Tumgik
#viaggioastrale
didi10503 · 5 years
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Ecco uno degli articoli che potete trovare sul nostro blog. Date un occhiata e decidete se seguirci 😊😉
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#viaggioastrale www.preventivo-sitoweb.it (presso Milan, Italy) https://www.instagram.com/p/BtOtTdEBgyC/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=qrtost4x2x2i
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etichettamiranda · 6 years
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Istruzioni per sognare: come aiutare il sogno?
Istruzioni per sognare: come aiutare il sogno? #sogni #sogno #sognolucido #stregoneria #stregoni #viaggioastrale
Un approccio pratico per sogni più lucidi e consapevoli (parte 1)
Esistono delle istruzioni per sognare? Tutti sogniamo, certo. Eppure solo poche persone hanno la struttura e le nozioni necessarie per utilizzare il sogno come strumento di conoscenza e potere. Molti individui sono infatti predisposti al sogno, ma sono estremamente pochi coloro che hanno avuto la fortuna di ricevere una vera e…
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sehaliyah · 9 years
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Viaggiatore Astrale
Sebastian aprì gli occhi lentamente, come se le palpebre facessero più resistenza alla sua volonta di quanta ne facesse il suo stesso corpo, che avvertiva leggero, alla gravità. le iridi ambrate quasi scomparivano dietro le pupile, dilatate per lo stupore. Una nebbia leggera impediva al suo sgardo di vagare troppo in là, ma tutt'intorno al suo corpo poteva vedere dell'erba piuttosto alta, tinta di rosso, e sopra la sua testa riusciva a scorgere il contrasto fra la lattea nebbia e il cielo plumbeo. Il sole, nascosto dietro la minacciosa presenza della Luna, era in Eclisse. Si alzò senza fatica, quasi dovendo lottare per non sollevare il suo intero corpo dal terreno. Notò di non indossare le scarpe, particolare nettamente in contrasto con il suo abito di tweed nero. I lunghi capelli argentati, piuttosto singolari per i suoi diciott'anni, non arrestarono la loro ascesa, si ritrovò così con la fluente chioma che ascendeva verso il cielo. -dove mi trovo? Che posto bizzarro è questo?- si chiese. Si voltò in cerca di qualche costruzione familiare, ma intorno a sé scorse solo il bianco della nebbia. Si accorse nel girarsi della leggerezza del proprio corpo, come se aria e gravità non lo scalfissero più. una ciocca di capelli gli passò, per inerzia, pigramente davanti al viso, e lui la ricacciò indietro con un rapido gesto della mano. "Dove mi trovo?" Si chiese, questa volta ad alta voce. "Sei nell'Oltre." Gli rispose una voce alle sue spalle. Sebastian si voltò prontamente, ma ruotò su sé stesso, non avendo preso in considerazione la propria leggadria. Più lentamente riprovò a voltarsi. Una figura d'uomo, ben vestito tanto quanto lo era Sebastian, giaceva seduta sul rosso dell'erba. Pareva esser uscito all'improvviso dalla nebbia, motivo percui il ragazzo non si fece troppe domande sulla sua provenienza. "Oltre. E che posto è? E tu, poi, chi sei?" L'uomo, dal fisico altetico nascosto dietro il vestito elegante, i corti capelli color carbone e gli occhi verdi, sorrise fissando il prato prima di dargli una risposta. "L'Oltre è un luogo di passaggio per tutte le anime perdute, siano esse appartenenti a corpi ancora in vita o a morti. I primi di solito fanno ritorno sulla Terra quando il motivo percui si trovano qua cessa di esistere, mentre i secondi... i più fortunati raggiungono, o vengono raggiunti, da un Angelo. Egli o ella che sia, avrà il compito di scortarli ovunque essi siano destinati ad andare. Mentre per i più sfortunati, saranno i Demoni a trovarli. Questi ultimi con le anime ci banchettano. Ciò non rappresenta un grande problema, persino gli Angeli spesso si rifiutano di salvare talune anime dalle grinfie dei Demoni, anzi, capita non di rado che siano più gli Angeli a battere la fiacca dei Demoni, che hanno fame in ogni tempo." L'uomo fece una pausa per studiare il volto di Sebastian, che pareva rilassato nell'ascoltarlo e nello studiare ciò che aveva sotto i piedi e sopra la testa. Poi rispose alla sua seconda domanda: "per quanto riguarda me, sono un anima molto simile a te, siamo Viaggiatori. Abbiamo la capacità di proiettarci astralmente attraverso altre dimensioni, come L'Oltre." "Va bene, ma stai evitando di dirmi il tuo..." nel pronunciare quelle parole Sebastian alzò il viso cercando i verdi occhi del suo compagno, ma lui era svanito. "...nome." La nebbia sembrava farsi più fitta. L' Eclisse sembrava nom passare mai. Il ragazzo iniziò ad esser preso dall'ansia. Iniziò a sentire dei rumori, come di passi, venirgli incontro da ogni direzione ma non riuscì a vedere nessuno attraverso la fitta nebbia, che ormai non gli permetteva di vedersi nemmeno la fine della giaccia di tweed. Il suo sguardo vagava rapidamente intorno a sé, aveva ormai perso il senso dell'orientamento, non aveva idea di dove si trovasse l'uomo, se fosse stato dove ora lui guardava o dietro di sé. Il cuore iniziò a pompare frenetico, il respiro si fece affannoso, poi urlò. Un urlo squarciò il silenzio della sua camera da letto, ormai in preda al panico ci mise un po' prima di accorgersi di essere lui stesso a star urlando. Gli occhi ambrati spalancati a fissare il buio, i capelli neri tagliati corti, così come i suoi vestiti, madidi di sudore. Piano piano regolarizzò il respiro, poi diede uno sguardo alla sveglia, che segnava le tre e trentaquattro di notte. Si distese e tornò a dormire, non senza fatica. Le notti ed i giorni seguenti passarono sereni, non ebbe più strani sogni come quello né si svegliò più durante la notte. Di mattina Sebastian andava a scuola, mentre il pomeriggio oziava in casa o usciva con gli amici. Suo padre trascorreva gran parte del proprio tempo sul posto di lavoro, così che spesso il ragazzo finiva per ritrovarsi solo in casa con sua madre, proprio come quel giorno. "Seb! Vieni un attimo in camera mia!" Il ragazzo, sbuffando ed imprecando, si alzò dal letto e spense la televisione. Uscì dalla sua camera, percorse il corridoio e raggiunse la camera di sua madre. La donna, sulla quarantina, stava litigando con il computer. "Lascia ma', ci penso io. Che devo fare?" "Questo infernale aggeggio, non riesco più ad accedere alla mia mail..." Sebastian si sedette davanti al portatile e iniziò a digitare. La madre lo ringraziò, gli diede un bacio sulla fronte ed uscì dalla stanza con un cesto di panni. Passò qualche minuti, il ragazzo faticava a districarsi con il disordine che la sua genitrice era riuscita a portare su quel povero oggetto. D'un tratto la voce di sua madre, dalla sala, ruppe il silenzio: "Seb! Vieni, vieni." Lui sospirò e si alzò urlandole di rimando: "ma che vuoi adesso?" Entrò nel corridoio, superò la porta dello sgabuzzino. La cucina era subito dopo camera sua, ma la porta che aveva appena superato si aprì alle sue spalle, una mano lo afferrò e lo tirò dentro. Senza dargli il tempo di capire, sua madre dietro di lui gli sussurrò: "ssh. Non andare di là, la ho sentita anch'io." Lo sguardo terrorizzato di sua madre gli fece capire che non stava scherzando. Il panico sopraggiunse in un lampo. Chi lo aveva chiamato? La voce era identica a quella di sua madre, era possibile? Avvertì un formicolio dietro la nuca. La paura gli stava dando alla testa e sua madre, tremante, non lo rassicurava. Lo sbattere delle sue palpebre rallentò sensibilmente, o forse era lui a vivere il tempo dilatato, data la sua condizione. Aveva la tachicardia, il cuore pompava forte e rapido nel suo petto, tanto che iniziò a fargli male. Il respiro rapido e irregolare non era sufficiente a soddisfare il suo avido bisogno di ossigeno, facendolo sentire come se stesse soffocando. La salivazione era quassi cessata. Il senso di soffocamento insieme con l'inaridirsi della sua bocca lo fecero sentire disidratato ed iniziò a bruciargli la gola. Iniziò a tremare. "Sebastian! Perché non vieni?" La voce di sua madre sembrava provenire da direttamente dietro la porta adesso e aveva un tono più canzonatorio. Spalancò gli occhi dal terrore, aspettandosi che la porta si aprisse davanti a lui e sua madre, aspettando quella che di certo sarebbe stata la sua fine. Gli occhi gli lacrimavano piano, il cuore accelerava, la gola bruciava tanto da fargli male e gli fischiavano le orecchie. Il formicolio dietro la testa era diventato una incessante fitta, che portava con sé un insieme di pensieri confusi e terribili, nessuna spiegazione, mille altre domande e mille altri motivi percui aver paura.
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etichettamiranda · 6 years
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L'arte dei sogni - intervista ad una viaggiatrice onirica
L'arte dei sogni - intervista ad una viaggiatrice onirica - #consapevolezza #istruzioni #sognatori #sogni #sognolucido #viaggioastrale #esperimento #notte
Ci sono persone in grado di ricordare i sogni, altre di interpretarli. Altre ancora capaci di pilotarli e viaggiare in essi.
Mariarosa è una viaggiatrice dei sogni
Ci ha raccontato la sua visione dell’arte del sogno, la sua esperienza. Il suo contatto con il sogno nasce alcuni anni fa, all’inizio di un percorso di consapevolezza. Si rende conto che i sogni non sono solo un riflesso…
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