Tumgik
#risaia
Photo
Tumblr media
Nonostante la siccità le #risaie italiane resistono. #risaia #riso https://www.instagram.com/p/ChS6BRSLBTR/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
buccierostefano · 2 years
Photo
Tumblr media
Nessuno sa niente di nessuno, nemmeno di se stesso. Non sappiamo niente, e se a volte immaginiamo di sapere qualcosa, è anche peggio. È meglio vivere senza sapere niente, che vivere nell'errore. Amos Oz, A Tale of Love and Darkness. Fotografia: © 2021 Stefano Bucciero [Nikon Dƒ, VR 24-85mm f/3.5-4.5 G, B&W Y filter] #Lignana #tenutaveneria #vercelli #riseria #risoamaro #risaia #turismocinematografico #turismoindustriale #industrialheritage #risoamaro #cinema #giuseppedesantis #mondine #vittoriogassman #archeologiaindustriale #industrialarchitecture #patrimonioindustriale #abandoned #italiancinema #abandonedplaces #industrial #architecture #architecturephotography #italia #industriekultur #ruins #abandonedworld #industriallandscape #SBucciero #amosoz (at Tenuta Veneria) https://www.instagram.com/p/Cfjqq53jf6x/?igshid=NGJjMDIxMWI=
1 note · View note
la-dame-aux-pieds-nus · 11 months
Text
Tumblr media
The Italian actress Elsa Martinelli listening to music from a record player during the shooting of the movie 'La risaia'. Casalino, Italy, August 1955. She co-starred in Orson Welles’ 1962 movie The Trial, and appeared opposite him a year later in The V.I.P.s .
64 notes · View notes
blackswaneuroparedux · 11 months
Photo
Tumblr media
ζώοι τις ἀνθρώπων τὸ κατ’ ἦμαρ ὅπως ἥδιστα πορσύνων• τὸ δ’ ἐς αὔριον αἰεὶ τυφλὸν ἕρπει
- Sophocles
Let any person who lives acquire however much Pleasure each day offers. Tomorrow always comes upon us Blind.
The Italian actress Elsa Martinelli listening to music from a record player during the shooting of the movie 'La risaia'. Casalino, Italy, August 1955. She co-starred in Orson Welles’ 1962 movie The Trial, and appeared opposite him a year later in The V.I.P.s .
68 notes · View notes
ffactory · 11 months
Text
Tumblr media
Elsa Martinelli during the shooting of La risaia, Casalino (August 1955, ph. Emilio Ronchini)
9 notes · View notes
personal-reporter · 8 months
Text
Giornate d’autunno del Fai 2023
Tumblr media
Anche quest’anno tornano le Giornate FAI d’Autunno, previste per sabato 14 e domenica 15 ottobre 2023.  L’evento, che da dodici anni promuove il patrimonio culturale e paesaggistico nel paese, sarà promosso dai Gruppi Fai giovani, oltre che da tutti i volontari della Rete Territoriale della Fondazione tra Palazzi storici, ville, chiese, castelli, e ancora esempi di archeologia industriale, musei, collezioni d’arte, aree archeologiche, biblioteche, laboratori artigiani e siti produttivi, oltre ad itinerari nei borghi e percorsi in aree naturalistiche, parchi urbani, orti botanici e giardini storici. Fra i luoghi aperti a Torino c’è anche il Castello di Masino, che domina la vasta piana del Canavese, dove dal Belvedere si può vedere un paesaggio suggestivo ancora oggi intatto e i visitatori potranno visitare l’interno del castello e il parco Settecentesco. Da vedere è anche lo chalet Mollino, che prende il nome dall’architetto Carlo Mollino e si trova nel comune di Sauze d'Oulx, in località Lago Nero. Poco lontano da Milano, a Binasco, c’è il Museo della Macchina per Caffè (Mumac) che  racconta le varie fasi di sviluppo di questo oggetto che si incontra in qualsiasi bar. Chi invece preferisce restare in città può visitare la sede storica della Banca Cesare Ponti, in Piazza del Duomo:  rimasta quasi intatta dal 1881 e sorge dove un tempo i Milanesi altolocati erano soliti ritrovarsi, cioè il Coperto dei Figini. La storia ha attraversato anche il Teatro Verdi, che nasce agli inizi del Novecento come sede di una corale esterna del Teatro alla Scala, nel dopoguerra diventa sala da ballo e in seguito d’incisione, finché negli anni Settanta viene restituita alla vocazione teatrale e musicale dall’Arci. Nel 1975 il Teatro del Buratto subentra nella gestione, facendo del Verdi sede delle proprie produzioni e luogo significativo del teatro a Milano. Molti i luoghi aperti anche a Bologna, come il Santuario del Corpus Domini, uno dei luoghi più cari alla storia devozionale della città, e il Quadrone, un’Oasi di Protezione della Fauna selvatica istituita nel 1985, mentre a Medicina c’è il magazzino ed essiccatoio del riso della Tenuta Vallona, edificato per garantire la miglior resa delle vaste coltivazioni a risaia introdotte nella tenuta e così lenire la disoccupazione della mano d'opera locale. A Roma per la prima volta il Consiglio Superiore della Magistratura apre le porte della sua sede ai cittadini ed al pubblico, per vedere dove si riunisce in plenaria e visitare lo studio del Presidente della Repubblica. Fra gli altri luoghi visitabili c’è l’Oratorio dei Filippini, che sorge accanto alla Chiesa Nuova, che nel XIX secolo diventa tribunale, per poi essere sede dell’Archivio Storico Capitolino nel 1922, con la prestigiosa Biblioteca Vallicelliana e l'Istituto Storico Italiano per il Medioevo. Palermo apre la principale sede locale della Rai, che ha un ruolo centrale nell'ambito dell'informazione, infatti la sua costruzione in viale Strasburgo è stata sollecitata a più riprese anche dal presidente della Repubblica Pertini e dall'allora Presidente della Regione Piersanti Mattarella, ed è stata decisa già negli anni Ottanta dal consiglio d'amministrazione presieduto da Sergio Zavoli. Fra gli altri luoghi c’è il Complesso Monumentale di San Giovanni degli Eremiti, che ricade nell'antico territorio del Transkemonia, che  comprendeva l'abitato posto al di là del torrente Kemonia o Fiume del Maltempo, così denominato a causa delle piene rovinose, durante l'inverno. Read the full article
2 notes · View notes
tomczaknina · 2 years
Text
Tumblr media
In risaia (In the rice fields), 1901, Angelo Morbelli
7 notes · View notes
mtonino · 2 years
Text
There is no evil (2020) Mohammad Rasolouf
Bella ciao delle mondine
Canzone di risaia, dal repertorio di Giovanna Daffini, sull'aria di "Bella ciao". Rielaborazione successiva alla guerra partigiana.
7 notes · View notes
capineraa · 1 day
Text
Oggi ho visto una nitticora in una risaia: passavo con il treno. Mi sono chiesta se potesse essere un tarabuso, mi sono detta di no per via del becco. Non riconoscerò mai veramente gli uccelli
1 note · View note
jangany-omt2024 · 26 days
Text
Gli interventi degli ADJ al concerto
Introduzione al concerto
Buonasera a tutti
Grazie di essere qui, così numerosi.
Immaginate una brousse, una savana che si estende come la nostra val di Susa; nel sud del Madagascar… nel sud del Madagascar, non a nord dove ci sono le spiagge caraibiche, nel sud dove i cambiamenti climatici in questi anni hanno provocato desertificazione e un’ondata di migrazione interna, verso nord di 1,5 milioni di persone.
Immaginate un piccolo villaggio, in un altopiano che si chiama Horombè, ai margini di una regione così secca e arida che viene chiamata Foresta spinosa.
Immaginate questo villaggio fatto di capanne, in paglia e fango.
Immaginate che 30 anni fa c’erano 400 persone e c’erano anche 400 maiali selvatici che giravano; le persone sono dell’etnia dei bara, quella considerata più misera e ignorante in tutto il Madagascar.
Il villaggio è isolato, non ci sono strade e ponti; nella stagione delle piogge è impossibile raggiungere le piccole cittadine a 100 - 200 km di distanza.
Immaginate cicloni che passano e tirano le capanne, distruggono le poche risaie dei ricchi, risaie che vengono preparate solcando il terreno con un bastone di legno perché ancora non si conosce neppure l’aratro
Immaginate che l’anno dopo le risaie sono distrutte dal passaggio delle cavallette
Immaginate che si mangia solo manioca, un tubero privo di sostanze
Immaginate che l’anno dopo le piogge non sono sufficienti per la risaia
e nessuno sa che nel sottosuolo c’è l’acqua ma si beve l’acqua delle risaie con danni alla salute. L’attesa di vita è di 37 anni
non c’è un medico, un infermiere, molte donne muoiono durante il parto
non ci sono metalli, energia, istruzione
Tutto questo 30 anni fa, al villaggio di Jangany
Immaginate poi un uomo bianco, un missionario, che decide di andare lì, che impara il malgascio, poi va a parlare, prima con gli anziani e con gli stregoni, poi con la gente
Non tutte le sue lettere verso l’Italia arrivano perché i francobolli esteri vengono facilmente rubati
Immaginate che i nostri Silvio e Domenico, che sono qui in sala, vanno a Jangany e incontrano il missionario padre Tonino; nel niente di quel territorio padre Tonino prende un bastone e lo fissa in mezzo a dei rovi, poi va avanti 15 metri e pianta un altro paletto e dice: “qui faremo la prima aula della scuola”
Immaginate che nel 1989 parte la prima scuola con un insegnante 41 studenti di tutte le età, dai bambini agli adulti… là dove l’analfabetismo era totale
Immaginate tutto questo. Il resto ve lo racconterà Antonio, vicepresidente degli amici di Jangany, nell’intervallo. Per ora vi dico solo che il villaggio è oggi di 10.000 abitanti, 3000 bambini e ragazzi sono stati toccati dall’istruzione e proprio l’istruzione è al centro del nostro prossimo progetto: Jangany, è un seme, quello per cui la OMT sta donando la sua musica questa sera.
Noi, gli amici di Jangany, siamo una piccola rete di qualche associazione, alcune scuole e qualche parrocchia amica, e molte persone che ci hanno dato la loro fiducia. Non abbiamo costi, tutte le offerte che saranno raccolta in questa serata saranno utilizzate per il progetto Jangany, è un seme.
Renato Gava, presidente Amici di Jangany ODV
Intervento nell'intervallo del concerto
Vi racconto cosa è diventata oggi Jangany, dopo 30 anni di percorso seguito dalla nostra associazione – Amici di Jangany – che da rete di amicizia e collaborazione tra diverse realtà è diventata legalmente nel 2021 un’Organizzazione di Volontariato. Un ente che può ricevere ora anche i contributi statali relativi al 5x1.000 – al termine dello spettacolo di questa sera troverete all’uscita alcune persone dell’associazione che distribuiranno una cartolina con l’indicazione del nostro Codice Fiscale che potrà essere utilizzato, se vorrete, in fase di dichiarazione dei redditi.
Riprendendo a parlare di Jangany, vi devo dire che non possiamo più parlare di villaggio, ma di una vera cittadina perché gli abitanti sono ormai 10.000.
Avere a cuore lo sviluppo di una intera città, situata nel cuore del Madagascar, è un grossa responsabilità che sentiamo e viviamo quotidianamente perché bisogna fare scelte importanti per orientare la crescita delle persone e uno sviluppo economico e sociale che sia sostenibile nel tempo attraverso l'impegno e la responsabilità degli abitanti stessi: bisogna trovare la condivisione dei progetti con le persone di riferimento di Jangany . E, molto importante perché le cose funzionino, dare un valore, anche economico, a tutte le cose perché quanto realizzato sia considerato parte integrante della città e degno di essere mantenuto e sviluppato negli anni a venire.
Vi voglio parlare in questi pochi minuti di 2 cose che abbiamo realizzato a Jangany.
La prima – la più importante in assoluto per agevolare il cambio di mentalità - è la scuola. Questo anno scolastico 2023/2024 ha visto iscritti alla scuola della missione circa 1.000 ragazzi tra tutte le classi (scuola materna, elementari, medie e liceo) e in questi anni oltre 3.000 ragazzi hanno potuto frequentare la scuola e imparare a leggere e scrivere.
La scuola si chiama Sainte Marie e i suoi allievi sono tra i più bravi di tutto il sud Madagascar e molti voti degli esami annuali sono eccellenti.
La scuola offre anche un pasto quotidiano agli allievi, grazie alle offerte che riceviamo dai benefattori per le adozioni a distanza. Con 30€ riusciamo a garantire la copertura di un intero anno scolastico per ciascun ragazzo. Chi vive lontano e non può rientrare a casa tutti i giorni al temine delle lezioni, viene anche ospitato presso la missione come in un collegio.
La scuola rappresenta per tutta Jangany la svolta determinante verso un futuro diverso e migliore. Ve ne dò una testimonianza concreta leggendovi due lettere che i ragazzi di Jangany hanno scritto ai loro coetanei dell’IC di Pino Torinese, con i quali è in corso un gemellaggio e un’attività continua di scambio epistolare e di collegamenti on line.
Cara amica italiana, Emma Grazie per la tua gentile lettera, mi ha davvero rallegrato la giornata. Mi chiamo Evah, ho 15 anni e ora frequento la classe 3B. Ho due sorelle e quattro fratelli e voglio loro molto bene. Il mio cibo preferito è il mais con il latte e il mio animale preferito è un coniglietto timido. Passo molto tempo a ballare, perché da grande voglio diventare una ballerina famosa. Amo la mia scuola perché mi dà conoscenza, abilità e saggezza. Mi aiuta anche a realizzare i miei sogni. Vorrei terminare i miei studi al Lycée Sainte Marie e, se i miei genitori possono permetterselo, vorrei continuare i miei studi all'estero, soprattutto in Europa, alla scuola di danza. Conto molto sulle vostre preghiere e su tutto ciò che potete offrirmi per realizzare il mio sogno. Ti saluto con amicizia sincera, Evah
Mio caro amico, David. Grazie per la tua gentile lettera, mi ha davvero rallegrato la giornata. Mi chiamo Maures, sono una ragazza di 16 anni e ora frequento il decimo anno. Ho 4 fratelli e 2 sorelle. Nel mio futuro immagino una brillante carriera come medico perché voglio prendermi cura dei malati. Vorrei finire gli studi e, soprattutto, vorrei essere costante nei miei sforzi. L'anno scorso c'è stata una grande mancanza d'acqua, ma ora il clima si è riequilibrato e c'è molta pioggia. Quest'anno c'è stato un ciclone che ha spazzato via alcuni tetti e distrutto alcune case, ma in generale ce la facciamo sempre, grazie alle vostre preghiere. Abbiamo buoi, capre, conigli, maiali, pecore e pollame. A Jangany ci sono anche molte cose da fare: durante le vacanze, il nostro hobby è quello di radunare il bestiame nei pascoli, andiamo a nuotare e nel pomeriggio del fine settimana giochiamo a calcio e quasi tutti i giovani partecipano. Qui parliamo il malgascio, che è la base di tutte le lingue del Madagascar, ma la nostra lingua scolastica è il francese.
La seconda cosa di cui voglio parlarvi è l'impianto fotovoltaico di Jangany che garantisce energia elettrica quotidiana.
Noi non riusciamo più a renderci conto del valore dell'elettricità permanente perché ormai nel nostro mondo è qualcosa di assodato, di garantito. E anzi si cercano nuove modalità per accumularla e produrne di nuova, modi più green come si usa dire oggi, che sfruttino le forze della natura, come il sole e il vento e non solamente l'acqua, che ahimè è un bene sempre più prezioso.
A Jangany nel 2016 sono stati montati dei pannelli fotovoltaici ed è stato realizzato un impianto energetico che garantiva il funzionamento della scuola, del dispensario, del centro rurale. Pensate che siamo riusciti a distribuire l'energia elettrica anche ad 80 abitazioni private attraverso l'installazione di alcuni contatori elettrici.
Le vie principali della città vengono illuminate durante la notte per contrastare il fenomeno del brigantaggio, che è una vera piaga in tutto il Madagascar.
Solo che l'impianto si è usurato nel corso degli anni e le batterie hanno esaurito la loro funzione.
Nell'ultimo biennio abbiamo quindi raccolto fondi per sostituire le batterie esauste, rinnovare gli inverter ed ampliare l'impianto con oltre 100 nuovi pannelli solari.
Durante l'estate alcuni tecnici specializzati della ditta Solaris di Settimo Torinese si recheranno a Jangany per sostituire anche la cabina elettrica che governa il funzionamento dell’impianto e per installare delle nuove batterie al litio, che dureranno ben di più delle precedenti.
Con la potenza superiore dell'impianto si potranno anche elettrificare le pompe dei forages, i pozzi scavati ad oltre 60 metri di profondità e realizzare uno chateaux d'eau per governare il sistema di distribuzione dell’acqua di tutta Jangany.
Da quest'anno invece stiamo raccogliendo fondi per un nuovo progetto che abbiamo chiamato Jangany è un seme. Grazie per le offerte che state facendo questa sera perché quanto verrà raccolto sarà destinato proprio a questo progetto.
Vogliamo dedicarci nei prossimi anni a formare le persone di Jangany verso professioni che possano essere esercitate proprio a Jangany.
Abbiamo ricevuto in dono una decina di macchine da cucire che spediremo nel prossimo container e che serviranno per avviare una scuola di sartoria presso il centro rurale.
Attraverso l'erogazione di alcune borse di studio, vogliamo far studiare alcuni ragazzi nella scuola professionale della capitale Antananarivo perché tornino tra qualche anno a Jangany ad esercitare la loro professione di artigiani e coltivatori.
Vogliamo istruire alcuni giovani sui temi elettrici perché possano rientrare a Jangany e gestire l'impianto fotovoltaico ed effettuare la manutenzione in caso di necessità.
Vogliamo potenziare la formazione dei giovani di Jangany in ambito agrario, migliorando e ampliando quanto già si sta facendo presso il Centro di Formazione Rurale.
Voglio chiudere questo momento ringraziandovi a nome di tutta l’associazione per la partecipazione così numerosa a questo evento che ci consentirà di realizzare ancora una volta qualcosa di importante per la città di Jangany.
Ringrazio soprattutto questi ragazzi che ci regalano questi splendidi brani musicali e per la loro solidarietà con i giovani di Jangany. 
Antonio Carrabba, vicepresidente Amici di Jangany ODV
0 notes
giulia-grignani · 1 month
Text
"Cadono i fiori di ciliegio
sugli specchi d'acqua della risaia:
stelle,
al chiarore di una notte senza luna."
Yosa Buson
Foto personale 📸
Tumblr media
0 notes
sognosacro · 2 months
Text
perchè sono allergica ai pollini? mega non ha senso.
Poi mi prudono i timpani, mi prudono cose che non ha senso sentirsi prudere. Perchè non so nemmeno dove sento il prurito.
È tutto mrga finto e senza senso. Pure gli occhi potrebbero diventsre una cosa stranissima e spugnosa. Giuro è assurdo.
Non ho nemmeno voglia di discurere sulle "precauzioni" "antistaminici" "cose"
Perchè no, è solo un ammortizzare
Per me capire qualcosa significa risolverla e quindi se ho qualcosa in me che non capisco, diventa un enigma da risolvere.
Uno schema da aprire e osservare, studiare e strategizzare le mosse.
Però appunto, a questa cosa do soltanto una visione, ma non risolvo il problema, eppure mi non è che mi sembra un problemone.
Ricordo che alle elementari ho visto una bambina piangere cob gli occhi rossissimi e le ho chiesto se stava bene e cosa a aveva e mi ha detto che era allergica.
Io manco sapevo cosa fosse e li mi pare di averla desiderata, ma non esplicitamente l'allergia, centrava qualcosa con le attenzioni della mamma.
Così alle medie è successo. Ed effettivamente li la mia soliudine in casa è aumentata. Ero tipo sempre a casa da sola e quando c'era qualcuno me ne stavo su di sopra per i cazzi miei. Per me era come vivere da sola.
Cazzate, mia madre era una carcerirera.
Forse sono vere entrambe le storie, ma chi se lo ricorda per certo non lo so.
nessuno probabilmente, se lo chiedete a mia madre lei era perfetta e io ero cattiva e lei ha fatto tutto il possibile.
Lo dice, io ero una ribelle indisciplinata secondo lei. Che scappava di casa e non ascoltava le regole.
Fa di un chicco di riso una risaia, non credetele al 99%
Però ero un bel pepe🧂
Sta di fatto che penso che sia tutto così insensato e ingiusto. Trovare se stessi nel impossibilità di vivere la gioia appieno, di non godersi i piaceri della vita, di non permettersi la pace interna a causa di questo.
Probabilmente è tutto collegato.
il sentiero della vergogna in realtà porta ad un aspetto genetico di non sentirsi abbastanza, dal non sentirsi meritevoli, dal non sentirsi fatti per ricevere amore.
ma forse questi sono i sentieri della violenza, che marcherò con dei segnali, per chi per sbaglio ci inciamperà nel camminare, probabilmente io.
Ma è un aspetto genetico sul serio, quindi immagino che anche altri miei parenti si sentano così nel profondo. Svuotati della possibilità di esprimere il proprio sè appieno.
A causa di una credenza instillata di non essere buoni in qualcosa. Relegati a lla miseria e alla privazione.
Dove ogni gioia viene strappata via, violentemente.
Dove la gioia è una briciola.
Dove la vita è sottomissione e servitù, catene e punizioni. Privazioni.
Non riesco nemmeno più a chiedere quello che voglio perchè ho paura di condannarmi e ferirmi con le mie scelte. O di far sentire così imprigionati gli altri.
Quante volte sono uscita per una passeggista infinita, con la speranza di incontrarti e sentivo qualcuno al ritorno "e ma così è soffocante"
"cosa?!" esattamente cosa?!
Alla fine dtai parlando del niente.
Come può esserlo?
Nonostante questo, le energie sono così sottili, chissa cosa percepivo.
ora sonl gelosa e arrabbiata e odio che tu ci godi e odio che lo fai apposta per ferirti da solo, per paura di essere ferito.
Però sono affari tuoi.
Io dormo.
tutto ciò ha preso una piega strana, io parlavo di allergia
0 notes
inter-sidera-versor · 5 months
Text
Mentre osservavo distratta il paesaggio immaginavo di essere in una di quelle stradine, sul bordo di una risaia o sulla riva di un fiume e di guardare tutto ciò che mi stava intorno. E pensavo a quanto siamo piccoli e insignificanti noi esseri umani a confronto con la natura, il nostro corpo minuto, il tempo limitato a nostra disposizione e i miliardi di posti nel mondo che non vedremo mai.
- Seni e Uova; Mieko Kawakami
0 notes
jangany-sottotraccia · 7 months
Text
Telefonata padre Tonino
6 novembre 2023 - or 14 italiane - telefonata Renato a padre Tonino, presente Ezio di qui, credo Antonio
La lunga telefonata è andata direi molto molto bene. Padre Tonino non era rivendicativo e ha dato tra l’altro molte informazioni. Né io né Ezio siamo entrati nel merito dei punti contestati (benchè la questione dei “pettegolezzi” bruciasse).
Renato ha introdotto rinnovando il punto di ogni premessa (la stima e la fiducia reciproca) e rinnovando le scuse per il tono aggressivo della prima comunicazione, indicando però il grave problema della comunicazione che va migliorata assolutamente per evitare di viaggiare su due binari diversi, segnalando che abbiamo bisogno di conoscere e condividere cose e decisioni per dire alla gente le cose vere.
Padre Tonino ha detto che la comunicazione si è resa difficoltosa anche per problemi tecnici (funzionamento del satellite legato alla mancanza di corrente) e al poco tempo per riflettere e comunicare. Ha chiesto chi mi ha dato quelle informazioni ma non ho risposto sorvolando il punto.
Padre Tonio ha poi subito posto il problema della diversa visione che abbiamo della gestione della distribuzione dell’acqua dicendo che la missione non può porsi in maniera miracolistica e risolverlo per la popolazione.
Nei fatti questa premessa sembra, almeno parzialmente, smentita da quanto ha poi detto:
“faremo al massimo 5 punti di distribuzione e stiamo pensando a dove”; mi sembra che le indicazioni date coincidano con quanto precedentemente concordato: 2 a ovest (2 e non 1 appunto come novità: uno sarà un punto lavatoio pubblico); 1 al centro (quello che attinge dal forages a monte del centro rurale e che ora da acqua alla missione e agli operai); 1 a est (a nord di Tanambao). Non so perché ha detto 5: forse ha già pensato a quello della estensione verso Tanambao? Vedremo di saperlo da Silvio e Strina che, dice padre Tonino, li hanno visti. Filippo sta aspettando di saperlo
i 3 forages del centro rurale sono tutti e tre in funzione: uno, come detto, da acqua alla missione e agli operai; gli altri sono attivi ogni giorno per conservarli e danno acqua agli operai (3 gruppi) per fare il cemento, forse un po’ alla gente che ci lavora… non ho capito di più
i due forages della scuola sono stati collegati e danno acqua a insegnanti, scuore, collegio, scuola… funzionano bene e hanno sostituito la cisterna da 1000 litri con una da 5000 litri
dei 3 forages che dovrà fare la Saint Gabriel sono state preparati i picchetti nei punti dove perforare e le strade per farci arrivare i camion (cose non da poco in un ambiente tipico di risaia); * padre Tonino ha ordinato 3 rotoli di cavo elettrico e si è fermato perché non sapeva il tipo di cavo da comprare con sicurezza (monofase = 3 fili oppure trifase = 5 fili) e su questo abbiamo condiviso di comprarli subito chiedendo ad Antonio il tipo necessario sapendo che le 3 pompe comprate da Ezio sono monofase; bisogna un po’ vedere se questi cavi sono idonei e se sono sufficienti considerando la distanza di 100 mt dal forages elettrificato nel centro rurale a valle; di 100 da questo a prossimo a ovest e di altri 100 per quello ulteriormente a ovest + 60 metri per ciascun forages nuovo + margine * per i cavi di distribuzione dell’acquase invece ho capito ha ordinato 600 mt da 50 mm ma poi si è fermato perché aveva dubbi in quanto quelli precedenti (portati allora da Filippo) erano da 63 mm. Antonio ha confermato che bastano da 50 mm e che basta quello che c’è. Direi che è da verificare
* da quanto asseriva intende procedere non con il sistema di acquedotto pensato da Filippo (perché non hanno confidenza con cose complicate che si possono guastare) ma con cisterne(che peraltro avevamo messo a budget); devono quindi preparare l’ambiente che riceve l’acqua dai forages, il modo per fare arrivare l’acqua in salita (ho segnalto che il problema non è il dislivello ma la portata del tubo e la spinta della pompa)
l’argomento della distribuzione è stato il più ambiguo: non si capisce se quando padre Tonino dice che non possono fare cose miracolistiche e che lui è vicino a lasciare questa terra sia solo preoccupato o se ci sia altro: l’idea che senza di lui non possano gestire la distribuzione (pagando per esempio un responsabile di punto distribuzione, evitando furti, …)
l’impostazione originaria era “non siamo più in emergenza, Silvio e gli altri lo hanno visto, daremo l’acqua nei momenti di emergenza”; quella successiva è stata faremo fino a 5 punti di distribuzione al massimo. Renato ha detto che il progetto è nato non per superare l’emergenza ma per essere di lunga durata, non può basarsi sulla fortuna del ciclone Emnati che è tornato a dare un po’ di acqua o alle piogge recenti. Che il progetto finirà a giugno 2024 quando Filippo andrà giù per concludere la parte idrica. E padre Tonino ha detto che il problema e il progetto invece cominceranno a giugno 2024, quando si tratterà di gestire l’acqua. Non si è capito se questa distribuzione sarà costante o solo nel caso di emergenza idrica. In ogni caso entrambe le soluzioni mi sembrano adeguate.
ammette che l’acqua sta diminuendo e che non sa come andrà il prossimo anno
gli 8 pozzi scavati a mano non sono riattivabili al momento, non ci si può contare, solo un paio hanno un poco di acqua fangosa ma in sostanza poca acqua. Le loro pompe sono/erano (forse) trifase (cioè richiedevano 5 fili)
i forages usati dalla popolazione (pubblici del 2012) sono 5 e due non funzionano (uno si è aggiunto ieri l’altro) quindi 3 funzionano; i padri si stanno dando da fare per aiutare la gente a trovare i pedalini e farli funzionare. Ho chiesto video con la popolazione (che dice è ordinata in coda, disciplinata, senza ansia di emergenza). Uno dei 3 vede un aumentato di numero persone perché quelle che andavano da quello rotto si sono trasferite
Ha poi visto la newsletter e ho spiegato che diventa mensile e ci saranno i suoi o di padre Fahamaro messaggi solo quando li manderanno. Qui dice che non ha più tempo per scrivere.
In questi giorni è molto impegnato a seguire tutti i lavori, gli ospiti, la pastorale… hanno fatto un alzabandiera con applauso (soprattutto a Ezio) che ha risolto il problema della corrente. Lì ora lo chiamano Il tempo della luce.
Ho rinnovato le scuse e ha detto che spera che padre Fahamaro abbia elaborato bene la cosa e che si trovi bene in Italia.
Aggiungo due Memo per noi:
ricordare a Filippo di comprare e inviare per tempo le due schede inverter
richiedere a padre Tonino dei contatori per le utenze di energia
Un caro saluto
***
Silvia
Mi sembra un ottimo risultato !!!
Roberta
Forse non si poteva di più, anche perché andare a fare valere certe cose, approfondire, puntualizzare non ha senso, se non ce la fa. 
GRAZIE 
Chiara
Ottimo.  Mi pare una buona ri-partenza. Adesso… adelante pero con juicio, come si dice in spagnolo ;)
Ezio
Ok per il contenuto, non ho colto la sua domanda a riguardo chi aveva messo in giro quelle informazioni ma non importa.
Per quanto riguarda Fahamaro ha detto che spera decida di venire in Italia.... Speriamo!
Silvio
Non ero presente alla telefonata. Me ne ha fatto una sintesi che corrisponde a quanto leggo. Spera di aver chiarito bene le sue posizioni e le sue preoccupazioni per il futuro e mi ha detto di ribadirle quando ci si incontrerà. Mi è sembrato ancora preoccupato ma meno teso.
Renato
Grazie Silvio, aggiungo che PF mi aveva scritto OK per il programma suo in Italia il giorno prima della telefonata, quindi verrà. Speriamo di PT si riferisce a speriamo che abbia elaborato il tutto e che l'esperienza vada bene.
Roberta
Bene per il rasserenamento...Comunque, non credo PT si renda conto di quanta disponibilità di fondi ha avuto ed ha tutt'ora .
Io credo che dobbiamo puntare di più sulla gente di Jangany, sui giovani che si formano nella scuola ..non si tratta di offrire
miracolisticamente le cose, ma di farle insieme, di aiutarli a non stare nell'emergenza. Responsabili di pozzi di quartiere o altro sono ben possibili, ce lo aveva confermato già Francesca Fontanella.
E poi, formazione qui.
0 notes
inmontagnadilunedi · 8 months
Text
#259# 08/09/2023 Bellagamba - Lago Risaia - Libro Aperto - Le Verginette - La Spianata
La vecchiaia è bella. Peccato che duri poco. Gianni Brera,nato 8 settembre 1919, giornalista. Pranzo: ristorante Il Bruco, Dogana Nuova, Fiumalbo. Itinerario: parcheggiamo a Bellagamba (1299 m), sulla strada che da Fiumalbo porta all’Abetone, e ci sottoponiamo volentieri al rito della richiesta del parcheggio a Fernando e Rita, pastore e signora assoluta di questo lembo di terra e di una delle…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
Text
Una donna è stata trovata morta in una risaia a Novara
Il cadavere trovato stamani in una risaia a Novara non è di una donna, come era parso in un primo momento, ma di un uomo di 61 anni, che vive poco distante dal luogo del ritrovamento, la frazione Torrion Quartara, a sud della città. Sarà l’autopsia a stabilire le esatte cause della morte e l’ipotesi emersa è quella di un malore improvviso, che non sarebbe legato però al caldo. Questa notte è…
View On WordPress
0 notes