Tumgik
#ed è anche per questo che devi pensare a te stessa
pu-ni · 9 months
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Cosa ne penso? Hai una visione sbagliata della situazione, ti stai ancora basando solo ed esclusivamente pensieri tuoi creati solo ed esclusivamente dalla tua mente. Posso farci qualcosa ? No. Ma di sistemare situazioni mi sono rotta, distrutta. Cercare di fare capire a colui che non sente. Non legge il labiale. Non gestisce i sentimenti. Così poco consapevole. Ma così bravo a rigirare situazioni. Furba come persona, ottiene sempre quello che vuole. Vorrei io essere così cattiva come persona. Invece no, sono tutte cuore. La sincerità e la cosa più sbagliata di questo mondo. L'unica cosa che ti dà è prese per il culo perenni. Ti amo ma, vorrei te ma. Quel ma così fastidioso, perché tu non andrai mai bene come persona. Sarai sempre e solo Giudicato e portato al cambiamento. Quello che è successo a me. Vuoi stare con me ? Si. Allora devi cambiare. Questo è stato il mio ultimo amore. Vuoi uscire ? Okay ma non ti pensare che puoi divertirti. Vuoi amici ? Puoi averne, li devo conoscere. Ma non puoi uscirci sempre perché il tuo tempo deve essere mio, come la tua libertà. Questa è una relazione ? Devo vedere il tuo telefono, devo sapere la tua vita quotidiana, pure dirmi quando vai al bagno. Perché io non posso sapere quando vai, cosa fai. E sono ossessionato. Questa è stata l'ultima persona che è entrata nella mia vita. Un sottospecie di cancro. Perché poi ti ritrovi a sentirti in colpa addirittura a respirare perché questa persona non ti ha dato il consenso. Questa è tossicità, non e amore è ossessione. Puoi essere dolce quanto vuoi, amare quanto vuoi. Ma se ti comporti in questo modo. La persona che vuoi di fianco è un servo.
Sai nella vita quando mi sono fatta schifo ?
Quanto pur di farti sentire l'amore, ti ho dato il culo.
Quando pur di farti sentire l'amore non uscivo, stavo 1 ora fuori casa.
Quando sono venuta nella tua stessa casa e ti facevo tutto. Tutto quello che potevo.
Quando ti davo pure la mia privacy
Quando ti permettevo di farmi dire questo non va bene, alle cose più insolite. Ho smesso di sorridere agli altri
Ho smesso di essere esuberante come sono, salutare gente che non conosco. Parlare con gente che non conosco. Cosa che non riprende peccato.
Ho smesso di vestirmi in un tot di modo senza di te
Ho iniziato a dirti quando tornavo a casa, quando uscivo, come se era dovuto in quel istante perché se lo dici 2 secondi dopo. Sei stato una merda perché non era nel attimo
Ho smesso di fare qualcosa perché volevo farla.
Ho smesso di amare perché non mi sentivo amata, mi sentivo solo un accessorio. Però ho continuato speranzosa che l'amore tornasse. Sai quando dovevo smettere. Quando piangevo per sentirmi me stessa, piangevo perché soffrivi perche io sono io e non ti andavo bene, non rientravo nei tuoi canoni.
Piangevo per come mi ero combinata a dare il culo per continuare una relazione. Per scopare anche quando sei stanca. Per sentirsi un oggetto. Per tutte le notti in cui ho dormito poco, per stare insieme, per tutte le notti dove tornavo distrutta ma ero lì. Tutti i giorni in cui potevo rilassarmi ma tu non volevi perché eri nel pieno delle tue forze e per me che non riposavo mai, neache una carezza.
Ha sbagliato a farmi quasi ripetere l'anno universitario per stare più tempo nel letto con te.
Ho sbagliato a scegliere te, perché ti eri presentato come l'amore più grande che potevo mai provare. Solo a delle condizioni.. cambiare stato di proprietà. Non ero più io di me stessa. Ero io di tot. Un contratto per abbandonare la mia indipendenza. Ho sbagliato perché prima dovevo aspettare del tempo
Eppure lo rifarei quello sbaglio perché io so che tu sei stato anche qualcosa di bello per me.
Ma non starò qui ad elencare le cose belle. Perché ora come ora me ne vengono solo brutte.
Come quando per fare capire al mondo che ero una proprietà tua, mi baciano davanti a tutti, se parlavo con qualcuno era tutto un ciao amore. Se lavoravo, bacio perché i clienti sono un problema. Se avevo un amico nuovo con cui parlare era un diglielo che sei zita. Non si sa mai. Proprietà .. brutta cosa.
Le cose belle... ?
Boh, manco il sesso, se non fosse per le spiegazioni accurate che ti davo. Ricordo i mesi in cui aspettavo ti potessi godere la mia persona. Era passato 1 anno pieno. Senza che tu mi facevi sentire voluta, amata, sexy. Quasi un contentino.
Una vita di contentini.
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umi-no-onnanoko · 2 years
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Gelosia
Forse sono fin troppo appiccicosa, mi rendo conto di essere molto possessiva e gelosa, specialmente nell'ultimo periodo mi accorgo di esserlo diventata maggiormente.
Non ho idea di quanto ciò sia positivo o negativo per il noi, però mi accorgo che questa condizione mi dispiace ed imbarazza perché in passato non sono mai stata una persona gelosa e possessiva come invece mi vedo ora.
Ti accorgi anche tu che sono diventata più gelosa, ci abbiamo anche scherzato sulla cosa, ma non so fino a che punto sia un bene io mi nostri così gelosa; questa eccessiva condizione mi dà da pensare, perché mi fa credere che non mi fido abbastanza di me stessa e forse anche di te se mi ritrovo ad essere così tanto paranoica sotto questo punto.
Vorrei migliorare la cosa e quindi cerco di impegnarmi su questo fronte e non tartassarti di messaggi, non chiederti in continuazione cosa fai, con chi e perché perché mi sentirei di controllarti e non mi piace l'idea. Insomma, sei un uomo non un ragazzino che deve tornare a casa con il coprifuoco della mamma ed in più sei e devi essere libero di fare ciò che ritieni giusto ed anche di non stare h24 con me.
È bello anche prendersi del tempo ognuno per sé o comunque da trascorrere con altre persone importanti che non siamo io e te, ed è altrettanto bello poi trovarsi dopo questo tempo di nuovo insieme, sentire la mancanza uno dell'altra o comunque volersi ritrovare per condividere i propri ricordi e le proprie esperienze.
La cosa che più mi dispiace è che quando mi faccio invadere dalla gelosia o comunque da dubbi, inesistenti, ecc. poi ti tratto male: con freddezza, sarcasmo, ti rispondo secca, con cattiveria o in modo insolente..anche recentemente ti ho risposto sarcasticamente se allora ti ricordassi di me, solo perché non mi hai risposto per un po' di tempo; se scrivi ad altre persone o se fai dei complimenti ad altre ragazze mi faccio sempre mille pensieri negativi, che mi autocostruisco, chiedendomi se non siano più belle, più simpatiche, intelligenti e perché non scegli loro rispetto a me.
Sono davvero una sciocca e me ne dispiace..
-umi-no-onnanoko (@umi-no-onnanoko )
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susieporta · 2 years
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I 10 NON-COMANDAMENTI DI OSHO
1)NON UBBIDIRE AD ALCUN ORDINE AL DI FUORI DI QUELLO INTERIORE
Nessun altro saprà mai cosa è buono e giusto per te. Se soffrirai, sarà solo colpa tua. Se sarai felice, sarà solo merito tuo. Tu sei il responsabile del tuo inferno e del tuo paradiso. Nessuno ti può salvare. Essere felice o infelice è una tua scelta, ed è sbagliato credere che qualcun’altro possa farla per te.
2)L’UNICO DIO È LA VITA STESSA
Non è giusto credere che Dio sia un’entità al di fuori di noi. Noi ne siamo parte, e la nostra vita è il bene più prezioso che abbiamo.
3)LA VERITÀ È DENTRO DI TE, NON CERCARLA ALTROVE
Secondo Osho nasciamo come semi ed è nostro compito diventare fiori. Crescere o no dipende tutto da noi, da quello che facciamo e da chi vogliamo essere. Abbiamo dentro di noi la potenzialità di fare qualunque cosa. Le vie sono infinite. Sei unico, non hai bisogno di paragonarti agli altri. Devi essere orgoglioso di chi sei. Amati. Non hai bisogno di diventare un capolavoro, lo sei già. Ognuno lo è, a modo suo.
4)L’AMORE È PREGHIERA
“Non andare mai nella direzione che ti indica la paura. Va dove ti conduce l’amore, va nella direzione in cui ti porta la gioia”, disse Osho. Per lui la preghiera, così come l’amore, non può mai essere un mezzo per ottenere qualcosa. L’amore è fine a sé stesso: ama, ma non per ottenere qualcosa in cambio.
Ama e basta, senza possedere né lasciarti possedere. L’amore può esistere solo fra due persone libere che decidono di camminare l’una affianco all’altra.
5)IL VUOTO È LA SOGLIA DELLA VERITÀ: È IL MEZZO, IL FINE E LA REALIZZAZIONE
Nella nostra cultura siamo abituati a fare qualcosa continuamente. Chi non lavora, non studia e fa il nullafacente, è considerato un perdente. Si tende a pensare che non fare nulla sia sbagliato, che ti rende un individuo inutile. Invece, secondo Osho, siamo ossessionati dall’essere sempre in movimento. Il suo consiglio era di provare a rilassarti, non fare nulla e prenderti del tempo per te stesso.
“Non cercare di capire la vita, vivila! Non cercare di capire l’amore, entraci!” (Osho)
6)LA VITA È QUI E ORA
Quando parliamo del tempo, siamo abituati a dividerlo in passato, presente e futuro. Non ci rendiamo conto che il passato è solo una collezione di ricordi e il futuro è fatto soltanto di sogni. Il passato è morto e il futuro deve ancora nascere.
Guardiamo quello che abbiamo fatto e quello che faremo, senza pensare che la vita vera è qui e ora. Quello che conta è questo piccolo istante che stiamo vivendo, ed è importante viverlo fino in fondo perché non lo potremo mai più riavere.
7)VIVI TOTALMENTE DESTO
“Lo straordinario accade solo quando inizi a vivere le piccole cose ordinarie”, disse il maestro spirituale indiano. Non aspettare che accada qualcosa di straordinario, le cose straordinarie accadono ogni giorno sotto i nostri occhi. L’alba è meravigliosa e apre il cielo coi suoi colori ogni mattina, anche se nessuno è lì a guardarla. La gioia è l’antidoto ad ogni paura.
8)NON NUOTARE, FLUISCI
Smettila di controllare tutto e di predisporre ogni tua singola azione. Trasformati! Perché alla fin fine non importa quello che fai: importa ciò che sei.
9)MUORI AD OGNI ISTANTE, COSÌ DA ESSERE RINNOVATO AD OGNI ISTANTE
Se oggi fosse l’ultimo giorno della tua vita, saresti felice di fare quello che stai per fare? Prova a chiedertelo. Cerca di capire cosa vorresti per te e poi fallo davvero.
“La vera domanda non è se esiste la vita dopo la morte. La vera domanda è se hai vissuto prima della morte”
10)SMETTI DI CERCARE. CIÒ CHE È, È: FERMATI E GUARDA
“Il paradiso è qui, devi solo sapere come viverlo. E anche l’inferno é qui, e sai perfettamente come viverlo. È solo una questione di cambiare la tua prospettiva, il tuo approccio alla vita”
Osho
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realnews20 · 9 days
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Eccoti pronto ad affrontare una nuova sfida da neofita del mondo dell’informatica! Pur sapendo che non hai ancora molta dimestichezza nell’uso del computer, il tuo capo ti ha spedito dei file compressi in degli archivi ZIP e tu ora non sai come estrarli. Le hai provate tutte, ma non sembra esserci verso… o almeno tu non hai assolutamente capito come riuscire nell’impresa.Ti servirebbe proprio qualche consiglio su come unzippare un file con delle soluzioni adeguate alla situazione, potenti e al tempo stesso facili da usare. Fammici pensare… sì, forse ho quello che fa per te! Prova a seguire le “dritte” che sto per darti e dovresti risolvere il tuo problema in maniera rapida e indolore, come si suol dire. Suvvia, mettiti all’opera e sorprendi il tuo capo, scommetto che imparerai subito.Prenditi quindi qualche minuto libero tutto per te, posizionati bello comodo e inizia immediatamente a provare gli strumenti per Windows, macOS e Linux adibiti allo scopo che sto per suggerirti. Ci sono anche delle soluzioni fruibili direttamente via Web, senza bisogno di scaricare assolutamente nulla sul computer, e delle app per Android e iOS/iPadOS di cui puoi avvalerti in mobilità, per decomprimere i tuoi file da smartphone e tablet. Buona lettura e buon “lavoro”!IndiceCome unzippare un file su PCSe quello che ti interessa fare è unzippare un file su PC, vale a dire agendo da Windows, valuta di usare le soluzioni segnalate di seguito, a parer mio sono le migliori della categoria.Funzione predefinitaIl primo nonché più immediato strumento di cui puoi avvalerti per unzippare un file su Windows è il gestore di archivi compressi integrato nel sistema operativo. Si tratta della funzione predefinita che consente di estrarre gli archivi compressi in formato ZIP e, all’occorrenza, anche di crearne di nuovi. Su Windows 11 questo strumento ha anche la compatibilità con gli archivi RAR, 7Z, TAR e TGZ per estrarli comodamente senza l’uso di strumenti di terze parti.Per usarlo, tutto quello che devi fare è individuare il file ZIP che desideri decomprimere, farci clic destro sopra, selezionare l’opzione Estrai tutto dal menu contestuale che si apre e, nella finestra che compare, cliccare sul pulsante Estrai.Oltre che così come ti ho appena indicato, puoi estrarre i tuoi archivi compressi facendo doppio clic sulla loro icona e premendo poi sul pulsante Estrai tutto posto sulla barra degli strumenti nella finestra di Esplora File che si apre.In tutti e due i casi, i file contenuti all’interno dell’archivio saranno estratti nella stessa posizione di quest’ultimo. Inoltre, se il file che intendi decomprimere è protetto da password, ti verrà chiesto di digitare quest’ultima per procedere con l’estrazione.Hai bisogno di estrarre solo alcuni dei file contenuti nell’archivio? In tal caso, fai doppio clic sul file ZIP e trascina le icone dei file dalla finestra che si apre sul desktop o comunque nella posizione di output che preferisci.Altre soluzioni per unzippare un file su PCStai cercando altre soluzioni grazie alle quali unzippare un file agendo dal tuo computer? Allora rivolgiti a quelle elencate di seguito. Mi auguro vivamente possano soddisfarti.7-Zip — noto software gratuito per sistemi operativi Windows che si può adoperare per comprimere e decomprimere file ZIP. È open source ed è facilissimo da usare. Per approfondimenti, leggi la mia guida dedicata specificamente a questo programma.WinRAR — celebre gestore di archivi compressi per i sistemi operativi di casa Microsoft che permette di aprire e generare file ZIP e RAR. È a pagamento (presenta un prezzo pari a 36,54 euro), ma è possibile testarlo gratuitamente per 40 giorni, trascorsi i quali il programma continua a funzionare mostrando dei banner che consigliano l’acquisto della sua licenza e impedendo di creare archivi RAR cifrati. Per approfondimenti, leggi la mia guida dedicata a questo programma.Come unzippare un file su MacE per unzippare un file su Mac? Che cosa bisogna fare? La risposta è presto data:
occorre usare le soluzioni segnalate di seguito, specifiche per macOS e tutte ugualmente affidabili.Funzione predefinitaAnche su macOS è disponibile una funzione predefinita grazie a cui è possibile estrarre gli archivi in formato ZIP, e non solo, senza ricorrere all’uso di soluzioni di terze parti. Si chiama Utility Compressione e funziona anche per generare nuovi archivi.Per potertene avvalere, ti basta semplicemente fare doppio clic sul file ZIP che vuoi decomprimere e aspettare che la procedura di estrazione venga completata.Troverai poi i file estratti nella stessa posizione dell’archivio compresso d’origine. Se il file ZIP è protetto da password, ti verrà inoltre chiesto di digitarla.Oltre che così come ti ho appena indicato, puoi estrarre gli archivi compressi su macOS facendoci clic destro sopra e scegliendo la voce Apri dal menu contestuale visualizzato.Ti segnalo, infine, che, se lo ritieni necessario, puoi regolare le impostazioni relative al funzionamento di Utility Compressione richiamando in primo luogo quest’ultima tramite Spotlight o Siri, facendo poi clic sul menu Compressione in alto a sinistra e, in seguito, sulla voce Impostazioni.Altre soluzioni per unzippare un file su MacQualora preferissi rivolgerti ad altre soluzioni utili per unzippare un file su macOS, puoi decidere di provare quelle annesse al seguente elenco.iZip Archiver — si tratta di un’applicazione gratuita specifica per Mac, adibita anch’essa all’estrazione e alla compressione dei file ZIP e di molteplici altre tipologie di archivi compressi. Diversamente dall’utility di serie, permette anche di aprire i file ZIP senza necessariamente doverne estrarre il contenuto. Da notare che vengono proposti acquisti in-app (al prezzo di 34,99 euro) per avere accesso completo a tutte le funzioni.Keka — si tratta di un’applicazione a costo zero che permette di aprire e generare archivi compressi in formato ZIP e non solo. Dispone inoltre di un’interfaccia utente gradevole e ben curata. Eventualmente è possibile acquistare la versione a pagamento (al costo 5,99 euro) dalla relativa sezione del Mac App Store per supportare il lavoro svolto dagli sviluppatori.BetterZip – è un’applicazione per visualizzare il contenuto dei file ZIP, RAR, 7-ZIP, TAR, TGZ ecc. anche senza doverli estrarre, e per creare una vasta gamma di archivi compressi. Costa 24,95 dollari dopo la prova gratuita iniziale. È inclusa anche in Setapp, una piattaforma che, in cambio di una piccola fee mensile o annuale con prova a costo zero iniziale, consente di accedere a numerose applicazioni a pagamento per macOS, come ti ho spiegato in dettaglio nel mio tutorial dedicato all’argomento.Come unzippare un file su LinuxTi interessa unzippare un file su Linux? Se è così, sarai lieto di sapere che anche in tal caso si tratta di un’operazione fattibile. In particolare, se utilizzi Ubuntu (una tra le distro Linux più “getttonate), puoi riuscirci avvalendoti della funzione predefinita, ovvero di Gestore di archivi, una soluzione per certi versi simile a quella di serie di Windows e macOS, con cui si possono estrarre e comprimere archivi ZIP.Per servirtene, ti basta fare clic destro sul file ZIP relativamente al quale desideri intervenire e selezionare, dal menu che compare, la voce Apri con Gestore di archivi. In alternativa, fai doppio clic sull’archivio compresso.Successivamente, premi sul bottone Estrai nella finestra che si apre, specifica la posizione di output e clicca ancora una volta sul pulsante Estrai. Se il file ZIP è protetto da una password, dovrai immetterla per procedere con l’estrazione.Se poi vuoi estrarre solo alcuni dei file presenti nell’archivio, trascina questi ultimi fuori dalla finestra del gestore di archivi e rilasciali nella posizione desiderata. Tutto qui!Come unzippare un file onlineCome ti dicevo a inizio guida, eventualmente, è altresì possibile unzippare un file online. In che maniera? Nulla di più semplice: basta usare degli appositi servizi Web, come quelli qui sotto
segnalati, funzionanti direttamente dalla finestra del browser, senza dover installare assolutamente nulla sul computer.ezyZipUn’ottima soluzione a cui secondo me faresti bene a rivolgerti se vuoi unzippare un file online è ezyZip. Si tratta di un comodo servizio Web totalmente gratuito e di semplice impiego con cui si possono aprire gli archivi ZIP che gli vengono dati in pasto, anche quelli protetti da password, ed è possibile crearne di nuovi, il tutto in maniera molto veloce, in quanto basato sulla tecnologia HTML5 e poiché lavora con i file a livello locale. Inoltre, non richiede la creazione di un account e non vengono applicate restrizioni in merito al peso dei file da caricare.Per avvalerti di ezyZip, visita il relativo sito Web, clicca sul tasto Seleziona il file zip da estrarre e seleziona l’archivio compresso di riferimento sul tuo computer, oppure trascinalo direttamente nella finestra del browser. In alternativa, puoi prelevare il file da Dropbox cliccando sull’icona apposita.Se il file ZIP da decomprimere è protetto da password, vedrai comparire una schermata apposita. In tal caso, fai clic sul tasto Imposta password e digita il dato richiesto nel campo ad esso dedicato.Successivamente, per scaricare tutti insieme i file estratti fai clic sul tasto Salva tutto o su quello con la freccia adiacente per salvarli su Dropbox, mentre per effettuarne il download singolarmente premi sul tasto Salvare che trovi in corrispondenza del nome di ciascuno di essi. Eventualmente, puoi visualizzare i file decompressi in anteprima nel browser premendo sul relativo tasto Anteprima.Altre soluzioni per unzippare un file onlineQuanto ti ho già proposto non è l’unica soluzione disponibile per unzippare un file agendo dalla finestra del browser. Esistono, infatti, anche altre soluzioni ugualmente valide, come quelle che trovi annessi all’elenco che segue.Estrattore di archivio di 123apps — altro servizio online gratuito e senza registrazione che permette di estrarre i file in formato ZIP, 7Z, ZIPX, RAR, TAR, EXE, DMG, ISO, MSI, NRG, GZ, CAB, BZ2, WIM, ACE e altri 54 tipi di archivi, in maniera gratuita e senza richiedere la creazione di un account. Supporta altresì gli archivi protetti da password e quelli multi-volume. Da tenere presente che eventualmente si può sottoscrivere l’abbonamento a pagamento (con costi a partire da 6 euro/mese) che consente di rimuovere la pubblicità e sbloccare funzioni extra.CloudConvert — è un convertitore universale che permette di convertire tra loro tantissimi tipi di file diversi: documenti, foto, video, brani musicali ecc. Te lo segnalo perché permette anche di decomprimere gli archivi compressi. Di base è gratis e non richiede registrazione, ma vengono applicate limitazioni in merito all’uso del servizio che si possono aggirare sottoscrivendo l’abbonamento a pagamento (con costi a partire da 9,76 euro/mese).B1 Online Archiver — ulteriore servizio Web utile per estrarre i file contenuti non solo negli archivi ZIP, ma anche in quelli RAR, 7Z e diversi altri formati, tutto gratis e in modo semplicissimo. Non bisogna creare un account e supporta file con una dimensione massima di 300 MB.Come unzippare un file su AndroidVediamo, adesso, come unzippare un file su Android, usando apposite app per smartphone e tablet adibite allo scopo. Trovi tutte le indicazioni di cui hai bisogno proprio qui sotto.Files by GoogleSe hai necessità di unzippare un file su Android, ti consiglio vivamente di provare Files by Google. Si tratta di un rinomato file manager messo a disposizione da Google, come intuibile dal nome stesso, che risulta essere dotato di una piacevole e intuitiva interfaccia utente e che vanta anche una funzione utile per decomprimere gli archivi ZIP.Per scaricare e installare l’app sul tuo dispositivo, visita la relativa sezione del Play Store e premi sul pulsante Installa. Successivamente, avvia l’app, selezionando la relativa icona che è stata aggiunta alla home screen e/o al drawer.Una volta visibile
la schermata principale dell’app, indica la posizione sul tuo dispositivo o sulla micro SD in esso presente in cui si trova il file ZIP da decomprimere, sfiora l’icona dell’archivio compresso e fai tap sul tasto Estrai.Fatto ciò, premi sul pulsante Fine e potrai accedere ai file contenuti all’archivio dalla medesima posizione in cui si trova quest’ultimo. Se preferisci che a estrazione avvenuta il file ZIP venga cancellato, provvedi preventivamente a selezionare la casella Elimina file ZIP.Tieni presente che se il file ZIP che intendi estrarre è protetto da password, prima di portare a termine la procedura dovrai digitarla.Altre soluzioni per unzippare un file su AndroidSe stai cercando altre soluzioni rientranti nella categoria delle app utili per aprire i file ZIP su smartphone e tablet basati su Android, valuta di rivolgerti a quelle che ho inserito nell’elenco sottostante.WinZip — storica soluzione per comprimere e decomprimere gli archivi ZIP e quelli in altri formati. È gratuita, ma propone acquisti in-app (con costi a partire da 0,80 euro) per sbloccare l’accesso a funzioni aggiuntive. Per approfondimenti, leggi il mio tutorial dedicato a questo strumento.ZArchiver — rinomata app a costo zero con cui è possibile aprire e generare file in formato ZIP, RAR, BZIP2, GZIP, XZ, ISO, TAR, ARJ ecc. È facilissima da adoperare.X-plore File Manager — celebre file manager per device Android che include anche una funzione che permette di aprire i file ZIP e di estrarne il contenuto in una cartella a piacere. Inoltre, è garantito il supporto gli archivi protetti da password e a quelli multi-volume. È gratis, ma propone acquisti in-app (al costo base di 1,50 euro) per sbloccare funzioni aggiuntive.Come unzippare un file su iPhone e iPadIn conclusione, nel caso in cui fossi interessato a unzippare un file su iPhone e iPad, puoi rivolgerti alle seguenti soluzioni, concepite in via specifica per iOS/iPadOS.FileSe hai bisogno di estrarre dei file ZIP su iPhone e iPad, ti comunico che puoi riuscirsi senza usare strumenti ti terze parti, ma semplicemente rivolgendoti all’app File, il gestore di file predefinito, gratuito e preinstallato di iOS/iPadOS (in caso di rimozione, l’app può essere scaricata nuovamente dalla relativa sezione dell’App Store), il quale è utile anche per l’estrazione degli archivi compressi, ma va tenuto conto che non supporta quelli protetti da password.Per utilizzare File, avvia l’app, selezionando la relativa icona che trovi in home screen e/o nella Libreria app, dopodiché raggiungi la posizione in cui si trova il file ZIP che vuoi decomprimere tramite le sezioni Recenti o Sfoglia.Dopo aver individuato il file ZIP, premi sulla sua icona e attendi che la procedura di estrazione venga completata. I file estratti saranno salvati nella medesima posizione dell’archivio d’origine.In alternativa, puoi estrarre l’archivio effettuando una pressione decisa e prolungata sulla sua icona e selezionando la voce Decomprimi dal menu proposto.Altre soluzioni per unzippare un file su iPhone e iPadVorresti provare altre soluzioni grazie alle quali aprire i file ZIP agendo da iPhone e iPad? Se è così, puoi rivolgerti a quelle che trovi annesse all’elenco che segue.iZip — celebre app per device iOS/iPadOS con cui è possibile creare e aprire archivi compressi. Supporta l’apertura dei file in formato ZIP, RAR, 7Z, ZIPX, TAR e GZIP e l’uso dei servizi di cloud storage. Inoltre, si integra perfettamente con altre app per iPhone e iPad. È gratis, ma eventualmente è disponibile in una versione a pagamento (al costo di 8,99 euro) che consente di fruire di funzioni extra.Estrattore di file ZIP e RAR — altra valida app per aprire file ZIP, oltre che RAR, su iPhone e iPad. È molto intuitiva, supporta l’estrazione degli archivi compressi protetti da password ed è gratis. Da notare che vengono però proposti acquisti in-app (al costo base di 1,99 euro) per avere accesso completo a tutte le funzioni.Documents di Readdle — è un rinomato file manager gratuito
per iOS/iPadOS che tra le altre cose consente anche di gestire gli archivi ZIP, anche se protetti da password. Supporta diversi servizi di cloud storage e i dispositivi di rete locali. È gratis, ma propone acquisti in-app (al costo base di 9,99 euro) per sbloccare l’accesso completo a tutte le funzioni. Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica. [ad_2] Source link
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Ho finito per l'ennesima volta Gossip Girl ed è strano ed è bello.
È come se in questo periodo fossi cresciuta insieme alla serie, serie che oltretutto non si sa quante miliardate di volte ho visto.
Oggi lo psichiatra ha detto una cosa cruda, ma vera: non sei carne da macello.
Non sei carne da macello, che beve, si droga, fuma, scopa in giro, mangia a cazzo di cane, parla con tutti, sta con tutti.
Oggi mi ha fatto riflettere quel non essere carne da macello.
E sono felice di aver discusso con D. perché non posso davvero permettere di sentirmi dire che non so stare in mezzo agli altri perché mi sono vestita scollata. È slut shaming e alla fine è come se fosse insito in loro che una come me non possa permettersi di entrare "nel loro mondo", ma è un mondo fatto di droga, alcol, dramma e promiscuità. Quindi alla fine.
Perciò tendenzialmente dato che siamo al 12 Dicembre e l'anno sta finendo, ho deciso che in questo 2024 non può davvero esserci chiunque.
Ed anche l'affermazione di F. mi ha molto infastidita, ma cosa pensi che la mia malattia possa farti male? Sono malata non stupida, non me ne uscirei mai, credi che io non abbia nulla da perderci?
Hai il tempo di guardare le mie storie, ma non di scrivermi come sto? E che amicizia è? Ma io ce la faccio a mandargli certi video poi?
E non ci vado alla festa del 14 di quella merda di azienda, andrò alla cena aziendale perché devo prendere la borsa e perché devo e va bene così.
E basta parlare con tutti, che cazzo parli con tutti che sei insicura hai la necessità di essere approvata da chi? Da gente che prende la metà del tuo stipendio? Da gente triste che cerca il gossip? Da chi?? Da cosa???
Enough is enough.
E finché lavorerò là è arrivato il momento di stilare una lista di quello che non va.
Perché non si può sempre scappare, non posso scappare.
Non devo scappare.
Non devo scappare dalla dieta, dallo studio, dalle responsabilità sul lavoro.
Posso farcela.
Non ho mai, o comunque è una sensazione che non ricordo, quella che sento ora: come se fosse protezione per me stessa.
Come dice lo psichiatra le soluzioni pret a porter non benissimo, questa soluzione istantanea senza pensare.
Non va bene, stai un attimo Cristo no.
Ed hai comunque te stessa, sento come se fosse per la prima volta che sento di avere me stessa.
Sono stufa del piacere effimero.
Sono stufa di questa mediocrità, di questo concedersi, di questo traballare senza senso in bilico, di questo controllare la porta del magazzino di fronte se è aperta, di uscire perché sento che sto sprecando la mia gioventù, forse anche di drogarmi, forse anche del piacere istantaneo.
Dove sono gli obiettivi? Perché li hai resi sbiaditi? È ok, può succedere che tu ti sia sentita così e non te ne farò una colpa, semplicemente non avevi gli strumenti giusti.
Ma nel tuo caso, al posto di uno Yes Man devi essere una No Woman, perché essere people pleaser non farà altro che farti perdere tempo e dignità.
Pertanto ringrazio di essere stata male oggi, ringrazio di aver discusso con D. e tutta la sua cerchia e di aver preso in puzza F. perché da bravo Acquario non permetto a nessuno, nessuno, di trattarmi in questa maniera mediocre.
Non voglio neanche uscire il 21, ho delle spese da affrontare, l'Università da pagare, vorrei comprarmi il motorino, insomma ho spese da fare e voglio mettermi i soldi da parte.
Sento che questa mia piccola, ma significativa luce che è uscita quest'oggi è di aiuto anche per il discorso eredità, come se avesse aggiunto consapevolezza alla mia futura gestione.
Ora sono sicuramente molto presa dal discorso soldi e risanamento debiti, sono anche presa dal parziale di Gennaio, dal fatto che devo pagare le tasse, poi dall'amore, anche se mi rendo conto non essere troppo il mio periodo, ora è il mio momento di stare con questa nuova me.
BTW per quanto riguarda la tesi, mi sento davvero molto confident nella scrittura. Devo dire è sempre una cosa che mi piace creare dei paper.
Mi auguro di finire il primo capitolo entro questa settimana, così che posso spedire la mail alla professoressa, voglio davvero laurearmi fra 3 mesi.
E non c'è nessuno che può farlo meglio di me.
Sono e sarò sempre protetta.
Altro discorso importante fatto dallo psichiatra il discorso della decisione: sei tu che decidi, non puoi lamentarti delle tue scelte.
Ho la sensazione di essermi messa in un giro un po' strano di conoscenze, quindi non posso 100% troncare di botto, faremo in modo di staccarci nel modo meno drastico possibile.
E dato che siamo nel pienone delle feste e che questo anno proprio non se ne parla per me di avere spirito festeggione, penso che la miglior soluzione sia un bel Capodanno con papà.
Avrei storto il naso lo scorso anno, non che questo faccia i salti di felicità più che altro perché lui è un po' così, ma indubbiamente gli voglio bene non posso negarlo questo. Anzi, ora anche meglio per qualche motivo.
Lontano da tutto, vicino a chi veramente mi dimostra di voler bene.
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Ti senti presa/o da questo dovere di essere perfetto.. perfetto per poter godere di un po di amore..,perfetto per poter socializzare per poter fare due chiccahiere ti senti oppresso dal fatto che qualcuno possa giudicare il tuo libero pensiero diverso dal suo.., perfetto nel parlare perfetto per evitare di essere giudicato, perfetto per non essere derisi ,perfetto per la societa perfetto per poter seguire gli standar,gli standar di una societa che avrà sempre da ridire..,perfetto per poter vivere di persone.. cercare la perfezione per vivere di questa vita vita.. che di perfezione nei suoi giorni a poco.. e  vivere di qualcosa di qualsiasi cosa,di un giudizio,di una persona, della vita stessa che la circonda. Dobbiamo vivere di noi prima di tutto! Essere indipendenti dalle altre persone o da una persona.
Ad esempio questo testo avrà un sacco di errori grammaticali non avrà una perfetta punteggiatura e imperfetta come me e mi vabene a me non me ne frega nulla sto esponendo solo il mio pensiero per poter avere la mia libertà di esprimermi del mio pensiero non mi importa se vabene o no,lo faccio per uno sfogo personale sono una persona libera e di mio diritto vivo di imperfezione anche nel mio testo. l'importante essere libera di scrivere e pensare,il mio pensiero in questo caso e un testo libero un testo scorretto pieno di imperfezione ma mi fa stare bene,dove vivo di naturalezza della mia imperfezione..
Ti senti in dovere di trovare di cerca la perfezione in tutto ma non hai l'obbligo di questa assurda perfezione che ti tiene incatenato..
posso essere me stessa anche senza di te! Posso essere me stessa senza i tuoi giduizi il tuo giudizio non fa il mio essere la mia vita reale la realta che vivo ogni giorno e un tuo pensierio un tuo pregiudizio e tale rimane.
Posso saper vivere anche senza nessuno ma devo essere felice IO essere chiusi non poter parlare avere paura di quella oppresione.
Non vuoi parlare con nessuno?ti senti oppresa da questa perfezione allora senti libera di fare cio che ti senti di essere imperfetta ma felice
Nel mio caso io scrivo ascoltando i miei pensieri.. lo dico alla gente non mi interessa di essere perfetta scrivo alla gente
Anche con tutti gli errori grammaticali anche tramite questi errori sto trasmettendo un messaggio la gente legge e capisce lo stesso cosa vorrei dire cosa vorrei esprimere con il mio pensiero anche dai i miei errori capite,capiscono,capisce,capisci che in questo testo c'è qualcosa che ti sto trasmettendo, ti interessa che ti aiuta a capire come ti senti. Ti prende l'animo che cerca di aiutarti a essere ciò che vuoi
Tutti vogliono sentirsi liberi.. dalla perfezione ed essere un po piu imperfetti quello che ti stai sentendo dentro lo sentiamo tutti,quindi non ti affidare alla perfezione si solo quello che credi che si tu stesso. Scrivi parole a caso o a caos qualcuno tra quelle parole scritte cosi a caso o a cos capira di cosa stai parlando, arriva quel attimo che rifletti ma io voglio essere solo me stesso non voglio incastrare i pezzettini del puzzle per forza voglio una roba incasinata mi basta essere felice e li dimentichi la perfezione le regole la voglia di essere accolata a ciò che giusto o sbagliato.
Ti interessa la felicità la libertà tua e non l'opzione del altro,tu parla chi se ne frega io mi faccio il mio vivo di mio della mia libertà di decidere e anche se giudicate ma chi vi si fila.
il giudizio,la parola resta lì, se a me è andata bene quella scelta mi basta così.
Conta la felicità devi essere prima felice tu essere tranquilla da sola per poter essere felice con gli altri devi stare bene con te stesso per poter stare bene con gente altrui spero che dietro tutto questo trambusto di parole qualcuno si può sentire capito e libero di essere come vuole senza problemi
-imperfettodellaviaedellavita.lmiopensiero.
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Enzo Biagi: L'ultima domanda, qual è la tua ricetta per essere felici?
Osho: Ogni bambino nasce felice. Ogni bambino nasce innocente e meraviglioso. Ma poi accade qualcosa e tutti quei bambini meravigliosi si perdono; la loro innocenza viene distrutta. Tutta la loro felicità si trasforma in disperazione. Osserva un bambino che raccoglie conchiglie sulla spiaggia: è più felice dell'uomo più ricco del mondo.
Qual è il suo segreto? Quel segreto è anche il mio. Il bambino vive nel momento presente, si gode il sole, l'aria salmastra della spiaggia, la meravigliosa distesa di sabbia. E’ qui e ora. Non pensa al passato, non pensa al futuro. E qualsiasi cosa fa, la fa con totalità, intensamente; ne è così assorbito da scordare ogni altra cosa.
Il segreto della felicità è tutto qui: qualsiasi cosa fai non permettere al passato di distrarre la mente e non permettere al futuro di disturbarti. Perché il passato non esiste più e il futuro non esiste ancora. Vivere nei ricordi, vivere nell'immaginazione significa vivere una vita non esistenziale; e vivendo fuori dall'esistenza ti sfugge cosa l'esistenza è. Sarai inevitabilmente infelice, perché per tutta la vita ti lascerai sfuggire la vita stessa. Perdi un'occasione dopo l'altra, ma la vita non ti dà due istanti contemporaneamente: te ne dà solo uno alla volta! E quell'istante può essere vissuto oppure ce lo si può lasciare sfuggire. Esistono due modi per farselo sfuggire o ci si lascia appesantire dal passato. Oppure ci si fa attrarre dal futuro... e l'istante scompare! Ci si lascia sfuggire ciò che è reale desiderando ciò che reale non è: l'infelicità umana è tutta qui. Io cerco di aiutare i miei amici a capire una cosa sola: vivi nel presente. In questo istante, ora, non esiste infelicità, né sofferenza, né angoscia.
Se ti allontani dal presente, entri in un mondo irreale... e l'irrealtà sarà inevitabilmente fonte di infelicità. La realtà è estatica e il solo modo per collegarsi al reale è non lasciarsi sfuggire il momento presente. Se conosci il gusto, se anche una sola volta hai assaporato cosa si prova a essere nel presente - a volte, mentre guardi un'alba o un tramonto, sii semplicemente presente, così potrai assaporare il gusto - ti stupirai, ma possiederai per sempre la chiave che ti introduce nel reale. Una chiave universale che può aprire tutte le porte dei misteri della vita, delle sue estasi e delle sue bellezze. Non avete bisogno di un Gesù Cristo che vi conduca in paradiso; siete in grado di essere in paradiso qui e ora. Perché il paradiso non è da qualche parte nell'alto dei cieli. E’ qui, da qualche parte! Mi ricordo di un ateo che in salotto aveva scritto la frase che riassumeva la sua filosofia: "Dio non é da nessuna parte (nowhere, in inglese, n.d.t.)". E tutti coloro che andavano a trovarlo non potevano fare a meno di vederla, ragion per cui da li partiva ogni discussione.... un giorno all'ateo nacque un figlio, che crebbe fino all'età in cui si impara a sillabare. Un giorno il bambino era seduto in braccio al padre, fu attratto dalla scritta sul muro e si mise a leggerla. Riuscì a leggere "Dio", ma "nowhere" era una parola troppo lunga. Per cui la divise in due e lesse: "Dio è qui ora", ('now here' in inglese, n.d.t.). Il padre rimase sconvolto, non aveva mai pensato a quella possibilità di lettura... si dice che la sua filosofia di ateo andasse in frantumi. Iniziò a pensare alle implicazioni di quel qui e ora. Nel qui e ora non troverai Dio, ma qualcosa di più grande: troverai un'essenza divina. Questo è il termine che designa l'esperienza suprema della beatitudine. Ricorda quelle due parole: qui e ora, e conoscerai il segreto della felicità suprema. Non è mai esistito altro segreto, né mai ne esisterà un altro. E tutto qui! Ed è semplicissimo, facilmente a portata di mano di ogni essere umano. Non occorre appartenere a una chiesa o a un'organizzazione. Non devi portare con te una sacra Bibbia, i Veda, la Gita o il Corano. Devi solo capire un po' di più la tua mente e le sue funzioni, come agisce. La mente non è mai nel presente, mentre il tempo è sempre presente; per cui la mente e il tempo non si incontrano mai. Ecco dov'è la tragedia: a ogni istante ti sfugge il treno e continuerai a perderlo per tutta la vita. Un grande mistico stava morendo. I suoi discepoli gli erano vicini e gli chiesero: "Maestro, qual è il tuo ultimo messaggio?" Il Maestro morente aprì gli occhi e indicò col dito il tetto della sua capanna. Uno scoiattolo stava giocando; tutti i discepoli guardarono verso l'alto e per un istante vi fu un silenzio assoluto. Il Maestro disse: "Questo è il messaggio di tutta la mia vita. Vivi nel momento. E’ meraviglioso ascoltare lo scoiattolo che gioca sul tetto, senza preoccuparsi di altro". E aggiunse: "Ora, posso morire" e morì col sorriso sulle labbra, il volto soffuso di beatitudine. Perfino nell'ultimo istante della vita il suo messaggio fu: sii qui e ora. Quello è anche il mio messaggio.
Dall'intervista di Enzo Biagi a Osho (12/01/1986)
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thedarkpoet · 1 year
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Ieri mattina gli astri del cielo hanno voluto che io ti vedessi mentre andavo a lavoro. In realtà non ho visto la tua figura, ma solo la tua macchina uscire dalla stradina di casa. Devo comunque ammettere che ciò è bastato per farmi fermare il cuore per una trentina di secondi.
Sono stati attimi colmi di emozioni contrastanti in cui alla fine l’ha spuntata l’indifferenza. Sì, perché in questi giorni ho la sensazione di aver fatto quell’ulteriore passo in avanti per quanto riguarda la liberazione della mia mente da te.
Mi capita di pensarti, ma poi volto immediatamente pagina. E chi mi ha aiutato in tal senso forse sei stata proprio tu. Da quando ci siamo lasciati ho avuto modo di parlare con tante persone e tutte non facevano che ripetermi la stessa identica cosa ‘non devi guardare più quello che fa o con chi sta. Non ti deve interessare perché ti fai solo del male’. Io ci provavo, ma alla fine ci ricascavo sempre: andavo a vedere le storie e a leggere le cose che scrivevi. Cazzo quante pugnalate ho preso. Specialmente quando ho capito che ti eri già invaghita di un nuovo tipo a così poco tempo dalla nostra rottura. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quando qualche giorno fa ti sei messa a fare un giochino squallido scrivendo cose quasi imbarazzanti, utili soltanto ad attirare l’attenzione di quattro imbecilli che ti seguono. Ho letto cose che la metà bastavano e da quel momento ho detto ‘basta’.
Basta stare male per una persona che ci ha voltato le spalle senza scrupoli. Che ha voluto abbandonarci senza affrontarci e che ci ha largamente preso in giro facendoci inizialmente capire che le cose stavano tornando quelle di un tempo, ma che in realtà non aspettava altro che eliminarci dalla sua vita come il peggior cancro. Basta pensare ad una persona che non è più la ragazza che abbiamo amato per anni ed anni e che ora si è trasformata in un qualcosa che non è minimamente paragonabile a quello che era una volta. E se questa è veramente la nuova versione di te, allora sono contento che tu te ne sia andata.
Ora non dico di essere felice. Siamo ancora ben lontani dal concetto di felicità, ma mi sento sicuramente più leggero, più sereno rispetto anche a poco tempo fa. Non mi fai quasi più nessun effetto, non m’interessano più le tue fantomatiche storie su Instagram e me ne sbatto di quello che fai nella nuova vita che tanto bramavi.
Potrò continuare a dedicarti delle frasi, perché la scrittura come ben sai è da sempre un qualcosa che mi appassiona e perché allo stesso tempo mi piace dare vita a pensieri e situazioni che gironzolano nella mia testa. Ma tutto inizia e finisce in quel lasso di tempo.
In futuro vedremo chi dei due ci ha perso? Non ci sono vincitori qui. Io per primo, nonostante tutto, so perfettamente che cosa non ho più con me. Tu invece ancora non lo sai, ma un giorno te ne accorgerai. Ti posso assicurare, quindi, che a questo gioco abbiamo perso entrambi.
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tempestainmare · 2 years
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Lezione di NOI
La verità ASSOLUTA.
Cara VV, Noi (quelli della tua stessa sostanza) stiamo aspettandoti alla stazione di Pomezia Terme. Identificativo: ORGANIZZO EVENTI.
Care tutte NOI, ieri ho omesso o meglio ho dimenticato senza farlo di proposito (l'ha fatto apposta anche se so che non è verità) la COSA fondamentale del vegan. CIBO + 21 integratori al dì.
Mi sono informata pure sulla questione patatine, tutto a posto si possono mangiare fritte in olio di mais.
Cara VV, vegano non significa alimentazione diversificabile ma significa rubare uomini altrui ed essere felici e consapevoli del male gratuito.
Cara Gabriella, fuori non dentro. Se fuori vuoi essere NOI, tofu e germogli di soia, chi si siede al tavolo con te PROBLEMI TUOI.
Cara VV, sono una di NOI e non esiste proprio che faccio quello che comanda NOI.
NON SEI UNA DI NOI.
Cara VV, come spiegare. Tu esisti e basta. Vai bene a Natale, a Pasqua, alle lauree altrui, devi stare nascosta. Dobbiamo sapere che esisti se ci serve la badante.
Cara VV, tu ci servi per i soldi. Vedi di fare qualcosa.
Cara Rossana, la colpa è solo tua.
Cara VV. mi sono fatta lui, uno in politica. Sto impazzendo, su Facebook non c'è niente. Meglio non parlare di te. Non tocchi nessuno. Sempre a pensare a come appendere gli abiti. Per non parlare di Città del Vaticano e la Grecia. Roma capitale.
Cara Gaia, la prestazione si paga. Prima vi lamentate che non ho soldi. Come la pago STA prestazione? Poi non sono interessata. Mi annoi. Le cartine mi piacciono sempre, i viaggi anche. Non mentali, non sono una di NOI. Roma? La Grecia? Non sono amante di mare quanto che di arte e ORGANIZER. Sui social non ho niente di non strettamente necessario alla vita. Che volevi sapere VERAMENTE? Che ti sei fatta lui, AMEN. Non fa parte del mio entourage. Poi da che è mondo ESSERE MONDO. Se paghi una prostituta non muore nessuno. Se poi sei una dai facili costumi e sempre disponibile a nuove avventure culinarie, NON TI GIUDICO. Non giudico nessuno IO.
Il sesso a pagamento? Si ma non oggi. Tra 40 anni Dio ci pensa.
Cara VV, ti è mai successo?
Cara Sissi, succede ogni volta che siedo a tavola alle feste comandate. L'appello? LA BATTAGLIA NAVALE.
L'AMORE è anche questo, un VIAGGIO in 88 giorni.
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la timidezza, spesso ti impedisce di fare i passi più importanti della tua vita, ti impedisce di sentirti libera e ti costringe a trovare altri metodi per far capire ciò che vuoi dire, ti impedisce di guardare o farti guardare negli occhi dalle persone su cui ancora devi acquistare fiducia, perché è come se dagli occhi potessero guardarti dentro, e questo ti farebbe sentire così fragile, vulnerabile. la timidezza è come avere costantemente la vergogna addosso, come se anche solo il mio esistere possa essere un peso per il mondo. la timidezza è essere vestita ma sentirsi nuda agli occhi degli altri, come se ogni mia cicatrice sia sempre sugli occhi di tutti, come se tutti mi conoscessero, solamente per il dolore che indosso. quello che mi fa più male, è che spesso, la timidezza ti impedisce anche di rendere felici gli altri, anche se ce la metti tutta e dai tutta te stessa per una cosa, spesso la timidezza ti blocca lì, d’improvviso, e ti senti persa, perchè un secondo prima eri così sicura, ti sentivi così libera, e ora non più, ora hai di nuovo paura, ora sei di nuovo chiusa in quella prigione di emozioni, insicurezze, domande senza risposte, immagini, sensazioni, lacrime e niente di tutto questo può essere spiegato a parole. ed è qui che la timidezza non è più una parte di te, ma sei tu. sei fatta così, ed è inutile che gli altri ti dicano di smetterla di essere così, sempre così imprigionata, sempre con gli occhi pieni di lacrime, sempre pronta ad esplodere per ogni piccolo insignificante dettaglio. sono inutili le parole della gente, perchè poi nella tua testa si sbiadisce tutto, le parole si mischiano con i pensieri sbagliati e lì si perdono, ed ecco che si incasina tutto, tra quello che pensi tu e quello che pensano gli altri, ti perdi, dentro le persone sbagliate, ti innamori delle persone sbagliate e continui a sperare, a sperare che qualcosa si possa sistemare, che per una volta qualcosa possa andare come vuoi tu, che qualcosa possa renderti felice veramente, come non lo sei mai stata, qualcosa che quando torni a casa ci pensi tutta la notte e sorridi, e ti senti bene, ti senti leggera, piena, semplicemente tu, felice. non mi è mai successo, non c’è mai stato niente, nella mia vita, che andasse bene, dall’inizio alla fine, qualcosa che mi facesse sorridere subito, qualcosa di semplice, che mi facesse sorridere senza farmi soffrire ogni giorno. forse chiedo troppo, so di stare male, ma so che c’è chi sta peggio, so che forse potrei essere ancora più forte, ma a volte mi sento inesistente, mi sento come se non fossi su questo pianeta e stessi guardando il mondo dall’alto, mentre penso a tutto questo e mi domando perchè non può esistere il bene senza il male, il buono senza il cattivo, perchè per forza deve esistere sempre il lato negativo, perchè per forza deve esistere questo opposto per distinguere questi due mezzi mondi, questo mondo che da una parte si distrugge e dall’altra tenta di sopravvivere. perché è tutto così incoerente, perchè la nostra stessa vita tenta di distruggerci e noi inventiamo di tutto per sentire qualcosa, perchè siamo sempre tutti a livelli diversi e mai allo stesso passo, perché abbiamo reso tutto più difficile, perchè abbiamo creato differenze e il tempo è lo stesso per tutti eppure abbiamo inventato l’orologio per limitarlo, perchè non siamo mai in equilibrio rispetto agli altri e ci sentiamo diversi, ma esattamente, diversi da chi? abbiamo mille personalità, che possiamo cambiare in base a chi ci troviamo davanti, alla situazione, abbiamo mille modi di pensare, di decidere, di vedere. e chi siamo? ci perdiamo sempre, ma com’eravamo prima di perderci? com’eravamo prima di cambiare?com’eravamo prima di essere feriti? perché sembra sempre che tutto ci crei dipendenza, che ad ogni gradino che facciamo sarà impossibile scendere, perché vogliamo sempre di più, non ci basta mai, non ci bastiamo mai, e per scendere da quell’altezza dovremo sempre aspettare che sia la vita a farci cadere giù, a farci male. perché è così facile piangere e così impossibile essere veramente felici?
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francescaaghiani · 3 years
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Lettera di una figlia a un padre.
Ciao papà, no, non stiamo affatto bene, nessuno di noi tre sta bene: dobbiamo vivere in una casa che non è nostra,con abitudini e tempi differenti da quelli che abbiamo, a scuola non ci stiamo andando né io né tantomeno Gabriele. Finalmente nell’ambito scolastico stavo riuscendo ad essere quella di una volta,mentre adesso,oltre a non riuscire a stare insieme alle mie amiche non riesco nemmeno più a seguire con lucidità una semplice lezione.
Gabriele è rimasto scosso,è stata una cosa davvero pesante da affrontare, non tanto per me quanto per lui: non ti sei fermato nemmeno davanti a tuo figlio mentre ti urlava di smetterla,piangendo a singhiozzi. Non ti sei fatto scrupoli e nemmeno problemi, siamo tutti più bravi a parlare a cose compiute.
Nessuno di noi si aspettava questo papà, io non mi meritavo niente di tutto quello che mi hai fatto, non mi meritavo di perdere due anni della mia adolescenza, quella che tutti poi da grandi, rimpiangono.
Ho sempre dovuto sopportare le tue pesanti accuse sin da quando ho memoria, nei confronti della mamma, nei confronti dei nonni e nei miei soprattutto. Non mi hai mai spiegato la ragione delle frasi che mi hai ripetuto per un anno intero, non me lo hai mai detto chiaramente, hai solo cercato scuse su scuse, arrampicandoti sugli specchi,scivolando sempre.
La verità è che non te ne frega niente di nessuno, nemmeno delle persone che hai creato tu stesso, ti interessa solo quello che hai e quello che puoi avere. Non te n’è mai importato niente di noi, di me, perché se fosse stato davvero così, ogni tuo gesto, ogni tua accusa, ogni tuo insulto, non avrebbero mai avuto vita. La verità è questa,stai bene solo quando le cose vanno come vuoi tu.
Il tempo passa e per fortuna le persone cambiano anche in base a quello che hanno dovuto affrontare, aprono gli occhi e finalmente vedono le cose senza filtri,per come sono davvero.
Ho provato amore nei tuoi confronti, quando a Neive volevo sempre stare con te. Ho provato affetto per te anche quando ci siamo trasferiti qua in Sardegna, ma se permetti, ho anche l'amore per i miei nonni che da un giorno all'altro non ho più avuto vicino.
Piano piano hai fatto sì che mi allontanassi da te, trasformando quell'amore in un insieme di odio e delusioni con forti fondamenta.
Ti ho sempre voluto bene anche quando mi dicesti:“tu per me sei morta", “non hai più un padre", “è solo colpa tua se tua madre ha avuto due depressioni”, “se la famiglia è così è solo merito tuo".
Provai a darmi una spiegazione, convincendomi sempre di più di queste assurde tue parole. Solo ora mi rendo conto che io, non ho proprio colpa di niente, l'unica colpa che ho è quella di averti permesso di ferirmi così tanto, solo quello è stato il mio più grande peccato.
In tutti questi anni ogni volta che mi chiedevano di te rispondevo orgogliosamente, ma da quattro anni a questa parte mi vergogno di avere il tuo stesso sangue che scorre nelle vene.
Mi vergogno non per cosa possano pensare gli altri ma per quello che so io,per quello che tu mi hai sempre negato,per quello che non mi hai mai detto e per quello che hai sempre fatto.
Come puoi pretendere che una bambina non venga da te a darti un abbraccio, se le urli davanti? Sai più di me come ci si sente a non essere voluti,ma sai più di me come ci si sente ad essere soli ed io con te, mi sono sempre sentita sola.
Ti ho chiesto aiuto quando stavo male e me l'hai negato buttandomi ancora più giù nella buia fossa, è stato il nonno che in due mesi, ha fatto quello che avresti dovuto fare tu in un anno. Non mi meritavo tutto questo,nessuno se lo meritava.
Come ti ho già detto in precedenza poco m'importa del tuo passato,mi è totalmente indifferente, quello che non ti perdonerò mai,invece, è come tu, per egoismo, abbia avuto il coraggio di riversare tutto su di me, attribuendomi colpe,insulti e false verità, creandomi enormi disagi sull'autostima.
Non riuscirò mai a capacitarmi di come un padre possa arrivare a tanto, senza rendersi conto di quanto male stia facendo alle persone che dovrebbe amare più di tutte.
Non ti meritavi dei ragazzi come noi,non hai mai avuto fiducia nei miei confronti, sono sempre stata una ragazza per bene,rispettosa ed educata. Non ti ho mai dato problemi o preoccupazioni, non potevi lamentarti di me potevi solo vantarmi ma hai preferito uccidere la Francesca che ero una volta.
Ti ho sempre portato rispetto com'è giusto che sia, ma quando ho iniziato a capire che non è mai stato reciproco, ho cominciato a portare un po' più rispetto a me stessa.
Oramai ho sedici anni papà, riesco a distinguere chi mi dimostra veramente il suo amore e chi parla ma non fa niente. Sono cresciuta, non credo più alle tue parole, credo solo a ciò che vedo con i miei occhi, a ciò che sento con le mie orecchie. Basta dire che quando crescerò capirò, sono già cresciuta e ho capito fin troppe cose.
Ho sempre provato paura, paura che da un momento all'altro potessi avere uno scatto d'ira e colpire me o la mamma, l'ho sempre sentita da quando ti ho visto tirare un pugno al mobile nel corridoio della vecchia casa. Ma un conto è provare paura, un'altro è averla. Il giorno che si è tramutata in realtà ero davvero paralizzata,spaventata, non pensavo che mio padre potesse essere un mostro.
Mi dispiace di dover essere arrivati a questi punti per farti capire cosa avevi tra le mani,mi fa male perché potevamo evitare, potevi evitarlo se davvero lo volevi,potevi rimediare tutto non tanto con la mamma ma con noi.
Non puoi giocare con le persone,trattarle come oggetti,usarle e poi buttarle come se nulla fosse come se non provassero niente e poi chiedere scusa.
Ti avevo avvisato molte volte papà,ti avevo parlato chiaramente in più situazioni ma non puoi fare sempre come vuoi poi chiedere scusa a cose fatte: se calpesti un fiore e dopo gli chiedi scusa tornerà come prima? no, rimarrà sempre sciupato e lo stesso è per noi.
Non ti dai pace adesso per le parole a me dette, e prima? Erano accantonate da un lato? Solo ora sono riemerse a galla? Se davvero ti fosse dispiaciuto, papà, non le avresti ripetute per un anno intero a tua figlia,sangue del tuo sangue.
Non mi interessa cosa sia successo prima di me tra te e la mamma, sono fatti vostri e le tue spiegazioni al riguardo non giustificano il tuo comportamento nei miei confronti, sono solo parole messe una dopo l'altra.
Ti ho sempre detto ciò che pensavo e non mi pento di niente, non ho rimorsi di nessun genere, tranne quello di non aver iniziato a rispondere prima, perché è davvero frustrante passare due anni, quasi in una depressione con un padre che continua a tormentarti ogni santo giorno, non è facile convivere con il rimpianto di essere nata,con il desiderio di morire per il bene di tutti.
Non è bello svegliarsi la mattina e sentirsi inutili, chiedersi il motivo della propria esistenza. Non è neanche bello sentire minacce di morte rivolte ad un proprio familiare.
Tu non sai papà quante volte ho desiderato che per sbaglio attraversando la strada mi mettesse sotto una macchina, non sai com'è stato convivere con la convinzione si aver fatto soffrire brutalmente la mia famiglia,mia madre.
Non sai quante volte immaginavo il mio funerale, se sarebbero venute tante persone,se tu ti saresti pentito o se alla mia assenza saresti stato solo più sollevato.
Ho provato a far tacere tutte quelle voci nella mia testa,tutte quelle brutte parole che si ripetevano in ogni momento,ma non ce l'ho fatta,sono stata una codarda,così ho tentato di scappare ma non ho avuto nemmeno il coraggio di stare fuori casa per una notte.
Ho pensato molte volte alla possibilità di suicidarmi e tu? Te ne sei mai accorto? Non credo proprio. Non avendo il coraggio di farla finita ho iniziato a procurarmi delle autolesioni, non ti sei mai accorto nemmeno delle mie maniche lunghe a settembre con venticinque gradi, vero? Pensa quante cose vuoi farmi sapere di te e tu non sai niente di me.
Non riesco a darmi una spiegazione su tutto quello che mi hai fatto, ho tanta rabbia nei tuoi confronti, ma provo anche tanta pena e sai perché? Perché ho capito che la vera fallita non sono io e non la sarò mai, io che a quindici anni ho dovuto affrontare situazioni che le mie amiche non si sognerebbero mai nemmeno nel peggiore dei loro incubi.
Io che non ho mai potuto essere una ragazza della sua età,bensì più grande perché era necessario,dovevo crescere prima del dovuto e forse è stato un bene.
Il fallito qua sei solamente tu, con due matrimoni buttati nel cesso e due figli persi completamente e definitivamente. Il perdente sei tu papà, perché ormai non puoi più rimediare, e se anche fosse vero, se realmente fossi una fallita ho tutta la vita per potermi rifare, ma se per te è questo il significato di questa parola vorrei esserlo per tutta la vita.
Di una cosa ti voglio ringraziare: mi hai fatto soffrire tanto ma mi hai anche fatto capire che una persona per quanto possa esserti vicina può pugnalarti al cuore in ogni momento, e può essere anche tuo padre.
Grazie a te ricorderò quando sarò madre di non commettere neanche lontanamente i tuoi stessi errori, ricorderò che nessuno a parte me può rendermi felice e che devi sempre fidarti solo di te stesso, perché in questa giungla o sei la preda o diventi il predatore.
Ti ho chiesto esplicitamente di non cercarmi, non hai rispettato nemmeno questa mia ennesima richiesta e qua, posso capire quale sia per te il concetto di rispetto.
Mi hai deluso tanto papà, così tanto da farmi venire il voltastomaco quando pronuncio quella parola, quel nome, quel "papà", mi hai portato a dei punti che nemmeno io avrei mai immaginato.
Con quale coscienza mi dici che vuoi solo il mio bene se nonostante la mia situazione di salute poco stabile hai continuato egoisticamente a tormentarmi? Come puoi tu dopo quindici anni, venire da me a chiedere scusa? Con quale faccia tosta? Ma più che altro sperando di ottenere che cosa? La mia compassione? Il mio perdono?
Non ti sei mai fatto scrupoli nell'umiliarmi, nel farmi stare male, perché farlo proprio ora? Perché proprio adesso il tuo senso di colpa,d'improvviso si è esteso così tanto velocemente da sentire il bisogno di esternarlo? Per paura forse? O è solo una questione di suggestione nei miei confronti?
Ti dirò la verità non mi incanti con tutte quelle parole ben studiate,messe lì,scritte e nemmeno sentite per lo meno, non mi fanno più quell'effetto.
La vittima qui non sei tu,sono io, siamo noi tre che abbiamo subìto tanto,per cosa? Per colpa di chi, soprattutto? Per colpa di una persona che ritenevo mio padre ma che in realtà non ho mai conosciuto.
Il mondo non ti cade addosso per delle accuse campate in aria, ti cade addosso quando vedi la tua vita finire, quando non vuoi uscire dal tuo letto, quando non senti nemmeno il bisogno di lavarti o truccarti per uscire di casa.
Il mondo ti cade addosso quando ogni sera sai che da un momento all'altro passerai le seguenti due ore a urlare, a dimenarti per terra provando un misto di emozioni negative così tanto forti da voler morire immediatamente.
Il mondo ti cade addosso quando una persona che ami veramente muore per sempre.
Quando sai che tuo padre ti reputa uno scarto.
Questi sono veri motivi il mondo cade per cose peggiori non per delle stupide litigate tra coniugi.
Il mondo non gira e non è mai girato intorno a te, non hai avuto bisogno di essere amato solo tu, non sei l’unico ad aver avuto problemi, hai mai pensato a tutto quello che hanno dovuto sopportare e superare gli altri? O hai sempre e solo visto le cose a senso unico?
Non mi hai mai elogiato in niente,ed è vero,non volevo mai venire ad una tua mostra ma sai perché?Perché tu in cinque anni di sport non sei mai e dico mai venuto a vedere una mia partita, rimanendo a casa ogni volta, perciò perché devo essere io figlia ad elogiare e vantare mio padre se a quest'ultimo non gliene frega niente di me?
Mi dispiace ma hai iniziato tu questo circolo vizioso, né io né Gabri e la mamma, è partito tutto da te.
Non me ne faccio niente di un’ inutile "poesia" come tu la definisci, ora dopo che mi hai ammazzato moralmente tante di quelle volte che oramai ho perso pure il conto.
Dovevi vedere la tua faccia,la tua espressione quando ti ho trascinato via lontano dalla mamma per proteggerla mentre era distesa sul pavimento inerme e stordita.
Eri assetato di vendetta te la leggevo negli occhi, quella soddisfazione si capiva benissimo ciò che provavi e per questo mi fai ancora più schifo.
Hai torto,fattene una ragione e sinceramente mentirei se ti dicessi che ho intenzione di perdonarti, che possa morire se mai succedesse una cosa simile.
Non sono Dio non perdono e non dimentico tantomeno non perdono e non dimentico quindici anni d'inferno,di accuse,insulti e urla.
Mi hai ferito e questo non sei mai riuscito a capirlo.
Spero che tu con la mia assenza possa renderti conto di chi,di cosa hai perso e soprattutto, spero che quando finalmente riuscirò a realizzarmi sia nel lavoro sia nella famiglia, i miei figli non mi chiederanno mai di te, ma in caso contrario farò come hai detto tu qualche anno fa, “mio padre è morto quando ero ragazza" questa sarà la mia risposta.
Hai fatto di tutto per farti odiare e non ti meriti nemmeno un briciolo di umanità né da parte mia né da parte di nessun altro individuo, non meriti di provare felicità sempre che tu sappia mai cosa sia, ma soprattutto non meriti di condividere né la mia né quella di Gabriele. Non ti meriti niente di noi,nemmeno una foto.
Meriti di marcire da solo con il tuo orgoglio ed egoismo e se mai esistesse,il tuo pentimento.
Spero inoltre che un giorno capirai gli errori che hai commesso e ti pentirai davvero,non tanto nei confronti della mamma ma nei confronti dei tuoi figli.
Ti avevo già avvisato che non avrei gradito un tuo messaggio ma vedo che non sono stata abbastanza chiara, perciò lo ribadisco: non cercarmi più, senza di te chiunque sta meglio,io prima di tutti,la mamma,Gabri e persino il cane,figurati.
Ricordati le parole che mi hai detto ora sono davvero morta per te,non esisto più e se mai ti venisse voglia di cercarmi sappi che non ti risponderò e in quel caso ti bloccherò sul serio.
Credo di averti detto tutto non posso dirti che ti voglio bene perché non sono falsa come te, posso solo dirti che se volessi una persona morta in questo momento, vorrei tanto fossi tu.
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a-tarassia · 3 years
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La vacanza
Settimana scorsa sono stata in ferie. Un mio ex capo mi diceva sempre che c’è una bella differenza tra ferie e vacanza e lui voleva il più possibile far coincidere le due cose, quel mio ex capo era e spero sia rimasto una persona estremamente intelligente e di cose ciniche e vere ne diceva un sacco, tra cui quella che voleva io diventassi un manager della sua azienda, a ventisei anni. La vita ci ha riservato non poche svolte belle o brutte e alla fine le nostre strade hanno preso direzioni diverse. Sono stata in vacanza quindi la scorsa settimana, staccato da tutto e tornata a lavoro sono abbronzata e pronta per ripartire per altre due settimane, non è fortuna, non mi è capitato tutto in mano così e per di più non è detto che sia per sempre, quindi io prendo quello che mi viene concesso e lo spolpo fino all’osso. Succede che a lavoro c’è la tipa delle pulizie che ama esageratamente raccontare a tutti ogni retroscena della sua vita disgraziata, ammetto che se tutto ciò che racconta è vero per come lo racconta ha avuto davvero una vita tribolata e lungi da me usare questo posto per ribadire il solito vecchio amaro adagio del: certe sfighe te le attiri da sola. Chè è vero nei limiti, ma a volte è anche vero nelle opportunità che una persona può costruirsi, lo startup, inteso come background familiare, una famiglia ce l’abbiamo avuta tutti nel bene o nel male, conta molto e se nasci con la camicia di certo in media la vita ti presenterà un conto meno salato o almeno fai meno fatica a pagarlo, se invece nasci con la retromarcia a metterti in pari non è detto riuscirai mai. Il discorso è ovviamente grossolano e io sono un esempio di lavoro e fatica familiare che dalla terra, letteralmente, mi hanno portato a potermi permettere (per mie scelte e a miei volte sacrifici) una vita che può definirsi in un certo qual modo agiata, tra alti e bassi, fortune e sfortune, capacità e riconoscenze, assumendomi la responsabilità di tutte le scelte a volte azzeccate a volte totalmente errate sto qui a potermi permettere (che gran lusso!) tre settimane di ferie estive, al momento. Che sacrilegio! Quando incontro per l’azienda la ragazza delle pulizie, una delle due, quella amareggiata dalla vita, io mi incupisco e mi vergogno delle mie fortune, che fortune sono fino un certo punto, ma mi rendo conto della gratitudine che devo alla vita e quindi mi ritengo fortunata senza fare confronti con nessuno, nemmeno con questa povera scappata di casa che mi ha visto abbronzata e mi ha incalzato sottolineando la mia situazione più facile della sua, che è divorziata da un mezzo criminale che si è fatto anche un periodo dentro, che ha una figlia da mantenere che non ha voglia di fare niente, che guadagna troppo poco per permettersi anche solo di andare in piscina, che anche il nuovo tipo le fa le corna ed è un buono a nulla e che è stufa e mi invidia perche tra una settimana parto di nuovo. Io ho imparato a non sentirmi in colpa, ma lei riesce a farmi vergognare di quello che ho, mi fa sentire piccola e crudele, mi fa sentire tutta la disparità del mondo, abbatte tutte le mie convinzioni di merito e scelte individuali perché mi rendo conto che la natura stessa è ingiusta e io son dalla parte di chi gode delle cose sulle spalle di chi invece le paga, ma al contempo non lo trovo giusto. Non trovo giusto farmi sentire in colpa per cose che ho conquistato, non trovo giusto farmi pesare un funzionamento malato del mondo che non ho voluto io, non trovo giusto farmi credere che non aver voluto figli sia stata una scelta egoistica perché non lo è, meno che meno è una scelta facile e mi confronto ogni giorno con questa decisione. Eppure mi mette di fronte ad una verità incontrovertibile, non nasciamo tutti uguali, per diversi motivi che poco hanno a che fare con noi, non nasciamo circondati dalle stesse persone e anche questo dipende poco da noi, emanciparci da ciò che ci fa male è nelle nostre possibilità, ma anche questo da qualche parte lo devi imparare e a volte non se ne ha il tempo se si deve pensare a districarsi dai problemi della vita come per esempio trovare da mangiare o evitare le botte di un padre alcolizzato, l’emancipazione è un prezzo per cui non hai i mezzi. E allora io son stata fortunata, fino adesso, concordo, fortunata ad esser anche nata capace e sana, che culo c’è voluto, c’è chi lo chiama karma. La domanda è però, perché lei deve farmelo pesare? Perché deve farmi rabbuiare dentro e farmi vergognare delle gioie che da poco ho imparato a respirarmi a pieni polmoni? Sono egoista? Sono passata dalla parte del torto? Cosa sbaglio? Ieri sono uscita con R, siamo stati in giro molto, abbiamo fatto tardi e chiacchierato tanto, soprattutto del suo divorzio infinito di cui non vede il fondo nemmeno economico, tornando a casa ha allungato il giro e abbassato la cappotta della sua macchina e per qualche minuto siamo stati zitti mentre scorrevamo di notte la pianura ed è stato un momento felice, spensierato, un momento in cui non pensavo a niente, una vacanza. Mi devo vergognare di queste cose?  
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susieporta · 2 years
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Tu PENSI di sapere chi è l’altro
Ma non vedi che è chi tu voglia che sia
Tu PENSI di sapere tutto
Ma per questo non sei aperta ad ascoltarti ed ascoltare
Tu PENSI che l’altro ti giudica
Ma non riesci a vedere che sei solo tu a farlo
Tu PENSI di non meritare Amore
Ma non vedi che sei tu a rifiutarlo
Tu PENSI di aver ragione
Ma la ragione che difendi vuole solo confermare la tua storia
Tu PENSI di non venir ascoltata Anima
Ma non vedi che sei tu a non ascoltare
Tu PENSI di conoscere l’altro
Ma non vedi che neppure conosci te stessa
Tu PENSI di essere sola,
Ma non vedi che VUOI essere sola
Tu PENSI di essere forte ed indipendente
Ma non vedi che non riesci ad abbandonarti a nessuno
Tu PENSI di difendere l’Amore
Ma non vedi che invece lo attacchi
Tu pensi di difenderti
Ma non vedi che per poterlo fare hai bisogno di qualcuno da attaccare
Perché PENSI e non VEDI?
Perché sei solo in superficie
Perché PENSI
Perché proietti
Perché interpreti
Perché paragoni l’altro a te
Perché pensi che deve essere e fare come fai tu
Perché racconti una storia, si! Anche spirituale.
Quella storia che da ragione a qualsiasi storia
Quella storia che parla del caso, del fato mentre tu, impotente, pensi di esserne succube e schiava
Perché non vuoi vedere cosa vibra in profondità pertanto allontani chi quella profondità provoca al fine di fartela vedere
Deleghi l’universo, il karma, il fato, le carte, l’astrologia, la mamma, il papà, il bambino o bambina interiore. Chiunque o qualsiasi cosa al di fuori di te per evitare di assumerti anche un briciolo di responsabilità
Perché non riesci ad accettare la tua umanità, pertanto la proietti fuori chiamandola forse fragilità, debolezza, storia, giudice o inquisizione , obbligo o dovere, ego, vittima o carnefice, molto dipende dalla storia che ti racconti, ma sono tutti ruoli che puoi interpretare fino a quando vorrai
TU PENSI DI SAPERE
MA NON SAI NULLA FINO A QUANDO NON COMINCERAI A VEDERE e SENTIRE
A vedere le tue storie
Le tue convinzioni
Le tue proiezioni
Le tue maschere
Il tuo dolore
Le tue ferite
La tua VOGLIA DISPERATA DI AMORE, e di ESSERE ACCETTATA COSÌ COME SEI
Ma vedi dolce Anima... sei talmente cieca da non vedere che sei Amore, perché?
Solo perché devi convincerti di non meritare Amore
Solo perché pensi di essere sbagliata
Solo perché pensi di non poter essere umana
Solo perché pensi di non poter sbagliare
Solo perché ancora credi di dover essere perfetta
Ma per quanto ancora...
Quanto ancora PENSI di non poter sbagliare, arrabbiarti, provare odio... quanto ancora devi reprimere la tua verità tradendo la tua autenticità proiettandola fuori con forza ed aggressività solo per poterla condannare?
Quanto ancora vuoi lottare
Dimostrare
Avere ragione
Difenderti
Attaccare, l’altro, l’Amore... TE!
Quanto ancora devi lottare?
Piuttosto di lasciarti amare,piuttosto che abbandonarti alla resa e nelle braccia dell’Amore ♥️
Luna in Gemelli 🌕
Novilunio in Aquario
Per vedere la verità, per liberare la tua autenticità...
Devi vedere, non pensare, VEDERE
Devi sentire, non credere, SENTIRE
Non chi è l’altro, ma chi sei tu sotto le macerie della tua dolorosa solitudine
Astrosapienza
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sciatu · 3 years
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Briosce salata con formaggio e wurstel, peperonata, insalata di riso, braciole alla messinese con peperoncini arrosto, polpettine vegane, caponata, cous-cous, frittata di patate, olive passolute, spiedini di melone.
LA IENA
L’osservò staccarsi dal gruppo di amici con cui stava ed avvicinarsi al buffet prendendo un piatto ed osservando la distesa di pietanze che vi erano disposte. Distolse lo sguardo dalla ragazza e guardò lui che parlava con due suoi vecchi amici, sotto un olivo in un angolo del prato dove era stato organizzato il buffet. Era il momento migliore per avvicinarsi alla ragazza. Si avvicinò lentamente e preso un piatto incomincio a mettervi delle briosce salate, arrivando alle sue spalle con la massima casualità la sfiorò “Oh scusami – le disse quasi con noncuranza – ah ma ciao, non ti avevo riconosciuta” Mentì cercando dirlo con la massima spontaneità e cordialità. La ragazza si girò e appena capì chi era si irrigidì lanciandole uno sguardo gelido “Buonasera” Lei lasciò perdere la sua evidente ostilità e continuò sorridendo “Sei Monica, non è vero? Tuo padre mi parla sempre di te.” “Mio padre parla con tutti di me tranne che con me. Lei è la nuova donna di mio padre? Tutti son venuti a dirmi che c’era anche lei per vedere che effetto mi faceva, bontà loro” “E che effetto ti ha fatto?” “Nessuno. È lui che mi fa effetto! Lo guardi: elegante, con la cravatta che gli abbiamo regalato durante l’ultima festa del papà mentre va avanti e indietro tutto felice e sorridente per la sua nuova donna che si è scelto.” Dentro di lei l’anima le avvampò urlando “Se vuole la guerra l’avrà – penso, e a voce alta continuò - Non ha scelto una nuova donna, ha scelto una nuova vita. La cosa è sostanzialmente diversa. Forse io avrei potuto anche non esistere, ma lui avrebbe fatto la stessa scelta di andarsene per non restarsene chiuso dentro casa sua come un estraneo per tutto il resto della sua vita.” Prese una braciola e la morse con gusto “Probabilmente si, per questo non penso che possa prendermela ne con lei che è stata più un effetto che una causa, ne con i miei genitori. Erano al capolinea senza saperlo. Quello che mi da fastidio è che per anni non hanno neanche provato a ritrovarsi. Si sono lasciati andare alla deriva lontano l’uno dall’altro, senza preoccuparsi minimamente di volersi ritrovare, dimenticandosi di me e di quel disperato di mio fratello.” Lei mise una cucchiaiata di cous-cous nel piatto. “Si combatte per quello a cui si da valore. La vita non è un ristorante dove ordini ciò che vuoi e ti viene portato. La vita è un buffet dove tu prendi questo e quello pensando che sia buono. Invece a volte prendi quello che non ti piace e allora lo lasci nel piatto, metti il piatto in un angolo e ne prendi uno nuovo. È più semplice, ti permette di evitare domande, spiegazioni e guerre tra le pareti di casa. Molti sanno vivere i conflitti perché non gli importa di far del male a qualcuno. Altri preferiscono soffrire loro, piuttosto che dare dolore. Tuo padre è uno di questi. Per me è un suo pregio.” “Forse. Però io e mio fratello meritavamo di poter fare qualche domanda e di avere una minima spiegazione. Almeno il tentativo di discuterne insieme, anche se solo di facciata senza che ci cadesse tutto addosso dall’oggi al domani.” “Tu pensi che i tuoi genitori non ci abbiano provato? Quante volte è uscito con te per parlartene ela discussione è finita sull’università all’estero o sulle prossime vacanze? Quante volte lo ha fatto con tuo  fratello  per poi trovarsi a barattare un motorino per una misera promozione? Quante notti lui e tua madre hanno cercato di ritrovarsi scoprendosi invece sempre più distanti, sempre dalla parte opposta del letto. Non mi sarei messa con lui se  tuo padre non avesse capito che era inutile cercare di salvare il suo matrimonio ormai inghiottito dal nulla che era diventato. Ha avuto troppi Natali senza parole, troppe discussioni su cose senza importanza per credere ancora che fosse possibile una spiegazione, un chiarimento, un ricominciare in qualche modo o forma.” Monica l’osservò e prese una forchettata di cous-cous forse per pensare “Non credo che mio padre abbia cercato disperatamente una qualche discussione, forse quello che stava provando lo stava sconvolgendo e basta. Comunque, sono problemi loro. Mia madre gioca a “non è successo niente”!!  Lui – fece indicando con il mento suo padre – gioca a fare l’uomo rinato, il padre sempre complice e disponibile. A me e a mio fratello non ce ne frega niente se si sono lasciati. Sono già scomparsi da anni, in casa erano già fantasmi prima e adesso lo sono ancor di più. È di questo che non si stanno rendendo conto: prima si sono persi loro, ora stanno perdendo a noi. A casa c’è sempre stato troppo silenzio per accorgersi adesso che qualcuno ha sbagliato. Forse abbiamo sbagliato tutti, ma noi ragazzi non conoscevamo la vita e per noi è stato normale sbagliare perché non abbiamo esperienza. Loro sapevano, dovevano fare qualcosa quando erano ancora in tempo.” “Di fronte a queste cose siamo tutti incapaci di capire. Siamo tutti ciechi ed incapaci di vedere che stiamo appassendo l’uno di fronte l’altro. Alla fine, d’improvviso ci si accorge di non essere più una coppia e si corre il rischio di pensare solo a sé stessi. Tuo padre è dispiaciuto di questo e sta cercando di evitare problemi e difficoltà. Soprattutto, sta cercando di non perdere voi e di essere presente più che può” “Uno può essere presente quanto vuole, ma se non parla e comunica, resterà sempre invisibile. Comunque, ormai comi  veni si cunta ( Quello che accadrà lo sapremo solo dopo che è accaduto).” Prese un cucchiaio di caponata e un tovagliolo. “Buonasera – fece in tono superficiale – saluti il vecchio” E se ne andò verso i suoi amici con fare indifferente. “Piacere d’averti conosciuto” Le rispose in tono ironico, e tornò a occuparsi del suo piatto rimuginando quello che si erano detti Lui lasciò gli amici con cui stava parlando e la raggiunse “allora, hai conosciuto la iena?” Le chiese mentre prendeva un pezzo di frittata “È meno iena di quello che dicevi – fece lei continuando a guardare il suo piatto – è ancora disorientata.” “mi considera un vigliacco perché l’ho lasciata sola con la madre” “ti considera un punto di riferimento che non vuole esserlo più” “Questo non è vero” “Ne sei sicuro? L’hai evitata tutta la serata. Le hai detto appena ciao” “È sempre con i suoi amici, non mi considera neanche” “Ma ti sei mai preoccupato di conoscerli i suoi amici? Lei ha visto subito che hai la cravatta che ti hanno regalato alla festa del papà: secondo te è questo il non considerati?” Lui bevve un sorso “Vado?” chiese guardando la figlia “devi!” rispose lei. Si mosse aggirando l’ostacolo. Andò dalla padrona di casa per farle i complimenti e le chiese della figlia, quando lei gliela indicò nel gruppo dove stava Monica le chiese di accompagnarlo a salutarla. Arrivò cosi nel gruppo accompagnato da una figura neutra ma importante e si fece presentare a tutti chiedendo a chi conosceva dei genitori e a chi non conosceva dell’università che stavano frequentando. La serata continuò e lei lo perse di vista ritrovandolo più tardi per alcuni minuti subito rapita dalle amiche del poker per organizzare una prossima partita a Rometta. Ad un certo punto lui la chiamò “Devo andare, Monica mi ha chiesto se accompagno lei e una sua amica in un locale al faro” “Va bene, vengo anch’io così posso smettere di mangiare prima che arrivino i dolci: non so quanto ho mangiato: avrò messo due chili solo con l’insalata di riso” Incominciarono a salutare tutti e riuscirono dopo mezzora ad arrivare alla macchina. Le ragazze erano già li ad aspettare impazienti “Dai papà è già tardi – poi rivolgendosi all’amica – Serena, questa è Enrica, la nuova compagna di mio padre” “Piacere” Disse Serena gentile allungano una mano esile su cui era tatuato un serpente. Entrarono in macchina e partirono e Serena chiese a Monica se i loro amici erano già arrivati “Non lo so, ora gli mando un altro messaggio” Mentre l’amica era impegnata con il cellulare Serena incominciò a parlare “Ora voi due state insieme? Anche i miei non stanno più insieme. Ora ho una diecina di nuovi fratelli e sorelle, perché mio padre ha trovato una nuova donna con tre figli e mia madre un signore che ne ha due dal primo matrimonio e tre dal secondo. O viceversa? Non me lo ricordo mai! Ora sono sempre invitata a qualche festa e d’estate posso andare in una diecina di case al mare di qualche parente! Ci sono dei vantaggi, ad esempio non sei mai sola e ogni fine settimana hai una festa, un compleanno, un anniversario ed è tutto un casino “ Restò qualche secondo in silenzio per far prendere fiato ai pensieri che non riuscivano a seguire la mitragliata di parole. Poi, raggiunta finalmente da un pensiero sensato aggiunse “Però è triste che ad un certo punto tutto finisca – guardando il padre di Monica chiese – secondo te perché succede?” “Succede cosa?” Chiese lui che aveva smesso di seguirla appena aveva iniziato a parlare “Che due si vogliono bene e poi improvvisamente non si amano più” L’uomo fece una faccia sconcertata ma replicò “Ognuno ha i suoi motivi però vedi, chiediti che cos’è l’amore. L’amore non è desiderare, volere e quelle cose che scrivono nelle canzoni. L’amore è fare per chi ami quello che non faresti per nessun altro. Non è una cosa semplice e forse non è neanche naturale, per questo ci vuole impegno, motivazione, tempo, interesse, voglia e bisogno che chi ami sia parte della tua vita, dei tuoi pensieri, di quello che fai o fate. Invece, una volta insieme pensi che sia fatta, che ormai è tutto a posto, che non ci saranno difficoltà, incomprensioni che potranno separarvi e che l’amore che provavi quando volevi farla innamorare, sia lo stesso di ora che vivete la vita gomito a gomito. Per farla innamorare mostri solo il lato migliore che pensi di avere e lei ti mostra il suo lato più piacevole, senza spigoli ed ombre. Da sposati invece, la vita ti tira fuori il carattere i pregi ed i difetti: l’amore mostra il suo lato più vero e concreto. Lei incomincia a pensare alla casa, ai figli e al lavoro mentre tu ti concentri sulla carriera, sui viaggi d’affari, su tutto quello che pensi necessario per vivere, su i desideri che lei non può o no sa di dover soddisfare e un giorno, quando c’è qualche problema serio, o quando qualcuno torna a riempirti la vita, allora scopri che siete sulle sponde opposte di un burrone, divisi nei pensieri, nei progetti per il domani e nelle voglie di oggi. Allora o ti nascondi nell’ipocrisia e fai finta di niente tradendola ora con una, ora con l’altra, o scegli di trovare un'altra strada, un'altra opportunità e rincominci in modo più onesto, più maturo con te stesso, con chi hai amato, con i tuoi figli e con chi scegli di stare.” Serena aggrottò la fronte impegnata a capire le parole del padre di Monica, poi si voltò verso l’amica “Hai ragione, tuo padre è molto intelligente” Monica sorrise “Te l’avevo detto, no?” E guardò gli occhi di suo padre che l’osservavano nello specchietto retrovisore per scusarsi della banalità detta dall’amica. La mano sinistra di lei, si avvicino a quella di lui che era appoggiata sul cambio, l’avvolse e gliela strinse forte.
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ghiacciointempesta · 3 years
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L
Yesterday I got pretty drunk, said something that I shouldn’t have, told you that I really loved you, you do not reciprocate those feelings but that’s ok I’ll be fine anyway.
La televisione è accesa e manda l’ennesimo episodio di una sitcom che sto seguendo senza veramente prestarci troppa attenzione. I miei occhi sono immersi nel contenuto del bicchiere che tengo in mano, piuttosto traballante ora che ci faccio caso. Questo vino che ho comprato fa abbastanza schifo, eppure fa il suo lavoro. Lo lascio roteare un paio di volte nel calice, osservando le bollicine frizzare piano e poi disperdersi veloci nel liquido dorato; poi prendo un sorso, allungando il braccio oltre il bordo del divano per prendere la bottiglia ai miei piedi. L’etichetta - di un pacchiano nero con scritte oro - ne decanta i sentori floreali e le note agrumate, ricamando la denominazione con descrizioni di vitigni e fermentazioni. Faccio una smorfia e ne verso ancora un po’ nel bicchiere: con 12% di grado alcolico non c’era dubbio che mi sarei ubriacata, ed era proprio a questo che volevo arrivare.
Perché non ho il coraggio di affrontare la situazione. Ho passato gli ultimi sei anni della mia vita a parlargli di tutto eppure non riesco a dirgli questo, questo piccolo insignificante dettaglio che mi sta mangiando viva da sei mesi. E ad essere sincera è anche stupido che io mi faccia tutti questi problemi, dato tutto quello che ci siamo detti in precedenza.
Do un’occhiata alla finestra e poi all’orologio che mi brilla sul polso. Sono le due del mattino. È tardi, penso riportando gli occhi alla tv, anche se ormai la mia concentrazione è andata a farsi benedire. Quante notti passate al telefono, a parlare di tutto e di niente, a starci accanto attraverso le linee telefoniche.
Probabilmente lui avrà appena finito di lavorare, magari sta tornando a casa. Ricordo di un paio di anni fa, quando rientrava ad orari assurdi e mi chiamava nel cuore della notte perché gli facessi compagnia; inevitabilmente finivamo col prenderci in giro ma non riattaccavo mai prima che arrivasse a casa sano e salvo.
Ho messo il cellulare a faccia in giù sul tavolino da caffè perché potessi trattenermi dal fare cazzate, ma questo era circa tre bicchieri di Sauvignon fa e adesso sono poco lucida e troppo emotiva per prendere qualsiasi decisione razionale. Comunque, mi trattengo. La nostra ultima telefonata notturna non è stata decisamente la più piacevole, anche se era iniziata così bene.
————
“Ciao. Come mai mi chiami a quest’ora?”
“Ehi è così che mi rispondi? Nemmeno un ‘come stai?’ o un ‘che piacere sentirti’?” Sorrisi come una scema al finestrino dell’auto.
“Te l’avrei detto se fosse stato un piacere davvero”
“Ah si? Va bene, allora non ti chiamo più” e lo sentii allontanarsi dal ricevitore. Per un attimo temetti che riattaccasse, quindi m’affrettai a ripescarlo.
“Dai! Come stai, mio caro? Per quale motivo mi stai chiamando?”
“Bene, grazie. Tu come stai?” Sospirai, vedendo le strade di una notturna Parigi scorrere oltre il vetro.
“Stanca, ho appena finito di lavorare. Allora?”
“Hai lavorato tanto? E comunque niente, volevo rompere le scatole a qualcuno e ti ho chiamato” e di nuovo un sorriso.
“Ah adesso funziona cosi? Mi fa piacere!” punzecchiai, sapendo quanto lo divertisse darmi sui nervi
“Eh si funziona così. Dove sei, ti disturbo?”
“No. Sono in Uber, sto tornando a casa. Tu?”
“Ho staccato da poco, sto bevendo una birretta con dei colleghi”
“Capito.” Ci fu un piccolo momento di silenzio.
“E poi volevo sentirti”Il primo tuffo al cuore.
“Ah si eh?”
“Si. Perché, non posso?” avrei potuto dire che stava facendo un sorrisetto malizioso anche a tutti quei kilometri di distanza, talmente lo conoscevo bene.
“No figurati, ci mancherebbe altro.”
————
Sbatto le palpebre per riprendermi dai miei pensieri e affondo la mano nella ciotola dei popcorn. Adoro mangiarli ma detesto doverli preparare, e mi sono resa conto che dopo averci dedicato più di mezz’ora del mio tempo non li ho quasi toccati per tutta la sera, troppo occupata a bere per pensare a riempirmi lo stomaco.
Un po’ come la mia relazione con Blake: lo amavo ma detestavo come mi faceva sentire, e dopo aver impiegato due anni a cercare di farla funzionare sul serio mi sono accorta tardi che non sarebbe mai andata come volevo io perché ero troppo persa nell’immaginare come avrebbe potuto essere.
La serie prosegue con un nuovo episodio e sembra cadere proprio a pennello con in mio stato d’animo. Uno dei protagonisti si è innamorato dell’altro, che però non lo ha capito. Com’è assurda la vita. Tutto attorno a noi ci bombarda con le definizioni giuste e sbagliate d’amore, ci riempie di film, canzoni, serie, video, storie di amori sbagliati e complicati che però in qualche modo succedono e talvolta funzionano. Ma la verità è che non basta amarsi per essere felici. Non è sufficiente provare un sentimento del genere per qualcun altro, bisogna avere la situazione dalla propria parte. Può succedere come no, e a volte devi combattere perché succeda, faticare per far incastrare pronostici e karma. Ma quando succede, alla fine quello che ti serve è il coraggio. Senza coraggio va tutto a puttane, e mi pare di esserne diventata così esperta da poter tenere delle conferenze a riguardo.
————
“È un peccato che tu non ti fidi.”
“Non ho mai detto che non mi fiderei di te”
“No, però delle relazioni a distanza tu non ti fidi.” a questo punto gesticolai nel vuoto e quasi al buio del mio salotto, mentre mi sembrava di rivivere la stessa conversazione per l’ennesima volta.
“È solo che… è difficile per me dopo...”
���...dopo quello che hai passato con la tua ex. Lo so Blake, ma io non sono come lei”
“Non ho mai detto che sei come lei, assolutamente” come al solito mise le mani avanti, e come al solito la cosa non fece che irritarmi
“E allora qual è il problema vero? Dimmelo. Voglio saperlo.”
“È... complicato” sbuffai esasperata, portandomi una mano nei capelli.
“Ho bisogno di saperlo, me lo devi dire.”
————
Non ero preparata a quello che mi disse dopo, e a ripensarci adesso forse non lo sarei mai stata per come le cose si svelarono. Come si può amare una persona dopo che ti ha fatto tanto male? Puoi amare qualcuno che decide di ferirti consapevolmente, non dettato dalla collera o dalla delusione? È passato poco ma ricordo ancora quella notte, probabilmente è per questo che passo tutte le altre da sola a fissare il soffitto o a bere vino scadente. Può essere che cerchi di affogare nei fiumi dell’alcool per ovviare al bere le mie lacrime. E nel frattempo mi dico che non posso essere davvero incazzata perché l’ho obbligato a dirmelo, ho insistito affinché parlasse. Quindi immagino che sia un concorso di colpe.
E se non posso essere incazzata, e non c’è nulla da vendicare o da rimpiangere, cosa mi resta?
La delusione, forse. La ferita.
E la consapevolezza che se mi avesse amata mi avrebbe risparmiato una tale sofferenza.
————
“Avremmo potuto farla funzionare. Saremmo potuti stare insieme ed essere felici, ma tu ti fai condizionare da una cosa del genere e io non riesco proprio a capire perché. Mi sembra assurdo.”
“Lo so, e tu non centri, è un mio problema. È per questo che volevo venire da te.”
“Per cosa?”
“Per provarci davvero. Nonostante le mie paure io sarei venuto, e ti avrei detto di provarci ma adesso lo so che con quello che ti ho detto è cambiato tutto” Cercai di riprendere il mio respiro perso fra i singhiozzi, invano.
“Saresti venuto qui a dirmi di provarci senza dirmi di questa cosa? E come avresti fatto più avanti, su quali basi avremmo costruito una relazione io e te così?”
“Io... l’avrei superata”
“Quindi l’avresti superata più avanti ma non sei riuscito a farlo negli ultimi due anni...” ci fu un lungo silenzio, riempito dai flebili versi di chi piange da entrambi i lati della cornetta.
“È per questo che non volevo dirtelo, perché sapevo che ti avrei fatto del male.” Piangeva anche lui, e anche nel bel mezzo di quel dolore così opprimente non dubitai che fossero lacrime vere.
“No, va bene. Dovevo saperlo, e poi ho insistito io nel chiedertelo.” Presi il fiato e la dignità necessari per ricompormi e dire qualcosa, qualsiasi cosa mi concedesse di concludere quanto prima quella chiamata, perché sapevo che più tempo restavo al telefono, più pezzi ci sarebbero stati da raccogliere. E allo stesso tempo, masochisticamente, non volevo riattaccare.
“...”
“Va bene, io... io starò bene. Ho solo bisogno di tempo però. Devi darmi un po’ di tempo.”
————
E di tempo me ne aveva concesso, devo riconoscerglielo. Fu la settimana peggiore della mia vita, il mio inferno personale; ancora oggi quando soffro ripenso a quel momento e mi dico che ho attraversato il cerchio di fuoco e son riuscita a non bruciare completamente. Quando lo richiamai aveva una voce sfinita, e devo ammettere che lo feci solo per vomitargli addosso tutta la mia rabbia: ho imparato a posteriori che non serve a niente e che ci vuole tempo per tutto. E quando la sofferenza si è placata ed ho rivisto la pace, ho provato a considerare la situazione da tutte le prospettive.
Quindi, ho capito.
Niente è nero o bianco a questo mondo; e le sfumature te le perdi quando vedi le cose da troppo vicino.
Netflix mi chiede se sto ancora guardando e francamente non ricordo nemmeno quando ho smesso: perciò con non poco sforzo spengo tutto e la stanza cade in penombra. Mi sono accorta che ha iniziato a piovere. Com’è giusto che sia.
Non avrei dovuto bere così tanto; la mia capacità di giudizio è offuscata e tutto quello che riesco a pensare è quanto muoio dalla voglia di risentire la sua voce. Credo che adesso nel mio cuore ci sia solo mancanza: vorrei che mi stringesse e mi dicesse che tra noi non è cambiato niente.
E anche se questo vino fa schifo sta facendo il suo effetto, mannaggia il mondo.
Prendo il cellulare dal tavolino e me lo rigiro tra le mani, stando attenta a non avviare la chiamata quando capito davanti al suo numero in rubrica. Prendo un altro sorso e contemplo le mie opzioni: mi piace pensare di averne molteplici, quando in questa versione della realtà fatta di bollicine aromatiche ne ho - di fatto - solo due.
O lo chiamo. Oppure no.
Lascio che la mia testa ciondoli da una parte all’altra un paio di volte, poi la smetto quando mi accorgo che mi sta salendo una leggera nausea. Ho finito le parti del corpo da torturare: le pellicine sono tutte tirate e sono abbastanza sicura che se non fossi talmente anestetizzata sentirei il labbro inferiore dolere. Non contenta, mi sono anche scavata un solco dietro l’orecchio sinistro, che nonostante tutto brucia parecchio.
È inutile che ci giro intorno, lo so pure da ubriaca.
Che cosa spero di ottenere?
Inoltrare una nuova chiamata adesso sarebbe autoinfliggersi una punizione tutta nuova, e nonostante tutta la mia mancanza di autostima riservo ancora un briciolo di amor proprio necessario a frenarmi.
Che Dio solo sa se ho bisogno di questo adesso.
Scuoto la testa nel tentativo di scacciare i brutti pensieri e chiudo gli occhi, le palpebre diventate pesanti e un po’ umide grazie all’ebbrezza e all’oscurità. Spengo lo schermo del cellulare e, a fatica, mi tiro su dal divano e mi trascino verso la camera da letto.
Questa prima decisione è un buon segno, penso, prendendo un respiro profondo nel buio.
Una delle poche mosse egoistiche della mia vita.
Forse sto iniziando a guarire.
Me lo auguro con ogni frammento di cuore.
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the-planet-of-pain · 3 years
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mamma sto davvero male, il mio passato mi ferisce, torna sempre a bussare alla porta e io come una stupida la apro e tu non lo sai. Mi vedo brutta, non mi sento accettata da nessuno, sento come se il mondo fosse contro di me.
mi fa male quando mi metti a paragone con mia cugina e le mie sorelle, mi fa male quando abbracci loro mentre quella che ne avrebbe bisogno solo io. Sono io che mi sento morire dentro, sono io quella che trattiene le lacrime e i singhiozzi per poi non riuscire più a farli uscire per poi sentirsi uno schifo, sono io quella che si sente sbagliata, un errore, un peso. Sono io quella che quando si guarda allo specchio gli viene da vomitare.
si mamma, sto male ma davvero molto, ho una ferita aperta che non riuscirà a chiudersi, mai più. 
Mamma sono arrivata all'estremo, sono arrivata ad un punto che non dovevo, sono arrivata a graffiarmi sulle vene e a pensare di voler morire ed è brutto lo so.
scusami per tutte le volte che  ti ho delusa.
mamma non sai quanto sia difficile per me provare ad amarmi, provare ad andare avanti, provare a farti felice e fiera di me ma su questo ho fallito e sono sicura che fallirò sempre.
anche tu mi hai detto di essere più realista ma non ci riesco, non riesco a non sognare una vita dove tutto mi va bene, non riesco a non immaginare un mondo tutto mio dove posso essere me stessa e dove tutti mi vogliano bene.
sono arrivata a pensare di voler già trovare l'amore alla mia piccola età solo per sentirmi amata e per avere affetto ma so che non lo troverò mai come la felicità.
mamma non sai quante lacrime mi sono uscite dai mei occhi, non sai quante volte mi sono addormentata con le guance umide e gli occhi gonfi. mamma non sai quante volte ho nascosto il dolore dietro a falsi sorrisi.
mamma non sai niente di me e nemmeno te ne rendi conto.
mamma questa lettera non la leggerai mai e poi mai, è troppo, contiene il brutto di me che tu non devi sapere.
mamma dovrei dirti tante e tante altre cose ma non voglio farti stare male per colpa mia, ancora una volta. 
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