Tumgik
#sapete tutt* a chi
oncloudatlas · 24 days
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nn o kpt perché gold rush/tolerate it/cowboy like me non hanno suscitato la stessa ondata di psicopatia di "ODDIO HA SICURAMENTE TRADITO JOE" che ha suscitato guilty as sin like
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kon-igi · 1 month
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QUA CI SAREBBE STATO UN TITOLO ALTISONANTE MA QUESTA VOLTA NO
Trovo difficile spiegare quello che sto per raccontarvi, non perché provi vergogna o esitazione ma perché ho impiegato 23 giorni a capire cosa stesse succedendo e tutte le volte che mi fermavo con l'intenzione di parlarne, sentivo che le parole scritte non avrebbero reso il senso di quello che stavo provando.
Questa volta lo butto giù e basta, ben consapevole che le parole immiseriscono ciò che una volta fuori dalla testa non sembra poi così universale o interessante.
L'errore più grande che ho fatto in questi cinque anni (conto un anno prima della pandemia ma forse sarebbero pure di più) è stato credere di avere un equilibrio emotivo tale da poter prendere in carico i problemi e le sofferenze delle persone della mia famiglia.
Non solo, mi sono fatto partecipe e a volte risolutore dei problemi dei miei amici e una volta che sono stato in gioco mi sono reso disponibile ad ascoltare chiunque su questa piattaforma avesse bisogno di supporto, aiuto o di una semplice parola di conforto.
Ho sempre detto che una mano tesa salva tanto chi la stringe che chi la allunga e di questo sono ancora fermamente convinto.
Ma per aiutare qualcuno devi stare bene tu per primo, altrimenti ci si sorregge e si condivide il dolore, salvo poi cadere assieme.
In questi anni ho parlato molto di EMPATIA e di sicuro questa non è una dote che mi manca ma c'è stato un momento - non saprei dire quando e forse è stato più uno sfilacciamento proteso nel tempo - in cui non ho potuto fare più la distinzione tra la mia empatia e la mia fragilità emotiva.
Sentivo il peso, letteralmente, della sofferenza di ogni essere vivente con cui mi rapportavo... uno sgangherato messia sovrappeso con la sindrome del salvatore, insomma.
Sovrastato e dolente.
Mi sentivo costantemente sovrastato e dolente e più provavo questa terribile sensazione, più sentivo l'impellente bisogno di aiutare più persone possibile, perché questo era l'unico modo per lenire la mia sofferenza.
Dormivo male, mi svegliavo stanco, mangiavo troppo o troppo poco, lasciavo i lavori a metà e mi veniva da piangere per qualsiasi cosa.
Naturalmente sempre bravo a dispensare consigli ed esortazioni a curare la propria salute mentale ma lo sapete che i figli del calzolaio hanno sempre le scarpe rotte, per cui se miagola, graffia e mangia crocchette, bisognerà per forza chiamarlo gatto.
E io l'ho chiamata col suo nome.
Depressione.
La mia difficoltà, ora, a parlarne in modo comprensibile deriva da un vecchio stigma familiare, unito al fatto che col lavoro che faccio sono abituato a riconoscere i segni fisici di una patologia ma per ciò che riguarda la psiche i miei pazienti sono pressoché tutti compromessi in partenza, per cui mi sto ancora dando del coglione per non avere capito.
All'inizio ho detto 23 giorni perché questo è il tempo che mi ci è voluto per capire cosa sto provando, anzi, per certi aspetti cosa sono diventato dopo che ho cominciato la terapia con la sertralina.
(per chi non lo sapesse, la sertralina è un antidepressivo appartenente alla categoria degli inibitori della ricaptazione della serotonina... in soldoni, a livello delle sinapsi cerebrali evita che la serotonina si disperda troppo velocemente).
Dopo i primi giorni di gelo allo stomaco e di intestino annodato (la serotonina influenza non solo l'umore ma anche l'apparato digestivo) una mattina mi sono svegliato e mi sono reso conto di una cosa.
Non ero più addolorato per il mondo.
Era come se il nodo dolente che mi stringeva il cuore da anni si fosse dissolto e con lui anche quell'impressione costante che fosse sempre in arrivo qualche sorpresa spiacevole tra capo e collo.
Però ho avuto paura.
La domanda che mi sono subito fatto è stata 'Avrò perso anche la mia capacità di commuovermi?'
E sì, sentivo meno 'trasporto' verso gli altri, quasi come se il fatto che IO non provassi dolore, automaticamente rendesse gli altri meno... interessanti? Bisognosi? Visibili?
Non capivo ma per quanto mi sentissi meglio la cosa non mi piaceva.
Poi è capitato che una persona mi scrivesse, raccontandomi un fatto molto doloroso e chiedendomi aiuto per capire come comportarsi e per la prima volta in tanti anni ho potuto risponderle senza l'angoscia di cercare spasmodicamente per tutti un lieto fine.
L'ho aiutata senza che da questo dipendesse la salvezza del mondo.
Badate che non c'era nulla di eroico in quella mia sensazione emotiva... era pura angoscia esistenziale che resisteva a qualsiasi mio contenimento razionale.
E ora sono qua.
Non più 'intero' o più 'sano' ma senza dubbio meno stanco e più vigile, sempre disposto a tendere quella mano di cui sopra - perché finalmente ho avuto la prova che nessun farmaco acquieterà mai il mio amore verso gli altri - con la differenza che questa voltà si cammina davvero tutti assieme e io sentirò solo la giusta stanchezza di chi calpesta da anni questa bella terra.
Benritrovati e... ci si vede nella luce <3
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ilpianistasultetto · 8 months
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Noi occidentali siamo fatti cosi. Nel mondo succedono cose e noi facciamo le tre scimmiette: "Non vedo, non sento, non parlo". Poi gli eventi precipitano e sempre noi occidentali mettiamo le labbra a tondino mostrando meraviglia per tutto cio' che succede.Tutti a fare gli indiani! Che poi, fare gli indiani sarebbe stato anche un merito, almeno non avremmo rotto il caxxo all'intero mondo. E invece, no. A noi piace essere prepotenti. Poi, quando succedono i guai, i morti, sono sempre gli altri i cattivi. Un po' com'è successo per la Russia, basi NATO sotto il loro naso, basi che il Papa ha definito "cani che abbaiano" e poi, quando Putin si è rotto il colbacco, tutti gli hanno dato del macellaio.
Da anni e anni lo facciamo con gli israeliani che massacrano i palestinesi portandogli via dignita' e terre giorno dopo giorno. Fomentare l'odio, come ha fatto l'Occidente in Palestina sostenendo tutte le malefatte di uno Stato israeliano potente e prepotente significa creare cause. I palestinesi li abbiamo sempre chiamati "terroristi". Il blocco occidentale ha creato un grande odio in Palestina lasciando che le ingiustizie verso quel popolo si accumulassero anno dopo anno.
Diamoci una calmata che le reazioni sono cieche, come sono ciechi gli uomini maledetti che non vedono tante ingiustizie ai danni dei più deboli. Perche', sapete, nei casini del mondo creato da potenti e prepotenti, chi ci rimette e' sempre la povera gente, che siano israeliani, palestinesi, ucraini, afgani, siriani, slavi o di qualunque altra parte della Terra. @ilpianistasultetto
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essereilsole · 6 months
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Sapete cosa amo del passeggiare al mare da sola? È come se davanti a una cosa così grande ci sentissimo tutti così piccoli e inermi e venissero fuori tutte le fragilità delle persone che come te, si trovano lì. Sono diventata un’acuta osservatrice e riesco a capire con uno sguardo lo stato d’animo di una persona. Chi si trova lì perché gli manca l’amore, chi perché si sente solo, chi perché è in prenda al caos. È bella la fragilità se sai vederla.
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tiaspettoaltrove · 3 months
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Mostrate i vostri corpi solo a chi lo merita.
Li vedo, i vostri blog. Non pensiate di no. Non tutti, logicamente, ma ci sono cose che mi colpiscono, come ovvio che sia. Le vedo le vostre foto, con quei corpi pazzeschi. Con quella femminilità straripante, con quell’erotismo di cui non vi rendete conto nemmeno voi. Vedo, vedo. Se sono nella giornata giusta mi diventa anche durissimo il pene, ma non è di me che voglio parlare, sarebbe solo un inutile esercizio di stile. Volevo solo che lo sapeste, però, che vi rendeste conto. Che foste consapevoli pienamente (in parte già lo siete) di questo gioco segreto e silenzioso a cui tutti quanti giochiamo. Voi avete la fortuna di avere a che fare con una persona lucida, corretta, rispettosa. Ciò che voglio dirvi è solo che non sono tutti così, e questo andrebbe preso in considerazione. Se poi vi sta bene lo stesso, tanto di guadagnato per tutti. Ma rifletteteci. Sì, a volte con le vostre foto me lo fate diventate duro, ve lo dovevo riconoscere. Ora andiamo avanti. Molti uomini non capiscono perché lo fate. Superficialmente vi considerano ragazze facili, tagliano il discorso così, e credono di aver ragione. Io, che vi conosco davvero, so che la verità è oltre. Certo, molte di voi sono effettivamente facili, è un dato di fatto, e voi stesse lo sapete. Ma non vale assolutamente per tutte. Tante di voi cercano solamente il conforto dell’autostima, dell’altrui apprezzamento. Vogliono sentirsi femmine, donne, ed è giusto così. Non può esserci niente di male nell’essere se stesse, nel mostrarsi per la propria natura. Va accettato. Anche io, a modo mio, un tempo lo facevo. Mostravo, sbagliando, la mia sessualità. Ma lo facevo perché avevo grosse carenze a livello di autostima e consapevolezza. Mi rifugiavo nell’eccitazione sessuale, credendo erroneamente che potesse risolvere tutti i miei problemi. La verità è che invece lasciava grandi vuoti. Ricordo picchi pazzeschi di emozione, certo, ma poi non rimaneva nulla. Zero. Ci si sfruttava, usava, si era parti in causa di un processo di necessità impellenti ma non profonde. Ho fatto bagnare tante ragazze, semplicemente utilizzando le parole. Alcune, quando ero adolescente, per la prima volta. C’è chi potrebbe dire che ho questo dono, ma la verità è che cerco solo di ascoltare ed esprimere me stesso. Non credo nemmeno si possa definire un dono, ritengo che i veri doni siano altri. Sono però sempre stato bravo a donare piacere alle ragazze, in questo senso. Virtualmente, sempre rimanendo distante, come ho scritto nel primo testo. Non l’ho fatto solo per loro, ma anche per me. Non tanto per le erezioni, che non mi sono mai mancate, quanto per la soddisfazione, per il piacere di aver fatto un regalo. Per essere ringraziato. Rifarei tutto? No. Non potrei lasciare, nuovamente, che il mio meraviglioso membro vinca sul mio eccezionale cervello. Il consiglio che posso darvi, ragazze, è di mostrarvi solo a chi sapete che può meritarlo. Non tutti meritano di vedere i vostri corpi. Anzi, meritano in pochissimi. Ve lo assicuro.
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odioilvento · 6 months
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Sempre perché non credo all'oroscopo... ma ogni tanto...
Stanotte la lavastoviglie ha perso ancora acqua, sistemata l'ultima volta a giugno. Vado in internet e per caso vedo che Mercurio è retrogrado da ieri.
Sappiatelo, se restare chiusi in ascensore, se vi cade il cellulare in acqua, se un elettrodomestico si rompe, se il treno si ferma ore in mezzo ai campi, se vi si smagnetizzata una carta, ma anche se avete problemi di comunicazione, a farvi capire o a capire gli altri, è colpa di Mercurio. Sapete a chi dare la colpa di tutte le sfighe da ieri.
E tutto ciò fino al 2 gennaio. Quindi che altro aggiungere... buone feste?
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elperegrinodedios · 7 months
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Al Signore appartiene la terra e tutto ciò che è in essa, il mondo e i suoi abitanti. (Sl. 24:1)
Bestie!! Voi dimenticate tutti quello che invece dovreste tenere a mente sempre. Voi trucidate civili, donne e bambini solo per il vostro potere, e per qualcosa che neanche vi appartiene. Ora si parla dello scempio di dittatori e rivoluzionari terroristi in Russia, Ucraina, Palestina e Israele, ma da molto tempo se ne combattono anche in tanti altri paesi del mondo, dei quali noi sempre ce ne dimentichiamo e come se le loro vite non valessero quanto quelle delle altre. Parliamo di:
Conflitto in Afghanistan - La crisi dello Yemen
Guerra civile in Myanmar - Conflitto in Etiopia
Tumblr media
Senza tener conto dell'Africa, dove da decenni si concentrano guerre in più di otto paesi: Libia, Somalia, Nigeria, Sudan, Congo, Uganda, ecc. E quando non sono guerre sono manifestazioni e guerre civili nell'ambito del proprio paese per i soprusi ed ingiustizie dittatoriali dei vari governi corrotti. Tutti uomini senza Dio nè valori, uomini corrotti. E come sempre a soccombere sono gli innocenti, i poveri, i deboli. Il video che segue è un esempio e si riferisce agli anni ottanta, sono passati più di 30 anni, ma non è cambiato nulla. E ancora strascichi e tumulti in Cecoslovacchia, Germania Est, Romania, Tunisia, Egitto, Libia...
(Chi mi segue ha già visto questo video che io pubblicavo circa trenta anni fà, negli anni '90) Non è cambiato nulla anzi, tutto è peggiorato.
Ora basterà l'errore di uno di questi potenti, che tra loro tramano e fanno accordi segreti, perchè possa scoppiare l'inferno. E non sarà una guerra mondiale, sarà un'Armageddon planetario! È da sempre che è cosi, loro si dichiarano guerra, e il popolo la va a combattere. E mentre la gente va a morire, loro continuano i propri loschi affari ed i loro intrallazzi di potere.
=sela=
- Allora sentirete parlare di guerre e di rumori di guerre; guardate di non turbarvi perchè bisogna che tutte queste cose avvengano, ma non sarà ancora la fine. Infatti si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno vi saranno carestie e pestilenze e terremoti in vari luoghi. Ma tutte queste cose saranno soltanto l'inizio delle doglie di parto. (Mt. 24:6-7-8)
=📖=
Vegliate dunque, perchè non sapete a che ora il vostro Signore verrà. (Mt. 24:42)
lan ✍️
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yomersapiens · 1 year
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È stata la nonna!
Arrivo al laghetto dei cigni e un gruppo di cinque di loro mi aspettava già con le ali messe a mo' di pugno e se vi state domandando come sono delle ali messe a forma di pugno vi posso solo assicurare che sono grosse. Morbide all'inizio ma poi fanno male. Inutile dire che le ho prese di santa ragione e mi sono dovuto imbarcare sull'aereo indossando gli occhiali da sole per coprire i segni della sconfitta. Neanche a farlo apposta gli occhiali da sole li ho tenuti su per tutti i giorni a venire anche se di sole non se ne è visto molto ma così si notava di meno quando piangevo.
Il paese dove vivono i nonni era tappezzato di manifesti con il nome della nonna. Non sono abituato a vedere gli annunci mortuari su i muri e ancora meno di leggere il nome da nubile di mia nonna. È una strana usanza. Sembrava quasi ci sarebbe stato un suo concerto, "Prossimamente, nella chiesetta più vicina a voi, Pupetta live!". Leggere il suo nome mi ha fatto capire che era tutto vero. Non so da quanti anni non moriva qualcuno in famiglia. La malattia, quella c'è sempre, è nostra compagna, ma la morte ci ha sdegnato per quasi una ventina di anni e ora sta tornando a prendere ciò che aveva lasciato in sospeso, come una madre che dice al figlio in fila al supermercato "Aspettami qua, ho scordato una cosa" e tu rimani fisso a guardare il cassiere avvicinarsi sperando che torni il prima possibile perché non hai neanche un soldo finché non arriva e te le fa pagare tutte.
La morte fa schifo ma la malattia fa schifo ancora di più. La morte arriva e cancella i ricordi della malattia e di colpo la nonna era quella delle foto dove sorrideva e non la minuscola crisalide riposta nel letto freddo. Ci hanno provato tutti questi anni di sofferenza a farmi scordare come era una volta ma non ci sono riusciti.
In chiesa il prete ha chiesto un volontario per leggere qualcosa davanti a tutti i parenti. Ovviamente mi hanno indicato dicendo "Vai Matteo, fai tu" perché se cresci facendo lo stronzetto arrogante egocentrico se lo ricorderanno sempre. Indossavo gli occhiali da sole ovviamente, il prete neanche si è accorto delle lacrime su i fogli plastificati per i funerali. Ogni tanto erompeva un singhiozzo ma ho dato la colpa a una colazione abbondante. - Leggi questo estratto dal libro della Sapienza - Ah, bene bene, certo, e come vuole che lo legga? - In che senso? - Posso interpretarlo un po' rap, magari un po' trap, o lo faccio bello teatrale eh, che dice? - ... - Eh, che dice? - Leggi questo estratto dal libro della Sapienza. I preti sono davvero un pubblico difficile.
Mi sono seduto vicino al nonno che stava piangendo accarezzando la bara. Ho accarezzato il nonno con la stessa delicatezza e ho sentito la sua pelle ora che non è ancora legno. "Nonno, mi hanno chiesto di leggere qualcosa, che dici, leggo con una vocina un po' alta e buffa così faccio ridere la sala che qua sono tutti tristi?". Il nonno si mette a ridere mi guarda e fa "Fetente!". Vedere il nonno piangere e ridere allo stesso tempo è stata una grande novità. Poi ha aggiunto "A fessa e soreta!" salvo rendersi conto dell'imprecazione appena pronunciata e tornare su i propri passi parlandone con tutti "Sapete che mi ha fatto dire quel fetente di Matteo? A fessa e soreta! In chiesa! Al funerale della nonna! È proprio nu fetente!" e rideva perché si era stancato di piangere e un po' tutti ci siamo messi a ridere e quando sono salito per leggere quel testo difficilissimo, ho ringraziato l'avere un podcast dove mi impegno a stare calmo e controllare la voce altrimenti non ci sarei riuscito.
Quindi è questa la morte di cui tutti parlano. Un posto in meno a tavola. Una sedia abbandonata dove per rispetto non voglio poggiare nemmeno una borsa. Fotografie ovunque che ingialliscono. Momenti dove i ricordi esplodono e bisogna condividerli e piangere. Tracce di chi non c'è più all'interno del telefono in chat che non vuoi archiviare per non farle passare in secondo piano. Guardare video per sentire la sua voce. Allenare la mente e portare alla luce gli elementi più preziosi. Riorganizzare una stanza, spostare un letto, togliere i vestiti e metterli in una valigia di lato, nell'armadio. La morte arriva e fa ordine lei. Se hai lasciato abbastanza pezzi di te allora potrai andare avanti in formati diversi e penso sia per questo che facciamo figli: perché loro diventano un pezzetto di noi quando non ci saremo più. Mia nonna vive nella memoria dei nipoti e di tutti quelli che la ricordano come la persona più dolce mai esistita. Io non ho figli, non so se ne avrò. Ho un gatto ma lui non mi parla e anzi oramai è ovvio che proprio mi odia. Tutto quello che lascerò sono le mie parole e questi post o delle canzoni o puntate di un podcast e allora spero che arrivi un'intelligenza artificiale a ricostruirmi completamente basandosi su tutta la mia produzione e io tornerò in vita sotto forma di un software di mediocre qualità. Sarebbe bello mi riponesse pure in un cd o un dischetto, meglio ancora in una cartuccia come quelle del Gameboy, tanto non è che sarei un software chissà che complicato. Uno vuole parlare con me e mi chiede "Come stai" e io rispondo con qualche battuta che non fa ridere nessuno e poi inizio a lamentarmi dei dolori alla schiena (che non ho) e di come le band di oggi abbiano nomi difficilissimi da ricordare. Forse è per quello che spero che una band prenda il nome di mia nonna così almeno saprei come pronunciarlo. Sarei una cartuccia interessante, delle volte fingerei di non funzionare solo per farmi soffiare nelle zone intime.
Un'altra cosa che accade quando un evento ti fa sbatte in faccia l'ovvio, cioè che siamo qua per un limitato periodo di tempo e poi "puff" si sparisce, è che inizi a cercare segnali ultraterreni ovunque. Per dare un po' di profondità alla desolazione. Il vuoto lasciato adesso devo capire come riempirlo e io ci voglio vedere qualcosa di bello. Pioveva senza sosta da tre giorni e stavo andando verso l'aeroporto. Non conosco laghetti pieni di cigni dove fare risse nelle zone di Napoli così la mia rabbia non sapevo come disinnescarla. Sono arrivato giusto in tempo per vedere le nuvole aprirsi e un arcobaleno è comparso a salutarmi prima dell'imbarco. È nata una vocina dentro di me che adesso dice ad ogni cosa bella che accade "È la nonna!". Ovviamente io non ci credo a queste cose, lo sanno tutti che gli arcobaleni non sono nonne defunte che vengono a salutare i nipoti prima della partenza ma che sono un fenomeno metereologico finanziato dalla comunità LGBTIQ+. Ti attirano con la promessa di una pentola stracolma di monete d'oro, la trovi, ti chini per raccoglierla e taaac! Ora ti piacciono gli unicorni.
Quella vocina che ho in testa è molto simile a quella di mia madre. "Vedrai che adesso ci pensa la nonna a te" mi ha detto dopo il funerale, quando cercavo di fare su una canna lontano dai parenti. Mi spiace essere quello che preoccupa tutti perché non ha idea di cosa sta facendo su questo pianeta se non cercare di disturbare il meno possibile. Mi spiace pure dover scomodare la nonna da lassù che magari ora vorrebbe solo svagarsi e giocare a volleyball. Dall'aereo ho visto il posto esatto dove costruiranno il campetto e dove lei vincerà tutti i tornei.
Mi ero dimenticato di aver partecipato ad un concorso, di aver passato tutto l'inverno a scrivere un libro per sfuggire dalla depressione generata dalla disoccupazione e dal grigio innevato viennese. Mi arriva un messaggio. "Leggi la mail". La leggo. "Siamo felici di comunicarle che il suo romanzo ha vinto!" per fortuna avevo ancora su gli occhiali da sole così nessuno ha notato che stavo nuovamente piangendo. Non sto facendo altro che piangere da settimane accidenti. Ho vinto. Cioè ora mi devo sbattere ok, devo riscriverlo, correggerlo, seguire i consigli di un mentor ma tutto questo non importa, i mesi di lavoro che mi aspettano non mi spaventano. Ho vinto.
"È stata la nonna" ha detto mia madre al telefono. O forse era la vocina nella mia testa. Poco importa, di voci in testa ne ho sempre avute tantissime e non è male averne una gentile che si contrappone alle altre che urlano "Fai schifo! Sei brutto! Sei grasso! Sei antipatico! Fallito!". Ora che c'è questa nuova comparsa mi sento meglio e posso dirlo senza troppa paura. Sono felice.
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diceriadelluntore · 4 months
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ma tu l'hai seguito Sanremo? che ne pensi?
Mi è arrivata la domanda delle domande di questa settimana!
Si che l'ho seguito e lo seguo, quest'anno più a mozzichi e un po' più distrattamente del solito. D'altronde non lo seguo come "si segue" adesso, commentando ogni particolare, ipersessualizzando artiste e artisti, facendo quantità mostruosa di meme, costruendo le polemiche a volte stucchevoli.
Detto ciò, è doveroso sottolineare che Amadeus e il suo gruppo di lavoro in questi 5 anni hanno fatto scelte interessanti, capendo appieno che pure nel bolsissimo teatro Ariston va portato ciò che interessa a chi fruisce della musica. E i fruitori sono coloro che vedono gli unici programmi musicali (tutti della concorrenza televisiva), vivono generi particolari e rapporti quasi quotidiani tramite i social network con gli artisti, i quali si costruiscono "il successo" con dei meccanismi che sono evidenti: ti invito a scorrere i nomi degli autori delle canzoni più forti degli ultimi anni al Festival e non solo, e dimmi cosa ci trovi (pure per questo sembrano tutte simili). Tanto per diventare big bastano 2-3 singoli con una buona quantità di visualizzazioni o di ascolti. Mi permetto due parole sulla polemica madre: Geolier, che ha portato una canzone brutta, ha gli stadi pieni di biglietti venduti ai suoi concerti in estate e l'anno scorso è stato il campione di vendite di dischi in Italia. Ha oltre 5 milioni di ascoltatori mensili su Spotify (tra l'altro il 65% del Centro Nord). Prendendo in prestito una battuta che ho sentito (se sapete l'autore scrivetemelo): hanno vinto Povia e Marco Carta il Festival, il problema è Geolier?
W quindi il contorno che cannibalizza quel poco di musicale che è rimasto, tanto è vero che le serate musicalmente più emozionanti degli ultimi anni sono le serate delle cover, che quest'anno mi è piaciuta molto, tranne nella scelta dell'autocelebrazione di certi artisti.
Ah e dimentico una cosa: uno degli aspetti che più mi fanno divertire sono le pagelle di addetti ai lavori e non, che dovrebbero essere conservate per il tenore surreale che a volte propongono.
Ci vediamo allora al Sanremo 25, e non vorrei essere nei panni di chi riceverà il testimone da questo per il successo, l'attenzione e la costruzione di questo appena finito.
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kon-igi · 4 months
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Ieri notte ho sognato che, in una casetta con all'interno una cascata di acqua sulfurea, c'eravamo io, te, la tua compagna, uno spagnolo losco, sui tuoi documenti c'era scritto che sei nato a Parigi ma nome cognome e tutti gli altri dati anagrafici erano oscurati. Alzandoci dalle brande potevamo buttarci direttamente in acqua e nuotare.
E comunque avevo mangiato leggero, fatto la passeggiata con Cana e maritemu prima di andare a dormire, niente caffè e non assumo sostanze psicotrope da talmente tanto tempo da averne nostalgia.
Ah, buongiorno.
Allora eravate te e tuo marito al Bullicame!
Guarda, io mi volevo godere una giornata di riposo dopo essere scappato frettolosamente dalla Francia e aver percorso a piedi mezza Italia ma Gonzalo non ha fatto altro che cercar rissa praticamente in tutte le città che ci fermavamo, da Genova fino a Napoli.
Naturalmente Gonzalo Salamanca non è il suo vero nome ma quando siamo dovuto scappare dal Messico imbarcandoci su una nave merci diretta verso l'Europa, lui si è voluto fermare in Spagna 'a far baldoria' (parole sue) mentre io mi son rifatto un'identità in Francia grazie all'aiuto di alcune conoscenze a Marsiglia.
Avevo aperto da meno di un anno una coltelleria artigianale a Île Saint-Louis nel IV arrondissement di Parigi e gli affari stavano andando benissimo, quando una mattina di maggio me lo vedo entrare con una vistosa benda su un occhio e con il suo solito tono nasale e strafottente urlare davanti a tutti i clienti
NON INDOVINERAI MAI COSA M'E' SUCCESSO A MADRID!
Considerando di chi stavamo parlando, non potevo certo avere così tanta fantasia da indovinarlo... ma da immaginarlo sì, purtroppo.
Viene fuori che il coglione ha cercato di fregare dei grossisti di stupefacenti dei Barranquillas di Vallecas, un posto poco raccomandabile a sud-est di Madrid.
Praticamente ha provato a fottersi un carico di marijuana nascosto dentro alcune casse di caffè, scambiandole con alcune simili ma piene di rametti di basilico secco, solo che quando i compratori hanno aperto le casse per controllare credete che il problema sia stato il basilico?
No... il problema è stato il caffè, visto che aveva usato quello solubile in polvere e quando i tizi hanno capito della sostituzione, la sua risposta è stata
CHE CAZZO NE SAPETE VOI DI CAFFE', VISTO CHE VI MANGIATE LE PALLE DEI TORI?!
Come al solito, è riuscito comunque a cavarsela, sebbene con un occhio in meno, e quando gli dico che non ha imparato nulla da quella storia della cantina a Ixtlán del Río in Messico, lui mi risponde
-Nella mia biografia c'è scritto che sono onnipotente, onnipresente e che vedo tutto... non credi che riuscirò a farlo anche con un occhio solo?
E poi vi stupite perché lo bestemmio sempre.
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parmenida · 7 days
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𝗠𝗜𝗧𝗢𝗟𝗢𝗚𝗜𝗔 𝗘 𝗣𝗦𝗜𝗖𝗛𝗘: 𝗖𝗟𝗜𝗧𝗘𝗠𝗡𝗘𝗦𝗧𝗥𝗔 𝗘 𝗟'𝗔𝗥𝗧𝗘 𝗗𝗘𝗟𝗟𝗔 𝗩𝗘𝗡𝗗𝗘𝗧𝗧𝗔
Per chi è convinto che le famiglie disfunzionali siano un’invenzione moderna e per chi si ostina a irrigidirsi quando si dice gli antichi Greci – per carità, tanto bravi a fare sculture e scrivere poemi e altre cosucce come la democrazia – erano dei misogini maledetti, eccovi il mito di Clitemnestra.
La famiglia, dicevamo, roba che al confronto la “Family” di Charles Manson pare quella degli spot del Mulino Bianco. Clitemnestra è sorella di Elena e di Castore e Polluce. Tanto per cominciare bene, alla nascita Afrodite scaglia su di lei e sulla sorella una maledizione: sarebbero diventate - Oh mio Dio! - adultere. E capirai, fossero questi tutti i guai le due se ne andrebbero in giro facendo la ruota.
Anche perché le cose all’inizio sembrano girare per il verso giusto: Clit si sposa con Tantalo, re di Pisa (un regno greco, non quella della torre che pende). Quando entra in scena quel violento basta*do di Agamennone le cose vanno a rotoli. Aga è re di Micene e muove guerra a Pisa così, perché s’è svegliato con le balle girate.
Tantalo viene fatto secco e Agamennone, che si è invaghito di Clitemnestra, per fare colpo le prende il bambino che stringe in grembo – figlio suo e di Tantalo – e lo sbatte sulle rocce, dimostrando di essere un vero duro. Che idea si sarà fatta Clitemnestra di Agamennone? Bene, è costretta a sposarlo.
Perché? Ma perché quella volta le cose vanno così, è l’uomo che sceglie.
Passa il tempo e la donna mette al mondo quattro figli: Oreste, Elettra, Ifigenia e Crisotemi. Ora, se un paio di questi danno il nome a celebri complessi della psicologia, capirete che la famiglia di Clitemnestra avrebbe avuto bisogno dei servizi sociali, più che del virilone Agamennone che se ne va in guerra a Tr*ia per coprirsi di sangue e gloria.
Prima di partire, però, Agamennone ne combina un’altra delle sue: quella che gli costerà la pellaccia. Artemide ce l’ha con lui, il motivo? Fate voi, c’è sempre un motivo per avercela con un fesso del genere. Fatto sta che Artemide fa calare il vento e le navi non possono salpare per andare in guerra. Calcante, un indovino celebre per non farsi i ca**i suoi, lo avvisa: “Per farti perdonare, devi fare un sacrificio alla dea!”
Quello pensava a un gallo nero di peluche, ma Agamennone vuole strafare: tra le preghiere e i lamenti di madre e figlia, il re sacrifica alla dea Ifigenia, “carissima doglia di parto” di Clitemnestra. E stavolta quella gliela giura per davvero. E sapete quanto può essere profondo l’odio di una persona che ha abbozzato troppo a lungo.
Passano gli anni. Agamennone fa quello che sa fare meglio: picchia, ammazza, intriga e – quando torna – immagina che la moglie lo aspetti come la manna dal cielo, stendendogli il tappeto rosso. Effettivamente, “rosso” è una parola da tenere a mente, in questo caso. Con sé, porta come bottino di guerra Cassandra, un’altra costretta a subire le avances di quel seduttore da balera. Tanto per capire l’aria che tira, Cassandra è pure lei alla base di un celebre complesso, quello della profezia autoavverante.
Clitemnestra, intanto, libera per anni dal suo carnefice domestico, di cui non prega la morte in guerra solo perché spera di fargli fare la fine del tacchino a Natale con le sue mani, si è trovata l’amico, Egisto, e ha continuato a progettare un “bentornato” indimenticabile per il suo sposo. Un atteggiamento opposto a quello di Penelope, che rimane a filare mentre Ulisse si dà da fare con tutte le ninfe che gli dèi hanno mandato sulla Terra. Lei no, Clitemnestra se la spassa e aspetta Agamennone al varco.
La donna tiene fissa una sentinella fuori dall città e quando finalmente il marito torna, si fa trovare preparata. Gli destina tutti gli onori, anche quando vede che quello si è riportato pure l’amante. Cassandra, come suo costume, avvisa Agamennone: “Guarda che qua ti fanno la pelle!” Quello non le crede e lei gli dice di fare un po’ come gli pare: è abituata.
Agamennone si rilassa e si fa un bel bagno. Mentre sta nella Jacuzzi, però, Clitemnestra si prende la sua soddisfazione e con l’ascia bipenne lo colpisce una, due volte. Quando quello è a terra in un lago di sangue, per sicurezza, cala un altro colpo e poi si presenta ai sudditi, orgogliosa della sua vendetta, di cui fa le spese anche l’incolpevole Cassandra.
C’è un meraviglioso dipinto di John Collier che la ritrae, con l’ascia insanguinata, il portamento fiero e gli occhi spiritati di chi ha fatto quello che doveva fare e ha ancora in circolo la botta di adrenalina.
Per gli antichi Greci, Clitemnestra è il mostro per eccellenza e Agamennone la povera vittima. Inutile dire che, con occhi moderni, non è difficile empatizzare con la donna, portatrice di giustizia, creatura condannata a essere sempre vittima che a un certo punto si ribella. Un comportamento che, allora come oggi, manda in tilt certi uomini, convinti che la donna debba subire e subire, senza mai alzare lo sguardo.
Agammennone fa in tempo a proprie spese a capire che non è così.
Eschilo ci consegna il vibrante monologo di Clitemnestra, vero manifesto della vendetta con buona pace di Kill Bill:
“Io pensavo da tempo a questo cozzo | d'antica lite; e pure tardi, è giunto. | Dove ho vibrato il colpo ora mi accampo. | È stata opera mia, né la rinnego, | che non si scrolli o scampi al suo destino. | Ho stesa, come a squalo, immensa rete | su di lui: il fasto lugubre d'un manto. | Io gli vibro due colpi e in due lamenti | lui s'accascia: gli assesto il terzo, a terra, | in grazia all'Ade, scampo dei defunti. | Agita così l'anima caduto | e soffiando uno sprazzo acre di sangue | m'investe d'una funebre rugiada, | che mi rallegra come la semente | granisce al nembo, che largisce Giove. | Così stanno le cose, cittadini | venerabili in Argo; e ne godrete | voi, se vi piace; io me n'esalto in me. | Si potesse libare sui cadaveri, | qui sarebbe giustizia, alta giustizia – | di tanti mali e maledizioni | costui colmò la coppa in questa casa, | che ora, al ritorno, s'è vuotata solo.”
Il dipinto di John Collier
[Mitologia e Psiche]
#MitiALR
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tiaspettoaltrove · 1 month
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Dovete parlare, non chiacchierare.
Le persone sentono la necessità della conversazione. Così dicono, almeno. Il problema sapete qual è? Che non conversano, non parlano, ma chiacchierano. Che è ben diverso. Sento conversazioni fatte di pettegolezzi, sempre di “altre persone” (il tizio o la tizia famosa di Instagram o Tik Tok, il “vip” televisivo, ecc.). La costante ricerca di scandali, di scoop. Di qualcosa, appunto, di cui chiacchierare. Si fugge sempre da se stessi. Non si fanno mai discorsi veramente seri, ma si parla sempre per slogan. Anche se si butta in mezzo la politica, le cose che si sentono sono troppo attaccate ai mezzi di comunicazione di massa. Mi manca un po’ di originalità, di verità. Mi mancano le radici perdute. Mi mancano quelle persone che ragionano con la loro testa, che vanno controcorrente, ma che ci vanno veramente. Vedo un sacco di fotocopie, persone tutte uguali, una massa senza carattere. Dov’è il guizzo? Dov’è l’egemonia dell’intelletto? Non la vedo, non la vedo più. Tutti troppo condizionati da altro. Avete annientato voi stessi, in nome dell’accettazione sociale. Cercate sempre un riferimento, che però trovate solo in chi come voi cerca un riferimento. Insomma, niente solidità, ma anime vaganti che non si reggono in piedi. Non parlo di Tumblr, ragazze, parlo della vita vera. Qui si parla quasi sempre di erotismo perché è l’aspetto più immediato e viscerale che s’accende tra due sconosciuti. Ma là fuori è diverso. E nei gruppi di persone non riesco mai a capire il senso: il senso della conversazione, delle opinioni superficiali, dell’idiozia di fondo che mi rattrista sempre in grandi quantità. E penso che, in realtà, il sesso sia proprio il tentativo di compensare questa carenza di spessore. La ricerca di una scarica elettrica che fa uscire dall’ordinario. Non i soliti discorsi triti e ritriti, ma una bella ventenne che arriva d’improvviso e ti bacia in bocca. O quelli che nei luoghi di lavoro si fanno l’amante e vanno nei bagni a divertirsi. Non condivido certi comportamenti, ma comprendo ciò che li scaturisce. Siamo annoiati, ma non facciamo niente per cercare di smettere di esserlo. Vi trascinate nei commenti ai “reality show” visti alla televisione, ma la vostra vita l’analizzate mai? Ci riflettete? Ne parlate con le persone care? E non negli aneddoti trascurabili, ma nelle pieghe più profonde, scomode, peculiari. Li esprimete mai i vostri desideri? Li palesate? E ascoltate con dedizione chi vi dedica il proprio tempo per raccontarvi qualcosa degno di nota? Non userò la retorica del: “Tutti con la testa sul cellulare” e bla bla bla, non c’entra niente, anche quella è solo una conseguenza. Siamo drogati, certamente, ma la nostra droga è la paura. Lo “smartphone” è solamente un espediente, uno strumento nel quale rifugiamo le nostre doppie e triple vite. E sapete perché? Perché non sappiamo vivere quella principale. Iniziate ad essere interessanti. O provateci, perlomeno. Prima o poi qualcuno se ne accorgerà, di questo son certo. E ne gioveremo tutti.
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gcorvetti · 10 days
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Lunedì...
...ma di riposo, dopo essere sopravvissuto alla prima e lunga settimana, perché questa settimana è corta cioè lavoro solo Mercoledì e Giovedì (quindi potete capire quella lunga com'è), dicevo lunga settimana più che altro perché erano esattamente 4 anni che non facevo un lavoro di cucina e quindi non stavo in piedi e soprattutto non stavo a lavoro per così tanto tempo, tra le 12 e le 13 ore, che è moltissimo e per me è uno spreco di tempo, ma questo passa il convento e purtroppo come è spesso accaduto nella mia vita penso sia sempre l'ultimo lavoro e poi posso dedicarmi alla musica a tempo pieno, ma dopo tanti e tanti anni mi viene difficile pensare che possa essere così, ma non demordo e vado avanti con l'idea che suonare sia sempre il mestiere che fa per me, di sicuro non è il lavoro in cucina anche se lo so fare come tante altre cose che ho fatto nella mia vita quando non riuscivo a lavorare con la musica, perché purtroppo in questa società non si può vivere senza lavorare. Un pò come la società del 'Mondo nuovo' di Huxley dove le persone sono impegnate a fare qualcosa di socialmente utile, che siano dei ranghi alti o di quelli bassi, e poi drogati di una sostanza 'il soma' (almeno nella traduzione si chiama così) e intrattenimenti di vario tipo da giochi dove a quanto pare si devono spendere soldi, infatti nel libro più di una volta fa menzione di giochi del passato che erano gratis e non era buono (dice così), a concerti e film odorosi, qua non c'è una descrizione di cosa siano nello specifico ma tutte le attività funzionavano da occupazione per la mente per evitare che le persone si rendessero conto di vivere in una società costruita ad arte per controllarli, beh è più o meno come viviamo noi adesso. Ci sono le varie stronzate che ti distraggono mentre chi governa e gli affaristi si rimpinzano alle nostre spalle, ma guai a farglielo notare a differenza del libro, dove ti mandano su un isola dove le persone hanno preso coscienza (cosa che trovo molto interessante), qua prima ti attaccano le altre persone, poi se non cambi idea passano per vie legali e puoi finire in galera, dipende anche il grado di 'lamentela', diciamo che se sei un Assange o uno Snowden non te la passi bene.
Comunque com'è andata? Beh, levando il fatto di lavorare con due ragazze molto giovani e di ascoltare tutto il giorno pop di uno squallore squallido, si proprio così, e che devo fare hamburger e patatine fritte tutto il giorno, oltre alla preparazione di svariate cose (chop chop per ore); l'ambiente non è poi così malvagio, anche se non so cosa mi sarebbe potuto capitare di peggio. Ma oggi e gli altri giorni di riposo, come ho fatto i due giorni di riposo la scorsa settimana, mi dedicherò alle mie cose, musica in primis, anche se ci sono alcune piccole cose da fare per la casa, sapete già il prato da tagliare per dirne una. Quindi dopo aver scritto tutto questo vi lascio con quello che ascolto come faccio di solito quando scrivo, dalla Finlandia sto giro.
youtube
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Ciao, è tornata la vostra Gossip girl, molto più spietata di prima, mandatemi tutte le soffiate più succulenti che avete, e io le publicherò.
E chi sono io, questo è l’unico che non Rileverò. Non Sapete di amarmi XoXo gossip girl💋💋
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riflussi · 9 months
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Giusto perché figurarsi se non posso parlarne anche io: è vero, siamo tutt3 stanch3.
E la cosa che a me fa incazzare più di tutte, è che questo tipo di prevaricazione (prettamente maschile) è così marcato in ambito lavorativo che viene solo la voglia di urlare. Però, se fai presente la tua visione, se porti alla luce dinamiche sbagliate, cosa succede?
Ve lo dico io cosa è molto probabile succeda: il licenziamento 😍
Molte volte taccio perché sono pavida e ho paura di non potermi pagare una casa, un luogo sicuro lontano da tutto lo schifo da cui mi sono allontanata dopo ben 26 anni di tristezza e (in parte) alienazione. E lo so che sono tra le persone più privilegiate, per questo da un lato ho un fortissimo senso di colpa, dall'altro ho un'enorme tristezza addosso perché se io non posso permettermi certe affermazioni non oso immaginare chi è costretto a condizioni lavorative diverse (e a volte peggiori).
È davvero molto facile affermare "non tutti gli uomini". Però è facile dirlo quando si trova lavoro più facilmente, quando viene concessa con maggiore serenità l'indipendenza. Più volte mi sono domandata come farò (tutt'ora me lo domando), se mai troverò un posto fisso, se dovrò diventare casalinga perché ora come ora un lavoro che mi permetta di avere un buon equilibrio tra sanità mentale ed energie fisiche non l'ho trovato. E so di avere molte difficoltà con la rabbia, perché io sono s e m p r e arrabbiata. Basta una scintilla per risvegliare quella parte di me che urla e sbraita. È sbagliato e me ne rendo conto, ma come si fa con tutto questo? Con la gente che ti dice in faccia che quello che vivi non è vero, te lo immagini, che "non è così male come dici".
Ed è tutto estremamente correlato, perché io vi posso parlare della rabbia lavorativa, ma di base non vengo valutata come una valida lavoratrice (nell'ambito in cui sono ora) perché donna e possibile conquista (soprattutto perché giovane), ma soprattutto come persona da prevaricare. E a me viene da alzare la voce perché porco giuda mi dovete ascoltare quando stracazzo parlo. E non mi fermo all'ambito lavorativo.
TW violenze, ne abbiamo e avete già lette abbastanza in questi giorni, è più uno sfogo quello sotto, quindi liber3 di skippare.
Io, con tutti i miei ragazzi, mi sono trovata a litigare perché non volevo rapporti sessuali e loro sì. E sapete anche cosa? Quando uscì il #metoo, molte ragazze dicevano di non aver mai subito violenze. Io avevo 19 anni. Mi rendo conto, al contrario di quanto affermassero, che in realtà tutte abbiamo subito in un modo o nell'altro molestie (se non addirittura stupri). Una volta una ragazza mi ha confessato che sì, era successo, ma preferiva fare finta di niente perché lei era incosciente e il ragazzo era un suo amico.
Tutto questo per dire che: non è una questione di odiare gli uomini. È una questione di odiare la cultura di merda in siamo tutt3 immers3. E io vorrei picchiare ogni singola persona che non riesce a vedere oltre il suo bellissimo naso.
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idettaglihere · 1 year
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ok qui seguirà una lamentela che ho bisogno di tirar fuori in qualità di cassiera/persona che lavora in un supermercato perchè sono satura delle persone. se il supermercato chiude alle 20 e alle 20.50 + 20.55 annunciano che sta per chiudere e di avvicinarsi alle casse, tu cliente cerebroleso di merda non continui a girare come se nulla fosse con già 200€ di spesa nel carrello perché questa è mancanza di rispetto bella e buona perché non è normale trovarsi oltre la chiusura con tutte le casse aperte e con file lunghissime ed è per colpa vostra che faccio straordinari (non pagati ovviamente) da un anno e mezzo a questa parte perché non sapete organizzare la vostra minchia di vita e non portate rispetto a chi lavora dato che alle 20 io dovrei timbrare e non passare ancora il vostro stupido petto di pollo o le vostre zucchine che puntualmente vi siete dimenticati di pesare ok????
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