotondo e uno, enorme, a Fasano. Possedimenti in cui i monaci poterono avere una sorta di mobilità (un network basiliano) e un collegamento costante con Otranto. I possedimenti vennero confermati a patto che ovunque si continuasse a rispettare la regola di San Basilio. Quindi il rito greco-bizantino era, sotto Onorio, ancora garantito.
Attraverso i documenti, gli strumenti della moderna ricerca archeologica che sfrutta le fotogrammetrie aeree, i rammendi filologici tra discipline diverse come la storia della Chiesa e non ultima l’antropologia culturale, il libro invita a riscoprire il nostro territorio, ricco di storia magari dimenticata o ignorata e, soprattutto, a riscoprire le chiese rupestri. Soprattutto quelle a noi vicine come Lama d’Antico a Fasano e le tante masserie, guardandole con un occhio diverso, simbolo odierno di quegli anni e di quei movimenti.
Dal XV secolo la Terra d’Otranto subì l’invasione turca con la presa di Otranto nel 1480 e la distruzione del Monastero di Casole e della sua cultura. Ma, più del turco, fu Roma a dare il colpo definitivo al rito bizantino. Le chiese vennero riconvertite forzatamente al rito latino, i sacerdoti greci messi al bando (anche uccisi) e i libri bruciati. Soltanto l’immigrazione dai balcani riuscì a dare una certa continuità al rito greco-ortodosso con la creazione di quartieri in alcune città o la fondazione di paesi sorti grazie all’avvento di slavi e albanesi. I monasteri greci passarono ai benedettini. Il libro, nel suo ultimo capitolo, racconta in modo interessante come alcune usanze di oggi derivino proprio da quel periodo e da quella cultura. Siamo per certi versi e inconsapevolmente ancora bizantini.
  SCHEDA DEL LIBRO:
Titolo: Il Sogno orientale
Sottotitoli: Ascesa e declino del rito bizantino in terra d’Otranto. I possedimenti di San Nicola di Casole a nord di Brindisi.
Autore: Vito Telesca
Pagine: 206 patinate a colori
Editore: ManifestoCultura – Mantova – Ce.Di. S.p.A.
Prezzo di copertina: 25 euro
Anche e-book su Amazon, IBS e Mondadori Store
https://www.lafeltrinelli.it/libri/vito-telesca/sogno-orientale-ascesa-e-declino/9788892360693
  Scheda dell’autore:
Vito Telesca, Scrittore saggista storico pugliese di Locorotondo, direttore di StoriaMeridiana e co-fondatore e consigliere Nazionale di ManifestoCultura, gruppo di studio per la valorizzazione e il recupero del patrimonio storico e artistico. In passato co-conduttore di “Sharing-Popoli che scelgono di incontrarsi”, promosso dal Consiglio d’Europa (programma Radiofonico). Ha collaborato con La Gazzetta del Mezzogiorno, e attualmente scrive articoli di storia e arte per la pagina culturale dei quotidiani “Il Roma – Cronache Lucane” e “Il Mattino” di Puglia e Basilicata. Collabora con il mensile Paese Vivrai. Insignito del Premio “Eccellenza Medievale 2014” assegnato da “Sguardo sul Medioevo” per il progetto di StoriaMeridiana.
Ha pubblicato: nel 2008 “Di padre in padre – viaggio nel rapporto tra padri e figli nella storia” (seconda edizione 2010), Francesco e Federico, due giganti allo specchio (2013), dist. Feltrinelli; una trilogia su Siponto e Monte Sant’Angelo per ManifestoCultura: Siponto e il Protoromanico (2017), Il Castello di Monte Sant’Angelo (2018) e l’abbazia di Santa Maria di Pulsano (2019).
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patinadoresoficial · 6 years
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Se é patins está no ar @soulsister.patinaje - 🕜 HORARIOS . Escribinos para ser parte! . . . ⚡Adolescente & Adulto ⛸️ Mar&Jueves: 10hs ⛸️ Mar&Jueves: 15:30hs ⛸️Mar&Jueves: 20hs . .⚡ Infantil ⛸️ Miér& Viernes: 18:30hs ⛸️ Mar&Jueves: 19hs . . . . Ph: Juan Pablo Raffaeli . #patinaje #patinajesoulsister #patinajeartistico #patinajesobreruedas #rollerskate #rollergirl #skating #patinadores #patinadora #patinadoras #artistico #recreativo #patinemos #Soulsister #Soulsisterteam - #regrann https://www.instagram.com/p/BvNntBVBgMy/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1hgvrlf1jfuq2
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yesiamdrowning · 6 years
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fare schifo al cazzo.
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Non mi chiedete perché ma sono convinto che Franco Battiato stia benissimo. Lo intuisco dalle foto che da qualche giorno accompagnano e autoalimentano le notizie riguardo a una sua grave malattia. E a questo punto devo spiegarvi una cosa sulle foto ai musicisti. Fino alla prima parte degli anni Zero, credo gli ultimi degni di memoria siano del 2OO2 a opera del solito britannico NME,  le riviste con una certa tiratura erano in grado di fornire ai lettori servizi fotografici inediti da affiancare agli articoli. Entrambi erano solitamente a firma di gente coi controcazzi con un qualcosa da dire o mostrare e che attualmente scrive libri di un certo spessore (anche solo in senso fisico) o colleziona numeri assurdi con personali in giro per mezzo mondo. Gente come Nick Kent e Anton Corbijn. Poi ha spopolato internet e tutto ciò che già sapete. Così, a meno di non essere Madonna e di festeggiare 6O anni con uno shooting di Steven Klein per Vogue, state certi che il massimo della foto che vi potranno fare o propinare sarà con un iPhone. Magari ogni tanto qualcuno spaccia qualcosa per simile ma si tratta di solito di versioni discount con arrivisti fotografati in digitale da un pirla della redazione. Succede, pure nelle rivste più patinate. Un tempo, però, l’idea di un servizio fotografico era l’idea stessa di aver toccato un apice della carriera. Non era solo la seduzione per noti edonisti ma anche motivo d’orgoglio per quanti credevano (veramente) al connubio tra musica e immagini e all’utopia dell’arte totale. Gente tipo Bowie, e alle nostre latitudini Mina - e la lista potrebbe durare pagine. Poi c’era chi se ne fregava alla grande. Pochissimi in vero, e nemmeno così scontati, che per ragioni disparate, si limitavano a fornire al giornale una serie di scatti promozionali  per un articolo interno o persino per la copertina. Ecco, Battiato è di questa categoria. Le uniche eccezioni di pregio sono degli scatti dei primi anni 7O di Gianni Sassi, e comunque mai per compiacere l’ego dei giornali - se mai come gesto performativo/provocatorio rivolto direttamente alle masse. Se infatti ora cercate su Google sono più facili da trovare immagini dei suoi quadri che sue, costringendo tutti a metterne di veramente oscene. D’altro canto, a quelli a cui piace essere fotografati in ogni salsa, poi accade che con gli stessi scatti ci riempiono (loro, o chi per loro) anche t-shirt e felpe, anche se alla prima impressione non avreste mai detto che quello fosse il fine ultimo; e invece: un bel giorno te li trovi da OVS col viso spalmato su tutto il torso come Justin Bieber e Vasco (spesso immortalati dagli stessi fotografi che hanno solo cambiato target decuplicando i diritti del proprio copyright). Allora comprendi il genio di chi si è defilato. Prima, quando sommergi la stanzetta di poster, ti sembra una cosa ridicola e non comprendi se un tuo idolo non si concede all’obiettivo di qualche fotografo cazzuto, limitandosi a foto di posa, di circostanza, basiche o fatte direttamete a cazzo. Poi il discorso cambia. Quando una foto viene riciclata o abusata, fino a renderla insopportabile, fino a perdere tutto il suo senso - artistico, musicale o quello che era. A un certo punto succede e a quel certo punto ti vengono alla mente gli altri. Quelli che sono rimasti fuori. Quelli che per trovare qualche immagine devi magari affidarti a qualche fissato ne ha estratte due da qualche videoclip. Quando succede è in genere con gente della madonna. Tipo i Wipers o i Disciplinatha e insomma, ora sono convinto che sia la scelta migliore. Magari sembra una stronzata. Qualcuno può ironizzare sulla bruttezza dei soggetti immortalati. Per qualcuno è persino una prova provata del loro stato di salute (anche mentale). Ma credo, almeno in questi casi, che non essendoci consepevolezza, non c’è rappresentazione: in tutti gli altri invece si, dalle foto di Beyoncé col pancione a quelle di Dave Grohl con il gesso, passando per quelle durante i matrimoni, i funerali e la caterva di scatti ospedalieri, da Rihanna a Jovanotti, tutti figli della foto a Kurt Cobain a terra con la testa tra le mani (fatta a Seattle nel 199O, quando di accopparsi non ci pensava affatto ovviamente). Tutti ricchi di spunti, il più spettacolare dei quali è senza ombra di dubbio la drammaturgia. Viene per seconda l’ambientazione psicologica; non sono tizi qualunque ma cantanti, con tutto quello che comporta: sensibilità, forza d’animo, ardimento, passione, sentimento, struggimento emotivo. E’ ovvio, almeno a me, che dietro qualsiasi scatto si contruisce l’articolo, una storia da tramandare ai posteri, da usare alla bisogna su Mojo o Cronaca Vera, creando una sorta di bio-film in tempo reale (”Si capiva che stava male”, si dice). Gliene faccio una colpa? Affatto, sono tempi difficili per tutti e scelte personali nella carriera di un artista che oramai sembrano di norma e giustificabilissime. Allo stesso modo, però, sono felice che gli sciacalli che in queste ore stanno cercando una foto “consona” di Battiato a commento dei loro trafiletti dimmerda non ne trovino nemmeno una. Queste notizie dovrebbero uscire (se gli va) dalla famiglia e non dalle poesie inedite messe sui social non si sa perché o dalle congetture di giornalisti sul vociare per le vie di Catania. Immaginate: se fosse vero, e la famiglia voleva segretezza, ora si trova gente a caso che ne piange una malattia di cui, a conti fatti, non cambia nulla; se è un falso, si trova gente a caso che ne piange una malattia inventata; su una foto presa per circostanza. Allora vedo il susseguirsi di queste ipotesi e supposizioni contornate da foto scarne, asettiche, per certi versi beffarde nella loro inespressività formale, che sottolineano il proprio diritto a una privatezza e, non mi chiedete perché, sono convinto che Battiato stia benissimo e si stia solo facendo, come sempre, i grandissimi cazzi suoi.  
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carmenvicinanza · 3 years
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Bette Midler
https://www.unadonnalgiorno.it/bette-midler/
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Bette Midler è una strepitosa attrice e una talentuosa cantante.
Nel corso della sua carriera ha vinto tre Grammy, tre Emmy, due Tony Award, quattro Golden Globe ed è stata candidata due volte al Premio Oscar alla migliore attrice oltre ad aver venduto 30 milioni di dischi in tutto il mondo.
È nata a Honolulu, il 1º dicembre 1945, in una famiglia di origini ebraiche e italiane, si chiama così in onore di Bette Davis.
Ha debuttato con un piccolo ruolo nel film Hawaii prima di trasferirsi a New York e iscriversi all’Actor’s Studio, allora diretto da Lee Strasberg.
Per tutti gli anni sessanta ha recitato nello spettacolo di Broadway Il violinista sul tetto che le è valso un Tony Award.
Cantava in locali e saune gay quando ha conosciuto Barry Manilow, con cui nacque una grande amicizia e un fortunato sodalizio artistico.
Nel 1972 ha pubblicato il suo primo album The Divine Miss M, per il quale ha vinto un Grammy Award e questo è il soprannome con cui viene chiamata da sempre nell’ambiente artistico.
Nel 1979 ha debuttato al cinema nel film The Rose, ispirato alla vita di Janis Joplin, che le è valso una nomination come miglior attrice agli Oscar.
Nel 1985 ha partecipato al brano We Are the World e partecipato al Live Aid di Filadelfia.
La seconda nomination agli Oscar è arrivata per Giorni di gloria… giorni d’amore.
Si sono succedute una serie di commedie brillanti di grande successo, tante onorificenze e collaborazioni prestigiose. Indimenticabile la sua interpretazione nel fortunatissimo film Il club delle prime mogli, del 1996 al fianco di Goldie Hawn e Diane Keaton. Una rivincita contro la dittatura estetica, un’esilarante risposta all’ageismo, una mano tesa alla potenza della sorellanza. Il film ha fatto epoca in un momento storico in cui si mostravano soltanto realtà patinate e questi argomenti non facevano assolutamente parte della riflessione collettiva, come ai nostri giorni.
Una donna e un’artista spumeggiante, simpatica, divertente e molto ironica oltre che estremamente talentuosa. Bette Midler è sicuramente uno dei primi emblemi della body positivity.
Negli anni ha continuato a mietere successi in teatro e a concedersi al cinema e in tv in brillanti partecipazioni. Resta famosa per le sue risposte secche e efficaci a ogni provocazione che le viene lanciata, ha il dono innato dell’ironia.
Nel 2014 è uscito, dopo otto anni, l’album in studio It’s the Girls!, raccolta di canzoni di gruppi femminili che hanno segnato la storia musicale degli  ultimi settant’anni.
Nel 2017 è tornata a Broadway in un revival di Hello, Dolly! per cui ha vinto il Tony Award alla miglior attrice protagonista in un musical.
Nel 1995 ha fondato l’ente no profit New York Restoration Project, che si occupa di ripristinare e rivitalizzare gli spazi aperti nella Grande Mela. Ha comprato dall’amministrazione cittadina 110 lotti vuoti nel 1999 e li ha trasformati in giardini, ha piantato un milione di alberi e formato il Parks Department. È una vera innamorata della sua città e della natura.
Nel 2021 è stata insignita del Kennedy Center Honor, la massima onorificenza statunitense data a chi si distingue nell’arte e nella cultura.Ecco uno stralcio del suo bel discorso:Vengo dal nulla. Vengo dal posto più isolato degli Stati Uniti: le Hawaii. E ho passato la maggior parte del tempo a leggere libri nelle biblioteche. Ho avuto un’educazione mediocre, ma in un modo o nell’altro ero ipnotizzata dall’idea di potermi sollevare in una pozza di luce e trasformarmi.Mi ricordo che da bambina vidi Édith Piaf in televisione. Era la prima volta che vedevo un essere umano fare quello che fece lei. Cioè aprirsi completamente e mostrare la sua anima.Non mi sono mai ripresa davvero da quella visione.Sentivo di aver capito chi lei fosse. E che potevo farlo anche io.Poi, nella mia vita, ho visto molte altre persone farlo.Persone che ho imparato ad amare.Ho visto Tina Turner, ho visto Aretha, Janis Joplin.E mi sono innamorata di loro, e di quello che facevano.Bette Midler ci piace tanto, emana gioia, intelligenza e una luce di positività. Icona gay, ha oltre un milione di follower su Instagram e continua a splendere col suo incredibile sorriso e i messaggi di caustica positività.
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simofree · 4 years
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Ballo e danza
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                             Danza d’Apollo con le Muse
La danza ha origini antichissime: ancora prima di sviluppare pienamente il linguaggio, l’uomo si muoveva al suono di strumenti rudimentali o del canto, per celebrare avvenimenti quali il successo nella caccia o addirittura il sorgere del sole o la caduta della pioggia. Presso i popoli antichi la danza era presente in tutte le cerimonie di carattere sociale e religioso ... dal Rinascimento la danza ha deviato verso un percorso più artistico e meno sacro. Il balletto così come lo conosciamo, si andava delineando già nel XV secolo....
 I primi spettacoli danzanti e le scuole di danza in Europa nel '500.
 Il termine "balletto" (o ballitto) fa la sua comparsa a gli inizi del XVI secolo, in sostituzione del più generico "danza". In questo periodo vanno in scena i primi spettacoli danzanti, la cui struttura si sviluppa attorno ad un filo conduttore, ovvero il tema amoroso. Un balletto si dedicava generalmente a una dama di corte e veniva messo in scena a palazzo. Sempre nel '500 il ballo inizia a diffondersi in tutta Europa. 
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In Francia i primi balletti vengono introdotti nel 1588 da Thoinot Arbeau. 
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Egli mette in scena un corteo danzante che si chiama "Bal des ardents".
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 Nel '500 nascono le prime scuole di ballo. La prima grande accademia per ballerini nasce in Italia per iniziativa di Pompeo Diobono. 
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Da qui e dalle altre scuole italiane partiranno numerosi ballerini talentuosi. Verso la fine del '500, con la codificazione di tutte le arti, si parla di una scuola italiana, di cui fanno parte i maestri teorici della danza. Essi si occupano di definire tecnica, etica ed estetica dei danzatori.
Ma già il '400 vede l'inserimento del balletto tra le forme artistiche principali. In quel periodo ci furono molti cambiamenti grazie ai quali si assistette ad una rivoluzione delle corti nobiliari: il ruolo di protagonista passa dal capo politico e militare all'artista. Molti nobili cercano di accaparrarselo offrendo somme di denaro sempre più alte.Ecco  i maestri di danza che insegnavano a far apprendere le figure, le posizioni e i passi secondo un sistema di regole. Infine, prendeva forma il primo balletto. ... nel 1581  a Parigi venne rappresentato nel salone del palazzo del Duca di Borgogna il Ballet Comique de la Reine ovvero Circe del coreografo italiano Balthasar di Belgioioso. 
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Lo spettacolo – un insieme di recitazione, canto e danza – è considerato il primo balletto in assoluto e venne rappresentato a Parigi presso l’Hotel de Bourbon nel Louvre il 15 ottobre 1581, in occasione del matrimonio tra il Duca de Joyeuse e Mademoiselle de Vaudemont (Marguerite de Lorraine). I versi furono scritti da La Chesnay, la musica da Lambert de Beaulieu 
 le scene disegnate da Jaques Patin
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 e il responsabile dell’intero allestimento fu Balthasar de Beaujoyeux (Baltazarini di Belgioioso). Durava dalle dieci di sera alle tre e mezza del mattino ed era costituito da quadri che narravano la leggenda di Circe. Il corpo di ballo era composto da dodici Naiadi interpretate da membri dell’aristocrazia mentre Giove, Pallade, Atena, Pan e Mercurio erano i protagonisti accompagnati dalle Driadi, dalle quattro Virtù e da otto Satiri. La coreografia, rigorosamente geometrica, era costituita per lo più da cerchi, spirali, triangoli e quadrati. Lo spettacolo, che ebbe un successo strepitoso e si avvaleva di un grande numero di effetti speciali oltre ad un enorme carro trionfale, costò più di tre milioni e mezzo di franchi d’oro. 
La danza divenne allora molto popolare nei palazzi dei nobili e poiché la passione dei nobili che si dedicavano alla danza non poteva più soddisfare una perfetta riuscita dei balletti, fu fondata nel 1681 per volontà di Luigi XIV l’Academie royale de danse con lo scopo di stabilire delle regole per il perfezionamento di quest’arte. A dirigere quell’Accademia fu chiamato Pierre Beauchamp che inventò le cinque posizioni basilari del balletto accademico. 
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...è necessario interessarsi anche delle sue origini, dove essa è nata, quando, come e perché.... nella Francia del 1600, presso la corte del giovanissimo Luigi XIV, anche noto con il nome di Re Sole. Fu così soprannominato per la sua interpretazione del sole, appunto, ne Le ballet royal de la nuit alla giovane età di 15 anni. Si narra che il balletto iniziasse al tramonto e durasse 13 ore, così che il giovane re danzò tutta la notte ininterrottamente.....uno dei più rappresentativi “ballet de cour”. trae origine e nome dalle attività danzanti che venivano organizzate, in occasione di importanti ricorrenze, da re e nobili.
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in quattro parti, iniziava al tramonto e durava tredici ore. Presentava figure mitologiche appartenenti al mondo della notte.Luigi XIV, non ancora quindicenne, vi interpretava diversi ruoli che culminavano nella sua apparizione nel ruolo dell’astro che illumina e feconda la terra: il sole, da cui nacque il soprannome “Re Sole”. 
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L’imponente scenografia con le sue fantastiche macchine teatrali e i costumi di un esotismo stupefacente furono create da Giacomo Torelli, 
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prestigioso artista della grande stagione barocca.
L’autore del testo fu Isaac de Benserade 
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mentre Pierre Beauchamps 
– che diventò poi Maestro di Ballo di Luigi XIV e in seguito sovrintendente dei balletti del re – danzò accanto al sovrano. Parte delle musiche e delle coreografie furono create da Jean-Baptiste Lully (il cui vero nome era Gian Battista Lulli). 
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La passione per la danza condusse Re Sole a fondare l’Académie royale de danse nel 1661, attuale Opera di Parigi.
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 Grazie a tale accademia si cominciò a coniare la tecnica della danza classica così come la conosciamo oggi. Possiamo quindi attribuire a Re Sole la nascita di della danza classica, seppur all’ epoca presentasse delle differenze rispetto alla disciplina odierna. Ad esempio, al tempo non venivano utilizzavate le mezze punte bensì delle scarpe con tacchetto. Queste, unite a pomposi ed ingombranti vestiti limitavano notevolmente i movimenti....  formare i ballerini per le esibizioni. L'attività della scuola fu così attiva e positiva, che nel '700 i ballerini francesi iniziarono ad esibirsi in teatri pubblici.
Durante il Romanticismo, a cavallo tra '700 e '800, il Teatro dell' Opéra di Parigi era un esempio pratico del successo che aveva riscosso il balletto all’epoca .Qui nacque il balletto romantico per eccellenza, la Sylphide. La realizzazione di questo balletto si deve a Maria Taglioni, con coreografie del padre, Filippo. In queste splendide opere andava in scena l'amore impossibile tra un uomo ed uno spirito, ambientato nella suggestiva atmosfera scozzese. Il successo fu incredibile e in molti vollero assistere agli spettacoli.
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Con l'inizio del XX secolo la tradizione russa, legata al balletto, si diffonde in tutta Europa. Nel 1909 un impresario, Sergei Diaghilev, intuì le potenzialità commerciali del balletto. Egli divenne fondatore di una compagnia itinerante di danzatori, la quale doveva girare di Paese in Paese per mettere in scena le proprie opere.
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Con la morte di Diaghilev, nel 1929, i danzatori e i coreografi che ne avevano fatto parte, tra cui la splendida e famosissima Anna Pavlova, si divisero. Alcuni membri della compagnia fondarono altri gruppi e girarono il mondo.
Famosa la performance de il cigno 
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gfmiranday · 5 years
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PATIN ARTISTICO RIOJANO PATIN BRILLO EN LA 3ER FECHA DEL PROVINCIAL DE APLAR El pasado fin de semana se desarrolló en las instalaciones del polideportivo de Arauco la tercera fecha del provincial de patinaje artístico, de la asociación de patín la rioja,  el mismo organizado por la escuela de patín Inmaculada Concepción y contó con la participación de 120 patinadoras.  Riojano Patín, estuvo presente con 28 patinadores los cuales participaron en las disciplinas escuela, libre, escuela sincronizada, free dance, solo dance y style dance, obteniendo 50 primeros puestos y dejando al club en lo más alto del podio como institución. También se realizó la premiación del campeonato riojano en donde nuestra institución obtuvo 46 Campeones Riojanos en sus respectivas disciplinas y categorías como también obtuvo la copa de Campeones por institución. (en Plaza 25 De Mayo La Rioja Capital) https://www.instagram.com/p/B4j5fZWHRa1/?igshid=1ratxtda8vna6
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elpatinaje · 3 years
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Estos son los patines que se usan para el patinaje artistico 
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lucesdecordillera · 7 years
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Más de 200 patinadores de toda la región se presentaron en el Polideportivo de El Bolsón para participar de la cuarta fecha del Provincial de la Federación de Patinadores del Comahue organizada por la Escuela de Patín local “Sol del Bolsón”. Facebook: Fanaticos por nuestro deporte XND
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