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#sinapsis
espacio-sinaptico · 4 months
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Durante el desarrollo del sistema nervioso, hay una sobreproducción de conexiones sinápticas, haciendo necesario que la red neural se recorte para crear un sistema más eficiente.
Por sorprendente que parezca, apenas la mitad de las neuronas generadas durante el desarrollo sobreviven para funcionar en el adulto. Poblaciones enteras de neuronas son removidas mediante la apoptosis (muerte celular programada), todo este proceso se conoce como poda sináptica y se encarga de eliminar las conexiones innecesarias o débiles, permitiendo que las más fuertes y relevantes se fortalezcan.
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marcosernestomarsal · 3 months
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Alfonsina
Un hombre, creía tanto el misterio de Alfonsina que vendió su auto para hacer folletos. Estos leían:
"Alfonsina vuelve pronto"
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estebanpochintesta · 7 months
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Neurona a todo trapo
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀🧠🔬🦠 / \ | 🧬 | \___/\___/ |||| 🧪|||🧪 ____||____ | 🌀 | | | \_____________/ ||| 🌿||🌿 ____||_____ | 🕉️ | | | \_____________/ ||| 🕊️||🕊️ _______||_______ | 🧘‍♀️ | | | \_______________/
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deathshallbenomore · 16 days
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thinking about her (i love you/it’ll pass)
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lunaluleracascabelera · 10 months
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Some old thererooba(? from january
Idk, got obsessed w them and then kinda forgot lol i'm thinking of them again but havent drawn anything else
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blasb · 2 years
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STARTER GRUPAL // sterling  ( @c-ovarrubias​ , @t4dlat​ , @reubncs​ , @jysung​ , @zvrit​ , @fi0nazu​ , @dvvina​ , @sagesng​ , @willharvelle​ )
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“no creo que tengamos suficiente"  palabras dirigidas al aire, ojos perdidos en los pequeños montículos de comida y las botellas de agua, les hace falta de todo en realidad  "¿tendrán algún novie al que le puedan pedir prestado?".
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sudaca-swag · 1 year
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anons have the same energy as the idiots who claim u are a mysoginist if u hate on the CIA president bc shes a girlie and not an ugly old man
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scienza-magia · 2 years
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Gli astrociti migliorano le funzioni sinaptiche nel cervello
Plasticità sinaptica: non solo neuroni. Lo studio dell'Università Politecnica pubblicato da Nature Neuroscience. Uno studio di ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze del CNR, dell’Università Politecnica delle Marche e dell’IIT, pubblicato dalla rivista Nature Neuroscience, dimostra che le cellule gliali astrocitarie contribuiscono alla plasticità cerebrale. Ricercatori dell’Istituto di Neuroscienze del CNR (IN-CNR), dell’Università Politecnica delle Marche e dell’IIT Istituto Italiano di Tecnologia, hanno scoperto un nuovo meccanismo di plasticità sinaptica che controlla l’attività di specifici neuroni di una piccola regione del cervello (denominata Area Tegmentale Ventrale; VTA) che svolgono un ruolo fondamentale in complessi processi cerebrali, come la ricompensa e l’apprendimento ad essa associato, l’avversione, la motivazione, l’attenzione e l’attività locomotoria. L’articolo dal titolo “Astrocytes mediate long-lasting synaptic regulation of ventral tegmental area dopamine neurons” è stato recentemente pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience. (link: https://www.nature.com/articles/s41593-022-01193-4). La plasticità, ovvero la capacità di generare risposte diverse in risposta allo stesso stimolo, rappresenta una delle proprietà più affascinanti del cervello ed è fondamentale per i processi di apprendimento e memoria. Tradizionalmente, questa proprietà del cervello è attribuita all’interazione tra neuroni che si svolge nelle sinapsi.
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Nel cervello esistono tuttavia altri tipi di cellule e, tra queste, quelle chiamate astrociti (che sono almeno tanto numerosi quanto i neuroni) hanno da più di un secolo costituito un formidabile problema legato all’incapacità di definirne la funzione. Solo negli ultimi decenni, si è scoperto che una delle funzioni degli astrociti (la cellula a forma di stella al centro della Figura) è rappresentata dalla loro capacità di influenzare la funzione delle sinapsi. Utilizzando un approccio multidisciplinare che include esperimenti di elettrofisiologia, calcium imaging, chemogenetica e microscopia elettronica, i ricercatori hanno scoperto che l’attivazione degli astrociti della VTA induce un potenziamento a lungo termine (una forma di plasticità) della trasmissione sinaptica mediata dal neurotrasmettitore glutammato e che questa modulazione è presente nelle femmine sin dalle prime fasi di sviluppo mentre nei maschi mostra una maturazione più lenta. In particolare, l’attivazione selettiva degli astrociti della VTA aumenta l’attività delle cellule dopaminergiche e questa stimolazione favorisce un’attività iper-locomotoria associata alla maggior attività fasica delle cellule dopaminergiche. “L’articolo pubblicato su Nature Neuroscience, con il contribuito del gruppo di Fisiologia della nostra Università – afferma il Rettore Prof. Gian Luca Gregori – ci rende particolarmente orgogliosi; una ricerca multidisciplinare che assume un ruolo chiave per il benessere delle persone, aprendo nuove prospettive scientifiche.” “Questi risultati – spiega il Prof. Fiorenzo Conti, coordinatore del gruppo dell’Università Politecnica delle Marche - non solo confermano con tecniche sofisticate il ruolo degli astrociti nella modulazione della funzione sinaptica, e quindi cerebrale, ma dimostrano per la prima volta che essi sono essenziali in un almeno un tipo di plasticità sinaptica”.  Questo studio sottolinea ancora una volta come solo un’approfondita comprensione delle interazioni funzionali che si stabiliscono tra neuroni e astrociti potrà chiarire non solo le regole che sono alla base del funzionamento dei circuiti cerebrali ma anche come i difetti di queste interazioni possano contribuire o perfino essere la principale causa delle diverse patologie del cervello. Lo studio apre infine nuove prospettive per la comprensione dei meccanismi operanti nei circuiti della ricompensa. Le alterazioni delle funzioni degli astrociti potrebbero portare allo sviluppo di stati patologici associati a questi circuiti, come le dipendenze, i disturbi della motivazione, i disturbi psichiatrici con una forte componente motoria, i disturbi da iperattività e il deficit di attenzione. Read the full article
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c-ovarrubias · 2 years
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¿qué tal besa dione?
@C-OVARRUBIAS: Luego te cuento.
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mcroutfits · 6 months
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20/10 revenge era ray never dissapoints me he is always so appropriate dressed in general i still can't find a single photo of him wearing an ugly fit he has his neurons doing sinapsis really well
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paoulineworld · 7 days
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Giacomo Sinapsi
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kon-igi · 2 months
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QUA CI SAREBBE STATO UN TITOLO ALTISONANTE MA QUESTA VOLTA NO
Trovo difficile spiegare quello che sto per raccontarvi, non perché provi vergogna o esitazione ma perché ho impiegato 23 giorni a capire cosa stesse succedendo e tutte le volte che mi fermavo con l'intenzione di parlarne, sentivo che le parole scritte non avrebbero reso il senso di quello che stavo provando.
Questa volta lo butto giù e basta, ben consapevole che le parole immiseriscono ciò che una volta fuori dalla testa non sembra poi così universale o interessante.
L'errore più grande che ho fatto in questi cinque anni (conto un anno prima della pandemia ma forse sarebbero pure di più) è stato credere di avere un equilibrio emotivo tale da poter prendere in carico i problemi e le sofferenze delle persone della mia famiglia.
Non solo, mi sono fatto partecipe e a volte risolutore dei problemi dei miei amici e una volta che sono stato in gioco mi sono reso disponibile ad ascoltare chiunque su questa piattaforma avesse bisogno di supporto, aiuto o di una semplice parola di conforto.
Ho sempre detto che una mano tesa salva tanto chi la stringe che chi la allunga e di questo sono ancora fermamente convinto.
Ma per aiutare qualcuno devi stare bene tu per primo, altrimenti ci si sorregge e si condivide il dolore, salvo poi cadere assieme.
In questi anni ho parlato molto di EMPATIA e di sicuro questa non è una dote che mi manca ma c'è stato un momento - non saprei dire quando e forse è stato più uno sfilacciamento proteso nel tempo - in cui non ho potuto fare più la distinzione tra la mia empatia e la mia fragilità emotiva.
Sentivo il peso, letteralmente, della sofferenza di ogni essere vivente con cui mi rapportavo... uno sgangherato messia sovrappeso con la sindrome del salvatore, insomma.
Sovrastato e dolente.
Mi sentivo costantemente sovrastato e dolente e più provavo questa terribile sensazione, più sentivo l'impellente bisogno di aiutare più persone possibile, perché questo era l'unico modo per lenire la mia sofferenza.
Dormivo male, mi svegliavo stanco, mangiavo troppo o troppo poco, lasciavo i lavori a metà e mi veniva da piangere per qualsiasi cosa.
Naturalmente sempre bravo a dispensare consigli ed esortazioni a curare la propria salute mentale ma lo sapete che i figli del calzolaio hanno sempre le scarpe rotte, per cui se miagola, graffia e mangia crocchette, bisognerà per forza chiamarlo gatto.
E io l'ho chiamata col suo nome.
Depressione.
La mia difficoltà, ora, a parlarne in modo comprensibile deriva da un vecchio stigma familiare, unito al fatto che col lavoro che faccio sono abituato a riconoscere i segni fisici di una patologia ma per ciò che riguarda la psiche i miei pazienti sono pressoché tutti compromessi in partenza, per cui mi sto ancora dando del coglione per non avere capito.
All'inizio ho detto 23 giorni perché questo è il tempo che mi ci è voluto per capire cosa sto provando, anzi, per certi aspetti cosa sono diventato dopo che ho cominciato la terapia con la sertralina.
(per chi non lo sapesse, la sertralina è un antidepressivo appartenente alla categoria degli inibitori della ricaptazione della serotonina... in soldoni, a livello delle sinapsi cerebrali evita che la serotonina si disperda troppo velocemente).
Dopo i primi giorni di gelo allo stomaco e di intestino annodato (la serotonina influenza non solo l'umore ma anche l'apparato digestivo) una mattina mi sono svegliato e mi sono reso conto di una cosa.
Non ero più addolorato per il mondo.
Era come se il nodo dolente che mi stringeva il cuore da anni si fosse dissolto e con lui anche quell'impressione costante che fosse sempre in arrivo qualche sorpresa spiacevole tra capo e collo.
Però ho avuto paura.
La domanda che mi sono subito fatto è stata 'Avrò perso anche la mia capacità di commuovermi?'
E sì, sentivo meno 'trasporto' verso gli altri, quasi come se il fatto che IO non provassi dolore, automaticamente rendesse gli altri meno... interessanti? Bisognosi? Visibili?
Non capivo ma per quanto mi sentissi meglio la cosa non mi piaceva.
Poi è capitato che una persona mi scrivesse, raccontandomi un fatto molto doloroso e chiedendomi aiuto per capire come comportarsi e per la prima volta in tanti anni ho potuto risponderle senza l'angoscia di cercare spasmodicamente per tutti un lieto fine.
L'ho aiutata senza che da questo dipendesse la salvezza del mondo.
Badate che non c'era nulla di eroico in quella mia sensazione emotiva... era pura angoscia esistenziale che resisteva a qualsiasi mio contenimento razionale.
E ora sono qua.
Non più 'intero' o più 'sano' ma senza dubbio meno stanco e più vigile, sempre disposto a tendere quella mano di cui sopra - perché finalmente ho avuto la prova che nessun farmaco acquieterà mai il mio amore verso gli altri - con la differenza che questa voltà si cammina davvero tutti assieme e io sentirò solo la giusta stanchezza di chi calpesta da anni questa bella terra.
Benritrovati e... ci si vede nella luce <3
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Giacomo Sinapsi
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deathshallbenomore · 6 months
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mi rendo conto or ora che la mia combo faccia che non sa cosa siano le e-mail + occhiaie + maglione bianco + cappotto blu mi rende una ottima cosplayer spontanea di tutti i personaggi di the terror e posso dire che sarà un po’ il freddo sarà un po’ il mood ma l’umore ultimamente si aggira a quello della crew verso l’episodio boh, facciamo 7 per essere ottimisti
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l-incantatrice · 26 days
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Strinsi con nodi
le sue sinapsi,
fra lunghi baci bui,
fra dolorose assenze,
e fuggevoli presenze.
Nodi di gioia e di sorrisi,
dolore e solitudine.
Nodi di trepidante attesa
dell’infinito istante,
nodi stretti,
come quei corpi nudi,
aggrovigliati sui letti disfatti,
di disperati amanti.
- Evasioni dell'Anima-
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blasb · 2 years
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❛ perdón, no te había visto. ❜  //  @nayvden​
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“¿eh?”  letárgico, echa una mirada a sus costado, en dirección a la voz desconocida, aunque no termina de entender los suceso que dieron pie al accidente. cuando ojos recaen en el contrario atina a añadir un leve asentimiento  “no pasa nada y creo que la culpa es mía”  se esfuerza en sonreír, hace un ademan con la mano, como queriendo quitarle importancia a la asunto y es que falta mucho más para sacarlo de sus casillas. posteriormente, se acuclilla, alcanzando los papales que han salido volando con anterioridad, debido al impacto y la distracción, aunque no recuerda llevar tantos consigo  “…¿esto es tuyo?” .
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