Tumgik
#quanto la odio
ross-nekochan · 3 months
Text
Oggi ho beccato vicino l'ascensore il signore italiano dell'azienda in cui lavoro.
Io: buonsalve
Lui: ehilà! Madonna quest'app della Suica (carta prepagata per i treni, ndr)... sti giapponesi ste app non le sanno proprio fare
Io: ma comeee! Tecnologia così avanzata!!1!
Lui: eh sì, avanzata... fammi un fax che ti rispondo!
26 notes · View notes
Video
COLAPESCEDIMARTINO Read Mean Tweets - da Le Iene del 07.03.2023
#italy tag#roba mia#musica italiana#colapesce#dimartino#le cose che odio di questo video sono molteplici e le elencherò qui per esorcizzare#1) antonio che dice 'pesciolino'#2) antonio che vuole indagare le dimensioni del pesciolino#3) l'intero concetto del tweet del pesciolino maronn non voglio dire nulla#4) la risatina con guanciotte di antonio che poi alza il ditino e 'quello è plof :)'#5) lorenzo prende il telefono e si trasforma in un oratore che accompagna ogni parola letta con un gesto della mano (addicted to 👌)#6) 'dimartino suona le campane non fa ridere' dice lorenzO SOGGHIGNANDO#7) il fatto che lorenzo se la stia ridendo di sbieco dall'inizio alla fine ma umorismo rotto hai perchè fai così ma perch#8) 'suona le capanne- le campane'#9) la spallata che lorenzo da ad antonio prima di spiegargli dimartino/fra martino#10) e pOI GLI TOGLIE IL TELEFONO DALLE MANI MA QUANTO STA GASATO PER STO GIOCHINO DEL READ MEAN TWEETS#11) chiariamo che dimartino non è de martino ma non neghiamo che dimartino stia con colapesce. okay.#12) quanto gli è piaciuta quella dei due coglioni inseparabili ci si sono proprio rivisti nel prossimo album la usano come frase#in una canzone sulla loro amicizia#13) 'chissà chi dei due si è fatto la vanoni' antonio sospira sorride si mette le mani sulle ginocchia e guarda davanti a sè#annuendo#14) threesome.#questo intervento è lungo un minuto e 22 ma è stato. molto. da digerire.#bravi tutti e ottimo guardaroba con lorenzo allacciato fino all'ultimo bottone e pure la giacca chiusa mentre antonio.#antonio. sigh.
18 notes · View notes
idettaglihere · 1 year
Text
è arrivata un'ondata di paranoie enorme e non so come gestirle
5 notes · View notes
vanbasten · 8 months
Text
ho vinto il totocorona indovinando il nome del secondo calciatore scommettitore, intelligenza calcistica
4 notes · View notes
2023 in books n. 23
Tumblr media
Ah, che chicca leggere finalmente una raccolta di gialli della Sellerio - ambisco a comprare anche Una giornata in giallo per avere una completa collezione delle raccolte a tema 'temporale' (una notte, una settimana, un anno e quella che mi manca è appunto 'una giornata').
Tra quelle che ho letto, purtroppo, questa è la più deboluccia, finora. Ci sono dodici racconti, uno per ogni mese dell'anno, e devo dire che non tutti sono riusciti a dare l'idea dell'atmosfera, tranne Camilleri e Piazzese e qualche altro autore. Non me lo sono goduto come avrei potuto, insomma.
Come gialli, nel breve spazio del racconto chiaramente non si possono imbastire trame approfondite, ma una raccolta del genere è ottima per capire di che cosa sono capaci gli scrittori: su cosa si concentrano, come mantengono l'attenzione, che soddisfazione si ha alla fine.
Si sono riconfermati gli autori che anche nelle altre raccolte mi avevano convinto:
Marco Malvaldi
Antonio Manzini
Santo Piazzese
Alessandro Robecchi
Fabio Stassi
Mentre purtroppo devo accettare il fatto che leggere Camilleri è molto difficoltoso per me, il testo non fluisce perché non so predire la parola che seguirà in quasi-dialetto. Peccato, perché il suo è (ovviamente) uno dei migliori.
#2023 in books#un anno in giallo#andrea camilleri#(la sua storia - chiaramente con montalbano protagonista - è stata soddisfacente; c'era sì una bozza d'indagine ma il fulcro della vicenda#era 'umano' e incentrato più sui personaggi coinvolti nel presunto crimine; peccato che mi sia sembrato un compito da leggere)#gaetano savatteri#(madonna quanto lo odio lamanna come personaggio e tutti quelli che gli stanno attorno; almeno la risoluzione finale è stata interessante)#simonetta agnello hornby#(che delusione di racconto: protagoniste scialbe in un'ambientazione che avrebbe potuto essere londra come busto arsizio; du' palle)#fabio stassi#(ah! i problemi risolti con il consiglio di lettura di un libro specifico! mi è piaciuto sia lo stratagemma per risolvere il mistero#che lo stile narrativo che l'atmosfera del mese di ambientazione - finalmente il primo preferito)#marco malvaldi#(i magnifici vecchietti toscani che risolvono crimini con il barista burbero - mai letto i romanzi ma inizio a considerarli seriamente)#alessandro robecchi#(che bella sorpresa ritrovare i killer meneghini dal codice etico che però pensano al fatturato anche quando si ritrovano#con incarichi contrastanti - mi fanno sempre ridere e la trama è stata anche questa volta soddisfacente)#gian mauro costa#(ha introdotto la sua protagonista partendo dal bel culo e da come si mortifichi nel vestire per non farsi abbordare dai colleghi#in polizia - mi è stato sulle palle lui e il racconto a partire dalla prima pagina e non si sono redenti nel finale)#esmahan aykol#(una conferma: non sa cosa sia una trama e i suoi personaggi sono interessanti come cicche spiaccicate sull'asfalto)#alicia giménez-bartlett#(il racconto non è male ma non mi sono mai affezionata alla sua petra delicado e anche in questo racconto non è scattata la scintilla)#francesco recami#(anche lui si conferma come autore che non mi piace: yay! mi è stato sulle balle poi il modo in cui ha trasformato#il protagonista di un altro autore in un truffatore di vecchietti; almeno non mi sono annoiata leggendolo)#santo piazzese#(anche lui becca l'atmosfera grazie a dio - benché non mi sia familiare l'esperienza di raccolta delle olive è riuscito a farmi sentire#la situazione come se fosse un ricordo; la risoluzione del crimine non è stata graditissima ma la accetto nell'insieme)
2 notes · View notes
deathshallbenomore · 2 years
Text
andare d’accordo con la propria madre durante l’adolescenza è il segnale numero uno di una profonda incomunicabilità nel decennio successivo. @ giovani andate a litigare con vostra madre ora per non rimandare a quando tra qualche anno non ne avrete il tempo la voglia e l’energia
12 notes · View notes
gotaholeinmysoull · 2 years
Text
mia madre rompe il cazzo che sono io quella sempre incazzata pronta a litigare e poi porca troia è lei quella che tira fuori robe successe anni fa e si lamenta pure se le urlo addosso
ma porcodio vi sembra normale che debba rompermi il cazzo perché ho messo su vinted o dato alla caritas vestiti comprati anni fa che stavano nell’armadio a prendere polvere??
tutto perché “hai comprato vestiti senza riflettere, guarda tuo fratello invece, che fa acquisti consapevolmente”
allora innanzitutto tu, madre, non dovresti fare paragoni tra figli perché uno ci fai sentire una merda e due non c’è cosa più tossica
ma poi tutto apposto??? chi non ha mai comprato roba che ha messo probabilmente soltanto una volta??
tra l’altro ho dato via vestiti presi quando avevo quindici/sedici anni, e come chiunque altro in cinque anni ho cambiato stile, quindi Karen del cazzo se permetti vorrei liberarmi di cose che so non metterò mai più
‘sta donna prova a farmi sentire in colpa perché da adolescente mi ha comprato vestiti che ora non metto più ma ci rendiamo conto
uno se tu ti offri di comprarli dopo non devi venire a rompermi il cazzo, dato che avrei potuto spendere benissimo i miei soldi ma lei non ha voluto
due fai due figli e porcodio non ti passa minimamente per il cervello che dovrai spenderci soldi per almeno diciott’anni??
5 notes · View notes
Text
voglio il maledetto passaportoooo
0 notes
lesbicastagna · 9 months
Text
l'unica cosa divertente che ha mai scritto cs pacat è quando nelle interviste le chiedono dello yaoi e la sua risposta è sempre beh mi piace berserk. oggettivamente risposta più fuori di testa a tale domanda
0 notes
mccek · 7 months
Text
Tumblr media
“Nonoo” questa mattina sei venuto a mancare e dopo aver lottato per altri tre mesi, anche se in ospedale ti avevano dato pochi giorni, ininterrottamente non hai mai mollato quel filo sottile che divide la vita dalla morte; anche contro le tue volontà a testa alta col tuo carattere (in cui non mi rispecchiavo) sei riuscito a tenerti vivo, ahimè, purtroppo, la morte vince si tutto, non ha pietà.
Fin da piccolo il tuo sogno era di vedermi guidare, cosa che se pur col tempo ho saputo apprezzare non ho mai amato fare come te, prima che l’infarto ti colpisse definitivamente ti avevo fatto una promessa, di portarti a vedere un gran premio di formula uno, da noi tanto amata, questo seppur per evidenti problemi economici non mi avrebbe mai impedito di non farlo, però non avresti avuto le forze, anche se immagino che ti saresti commosso, anche se una persona come te era difficile vederla piangere.
Abbiamo avuto periodi in cui ci costruivamo mentalmente dei muri invisibili e proprio per la differenza del nostro carattere questo ci ha ferito entrambi, fuori sicuramente eravamo orgogliosi ma il problema poi è sempre dentro, quel peso che a lungo andare ti consuma fino a trasformalo in malattia.
Col senno di poi siamo bravi tutti, tu hai le tue responsabilità e io le mie, non esistono santi, nessuno di noi due ha vinto o perso, nonostante abbiamo sofferto, ci siamo riavvicinati pian piano, con più fiducia e lo abbiamo fatto raccontandoci la mia, la nostra infanzia, nostra perchè alla fine hai passato davvero tanti anni assieme a me quando ero piccolo, io non dimentico i tuoi errori nonno, ma nemmeno il bene che mi hai fatto, la tua immensa disponibilità per me e la mamma quando aveva bisogno di essere portata per lunghi anni su e giù in ospedale, sappi che queste cose rimarranno impresse nella mia testa, perché col tempo, forse crescendo, anche se ancora mi vedo, sai, un po’ bambino, quel Mattia che era il tuo idolo, che doveva essere il migliore di tutti, ma che in realtà voleva solo essere come tutti, e che quei tutti avessero il mio stesso cuore, quella bontà che col tempo è pian piano svanita.
Chi si dimentica di tutta quella gente che ci Incontrava in bici la mattina presto?
La tua felicità negli occhi, nel vedere come tutti si fermassero a guardarmi, a parlarmi e a sottolineare il fatto che il sorriso non mi mancasse mai.
Si andava a prendere il pane, ne volevo subito un pezzo, ci fermavamo a vedere tutti i cani della via con la speranza che rispondessero alle mie parole, e restavo lì convinto fino a quando sentivo abbaiare e tu mi davi conferma delle loro risposte.
Che periodi, cercavo sempre mia mamma, purtroppo per via del lavoro per me era come stesse via intere settimane ma in realtà così non era, però tu ben sapevi quanto io sia legato a mamma, e tranquillo ricorderò sempre quanto anche tu lo fossi, anche se spesso avevi qualcosa da ridere per via del tuo carattere ricorderò le tue ultime parole: “La mamma è la donna più intelligente che ho conosciuto, fin troppo buona e disponibile per tutti, voglio che lei lo sappia”.
Potrei scrivere un libro, non un poema su ciò che abbiamo vissuto insieme, sei stato la mia infanzia, il mio periodo preferito, lo rivivrei mille volte, nonostante il tuo modo di essere, ma chi sono io per giudicare? Certo, quello che penso lo dico, come hai sempre fatto tu, ma allo stesso tempo non mi nasconderò mai come non giudicherò mai!
Ora stai vicino alla nonna, e assieme fatemi il regalo più grande, che non sono i soldi, non sono una vita di successi, ma la speranza di vedere vostra figlia, mia mamma, stare un po’ meglio.
Solo questo.
Il pensiero rimbomberà sempre nella mia testa, fra cose belle e cose brutte, ma per vivere di questi tempi, bisogna affidarsi solo all’amore, lo sai nonno no?
Quella piccola parte di odio che io ho sempre avuto verso la mia generazione, e tu, verso chi ben sapevi, era molto simile, però se fossi qui so che con un sorriso, e magari una lacrima, diresti: “Qua te ghe rason”.
Ciao caro nonno, ti voglio bene❤️
241 notes · View notes
libero-de-mente · 5 months
Text
Tumblr media
Dopo aver postato i miei addii alla chihuahua Minù e al gatto Alvin, scomparsi davvero troppo presto e a distanza di trentasei ore tra di loro, ho potuto constatare quanto la presunzione di superiorità dell'essere umano sia di quanto più lontano dall'essere davvero umani.
Semmai disumani.
Per molti lo strazio che alcuni esseri umani provano per la scomparsa di un animale domestico è una deriva.
Una preoccupante deriva, dove si pongono sullo stesso piano i nostri amici a quattro zampe con la vita di un altro essere umano.
Non credo che una persona psicologicamente equilibrata voglia mai paragonare la perdita di un cane o di un gatto con quella di un genitore, di un amico o un altro parente.
Ma resta sempre un dolore comunque, che può essere molto profondo se per la persona colpita dal lutto, l'animale, era tutta la sua famiglia. Nessun altro.
Un vuoto resta un vuoto.
A prescindere da tutto questo mio preambolo, per esperienza personale, posso dire che il vedere morire un essere umano e vedere morire un animale che ha condiviso la sua vita con te ha dei punti in comune.
Lo sguardo. Ti cercano come per avere la conferma che non saranno soli, in quel momento, che qualcuno a cui hanno voluto bene sia lì con loro.
Ho visto morire mio padre, mi ha guardato e poi con un sorriso ha guardato in alto ed è spirato.
La mattina che Alvin è morto ero uscito per un appuntamento di lavoro, dovevo portarlo al mio rientro dal veterinario eppure prima di uscire, mentre mi ero chinato su di lui per confortarlo, mi ha guardato e con la zampa mi tratteneva il braccio. Usando gli artigli.
Ho interpretato dopo, quando rientrando di corsa l'ho trovato riverso a terra, che probabilmente mi stava chiedendo di non andarmene. Di restare lì con lui.
Ho letto un post recente dove un veterinario affermava che 9 su 10 i proprietari di cani o gatti non vogliono assistere al trapasso dell'animale.
Che questi prima di essere sedati per il trapasso cercano con lo sguardo colui, o colei, per cui è valsa la pena vivere scodinzolando o facendo le fusa.
Molti credono che gli animali non abbiano un'anima, eppure animale è una parola che viene dal latino "animalis" che vuol dire "animato" o qualcosa che crea la vita. Affine al greco "anemos" (vento, soffio) e al sanscrito "atman", di uguale significato.
Anche mio padre cercò qualcuno e c'ero solo io. Altri erano usciti dalla stanza. Qualcuno addirittura se n'era andato, con una scusa.
Eppure l'essenza della riconoscenza verso un'anima sta proprio nello stargli vicino, quando quell'anima lascerà il suo corpo terreno.
Non si dovrebbe privare nessuno di questo riconoscimento, a meno che la morte non giunga inaspettata e all'improvviso sia chiaro.
Nel corso della propria esistenza le persone hanno svariati interessi e priorità. Ma per gli animali, quello che noi definiamo il loro padrone, è la cosa più importante di tutto. Di tutti.
Lo sguardo degli umani, durante l'esistenza, cambia a seconda dei sentimenti. Che sia amore o rabbia, a volte anche odio.
Ma nel momento in cui una persona capisce che è giunta la sua ora cerca il perdono, oppure di perdonare.
Un cane o un gatto non si devono far perdonare nulla da chi li ha amati. Ti guarderanno con lo stesso sguardo del primo giorno che li avrete visti. Con amore incondizionato.
Perché nell'attimo in cui se ne vanno, inizia il ricordo e l'amore si consolida nel cuore. Per alcuni umani invece rimane anche una parte di rabbia e di cose incompiute.
E nell’attimo in cui tutto finisce, niente finisce
105 notes · View notes
arreton · 1 month
Text
La patente è arrivata in un momento in cui io consideravo morta e sepolta la possibilità di prendere una macchina, di guidare: sebbene avessi sognato più volte di guidare (ovviamente male, perché per me sono sempre esistiti solo freno e acceleratore e nello specifico solo acceleratore e forza frenante del motore, maldetta frizione!) non mi interessava più, anzi mi dicevo che sarebbe stato bello riuscire a spostarsi coi mezzi pubblici, treni autobus, camminare a piedi. Vivevo in un paese campano che rimarrà forse il mio unico rimpianto del sud italia perché era ben strutturato: a piedi raggiungevo e facevo tutto, avevo il centro storico, il centro commerciale, farmacie a volontà, dottoressa vicino casa, un sacco di supermercati, un partito comunista, manifestazioni in piazza: tutto raggiungibile a piedi. Rimpianto perché in quanto sud non puoi campare e la gente è molesta per natura e dunque sono dovuta scappare anche da lì. Della patente, insomma, a me non me ne fregava niente, non ci pensavo affatto. Mentalmente ero ancora abbastanza inguaiata, andava meglio ma non andava bene: ero tesa come una corda di violino, il mio corpo era un fascio di nervi e questo si ripercuoteva sulla guida: l'istruttrice fece una grandissima fatica, sudava appresso a me che ero grondante di sudore terrorizzato. Iniziare a guidare è stato un trauma: ero terrorizzata dal fatto che quell'abitacolo, quell'aggeggio enorme non solo era "comandato" da me, ma mi toglieva letteralmente il terreno sotto i piedi (a questo proposito aggiungo che io ho avuto problemi anche col tapis roulant perché appunto c'era questa passerella che si muoveva in maniera "autonoma" ed io avevo paura di non riuscire a controllarla. Cosa c'entra con la guida di un auto? Beh, è la stessa identica cosa dato che ho paura di perdere il controllo). Poi io ho bisogno di capire quello che sto facendo, devo farmi uno schema in testa, non riesco a buttarmi e capire dopo, io devo sapere prima. Beh, io non riuscivo a capire cosa stavo facendo e dunque non riuscivo a rilassarmi. Comunque, alla fine sono riuscita a prendere questa benedetta patente. L'ho presa per grazia divina perché appunto l'esame fu terribile ed infatti io non ero nemmeno felice di quella patente perché non era "meritata", cioè io non riuscivo ancora a guidare, ero insicurissima ed immaginavo violentemente ancora un incidente ad ogni minimo incrocio (non riuscivo nemmeno a stare dritta nella mia carreggiata). Infatti presa la patente non ho più guidato.
La macchina invece è arrivata in un momento in cui non doveva arrivare e cioè circa un mese fa: senza lavoro, a soldi prestati (come d'altronde anche la patente), lontana da tutti, in un posto che nemmeno conosco perché chi cazzo c'è mai stata in provincia di bergamo. Sapevo che mi sarei dovuta prendere una macchina prima o poi, perché qua è tutto scomodo come in sicilia, ma avevo progettato di acquistarla in un altro momento. Reiniziare a guidare è stato semplice e soprattutto divertente: è cambiata la testa, le medicine sono servite a qualcosa. Ho fatto qualche guida assieme ad una istruttrice della zona e mi sono divertita un sacco, la sua guida è stata preziosa e lei una persona veramente gentile (oltre che strana, come tutte le persone della zona: io a tutta questa educazione non ci sono abituata e soprattutto non sono abituata a chi dice "Un quarto alle 9") ed esaltata, ovviamente pure lei di discendenza siciliana ma ormai lo so che la sicilia me la ritroverò ovunque: d'altronde i pomodori che ho comprato venivano proprio dalla città dove sono nata. Io adesso comunque guido: la macchina mi odia perché la faccio singhiozzare sempre e perché non cambio adeguatamente le marce, per non parlare di tutte le volte che la faccio spegnere o che resto appesa in una salita perché non so bilanciare bene frizione e acceleratore; la frizione mi deride perché sa che ho un odio e una repulsione spontanei nei suoi confronti; la gente quando mi guida dietro si mette a ridere quando proprio non mi bestemmia ma qua nessuno mi ha mai suonato, al massimo mi sorpassano. A volte penso che guidare è una gran bella cosa, che spero di avere i soldi prima o poi per farmi un bel pieno, pagarmi i pedaggi e andare che ne so a milano o robe simili. Penso che dovrei approfittarne del fatto di potermi spostare tranquillamente, per poter andare in posti dove ho sempre voluto andare, mi dico: wow, ma qua ho tutto così vicino! Persino voi tumbleri siete così vicini, se ci penso! A tutta questa libertà di movimento è difficile abituarsi, per una che ha sempre vissuto entro i confini di un'isola e della miseria. Certo, se arrivasse un lavoro sarebbe pure cosa gradita (mi correggo: se arrivasse un'entrata mensile, che poi si debba passare per il lavoro è solo una triste parentesi disumanizzante) ma poi penso che male che vada ho un tetto sotto il quale poter dormire: la mia auto.
28 notes · View notes
blogitalianissimo · 10 days
Note
come faccio a vedere ogni giorno le sezioni dei commenti su tiktok piene di giovani filofascisti? perché ci sono così tante persone che, nemmeno toccata la soglia dei vent'anni, riescono a dire "voterò vannacci" senza un minimo senso di vergogna? destra e sinistra a parte, come si fa a sostenere un odio tale così marcatamente? sono veramente deluso e pieno d'angoscia per una generazione che pensavo potesse dare una spinta a questo paese ma a cui il governo riesce già a lavare il cervello in tal modo
Non ho mai parlato di quell'individuo perché per me è al pari di un vecchio ubriacone razzista che sta seduto fuori al bar 24h e rutta insulti a caso, e forse il vecchio ubriacone è anche più lucido di questa persona che la l3ga sta candidando. Purtroppo questo paese, ormai finito, ha reso quest'essere una persona rilevante a quanto pare, e tbh non me ne stupisco.
Detto questo, dei gen z/millennials vogliamo guardare solo il lato della medaglia che piace a noi, quello progressista, ma l'altro lato della medaglia è totalmente opposto, è pura melma, roba che pure i boomerazzi razzisti impallidirebbero davanti a questi individui. Perciò non mi stupisce affatto che ci siano giovanissimi disposti a votare l'ubriacone che rutta insulti razzisti e omofobi
25 notes · View notes
ma-pi-ma · 1 year
Photo
Tumblr media
Amo la stabilità tanto quanto odio la routine. 
__inborderline
191 notes · View notes
papesatan · 7 months
Text
2.43: suona il campanello ed entra lemme un bimbo, sorridendo accartocciato sotto il peso dello zaino. Lo guardo male, ché odio quando si presentano con largo anticipo sull’orario di apertura, ma invece di sedersi, mi si ferma a fianco, scrutandomi, demone dolce. 
- Che vuoi? - ringhio selvatico, mentre lui preserva il sorriso, replicando con affetto:
- Ti ho portato un pensierino.
- Cosa? Un pensierino??? :0 :0 :0
- Sì, guarda! - e tira fuori dallo zaino una penna con un graziosissimo pupazzetto simboleggiante sora morte per degno tappo. La penna perfetta per me! - Avevo un euro in più, così ho pensato di farti un regalo! Guarda, se spingi l’interruttore fa pure le luci multicolore! 
Resto paralizzato :0 a bocca aperta, ma non faccio neanche in tempo a dire un “grazie…”, che mi si lancia addosso stringendomi forte al petto (o meglio allo stomaco, insomma, dove arriva). Commosso, gioco un po' coi suoi capelli e penso a quanto sono stupido, ché non avrei davvero alcun motivo per lamentarmi, quando poi momenti come questo mi ripagano caldamente per tutto il resto.
Tumblr media
55 notes · View notes
belladecasa · 1 month
Text
Quasi tutta la mia vita è stata fatta di piccoli treni di provincia e della voglia non prenderli mai più, del suicidio e della speranza di non desiderarlo mai più. Questo è stato l’anno in cui per più tempo non ho ideato l’autodistruzione del mio corpo e della mia mente, non so se per merito del litio o della felicità che ho sfilato dalle tue dita. La tua pelle è la cartina da cui leggo la strada per la mia felicità, quando sto per baciarti nelle mattinate tarde, prima dei lunedì che irrompono di conversazioni convenevoli e della luce nauseante degli schermi. Ma prima di te pure vivere per me era un lavoro; il mestiere di vivere.
Da anni non leggo Pavese, forse ne ho avuto sempre meno bisogno. Ho trovato Wallace per spiegare il mio sarcasmo crudo e la voglia di morire, le mattine peggiori con le finestre calde e la luce senza pietà, la certezza dell’anima che il giorno non dovrà essere attraversato ma scalato verticalmente. Ho odiato ogni mattina della mia vita, poi pure ogni notte, le cifre tonde, categoriche, ineludibili, che mi dicevano quanto poco avevo dormito e quanto poco mi restava da riposare. Ho invidiato il sonno degli altri e ogni persona che non fosse la mia. A volte provo ancora odio irrazionale per chi mi capita sotto gli occhi sereno, a prendere un caffè al bar, che sembra in grado di amare ogni alba della sua vita mentre io, che sono fatta del buio, posso amare solo le piccole luci che nel buio t’accompagnano, le stelle, le comete, le lucciole, che nemmeno esistono più, e tu per me sei queste luci qui
#s
42 notes · View notes