Tumgik
#villaggio della nebbia
soleberlandieri · 1 year
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venetianeli · 2 years
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God rest ye merry gentleman
Come ormai da tradizione di Fuochi nella nebbia, vi ripropongo oggi una delle carole più belle, citata anche in quel capolavoro che è "Canto di Natale" di Dickens. Nel corso degli anni tantissimi artisti l'hanno interpretata, più o meno fedelmente, ma la versione che amo più di tutte è questa di Annie Lennox, e per una lunga serie di motivi 💚
Innanzitutto per l'arrangiamento musicale, che includendo tamburo e flauto dà al testo, prettamente cristiano, un'aria piuttosto arcana. Poi la voce della cantante, splendida. Ed infine - ma importantissimo- il video, che racconta una storia stracolma di simbolismi a partire dal bastone sciamanico brandito dalla Lennox per proseguire con il corteo di personaggi mascherati e sottilmente inquietanti, ed ancora con il superamento del ponte/passaggio fra i mondi che dal bosco li conduce, dopo una visione, al villaggio. Villaggio al centro del quale troneggia il Green Man mentre da una palla di neve si genera il fuoco...e questo solo per citare i principali rimandi ad un mondo Altro !!
Vi lascio qui il video, e vi auguro una lietissima giornata in compagnia dei vostri cari 🎄🌟❄️🔥
[Dalla pagina facebook di Fuochi nella nebbia.]
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vengosicuro · 1 month
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20.6.1931
Questa è una giornata nella quale mi pesa, come un ingresso in carcere, la monotonia di tutto. Ma la monotonia di tutto non è altro che la monotonia di me stesso. Ciascun volto, anche lo stesso che abbiamo visto ieri, oggi è un altro, perché oggi non è ieri. Ogni giorno è il giorno che è, e non ce n'è mai stato un altro uguale al mondo. L'identità è solo nella nostra anima (l'identità sentita con se stessa, anche se falsa), attraverso la quale tutto si assomiglia e si semplífica. Il mondo è cose staccate e spigoli distinti; ma se siamo miopi, esso è una nebbia insufficiente e continua.Il mio desiderio è fuggire. Fuggire da ciò che conosco, fuggire da ciò che è mio, fuggire da ciò che amo. Desidero partire: non verso le Indie impossibili o verso le grandi isole a Sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi, villaggio o eremo, che possegga la virtù di non essere questo luogo. Non voglio più vedere questi volti, queste abitudini e questi giorni. Voglio riposarmi, da estraneo, dalla mia organica simulazione. Voglio sentire il sonno che arriva come vita e non come riposo. Una capanna in riva al mare, perfino una grotta sul fianco rugoso di una montagna, mi può dare questo. Purtroppo soltanto la mia volontà non me lo può dare.
La schiavitù è la legge della vita, e non c'è altra legge perché questa deve compiersi, senza possibile rivolta o rifugio da trovare. Certuni nascono schiavi, altri diventano schiavi, ad altri ancora la schiavitù viene imposta. L'amore codardo che tutti noi proviamo per la libertà (libertà che, se la conoscessimo, troveremmo strana perché nuova e la rifiuteremmo) è il vero indizio del peso della nostra schiavitù. lo stesso, che ho appena detto che desidererei una capanna o una grotta per essere libero dalla noia di tutto, che poi è la noia che provo per me, oserei forse andare in quella capanna o in quella grotta consapevole che, dato che la noia mi appartiene, essa sarebbe sempre presente? lo stesso, che soffoco dove sono e perché sono, dove mai respirerei meglio se la malattia è nei miei polmoni e non nelle cose che mi circondano? lo stesso, che ardentemente sogno il sole puro e i campi liberi, il mare visibile e l'orizzonte largo, chissà se mi adatterei al letto o al cibo o a non dover scendere otto rampe di scale per arrivare alla strada o a non entrare nella tabaccheria dell'angolo o a non scambiar il buongiorno con l'ozioso barbiere.Quello che ci circonda diventa parte di noi stessi, si infiltra in noi nella sensazione della carne e della vita e, quale bava del grande Ragno, ci unisce in modo sottile a ciò che è prossimo, imprigionandoci in un letto lieve di morte lenta dove dondoliamo al vento. Tutto è noi e noi siamo tutto; ma a che serve questo, se tutto è niente? Un raggio di sole, una nuvola il cui passaggio è rivelato da un'improvvisa ombra, una brezza che si leva, il silenzio che segue quando essa cessa, qualche volto, qualche voce, il riso casuale fra le voci che parlano: e poi la notte nella quale emergono senza senso i geroglifici infranti delle stelle.
Fernando Pessoa - Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares
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chiediloallapolvere · 4 months
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L'Ombra e la Signora dei Sogni
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Nel cuore di una landa desolata, circondato da rovi intrecciati e alberi spogli, sorgeva un antico lazzaretto. In questo luogo oscuro e solitario viveva Neirin, il custode dei morti. Con il suo volto pallido e i suoi occhi profondi e color muschio pareva una creatura delle tenebre. Silenzioso come la notte,si muoveva tra le tombe, la sua figura avvolta in un mantello nero che ondeggiava come un'ombra vivente.
Al lazzaretto, dimora di anime tormentate e spiriti inquieti, regnava Honey, la Mastro dell’ospedale. Era conosciuta come la Signora dei Sogni, una figura eterea che portava conforto e sollievo ai malati e ai moribondi. I suoi occhi, preziosi come l’ametista,  brillavano con una luce sovrannaturale, capace di penetrare i cuori più oscuri. Aveva un'aura mistica, come fosse un'emanazione del luogo stesso, con la sua bellezza antica e il sorriso enigmatico.
Neirin, l'ombra che vegliava su di lei, la seguiva in silenzio, attratto irresistibilmente dalla sua presenza luminosa. Ogni notte, nascosto tra le pieghe del sipario delle tenebre, la osservava con devozione, incapace di distogliere lo sguardo. Honey sapeva della sua presenza, sentiva il suo sguardo su di lei come un soffio di vento freddo e trovava conforto in quella strana compagnia silenziosa.
In una notte di tempesta il lazzaretto sembrava avvolto in un incubo vivente. Le finestre tremavano sotto il vento ululante e la pioggia batteva furiosamente contro le mura. Honey, inquieta, camminava tra le tombe, quando una figura si stagliò nell'oscurità: Neirin. La sua presenza, per quanto sinistra, le offrì un rifugio. Senza dire una parola la condusse in un mausoleo abbandonato dove il fuoco di una lanterna danzava come un'anima perduta.
In quel rifugio macabro, per la prima volta, Neirin e Honey si parlarono. Le parole di Neirin erano poche ma cariche di un'intensità che solo chi vive nelle tenebre può conoscere. Honey scoprì un'anima tormentata ma profondamente leale. Lui, a propria volta, trovò in Lei la luce che tanto aveva cercato, una luce che non lo accecava ma lo guidava.
Purtroppo però il lazzaretto era avvolto da un'antica maledizione, un'ombra che minacciava di spegnere la luce di Honey. Determinato a salvarla, Neirin consultò vecchi tomi polverosi e parlò con spiriti inquieti, scoprendo che solo un amore vero poteva spezzare la maledizione e liberarla dal suo destino.
In una notte di plenilunio, sotto la fredda luce della luna, Neirin e Honey si incontrarono al centro del cimitero. L'aria era densa di presagi e il silenzio rotto solo dal sussurro dei morti. Lui, con il cuore colmo di speranza e disperazione, prese la mano di lei e, con una voce tremante ma sincera, le dichiarò i suoi oscuri sentimenti. Le sue parole riecheggiarono tra le tombe, un incantesimo di passione che sfidava le ombre circostanti. Improvvisamente una luce argentea avvolse Honey, risplendendo come un faro nel buio. La maledizione si frantumò, dissolvendosi come nebbia al sole e scacciando l'oscurità che minacciava di inghiottire tutto.
Da quel giorno, Neirin e Honey continuarono a vivere insieme nel lazzaretto, trasformando quel luogo di dolore e sofferenza in un rifugio di pace e serenità. L'Ombra e la Signora dei Sogni erano inseparabili, due anime complementari che si trovavano nel punto più oscuro della notte e brillavano insieme come stelle nel firmamento. Il villaggio raccontava la loro storia come una leggenda, un'epopea di amore e redenzione che attraversava le generazioni. E così, Neirin e Honey vissero felici, uniti per sempre, dimostrando che anche nell'oscurità più profonda può nascere una luce eterna.
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rosewood71 · 6 months
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A 37 minuti da AMSTERDAM c'è una città chiamata ALKMAAR conosciuta in tutta Europa per via del suo celebre mercato del formaggio, che dalla metà del XIV secolo si tiene ogni venerdì nella piazza principale della città.
Oltre questa deliziosa particolarità il centro è un magnifico esempio di città olandese, dove poter immergersi nella cultura e nell’arte dei Paesi Bassi.
Alkmaar può vantare una storia che affonda nella nebbia dei secoli dell’alto medioevo, quando da un piccolo villaggio fortificato ebbe origine il primo nucleo della città che si sviluppò molto grazie ai commerci diventando già nel 1200 un importante centro dell’Olanda settentrionale e tra le prime aree strappate dal dominio del Mare del Nord grazie all’ingegneria idraulica dei polder.
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alessiazeni · 6 months
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Capitolo Bonus La Corte Di Nebbia E Furia Nessian
Avviso: Partendo dal presupposto che non ho studiato per diventare traduttrice, quindi ci saranno SICURAMENTE dei possibili errori di traduzione, grammatica, punteggiatura e/o ortografia, questa è la mia versione tradotta in italiano dei capitoli bonus dei libri di Sarah J. Maas.
Introduzione: Per Cassian, lo sfacciato, bellissimo generale delle armate di guerra Illyrian di Rhysand, avere a che fare con il sesso opposto era sempre stato facile e piacevole. Ma quando venne inviato nel reame umano per mandare un messaggio per conto del suo Signore Supremo, Cassian si trovò contro la tenace sorella maggiore di Feyre, Nesta. Sinceramente, Cassian non vedeva l’ora di avere un altro round contro la bellissima Nesta dal loro primo incontro particolarmente teso di qualche settimana prima, anche se non l’avrebbe mai ammesso a nessuno, tantomeno a sé stesso.
E Cassian non avrebbe sicuramente ammesso di aver finalmente trovato qualcuno che non sarebbe riuscito facilmente a sedurre con uno dei suoi sorrisi smaglianti o la sua costante arroganza.
Continua a leggere per scoprire cosa è successo al secondo incontro privato e perché il generale del Signore Supremo si è rifiutato di divulgare alcun dettaglio di ciò che è accaduto, una volta tornato alla Corte della Notte.
Non è che stesse cercando una zuffa, continuava a dirsi Cassian mentre volava in cerchio per la quinta volta sulla vasta tenuta, nonostante il freddo d’inizio primavera, così brutale da poter togliere il respiro persino al più grande guerriero Illyrian. Rhys aveva chiesto a lui di consegnare la sua ultima lettera alle regine umane, dato che Az era impegnato a cercare un modo per penetrare in qualunque dannata difesa che fosse stata piazzata attorno al loro palazzo, e Mor non voleva mettere piede nel reame umano a meno che non fosse strettamente necessario. Amren, naturalmente, era fuori questione, per il semplice fatto che si trattava di Amren e sarebbe stato come mandare una volpe in un pollaio. Quindi restava lui.
In realtà anche Feyre, ma lei e Rhys erano… impegnati.
E, sinceramente, aveva accettato di andare un po’ troppo velocemente, ma… Cassian osservò la tenuta, il terreno fangoso che si stava scongelando, il villaggio poco lontano e la fitta foresta in gemmazione. Se n’era andato dall’ultimo incontro senza sapere in che posizione fosse o chi avesse il coltello dalla parte del manico. E, che la Madre lo dannasse, nelle ultime settimane, si era ritrovato a pensare ad ogni parola che si era scambiato con Nesta, in continuazione.
Nessuna di esse era stata piacevole, ogni sillaba uscita dalla bocca di lei era stata pungente e crudele e… Cassian sbuffò, caldi viticci che sparirono nel vento. Non riusciva a decidere quale fosse la cosa peggiore: che ci avesse pensato così tanto o il fatto di essere corso fin lì così in fretta. Ed ora stava… bighellonando.
Il pensiero lo fece andare in una veloce, quasi imprudente, picchiata verso la tenuta dal tetto verde, la sua magia di occultamento lo rese poco più di un soffio di vento ed un battito d’ali. I cavalli nelle stalle vicine si agitarono e nitrirono mentre si avvicinava, ma i loro custodi controllarono i dintorni, ma non notarono niente e ritornarono al loro lavoro.
Cassian cercò di non pensare a quanto semplice sarebbe stato, a come quella mancanza di attenzione e di istinto sarebbe costata le loro vite se il muro fosse stato distrutto. Nel caso in cui qualcuno come lui avesse reso quella tenuta un terreno di caccia.
L’aveva visto accadere durante l’ultima guerra, non che ci fossero molti umani abbastanza ricchi da avere una proprietà. Ma aveva visto ciò che era rimasto di interi campi di schiavi quando un Fae decideva di divertirsi un po’. Bastò quel pensiero per fargli serrare la mascella e concentrarsi sulla porta di fronte a lui.
Il giorno prima avevano avvisato sull’orario esatto in cui sarebbe giunto. Quindi, quando bussò, non passò altro che un istante prima che la porta venisse spalancata. 
Il brusco movimento gli bastò per capire quale sorella era in attesa del suo arrivo. 
Dato che era ancora celato dalla magia, Nesta Archeron, con il suo volto perfetto, non vide altro che qualche chiazza di neve sul prato fangoso ed il vialetto in pendenza che lo attraversava, il pietrisco che luccicava per il ghiaccio che si stava sciogliendo. Aprì con disinvoltura la porta per farlo passare, mentre diceva alla governante maledettamente curiosa che non c’era nessuno alla porta e che il rumore che avevano sentito non era altro che il vento. 
Giusto. Se avessero fatto lasciare la casa da tutti i servitori così spesso, avrebbe fatto aumentare i sospetti più del previsto. Soprattutto con l’altra sorella fidanzata con quel coglione di un cacciatore di Fae.
La governante corse nell’atrio immacolato per accertarsi che non ci fosse nessun’altro, ma Nesta le disse solo che sarebbe andata al piano di sopra e che non voleva essere disturbata per un’ora. La donna aprì la bocca per obiettare, ma Nesta con la sua impressionante monotonia ripeté il suo ordine ed iniziò a salire la gradinata coperta da una passatoia.
Gli occhi della governante si assottigliarono mentre guardava la sua giovane padrona andarsene, e Cassian mantenne i suoi passi il più leggeri possibile, mentre superò la vecchia signora e saliva le scale.
Era così concentrato a non fare rumore e a tenere le ali strette al suo corpo affinché non andassero a sbattere contro qualcosa, che notò a malapena il pesante abito viola chiaro, più semplice rispetto agli altri che aveva visto addosso a Nesta, con il corpetto abbastanza stretto da mettere in risalto la vita magra e le maniche aderenti che mostravano le esili braccia. Aveva una corporatura più magra rispetto a Feyre ed Elain, eccetto per i generosi seni che aveva notato quando Nesta aveva raggiunto la cima delle scale ed aveva girato a sinistra.
Non che fosse rimasto a fissarli. Troppo.
Per il resto del mondo Nesta stava solo ciondolando verso la sua stanza, forse un po’ irritata e leggermente barcollante. Ma una volta entrata nella spaziosa stanza da letto, adornata da velluto e sete di varie sfumature di blu e argento, e chiuse la porta di quercia subito dopo, la sua posizione stanca e afflosciata svanì.
E così fece l’occultamento di lui.
Un battito di palpebre fu l’unica reazione di sorpresa da parte di lei, e lui potrebbe o meno aver aperto un po’ le ali mentre lei lo osservava.
«Sei in ritardo di dieci minuti» lei disse solo, spostandosi nell’angolo più lontano della stanza, dove un fuoco bruciava, contrastando il freddo d’inizio primavera. Dove il rumore delle fiamme avrebbe potuto coprire le loro voci. Ragazza intelligente.
«Ho anche altri doveri, sai» rispose lui, tenendo il tono di voce basso e facendole un sorriso.
Tipo girare intorno alla casa perché doveva compilare una lista di insulti da rivolgerle per controbattere a quelli di lei durante una litigata campata per aria. Come un completo idiota.
«Ed io che pensavo» disse Nesta, un pilastro di ghiaccio ed acciaio di fianco al focolare «di averti sentito volare qui attorno per dieci minuti. Deve essere stato un piccione che si è incastrato in uno dei camini.»
Cassian restò a fissarla. E lei fissava lui.
Sentì che stava iniziando ad agitarsi per quelle parole, alla perfezione di lei. Un’arma fatta persona, ecco cos’era.
Sorrise lentamente, in maniera perfida, proprio nel modo in cui aveva capito che le faceva vedere rosso. Un sorriso che aveva subito capito le avrebbe fatto tirare fuori quei suoi begli artigli. «Ciao, Nesta. È bello vederti.»
Nessuna reazione, neanche un cambiamento nel suo odore dopo quel sorriso che solitamente faceva scappare i suoi nemici. Niente, a parte un fremito delle narici. «Come sta mia sorella?»
“Sta guarendo” quasi disse. “Cerca di scappare dal fatto che si sta innamorando di Rhys e sta deliberatamente ignorando il fatto che lui è innamorato di lei da davvero molto tempo. Che tutti i segnali indicano che sono compagni, ma non sono così stupido da dirlo a nessuno dei due.”
Quindi disse solo: «È impegnata.»
La sua gola si mosse leggermente. «Così impegnata da non degnarsi nemmeno di venire a trovarci, a quanto pare.»
«Feyre ha già abbastanza di cui occuparsi, tra la situazione in cui ci troviamo con Hybern e tutto il resto.»
Il fuoco fece risplendere d’oro i capelli di Nesta quando ella inclinò la testa di lato. Un predatore che giudicava un valido avversario. «E quale sarebbe il tuo ruolo in tutta questa storia?»
Cassian allargò i piedi sul pavimento. «Comando le armate di Rhys.»
Gli occhi grigio-azzurro di lei guizzarono verso di lui in un modo tale che avrebbero potuto tagliare le palle ad un maschio inferiore. «Tutte quante?»
«Quelle importanti.»
Lei sbuffò e guardò verso il fuoco. Certamente un modo per sminuirlo.
Cassian si irrigidì. «E cos’è, esattamente, che tu fai che abbia importanza?»
La testa di lei scattò verso l’alto. Oh, aveva colpito il bersaglio.
«Perché dovrei preoccuparmi di difendermi» disse Nesta con un gelo letale «da un maschio che è così gonfiato dal suo senso d’importanza al punto che c’è a malapena spazio nella stanza per la sua enorme testa?»
Fu il turno di lui di sbattere le palpebre, sorpreso.
Poi si trovò a muoversi verso di lei, con lunghe falcate, passando sul tappeto ornato che si trovava tra di loro. Lei non indietreggiò neanche di un passo. Alzò solo il mento per incontrare il suo sguardo mentre torreggiava su di lei, aprendo leggermente le ali, sibilando: «Hai qualche notizia dalle regine?»
Le sue sopracciglia si appiattirono. «Generale delle armate del Signore Supremo, ma rimani comunque un bruto. Non puoi intimidirmi con le parole, quindi cerchi di farlo con la tua imponente corporatura.»
“Imponente…”
«Hai più bisogno di me di quanto io ne abbia di te. Quindi ti consiglio semplicemente di concordare con me, ripiegare quelle ali da pipistrello e chiedere gentilmente.»
Lui non lo fece.
Ma fece un passo in avanti, appoggiando una mano contro il caminetto, avvicinandosi abbastanza da inalare il suo profumo.
Lo colpì con una tale intensità che a malapena riusciva a concentrarsi e gli ci vollero cinquecento anni di addestramento per costringersi a guardarla negli occhi, piuttosto che far roteare i propri all’indietro, per restare fermo invece di nascondere il volto nell’incavo tra il collo e la spalla di lei, per trattenersi dall’avvicinarsi, dal… toccarla.
Le guance di Nesta non si arrossarono alla poca distanza che li divideva, poco più di una spanna tra i loro volti.
Era giovane, ventidue, ventitré anni al massimo. Ma era mai stata con un uomo? Non gli sarebbe dovuto importare, né avrebbe dovuto chiederselo, non faceva differenza, ma… di solito riusciva a capirlo. Ma lei… Cassian non riusciva proprio a decifrarla. Quindi sporse la testa verso di lei, i capelli scuri che gli coprirono le sopracciglia, e mormorò: «Ci sono altri modi in cui posso essere gentile, Nesta Archeron.»
Quel maschio Fae, Cassian, era pericoloso.
Ovviamente era pericoloso nei modi in cui ci si aspetterebbe: alto, muscoloso, esperto con le armi e in guerra. Poi c’erano quelle enormi ali ed il piccolo dettaglio che fosse un letale guerriero Fae ai servigi del più potente Signore Supremo della storia. Un Signore Supremo a cui sua sorella era legata e di cui si stava innamorando, se ci aveva visto giusto. Era chiaro che lui fosse già follemente innamorato di lei.
Ma Cassian era pericoloso per tutt’altra ragione. Non per il bellissimo viso, ma per quegli occhi nocciola… tendevano a valutare tutto e tutti.
Rimase attaccata al caminetto, il fuoco crepitante era incredibilmente caldo sul suo lato sinistro mentre Cassian torreggiava su di lei, abbastanza vicino da condividere la stessa aria. Nesta contò i propri respiri. Resse quello sguardo, decisa a non permettergli di vedere troppo in profondità. Era meglio tenerlo distratto con parole pungenti, allontanandolo completamente.
O con quello. L’offerta che le aveva rivolto, la prova.
Senza dubbio un modo per trovare un’altra debolezza. C’era un modo per superare le sue difese su quel fronte?
Doveva solo essere gentile. Un sorrisetto le incurvò le labbra.
«Se volessi le zampe di un maschio addosso a me» disse Nesta, rifiutandosi di abbassare il mento «andrei direttamente da uno dei nostri segugi.»
Quell’insopportabile sorriso rimase e Cassian puntò dritto alla gola quando chiese: «Sei mai stata con un maschio, Nesta?»
Mentire o dire la verità, cosa le avrebbe portato vantaggio? Quindi disse solo: «E tu?»
Cassian sbuffò e quel respiro le sfioro le labbra. «Te l’ho chiesto prima io, dolcezza.» Inclinò la testa di lato, i capelli scuri come la notte gli scivolarono sulle sopracciglia, come seta. «A meno che tu non preferisca le femmine?»
Non sarebbe stato affatto un insulto se fosse stato così, ma era stato abbastanza una provocazione da portarla ad appoggiare spudoratamente una mano sul petto di lui.
Muscoli scolpiti giacevano sotto le strette pelli da combattimento, il suo calore che irradiava nel suo palmo. Fuoco, le ricordava fuoco reso persona. Premette leggermente sul suo petto, la mano che in qualche modo sembrava ancora più piccola in contrasto all’ampiezza di quel torso.
Un assassino addestrato, nato e cresciuto come un predatore.
Arrogante per natura.
Quando lei osò muovere un passo in avanti, Cassian si raddrizzò, costretto a farlo solo perché se non l’avesse fatto, non ci sarebbe più stato spazio tra le loro bocche. «Non sono affari tuoi chi e cosa preferisco.» disse. «Tantomeno…»
«Non hai risposto alla mia prima domanda. O tutte queste domande sono solo un diversivo?»
«Secondo te?»
«Ed ecco un’altra domanda.» Fece un sorriso presuntuoso.
E facilmente lei la trovò, la risposta che sapeva l’avrebbe attanagliato.
Nesta premette il proprio corpo contro quello di lui, sfiorandolo appena, ma bastò per farlo irrigidire. Per far dilatare le sue pupille al punto che quasi divorarono quelle iridi nocciola. Mormorò: «No, mai.» Era vero. La sua mano spinse contro il petto coperto di pelli. «Perché avrei dovuto? Appena sono maturata mi sono trovata circondata da bruti e bastardi di basso rango. Ho preferito usare la mia mano piuttosto che insudiciarmi con le loro.»
Qualunque divertimento svanì. Avrebbe potuto giurare di sentire la freccia celata nelle sue parole colpire il proprio bersaglio. Aveva capito abbastanza delle sue origini. Quindi gli disse la verità, rivestendola di lame pronte a ferirlo se si fosse soffermato a pensarci su troppo a lungo.
No, non era mai stata con alcun maschio, né Fae né umano. Tomas voleva farlo, e lei… una parte di lei sapeva che non ci sarebbe stato un futuro con lui. Sapeva del suo odioso padre e del fatto che lui non aveva fatto nulla per evitare che quell’uomo picchiasse sua madre. Aveva a malapena lasciato che Tomas la baciasse, ed il giorno in cui lei aveva messo la parola fine alla loro relazione, lui aveva cercato di…
Deglutì, chiudendo fuori il ricordo di ciò che lui aveva detto e fatto. Il rumore del suo abito che si strappava. No, non si era giunti a quel punto, ma… il puro terrore di quei momenti in cui lui ci aveva provato, prima che lei urlasse e si liberasse con le unghie e con i denti. E non lo disse a nessuno.
Qualcosa doveva essere cambiato nella sua espressione, nel suo odore, perché il fastidio di lui svanì, no, mutò. In qualcos’altro, qualcosa… rabbia.
Questo era ciò che si vedeva sul volto di Cassian.
Pura, cocente rabbia.
Le tolse il fiato, cancellando qualunque sentore che avesse lei il coltello dalla parte del manico quando lui tagliò corto «Chi è stato?»
Odiava Tomas, lo odiava al punto che a volte sperava che venisse investito da un carro, ma non avrebbe augurato a nessuno il genere di morte che gli occhi di Cassian promettevano.
«Non so di cosa tu stia parlando» rispose e fece per ritirare la mano.
Lui la afferrò, prima che potesse registrare il movimento, bloccandola lì.
Era come se il suo cuore stesse galoppando, un rimbombante, potente galoppo.
Pericoloso, pericoloso, pericoloso era quel maschio.
Solo per il fatto che la faceva sentire senza controllo. Che non aveva idea di cosa lui, cosa lei, avrebbe fatto se l’avesse trovata vulnerabile per un solo istante.
«Qualcuno ti ha fatto del male» disse, la voce così gutturale che lo comprese a malapena.
L’ira, l’assoluta fermezza in cui si ergeva, era così quando stava per uccidere. Quando voleva uccidere.
Mano contro mano, i calli che la graffiavano.
Lei non gli rispose. «Cambierebbe qualcosa se qualcuno l’avesse fatto? Mi metterebbe in una luce diversa? Mi tratteresti diversamente?»
«Mi farebbe dare la caccia a quella persona per spezzargli ogni osso che ha in corpo.» 
Un brivido le percorse la spina dorsale, non per paura di lui, ma per la verità celata in quella promessa. La sincerità.
«Non mi conosci» disse lei. «Perché dovresti preoccupartene?»
Cassian ringhiò, avvicinandosi ulteriormente, la sua mano che stringeva quella di lei, poi si fermò. Come se la domanda stesse penetrando. Come se la realtà stesse penetrando. «Lo farei per chiunque.»
Sapeva che diceva sul serio, che l’avrebbe fatto.
Forse era quello che la snervava, che la portava a volerlo ferire. L’assoluta sincerità. Il fatto che onorava le sue promesse e che non ne faceva alla leggera. Che vedeva e diceva la verità, e quando la vide il primo giorno, giudicò le sue… azioni di quando vivevano nella loro vecchia casa.
La sua codardia, l’egoismo. La rabbia che l’aveva consumata, al punto da portarla a volere tutti tremendamente affamati, solo per vedere se il loro inutile padre si sarebbe degnato di salvarle. E poi la piccola Feyre si era fatta avanti e Nesta l’aveva odiata anche per questo, perché Feyre aveva fatto l’inimmaginabile per mantenerli in vita.
Non sapeva di che farsene, di quella rabbia. Ancora la bruciava, la perseguitava, la faceva voler scattare, ruggire e distruggere tutto fino a fare a pezzi il mondo intero.
Lei sentiva tutto, troppo e profondamente. Odiava e si preoccupava, amava e temeva, più delle altre persone, pensava a volte. Poteva vagliare tutti loro in un istante, come se provasse un nuovo abito, e nessuno se ne accorgeva o non gli importava.
Tranne lui. Lui lo vedeva, lo sentiva.
Quel primo pomeriggio l’aveva guardata, non il viso ed il corpo a cui gli uomini umani puntavano, ma lei, ed aveva visto tutto. Voleva ferirlo per ciò, prima che potesse rivelare quelle cose a chiunque altro, voleva trovare un modo per spezzarlo così che non potesse…
La mano che spingeva la sua contro il suo petto allentò la presa. Il pollice di Cassian accarezzò il dorso della sua mano, il polpastrello ruvido per i calli.
Un ceppo di legno si spostò nel fuoco, schioccando mentre le braci scoppiettavano, illuminando la stanza.
Era rimasta a fissarlo. Lui sbatté le palpebre, la bocca che si aprì appena.
Cassian si inclinò verso di lei, e Nesta si trovò a piegare la testa all’indietro, esponendo il collo, garantendogli ulteriore accesso mentre lui le sfiorò la gola con il naso.
Che la Madre ed il Calderone lo dannassero.
Quella donna.
Nesta.
Cassian non riuscì ad allontanarsi da quella linea che era chiaramente segnata tra loro. Il momento prima avrebbe voluto strozzarla, poi aveva visto il terrore sul suo volto riguardo il suo passato e l’aveva sopraffatto una tale calma omicida che si era spaventato di sé, poi… poi tutto si era fermato, l’occhio del ciclone con loro dentro, e lei era lì.
Ed in quegli occhi grigio-azzurro poteva vedere i pensieri che le giravano per la mente, come fumo in un bicchiere. L’astuta mente al lavoro dietro quel viso, lo stesso che non era riuscito a togliersi dalla testa in quelle settimane.
Quindi, semplicemente, si… mosse.
E poi Nesta aveva alzato il mento, dandogli completo accesso alla sua gola.
Ogni istinto nel suo corpo venne in superficie, così violentemente che li dovette soffocare con una presa salda, altrimenti si sarebbe trovato in ginocchio, implorandola di toccarlo, di fare qualunque cosa.
Ma si chinò in avanti, passando la punta del naso lungo il lato del suo collo.
Morbida, la sua pelle era così morbida; così delicata. Poteva sentire l’odore del sangue mortale che scorreva nelle vene appena sotto quella pelle. Cassian inalò il suo profumo, che si attaccò a qualche intrinseca parte di lui, radicandosi e facendo sussultare il suo membro.
Nesta, Nesta, Nesta.
Gli occhi di lei si chiusero ed un affannato, piccolo suono uscì dalle sue labbra mentre Cassian spostava le labbra dove poco prima aveva strofinato il naso.
Quasi gli cedettero le gambe quando lei spinse ulteriormente la sua esile mano contro di lui. Cercò di non pensare a come sarebbe stato avere quella mano da qualche altra parte. Afferrandolo, accarezzandolo.
“Di più, di più, di più” implorava il suo corpo.
Inclinò la testa e baciò un altro punto, più vicino alla sua mandibola.
Il suo frenetico battito cardiaco era come le ali di un colibrì, anche se il suo corpo rimase teso, ma sciolto nei punti giusti, un leggero rossore che si espandeva sui suoi meravigliosi seni. Abbastanza grandi da riempirgli le mani, contro cui strofinarsi finché non lei non lo avesse implorato…
Il suo battito cardiaco martellava proprio sotto la sua bocca. La leccò. E fu proprio quel tocco che la fece saltare indietro.
Nesta andò a sbattere contro i pannelli di legno abbastanza forte che la dovette afferrare. Ma lei aveva gli occhi spalancati, furiosa, mentre si portava una mano alla gola.
Cassian la batté sul tempo con un commento velenoso contro quello che lei si stava preparando a sputare, dicendo «Un po’ tesa in questi giorni, Nesta?»
Lei abbassò la mano sibilando «È stata una tua qualche magia da Fae a fare questo?»
Abbaiò una risata. «No. Anche se sono lusingato che tu pensi questo.»
Nesta lo guardò in cagnesco, ma emise una bassa risatina. «Beh» disse, passandogli di fianco, dirigendosi verso la finestra con lenti passi calcolati. «Se un guerriero Fae nato bastardo è in grado di fare questo, non c’è da stupirsi che mia sorella sia così coinvolta con dei Signori Supremi.»
Stronza.
Stronza per l’insulto a lui e a Feyre. «Ti ha infastidita di più il fatto che lo volevi, o che un nessuno nato bastardo ti ha fatto provare certe cose, Nesta?»
«È stato un lungo inverno. I mendicanti non possono essere esigenti, suppongo.» Innalzò muro dopo muro dopo muro, la sua postura che si irrigidiva e…
Che gli importava? Che cosa gli importava? Aveva già abbastanza stronzate di cui doversi preoccupare. Lanciarsi su una mortale che avrebbe avuto qualche altra decade prima che le cose diventassero strane era… stupido. E poi ci sarebbe stato il problema di doverlo spiegare a tutti gli altri.
A Mor. Gli si gelò il sangue.
Non era stupido. Sapeva che lei e Azriel erano… qualunque cosa fossero. Sapeva che Azriel si era innamorato di Mor non appena era entrata nel campo di guerra Illyrian cinque secoli prima. E Cassian ne era stato geloso, dei timidi sguardi di Mor verso Azriel in quelle prime settimane e del fatto che il suo migliore amico e fratello… stesse guardando qualcun altro. Che lei era apparsa ed Azriel era cambiato. Leggermente, ma Cassian sapeva che il suo amico non apparteneva più solo a lui e a Rhys.
Così quando Mor gli chiese di andarci a letto insieme… L’aveva fatto. Uno stupido, geloso coglione, l’aveva fatto e se n’era pentito alla prima spinta, quando aveva sentito la sua verginità cedere sotto di lui, ed aveva realizzato la gravità di ciò che aveva fatto.
Ma poi lei se n’era andata ed Azriel non aveva fatto niente, e… Mor era ancora tra di loro. Da qualche parte tra l’essere amica ed amante. Cara alla sua famiglia, ma… Cassian si era odiato per quello sguardo sul volto di Azriel, successivamente.
E poi per quello che era successo a Mor per mano della sua famiglia.
Aveva avuto delle amanti, alcune solo per una notte, altre per mesi, e a Mor non era mai importato, ma…
Questa donna che stava davanti a lui come un pilastro di acciaio e fiamme… Cassian non voleva dire a Mor di lei. Di come le aveva toccato il collo.
Cassian riuscì a dire «Dato che eri felice di una distrazione, supporrò che le regine non si siano fatte sentire e me ne andrò.» Prima che lei riuscisse a castrarlo completamente. Schioccò le dita, la lettera di Rhys apparse tra di esse. La appoggiò su un basso tavolino lì vicino. «Inviatela alle regine prima che potete.»
Nesta spostò lo sguardo tra la lettera e lui, raddrizzando le spalle. «Dì a mia sorella ed a quel suo nuovo Signore Supremo di mandare qualcun altro la prossima volta.»
Cassian digrignò i denti in un sorriso feroce. «Dì alla tua altra sorella che preferiremmo avere a che fare con lei.»
«Elain resta fuori da questa storia. Meno deve avere a che fare con la tua specie, meglio è.»
«Perché le lasci sposare quel coglione bigotto?» La domanda gli sfuggì.
«Ha buone ragioni per odiare la tua specie. E così ne abbiamo noi.»
«Questa è una stronzata e lo sai benissimo»
«Credevo te ne stessi andando.»
«Hai una maledetta opinione per chiunque altro nel mondo. Perché non dire ad Elain che sta per sposare un mostro?»
«Forse tutti voi maschi siete dei mostri.»
Se qualcuno le avesse fatto del male, non l’avrebbe biasimata affatto per quel pensiero. Ma le sue parole furono comunque taglienti quando disse «Merita qualcuno di migliore.»
«Naturalmente.» Piatta e fredda.
Lui continuò, perché semplicemente non riusciva a fermarsi «E cos’è che tu meriti?»
Un lento sorriso, un felino pronto ad uccidere. Poi «Sicuramente più di un nessuno nato bastardo.»
Stronza. Ma rispose «Che socia carina che sei, Nesta. Ricordami di portare un libro di strategia militare la prossima volta. Allora, magari, avrai qualche possibilità.»
Uno sguardo freddo, piatto.
«È più semplice, non è vero» mormorò Cassian, avvicinandosi nuovamente, non curandosi di chi avrebbe potuto vederli dalla finestra. «Brandire le parole e la freddezza come armatura per impedire agli altri di vedere dove e chi hai deluso e di come non ti è importato finché non è stato troppo tardi.»
Solo l’odio le brillava negli occhi, nessuna traccia di quella lussuria dormiente che gli aveva annebbiato i sensi.
«Beh, io riesco a vederlo, Nesta Archeron. E tutto ciò che vedo è una ragazzina annoiata e viziata…»
Si mosse con un’impressionante velocità per un essere umano, ma fu comunque troppo lenta, permettendogli di bloccarla.
Cassian le afferrò il ginocchio alzato, a pochi pollici dalle sue palle e premette abbastanza forte da farla sibilare.
«Colpo basso» disse con un mezzo sorriso. «Vieni a giocare con me, Nesta, e ti insegnerò modi molto più interessanti per portare un maschio in ginocchio.»
Provò a liberarsi, ma lui non la lasciò. Inciampò all’indietro e lui la afferrò per la vita, tirandola vicino a sé per impedirle di cadere dalla finestra. Diede un’occhiata alle gonne attorno a lui. «Comunque, cosa nascondi sotto tutto questo?»
Nesta si stabilizzò abbastanza da liberare il ginocchio dalla presa di lui. «Esci da casa mia.»
Cassian le fece solo un sorriso.
Era tesa a causa sua.
Credeva che l’avrebbe strangolato, per cui le aveva afferrato il polso, ma…
Le sue mani, fredde e ferme, gli afferrarono i lati del volto. Tirandogli la testa verso di sé.
Il respiro di Cassian divenne irregolare quando gli occhi di lei si posarono sulla sua bocca, quando premette il proprio corpo contro il suo, quei seni cosi morbidi contro di lui. “Stupido, stupido, stupido…”
Non gli importava. Non gliene importava un cazzo mentre lei si sollevò sulla punta delle dita, avvicinando la bocca alla sua…
Il dolore esplose tra le sue gambe, togliendoli il respiro dai polmoni quando quel maledetto ginocchio trovò il suo bersaglio.
Cassian barcollò all’indietro, imprecando. Lei sbuffò, guardandolo cadere contro una poltrona, tenendosi lo stomaco, cercando di riordinare la sua mente…
«Siete tutti uguali.» disse, imperiosa come la notte e fredda come il crepuscolo. «Forse essere immortali vi rende prevedibili.»
«Tu» boccheggiò.
Una bassa risata emerse da quelle labbra, che si era preparato ad assaggiare, a divorare…
«No, le regine non si sono fatte sentire» disse Nesta, avviandosi verso la porta. «Non abbiamo sentito niente da parte loro.»
Cassian costrinse le sue gambe a muoversi, ma il dolore persisteva, immobilizzandogli le ginocchia.
«Invierò la lettera domani mattina.» Nesta si fermò con la mano sulla maniglia e guardò oltre la propria spalla. «Non sai niente di chi io sia, di ciò che abbia fatto e cosa voglio. E già che siamo sull’argomento… Manda qualcun altro, la prossima volta. Se ti vedo sulla soglia di casa mia, urlerò abbastanza forte affinché i servitori accorrano.»
Lui rimase a bocca aperta, il dolore si placò abbastanza da permettergli di rimettersi in piedi.
Ma Nesta se n’era andata, scendendo nell’atrio, dove un qualche domestico la chiamò e lei mormorò una risposta.
Un minuto dopo lui se ne andò. Non per la porta principale, ma passando per la maledetta finestra della camera da letto di lei, come un ladro nella notte. Si lanciò nel cielo prima che qualcuno potesse chiedersi cosa fosse stato quel fruscio e battito d’ali.
Cassian non girò intorno alla casa. Ma poteva comunque sentire l’attenzione di Nesta su di lui mentre si dirigeva verso il muro. Anche se schermato dall’essere visto, poteva sentire quegli occhi grigio-azzurro su di sé.
Quel sentore lo perseguitò fino a Velaris.
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grazielladwan · 9 months
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LA NOTTE DI YULE, UNA LEGGENDA
C’era una volta, in un’antica foresta avvolta dalla nebbia, un piccolo villaggio noto per una leggenda straordinaria, quella dei vampiri e delle streghe nella notte di Yule. Secondo la leggenda, ogni anno, nella più lunga notte dell’anno, creature misteriose emergevano dalle ombre della foresta. I vampiri, eleganti e pallidi, con occhi che brillavano come stelle gelide, vagavano silenziosamente…
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alemicheli76 · 1 year
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"Con gli occhi chiusi" di Edurne Portela, Voland. A cura di Barbara Anderson
Sinossi Pueblo Chico è un villaggio perso nell’entroterra spagnolo e abitato solo da uno sparuto gruppo di anziani. Sembra un paese sonnolento e pacifico, ma le voragini di cui sono costellate le sue montagne e la nebbia densa, impenetrabile che spesso lo invade occultano antichi segreti, vendette che risalgono all’epoca della guerra civile. Quando Ariadna ed Eloy, una coppia in crisi alla…
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youfandomtube · 7 years
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Boruto NNG 27 - Kagura: Il nuovo personaggio della serie! Il futuro dell...
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corallorosso · 3 years
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Israele/Palestina, lettera aperta a Francesco Totti Caro Francesco Totti, non farlo, sarebbe non un autogol ma cento, mille autogol. Ho saputo che ti recherai oggi in Israele, a Tel Aviv, ad assistere alla finale della Champions League che si svolge in Portogallo: è solo un evento pubblicitario televisivo. E più che uno spot per l’Uefa o per il marchio di una birra, è propaganda per il premier Netanyahu e la sua «normalità» di guerra: a Gaza scavano ancora per trovare i morti sotto le macerie, nei Territori occupati piangono nuove vittime, a Gerusalemme est la tensione è fortissima, come in Israele. I feriti e i disabili della guerra promessa scoppiata dal 13 aprile sono centinaia. Ti prego, non andare. È vero che lo sport e il calcio dovrebbero unire e non dividere, ma dovresti anche sapere che i governi israeliani, non hanno permesso a calciatori palestinesi di allenarsi o di recarsi all’estero. Hanno arrestato incarcerato senza processo per ben tre anni, Mahmoud Sarsak una promessa del calcio palestinese. Dovresti vedere, caro Totti, la partita di calcio realizzata a Gaza dai ragazzi colpiti dai proiettili israeliani e lasciati disabili per sempre. Sì perché malgrado la vita senza libertà , i palestinesi amano il calcio e anche Totti. Qualche anno fa Ayman un ragazzino di 12 anni che vive in un piccolo villaggio nelle colline a Sud di Hebron, costretto per andare a scuola a passare accanto ad una colonia, da dove, coloni fanatici attaccano con bastoni anche gli internazionali come me che li accompagnano, gioca però a calcio e si appassiona di Totti; così la volta successiva che mi sono recata in Palestina gli ho portato una maglia con il numero 10. Era felicissimo. Probabilmente non sei consapevole e pensi di rendere felici i tuoi fans, assistendo con loro alla partita. Non è cosi, per il governo israeliano sei un idolo che rende omaggio con la sua presenza alla fitta nebbia di silenzio che si sta stendendo: ma solo negli ultimi 20 giorni sono stati uccisi più di 250 palestinesi, tra loro 66 bambini, distrutto case, demolito con bombardamenti mirati il palazzo della stampa internazionale, centri sanitari e culturali. Bombardamenti illegali come sono illegali i razzi sparati da Hamas. Ma è Israele ad occupare la Palestina per prendersi la loro terra. Dovresti ascoltare i rappresentanti del «Parent’s Circle», genitori o parenti palestinesi e israeliani che hanno avuto i loro cari uccisi e che insieme dicono basta occupazione militare che uccide tutto e tutti. Tu sei noto anche per la tua umanità oltre che per la tua eccezionale bravura sportiva. Ricordo il tuo gesto di solidarietà a Giuliana Sgrena, corrispondente del manifesto in Iraq quando venne rapita. Non recarti in Israele in questo modo, vai a visitare Israele e la Palestina, incontra i giovani israeliani che insieme ai palestinesi dicono no alla colonizzazione, no all’apartheid, diritti uguali per tutte e tutti. Luisa Morgantini, AssopacePalestina
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vlltlttrr · 3 years
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Il gigante sepolto
Di alcuni libri rimane la trama, di altri qualche scena particolarmente suggestiva, altri ancora lasciano un’idea. Il gigante sepolto per me ricade nella terza categoria, non perché la trama sia dimenticabile, o perché non vi siano scene memorabili, al contrario le ho trovate inaspettate e affascinanti, ma le riflessioni che Ishiguro suscita con questo libro per me vanno ben oltre.
Il romanzo è ambientato in un’Inghilterra medievale al limite tra il fantasy e il romanzo cavalleresco, è infatti morto da pochi anni il leggendario Re Artù e i Sassoni e i Britanni vivono ancora seguendo le leggi da lui promulgate. Vi è però una strana nebbia, o almeno così la chiamano i protagonisti, che offusca i ricordi, sia lontani che recenti.
La nebbia è la vera protagonista, infatti, se è vero che la storia parla del viaggio di due anziani contadini, Axl e Beatrice, verso il villaggio del figlio, è innegabile che anche per loro la nebbia abbia un ruolo centrale, e si può dire che in un certo senso facciano di tutto per combatterla, nonostante l’assenza di vere armi a loro disposizione.
L’autore ha scelto una linea narrativa semplice, la simbologia e le metafore non sono particolarmente oscure, il che lascia molto spazio per riflettere continuando a seguire la storia. Sebbene si parli di memoria questa narrazione è incentrata sul concetto di responsabilità: se un torto non viene ricordato né da chi lo ha perpetrato né da chi lo ha subito è davvero possibile fingere che non sia mai avvenuto? I due anziani protagonisti si pongono questa domanda dal punto di vista prima di una coppia e poi di una famiglia, ma ad un certo punto del loro viaggio incontreranno altri personaggi legati alla nebbia, Wistan, il guerriero sassone, Edwin, ragazzino di un villaggio vicino, e Galvano, il cavaliere della Tavola Rotonda, nipote di Re Artù, e con essi arriveranno nuove riflessioni sulla responsabilità di interi popoli nei confronti di altri. Il fatto, che per quanto ovvio possa sembrare è tutt’altro che banale, è proprio che le conseguenze di un evento permangono anche quando esso è sbiadito nella nebbia del tempo. A livello individuale possono rimanere emozioni nei confronti di qualcuno o qualcosa, sensazioni magari difficili da spiegare ma che plasmano la personalità e la costruzione di rapporti, è però a livello di grandi numeri che la memoria diventa necessaria. Non si può parlare di pace se un popolo è soggiogato ad un altro, che sia per legge o per prassi.
A quasi due mesi dalla lettura sono sempre più affascinata da come questa idea, cancellare i ricordi per mostrare tutto quello che resta, incastonata in uno scenario fantastico che la isola da uno specifico contesto politico, divenga universale. Un libro tutto sommato leggero, in poco più di 300 pagine, offre insegnamenti di inestimabile valore che possono essere trasposti a molteplici ambiti della vita, senza voler per questo dare un giudizio morale.
Non è in questa vita che può essere espresso un giudizio sulle nostre azioni, e l’autore si guarda bene dal farlo, e semmai mostra un prototipo del viaggio interiore che ciascuno deve compiere per comprendere il proprio destino, ma anche il proprio passato.
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weirdesplinder · 3 years
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Romance con elementi fantasy: il romantasy anni ‘80
Negli anni ‘80 il fantasy conobbe un grande successo, soprattutto in America. Stiamo parlando dell’epoca dei film di Conan per intenderci e in quel periodo elementi fansy si introdussero anche nel genere romance dell’epoca, quello che oggi di solito chiamano ‘bodice rippers’, dove l’eroe è sempre molto alfa e indaffarato in una missione, molto chiuso ed enigamtico e terribilmente muscoloso e virile, e le protagoniste femminili sono invece quasi sempre bellissime, virginali e cadono come pere cotte ai piedi di lui. Più o meno.Il connubio di questi due generi creò un ibrido che oggi considereremmo piuttosto strano e kitsch, che io amo chiamare romantasy.
Il romantasy puro è solo anni ‘80, massimo primi anni ‘90 ed è di solito ambientato in terre mistiche e fatate, vallate nascoste o pianeti misteriosi e vergini, dove la magia permea ogni cosa, i fiori sbocciano tutto l’anno, la natura è rigogliosa, cavalcano gli unicorni e di solito vive da sola e isolata una soave fanciulla stupenda, inconsciamente sensualissima e vergine. A rompere l’idillio di quei luoghi arriva di solito il maschio alfa intento in qualche missione che spesso finirà per creare problemi a quel posto (tipo dare la caccia agli unicorni) e per far fremere per la prima volta la ragazza che non ha mai visto un uomo prima, ma quando lo vede va comunque subito in brodo di giuggiole. Il protagonista maschile rimane leggermente meno spaesato di lei dall’attrazione tra di loro, ma comunque interrompe la missione vitale pur di sondare le acque di lei. Diciamo così.
Vale la pena, vi chiederete voi, di dedicare un post a questo genere così di nicchia, praticamente estinto e parecchio di cattivo gusto a volte?
Secondo me sì, perchè è giusto sapere che questi libri esistono, gli unicorni negli anni passati andavano tanto di moda e comunque leggendoli oggi questi libri in fondo fanno sorridere e possono essere fonte di divertimento con le loro assurde trovate.
Perciò oggi ho deciso di elencarvi qualche titolo di questo genere:
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Iniziamo con la Serie Paradise di Johanna Hailey, il cui primo libro fu pubblicato anche in italiano, mentre i due seguiti no:
1. ENCHANTED PARADISE Titolo italiano: PARADISO INCANTATO
https://amzn.to/3nwIZ0F   Aurora sapeva di non appartanere al popolo elfico che l'aveva cresciuta, ma era felice di vivere tra le gentili creature della radura. E visse cosi finché non incontrò Frayne e capì che il suo destino era legato a lui. Frayne aveva ben poco tempo per ogni altra cosa che non fosse la ricerca dell'unicorno e della sua magia, ma davanti alla bellezza di Aurora riuscì a trovare il tempo per una pausa.
2. CRYSTAL PARADISE Inedito in Italia 
https://amzn.to/3nv1in0
Trama: Aurora credeva di avere trovato la felicità nelle braccia del suo amato, ma la sua gioia è di breve di durata poichè il suo amante Frayne deve lasciarla per continuare la sua avventura. Stavolta deve trovare la perfetta rosa di cristallo. …
3. BELOVED PARADISE Inedito in Italia  
https://amzn.to/3u3VlA1
Trama: Perduta e sola in una terra incantata Aurora cerca la sua vera identità e proprio quando crede di aver perso ogni speranza vede appartire dalle nebbia Frayne….Stavolta la missione del guerriero non è trovare un unicorno o una rosa, ma aiutare la sua amata nella ricerca delle sue origini.
Proseguiamo con la trilogia Swan Maiden di Betina Lindsey, che invece mi risulta inedita in italiano ed è composta dai libri:
1. Swan bride
https://amzn.to/3u3VzqR
Moria è cresciuta nel reame di Myr, dove non esistono uomini, ma un giorno deve infine attraversare il cerchio di pietre che conduce al mondo dei mortali e andare incontro al suo destino...
2. Swan witch
A causa del suo voto di silenzio, Eithene non riesce ad avvertire del pericolo il cavaliere che in cerca della mitica dama del cigno che si suppone possa guarire ogni ferita, entra nel reame di Rath Morna, segnando per sempre il suo destino.
3.Swan Star
La dama del cigno Arrah è prigioniera del guerriero che le ha rubato il mantello magico ed il cuore.
Ritorniamo ai nostri cari unicorni con la Serie unicorn di Claire Delacroix, il cuo primo libro se non sbaglio era stato pubblicato anche in italiano, mentre i due seguiti no.  
1. La dama e l'unicorno (Unicorn bride)
https://amzn.to/3xyGz6A
For generazioni le leggende hanno parlato della fortezza di Montsalvat e dei suoi signori. Si dice che i padroni del castello possano trasformarsi in feroci bestie di giorno, e siano umani solo la notte...e ora Alienor de Perpignan è finita in sposa proprio al loro ultimo discendente.
2. Pearl Beyond Price (1995) 3. Unicorn Vengeance (1995)
Altra serie stavolta completamente disponibile in italiano è IL LAGO INCANTATO di Ruth Langan, volume unico che raccoglie i tre romanzi della serie Sorelle Drummond.
https://amzn.to/3vsjsZl
Trama: Scozia, 1559 - 1561. Quando Nola Drummond scompare dalla sua casa insieme alle tre giovani figlie, tra gli abitanti del villaggio prevale la convinzione che per sfuggire alla caccia alle streghe le donne si siano rifugiate in una leggendaria terra nelle Highlands che per lungo tempo è stata la dimora del loro clan: una terra incantata, dove chi possiede dei doni speciali è libero di usarli, lontano dagli sguardi ostili degli scettici. Sono storie fantastiche, antiche credenze popolari a cui Merrick MacAndrew, Grant MacCallum e il tenebroso laird del clan Ross si rifiutano ostinatamente di credere. Finché il destino non li pone di fronte alla necessità di accettare l'impossibile per ritrovare le sorelle Drummond. Perché soltanto Allegra, Kylia e Gwenellen possono restituire loro la felicità.
Concludiamo la carrellata di titoli romantasy con due romanzi autoconclusivi non facenti parte di serie, che però non sono mai stati pubblicati in italiano, almeno che io sappia. Se mi sbaglio fatemelo sapere:
- Summer of the Unicorn di Kay Hooper
https://amzn.to/3t3LZTi
Siri è una sacerdotessa guerriera guardiana di unicorni, Hunter è il cacciatore che è giunto sul suo pianeta per catturare un unicorno. Dovrebbero odiarsi, ma appena si vedono si desiderano e si distraggano talmente tanto che il cattivo della situazione ha vita facile nel rovinare i loro piani.
- Sea treasure di Johanna Hailey
https://amzn.to/3nw3XwI
Quando un capitano di mare viene salvato dalla morte da una sirena, crede di stare sognando. Ma quando si rende conto che lei è reale quanto lui e i due si innmamorano, i problemi non solo non si risolvono, ma si moltiplicano. Spinti verso le coste dei Caraibi i due amanti, provenienti da due mondi lontani, dovranno mettere in gioco la vita per salvare il loro amore.
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black-heart-anime · 4 years
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Nazione del Fuoco —> Foglia, Hokage 🍃
Nazione del Fulmine —> Nuvola, Raikage ☁️
Nazione della Terra —> Pietra, Tsuchikage 🪨
Nazione dell’Acqua —> Nebbia, Mizukage 🌫
Nazione del Vento —> Sabbia, Kazekage ⏳
Villaggio della Cascata 💧
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Shukaku , Gaara ⏳
Matatabi , Yugito ☁️
Isobu , Yagura 🌫
Son Goku , Roushi 🪨
Kokuō , Han 🪨
Saiken , Utakata 🌫
Chōmei , Fuu 💧
Gyūki , Killer Bee ☁️
Kurama , Naruto 🍃
Shinju , decacoda. 🍃 ☁️ 🪨 🌫 ⏳ 💧
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Bijuu & Jinchuuriki song
Bijuu kazoe uta, hajimari hajimari!
Hitotsu, hito yori inemuri, Shukaku
Futatsu, FAIYAA moeteru, Matatabi
Mitsu, mizunara makasero, Isobu
Yotsu, yogan atsui ze, Son Goku
Itsutsu, itsudemo kakeashi, Kokuo
Muttsu, murisezu awatezu, Saiken
Nanatsu, nanafushi soratobu, Choumei
Yattsu yappai daze Gyuuki
Kokonotsu kokon to Saikyou Kurama
Doudou sorotta Bijuu no nakama
Choi MUZU dakedo ii namae
Minna rippana namae da ne
Minna suteki na namae da ne
Otsugi wa Jinchuuriki, ikutebayo!
Hitotsu, hitori kumada yo Gaara
Futatsu, fu nyan to neko nade Yugito
Mitsu, Mizukage Yondaime no Yagura
Yottsu, yonjuunen Yonbi to Roushi
Itsutsu, ikatsui PAWAA no Han
Muttsu, mukuchina kinagashi Utakata
Nanatsu, nagomasu kunoichi Fuu
Yattsu, yabai yo RAPPU no Killer Bee
Kokonotsu, Konoha no Uzumaki Naruto
Totemo tsuyoi Jinchuuriki no minna
Bijuu to nakayoku nareru ka na?
Minna rippana shinobi da ne
Minna suteki na shinobi da ne
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HOKAGE
Hashirama
Tobirama
Hiruzen
Minato
Tsunade
Kakashi
Naruto
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{Le mie note di Naruto <3}
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kyda · 5 years
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165.
Sono in uno di quei giorni in cui, come l'entrata in un carcere, mi pesa la monotonia di tutto. La monotonia di tutto, però, non è che la monotonia di me stesso. Ogni volto, anche se è quello di chi abbiamo visto ieri, oggi è un altro, poiché oggi non è ieri. Ogni giorno è il giorno che è, e nel mondo non ve ne è stato mai un altro uguale. L'identità sta solo nella nostra anima - l'identità sentita, seppure falsa con se stessa - per la qual cosa tutto si somiglia e si semplifica. Il mondo è fatto di cose distinte e angolature diverse; ma se siamo miopi, è una nebbia insufficiente e uniforme.
Il mio desiderio è fuggire. Fuggire da ciò che conosco, fuggire da ciò che è mio, fuggire da ciò che amo. Desidero partire - non per le Indie impossibili, o per le grandi isole a Sud di tutto, ma per qualsiasi luogo, villaggio o eremo, - che abbia in sé il non essere questo luogo. Voglio non vedere più questi volti, queste abitudini e questi giorni. Voglio riposare, estraneo, dalla mia finzione organica. Voglio sentire arrivare il sonno come vita e non come riposo. Una capanna in riva al mare, persino una caverna sul ruvido terrazzo di una montagna, possono darmi questo. Purtroppo solo la mia volontà non me lo può dare.
La schiavitù è la legge della vita e non esiste altra legge, perché questa si deve compiere, senza possibilità di rivolta e senza trovare una via di scampo. Alcuni nascono schiavi, altri diventano schiavi, e ad altri la schiavitù viene imposta. L'amore vigliacco per la libertà che tutti proviamo - perché se ce l'avessimo, ne rimarremmo sorpresi, come per una cosa nuova, rifiutandola - è il segno reale del peso della nostra schiavitù. Io stesso, che ho appena detto che vorrei la capanna o la caverna dove potermi liberare della monotonia di tutto, che è la monotonia di me stesso, oserei io partire per questa capanna o caverna, sapendo, perché lo so, che, poiché la monotonia è mia, ce l'avrei sempre con me? Io stesso, che soffoco dove sto e perché vi sto, dove potrei respirare meglio, se la malattia è dei miei polmoni e non delle cose che mi circondano? Io stesso che anelo intensamente al sole puro e ai campi liberi, al mare visibile e all'orizzonte intero, chi mi dice che non troverei strano il letto, o il cibo, o il non dover scendere le otto rampe di scale per uscire in strada, o non entrare nella tabaccheria all'angolo, o non scambiare il buon giorno con il barbiere ozioso?
Tutto quello che ci circonda diventa parte di noi, si infiltra nella nostra sensazione della carne e della vita e, come il muco del grande Regno, ci unisce sottilmente a quello che ci sta vicino, legandoci in un leggero letto di morte lenta, dove dondoliamo al vento. Tutto è noi, e noi siamo tutto; ma questo a cosa serve, se tutto è niente? Un raggio di sole, una nuvola che l'ombra improvvisa ci dice che passa, una brezza che si leva, il silenzio che segue quando questa cessa, un volto o un altro, delle voci, il riso occasionale tra quelle che parlano, e poi la notte dove emergono senza senso i geroglifici spezzati delle stelle.
Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine
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Capitolo VIII
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Un anno fa, in questo periodo, cominciavo l'ultimo anno di liceo.
Come all'inizio di ogni anno scolastico, ero propositivo: questa volta avrei cambiato rotta, avrei studiato un sacco, mi sarei accaparrato i miei voti alti e una conseguente borsa di studio per l'immatricolazione all'Università di Zaricci.
Non so come mai, ma nonostante queste mie intenzioni positive sono sempre finito a non fare abbastanza. Ho avuto mesi e mesi per cambiare il mio futuro, per aprire i libri invece di guardare video deficienti su Facebook. Pur sapendo fosse l'unica possibilità che avevo per frequentare l'università, non sono mai riuscito a fare più del minimo indispensabile.
C'è poco da dire: non ho mai preso una borsa di studio, non sono riuscito a scappare. Mi ritrovo incatenato a Cordello, in questo autunno statico che mi ingloba in una nebbia tanto fitta quando tipica di questa terra troppo paludosa e umida.
Mentre mi avvio verso casa, tremando dal freddo rigido, mi accorgo che a malapena riesco a percorrere l'incrocio di casa mia. Sono circondato da un'atmosfera grigia che si estende per metri e metri, quel tipo di nebbia così accecante da non permettere di capire a occhio nudo che ora sia. Come se, a differenza del mondo intero, non avesse una vera e propria scadenza.
Appena apro il portone d'ingresso è come se riuscissi a scappare dall'ingordigia indistinta che lascio là fuori. Sembra quasi voler entrare in salotto giusto per ingabbiarmi ancora per un po', inglobarmi in sé come se fossi io stesso la foschia.
Il mondo esterno a questo salotto fetido e malmesso è ora fosco e invivibile, ma in questo periodo stare a casa mia non mi fa sentire al sicuro.
Mio padre e mia madre stanno continuando a litigare, è da giorni che dalla veranda sento le loro grida furiose e rumori di mobilia che si spacca. A volte mi fermo a fissare i passanti dalla finestra per vedere se notano a loro volta le urla; comportamento che, devo ammettere, è tipico di mia mamma, troppo preoccupata di crepare la sua reputazione da casalinga agiata.
Come sempre, supero il soggiorno e corro verso le scale, premendo le dita sui lacci del mio zaino sciupato. Tengo lo sguardo basso, come se rischiassi di guardare in faccia Medusa. Le parole delle due belve diventano un minestrone, si mischiano al punto di non permettermi di comprendere manco una frase.
Sento dei passi pesanti venire verso di me, proprio nel momento in cui alzo la suola della mia scarpa sinistra per raggiungere il primo gradino.
Mio padre mi strattona, quasi buttandomi a terra.
"L'hai detto a qualcuno?" mi urla in faccia mio padre. La sua, di faccia, è ora mostruosa, venosa e sudata. Un demone pronto a risucchiarmi l'anima.
Mia madre ci raggiunge, preoccupata e scandalizzata dalla mossa di papà.
"A chi cazzo l'hai detto?" ripete, a voce ancora più alta.
"Lascia stare Christian!" strilla debolmente Morena, tenendosi una mano sulle labbra. Trema come il suolo durante un terremoto.
"Non fai un cazzo da mattina a sera e vai anche a sputtanare la tua famiglia in giro! La tua famiglia, ti rendi conto? Tu non sei mio figlio!"
Sbraita con una voce molto rauca, rovinata dalle migliaia di sigarette che ha fumato negli ultimi trent'anni. Ha una macchia di tempera bianca sullo zigomo sinistro, e mi devo concentrare su quello per non scoppiare.
Non mi viene da piangere, non sono neanche così sbalordito. E' un ometto triste, un clown deprimente che cerca di atteggiarsi da capofamiglia dignitoso.
"Non ho detto niente a nessuno, allontanati, per favore" gli dico, con calma, mettendo il palmo della mia mano sul suo petto.
Lo spintono leggermente, il giusto per potermi scagionare e procedere verso la cucina.
Una serie di bottiglie di birra vuote circondano il tavolo, e l'odore di tabacco che ho sempre trovato piacevole è ora la puzza della grotta di un ciclope.
"Che cazzo ti è saltato in testa? Tu sei da curare!" gli dice mia mamma, quasi bisbigliando. Non so con che coraggio si avvicini a quell'uomo, che da un giorno all'altro ha cominciato a comportarsi come un bambino viziato preso da attacchi d'ira incontrollabili.
Ho un bruttissimo presentimento, come se sapessi che da qui a breve accadrà qualcosa di brutto e inevitabile. Per questa ragione, probabilmente sovrappensiero, apro l'armadietto in legno di fianco al frigo ed estraggo una bottiglia mezza vuota.
Il Porto Colheita del 1989. Osservo quel vino come lo studiavo anni fa, quando lo rubavo di nascosto perché dovevo andare alle feste ma non avevo neanche i soldi per comprarmi delle birre sottomarca al supermercato. Un gusto orrendo, ma faceva il suo sporco lavoro.
Appoggio la bottiglia nel lavabo, prima di prendermi un bicchiere e versarmi dell'acqua dal rubinetto.
"A lavoro lo sanno tutti. E chi cazzo pensi l'abbia detto in giro, eh?" rialza il tono mio padre. Il suo respiro si fa sempre più pesante, come se si stesse trasformando in un licantropo.
Infine, esplode. Urla come non ho mai sentito nessuno urlare in vita sua: "io lo ammazzo, Morena, lo ammazzo, lo ammazzo, lo ammazzo!"
Sento la sua rincorsa verso di me. Mio padre è ora un toro da corrida e io non sono altro che uno sventurato del pubblico che è stato preso di mira.
Mia mamma cerca di fermarlo, gemendo di dolore e pregandolo.
Lo scorgo entrare in cucina.
Si avvicina, sembra non respirare da diversi minuti. E' così accaldato da non essere manco bordeaux: è viola, come un alieno uscito da un romanzo di fantascienza. Ha i tipici occhi rossi e umidicci di un vecchio uomo che non riesce a darsi la colpa della sua stessa rovina.
La sua mano enorme si eleva verso il soffitto crepato, pronto a colpirmi.
Chiudo gli occhi, coprendomi il viso con le braccia nell'inutile tentativo di proteggermi.
Ci sono poche cose a farmi davvero sentire in pericolo, e l'immagine di un muratore ubriaco e arrabbiato è una di quelle.
Quando mia madre vola tra me e suo marito, riapro le palpebre.
Blocca il braccio di papà, pur rimanendo vulnerabile come poche altre volte in vita sua.
Mio padre le dà della stupida, la spinge di lato e le tira uno schiaffo. Mia madre si spiattella sul muro, colpisce la testa.
Metto le mani dietro la schiena, e dopo alcuni futili tentativi, riesco ad afferrare il collo del Porto Colheita.
Mio padre, quando andavo alle medie, mi accompagnava spesso alle competizioni scolastiche di lancio del giavellotto. Quando c'è il tiro, bisogna fare un movimento circolare su sé stessi, per aumentare la potenza del tiro. Si lamentava spesso di come potevo esercitarmi per tirare meglio. "E' come quando cacci le farfalle con il retino: devi catturare l'aria."
Nessuno dei due avrebbe mai pensato che questo suo spronarmi mi sarebbe tornato utile anche dopo i dodici anni. Lo colpisco sopra l'orecchio destro con una potenza tale da farlo cadere sul tavolo. I ciotti di bottiglie di birra decorano ora il pavimento come una costellazione alcolica, mentre mia madre si riprende, alzandosi da terra a fatica e venendo ad abbracciarmi.
Singhiozza a ritmo irregolare, non riesce quasi a respirare. Mio padre cerca di alzarsi a sua volta, ma scivola col piede su una bottiglia e ritorna a terra, sbattendo violentemente il mento.
Afferro Morena per un braccio, notando che la spallina del suo vestito floreale è distrutta al punto di lasciare il reggiseno nero in bella vista. Scappiamo verso la porta d'ingresso, in extremis riesco a raccattare le chiavi della macchina sul tavolino della sala. Mentre mio padre lancia dei lamenti che riecheggiano dalla cucina alle nostre orecchie, non riesco a lasciare la mano di mia mamma.
Torno bambino, quando le stritolavo il braccio durante il primo di giorno di elementari. Mi sono fatto accompagnare fino alla classe perché avevo paura di perdermi.
Lei, che mi segue senza forze, riesce a malapena a chiudersi la porta alle spalle, come se avesse difficoltà ad abbandonare quella bomba ad orologeria che chiama casa.
"Devi chiamare la polizia" le dico, inserendo le chiavi della macchina nella fessura della portiera.
Lei nega, visibilmente pallida e tremante. Si siede dietro, come se si aspettasse che mio padre si metterà alla guida.
"Chiamali o li chiamo io."
Lei continua a negare con il capo, scuotendolo sempre più velocemente. Il suo petto va all'infuori e torna a dimensioni normali con un'alternanza spaventosa, veloce e repentina: "non si deve sapere quello che è successo lì dentro."
La porta di casa si riapre di colpo, creando un rumore simile a quello di un tuono, ma non scruto nessuno. Parto senza troppi ripensamenti.
La nebbia è ancora molto fitta, di conseguenza anche con gli abbaglianti non si riesce a vedere molto. Non so dove sto andando, ma sicuramente non lascerò me e mia madre a marcire tra le vie di Cordello.
Continuo a percorrere le strade della mia terra con fare frettoloso, come se davvero non potessi stare calmo davanti all'evidenza che per la prima volta scapperò dal paesino che per troppo tempo ho dovuto definire come mio.
In macchina c'è un silenzio tombale, ma nelle nostre teste, sono sicuro, c'è un caos di voci, paure e rimpianti che proprio non riesce a estinguersi.
Gli abbaglianti colpiscono in pieno il cartello che indica l'uscita da Cordello, illuminando la foresta alla mia destra e il burrone alla mia sinistra. Come per scaramanzia, mi tocco i coglioni e faccio un respiro profondo.
Una scritta in oro annuncia "Grazie e arrivederci!" come se fossimo in un villaggio turistico o all'uscita di un centro commerciale. Cordello sa essere basica anche negli addii.
Basta quel mio sguardo disgustato verso l'insegna per investire in pieno una persona che stava attraversando la strada.
Mia madre comincia a urlare, io sterzo immediatamente.
Colpiamo in pieno un albero, che ci fa scuotere prima all'indietro, poi in avanti, come due piñatas distrutte dopo la festa di compleanno di un bambino messicano.
La macchina si ferma, il fumo che esce dal motore si confonde con la foschia che circonda il perimetro attorno alla scena dell'incidente; una scenografia di asfalto rovinato da enormi buche e macchie di sangue troppo rosso, troppo reale, troppo vivo.
Mi tocco il naso, non esce sangue.
Mi giro e vedo mia madre, con gli occhi così spalancati che sembrano sul punto di cadere a terra. Si preme la pancia.
Lo stesso cartello che guardavo fino a poco fa scompare nelle tenebre, come se non fosse mai stato costruito e fosse solo un frutto maledetto della mia immaginazione.
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Sondaggio del 14 Settembre 2019 alle 3:17 PM
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Timeline Berserk e trama versione 2 fatta da noi Circa 40.000 prima di Guts (-40.000) L' idea del male è nata dal subconscio dell'umanità primitiva. L'età dell'uomo (prima della nascita di Guts) Circa -1000 (-1000) Un signore della guerra di nome Gaiseric unifica il continente occidentale, con Midland come il centro del suo impero. Tuttavia, l'antica città che Gaiseric ha fatto come sua capitale viene successivamente distrutta. Anche se la causa di quella distruzione è sconosciuta, una fiaba che specula che Dio ha mandato quattro o cinque angeli per punire Gaiseric e la città è scomparsa a causa di fulmini e grandi terremoti. Secondo la tradizione della Santa Sede , la caduta di Gaiseric era legata a un saggio che aveva imprigionato nella Torre della Convinzione, che fece venire un angelo mentre proclamava i peccati del re a Dio nel mezzo di ogni possibile tortura. La prima Eclisse segna la creazione del primo membro ddella Mano di Dio (apparentemente, Void ). Il misterioso guerriero conosciuto solo come Cavaliere del teschio appare dopo la caduta di Gaiseric e intraprende una guerra contro "gli inumani". Esso incontra la strega Flora , dalla quale acquisisce l' Armatura Berserker . I membri della linea di sangue di Gaiseric sopravvissero apparentemente alla distruzione del suo regno e si dice che siano diventati gli antenati dell'attuale famiglia reale di Midland. Circa -800 (-800) Il secondo membro della Mano di Dio è nato. Conrad(?) Circa -700 (-700) Il potente guerriero noto come Nosferatu Zodd rinuncia alla sua umanità per diventare un apostolo. In questo momento, diventa rivale del Cavaliere. Esso ora ridotto a uno spettro, abbandona l'Armatura Berserker a Flora. La Santa Sede è ufficialmente stabilita, riproponendo tutti i santuari dedicati agli spiriti elementali nelle chiese relegandoli all'oblio e demonizzando coloro che rifiutano di convertirsi, come le streghe. A quel tempo, la Santa Sede costruisce anche la città di Albione attorno alla Torre della Convinzione (o della Condanna). Col tempo, l'area accumula grandi quantità di spiriti inquieti a causa delle atrocità commesse all'interno e all'esterno della torre. Circa -600 (-600) Il terzo membro della Mano di Dio è nato. Ubik(?) Circa -400 Il quarto membro della Mano di Dio è nato.Slan(?) L'età della guerra o d'oro - Prima dell'eclisse Circa -80 (-80) Tudor conquista la fortezza di Doldrey , scatenando la Guerra dei Cent'anni con Midland. La tribù di assassini Kushan nota come Bakiraka viene esiliata per motivi politici. Circa -70 (-70) Il leggendario fabbro Godot è nato. Circa -30 (-30) La magia è stata ridotta a mera superstizione. Flora incontra un giovane Morgan (Enoch, Villaggio). Godot è incaricato di forgiare una spada adatta a uccidere un drago . Il re esilia Godot sulle montagne, dove installa una fucina vicino a una miniera ricca di minerali elfici . Circa -15 (-15) La Banca Vandimion, di proprietà del ricco Federico de Vandimion III , fornisce denaro a Tudor. Questo non risolve la situazione tra loro e Midland. Circa -3 (-3) È nato Griffith . Anno 0 Guts nasce dal cadavere di una donna impiccata. Viene presto trovato da un gruppo di mercenari guidato da Gambino . Casca è nata in una famiglia povera in un paesino al confine. Anno 3 Charlotte è nata con i suoi genitori che festeggiavano la sua nascita. Nove anni dopo, la madre di Charlotte muore e il re di Midland sposa un'altra donna , che ha una relazione segreta con il fratello del re, Yulius . Sys, la donna che ha salvato Guts, compagna di Gambino muore di peste lasciandolo solo con il patrigno. Anno 6 Gambino, con riluttanza, allena Guts per usare una spada dopo la morte di Sys . 9 Guts è stuprato dal collega mercenario Donovan . Guts più tardi uccide Donovan durante una missione di vendetta. Gambino perde la gamba durante una battaglia, diventando paralizzato, amaro e indebolendo il suo gruppo. Griffith ottiene il Beherit e fonda il gruppo d mercenari che poi prenderà il nome di Falchi 10-11 Guts si confronta con il padre adottivo, Gambino, per le macchinazioni di quest'ultimo, e in seguito è costretto a ucciderlo per legittima difesa. Guts è esiliato dal gruppo di Gambino; passa dalla battaglia alla battaglia servendo diversi eserciti mercenari. I tre figli di Federico III: Georgio , Politiano e Magnifico lottano per la successione al padre, mentre Farnese , sua figlia, trascurata e irrequieta, viene tranquillizzata solo da Serpico , suo servo e fratellastro segreto. Alimentato dal suo desiderio di trovare la gloria, Griffith cerc di ingrandire la Banda dei Falchi, salva Caska e la accoglie nel gruppo. 14 Come prigioniero di guerra, Guts ha il suo primo incontro con il soprannaturale mentre incontra uno spirito floreale chiamato Chichi , che inizialmente sospetta essere un'allucinazione. Reclutato da Lord Gennon , un perverso scudiero di Tudor, la Banda inizia a farsi conoscere. Devastato dalla morte di alcuni dei suoi soldati, Griffith passa una notte con Lord Gennon, dormendo con lui per soldi che avrebbe usato per trasformare la sua banda in un gruppo militante più efficace e, quindi, prevenire la morte. Caska diventa il suo fedele secondo e forse da quel momento per la sua bravuta, capitano. Il Re di Midland colloca il Bakiraka nei suoi servizi insieme a molte fazioni militanti: il Drago Bianco, la Tigre Bianca, Arklow e Tumel. Il conte diventa un apostolo sacrificando sua moglie, fingendo che la sua morte sia opera degli eretici mentre ordina esecuzioni ingiustificate di chiunque sia accusato di eresia. Vargas , un medico reale, viene a sapere della transizione del Conte ed è costretto a guardare la sua famiglia morire prima di fuggire con il Conte Beherit , ma non senza essere orribilmente sfigurato. Anno 15 Guts sconfigge il famigerato guerriero Bazuso e attira l'attenzione di Griffith. Attaccato, reagisce e ferisce alcuni membri della Banda dei Falchi in un campo solitario. Incontra Caska ma tenta di ucciderla considerandola nemica. Griffith sconfigge Guts due volte, quindi lo costringe a unirsi ai Falconi. In un villaggio distrutto dalle fiamme, Godot salva una bambina di nome Erica e la adotta come sua figlia. Il Re di Midland fonda i Cavalieri del Cane Nero guidati da Wyald , un prigioniero e apostolo della Mano divina. Anno 16 Rosine , stanca di vivere con la sua famiglia e ossessionata dalla storia di Peekaf , decide di lasciare la sua casa e si dirige verso la Valle della nebbia , dove diventa apostola in cambio della vita dei suoi genitori. I Cavalieri del Cane Nero sono esiliati per i loro crimini. Anno 18 I mercenari della Banda dei Falchi sconfiggono i cavalieri di Tudor e vengono reclutati da Midland per la Guerra dei Cent'anni. Il patriarca di Vandimion manda sua figlia, Farnese de Vandimion, in un convento. Farnese diventa il comandante dei Sacri Cavalieri della Catena di Ferro . Serpico brucia sua madre sul rogo come un eretico, sotto pressione da Farnese e preoccupato che anche lui possa essere ucciso. Guts si ente ormai parte dei Falchi, odiato solo da Caska e Colkas ma molto amato da Griffith come un fratello. Guts si confronta con Nosferatu Zodd per la prima volta durante un assedio, la cui presenza cementa l'esistenza del soprannaturale di Guts. Il ministro Foss riesce a mettere Yulius contro Griffith, ma un fallito tentativo di omicidio ha come risultato la morte del nobile con suo figlio ed erede al trono, Adonis , entrambi uccisi da Guts. Quella notte Caska si presenta premurosa verso Guts. Griffith discute con Charlotte i suoi criteri per chi è un vero amico. Guts sente per caso questa conversazione, lasciandolo profondamente turbato dalla rivelazione, lasciando sola Caska che pare abbia capito qualcosa. Il re di Midland effettua un attacco finale su Tudor, che è stato indebolito da problemi interni. Durante la battaglia contro Le balene blu , Guts e Casca riescono a forgiare un legame più profondo dopo un incidente, cosa che li porta a piacersi per come sono realmente. Guts è contrapposto a un centinaio di soldati di Adon Coborlwitz e prevale, rendendolo una leggenda sui campi di battaglia mentre viene soprannominato Lo sterminatore di cento uomini, avendo anche salvato Caska. Il Re ordina alla Banda del Falco di riconquistare Doldrey. CAska e Guts ormai sono affiatati e discutono sul passato di Griffith che torna. Sconfiggono i cavalieri di Lord Boscogn e il governatore Gennon e conquistano il forte con uno stratagemma. Midland vince la guerra dei Cent'anni. Caska e Guts esultano affiatati finchè lui, pensnado che lei ami solo Griffith tenta di darle una mano con l'amico. Flora assume Schierke come apprendista, accompagnato da Ivalera l'elfo. Un ballo di vittoria per i Falchi mette l'inizio per loro verso un futuro roseo e ricco. Caska è felice di avere Guts vicino e lo dimostra. Guts annuncia di nuovo a Caska la sua partenza dalla Banda, cercando di seguire il suo sogno. Piena di timore tenta di fermarlo la prima volta ma l'annuncio del Re l'attira in sala. Guts dopo averla osservata e aver pensato che stavano per agire alle sue spalle, svanisce. Griffith sventa un'altra cospirazione contro di lui, guidata da Foss e dalla Regina di Midland, che alla fine viene uccisa come risultato. Un mese dopo Guts, di notte, prepara tutto e lascia la caserma dei Falchi. Caska lo scopre e tenta di fermarlo, quasi dicendogli cosa prova, inutilmente. Judo tenta di fare altro per Caska a modo suo ma Guts crede altro e il discorso finisce su di lui che la ama ma non può averla. Griffith, alarmato da Caska che tenta l'ultima carta per riavere Guts con loro, non riuscendo a fermare Guts, prima viene sconfitto da questi e cade in una spirale discendente di follia. Caska si scopre innamorata di Guts, pensa a lui e solo all'ultimo di griffith, non sapendo cosa stava facendo. Questi viene sorpreso in affari intimi con Charlotte in preda alla disperazione, portandolo al suo arresto e la distruzione di tutto. Griffith viene incarcerato e torturato nella Torre della rinascita quando il Re denuncia la banda dei Falchi come criminali. Caska, in un tranello si ritrova in un agguato di Midland, ferita in modo grave salva una parte dei suoi uomini e finisce per diventare il capo di una banda di fuorilegge. Guts incontra il cavaliere del teschio, che predice la morte della Banda e sua durante l'Eclisse. Età nera - dall'Eclisse in poi Anno 19 Guts passa un anno intero a vivere con Godot ed Erica. Affronta e sconfigge un uomo Kushan di nome Silat in un torneo, da cui apprende che i Falconi sono ora una banda di ladri in clandestinità e riconosce Caska nel loro capo. Guts si ricongiunge con i Falconi e si riunisce temporaneamente a loro per salvare Griffith e ripristinare le loro forze. Inizialmente Caska è adirata e lo odia, fuoriescono dolore e disprezzo per cosa involontariamente lui ha portato a lei e griffith con la sua scelta e tenta il suicidio, salvata da Guts.In preda ai sentimenti gli fa capire quanto lo ama. Guts e Casca ammettono alla fine uno all'altra il loro amore reciproco e inconsapevolmente concepiscono il loro bambino in una notte di passione iniziata un pò rude e poi finita in una unione più forte e sincera di prima. Casca, Judeau , Pipin e Guts salvano corrono al palazzo reale per il salvataggio. Caska e Guts hanno i primi momenti di dissidio a causa dei sentimenti di lei per griffith che non sono amore ma ammirazione, che la portano però a provare gelosia per Charlotte, colei che li sta aiutando e Guts non ci sta. Griffith dalla Torre della Rinascita viene liberato dopo difficoltà enormi e qui vede per la prima volta i suoi secondi in atteggiamenti intimi e si arrabbia. L'anatomia fisica e la stabilità mentale di Griffith sono state gravemente compromesse a causa della prolungata tortura. Il Re malato affida a Wyald e ai Cavalieri del Cane Nero di annientare i Falconi, in preda alla pazzia perchè Charlotte ama ancora il falco. Quasi la metà della banda del Falco viene massacrata da Rosine e il Conte. Solo Rickert sopravvive al calvario quando interviene il cavaliere. I Cavalieri del Cane Nero sono sconfitti dai Falchi quando Wyald viene ucciso da Nosferatu Zodd. tutti i Falchi scoprono a causa di Wylad il legame tra Caska e Guts, compreso Griffith che non ne è felice. Rickert viene trovato da una compagnia di artisti circensi e incontra un folletto chiamato Puck . I falchi scoprono che Griffith non potrà più guidare l'armata e iniziano a dividersi per decidere il proprio destino. Caska chiede loro del tempo per decidere se sarà lei a prendere in mano il ruolo del suo ex generale, Guts non è d'accordo perchè vuole trovare la sua strada con lei da soli. Caska viene quasi violentata da Griffith in preda alla frustrazione di aver perso lei e la banda, lei disperata per la situazione chiede perdono a Guts perchè ha deciso di prendersi cura di lui per sempre e gli chiede di andare via da solo perchè è la cosa giusta per lui. Nonostante lei gli stia offrendo una possibilità data dal suo amore per il compagno, decide anche per i suoi commilitoni di restare con lei. Dopo aver perso il suo ultimo filo di sanità mentale, Griffith tenta di suicidarsi in un lago, solo per riscoprire il suo Beherit Cremisi. Mentre i suoi compagni arrivano per aiutarlo, Griffith innesca inconsapevolmente l'Eclisse. La Banda, insieme a Guts e Casca, vengono trasportati nell'Interstice dove vengono presentati a Void, Slan , Conrad e Ubik . Void e Ubik manipolano Griffith nell'accettare la proposta. Ogni membro della Band a è marchiato da Void per sacrificio quando Griffith decide. Solo Guts e Casca sopravvivono per miracolo ma distrutti nell'animo e corpo. Griffith rinasce come membro finale della God Hand, Femto . Guts perde l'occhio destro e il braccio sinistro cercando di difendere Casca dall'essere impalata dopo varie sevizie. Per cementare la sua vendetta contro Guts, Femto violenta brutalmente Casca, facendole perdere la sua sanità mentale oltre che farla sanguinare nel corpo. Il cavaliere entra nell'interstizio e salva Guts e Casca dalla mano divina all'ultimo secondo, restituendoli nel reame mortale. Farnese de Vandimion e i Sacri Cavalieri della Catena di Ferro scoprono un lago rosso. Trovando i resti dei Falconi, concludono che è il sito di nascita del "Falco delle Tenebre". Guts si sveglia quattro giorni dopo nella miniera di Godot, frequentata da Rickert ed Erica, e apprende le condizioni di Casca. Guts fugge da un dolore intenso e promette vendetta su Griffith. Casca dà alla luce un bambino deforme : il bambino prematuro di Guts contaminato dall'essenza demoniaca di Femto. Guts lascia Casca a Erica e Rickert per iniziare la sua caccia agli apostoli. Come regalo d'addio, Rickert dà a Guts un falso braccio sinistro con un cannone incorporato e una balestra a ripetizione. Guts trova il Dragon Slayer all'interno dell'armeria di Godot e lo usa per uccidere un apostolo. Godot permette a Guts di prendere la spada con sé nel suo viaggio. L'età dell'oscurità (dopo l'eclisse) 20 -21 Nel corso di due anni, Guts caccia e uccide senza pietà gli apostoli, diventando famoso come lo "Spadaccino nero". Rickert costruisce un memoriale per i suoi fratelli caduti, la Collina delle Spade . Guts uccide il barone Serpente nel villaggio di Koka e salva Puck, che diventa il suo primo compagno di viaggio. Guts arriva nella città del Conte e prende una Beherit da Vargas. Guts combatte il Comandante Zondark ed entra nel castello dell'apostolo, dove ferisce mortalmente il Conte davanti alla sua giovane figlia Theresia Il Conte attiva il Beherit e Guts finalmente torna faccia a faccia con la Mano di Dio, solo per non essere in grado di uccidere Griffith, che ha dominato i suoi poteri demoniaci. Il Conte viene trascinato nell'Abisso dopo aver esitato a sacrificare la sua unica figlia. Theresia giura vendetta a Guts, che se ne va, emotivamente colpito. Isidro fugge da casa, sognando di seguire la Banda del Falco e il suo capitano dei raider (ossia Guts). Guts salva Jill da una banda di banditi sotto un albero spettrale, e presto scopre che i villaggi vicini vengono attaccati dall'apostolo Rosine e dagli "elfi" che lei ha generato dai bambini. Guts è bollato come un omicida di massa dopo che i Cavalieri della Catena di Ferro lo hanno visto uccidere Rosine e i suoi elfi, che hanno confessato di essere bambini umani. La manifestazione dell'intima oscurità di Guts prende infine forma a seguito delle sue incessanti uccisioni e notti insonni. I Sacri Cavalieri della Catena di Ferro catturano e imprigionano Guts nel loro accampamento. Con l'aiuto di Puck , Guts fugge e prende in ostaggio Farnese . Farnese ha la sua fede scossa dopo aver assistito all'apparizione degli Apostoli per la prima volta. Il giorno dopo, Serpico salva Farnese e fa una breve rissa con Guts . Alla periferia di Albione, una persona ai margini della società invoca la Mano di Dio e diventa l' Apostolo a forma di uovo offrendo il mondo come suo sacrificio. Poco dopo, tutti in Midland hanno un sogno profetico dell'avvento della peste, degli invasori e del loro salvatore: Il falco della luce . Nosferatu Zodd riceve una visita dal Falco della Luce, dove viene facilmente sconfitto in battaglia. Assegnando il suo servizio eterno al Falco, Zodd è comandato di viaggiare ad Albione. Il re di Midland muore, portando Wyndham ad essere conquistata dall'esercito di Kushan . Casca scappa da Erica e finisce in compagnia di una prostituta di nome Luca , che è tra i rifugiati e le impedisce di essere violata dai suoi clienti. La Santa Sede colloca Farnese al servizio del loro fanatico inquisitore capo, Mozgus , per sovrintendere al caos che è sorto ad Albione a causa del Culto della Dea della Fiamma commettendo omicidi del sacerdozio della Santa Sede. Guts ha una visione di Casca che viene bruciata. Il bambino demone sembra implorarlo di andare nel luogo in cui sua madre morirà. Guts ritorna alla casa di Godot . Lla salute del fabbro vien meno e il suo arsenale viene raffinato da Rickert, dalle parole del vecchio si rende conto che ha di nuovo abbandonato Casca come faceva anni fa, l'unica persona per ha sempre fatto quel che poteva. Il giorno seguente, Guts inizia il suo viaggio ad Albione per riavere la persona a lui più preziosa. Guts si ricongiunge con Isidro prima di lasciare il giovane per risparmiarlo dagli attacchi degli spiriti irrequieti delle vittime giustiziate di Mozgus . Guts si ricongiunge quindi con il cavaliere, apprendendo che Griffith sta per riprendere forma corporea e che deve fare una scelta: fermarlo o salvare Casca . Casca segue una delle prostitute di Luca, Nina , che viene rapita dagli eretici che le credono una strega. La presenza di Casca richiama gli spiriti inquieti all'interno della caverna proprio quando entrano i Cavalieri della Catena di Ferro . Guts uccide il leader dei cultisti prima di affrontare Serpico in un duello, che vince per poco. Nonostante i coraggiosi sforzi di Guts, Casca e Nina sono entrambe catturate e portate alla Torre della Convinzione o Condanna La presenza di Casca alla Torre segna l'inizio della Cerimonia dell'Incarnazione , evocando gli spiriti tormentati dei torturati per attaccare e uccidere gli abitanti della Torre. La stessa Casca è protetta dal demone figlio che usa tutti i suoi poteri per salvarla. Godot muore nel sonno, portando Rickert a diventare il suo successore. Guts mette insieme una squadra di soccorso composta da Isidro , Luca e Jerome . Aggrediscono la Torre e formano un'alleanza con Farnese e Serpico per salvare Casca e Nina . Mozgus e i suoi discepoli rinascono come Pseudo-Apostoli . Con il nuovo potere, Mozgus prende in ostaggio Casca. Guts uccide Mozgus e salva Casca mentre la Torre crolla, uccidendo tutti dentro divenendo una mano enorme. L' uovo del mondo perfetto , dopo aver ingoiato il bambino demone morente , completa la cerimonia dell'incarnazione e cessa di essere il vecchio per divenire un nuovo, come un risorto Griffith che emerge dal guscio senza vita. Silat arriva ad Albione con l'ordine di catturare Guts ; tuttavia, Griffith fugge su Zodd mentre Guts fugge con Casca. Farnese abbandona la sua fede e il suo dovere, decidendo di seguire Guts mentre è accompagnata da Serpico . Azan , da parte sua, ritorna nella città portuale di Vritannis , che è sotto il controllo della Santa Sede. Guts arriva a casa di Godot dove gli viene detto da Erica che il fabbro è morto. Griffith visita Rickert in cima alla collina delle spade , conducendo all'incontro di Guts con Griffith. Una successiva battaglia con Zodd distrugge la miniera di Godot prima che Griffith ordinasse a Zodd di ritirarsi a causa di questioni più urgenti. La distruzione della miniera di Godot, il santuario di Casca contro i cattivi spiriti e i demoni, costringe Guts a portare Casca con sé per proteggerla. Puck consiglia a Guts di andare a casa sua, Elfhelm , dove Casca sarebbe al sicuro. Quando arriva l'inverno e dopo aver avut momenti neri con Casca, Guts incrocia Farnese, Serpico e Isidro e gli permette di unirsi a lui per proteggere meglio Casca. Griffith riforma la Banda del Falco con Zodd e vari altri Apostoli che includono Grunbeld , Locus , Rakshas e Irvine come membri. Il gruppo guadagna anche membri umani come Sonia , una ragazza con poteri telepatici, e un nobile della Midland chiamato Mule Wolflame . Schierke , inviata a Midland da Flora , sente che Griffith è la reincarnazione di uno spirito di alto livello mentre percepisce la sua vera natura. 22-23 (attualmente nel manga) Guts e i suoi compagni di viaggio incontrano Morgan e lo aiutano a raggiungere la casa di Flora nonostante i tentativi di Schierke di scacciarli. Guts incontra Flora, che crea un talismano protettivo per Casca e lui per nascondere la loro presenza agli spiriti inquieti. Flora rivela quindi la natura della Mano di Dio , dei Beherits e del Mondo Astrale . Schierke si unisce al gruppo di Guts per aiutarlo a difendere il villaggio di Enoch da un'infestazione da troll . In precedenza, Guts ed i suoi compagni hanno tutti reliquie magiche per aiutarli nei futuri incontri. Farnese e Casca vengono rapite e portate dai troll alla loro tana all'interno di uno strato oscuro del piano astrale noto come Qliphoth . Casca e Farnese vengono salvate, ma Guts si trova di fronte a Slan che tenta di costringerlo ad attivare il Beherit sulla sua persona. Vicino alla morte, Guts viene salvato dal cavaliere che respinge Slan. Griffith orchestra un assalto ai Kushan - che avevano occupato Wyndham- per salvare Charlotte . Lui la salva con l'aiuto di Nosferatu Zodd . L'imperatore Ganishka difende il suo castello dalla rinata Banda mentre Rakshas instilla la disillusione in Silat , rivelando la vera natura di Ganishka come un Apostolo e i mostruosi eserciti di Pishaca e Daka che lui stesso aveva creato. Griffith ordina l'esecuzione di Flora , inviando un plotone di apostoli guidati da Grunbeld e Zodd per assassinare la strega. Vicino alla morte dopo la sua battaglia con Grunbeld, Guts è equipaggiato per la prima volta con l' Armatura Berserker . Flora trascende la sua esistenza e si sacrifica per respingere Grunbeld così Schierke e i suoi nuovi amici possono fuggire. Guts apprende dal cavaliere dei pericoli dell'armatura Berserker. Gli viene anche detto che il Re di Elfhelm, Hanafubuku può ripristinare la mente di Casca, ma dà a Guts un avvertimento di cautela se è meglio ripristinare la sanità mentale di Casca perchè cosa lei desidera potrebbe non essere coincidente con cosa lui vorrebbe. Casca incontra un misterioso giovane sulla riva prima che il gruppo venga attaccato dagli animali posseduti dall'impero di Kushan , parte di una forza avanzata sotto Daiba che Ganishka ha inviato. Mentre la luna piena aumenta la potenza del Berserker , Guts perde il controllo e quasi uccide i suoi alleati. Il gruppo decide di farsi strada verso Vritannis con Farnese con l' intenzione di usare i suoi legami familiari per dar loro una nave e si riunisce con suo fratello Magnifico . Daiba fa la sua mossa, attaccando Vritannis con i suoi eserciti di mostri mentre Ganishka si proietta nella città per dichiarare guerra alla stessa Santa Sede. Gli amici di Guts scappano sulla nave di Roderick , il Cavalluccio Marino, mentre Guts usa l' Armatura di Berserker per combattere i mostri. Guts forma una tregua improbabile con Zodd per sconfiggere Ganishka . Nel frattempo Griffith convince Ganishka a sistemare le cose a Wyndham . A Wyndham, Ganishka entra nella stanza degli apostoli che sfrutta e sacrifica tutte le sue forze per trascendere in un essere uguale alla Mano di Dio nonostante la protesta di Daiba . Ganishka distrugge la città di Wyndham. Griffith raggiunge Ganishka e uccide l' Apostolo , causando una esplosione del mondo astrale e la creazione del suo regno: Falconia . Il cavaliere del teschio ha un diverbio con Phemt, ossia Griffith tornato nella forma di Falco oscuro. Guts e la sua squadra si imbarcano nel viaggio per Elfhelm, diretto verso il mare . 24-25 Dopo l' esplosione del mondo astrale , gli strati che separano il piano naturale dal mondo astrale si dissolvono; portando ad un nuovo mondo in cui gli esseri umani e le creature magiche coesistono. Guts uccide il dio del mare con l'aiuto di Schierke , consentendo il passaggio sicuro per continuare il loro viaggio. Rickert ed Erica viaggiano a Falconia , ora un rifugio dagli orrori del mondo. incontrandosi con Griffith , Rickert colpisce il suo ex leader affermando che non condivide cosa è e cosa ha areato, prima di fuggire dalla città con Erica, Silat e Daiba perchè il suo ex capo ha tentato di ucciderlo. Guts e compagnia finalmente finiscono il loro lungo viaggio, attraccando a Skellig . Guts e il suo gruppo sono guidati da Elfhelm da una banda di streghe. Una delle streghe di nome Danaan si rivela essere la vera sovrana Hanafubuku sotto mentite spoglie. Hanafubuku conferma a Guts di poter guarire la mente e la sanità mentale di Casca . Istruendo Farnese e Schierke per aiutarla, il trio entra nel Corridoio dei Sogni per iniziare il processo di guarigione. Lì le due compagne di viaggio di Guts scoprono parte del passato di Caska e Guts e molte cose su quest'ultimo. Attualmente in prosecuzione
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