Tumgik
#stremato
atomiz999 · 2 years
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mucillo · 5 months
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“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”
Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.
Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.
Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.
Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”
“No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito”
“Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume”
“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata".
Questo è lo scopo della lettura”....
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"La rabbia, il disprezzo e la solitudine lo avevano stremato. Vivere non era affatto scontato, richiedeva sforzi enormi, talvolta sovrumani."
L'estate dei bravi ragazzi — Camilla Graciotti
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ilfascinodelvago · 1 year
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È un’orgia schifosa di partite IVA e mutui sospesi, di soldi buttati, di Pininfarina, di pachino e di Baudo, di mostruosità tutte italiane che riemergono come in un sanguinolento rigurgito, un rigurgito fatto di trippa, di crostini di milza e telegiornali orribili, di messe menzognere, di bucatini all’amatriciana e segreti di Stato, di calendari e di stragi, di morti, di morti, di morti e di punte dell’iceberg, perché qui in questo paese dal valore ormai unicamente meteorologico e culinario ogni scandalo è sempre una cosiddetta punta dell’iceberg e rimanda a centomila altri, eccolo questo colossale rigurgito, questo labirinto di orrori, dietro ogni gomitata, dietro ogni sguardo cattivo un fascicolo in procura e un conto all’estero, e una strana fierezza, e una classe dirigente bigotta e ubriacona e ladra, eccolo questo nostro paese logoro, affaticato, stremato, eccolo il paese della grande arte rinascimentale.
Mattia Torre, A questo poi ci pensiamo
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falcemartello · 2 years
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Biden annuncia un intervento militare a maggio in Russia che concluderà il conflitto.
Nel frattempo Putin fa accordi con la Cina e pone le basi per una superpotenza asiatica pronta a difendersi dall'occidente che continua ad armarsi contro di loro.
Gli stati europei si sono fatti passivamente coinvolgere in un conflitto non voluto da loro, che ha ulteriormente stremato le risorse economiche e rovinato i rapporti diplomatici e commerciali con la Russia.
Siamo sull'orlo della III Guerra mondiale.
L'Italia come sempre gioca il ruolo del fesso della compagnia: manda armi in Ucraina a vanvera, contro il volere della sua popolazione, mentre si diletta a parlare di temi essenziali solo per quel bel 3% di coppie LGBTQ+. Tutti gli altri esticazzi.
Per fortuna siamo un popolo di fede e sappiamo che lassù qualcuno ci ascolta.
Preghiamo tutti insieme e nulla di male potrà succedere.
#andràtuttobene
ArsenaleKappa
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sceneryofasunsetpink · 3 months
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Non auguro nemmeno al mio peggior nemico di dover combattere ogni giorno con pensieri negativi che cercano di scoraggiarti. Non auguro nemmeno al mio peggior nemico di essere così stressato e stremato da non trovare piacere e interesse nemmeno nelle cose che gli piacciono, sentendoti vuoto tutto il giorno, tutti i giorni. Non lo auguro a nessuno, proprio a nessuno.
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fridagentileschi · 7 months
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“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”
Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.
Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.
Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.
Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”
“No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito”
“Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume”
“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura”.
Buona lettura a tutti... 📖🙏
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orotrasparente · 3 months
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comunque stamattina sotto la doccia riflettevo su quanto tempo ho (e abbiamo in questo caso) perso per colpa del covid, ma anche di tutti i litigi inutili che mi hanno allontanato temporaneamente da alcune persone, ma anche il tempo perso appresso a persone fondamentalmente inutili nell’economia della mia vita e mi dispiace perché mi mancano quegli anni in cui potevo vedere i miei amici quando volevo, ora invece se va bene ci vediamo una volta a settimana tra chi lavora la notte, chi torna stremato a casa il pomeriggio, chi ormai passa il 90% del tempo con la ragazza, in più molte amicizie si sono inevitabilmente decimate e niente oggi sono nostalgico, vorrei solo tornare al 2019 e abbracciare i miei amici più stretti e dire lorp che non dovremmo perdere tempo a litigare tra noi ma goderci quegli anni perché non sarà mai più lo stesso
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papesatan · 11 months
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Note autunnali su impressioni estive
Secondo Joyce, scrivere vale la pena soltanto a cuore freddo, quando la temperatura scende a tal punto da poterci infilare le dita senza scottarsi, foggiando al meglio i pensieri a distanza. 
Torno allora a un fresco ricordo d’estate: il mare pisolava calmo, increspato solo da un’infida brezza costiera. Mentre sprofondavo i pensieri sott’acqua, una famigliola poco distante giocherellava insciente del rio vento, lasciando un coccodrillesco materassino brado alla deriva. Quello che pareva dapprincipio un breve distacco, colmabile in poche semplici bracciate, si trasformò presto in un lungo addio. Dopo aver svogliatamente provato d’essere un buon padre, il capofamiglia sospese ogni tentato inseguimento, rassegnandosi al pianto dei più piccoli. Non so cosa mi prese, ma in quel momento, senza troppo pensare, mi lanciai all’inseguimento del coccorassino, deciso a render nuova gioia a quei bimbi. L’acqua alta non concedeva stanchezza, perciò decisi di virare a dorso, fidando nella rapidità delle mie gambe. Dopo una discreta nuotata, mi voltai, sicuro di me, ormai convinto d’aver il rettilone a lesta portata. Quando m’accorsi di non aver ridotto minimamente la distanza, anzi raddoppiata, mi cedettero le gambe. In pochi secondi, mi guardai alle spalle: la spiaggia ormai lontana, i bimbi dimenticati, il coccorassino sempre più in fuga, mi sentii avvolto dalla stanchezza e pensai se ora mi sentissi male, nessuno mai potrebbe salvarmi. Mi figurai in un attimo i titoli del giorno dopo: “Tragedia in Salento: 34enne idiota muore per recuperare un materassino”. Non suo. Con un mare perfettamente calmo. Esiste forse un modo più stupido per morire? Negandomi ribelle alla resa, mi gettai cocciuto in un paio di bracciate disperate, per poi arrestarmi, stremato. Se solo andassi in palestra. Fissai il coccorassino all’orizzonte, avviato ormai all’Albania, e restai lì a fissarlo, finché non ne rimase più che un puntino verde a pelo d’acqua, inghiottito dalle onde. Pur non essendovi intimamente legato, mi scese comunque una lacrima, non tanto da gridargli: “Wilsonnn!! Scusami Wilson!!! Scusaaaa!”, ma abbastanza da sentire il peso di un’altra perdita, un’altra fuga e la mia incapacità di porvi rimedio. Altri due materassini andarono persi quell’ominosa mattina e non riuscii a salvarne neanche uno (al terzo non m’arrischiai neanche più) e non so perché ogni tanto ci pensi ancora, ma credo che quel coccodrillo abbia voluto impartirmi una sana lezione di fallibilità e addio quel giorno, materie in cui brancolo vivamente scarso, e che non credo d’aver ancora appreso. Che ne sarà stato di quel materassino in fuga? Chissà se è perito tra i flutti o s’è fatto una nuova vita sulle spiagge di Valona. E i bambini? Il padre gli avrà comprato subito un luporassino, cancellando ogni lacrima in cinque secondi. E io? Perché rischiare la vita per i coccodrilli altrui? Chi rappresentava quel coccodrillo in me? Perché? Forse per lo stesso motivo per cui non riesco a lasciarti andare, ancora oggi. Ma prima o poi imparerò. Imparerò a farmi i fatti miei, a guardare il mio, a salutare e a dire addio. Ma fino ad allora continuerò a inseguire invano i materassini in alto mare, come se ne andasse della mia stessa vita, incapace alla resa.  
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libero-de-mente · 27 days
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In quest'epoca di falsi profeti e verità alternative, in cui tutto viene messo in discussione dal Santo Diritto d'Opinione (che è molto simile alla Santa Inquisizione medievale), il quale tra poco metterà in dubbio anche la rotazione terrestre attorno al Sole, persone come Alberto Angela diventano per me fari nella nebbia.
Prendiamo per esempio proprio Alberto Angela, come lo fu suo padre Piero, la sua razionalità diventa come un balsamo lenitivo, che mi avvolge in un'aura di calma. Quando il cielo si tinge di rosso non penso che: "rosso di sera bel tempo si spera". Ma, come lui, consulto le previsioni meteo, scacciando superstizioni millenarie. Meglio Giuliacci di un proverbio.
Quando mi trovo di fronte a un bivio, non mi affido all'istinto, ma studio attentamente le mappe, proprio come farebbe un archeologo alle prese con un sito da scavare e da riportare alla luce. In realtà uso un navigatore, molto meglio, perché credetemi riesco a perdere la Stella Polare anche con una bussola in mano.
E quando mi trovo a combattere con l'erba infestante del mio giardino, non la vedo più come un nemico, ma come un organismo vivente, degno di studio e rispetto. L'erba, non quella del vicino sempre verde e neanche quella di Bob Marley, mi riporta alla mia gioventù. Mi manca l'odore dell'erba appena tagliata, le partite a pallone, le ginocchia sbucciate, le corse sotto il sole, il cielo stellato, la gnagna.
Se fossi Alberto Angela avrei scritto, alla fine della frase precedente, "un sito archeologico" e non "la gnagna". Ma io non sono lui, disdetta.
Ieri, ho deciso di sfidare la mia pigrizia e ho indossato le scarpe da running. Dopo appena un chilometro, ero già stremato. Il fiato mi mancava, le gambe tremavano e mi sentivo come un gladiatore morente nel Colosseo. In quel momento di sconforto, ho avuto una visione: Alberto Angela, in tutta la sua pacatezza, mi puntava il dito e, con un sorriso comprensivo, mi diceva: "Il tuo corpo è come le rovine che risalgono all'epoca di un velleitario tentativo di attività fisica. Ricorda, caro amico, che anche i più grandi imperatori avevano i loro limiti". Non c'ho capito nulla, tranne che era meglio rientrare a casa e buttarmi sul divano.
Un'altra volta, mentre stavo per inviare un'email di lavoro particolarmente importante, il mio computer si è bloccato. La rabbia mi ha assalito per un attimo, ma poi ho respirato profondamente e ho cercato di mantenere la calma. Ho riavviato il sistema e ho ricominciato da capo, con la stessa pazienza di un archeologo che ricostruisce un vaso frantumato. In quel caso ho ricostruito, riattaccando tutti i cocci, i miei testicolo frantumati. Alla fine mi è apparso l'ologramma di Alberto Angela che mi faceva l'occhiolino e mi sussurrava "acido desossiribonucleico".
In un mondo sempre più frenetico e caotico, avere un punto di riferimento come Alberto Angela è un vero e proprio privilegio. La sua capacità di spiegare anche i concetti più complessi in modo semplice e chiaro mi ha insegnato a guardare il mondo con occhi nuovi, a porre domande e a cercare sempre delle risposte razionali. E anche se a volte mi sento sopraffatto dagli eventi, so che posso contare su i suoi programmi per ritrovare la serenità e la curiosità che mi contraddistinguono.
In alternativa gli psicofarmaci, o l'alcol, fanno lo stesso effetto.
p.s. nell'immagine l'espressione di Alberto Angela dopo aver letto questo mio post
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ma-pi-ma · 1 year
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Se lei potesse venire qui da me
ora che la violenza della falce
ha disegnato sentieri nel sole
e le rondini già fendono l'aria
al tramonto! Se venisse da me!
Se lei potesse venire ora da me
prima che le campanule sfioriscano falciate,
mentre le vecce si infiammano, prima
che cercando freschezza i pipistrelli
cadano nella notte; oh se venisse!
Staccati i cavalli, il crepitio della macchina
tace. Se lei venisse raccoglieremmo il fieno
sulla collina e tranquilli giacere
davvero potremmo fin quando il cielo verde
non avesse più brividi nel lucore fremente.
Vorrei lasciarmi andare sopra il fieno
con la mia testa sulle sue ginocchia,
disteso, abbandonato, mentre lei
quietamente respira su di me
e silenziose crescono le stelle.
Vorrei giacere, immobile
come se fossi morto, ma sentendo
che la sua mano furtiva accarezza
la mia testa, il mio viso,
fino a quando si sciolga il mio dolore.
David Herbert Lawrence, Stremato, Poesie d’amore e altre, 1913
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avereunsogno-62 · 12 days
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“Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?”
Fu questa la domanda che un allievo una volta fece al suo Maestro.
Il Maestro in quel momento non rispose. Dopo qualche giorno, però, mentre lui e il giovane allievo se ne stavano seduti vicino ad un fiume, egli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica.
Tuttavia, non poteva contraddire il proprio Maestro e, preso il setaccio, iniziò a compiere questo assurdo compito. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume per tirarne su dell’acqua da portare al suo Maestro, non riusciva a fare nemmeno un passo verso di lui che già nel setaccio non ne rimaneva neanche una goccia.
Provò e riprovò decine di volte ma, per quanto cercasse di correre più veloce dalla riva fino al proprio Maestro, l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: “Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito”
“No – rispose il vecchio sorridendo – tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi lo ha ripulito”
“Quando leggi dei libri – continuò il vecchio Maestro – tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume”
“Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata.
Questo è lo scopo della lettura”.
(Anna Rita Montinaro)
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Quella mattina a scuola c’era il compito in classe di italiano. Il titolo del tema era
“La persona più speciale per me”.
Umberto scrisse tutto d’un fiato, come se le parole si scrivessero da sole.
“Mio fratello si chiama Bruno.
Sono sicuro che mi vuole un mondo di bene, come io ne voglio a lui, anche se non me l’ha mai detto. Lui le cose le dimostra, non si perde in inutili parole.
Quando è entrato nella nostra famiglia, era già grande, i miei l’hanno adottato un giorno di quattro anni fa. E dal primo momento in cui ci siamo guardati, è come se fossimo stati sempre fratelli.
Mio padre dice che l’amore, in qualunque sua forma, è proprio questo: due anime che si riconoscono, tra miliardi di anime.
Non so nulla della sua storia prima che entrasse in casa nostra, ma mi piacerebbe sapere se era amato quanto lo amiamo noi.
E perché si sia ritrovato solo.
So che un giorno lo scoprirò, e che quel segreto mi farà piangere. Perché allora capirò quei momenti di malinconia in cui ogni tanto lo trovo perso.
Ma anche se non conosco la sua storia, sento che il suo mondo è così simile al mio, da potercelo scambiare.
Noi abbiamo diviso tutto, fin dal primo momento: i giochi, il letto, i genitori. Le bravate. Lui è un complice perfetto, non fa mai la spia e mi dà fiducia assoluta.
Ogni volta che gli propongo qualcosa, è sempre pronto a seguirmi. Come se non avesse mai di meglio da fare che stare con me, come se fossi io il suo meglio.
E questo mi fa sentire la persona più importante al mondo.
Una delle sue passioni più grandi è il cibo, ad ogni pasto mangerebbe fino a scoppiare, come se non si saziasse mai. Ma nonostante questa sua debolezza, non è grasso, e si mantiene in forma perché è un tipo sportivo.
Corre tutti i giorni e nuota appena ne ha la possibilità.
Quando vede una qualunque distesa d’acqua, che sia il mare, un lago o un fiumiciattolo, lui si butta e comincia a nuotare, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
La scorsa estate al mare ha salvato anche un paio di bambini che stavano per essere trascinati via dalla corrente.
Lui li ha visti per primo, e si è buttato in mare senza nessuna esitazione, senza nessuna paura, riportandoli a riva sani e salvi, tra gli applausi commossi e increduli di tutti i bagnanti.
Quando sono in ospedale, è lui che mi manca più di ogni altra cosa al mondo. La sua contagiosa allegria. Le risate che mi fa fare. Quel suo modo speciale di essermi vicino, sempre.
So che quando sto male, lui non soffre per me, ma con me, e allora il dolore si divide, ed è come se facesse meno male.
E quando sono felice, lui non è felice per me, ma è felice con me, e allora qualunque felicità si moltiplica e diventa ancora più grande.
Pochi al mondo sanno esserci, come lui.
Un giorno, dopo un’anestesia, lo vidi stare male, trascinarsi a terra stremato, guardarmi con gli occhi sbarrati, tremare e cercare con tutte le forze il mio aiuto.
Io non potevo fare nulla per salvarlo, allora mi feci mettere a terra vicino a lui e l’abbracciai più forte che potei, finché non riprese le forze.
Lo aspettai.
Mi ha insegnato lui a farlo.
Guardandolo, ogni giorno imparo qualcosa...
La dignità, la lealtà, il coraggio, il rispetto, la riconoscenza, il perdono. L’amore.
Ah, dimenticavo… lui non è una persona,
è un cane, anzi un labrador,
ma per me non fa nessuna differenza.
E’ il fratello migliore che potessi avere.
I fratelli non si scelgono, ma se si potessero scegliere, pure in altre mille vite,
io sceglierei lui.
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spettriedemoni · 1 year
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Sono tre anni
Si è chiuso un ciclo, me ne rendo conto solo adesso vedendo le foto e i video della serata di giovedì quando ci siamo ritrovati noi genitori della classe di Tigrotto assieme ai bambini.
La rappresentante, la cara Valeria che si è data tanto da fare in questi 3 anni, ha anche organizzato la consegna dei diplomi per i bimbi con tanto di cappello. Quello realizzato per Tigrotto è risultato un po’ piccolo e lei si è mortificata per questo nonostante le nostre rassicurazioni, in fondo va benissimo così come ricordo e ci piace lo stesso. E poi tra qualche anno non gli sarebbe entrato comunque.
Sono tre anni di chat con le mamme con qualche scazzo (pochi per fortuna) e tanta collaborazione e cordialità. Con alcuni genitori sicuramente resteremo amici e ci vedremo ancora anche nella scuola primaria.
Realizzo che dall’anno prossimo inizieranno i compiti, lo studio e chissà come sarà. Spero di riuscire ad essere paziente.
Si è emozionata la rappresentante per la pianta e per il regalo che le abbiamo fatto, mi ha ringraziato (lei a me) per il supporto che le ho dato e non mi sembra di aver fatto nulla se non aver mediato ogni tanto con qualche madre un po’ troppo sopra le righe, ma è successo poche volte, per fortuna.
“Tu sei il papà che non deve mai mancare nelle chat di mamme a tratti.. devastanti!! (voi però non lo siete state mai!! Vincenzo era solo unA di noi!!)”
Ha scritto così in chat e mi ha strappato un sorriso.
Si chiude questo percorso, rivedo i genitori e i bambini mentre prendo Tigrotto in braccio per portarlo a letto dopo che su è addormentato in macchina stremato dalla giornata di giochi.
C’è ancora un bel po’ di strada da fare e voglio farla insieme a lui. Il più a lungo possibile.
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patriziapa · 2 years
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Storiella Zen
‘Ho letto moltissimi libri, ma ho dimenticato la maggior parte di essi. Ma allora qual è lo scopo della lettura?’ domandò un allievo al suo Maestro. Il Maestro non gli rispose e gli disse di avere sete e chiese al ragazzo di prendergli dell’acqua usando un vecchio setaccio tutto sporco che era lì in terra.
L’allievo trasalì, poiché sapeva che era una richiesta senza alcuna logica. Tuttavia non poteva contraddire il proprio Maestro e prese il setaccio. Ogni volta che immergeva il setaccio nel fiume non riusciva a fare nemmeno un passo verso il Maestro che non ne rimaneva neanche una goccia. Provò e riprovò decine di volte ma per quanto cercasse di correre più veloce l’acqua continuava a passare in mezzo a tutti i fori del setaccio e si perdeva lungo il tragitto.
Stremato, si sedette accanto al Maestro e disse: ‘Non riesco a prendere l’acqua con quel setaccio. Perdonatemi Maestro, è impossibile e io ho fallito nel mio compito.’
‘No’, rispose il vecchio sorridendo, ‘tu non hai fallito. Guarda il setaccio, adesso è come nuovo. L’acqua, filtrando dai suoi buchi, lo ha ripulito.’
‘Quando leggi dei libri’, continuò il vecchio Maestro, ‘tu sei come il setaccio ed essi sono come l’acqua del fiume. Non importa se non riesci a trattenere nella tua memoria tutta l’acqua che essi fanno scorrere in te, poiché i libri comunque, con le loro idee, le emozioni, i sentimenti, la conoscenza, la verità che vi troverai tra le pagine, puliranno la tua mente e il tuo spirito, e ti renderanno una persona migliore e rinnovata. Questo è lo scopo della lettura’.
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abatelunare · 3 months
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Lentamente
C'è poco da fare. Dopo una forte tensione io sono stremato. Mi piombano addosso due o tre tonnellate di stanchezza. Che mi impediscono di fare svariate cose. Riesco solo a pensare. Lentamente, però.
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