Tumgik
#quindi se parlano lasciale parlare
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09/01/19
Rischio un crollo nervoso. Anzi, probabilmente potrei averlo proprio adesso. Ho la rabbia che mi logora. Il groppo in gola che arriva a farmi addirittura male. Gli occhi lucidi. Sì, manca poco. E probabilmente accadrà tutto nel mentre che scrivo.
La giornata stava andando bene, ero solo un po' dispiaciuto per essermene andato da scuola così presto, ma non potevo fare altrimenti. Salutarti è stata la parte più difficile. Forse non lo do molto a vedere, e te lo dico poche volte, ma sento terribilmente la tua mancanza. Anche quando ti sembro distante, freddo, se sembra che ti stia ignorando, in realtà sto combattendo contro me stesso perché mi dico "cavolo, mi è mancata così tanto, vorrei starle abbracciato come un koala tutto il giorno", ma poi ci ripenso e mi dico "ehi, vacci piano, lasciale i suoi spazi, non sai di che umore sia, o se sia solo stanca, nel dubbio non vuoi irritarla" e quindi ti lascio in pace, aspetto che sia tu a invitarmi a fare qualcosa.
Guarda, parlare di te mi ha già rincuorato un po'.
Come non detto, ritorno al discorso di prima.
Stava andando tutto bene, nemmeno i treni erano riusciti a farmi incazzare, oggi erano stranamente puntuali, circa.
Poi torno a casa.
E come sempre...
Si litiga.
Si litiga perché cazzo, cosa credete che vada a Bologna a fare? Ho iniziato il percorso per diventare un ragazzo, non vi viene vagamente da pensare? Non credete sarebbe utile esercitarsi ad usare il maschile ogni tanto? Anche perché, se voi non ci mettete del vostro, pure io faccio fatica a comportarmi come vorrei, e quindi devo stare attento a quello che dico perfino in casa mia, dopo una giornata passata a parlare al maschile.
Tutto questo è frustrante. E la frustrazione mi rende scontroso.
Sempre i soliti discorsi riguardo quell'appartamento del cazzo, ad oggi denominato BDC (buco di culo). Mia madre non si rende conto di quanto sia minuscola la stanza nel quale dovrei stare, e si continua a litigare sul fatto che o i mobili vengono messi in un certo modo, oppure nemmeno ci si passa.
Nuovo argomento di discussione. Vogliono fumare in bagno, quando avrebbero a disposizione un balcone tutto loro. Ma ti pare giusto dover passare tutto il giorno in mezzo al fumo e allo smog, tornare a casa, e non poter respirare bene neanche lì? Giuro che tra un po' mi prendo su e me ne vado in una baita in montagna, spaccandomi la mia legna e andando avanti a cibo in scatola. Ma porca troia.
Poi mi dicono su perché mi arrabbio. Quando mia madre fa discorsi che non stanno né in cielo né in terra. E quando mi dicono su ovviamente parlano come vogliono loro. E io ovviamente mi incazzo ancora di più, perché mi sento chiamare in un certo modo, e loro non si accorgono minimamente di niente. Ma come cazzo è possibile.
Volevo raccontargli di oggi, anche se in realtà neanche troppo. Ora proprio si arrangiano, non gli dico un cazzo.
Come se non bastasse in questi giorni la disforia non mi da tregua. Al di là di quella al petto, e di quella sociale... in questi giorni la mia voce mi sta proprio dando fastidio.
E questi giorni sono proprio quelli in cui vorrei stare più da solo. O al massimo, con te, che hai sempre saputo farmi sentire al mio posto.
Ero riuscito a non crollare fino adesso.
Pensare a quanto sono fortunato ad averti nella mia vita mi ha fatto cedere. Dovrei ringraziarti ogni giorno, lo meriteresti. Anche perché quando "sbagli", è soprattutto perché sono io il primo a non dirti quello che voglio.
Mi è appena tornato in mente lunedì. Non so cosa tu abbia sentito, cosa ti abbia fatto male. So che hai pianto in spogliatoio. Mi sono sentito tremendamente in colpa. Solo che, ho capito il fatto di voler risolvere le cose da sola quando il lunedì succede qualcosa che ti butta giù o ti delude, ma non mi piace quando è come se non esistessi. Lo so che tu non te ne accorgi, come potresti? Non faccio nulla per fartelo notare. Però io il lunedì ho bisogno di te. Ho bisogno di averti vicina, perché passare il weekend senza vederti è difficile, e mi manchi, tanto, troppo, e vorrei solo stare un po' con te... Solo che quando vedo che non sei della stessa idea, dopo un po', tendo a lasciarti spazio e a stare un po' di più con R. e N, solo che poi so che ti da fastidio, perché sembra che ti ignori, e quindi mi sento in colpa e di conseguenza mi avvicino di nuovo a te, ma poi vedo che non mi cerchi e a quel punto non so più cosa fare, se non farmi crollare la tristezza addosso. Solo che la tristezza, spesso la manifesto come se fosse rabbia. È un mio limite. Quindi scusa per lunedì scorso, non volevo farti del male. Solo... avevo più bisogno di te di quanto facessi trapelare.
Domani ti rivedo, domani ho qualche ora per starti vicino. Voglio sfruttarne ogni minuto. E quando vedi che mi distraggo, tu richiama la mia attenzione. Vieni a riprendermi. Che alla fine, degli altri poco mi importa. Voglio solo averti vicina.
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