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#realizzare disegni animati
24hdrawinglab · 2 years
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Realizzare una clip animata di disegni
Realizzare una clip animata di disegni. Ami disegnare? Buon per te, perché se hai deciso di realizzare una clip animata partendo dai tuoi disegni, per giorni e giorni non farai altro! Iniziamo col dire che – almeno nel mio caso – per una delle clip che ho realizzato sono stati necessari 45 disegni per soli 7 secondi di video. Questo ti illustra bene la dimensione del lavoro che ti aspetta. Detto…
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guida-ai · 9 months
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personal-reporter · 1 year
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Festa dell’Unicorno 2023 a Vinci
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Dal 21 al 23 luglio il centro storico di Vinci, nel cuore della Toscana, vedrà  l’invasione di elfi, hobbit e creature fantastiche con la 17esima edizione della Festa dell’Unicorno, la manifestazione fantasy più grande d’Italia. All’interno del programma ci saranno oltre 100 eventi giornalieri che si dislocheranno nelle nove aree tematiche nel quale verrà diviso il centro storico e si attendono 400 espositori. Venerdì 21 luglio per l’apertura della manifestazione arriverà l’Armata dell’Unicorno, una parata da record con oltre 300 cosplayer che percorreranno le strade di Vinci. Per l’assessore al turismo del comune di Vinci Paolo Frese la Festa dell’Unicorno è un’occasione magica per vedere la città in una luce diversa, con l’atmosfera fantasy che invade ogni angolo del borgo e riesce a dare vita a spettacoli e visioni indimenticabili. Tra gli spettacoli della festa ci sarà  lo show realizzato con i droni che illumineranno le notti di Vinci e daranno vita a storie fantastiche, uno spettacolo di grande impatto visivo ed è il fiore all'occhiello della 17° edizione della manifestazione. Per le novità c’è la nuova collocazione centrale dell’area a tema Steampunk, la Valle del Vapore, con animazioni a tema, locomotive, kraken, veicoli mirabolanti e spettacoli ispirati al mondo a vapore, mentre le altre aree tematiche riguarderanno la fantascienza, i fumetti, l’horror, il medioevo, il fantasy, i pirati e l’oriente. Ogni area ospiterà un ricco programma di eventi, spettacoli, arte di strada, animazioni, laboratori e concerti, mentre il palco centrale dell’area Fumetti e Follie accoglierà i vari ospiti dell’evento tra cui il re delle sigle dei cartoni animati, Giorgio Vanni, oltre all’immancabile disfida delle Arti Magiche, simbolo della Festa dell’Unicorno e le attesissime Gare Cosplay. Sono tanti anche gli eventi e gli spazi in programma dedicati ai più piccoli, con dinosauri, pirati, sirene, laboratori creativi, favole animate, spettacoli di magia e un’area Lego dedicata dove sarà possibile giocare con i famosi mattoncini di plastica colorata. Le origini di Vinci risalgono al Medioevo, periodo nel quale l’area in cui il borgo oggi sorge era controllata dai conti Guidi: è proprio a loro che si deve l’edificazione della fortezza che oggi maggiormente delinea il profilo di Vinci e che la rende riconoscibile a distanza di chilometri. Il castello dei Conti Guidi è anche conosciuto come “il castello della nave” per via della sua architettura allungata lo fa assomigliare proprio ad un’imbarcazione e fin dal 1953 ospita orgogliosamente il Museo Leonardiano, una delle collezioni più ampie al mondo incentrate attorno al genio toscano. Il museo è ospitato sia nelle sale del castello che in quelle della Palazzina Uzielli. In quest’ultima location sono situate sia la biglietteria che alcune aree espositive dedicate alla tecnologia tessile, all’anatomia umana ed agli orologi meccanici, mentre al Castello dei Conti Guidi sono custoditi decine di oggetti e modelli leonardeschi, come prototipi di aeroplani, macchine belliche e opere di architettura, realizzare seguendo le istruzioni dei disegni del maestro. Nella piazza del Castello è impossibile non notare la grande scultura in legno “L’uomo di Vinci”, creata dall’artista Mario Ceroli in omaggio al famoso Uomo Vitruviano dalle proporzioni ideali. Dalla terrazza è inoltre possibile godere di una vista magnifica sulle campagne che circondano Vinci e che furono spesso immortalate nelle stesse raffigurazioni di Leonardo. Sempre all’interno del Castello si trova anche la Biblioteca Leonardiana, importante centro di documentazione che rappresenta un punto di riferimento essenziale per tutti gli studiosi della grande mente italiana: riproduzioni di disegni, manoscritti e opere di Leonardo sono infatti consultabili qui, per restare a bocca aperta di fronte al genio sconfinato che lo condusse a intuizioni senza tempo su un’infinità di ambiti dello scibile umano. In prossimità del Castello Guidi anche la chiesa di Santa Croce, risalente al  XIII secolo e rimaneggiata negli anni successivi, anch’essa celebre per essere legata alla vita di Leonardo: si dice egli fu battezzato proprio tra le mura di questo edificio religioso, alla fonte battesimale che ancora è presente nella chiesa. Read the full article
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occhidibimbo · 2 years
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Vivo e lavoro a San Cesareo, un paesino in provincia di Roma. Sono illustratrice da circa 8 anni, subito dopo aver finito la Scuola Internazionale di Comics a Roma ho pubblicato il mio primo libro illustrato. Ho lavorato per case editrici italiane, francesie qualcosina sparsa anche per il mondo. Mi piace collaborare ogni tanto con le gallerie e realizzare qualche immagine a tema film, serie tv o cartoni animati. Quando hai capito che l’illustrazione era la tua professione? Ho sempre voluto fare questo mestiere, il problema è che ci ho messo un po' a capire che si poteva fare davvero Il tuo linguaggio visivo è molto particolare, quali sono le tecniche e gli strumenti che usi quando disegni? Per lo più uso tecniche tradizionali: quindi fogli matita e gomma per studiarmi tutte le immagini e poi coloro tutto con le tempere. Spesso mi aiuto in digitale per fare delle prove colore prima di dipingere, oppure per modificare delle piccole cose a lavoro finito. Cosa pensi del tuo futuro da illustratrice? in verità credo sia davvero un mestiere imprevedibile. Nel tuo lavoro hai avuto modo di stringere collaborazioni particolari? Ho conosciuto parecchi colleghi e con alcuni di loro sto cercando di mandare avanti dei progetti personali, ma fin'ora non mi è ancora capitata una collaborazione inaspettata o un colpo di scena diciamo. Perché illustrazione per bambini? Immagino perchè più vicina al mio gusto estetico e alla mia visione artistica del mondo. Mi piacciono le immagini sognanti, colorate, ragionate con gusto e divertimento. Quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo dell’illustrazione? A chi ti ispiri? Ho tantissimi riferimenti, dalla storia dell'arte al fumetto, dall'illustrazione all'animazione, e ...all'infinito. Dipende anche un po' dal progetto che sto affrontando e dal gusto o la piega che vorrei prendere, comunque fra tutti Norman Rockwell, Rebecca Dautremer e Edward Hopper Descrivici il tuo stile. Ironico, un po' alla francese, con i colori e l'immaginario un po' retrò. Colori vivaci ma mai troppo aggressivi, qualche volta malinconici. Mi piace pensare che sia uno stile che abbia il dono di regalare un sorriso. La giusta ricetta per una illustrazione efficace. Domandone! Per quanto mi riguarda mi sforzo di compiacere il mio gusto, per cui mi impegno a fare qualcosa che io stessa acquisterei o appenderei in casa, cercandone con obiettività la composizione migliore possibile. Superato poi questo passo bisogna lavorare molto di progettazione, studio dei colori inquadratura, luci, ombre.... ecc ecc. Se fossi libera da ogni vincolo... Cosa ti piacerebbe illustrare? Il mio sogno nel cassetto è poter illustrare La Storia Infinita di Michael Ende, e sicuramente anche qualcosa di attinente ai supereroi. Il consiglio più utile che hai ricevuto. Assolutamente quello di aprirmi subito un sito internet che mostrasse le mie immagini. è da lì che è arrivato tutto. Che consiglio daresti a chi vuole iniziare quest’avventura? Di insistere, di disegnare tutti i giorni, di sperimentare molto e realizzare più illustrazioni su uno stesso tema o storia. Andare in libreria e sfogliare quanti più libri possibile. Provare a partecipare a concorsi di illustrazione e confrontarsi con gli altri. E, ovviamente, aprirsi un bel sito internet. Segui Daniela Volpari sul sito web e facebook
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mezzopieno-news · 3 years
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VIVERE DENTRO A UN FUMETTO: ORA SI PUÒ
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Mentre il mondo va sempre di più nella ricerca di aumentare l’esperienza sensoriale oltre la terza dimensione con il 3D e 4D, c’è un ritorno alla semplicità che va nella direzione opposta, quella dello spazio a 2 dimensioni.
Il desiderio di tornare bambini e di vivere come in un fumetto sta facendo sorgere locali dove sperimentare il 2D, come nei cartoni animati. In questi luoghi gli oggetti, le decorazioni e tutto il resto è realizzato seguendo la logica delle vecchie tavole di Walt Disney in bianco e nero in modo da dare la sensazione di trovarsi in uno spicchio di mondo a due dimensioni come quello dei manga.
In questi locali tutto è disegnato, dalle sedie ai lampadari e persino le tazze e i cucchiaini. Nulla è dato per scontato per poter ricreare la magia dei fumetti e l’effetto giusto: per questo i disegnatori impiegano mesi per realizzare i disegni che sono eseguiti rigorosamente a mano e senza linee dritte.
Ispirato dal mondo della carta e da un successo televisivo coreano "W – Two Worlds", in cui i personaggi entrano in un mondo di fantasia disegnato, Cafe a 2 dimensionoi sono nati a Tokyo, San Pietroburgo, Seoul e Kuala Lumpur.
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Fonte: Cafe2D; Tripadvisor; Demilked - 3 luglio 2021
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amnesiacarts · 12 years
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Mapping 06/ Universi liquidi. Selezione di Devis Venturelli
Mapping 06 Universi liquidi Cecilia, Centro per la Creatività di Tito (Pz) venerdì 11 maggio > giovedi 17 maggio
Selezione di Devis Venturelli (Artista)
Artisti: Dacia Manto, Planiziaria, video doppia proiezione 2009, 15' 00’’ Stefano Scheda, Fuoridentro mobile, 2007 - video da installazione loop Rapadura - Juliana Gotilla & Izabel Rainer Harbach, fluid network, 2010, 1’11’
Tracce di entità biologiche in sistemi ambientali incontaminati sono i panorami specchianti d’acque di Dacia Manto in Planiziaria. L’attenzione quasi scientifica per le forme di vita di un’oasi naturalistica diviene dimensione lirico-poetica dello spazio ambientale. La costruzione simmetrica del video evoca a tratti le forme di Rorschach come se l’artista volesse indagare capillarmente attraverso lo strumento proiettivo la dimensione psicologica della personalità-ambiente. Di giocosa ironia sono invece imbevute le fresche e ludiche sequenze di Fluid network del Colletivo Rapadura, Su di un clinico light box sono disposte forme continentali terrestri; al ritmo incalzante di connessioni internet una successione di gocce collegano i territori verso una nuova Pangea, metafora della nuova dimensione globale che ha segnato le evoluzioni socio-culturali degli ultimi anni. Infine, Fuoridentro mobile di Stefano Scheda ci conduce ad una dimensione più strettamente simbolica. L’immagine fissa di una carrozzina rispecchia dall’interno il mare in cui è immersa alludendo ad una riflessione sulla dimensione originaria della vita. Devis Venturelli
Biografie
DEVIS VENTURELLI Nato a Faenza (RA) nel 1974. Vive e lavora a Milano. FORMAZIONE / EDUCATION 2000 - Ecole d'Architecture et du Paysage, Bordeaux (France); 2002 Laurea in Architectura / Degree in architecture, Università di Ferrara; 2006 Residenza presso / Residence at ZKM, Karlshrue (Germany)
MOSTRE PERSONALI (selezione) 2011 - Estasi urbane, l'Ozio Amsterdam (The Netherlands; Devis Venturelli, Monografia in Videoartyearbook 2011, Chiostro di Santa Cristina, Bologna. 2010 - Video of the month #55: Devis Venturelli, Ursula Blickle Videolounge Kunsthalle Vienna (Austria); La casa dell'ospite, Obalne galerije Piran. 2009 - Casa dell'ospite, installazione site specific / Arte Fiera Off - Galleria Lipanjepuntin Trieste, con / with Stefano Scheda.2008 - La casa dell'ospite, installazione site specific Bassano del Grappa. 2007 - Variazioni sul sacro, Fondazione Culturale San Fedele, Milano.
ESPOSIZIONI COLLETTIVE (selezione) 2012-Supertemporal, Kulturhuset Stockholm; 16/9 Widescreen, Spazio Armani Torino, in collaboration with Allegretti Artecontemporanea. 2011- Digital Life², Ex GIL, Roma; Invideo, Spazio Oberdan, Milano; Round the clock, Venezia, Spazio Thetis Arsenale Nuovissimo; Su nero nero, Castello di Rivara, Torino; Cinema take away, Rovereto; International Short Film Festival 2ANNAS, Riga (Latvia); Videoholica international video festival, Varna (Bulgaria); Big Screen Project?, New York; Il coreografo elettronico, Pan, Napoli; Loop festival, Medialounge, Barcellona (Spain), Videoartyearbook,Fondazione Sandretto Rerebaudengo, Torino; Fashion LA, Ace Gallery, Los Angeles; The night event, Angel Orensaz Foundation, New York; Regards sur l'art video, Institue francaise de Serbie, Belgrade; Premio Arte Laguna, Nappe dell'arsenale Venezia; 2010 - Video.it, Fondazione Merz Torino; Videoart year book, Chiostro di Santa Cristina, Bologna; Premio Agenore Fabbri, Stadtgalerie Kiel (Germany); Let's go outside, Superstudio più, Milano; Scherzo, ironia satira, doppio significato, Kunstverein, Augsburg (Germany); A remote viewing: Loop Barcellona (2003-2009), Centre d'art Santa Monica Barcellona (Spain); Kunstart , Bolzano galleria Defaveri arte; Mecal film festival, Barcellona (Spain). 2009 - Playlist, Galleria Neon campobase, Bologna; WRO Expanded City, 13th Media Art Biennale, National Museum, Wroclaw (Poland); Cannes AVIFF festival, Cannes (France); Souvenirs from heart, Cologne Art Fair (Germany); Videoformes, Clermont-Ferrand (France). 2008 - Magic moving image, Melina Cultural Centre, Atene. 2007 - VD Videodance Festival, Atene (Greece); Storung festival, Barcellona (Spain); Videoformes, Clermont-Ferrand (France); Athens videoart festival, Atene (Greece). 2006 Figures of Motion, Künstlerhaus, Plüschow, (Germany); Directors Lounge, Karl Marx Allee, Berlin (D). PREMI / PRIZE 2011 - Premio Romaeuropawebfactory, Fondazione Romaeuropa (Primo Premio / First Prize); Premio ArteCa, Premio Arte Rugabella (Primo Premio / First Prize). 2010 - Premio Farm Video.it, Artegiovane Fondazione Merz Torino (Primo Premio / First Prize). 2009 - Pagine bianche d'autore. Menzione Lombardia. 2008 Premio Aletti Art Verona, Banca Aletti (Primo Premio / First Prize). 2007 Premio arti visive Sanfedele, Milano (Primo Premio / First Prize). 2006 Premio Videoarte, Festival Visionaria, Siena (Primo Premio / First Prize). 2004 - Circuito Off, International short film festival, Venezia. Menzione speciale.
DACIA MANTO Nata a Milano nel 1973, vive e lavora a Bologna.
Da alcuni anni porta avanti attraverso video, installazioni e disegni una personale ricerca e mappatura dello spazio e del paesaggio, che ha interessato in particolare territori fluviali e palustri, periferie marginali e semiselvatiche. Osservatori strutturali e poetici sulla natura, i suoi lavori costruiscono immagini ed architetture aperte, mutevoli, precarie, che divengono testimoni dell'inafferrabilità dell'ambiente, della difficoltà di restituire la realta' della visione. MOSTRE - selezione personali 2011 - Wood seer, Paolo Maria Deanesi, Rovereto; Dacia Manto, Macc, Museo d'Arte Contemporanea di Calasetta. 2010 - Bower, Magazzino 1 B, Prato; Metcalfa, Mars, Milan Artists Run Space, Milano; Omphalina, PWC, Milano. 2009 - Dacia Manto, Mar, Museo d'Arte della città, Ravenna; Walden. Azione-installazione. Per Ammutinamenti-Cantieri Danza, Almagià, Ravenna. 2008 -Jardin Planetaire, Klerkx, Milano. 2007 - Olympia, Galerie Di Maggio, Berlino. 2006 Dacia Manto, GCAC, Galleria comunale d'Arte Contemporanea, Monfalcone; Vuoti d'aria, Laboratorio dell'Imperfetto, Cesena. Collettive: 2012 When (italian) responsibilities become forms, Oltre dimore, Bologna. 2011 - Doxa, UPP, Venezia; A history out of context, The promenade gallery, Valona, Albania; Stanze 101-102: Flavio Favelli, Dacia Manto, Maurizio Mercuri. Farnespazio, Bologna; Percorsi ritrovati nell'arte italiana, Mart, Rovereto; Ossessione verde, Feltre; Pure Water Vision, Premio Acea, Roma. 2010 - Cosa fa la mia anima mentre sto lavorando? Maga, Gallarate; Private Garden, Pav, Parco D'Arte Vivente, Torino; Posizioni attuali dell'arte italiana, Stadtgalerie, Kiel (D). 2009 - Fragile, Metropole, Museo D'arte Contemporanea, Saint Etienne (F); Green Platforms, Centro Cultura Contemporanea La Strozzina, Fondazione Palazzo Strozzi; New italian Epic, Brown Project Space, Milano. 2008 - Mediations, Voyage sentimental. XIII Biennale, Poznan (PL); Dinamiche dello spazio in Italia, GCAC, Galleria comunale d'Arte Contemporanea, Monfalcone; Drawings in action, Disegni animati dall'Italia, Luigi Pecci, Prato. 2007 - Wundergarten, Orto Botanico, Palermo; What remains, Lambretto Art Space, Milano; Open air.
STEFANO SCHEDA Nato a Faenza nel 1957. Attualmente Vive a Bologna dove insegna “strategia dell’invenzione” all’Accademia di Belle Arti . Tra le mostre personali più importanti:Studio Vali Design London, Biennale Venezia 2005/evento fuori biennale, Annina Nosei Gallery,New York , Pari Nadimi Gallery Toronto, Ugo Ferranti Roma, Galleria il Milione Milano Gas Art Gallery Torino, la videoinstallazione" Meteo 2004,The Reality Show of Hallucination, al prestigioso ZKM, Center for Art and Media ". Le sue opere sono state esoste tra l’ altro a: Cact Bellinzona, Villa Croce Genova, Ursula Blickle Fondaton Kraichtal - Untero wisheim, GAM Bologna, Villa delle Rose Bologna, Fondazione Waf , Kunsthalle, Goppingen, MART Rovereto, Kunsthalle Museum Squartier Wien, The Leslie -Lohman Fondation New York, Kunsth Merano, Museo kendamy Brescia., Kunstsammlungen chemnitz, Mucsarnok kunsthalle Budapest Rupertinum Saltzburg, Finalista alPemio Celeste 2011 e Premio Pure water Vision. Acea Eco Art contest 2010 Fondazione Waf Premio Agenore Fabbri. collabora con diverse gallerie, principalmente dal1995 con la galleria Lipanjepuntin di Trieste con cui oltre a realizzare diverse mostre personali , e stato inserito in importanti collettive e ha partecipato a prestigiose fiere (Paris Photo,Arco’,Art cologne ,Mi Art ,Artissima ,Art Verona e Artefiera) e recentemente, dal 2009 con la Galleria DeFaveri Arte Contemporanea. .Diverse le partecipazioni a mostre anche internazionali con testi critici e curatoriali fra cui Peter Weiermair, Peter Weibel, Jonathan Turner,Emmanuel Cooper,Laura Cherubini, Claudio Marra, Luigi Meneghelli, Roberto Daolio ,Tiziana Conti, Ludovico Pratesi,Mario Csasanova,Lia De Venere, EugeniViola, ,Valerio Deho’, Angela Madesani, Cristiano Seganfreddo,Sabrina Zannier, Daniele Capra, Gigliola Foschi ed altri.
COLETIVO RAPADURA Il Coletivo Rapadura costituito da Izabel Rainer Harbach e Juliana Gotilla nasce nel 2010 a Milano ed oggi ha sede a San Paolo in Brasile.
IZABEL RAINER HARBACH http://cargocollective.com/belrainer 30 anni, è laureata in Communicazion Sociale, a San Paolo, Brasile. Ha fatto un Master di New Media Art Design alla Accademia di Belle Arti di Brera, Milano, Italia 2010-2011. Lavora come "graphic, motion e interactive designer". È interessata in sviluppare progetti di arte collegati con design.
JULIANA GOTILLA www.juliana.gotilla.com 29 anni, è laureata in architettura alla FAUUSP, a San Paolo, Brasile. Fa un Master "Espace Public: architecture, design, pratiques" a Saint Étienne, France 2011-2012. Lavora come "graphic designer" e ha un progetto personale con il riuso dei oggeti della routine. È interessata in svilupare progetti di arte e design sullo spazio pubblico.
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abatelunare · 6 years
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Le strategie narrative degli anime giapponesi
In molte serie animate giapponesi la narrazione si basa sulla serialità, vale a dire sulla ripetizione quasi ossessiva di situazioni e immagini. Bene o male, infatti, schemi e vicende sono sempre quelli. Con le inevitabili variazioni del caso. Il pubblico non protesta. Al contrario. La ripetitività, come nel caso della letteratura popolare (vedi gli Harmony e i romanzi della “specialista” Liala) crea affezione negli spettatori, che si sentono rassicurati e al riparo da sgradite sorprese. In quei prodotti riconoscono modalità e procedure familiari. Li cercano perché da loro sanno bene che cosa aspettarsi, come afferma Lorenzo Marini in Questo libro non ha titolo perché è scritto da un art director: «Vediamo innanzitutto che le produzioni seriali hanno in comune uno schema o ordine strutturale e una forma o ordine ritmico. Rispondono ad un’esigenza primordiale degli esseri umani: il bisogno di sicurezza attraverso la ripetizione. Ne è un tipico esempio il bambino che vuole sentirsi leggere sempre la stessa fiaba». È anzitutto a livello visivo che i giapponesi ripetono. La vestizione della maghetta o del guerriero. L’assemblaggio o la trasformazione del robottone. L’eventuale attacco finale del robottone. Le esplosioni alla fine di una battaglia. Tutte queste operazioni si svolgono ogni volta con gli stessi fotogrammi e con le medesime frasi di rito, quando siano necessarie nell’economia della vicenda. Le ragioni di questo modo di procedere sono originariamente economiche. Anche se non sembra, o non si direbbe, Realizzare un anime costa parecchio. Per risparmiare si sceglie di utilizzare, in determinate circostanze, il medesimo materiale. Ed è sempre per non scialacquare quattrini che i personaggi si muovono a scatti. Il computer, come si credeva una volta, non c’entra nulla. Se quelle serie fossero state realizzate con tecnica digitale avrebbero mostrato un’animazione più fluida. La ragione è un’altra e più semplice: per raffigurare un movimento, vengono disegnate soltanto le fasi intermedie, il che toglie scorrevolezza a ogni movenza. La carenza di disegni finisce per trasformarsi in un vero e proprio codice linguistico. I disegnatori giapponesi convertono in punti di forza le limitazioni imposte loro dalla necessità di stringere la cinghia. Tutto questo viene organizzato all’interno di un nuovo linguaggio narrativo, mantenuto anche quando i soldi hanno smesso di costituire un problema. Ogni serie viene costruita sulla base di strutture ben precise e consolidate che oramai costituiscono una sicurezza, dato che il pubblico vuole quello e non altro. La serialità degli anime, comunque, non nasce soltanto da esigenze puramente monetarie. Bisogna considerare anche una forte componente rituale, derivante dall’influsso del Confucianesimo sulla cultura giapponese. La parole pronunciate da guerrieri, maghette e piloti di robot nel corso di ogni avventura, possiedono un profondo significato sacrale: si collocano all’interno di una liturgia dalla quale non è consigliabile sgarrare. Un’impostazione piuttosto rigida, come rigida è la filosofia di Confucio, che insiste molto sull’importanza del rito, ed è come ossessionata dal concetto di “comportamento corretto”. Ai giapponesi ripetere conviene. E non si limitano alle immagini o alle parole. È un sistema che coinvolge il modo di raccontare storie. Gli anime, a differenza dei prodotti occidentali, sono cartoni animati a tempo determinato. Nel senso che hanno un inizio e una fine: sono, cioè, destinati a concludersi. Magari hanno anche dei seguiti, ma il principio – salvo eccezioni come Detective Conan, Doraemon e One Piece − è di non continuare fino allo sfinimento (dello spettatore o degli autori stessi). Quanto agli episodi, sono collegati l’uno con l’altro. Succedendosi, formano una sequenza narrativa e danno un senso di continuità allo svolgimento della vicenda. Il pubblico sente che sono parte integrante di una storia. I combattimenti di Goldrake acquistano un senso perché inseriti in un contesto preciso: la lotta del pilota Actarus contro gli invasori spaziali che, dopo avere distrutto il suo pianeta natio, vorrebbero conquistare la terra. Questo è il collante che tiene insieme i vari scontri fra robottone buono e mostro cattivo. In pratica, sono degli sceneggiati più lunghi del normale. Al primo episodio viene affidato il compito di presentare quasi tutti i personaggi principali e minori (cui, di solito, se ne aggiungono altri in corso d’opera) e inquadrare la trama. Niente viene lasciato al caso: l’ambientazione, le informazioni di massima relative alla storia, e, dulcis in fundo, l’eventuale accenno a quei due o tre enigmi e misteri che vengono inseriti durante la serie per essere svelati nel finale o giù di lì. I giapponesi hanno pure un’altra mania: molto spesso, per mantenere ben sveglio l’interesse dello spettatore, concludono l’episodio nel momento di massima tensione, interrompendo la narrazione proprio sul più bello. Per sapere in quale modo l’eroe riuscirà a battere il proprio avversario (sportivo e non) e come il protagonista riuscirà a venire fuori da una situazione critica o imbarazzante, ci tocca aspettare la puntata successiva (che in Giappone ha una cadenza settimanale…). Non è l’unico trucco di cui si servono per tenere sulle spine il pubblico. La conclusione di un combattimento fra guerrieri, di una partita fra squadre di calcio e di eventi in qualche modo simili, viene continuamente rimandata grazie a digressioni, contrattempi e assurdi colpi di scena che si susseguono senza tregua: ne sa qualcosa chi ha visto Holly e Benji e Dragonball Z. La vicenda viene tenuta in sospeso, al punto che viene da chiedersi: ma quando cavolo finisce?… Perché quando sembra che la situazione stia finalmente per risolversi, succede qualcosa di imprevisto che rimette in gioco tutto. In fondo, è la strategia delle Mille e una notte: raccontare per il puro piacere di farlo, rimandare fino all’ultimo la conclusione. Perché da essa dipende la nostra vita.
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freedomtripitaly · 5 years
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Avete presenti i classici cartelli di benvenuto che accolgono i visitatori ai margini di ogni paese? Solitamente sono tutti uguali, accompagnati dal nome del luogo presso cui ci si sta addentrando. Ma in Liguria c’è chi ha avuto un’idea geniale per farsi notare. Il comune di Lerici, piccolo borgo in provincia di La Spezia che si affaccia sullo splendido Golfo dei Poeti, ha affidato ad un artista locale la realizzazione dei nuovi cartelli che danno il benvenuto all’entrata del paese. E Carlo Bacci, stimato pittore, illustratore e scultore ligure, ha dato vita a dei piccoli capolavori animati che rallegrano l’intera comunità. I suoi disegni hanno come protagonista Sovi, un personaggio inventato da Bacci nel 2010. È un semplice pupazzetto rotondo, con sottili gambe e braccia e dei pugni al posto delle mani, ma piace davvero molto a grandi e piccini. Sovi è diventato famoso anche sui social, dove le vignette dell’artista hanno riscosso grande successo. Uno dei motivi principali è senza dubbio il panorama che Bacci riporta nei suoi disegni: le sue creazioni animate hanno sempre come sfondo il suggestivo Golfo dei Poeti, dove l’artista risiede e lavora da ormai più di 25 anni. Ora, i turisti possono ammirare le vicissitudini di questo simpatico pupazzetto animato mentre si apprestano ad entrare in uno dei paesini più affascinanti della riviera ligure. I nuovi cartelloni si trovano infatti all’ingresso di Lerici e delle frazioni di San Terenzo e Tellaro. In questi disegni, Sovi è impegnato nelle più svariate attività che si possono compiere nel Golfo dei Poeti, come nuotare, fare surf, giocare a tennis o leggere un buon libro. È un’idea, questa, davvero originale per attirare nuovi visitatori in uno dei posti più belli del nostro Paese. Lerici è infatti una meta turistica ormai da anni molto amata dagli italiani, oltre ad essere uno dei borghi marinari più famosi di tutto il nord del nostro Paese. E da qualche tempo la piccola frazione di Tellaro appartiene al circuito I borghi più belli d’Italia, con le sue casette arroccate su una scogliera a picco sul mare. Mentre San Terenzo, l’altra frazione arricchita dalle opere di Bacci, è un piccolo borgo medievale dal cui profilo spicca, imponente, il castello quattrocentesco con la sua caratteristica grotta che si apre nel promontorio roccioso sul quale la fortificazione sorge. I nuovi cartelli di benvenuto di Carlo Bacci – Fonte: ufficio stampa https://ift.tt/2ndY7pj Il borgo ligure che ha avuto un’idea geniale per attirare i turisti Avete presenti i classici cartelli di benvenuto che accolgono i visitatori ai margini di ogni paese? Solitamente sono tutti uguali, accompagnati dal nome del luogo presso cui ci si sta addentrando. Ma in Liguria c’è chi ha avuto un’idea geniale per farsi notare. Il comune di Lerici, piccolo borgo in provincia di La Spezia che si affaccia sullo splendido Golfo dei Poeti, ha affidato ad un artista locale la realizzazione dei nuovi cartelli che danno il benvenuto all’entrata del paese. E Carlo Bacci, stimato pittore, illustratore e scultore ligure, ha dato vita a dei piccoli capolavori animati che rallegrano l’intera comunità. I suoi disegni hanno come protagonista Sovi, un personaggio inventato da Bacci nel 2010. È un semplice pupazzetto rotondo, con sottili gambe e braccia e dei pugni al posto delle mani, ma piace davvero molto a grandi e piccini. Sovi è diventato famoso anche sui social, dove le vignette dell’artista hanno riscosso grande successo. Uno dei motivi principali è senza dubbio il panorama che Bacci riporta nei suoi disegni: le sue creazioni animate hanno sempre come sfondo il suggestivo Golfo dei Poeti, dove l’artista risiede e lavora da ormai più di 25 anni. Ora, i turisti possono ammirare le vicissitudini di questo simpatico pupazzetto animato mentre si apprestano ad entrare in uno dei paesini più affascinanti della riviera ligure. I nuovi cartelloni si trovano infatti all’ingresso di Lerici e delle frazioni di San Terenzo e Tellaro. In questi disegni, Sovi è impegnato nelle più svariate attività che si possono compiere nel Golfo dei Poeti, come nuotare, fare surf, giocare a tennis o leggere un buon libro. È un’idea, questa, davvero originale per attirare nuovi visitatori in uno dei posti più belli del nostro Paese. Lerici è infatti una meta turistica ormai da anni molto amata dagli italiani, oltre ad essere uno dei borghi marinari più famosi di tutto il nord del nostro Paese. E da qualche tempo la piccola frazione di Tellaro appartiene al circuito I borghi più belli d’Italia, con le sue casette arroccate su una scogliera a picco sul mare. Mentre San Terenzo, l’altra frazione arricchita dalle opere di Bacci, è un piccolo borgo medievale dal cui profilo spicca, imponente, il castello quattrocentesco con la sua caratteristica grotta che si apre nel promontorio roccioso sul quale la fortificazione sorge. I nuovi cartelli di benvenuto di Carlo Bacci – Fonte: ufficio stampa L’artista Carlo Bacci ha preso in mano l’incarico di realizzare i nuovi cartelli di benvenuto per Lerici e altri due borghi dei dintorni, nel Golfo dei Poeti.
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levysoft · 4 years
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Quando è avvenuta la proiezione del primo cartone animato della storia? Il 17 agosto 1908: esso era intitolato Fantasmagorie ed è considerato dagli storici il primo vero cartoon a poter essere chiamato tale. Con alle spalle una tradizione centenaria di “immagini in movimento” realizzate tramite i congegni più disparati, Fantasmagorie è stato tuttavia il primo ad aver utilizzato quelle tecniche che negli anni avrebbero aperto la strada ai cartoni animati moderni fino a giungere alla tecnologica animazione contemporanea. Ricostruiamone insieme la storia.
Per realizzare una sequenza animata di poco meno di un minuto e mezzo sono stati impiegatisettecento disegni e quasi cinque mesi di lavoro. Il tutto, sfruttando le conoscenze date dalle scoperte fatte fino a quel momento nell’ambito dei “disegni in movimento” e un apparecchio che consentisse la proiezione delle immagini in rapida successione, il fantasmograph, il quale creava l’illusione del movimento.
È al regista e sceneggiatore francese Emile Cohl che si deve la realizzazione di Fantasmagorie, il cui titolo fa riferimento proprio al congegno menzionato, una sorta di lanterna magica degli inizi del ‘900 che si ispira a quella inventata da Athanasius Kircher verso la fine del ‘600. Cohl è considerato oggi un pioniere del suo campo, sebbene all’epoca non ottenne i dovuti riconoscimenti: fu il primo a creare delle animazioni a partire da fumetti e regista di oltre trecento film, gran parte della sua produzione è andata perduta e la mancanza di brevetti depositati per le sue creazioni ha fatto sì che Cohl morisse in miseria.
Per produrre il primo cartone animato della storia, Emile Cohl ha dapprima illustrato i suoi disegni con inchiostro nero su carta bianca, per poi fotografarli su pellicola negativa, così da conferire loro l’effetto di raffigurazioni fatte con un gessetto su una lavagna. Esse mostrano il protagonista di Fantasmagorie, Fantoche, un clown alle prese con i personaggi e gli oggetti più disparati, in continuo mutamento (una donna con un cappello enorme, un elefante, un poliziotto, un cannone che si trasforma in una bottiglia che si trasforma in un fiore). Insomma, una sorta di stream of consciousness animato.
Il cartoon non possiede quindi una vera e propria trama, quanto piuttosto una serie di immagini in movimento che cambiano di continuo sotto i nostri occhi. Si potrebbe dire addirittura che Emile Cohl abbia utilizzato anche una sorta di “tecnica mista” quando ancora quest’espressione non era nota, dal momento che nell’arco della sua breve animazione possiamo vedere anche le sue mani che disegnano e “muovono” Fantoche.
Benché gli storici siano oggi concordi sulla definizione di Fantasmagorie come primo vero cartone animato della storia, nel 1906 c’era già stato un tentativo di animazione, da parte dell’inglese James Stuart Blackton, il quale sfruttava però l’illusione del movimento data dalla tecnica della stop motion. Il suo cortometraggio Humorous Phases of Funny Faces dava quindi vita ai propri personaggi attraverso la fotografia consecutiva dei diversi cambiamenti apportati ad ogni singolo disegno, dando così l’idea dell’azione.
Oggi celebriamo quindi centododici anni dalla proiezione del primo cartone animato della storia, tuttavia la tradizione dell’animazione delle figure risale a tempi molto più antichi.
Prima di Fantasmagorie: un po’ di storia dell’animazione
Intrattenere grandi e piccoli attraverso la rievocazione di storie per immagini: questo era sostanzialmente lo scopo del teatro delle ombre cinesi, dalle origini così remote da risultare oggi molto incerte. È pressoché assodato comunque che i primi spettacoli, allestiti soprattutto durante le feste e le cerimonie religiose, siano nati più di duemila anni fa e non si avvalevano semplicemente delle ombre proiettate su un telo attraverso l’uso delle mani, ma soprattutto di figure finemente intagliate nel legno, che consentivano così di rappresentare anche personaggi astratti o mitologici.
Com’è chiaro, la tradizione delle immagini in movimento trova in qualche modo una sua origine già nell’antichità, ma è solo nel 1675 che assistiamo all’invenzione di un congegno ad hoc per la riproduzione di figure animate.
Come menzionato in precedenza, è stato il gesuita Athanasius Kircher ad inventare il primo “proiettore” di immagini in movimento, la lanterna magica: un contenitore all’interno del quale vi era posta una fonte di luce, come una candela; attraverso una fessura venivano fatte passare delle immagini su supporto traslucido che, per mezzo della candela e di una lente che le ingrandiva, esse erano proiettate su una parete, in sequenza.
La strada fino alla proiezione del primo cartone animato della storia, però, è ancora lunga, e fatta più da “giocattoli ottici” che da vere e proprie tecniche di animazione dei disegni.
Il taumatropio del 1824, ad esempio: un disco di cartone con un disegno diverso su ciascuna delle sue facce che, se fatte ruotare velocemente, creavano l’illusione del movimento delle figure. Il fenachistoscopio, del 1831, costituito da due dischi su cui erano raffigurate delle immagini in successione, da poter osservare per mezzo di uno specchio. E poi ancora il prassinoscopio, inventato nel 1877 da Émile Reynaud, il quale ha dato poi vita al suo Teatro Ottico con la rappresentazione di “pantomime luminose”: un dispositivo in cui vi erano delle immagini posizionate all’interno di un cilindro girevole, proiettate poi verso lo spettatore attraverso un sistema di specchi posizionati ad una certa angolazione.
È evidente come l’animazione abbia preceduto addirittura il cinema “dal vero” (un po’ quello che oggi chiamiamo live action, insomma), dal momento che il cinematografo dei fratelli Lumiére è stato presentato per la prima volta a Parigi nel 1895, per poi conquistare il mondo intero per gli anni a venire. Ma dopo la proiezione del primo cartone animato della storia, Fantasmagorie, i cartoon non hanno di certo perso il loro fascino a causa dell’avvento del cinema, migliorandosi, al contrario, ed evolvendosi sempre più fino ad arrivare alle opere dei giorni nostri.
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(via Fantasmagorie, il primo cartone animato della storia | Cultura Pop)
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tmnotizie · 6 years
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PESARO – Da Venezia a Cannes, passando per il David di Donatello. Simone Massi, pergolese, ritenuto uno dei più grandi registi di cinema d’animazione a livello mondiale, vincitore, nel 2012, del David di Donatello per il miglior cortometraggio, dopo aver lasciato il segno per anni alla Mostra del cinema di Venezia, come autore della sigla animata che introduce le proiezioni e dei poster, è stato protagonista al Festival di Cannes con il film documentario “La strada dei Samouni” di Stefano Savona, per cui ha realizzato le animazioni.
E’ stato il primo film italiano presentato, all’interno della Quinzaine des Realizateurs. Racconta la storia di una famiglia di contadini di Gaza, della piccola Amal e dei suoi fratelli che hanno perso tutto durante la guerra e ora devono ricominciare a vivere.
«Un lavoro che parte da lontano, nel 2012 – esordisce Simone Massi – ho conosciuto Savona a Roma in occasione dell’assegnazione dei David di Donatello. Poi ci siamo rivisti a Pesaro e Pergola. Il mio stile lo ha colpito e abbiamo iniziato a collaborare. Ho costituito grazie al prezioso aiuto del professore Stefano Franceschetti della Scuola del libro di Urbino una squadra di 23 animatori di grande spessore artistico e umano».
Con Massi hanno collaborato Magda Guidi, Anna Ferrandes, Alessia Travaglini, Laura Fuzzi, Mara Cerri, Julia Gromskaya, Virginia Mori, Elisa Mossa, Alessandra Romagnoli, Rojna Bagheri, Annamaria Gentili, Tamara Tantalo, Ilenia Manfroni, Anna Vettori, Michela Blasina, Carola Rossi, Luca Di Sciullo, Niccolò Tonelli, Andrea Bonetti, Andrea Oberosler, Pietro Elisei, Enrico Nanni, Alessandra Atzori, Stefano La Rosa, Maurizio Leprini.
«Abbiamo lavorato per circa quattro anni; è uscito un documentario che sta ottenendo unanimi apprezzamenti. Una esperienza che mi ha fatto crescere, una grande vetrina per la Scuola del libro che ha avuto l’occasione di farsi conoscere in un palcoscenico prestigioso come quello di Cannes».
Savona ha chiesto a Massi di realizzare disegni animati da intercalare alle immagini reali: «Otto tavole al secondo per quaranta minuti, più di 19mila disegni. Un lavoro impegnativo che trattava tematiche che non avevo mai affrontato prima. Poi ho trovato analogie perché anche i Samouni, al pari dei protagonisti dei miei film, sono contadini e resistenti. Una bellissima esperienza, si può dire che l’animazione marchigiana la sua impronta l’ha lasciata».
Massi ha inserito ricostruzioni addirittura dei cecchini israeliani che colpivano nottetempo le case dei civili di Gaza con obiettivi a infrarossi. Con lui a Cannes, Mattia Priori, responsabile dell’organizzazione di Animavì, il Festival Internazionale del cinema d’animazione poetico, di cui Massi è direttore artistico. La terza edizione si terrà a Pergola, nelle Marche, dal 11 al 15 luglio. A Cannes è stata l’occasione per allacciare rapporti importanti.
«Abbiamo preso contatti – conclude Priori – con addetti ai lavori e vari media, e colpito favorevolmente il giornalista del Tg1 Vincenzo Mollica. Chissà che nelle prossime settimane non ci faccia qualche gradita sorpresa! Molti dei ragazzi che hanno collaborato con Massi inoltre saranno in concorso ad Animavì».
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