Tumgik
#scinder
persephoneflouwers · 11 months
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That’s very… curious, convenient, even, how these people make millions with their ig accounts but sharing informational content will distress them.
What do you need 430 million followers for?
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orotrasparente · 12 days
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a volte il segreto per stare meglio è saper scindere a tra una vita di merda e una giornata del cazzo, non tutte le giornate possono essere entusiasmanti, non tutti i giorni saranno pieni e ricchi di amore, affetto e gioia, ci sono alti e bassi e anche se la vita a volte ti offre poco, non puoi sapere cosa ti riserva il futuro, magari un giorno peschi le carte giuste, le carte migliori, e tutto cambia, sembra strano detto da me ma forse bisogna solo avere fede e speranza
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catsloverword · 7 months
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Il mio 🌏 Psy
È vero, non lo dico spesso, ma non l'ho mai nascosto: ho un percorso formativo nel mondo della Psicologia. Ma qui, non sono in veste professionale. Qui sono io, così come sono, così come appaio. E sì, a volte, scindere aspetto privato e professionale non mi riesce, perché l'uno fa parte dell'altro e spesso si fondono insieme. Allora credo che questa sia una fortuna, per chi incontro e chi mi incontra. In questi termini, non è difficile ritrovarsi in quel che si legge, in fondo, se seguiamo dei blog è proprio per questo. Perché "dico" questo, oggi? Perché chi mi ha scritto stamattina mi ha chiesto di non rispondere, allora metto qui, per tutti, così che non resti solo per pochi.
Qualsiasi sia la reazione che smuove ciò che leggiamo, ecco, quello è il senso per il quale è scritto. Ad ognuno arriva in modo diverso, ma se arriva è proprio lì che doveva arrivare. Ed ora lavorateci voi, su perché sia arrivato e perché proprio in quel modo. Perché il lavoro su noi stessi, non lo può fare nessuno per noi e questo a prescindere dal mio 🌏 Psy.
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perché ami tanto leggere?
Viviamo in una realtà in cui i sentimenti sono stati stirati e appiattiti. Non siamo più in grado di commuoverci per un quadro. Di perderci nella bellezza racchiusa in una poesia. E talvolta la mia sensibilità mi sembra ingombrante, come un giaccone di troppe taglie in più della mia. Mi rende goffa, impacciata, terribilmente strana agli occhi degli altri.
E allora io fuggo nei libri, fra l’inchiostro e la carta, lì, sepolta nel fruscio leggero delle pagine, mi permetto di essere vulnerabile, senza temere di essere ferita. Trafitta senza ricevere nemmeno una parola gentile. O uno sguardo pieno di vergogna per la crudeltà con cui sono stata trattata.
Leggo per ricordarmi che esiste ancora un posto nel mondo in cui possiamo scioglierci nelle nostre debolezze senza essere distrutti ma, al contrario, ricomposti.
E mi ritrovo a danzare fra i frammenti di Saffo, quando ancora le parole avevano un peso, e le emozioni incastonate al loro interno vibravano con un’intensità tale che bisognava inciderle nella pietra, affinché potessero eternarsi nei secoli a venire, e perdurare incorrotti in quelli passati.
Mi ritrovo nel buon Patroclo, che per Achille scese in battaglia indossando la sua armatura, anche se non sapeva combattere.
E i polsi mi tremano, quando leggo di quella passione che portò Paolo a baciare Francesca, e nonostante fosse peccato nemmeno le forze degli inferi seppero scindere ciò che li univa.
E non é forse, il mio silenzio, medesimo a quello di Leopardi, che sempre si limitò, solo, ad amare silvia dalla sommità della sua finestra, componendo in segreto per lei, su lei?
Oh, e quanto bramo qualcuno che mi dedichi le parole che Montale scrisse per la moglie Drusilla!
E quasi disperata, affannata, cerco di scorgere almeno un lontano e flebile bagliore dell’affetto che Theo nutrì per suo fratello Vincent Van Gogh. Incorruttibile, sincero, vero, anche e soprattutto quando tutti gli altri lo considerarono solo un povero pazzo da internare… lui non mise mai in dubbio la bontà del suo animo.
E leggo perché adesso, quando guardo un tramonto, mi vengono in mente tutti quelli che guardava il Piccolo Principe, e questo fa sentire me meno sola.
E quando il mio cuore si é spezzato, coi singhiozzi che mi risalivano alla gola e gli occhi che si scioglievano nel bollore delle lacrime, sorreggendomi al muro mentre le ginocchia non riuscivano più a reggermi, non ho forse avuto anche io i fiori intrecciati nei capelli come Ofelia, quando si é uccisa perché convinta che Amleto non la ricambiasse? Il mio stomaco non si contorse forse come quello di Didone, quando si lasciò cadere sulla spada di Enea, perché la morte le sembrava così dolce e invitante, rispetto al dolore angosciante di una lunga esistenza priva di lui, tormentata dai fantasmi dei suoi ricordi, e della consapevolezza schiacciante, opprimente, che lui non scelse lei?
E quando qualcosa ci fa sentire così bene, non é forse giusto combattere con tutto ciò che abbiamo, come Romeo e Giulietta combatterono contro le loro famiglie; il loro stesso nome e il loro stesso sangue… pur di stare assieme?
L’amore puro, senza schemi e senza leggi, irrazionale… così come molti giudicarono l’azione di Darcy quando chiese la mano ad Elizabeth, nonostante lei appartenesse ad un ceto sociale inferiore?!
E quando vogliamo andare alle feste solo per vedere lui, o lei, non ci stiamo forse comportando come Gatsby, che organizzò feste su feste solo per poter vedere Daisy, almeno una volta?
O quando ci siamo guardati allo specchio e non siamo stati in grado di riconoscere il nostro riflesso, dopo tutto quello che abbiamo fatto… come se fossimo impazziti, perso letteralmente il senno come accadde a Orlando per angelica quando scoprì che lei preferì un umile fante a lui, prode paladino?
Leggo, perché anche io spero di trovare qualcuno che scelga di lottare per me, come Renzo lottò per Lucia. Che mi aspetti, come Penelope attese Ulisse, senza mai cedere alle lusinghe dei Proci. Che mi riconosca, a dispetto del tempo e dello spazio, come il vecchio Argo riconobbe Ulisse, nonostante fossero trascorsi vent’anni e lui fosse travestito. Che metta da parte l’orgoglio per l’amore nei miei confronti, come fece il Re Priamo quando andò al cospetto di Achille per richiedere il corpo del figlio Ettore, affinché potesse seppellirlo con tutti gli onori, donando finalmente pace al vagare errante e tormentato della sua anima.
Forse, amo così tanto leggere perché mi permette sempre di ritrovarmi nei sentimenti e nelle emozioni di qualcun altro. Senza mai farmi sentire sbagliata, o eccessiva, per quello che provo.
Non mi sono mai sentita sola ogni volta che ho aperto un libro.
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colonna-durruti · 3 months
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Un’altra economia - Il Tascabile
l’idea che la crescita sia positiva, che sia un fine in sé, è ancora molto presente. E per sostenerla ci inventiamo fallacie come la crescita green. L’idea di crescita green si basa sull’ipotesi che si possa scindere la crescita economica dalla pressione sulle risorse ambientali. Ad oggi, questa teoria non è supportata da alcuna letteratura. Al massimo possono esserci momenti di separazione relativa, in cui la crescita diventa meno intensiva. […] Ma una separazione assoluta in cui la crescita economica prende una direzione, e la pressione sulle risorse un’altra, non è documentabile, non è reale.
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multiverseofseries · 3 months
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Bridgerton 3, Parte 1: un ritorno tra amori, segreti e scandali
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Ah, la primavera! Con i suoi colori e i suoi profumi, è davvero la stagione perfetta per il debutto di una nuova tranche di episodi della romance saga che ormai dal 2020 appassiona gli abbonati Netflix: la prima parte della terza stagione di Bridgerton è infatti disponibile per lo streaming sulla piattaforma, così come l'attesissima storia d'amore tra Colin Bridgerton (Luke Newton) e Penelope Featherington (Nicola Coughlan)… Ma come se la sarà cavata lo show a questo giro? Scopriamo insieme cosa ci riservano Shonda Rhimes e i primi 4 episodi di Bridgerton 3.
Scelte mirate
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Nicola Coughlan è Penelope
Dopo una lunga attesa carica di speculazioni di ogni tipo sul futuro dei protagonisti di Bridgerton, siamo finalmente di ritorno nella 'Ton più amata dagli spettatori Netflix, quella che, assieme ai suoi abitanti, ci regala sempre un turbinio di emozioni. Questa volta capitanata da Jess Brownell - nuova showrunner della serie dopo l'addio di Chris Van Dusen - che accompagna fedelmente la produttrice delle produttrici, Shonda Rhimes, la terza stagione di Bridgerton si mostra in tutto il suo sfarzo, la sua eleganza e la sua intensità, ma solo per quattro episodi… la seconda parte della stagione arriverà domani 13 giugno su Netflix. Una delle novità dell'adattamento televisivo dei romanzi di Julia Quinn per questa nuova stagione è stata la decisone di scindere in due parti la distribuzione degli episodi.
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Ritorno a Bridgerton
Per il momento, è difficile valutare se una tale scommessa sarà vincente o meno e solo l’uscita della seconda parte di stagione c’è lo dirà, ma i presupposti sembrerebbero dar ragione alla produzione: dopotutto, anche per gli appassionati del genere, un binge-watching tutto d'un fiato di 8 episodi di una serie che fa un cospicuo uso di cliché e archetipi narrativi come Bridgerton, nonché assai affezionata a plot twist e cliffhanger ad effetto, potrebbe risultare più pesante da digerire, e nel tempo controproducente rispetto a una ripartizione in due blocchi. Così facendo, invece, non solo ci si assicura che un prodotto di grande interesse attirerà audience più a lungo termine, ma si dà anche modo a storia e spettatori di "respirare", e a questi ultimi di assimilare al meglio quanto visto sullo schermo. E in questa stagione, di certo non c'è da annoiarsi…
Dai Polin, con amore
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Luke Newton e Nicola Coughlan
Fin dal termine della seconda stagione di Bridgerton, nella quale abbiamo visto nascere e concretizzarsi l'amore tra il primogenito di casa Bridgerton, Anthony (Jonathan Bailey), e la maggiore delle sorelle Sharma, Kate (Simone Ashley), ci si è chiesti a chi i due avrebbero passato il testimone e consegnato il titolo di "coppia dell'anno" nella stagione successiva. Se lo show avesse voluto seguire pedissequamente l'ordine dei libri, sappiamo che l'onere e l'onore sarebbe spettato a Benedict (Luke Thompson), alla cui storia è stato dedicato il terzo volume della saga letteraria, "La proposta di un gentiluomo". Tuttavia, l'amore era già nell'aria da tempo per i Polin, ovvero Colin e Penelope, gli amici di sempre il cui rapporto sembrava serbare qualcosa di più fin dal principio, sebbene avevamo visto un maggiore interesse in quel senso da parte di Pen (che ricordiamo, non leggere se non hai ancora visto la serie, è colei che si cela dietro il nom de plume di Lady Whistledown).
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Luke Newton è Colin Bridgerton
E malgrado in ordine cronologico cartaceo il loro momento sarebbe dovuto arrivare più in là nel tempo, sullo schermo, complice la chimica tra i due attori e l'impostazione data dal team creativo alle loro interazioni sin dalla prima stagione, è stato possibile procedere in questa direzione, senza tuttavia dimenticarsi degli altri Bridgerton. Nella prima parte della terza stagione abbiamo comunque dei focus su Benedict, Francesca (Hannah Dodd), e la Eloise di Claudia Jessie (malgrado una curiosa assenza…).
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Claudia Jessie è Eloise Bridgerton
Ma, come dicevamo, gran parte dell'attenzione in Bridgerton 3 è riversata sui Polin che, dopo gli accadimenti della stagione 2, si trovano ora in una fase di stallo: Penelope aveva infatti udito le parole di Colin che escludevano a priori un risvolto amoroso nel loro rapporto, e le frizioni nella sua amicizia con Eloise (che aveva scoperto la sua identità di Regina del Gossip) non avevano fatto che allontanarla dai Bridgerton. Adesso però la ragazza finisce con il ritrovarsi in una situazione, se vogliamo, ancora più scomoda, dato che, nel tentativo di recuperare la loro amicizia, Colin si offre di aiutarla a trovare marito, e cerca di impartirle "lezioni su come uscire dal guscio" ora che lui stesso, a seguito della sua estate in giro per il mondo, sente di aver trovato una nuova dimensione. Ma quando il suo aiuto finisce con creare più guai per i loro cuori che altro, cosa farà Colin? E come si comporterà Penelope? E non dimentichiamoci che Colin è ancora all'oscuro della doppia identità di Penelope…
Bridgerton non molla
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Bridgerton: una foto di Benedict e Colin nella stagione 3
Arrivati dunque al nostro quarto appuntamento con il mondo di Bridgerton (se contiamo anche lo spin-off sulla Regina Carlotta) ci si potrebbe preoccupare di una fisiologica fatigue del prodotto che, solitamente con le serie, giunti a questo punto inizia già a fare capolino. Per quanto riguarda lo show targato Shondaland, a ogni modo, il tutto sembra "tenere botta", poiché, almeno in questi primi quattro episodi, non si rileva una pesantezza di fondo nel seguire le vicende (seppur in gran parte prone a stereotipi) dei vari personaggi, né viene da pensare di essere stufi del suo modus operandi.
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Un ritorno tra amori, segreti e scandali
Le scenografie si fanno sempre più spettacolari, i dettagli visivi sempre più ricercati (guardate anche solo le parrucche della Regina!), il comparto musicale continua a regalare gioie con le sue versioni classiche di hit da classifica, da Dynamite dei BTS a Cheap Thrills di Sia, passando per Give Me Everithing di Afrojack, Ne-Yo e Pitbull, e nulla di tutto ciò risulta gratuito o fuori luogo. C'è solo da sperare che una tale cura possa continuare a essere tangibile anche nella costruzione di storie e personaggi, nello sviluppo delle dinamiche e tanto nella trasposizione del materiale già fornito dalla Quinn, quanto nell'incorporazione di elementi originali nel tessuto del racconto.
Conclusioni
In conclusione, si guarda con favore ai primi quattro episodi di Bridgerton 3, che con la sua Parte 1 ha già fatto approdo su Netflix. La tanto attesa storia d’amicizia che si trasforma in amore tra Colin Bridgerton e Penelope Featherington sta finalmente prendendo piede, e non resta che augurarsi che i due non finiscano con l’inciampare e divenire protagonisti di una rovinosa caduta. Per ora, tuttavia, non sembra questo ciò che è scritto nelle carte. Possiamo fidarci?
👍🏻
Coerenza formale e attenzione ai dettagli.
Focus sui vari personaggi, non solo sui protagonisti dichiarati.
👎🏻
Rischio esagerazione e saturazione.
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thedialup · 2 years
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i pull up in the scoutfit wyd
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scinder by @67-dead-bees
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ambrenoir · 6 months
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Le storie di dipendenza affettiva sono sempre sconcertanti perché invischiano i loro protagonisti in un vortice autodistruttivo dal quale non sembrano volersi ritrarre malgrado l’escalation di dolore che infligge. La logica porterebbe a pensare che i tradimenti, le menzogne, la svalutazione, l’abuso psicologico, a volte velato, altre volte eclatante e la violenza verbale o fisica che caratterizzano la relazione dipendente debbano spingere la vittima a interrompere il rapporto, ma da un punto di vista psico-logico accade spesso l’inverso. Infatti, ogni mancanza e ogni attacco del membro “forte” della coppia sortisce l’effetto apparentemente inspiegabile di rafforzare il legame mentre erode la capacità reattiva della controparte, che finisce per abbandonarsi al proprio amore esasperante.
La trappola dell’ambivalenza. Le persone intrappolate nella dipendenza affettiva vivono soggiogate dall’ambivalenza: l’altro é buono, romantico, affascinante, unico e speciale a tratti … ma anche, a tratti, diventa crudele, gelido, respingente, brutto, banale. Senza soluzione di continuità, l’oggetto dell’amore dipendente presenta due facce contrapposte ma fuse in una alchimia venefica. Di qui l’impossibilità di stabilire se sia del tutto buono o del tutto cattivo diventa paralizzante.
Pensiamo che uomini e donne che amano poco siano creature algide, individui calcolatori e anaffettivi, criminali emotivi dal fare sospetto e inequivocabile ma non é affatto così. Al contrario, nella dipendenza affettiva almeno una delle parti presenta e agisce un’identità duplice, alterna slanci emotivi con la disarmante spontaneità di un bambino a esplosioni di rabbia o silenzi siderali; si cimenta in promesse d’amore vibranti e poi si nega con veemenza imponderabile.
Questa dualità costituisce il perno della dipendenza relazionale: la “vittima” si innamora del volto buono del partner, dei suoi aspetti sentimentali e della sua transitoria sensibilità, lo idealizza e vi si dedica interamente, mentre minimizza o nega la “faccia cattiva”, la scinde dall’oggetto d’amore perché illogica e incongruente con i propri bisogni affettivi coscienti e con l’immagine specchiata dell’amore romantico. Il mostro che incatena, maltratta, umilia, manipola, sfrutta è così in salvo, sotto la tutela della sua prigioniera che imputa a se stessa ogni punizione e violenza subita ed é disposta a perdonare tutto, a transigere su tutto pur di intravedere una volta ancora quel fugace sprazzo di luce angelicale sul viso amato.
I “mostri umani”. I mostri non esistono, o almeno, non esistono nella forma stereotipata e lampante in cui pretendiamo di riconoscerli. I mostri umani, quelli veri, non hanno i denti aguzzi dei vampiri, né presentano inquietanti deformità fisiche, non emanano afrori mefitici e non girano armati sino ai denti. I mostri umani sono dotati di quella capacità mimetica che li rende come gli altri e, anzi, li fa apparire migliori degli altri: più affascinanti, più intelligenti e più dotati. Esibiscono certezze lapidarie e dispensano verità di solennità sacerdotale. Il loro segreto consiste nello scindere e isolare quanto più possibile da sé le emozioni “negative”: la paura dell’abbandono, la vulnerabilità, la potenziale fallacia di un’emozione, di una scelta o di un’azione, il timore di soccombere all’angoscia di essere perfettamente umani.
Dunque, se dal partner dipendente l’amato é avvertito come un angelo caduto in una nebulosa ipnotica di stati d’animo in contraddizione e profondamente emozionanti, il mostro si auto-percepisce come un essere perfetto indebitamente offeso dalla fragilità dell’altro e dalla sua oscena dedizione. E più l’altro si espone e si oppone con amore incrollabile al dolore per la relazione impossibile che lo insabbia, più il mostro umano si adombra nel disprezzo e nella rabbia.
L’errore di fondo Il dramma della dipendenza affettiva comincia e si propaga a patire da un’enorme equivoco, in fondo. La “vittima” si innamora di un volto dorato ed intrigante e considera le incursioni del mostro umano sulla scena della relazione come manifestazioni dovute alla propria indegnità. Si lascia colpevolizzare, soggiace alla menzogna più bieca e al tradimento palese nell’illusione di conquistare il volto buono del partner e di sollevarlo dal male oscuro che lo ammorba. Ma l’intemperanza e l’inquietudine che trapelano dalla maschera meravigliosa dell’amato, il disprezzo ferino, la bieca indolenza e le temperature siberiane del suo agire, non sono la maschera di una persona buona e quindi amabile, sono il volto pieno del mostro umano.
Perché il mostro vero é duale, abita la contraddizione, la incarna, é il risultato di una integrazione mancata tra le parti positive e le parti negative di sé, della sua storia emotiva, del suo vissuto rimosso, traumatico e mai elaborato di bambino. (Enrico Maria Secci)
tratto da “DIPENDENZE AFFETTIVE MALDAMORE” pagina FB
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oncloudatlas · 15 days
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"blablabla nessuno vi sta dicendo che non potete seguire taylor, vi si chiede solo di rispettare le categorie oppresse blablabla" è un'americana multimiliardaria, è OVVIO che avrà come amiche altre donne adulte americane della classe agiata che dlin dlin! non avranno le vostre stesse visioni politiche; why are yall acting like si sia messa a baciare in bocca hitler quando ha ? da quanto ho capito ? semplicemente salutato una??? y'all wanna be the mc so bad "no but this affects ME personally" e allora smettetela di seguirla lmfao??? vi vedo però mentre non smettete di seguire un cazzo di roba prodotta da chi è risaputo avere non solo una determinata visione politica ma pure essere uno schifo di persona. ma certo! when it's men si tratta sempre di scindere questo e quello, si parla di donne e suddenly bisogna ritagliarsi le cose, mettere 18 mani avanti perché "m-ma!! lo so che è brtt e kttv eh !!! la seguo perché è inevitabile mi piace ma io sono diversa !!!! io SO che è una brutta persona !!!!!"
vi scongiuro, invece di piangere su chi saluta taylor INFORMATEVI sulla politica dei vostri governi e non e andate a VOTARE con COSCIENZA cazzo. che se la vostra scelta di governo è tra trvmp e bidet la colpa è solo vostra
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vinc-heenz · 2 months
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La realtà è pessimista.
Una macchina orchestrata per scindere e distribuire tutto in maniera disomogenea, mai meritocratica e sempre disonesta.
La realtà è che si fa fatica, il buono arriva a singhiozzi per altro mentre sei impegnato nell’apnea.
Gira, gira il mondo che faccio il giro e mi confondo.
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katyeildomani · 3 months
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Il potere di scindere le cose
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relayerscomic · 6 months
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New 7 pages update!
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Hey all, here we are again with the rest of chapter 5 published in its entirety! As a little treat, just for you. We were thinking it was a good place to split a bigger chapter in two. The start of Chapter 6 will be out next Thursday! (Woah, can you believe it? There's an actual schedule now, that's wild huh...) It's available on the usual sites: Our website MSPFA Comic Fury __________________________________________ Salut! On se retrouve à nouveau pour le reste du chapitre 5 publié en entier! C'est un petit cadeau, rien que pour vous. On trouvait que c'était un bon endroit pour scinder le plus gros chapitre en deux. Le début du chapitre 6 sera publié Jeudi prochain! (Woah, un emploi du temps? Incroyable...) Dispo sur les mêmes sites que d'habitude: Notre site MSPFA Comic Fury
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ladyblue1993 · 4 months
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Cari lettori e lettrici è la vostra LadyBlue che vi scrive, come state? Sicuramente ho qualche piccante gossip da raccontarvi. Quando una donna sogna un altro uomo questo vuol dire sempre o che lo desidera o che non è innamorata della persona che ha accanto. Peccato però che alcune volte sia difficile scindere tra il reale e l'artefatto e lo sanno bene le nostre carissime lettrici. Quante di voi hanno mai sognato o intrattenuto un certo rapporto con un'altra persona che non fosse il vostro compagno?
Fatemi sapere.
Infinitamente vostra, LadyBlue.
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mynameis-gloria · 4 months
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Mamma mi ha sempre detto che non si può voler bene a tutti, che a volte bisogna lasciar andare ed i rapporti si interrompono, a volte senza ragione ed altre volte perché siamo noi a farlo; Che il contatto, per quanto bello e sincero, in alcuni casi non lo si può mantenere. Perché ognuno è diverso ed ognuno ragiona ed elabora il dolore a modo suo. Negli ultimi anni ho iniziato a pensare e credere che questo sia un po' un mio difetto, affezionarmi tanto alle persone da non riuscire poi a lasciarle andare per sempre. E non in quel senso sia chiaro. Semplicemente rimanere in rapporto, amichevole e cortese. Ma come mi disse Chiara, l'unica volta che ho provato a fare terapia : "non tutte le persone Gloria riescono a scindere le cose. Ad essere fermi e decisi su alcuni principi, e non c'è giusto o sbagliato, bisogna però stare attenti perché per alcuni può confondere"
E forse è proprio così..ed è per questo che in qualche modo mi sento colpevole.
Così quando succedono scenate o ti senti privata in qualche modo della tua libertà e ti vengono dette parole cattive, che sai perfettamente non essere vere, in qualche modo li dai importanza ed inizi a domandarti se davvero non sia tutta colpa tua. Se alla fine a ferire sia tu. E non sai bene che pensare e cosa credere...
Ed è forse questo il male più grande, sapere di essere in qualche modo ancora condizionata, da pensieri, parole e gesti e, che questa nuova bolla di "spensieratezza" che stai cercando di ricostruire, possa scoppiare. Oggi, forse l'ho capito, quello che diceva mia mamma. Non si può e forse non lo voglio nemmeno più. Perché non voglio sentirmi così. E qualche addio è necessario
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montag28 · 5 months
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Non esistono i rimedi magici. Ci sono solo i rimedi. Non ci sono le gocce miracolose per contrastare l'ansia istantaneamente. Quando il veleno entra in circolo, il corpo ha bisogno di tempo per liberarsene. Ci vogliono lunghi nastri di strade da srotolare; ci vuole musica da ascoltare finché la sabbia di un intero litorale non sia scesa tutta dentro la sua torre-clessidra; ci vogliono pazienza, fatica, clemenza verso i propri errori, amor proprio. Ci vuole la calma di chi sa prendere pensieri enormi e li trasforma in pezzi più piccoli, poi ancora, fino a che siano ingeribili, dunque masticabili, per trasformare la gravità in bocconi digeribili, per scinderla in briciole, molecole, singoli atomi. Trasformare e rimpicciolire, senza farsi strozzare. Erano passate da poco le otto di sera, c'era ancora luce, nuvole grigie e azzurrastre, vento freddo ma non violento. Esco dal supermercato, scelgo una strada opposta a quella consueta, mi allontano, seguo la doppia fila degli alberi che ovattano la strada di periferia, la inghiottono, là dove le case diradano, per poi ad un tratto sparire. Una curva a sinistra, la strada che da piana si inclina in una lieve discesa, una curva a destra; il ponte sul Canale Giuliari, le chiuse silenziose, l'aria gravida di acacia e gelsomino. Il mio perdermi volontariamente. Camminavo e pensavo: vorrei scrivere. Trasformare. Ecco: posso mandar giù certi bocconi interi, se serve. Ma poter scrivere, ogni, tanto, è come masticare: aiuta a scindere le catene di amido di certi pensieri molto complessi, difficili da digerire. Trasformare, rimpicciolire. Le parole sono denti. Le virgole, le cerniere che permettono alla mandibola di aprirsi, chiudersi, spostarsi di lato. Gli incipit come gli incisivi, certi incisi come i canini, per lacerare la fibra della carne di certi passaggi oscuri. Le conclusioni, ossia la morale, come i molari che sbriciolano la mole. O almeno, ci provano. Non esistono le vie brevi. Però esistono le vie. Più lunghe sono, più portano lontano.
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aurevoirmonty · 5 months
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« Vis-à-vis de l'Est européen, les États-Unis mènent donc une double politique consistant : primo, à étendre l'OTAN aux portes de la Russie, en intégrant au “monde occidental” les nations anti-russes de l'ex-Bloc soviétique en voie d'industrialisation, de culture catholico-protestante (Hongrie, Pologne, ex-Tchécoslovaquie, etc.) et islamique (Turquie, républiques musulmanes d'Asie centrale, Bosnie, Albanie-Kosovo, etc.) ; secundo, à affaiblir la Russie, la “refouler” vers l'Asie et la couper de l'Europe occidentale. Il s'agit ainsi de scinder le continent européen en deux, en réactivant une nouvelle “guerre froide” entre un Est post-byzantin ex-soviéto-communiste et un Ouest américanisé, un nouveau “choc géocivilisationnel” entre les “deux Europes” opposées l'une à l'autre autour des pierres d'achoppement stratégiques islamo-occidentale et socio-économique ».
Alexandre Del Valle, Guerres contre l'Europe : Bosnie - Kosovo - Tchétchénie (2000)
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