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thearkitalk · 5 years ago
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Trend glamping
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La nuova tendenza per le vacanze è in grado di coniuigare il piacere di immergersi nella natura con le coccole del lusso, in resort che sembrano usciti da una rivista di architettura. Vi presento il Glamping.
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Mirrorcube - Treehotel Alzi la mano chi associa alla parola “campeggio” questi flash: vita spartana, tende lillipuziane, sassi conficcati sotto la schiena, bagni chimici e imprese fantozziane tra picchetti e teloni. Anche nella mia mente scorrevano queste immagini, retaggio di un'infanzia da scout che mi ha regalato momenti bellissimi ma sicuramente non comodi e, soprattutto, che oggi rifuggirei come la peste. Fino a che mi sono imbattuta su Instagram in questo hashtag: #GLAMPING. E da lì, l'illuminazione! In un magico connubio si fondono insieme le amenità del campeggio (primo tra tutti, l'immersione nella natura) con le comodità del resort, talvolta fino a sconfinare nel lusso. Non solo tende, ma bungalow, bolle geodetiche e veri e propri gioielli di design.La tendenza non è propriamente recente, ma il particolare momento storico (a proposito, a voi cosa è rimasto di questo periodo?) indubbiamente incoraggia scelte di viaggio inusuali e meno di massa. Affascinata da queste immagini, ho navigato alla ricerca delle mete glamping più particolari e caratteristiche: eccole qui per voi. TREEHOTEL (Harads, Svezia) 
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Bird's Nest e Dragonfly - Treehotel
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Le fronde dei pini di questa foresta nel nord della Svezia sono uno scrigno che raccoglie piccole gemme di design. Sette diverse tipologie di casa sull'albero, ognuna assolutamente unica e progettata nei minimi dettagli. Tra queste Mirrorcube, un cubo di 4 metri per lato, dalle facce specchiate così da integrarsi completamente nel contesto, con tanto di un balcone nascosto dalla facciata vetrata, per vedere senza essere visti. Bird's nest, un gigantesco nido di uccelli posto sulla cima degli alberi, in grado di ospitare fino a 4 persone e accessibile attraverso una botola posta al termine di una scala. Dragonfly, una suite di ben 52 metri quadri e destinata anche ad ospitare piccole conferenze. SANDY PINES CAMPING (Kennebunkport, USA) 
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Glass House - Sandy Pines Camping
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Se “The way life should be” è il motto del Maine, alloggiare in questo glamping non può far altro che avvalorare questa tesi. Il campeggio offre diverse tiplogie di alloggio, ma le più particolari sono sicuramente le “Unique retreats” tra cui spiccano Starry Night (la casa di vetro), la cupola Stargazed e la capanna extra lusso Sheperd's Hut. Tutte dotate di letto king size, ovviamente. CAPITOL REEF RESORT (Torrey, USA) 
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Teepee e vagoni al Capitol Reef Resort
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Nello Utah si può respirare ancora l'atmosfera della frontiera, senza i disagi della dura vita del cowboy. Al Capitol Reef si può infatti dormire in teepee di lusso dotati di letto king size, aria conizionata e bagno privato. I Conestoga Wagons, invece, sembrano i vecchi caravan della corsa all'oro, ma questi possono ospitare fino a sei persone per pernottare come una carovana sotto le stelle. HANGZHOU KAIYUAN SENBO REORT (Hangzhou, Cina) 
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Hagnzhou Kaiyuan Senbo Resort Accanto al tradizionale hotel (ovviamente super stellato), perfettamente immerse nel verde della foresta a ridosso del lago Xianghu si trovano le Resort Houses. Caratterizzate da un design di lusso, sono state progettate varie tipologie per poter accontentare una vasta gamma di clientela: si va dalle singole stanze luxury, alle suite famigliari, fino alle “party villas”. LA QUIETE (Serra di Pamparato, CN) 
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La Quiete
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Anche il mio amato Piemonte sembra essere terra fertile per questa nuova tendenza. Pionieri, in tal senso, sono stati Ileana e Davide che hanno dato vita a quello che sicuramente è stato un sogno di molti di noi da bambini: la casa sull'albero. Protette tra rami frondosi, fanno capolino due casette in legno. Quaranta metri quadri estremamente confortevoli, con uno spettacolare terrazzo a sei metri di altezza. Il legno fa chiaramente da padrone, declinato in varie essenze, ognuna con le sue proprietà: il cedro rosso canadese altamente performante dal punto di vista statico, per la struttura; il cimbolo, benefico per cuore e psiche, è stato scelto per gli arredi, abbinato al frassino. A quasi 1000 metri di altitudine, La Quiete è il punto di partenza ideale per trekking ed escursioni a stretto contatto con la natura. RELAIS CASCINA DEI CESARI (Borgo Ticino, NO)
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Ancora Piemonte, ma questa volta vista lago Maggiore, dove si trova il primo “Bubble Hotel” di Italia (una catena a cui aderiscono diverse strutture: www.bubbleemotion.com). Il Relais dei Cesari propone due soluzioni per dormire sotto le stelle. Una suite composta da ingresso, soggiorno, camera da letto e bagno (questi ultimi semitrasparenti, per ovvie ragioni di privacy!) e una suite sotto una cupola geodetica. Completamente trasparente (si trova in una posizione di assoluta privacy) e dotata di una camera matrimoniale, un guardaroba, un bagno e addirittura un dehor con barbecue. Il soggiorno è accompagnato da champagne, massaggi, fiori: me lo ricordavo diverso, il campeggio! VILLAGGIO LA PESCACCIA (San Clemente, FC) 
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A due passi dalla movida della riviera romagnola e dolcemente adagiato tra le colline dell'entroterra, la struttura ha affiancato alle classiche camere dei bungalow di lusso, delle piccole ville con vista lago e, fiore all'occhiello, tende luxury dotate di bollla panoramica. Una bolla trasparente, di 9 mq., dove passare la notte ammirando la meraviglia della volta celeste. Avete rivalutato l'idea del campeggio tradizionale? Prima della partenza, però, nessuna capatina da Decathlon per lo zaino tecnico..è più opportuna una strisciata di carta da Louis Vuitton! Read the full article
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thearkitalk · 5 years ago
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Cosa resterà....
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Un home office per lavorare da casa: qualche ispirazione per organizzarlo. La pandemia da Covid19 ha stravolto le vite di tutti negli ultimi mesi. La ripresa sta iniziando a prendere forma: torneremo alle vecchie abitudini, ma nella convivenza con il virus qualcosa dovrà necessariamente cambiare. Tra queste, sicuramente il modo di lavorare: smart, agile ma comunque da casa.  
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Immagine via Pinterest Tante volte ho pensato che la generazione dei nostri nonni ha vissuto un cambiamento epocale e lo ha vissuto in prima persona, soffrendo, adeguandosi, cambiando. Tante volte ho pensato che la mia, di generazione, non sarebbe mai stata protagonista di un cambiamento così. E invece, oggi è lampante, è quello che sta succedendo oggi. Siamo dentro tutti, mani e piedi, in questo vortice che da più di due mesi ci ha colti di sorpresa e ci ha messi di fronte ad una realtà con cui abbiamo dovuto fare velocemente i conti, in un momento in cui non solo era difficile pianificare, ma era molto facile anche perdere la testa. Non che tutto sia passato, chiaramente. Ma forse adesso possiamo iniziare a tirare qualche linea e a capire che tante cose non potranno più essere come prima. Non mi sto riferendo a scenari a grande scala, che inevitabilmente sono stati stravolti, ma anche alle piccole cose della vita di tutti i giorni. Il caffè al bar, il recarsi al lavoro e il lavoro stesso. Ho sperimentato in prima persona lo “smart working” che per me, essenzialmente, è stato un più banale lavorare da casa... in una delle prima domeniche di marzo, in attesa dell'ennesimo decreto, ho arruolato mio marito e siamo andati nel mio studio. Al volo ho recuperato le cose più importanti per poter lavorare: pc, chiavetta per la firma digitale, qualche faldone. Arrivati a casa, ho riposto il portatile che per qualche giorno avevo utilizzato come muletto e ho riallestito la mia postazione. Ero diventata una fortunata detentrice di un “home office”. E fortunata mi ritengo, perché ha casa mia ho potuto utilizzare una stanza che al momento è rifugium peccatorum e nella sua meravigliosa accozzaglia di funzioni (l'asse da stiro convive ormai da tempo con un tapis roulant e una chitarra) mi ha permesso di poter piazzare anche una spaziosa scrivania, dalla quale sto scrivendo anche adesso.
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Valiant House, architetto Anna Rozen, Melbourne. Nell'incertezza di questi giorni, appare ormai evidente la necessità di imparare a convivere con questi nuovi stili di vita: le mascherine diventeranno un accessorio di moda, ordineremo sempre più online e, sì, impareremo a lavorare da casa. Per fare questo nel modo ottimale, è necessario poter avere uno spazio a disposizione e non necessariamente questo deve (può) essere una stanza dedicata all'ufficio. Anzi, è molto probabile che la tendenza sia quella di ricercare la flessibilità degli spazi.
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via Pinterest Le pareti attrezzate sono quelle che permettono la migliore integrazione di un angolo studio in soggiorno. Modulari e componibili, consentono di decidere liberamente quanta parte dedicare alla scrivania e quanta ai contenitori. Una seduta minimale può essere facilmente riposta sotto la mensola quando non viene utilizzata.
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La proposta di Giessegi. Se l'ingresso è sufficientemente spazioso, si può ipotizzare di posizionare uno scrittoio, magari anche antico a contrasto con una seduta decisamente moderna.
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Scrittoio d'epoca e sedia icona del design: Panton Chair di Vitra. Immagine via Pinterest.   Oppure è possibile sfruttare una nicchia attrezzandola con mensoloni e scaffali. Attenzione però: se l'ambiente è cieco, come in questo caso, il progetto illuminotecnico diventa fondamentale per garantire un buon comfort visivo.
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Immagine via Pinterest. Un piccolo scrittoio può essere posizionato anche in camera da letto, magari condividendolo con l'angolo beauty. Anche in questo caso può trattarsi di un sistema integrato al guardaroba, oppure una soluzione freestanding con minimo ingombro.
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Immagine via Pinterest Trasformare il balcone in ufficio? Qualcuno ci ha pensato, proponendo soluzioni come scrivanie appese alla ringhiera. Sicuramente bello da vedersi, ma poco pratico per lavorare al pc: troppa luce interferisce con un monitor.
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Desk da balcone, in vendita anche su Ebay. Immagine via Pinterest. Se invece si parla di giardino d'inverno, le cose sicuramente cambiano: con un buon sistema di tendaggi, è possibile lavorare in modo confortevole con il benefit del sentirsi circondati dal verde.
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Immagine via Pinterest. Cosa ne pensate dell'home office? Avete sperimentato nuove soluzioni alternative per lavorare durante il lockdown? Credete che sia un trend destinato ad affermarsi? Fatemi sapere e buon ritorno al lavoro, smart o tradizionale che sia. Read the full article
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thearkitalk · 6 years ago
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Ricostruire Notre - Dame
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Lo stato dell'arte del destino della cattedrale parigina, come ricostruire Notre - Dame dopo l'incendio del 15 aprile 2019. Lo scorso 27 maggio il Senato francese ha approvato il disegno di legge del Governo sulla ricostruzione della cattedrale parigina. Atto dovuto, dopo il violento incendio che, divampato lo scorso 15 aprile, ha portato alla distruzione della guglia e del tetto, oltre ad aver compromesso la staticità di alcune volte. Il disegno di legge è volto anche alla gestione dei fondi raccolti per la ricostruzione e al suo interno contiene una clausola fondamentale e alquanto controversa.
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Credit: www.architetti.com La ricostruzione dovrà infatti riportare al risultato di una Notre - Dame “dov'era com'era”, evitando la possibilità di indire un concorso di architettura per la ricostruzione della cattedrale. Termine temporale per il completamento dei lavori entro le Olimpiadi del 2024, che si svolgeranno proprio a Parigi.
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Le porzioni danneggiate. Credit: www.wikipedia.com Il dibattito sul “come” ricostruire era scaturito già dalle prime ore del divampare dell'incendio, non appena la chiesa era stata messa in sicurezza ed era stato possibile fare una prima valutazione dei danni. Le posizioni vedevano da un lato la volontà di un intervento di ricostruzione che fosse segno del proprio tempo, punto di vista portato avanti dallo stesso Presidente Macron. Sul fronte opposto, la visione più strettamente conservativa abbracciata anche dal sindaco di Parigi Anne Hidalgo. Questo dualismo è tipico nei casi di ricostruzione in cui sia implicata una forte istanza psicologica legata al bene compromesso. Le più recenti carte del restauro, infatti, hanno spostato la concezione del restauro da una visione di anastilosi – il “dov'era, com'era” - verso un intervento che dichiari apertamente la propria contemporaneità. In poche parole, bandendo il falso storico, perché un falso storico alla fine è quello che verrebbe generato. Nel caso di Notre – Dame però – così come in altri casi illustri come la Frauenkirche di Dresda, il Campanile di San Marco a Venezia, tanto per citarne alcuni – l'istanza psicologica è molto forte. Così radicata che difficilmente i parigini vorrebbero e accetterebbero una cattedrale diversa da quella che, per secoli, ha rappresentato un inconfondibile landmark della propria città. E per la portata culturale di questa chiesa, il discorso non riguarda solo i parigini, ma i cittadini di tutto il mondo. La stessa guglia distrutta non era quella originaria duecentesca (andata perduta nel 1792), ma era la ricostruzione che l'architetto e restauratore Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc progettò nel 1860. L'operazione che all'epoca di Viollet – le – Duc era assolutamente genuina (seppur non scevra di polemiche già da parte dei suoi contemporanei), oggi non può avere una conseguenza così lineare, non dopo anni di dibattiti in tema di restauro.
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La "fleche" nei disegni di Viollet - Le - Duc. Credit: www.architetti.com Ecco quindi l'idea di un concorso di idee per una restauro figlio dei nostri tempi, innovativo e marcatamente contemporaneo: ricostruire il bene, ma lasciando visibile la traccia dell'incendio, cicatrice che, piaccia o no, è entrata nella storia della cattedrale. Sarebbe lecito cancellarla con un restauro conservativo? Cosa sarebbe la Sagrada Familia senza la sovrapposizioni delle idee e delle mani che, dall'originario progetto di Gaudì, ha generato la chiesa che oggi conosciamo? Tornando a Notre - Dame, l'idea di concorso di idee era stato accolto con entusiasmo sul web, tanto che la piattaforma GoArchitect aveva indetto un contest online, aperto fino a fine giugno. Sta di fatto che l'idea di ricostruzione innovativa si sta progressivamente riducendo, a fronte di un restauro conservativo volto a restituire una cattedrale identica alla situazione pre incendio. Numerose proposte sono scaturite non appena l'incendio è stato domato. Alcuni progetti hanno effettivamente mirato a coniugare la volontà conservativa con l'innovazione tecnologica, nel rispetto dell'esistente. Altri invece, più che proposte progettuali, sono stati vere e proprie provocazioni, talvolta vicini al cattivo gusto. E' il caso del “progetto” dello studio parigino NAB ha previsto una copertura vetrata e la creazione di una serra verde, con tanto di alveare nella guglia.
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La serra verde di NAB studio. Credit: www.dezeen.com   Gli svedesi Ulf Mejergren Architects hanno convertito Notre – Dame in una piscina pubblica.
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La proposta di UMA: una piscina. Credit: www.elledecor.com Vincent Callebaut addirittura ha immaginato un tetto in grado di produrre energia e di ospitare una fattoria ecosostenibile, per la produzione di pesce e verdure.
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La fattoria palingenetica di VCA. Credit: www.archdaily.com La mia idea, in merito a questi progetti, è che si sia preferito creare una vetrina per archistar e archidesigner, piuttosto che pensare concretamente ad una ricostruzione in grado di preservare il bene, sia nella sua matericità, sia nella memoria collettiva. Un approccio irrispettoso verso il bene da tutelare, tanto che posso arrivare a capire chi preferisce un restauro "com'era dov'era" a queste proposte. Una gran caciara, che Oscar Wilde avrebbe sintetizzato con un “C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé “. A tal proposito trovo calzante la visione del designer Sebastian Errazuriz , che ha spinto la provocazione al punto di trasformare la cattedrale in una rampa di lancio spaziale. Secondo Errazuris “il tetto di Notre-Dame dovrebbe essere lasciato incompleto. Aperto al cielo, alla pioggia e alle condizioni atmosferiche. Come i monumenti malconci di Roma o della Grecia, anche la Francia dovrebbe abbracciare la propria storia e mostrare con orgoglio la nuova ferita”. Dapprima intrigato dalla possibilità di progettare la nuova copertura della cattedrale, la sua idea è poi sfociata nella provocatoria rampa di lancio. "Un un atto di esagerazione creativa che vuole mettere in ridicolo tutti gli studi di architettura che si aggirano come rapaci sulla carcassa di Notre-Dame con la loro idea per il nuovo tetto”.
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La rampa di lancio spaziale di Errazursiz. Credit: www.arttribune.com La triste constatazione di una sfida che di questo passo andrà sicuramente persa, tra le scimmiottate da archistar eccentrica e la ricostruzione pedestre fatta con il paraocchi.   Read the full article
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thearkitalk · 6 years ago
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Stranger things... accadono all'Ikea!
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La nuova campagna pubblicitaria "Ikea Real Life Series" ricrea i salotti rubati dai set delle più famose serie tv. Non è una novità che i responsabili delle campagne pubblicitarie di Ikea abbiano delle intuizioni geniali. Il colosso svedese si è sempre dimostrato sul pezzo anche dal punto di vista della comunicazione e ha saputo pubblicizzare con efficacia i propri prodotti affiancandoli ai propri valori aziendali, con campagne più impegnate e con altre indubbiamente più leggere.
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Le campagne pubblicitarie Ikea hanno spesso trattato argomenti di grande attualità, talvolta non senza polemiche.  
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Altre campagne, invece, sono state decisamente più leggere! Tra le campagne più divertenti, spicca sicuramente l'ultima: “Ikea Real Life Series”. Sono state individuate tre serie tv famosissime, ognuna delle quali afferente al tema famiglia, amici o per tutti, e ne sono stati ricreati i set utilizzando prodotti Ikea. Il risultato è assolutamente d'effetto e non lascia indifferente tutti gli appassionati di telefilm. D'altra parte è più volte emerso il sottile collegamento tra il mondo dell'interior design e quello del cinema o televisione. Vinod Jayan, manager Ikea per il mercato arabo, al quale la pubblicità è attualmente rivolta, parla di questa campagna come di “Un vero esempio di ciò che Ikea rappresenta: un luogo dove tutti possono portare in vita qualsiasi idea abbiano”. Partendo da una rosa di 60 serie tv candidate, con un lavoro di più di due mesi, i creativi di Ikea sono approdati a queste tre stanze iconiche, fedelmente ricreate attraverso rendering. Il salotto di “The Simpsons” rappresenta la stanza ideata per le famiglie. Tutti i prodotti sono scelti e disposti per creare il soggiorno di 742 Evergreen Terrace, Springfield, compreso il celeberrimo quadro sbilenco.
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Il sofà su cui si stravacca Homer è sicuramente meno vissuto dell'originale: il divano tre posti Knislinge vi permetterà comunque di rilassarvi, con in mano una bella Duff ghiacciata.  Se invece siete dei secchioni come Lisa, vi servirà una lampada per leggere il vostro libro preferito: la lampada led Jansjo con il paralume Ekas fanno sicuramente al caso vostro. Il soggiorno di Monica Geller e Rachel di “Friends” è la stanza ideale con cui passare le serate tra amici.
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Se vi trovate a fuggire dall'altare, avrete sicuramente bisogno di amiche con cui piangere e bere birra. Meglio ancora se il divano è comodo come Ektorp e potete allungare i piedi sul tavolino Lack. Lacrime copiose? Ci pensa il porta fazzoletti Bondlian, anche se sicuramente gli amici aiutano di più! La stanza per tutti (compresi eventuali demogorgoni) è infine il salotto di Joyce Byers di “Stranger things” (che sta finalmente per tornare il prossimo luglio!).
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Immancabili le lucine di Natale Solvinden, a creare oscuri messaggi combinati alle lettere dipinte dalla mamma di Will sulla parete. Mentre il tavolino da caffé Nyboda diventa un ottimo punto di appoggio per disegnare mappe che portano nel Sottosopra, chiaramente utilizzando le matite colorate Mala.  Meglio ancora se il tutto avviene sotto lo sguardo dello sceriffo Hopper, che vigila dalla poltrona Strandmon. A quale serie tv assomiglia il vostro salotto? O in quale telefilm vorreste prendere parte? Di questi tre set, a casa mia c'è già la poltrona Strandmon... voi che dite, “should I stay or should I go”?! Read the full article
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thearkitalk · 6 years ago
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Olivari factory tour: maniglie di design e innovazione tecnologica.
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Ci sono storie che parlano di famiglia, di tenacia e di lungimiranza. Del saper vivere il proprio tempo e del saper prevedere quello che invece sarà. E la cosa curiosa, è che queste storie le abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni... anzi, in questo caso, tra le nostre mani. Ecco la mia esperienza nel factory tour da Olivari, azienda di Borgomanero (Novara) leader nella produzione di maniglie di design.
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Lo stabilimento Olivari a Borgomanero (NO). Fonte: Graziano Serramenti Il factory tour da Olivari - organizzato dall'Ordine degli Architetti di Torino in collaborazione con Graziano Serramenti e Fondazione per l'Architettura/Torino - mi ha fatto scoprire un mondo affascinante, nascosto dietro il semplice gesto quotidiano di abbassare una maniglia e aprire una porta. La storia di Olivari inizia nel 1911, quando Battista Olivari arriva a Borgomanero e, con la moglie Antonietta Ramelli, rileva una piccola attività artigianale di produzione di maniglie in ottone. Pochi anni dopo, sarà proprio Antonietta – pionieristico esempio di imprenditoria femminile - a condurre l'azienda di famiglia verso le prime importanti collaborazioni professionali. Già dai primi anni Trenta, infatti, Olivari lavora fianco a fianco con i più importanti protagonisti dell' architettura e del design.
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Catalogo Olivari, 1929. Fonte: Olivari Con Marcello Piacentini, Olivari progetta le maniglie del Palazzo di Giustizia di Milano. E' tuttavia con Giò Ponti che l'azienda, ormai alla sua seconda generazione, crea delle vere e proprie “affinità elettive”. Nascono così l'iconica maniglia “Cono”, che Piacentini utilizza nella Villa Planchart di Caracas (1953-1957) e nel complesso del Fopponino a Milano (1961-1964) e “Lama”. Progettata originariamente per il grattacielo Pirelli di Milano (1952-1961), da quel momento non fu mai più dismessa, fino a diventare vero e proprio archetipo del design.
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Lama, Giò Ponti, 1956. Fonte: Olivari Altri illustri nomi campeggiano nella “hall of fame” di Olivari, diventando portavoce dei propri tempi man mano che le generazioni si succedevano alla guida dell'azienda. Albini, Gardella, Mangiarotti e BBPR negli anni Cinquanta. Asti, Nizzoli e Colombo nel ventennio successivo, epoca di nuove sperimentazioni, come la maniglia “Bica” in alluminio anodizzato e la “Boma”, in plastica colorata. Negli anni Ottanta, Giugiaro, Porche e Stoppino: quest'ultimo vincitore del Compasso d'Oro grazie alla maniglia “Alessia”. Altra proficua e molto sentita collaborazione è quella degli anni Novanta con il designer Mendini, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio storico dell'azienda che confluirà nella pubblicazione “L'architettura presa per mano. La maniglia moderna e la produzione Olivari”.
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Aurora, Alessandro Mendini, 1994. Fonte: Olivari. Il nuovo millennio vede l'ampliarsi degli orizzonti progettuali. Continuano le collaborazioni con i principali designer italiani – Mari, Dordoni, Lissoni – ma la progettazione guarda anche alla scena internazionale, intrecciando relazioni con architetti e designer contemporanei quali Liebeskind, Holl, Perrault e Urquiola e successivamente Hadid, Nouvel, Koolhaas, solo per citare i principali. Nel 2011, in occasione del centenario della fondazione dell'azienda, durante la Biennale di Venezia viene presentato i libro “Macchina semplice. Dall'architettura al design. 100 anni di maniglie Olivari”, sancendo ulteriormente la profonda connessione di Olivari con le tematiche del design e dell'innovazione tecnologica. Nel 2016, accanto al continuo studio materico e dei volumi delle maniglie, l'azienda sì dedicata anche allo studio della loro caratterizzazione superficiale. Nasce il decoro “Guilloché”, incisione di ispirazione artigianale mutuata dall'ambito degli orologiai svizzeri, che crea pattern materici unici, dall'allure estremamente eccentrica e lussuosa.
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La particolarità del decoro guilloché. Fonte: TheArkitalk. Negli anni, alla crescita di Olivari dal punto di vista progettuale si affianca una continua ricerca di tecnologie innovative in ambito produttivo. Abbandonando la pressofusione in favore della forgiatura a caldo, dagli anni Novanta l'azienda ottiene prodotti sempre più resistenti ed esenti da dannose microporosità. A partire da questi anni, inoltre, si esprime maggiormente la volontà dell'azienda di portare al proprio interno l'intera produzione, assicurando in modo ottimale la qualità finale e la garanzia del prodotto. La sempre più progressiva automatizzazione del processo produttivo ha portato Olivari a compiere scelte virtuose. Queste hanno permesso all'azienda di poter investire maggiormente sulla ricerca di figure professionali altamente specializzate in termini di controllo della qualità del prodotto, aspetto che ancora oggi è imprescindibile dalla sensibilità dell'operatore umano. Un avanzato laboratorio chimico e fisico – anch'esso ubicato nello stabilimento di Borgomanero – permette di lavorare ad alti standard qualitativi. La cromatura galvanica può così ottenere una garanzia di uso di dieci anni. L'impianto di galvanica, inoltre, merita una menzione particolare per l'elevato grado di produttività e qualità pur nel pieno rispetto delle normative ambientali e di sicurezza per gli operatori. Nel 2004 è stata introdotta un'ulteriore innovazione tecnologica di altissimo livello, la superfinitura PVD (Physical Vapor Deposition). Si tratta di un particolare processo di metallizzazione sottovuoto che permette da un lato di ottenere finiture non realizzabili con la tradizionale galvanica e, dall'altro, di raggiungere livelli di stabilità e durata del colore, tali da garantire durabilità per alcune finiture fino ai trent'anni di vita.
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Finiture ottenute mediante PVD. Fonte: TheArkitalk. Tutti questi accorgimenti hanno permesso ad Olivari di conseguire importanti certificazioni quali la ISO 9001(gestione della qualità) e ISO 14001 (gestione ambientale), oltre che l'attestato di resistenza al fuoco secondo la EN 1634-2. La possibilità di visitare un'azienda leader nel settore e di poterne conoscere tutto il processo produttivo è stata un'esperienza altamente stimolante, che ha rafforzato la mia convinzione che la qualità progettuale passi inevitabilmente anche dai dettagli. Vasta gamma di referenze, ampia possibilità di personalizzazione e certificazione della qualità del prodotto gettano le basi per positive collaborazioni progettuali con Olivari.
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L'iter progettuale della maniglia. Dal concept in gesso dell'architetto, al primo prototipo. Fonte: TheArkitalk Conoscerne la storia, la concezione quasi artigiana del prodotto commista all'attenzione per l'avanguardia tecnologica, il continuo dialogo con il design e una sensazione di affiatamento famigliare quasi palpabile, ha trasmesso quel plusvalore intrinseco al prodotto che ormai sembra appartenere ad un mondo lontano. Read the full article
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thearkitalk · 6 years ago
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Game of Architecture
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Da Winterfell a King's Landing, fino alle città libere di Pentos e Mereen. Un viaggio nell'architettura de “Il trono di spade”. Ci sono lunedì e lunedì. E nella mia personale definizione di “blue monday”, questo lunedì 20 maggio 2019, ci casca a pennello. Posizionata davanti al pc, sto sperando che la terza dose di caffé compensi le ore di sonno che ho perso stanotte.
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Una preview del finale di stagione. Fonte: Wired. Sono infatti parte di quel nutrito gruppo di scellerati che ha puntato la sveglia alle 3 per vedere il finale del “Trono di spade”, in diretta in contemporanea dagli USA. Un finale che posso riassumere con un laconico “meh”, che a mio parere ben calza a tutta quest'ultima stagione. Tuttavia, se tante perplessità ha suscitato la stagione finale, è innegabile che la serie tv targata HBO e nata dalla fervida fantasia di George R.R. Martin, in questi 10 anni si è dimostrata uno show dei record, un Re Mida televisivo in grado di trasformare in oro qualsiasi cosa abbia toccato.
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Fonte: sololibri.it Le intricate storie e le vicissitudini di Danerys Targaryen, Jon Snow, Cersei Lannister e compagnia bella hanno più volte diviso le opinioni del pubblico, ma ci sono stati un paio di elementi che hanno sempre messo d'accordo gli spettatori. La superba colonna sonora di Ramin Djawadi. E le ambientazioni, sapientemente ricreate tra atmosfere fantasy e ricostruzioni storiche da un team di scenografi e set designer. Un'opera titanica quest'ultima, come testimonia Deborah Riley (art director e set designer con un percorso formativo da architetto), che ha dichiarato di aver utilizzato in un solo anno ben 65 carte di imbarco per trovare le giuste location, prendendo ispirazioni da architetti e da posti da lei stessa visitati. Un intenso lavoro di ricerca, al quale si è poi affiancata una stretta collaborazione con gli addetti alle modellazioni 3d e agli effetti speciali che, soprattutto in quest'ultima stagione, hanno avuto il loro bel da fare (Dracarys!).
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Il potere distruttivo dell'Altofuoco (e degli effetti speciali). Fonte: Game of Thrones Wiki. D'altra parte, l'importanza architettonica del set è da sempre stata un elemento focale: non un semplice fondale di scena, ma un vero attore protagonista. Se vi troverete a viaggiare per l'Europa e ad avere una sensazione di deja – vu, è perché forse siete già passati in quei luoghi mentre vi trovavate a girare per i Sette Regni. Ecco quali potrebbero essere. KING'S LANDING
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King's Landing. Fonte: Newseek La capitale dei Sette Regni, città tanto corrotta e decadente quanto esotica e affascinante, è in realtà un mix di scorci colti da diverse città del Mediterraneo. Fort Manoel a Malta è il triste proscenio della decapitazione di Ned Stark, mentre Dubrovnik in Croazia viene utilizzata per le riprese della Baia delle Acque Nere, sulle quali campeggia la Fortezza Rossa, dove è custodito il Trono di Spade.
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La Baia delle Acque Nere (Golfo di Pile a Dubrovnik) nella scena in cui la principessa Myrcella lascia approdo del Re. Fonte: https://gretastravels.com/game-of-thrones-filming-set-in-dubrovnik/
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Anchei celebre cammino della vergogna di Cersei è stato girato a Dubrovnik. Shame! Anche la Spagna presta ambientazioni per King's Landing. La celebre scalinata davanti al tempio di Baleor, dove Jaime Lannister irrompe per fermare il cammino della vergogna di Margaery, è quella della Cattedrale di Girona, splendida edificazione romanica/gotica dei secoli XI e XII.
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La cattedrale di Girona. Fonte: Westagram WINTERFELL
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Winterfell. Fonte: JustNerd Le porte del castello di Winterfell, casa dei Protettori del Nord e ultimo Regno prima della Barriera, sono testimoni di sanguinose battaglie. Con la sua doppia cinta muraria, rappresenta l'archetipo del castello medievale, una fortezza solida e difficile da espugnare. Anche in questo caso sono stati utilizzati diversi castelli per ricreare la dimora degli Stark, fortezze collocate nel nord dell'Inghilterra e dell' Irlanda. Il cortile interno di Grande Inverno è stato ricostruito a Castle Ward, a Strangfod Lough, nella contea di Down, Irlanda del Nord.
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Castle Ward. Fonte: Fanpop L'episodio pilota, tuttavia, è stato ambientato nella fortezza medievale di Scotland's Doune, in Scozia: è da una delle sue torri che cade il piccolo Bran, dando inizio alla saga. DORNE
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Palazzo Martell a Dorne. Fonte: Businessinside
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L'Alcazar di Siviglia. Fonte: mondofox,.it L'Alcazar di Siviglia è il luogo incantato in cui sono ambientati i giardini d'acqua dei Martell. Le atmosfere esotiche e arabeggianti sono state il set ideale per ambientare il regno più meridionale di Westeros. LA STRADA DEL RE
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La Strada del Re nello show tv. Fonte: BadTv
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Uno scenario magico anche nella realtà. Fonte: Bored Panda La Strada del Re unisce i poli estremi del reame, dal Castello Nero sulla Barriera a King's Landing. Più volte percorsa dai protagonisti del Trono di Spade - alcuni di loro con un biglietto di sola andata, ahimé – si tratta di una strada realmente esistente, così come gli alberi che la fiancheggiano, le “Dark Edges” (“siepi oscure”) volute dagli Stuart nel XVIII secolo. La Bregagh Road costeggia il villaggio di Armoy, nella contea di Antrim, Irlanda del Nord. OLTRE LA BARRIERA
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Fonte: MondoFox Non solo bellezze architettoniche, ma anche paesaggistiche ed ambientali. Queste ultime ricorrono soprattutto nelle scene filmate oltre le Barriera, nelle terre libere dei Bruti. L'amore tra Jon Snow e la burta Ygritte ha proprio come sfondo questo meraviglioso patrimonio ambientale, come le grotte di Griotagja nel nord est dell'Islanda, vicino al lago Myvatn. PENTOS
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Il matrimonio Dothraki. Fonte: GuideMeMalte.
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Azure Window. Fonte: Skyskanner. L' Azure Window (isola di Gozo, Malta) è un'altra bellezza naturale che incornicia una storia d'amore. E' qui che viene celebrato il matrimonio tra Daenerys e Khal Drogo. Un arco naturale in pietra alto ben 50 metri. MEREEN
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La fortezza di Klis in Croazia. Fonte: Mersad Donko Ph. Nella città di Mereen, la madre dei draghi Daenerys libera gli schiavi dalle catene e crocifigge i loro Maestri lungo una strada che si inerpica su un'altura. Nella reatà trova in Croazia, e serpeggia verso la fortezza di Klis.
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Una delle Textile Block House di Wright (a destra) e il palazzo di Daenerys a Mereen. Fonte: Monica Pnojavic. Non solo richiami all'architettura antica tuttavia... C'è qualcosa di Frank Lloyd Wright nelle vetrate del palazzo della Khaleesi, oltre che un richiamo decorativo nelle murature del palazzo, riferimento alle Textile Block Houses losangeline di Wright, in particolare la Ennis House e la Millard House. BRAAVOS
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Braavos. Fonti: Skyscanner ( a sinistra) e Winter Is Coming (a destra) L'ingresso alla città libera di Bravoos è marcato dalla presenza di una possente statua, poggiante i piedi su due lingue di terra. Si tratta di unchiaro rimando al Colosso di Rodi, una delle sette meraviglie del mondo classico. La città in cui Arya Stark conosce il Dio dai Mille Volti richiama Venezia, per la presenza dei numerosi canali, ed è stata ricreata in Croazia, nella città medievale di Šibenik. QARTH
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Torre Minčeta, la Casa degli Eterni. Fonte: BuzLand Anche le scene ambientate a Qarth – la città più meridionale di Essos – sono state girate in Croazia, nella città di Lokrum, in particolare nel monastero e nel Palazzo del Rettore.
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Il monastero di Lokrum. Fonti: Skyscanner (a sinistra) e Mersad Donno Ph. (a destra) Anche l'iconica scena nella Casa degli Eterni, dove Daenerys avrà importantissime visioni sul suo futuro, è stata fimata in Croazia, nella Torre Minčeta vicino a Dubrovnik. Location affascinanti e magiche, come lo è stato tutto il viaggio attraverso i Sette Regni. Perché, a mio parere, il successo del “Trono di Spade” risiede in questa frase di Martin: "Il miglior fantasy è scritto nella lingua dei sogni. È vivo, come sono vivi i sogni, più reale della realtà – per un momento, almeno…quel lungo magico momento prima di aprire gli occhi e alzarci. Il fantasy è argentato e scarlatto, indaco e azzurro, ossidiana con venature dorate e lapislazzulo. La realtà è di linoleum e plastica, fatta di marroni fango e verde oliva. Il fantasy ha il sapore di peperoncini e miele, cannella e chiodi di garofano, di rara carne rossa e vino dolce come l’estate. La realtà sa di fagioli e tofu, e cenere alla fine. La realtà è fatta di gelidi centri commerciali a Burbank, i camini di Cleveland, un parcheggio di Newark. Il fantasy è le torri di Minas Tirith, le antiche pietre di Gormenghast, le sale di Camelot. Il fantasy vola sulle ali di Icaro, la realtà sulla Southwest Airlines. Perché i sogni diventano tanto più piccoli quando finalmente diventano veri? Leggiamo il fantasy per ritrovare i colori, credo. Per assaggiare forti spezie e ascoltare il canto delle sirene. C’è qualcosa di antico e vero nel fantsy che parla a qualcosa di profondo dentro di noi, al bambino che sognava quel giorno in cui avrebbe cacciato di notte per le foreste, e avrebbe festeggiato sotto le colline cave, e trovato un amore che sarebbe durato per sempre in qualche luogo a sud di Oz e a nord di Shangri-La.Possono tenersi il loro paradiso. Quando morirò, voglio andare nella terra di Mezzo." 
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Coffee is coming! Fonte: Amazon Io, per il momento, andrò a farmi un altro caffé. Read the full article
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thearkitalk · 6 years ago
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Vi porto al Salone del Mobile 2019
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Lo ammetto, ho disertato il Salone per alcune (troppe) edizioni. Il bello e il brutto della libera professione è la gestione del tempo, cosa che non sempre riesce bene e spesso ci si trova a combattere contro scadenze e consegne improrogabili *spoiler: vincono loro*. Quest'anno però sono stata brava, mi sono organizzata bene e ho potuto ritagliarmi una giornata da dedicarmi alla Milano Design Week. Continuate a leggere il post, vi porto con me!
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Vitra La prima impressione è stata quella di una generale uniformità tra le proposte, soprattutto quelle dei big del design. E' chiaro ormai, che anche l'arredamento segue i dettami della moda e, come tale, detta infuenze e si conforma ad esse.
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Cattelan Italia Quello che più mi ha colpita è stata la palette proposta con ricorrenza.Toni scuri: nero, antracite, tortora, tabacco accompagnati a legni dark come il rovere tinto e il noce canaletto. La sensazione è quella di ambienti estremamente eleganti e ricercati, talvolta quasi austeri ma indubbiamente di classe. Il mood era già nell'aria da un po' di tempo in effetti, come per la tendenza "modern classic" di cui ho parlato in qualche post fa. Ecco quindi che dal fondale dark emergono i marmi (bianchi come il Calacatta o scuri, venati), non solo nel rivestimento delle superfici di pavimenti e pareti, ma con grandissimo impiego nei piani dei tavoli da pranzo, ma anche nelle madie, nelle librerie, nei top dei tavolini da caffé.
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Cattelan Italia Brillano bagliori di metalli preziosi, bronzi, ori e ottoni, mentre ho visto pochissimo rame e rose golden, che gli scorsi anni imperavano un po' ovunque.
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Badari Firenze
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KartellAnche le superfici dei tessili sono preziose, piacevoli al tatto, tanto velluto declinato in colori saturi come l'ottanio, il vinaccia, il rosa, l'ocra.
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Badari Firenze Dal punto di vista più strettamente legato all'arredo, ho notato una grande attezione per la libreria.
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dav Paradossalmente, in un momento storico in cui il libro cartaceo è sempre meno diffuso, la libreria diventa l'elemento dominante del soggiorno, proposta in numerosissime versioni: in metallo, sospesa, con inserti vetrati, in moltissimi casi passante, a dividere due ambienti.
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Lago Design Tantissimi elementi a giorno quindi, e forse anche per questo motivo sono tornate in auge le madie, basse credenze che perdono la loro caratteristica di "arredo povero" e si trasformano in piccoli gioielli di design, con marmo, oro, superifici fortemente texturizzate. Nessuna grande novità a mio parere per i divani, che continuano ad avere sedute profonde, schienali bassi, braccioli importanti e molte possibilità di combinazione delle sedute.
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Moroso Quello che però ho notato (e molto apprezzato, essendone una grande fan!) è il ritorno della poltroncina, anche in questo caso strizzando un occhio al lusso: piccole gemme colorate di pelle o velluto, dai colori accesi.
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Classicon Rimangono poi i grandi classici delle poltrone di design, che le principali aziende hanno riproposto, aggiornandone rivestimenti e texture.
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Zanotta Poche voci fuori dal coro, legate soprattutto al desing inconfondibile di marchi famosi come Vitra, Kartell e Zanotta. Nei loro stand ho visto gamme cromatiche molto diverse dal trend generale, alcune più vicine allo stile scandinavo, con legni chiari e colori pastello o accesi.
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Vitra Totalmente a se stante lo stand di Seletti, perfettamente coerente con il suo stile quasi kitsch: rossetti, banane, graffiti che strizzano l'occhio alla street art, lampade a forma di scimmia e di corvo.
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Seletti Ma si tratta appunto di sporadici bagliori colorati in un sottobosco di proposte estremamente dark. In sostanza, uno stile molto definito e impegnativo, che a me piace molto ma incontra forse di più il gusto estero: la presenza di buyer e designer stranieri era palesemente evidente, segno che il design italiano sia sempre una bandiera in tutto il mondo.
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Kartell La visita dei padiglioni di Euroluce ha confermato infine quello che già pensavo: l'illuminazione non è più un complemento, i corpi luce sono spesso i protagonisti principali dell'interior design.
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iVbia Questo sia per elementi estremamente minimali, come ad esempio le lampade di Vibia, sia per le proposte più elaborate, come l'enorme lampadario di Preciosa, più vicino ad un'installazione artistica che ad una lampada.
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Preciosa D'altra parte, in un ambiente che il trend propone come estremamente scuro, si può apprezzare meglio tutta la bellezza di questi gioielli del design.
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Swarowski Inoltre, le nuove tecnologie propongono sempre più elementi integrati con le strutture della casa: le lampade sono integrate nei muri e nei soffitti, tagli di luce totalmente indipendenti da un corpo lampada.
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Kinetura E voi siete stati al Salone del Mobile? Cosa ne pensate di queste nuove tendenze? Se è solo una moda tranistoria o qualcosa destinato a durare, lo scopriremo solo il prossimo anno. Da parte mia, nizierò ad organizzarmi fin da ora per poter partecipare alla Design Week... chissà che riesca anche (finalmente!) a fare un salto al Fuori Salone! Disclaimer: tutte le foto sono state realizzate da me. Mi fa piacere una condivisione, ma per favore citate le fonti! Read the full article
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thearkitalk · 7 years ago
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Autumn vibes: Louvre, Paris - photo by Saúl Aguilar . . . #paris #louvre #france #iloveparis #autumninparis #pink #foliage #autumn #fall #archilovers #architecturegames #perspective https://www.instagram.com/p/BolNLCFHYqd/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=hr3lo6sjapxi
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thearkitalk · 7 years ago
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Waiting for Mr. Grey #grey #50shadesofgrey #greysessed #breakfasttime☕️ #interior #interiordesigner #interni #interieur #inspo #elegance #classy #Repost @decus_interiors https://www.instagram.com/p/Bn6kVcqia4B/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1vz4zendyzt7a
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thearkitalk · 7 years ago
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Wood warms up also the blackest soul 🖤 #Repost @interiordesign.games (@get_repost) ・・・ Bayside Residence by Splinter Society Architecture in Melbourne ,Australia Credits to dm #architecturegames #interiordesign #interiordesigngamesdecor #architecturelovers #architect #arch #desingsweethome #instagood #interiors #interior #interiordesigner #architectural #buildings #building #view #views #loft #loftstyle #interiorstyle #interiorstyling #room #livingroom #life #live #design #luxuryhomes #bath https://www.instagram.com/p/Bn3LHu-iZET/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=n96psoch62zg
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thearkitalk · 7 years ago
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thearkitalk · 7 years ago
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Nice morning ☕ #Repost @heydavina (@get_repost) ・・・ Just a few favorite things - the white pair of shoes bought at a vintage store in Milan, my red Claude bag from @sezane and a cuppa cappuccino that doesn't really have any love for Mondays... . . . #washingtondc #districtofcolumbia #igdc #theotherdc #mydccool #acreativedc #igersdc #butfirstcoffee #dailycortado #coffeelover #caffeinecouture #coffeeshopcorners #cafehopping #coffeenclothes #onthetable #feedfeed #f52grams #livethelittlethings #morningslikethese #darlingdaily #suitcasetravels #mytinyatlas #cntraveler #iamatraveler #goopgo #theprettycities #wheretofindme #dametravelerfoodie #sezane https://www.instagram.com/p/BnvITPbnr-5/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1d0qyxj7mk60l
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thearkitalk · 7 years ago
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How many in love with rose gold trend? 🙋‍♀️ #rosegold #mirror #trendy #homedecor #homeinspo #homegoals #interiors #interiorideas #fff #Repost @design_soda_ruthie (@get_repost) ・・・ Today is my three year olds induction back at nursery, I have absolutely loved these holidays, we have been to so many places and made memories together, but to completely level with you Ted is very bored of me now (and who can blame him!), I just hope settling in with new friends will go well. There have been times (quite a few) where I’ve been counting down for our long summer to end, but now I’m mourning its passing! Contrary thing feelings! https://www.instagram.com/p/Bnn-nD0n2a5/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=dth91w2j4pq
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thearkitalk · 7 years ago
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To recreate this tropical style mood, take a look at my post here ➡️ http://www.thearkitalk.com/2018/06/18/urban-jungle/ #Repost @ashleytstark (@get_repost) ・・・ Loving the tropical vibe in this bathroom. Oversized palms are so fun. By @homestory_ahamajewska via @jroman1964 • • • • • • #interior #interiordesign #architecture #interiorinspo #interiorinspiration #interiors #interieur #bathroomdesign #inspiration #decor #theworldofinteriors #showerdoor #home #homedecor #interiordesigner #design #homedesign #adstyle #elledecor #interiorinspiration #interiors #homedesign #decoration #decorlovers #art #vogueliving #interiordecorating #marble https://www.instagram.com/p/BnksgMDHz7T/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1cvx5cu1d2lxu
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thearkitalk · 7 years ago
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Grey, yellow and gold, luscious palette. Well done @badari_firenze 👍 #Repost @badari_firenze (@get_repost) ・・・ It’s a Sunny day here in Paris! ☀️ at least in our stand! 😄Give us a thumbs up if you want us to take part in the M&O Best stand #challenge! . . . @maisonetobjet #mo18 #mo18forever #mo18beststand #maisonetobjet #decorationinterieur #interiordesign #designinspiration #instadecor #instadesign #photography #interiors4all #designweek #homedecor #interiorsinspo #interiordecor #paris #pdw18 #luxurylife #midcenturyfurniture #classic #modern #contemporary #badarifirenze #badarirocks #badari https://www.instagram.com/p/BngQ8xKnvoN/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=71ao03tu0fx5
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thearkitalk · 7 years ago
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È da un po' che mi gira in testa un weekend lungo in una capitale del nord Europa. Vediamo se l' autunno mi accontenterà 😉 Il design nordico è sicuramente un buon motivo per organizzare il viaggio. In questa foto la stanza 606 del Radisson Collection Hotel, rimasta identica a come l’aveva arredata Arne Jacobsen, nel 1960. 📷@elledecoritalia #copenhagen #designhotel #radissoncollectioncopenhagen #arnejacobsen #green #design #armchair #interiorinspo #interiordesign https://www.instagram.com/p/Bnd-EYRnYrR/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1k87sba5ttgu0
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thearkitalk · 7 years ago
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Living room inspo 🌿 #Repost @renderlovers (@get_repost) ・・・ #renderlovers How beautiful is this living room?💚 The render maker: @pressrender_3dstudio • Make sure to follow @renderlovers #greenery🌿 #verticalgarden #living #livinggoalss #livinginspo #livingroom #interiodesign #interiordesigner #interior_and_living #interiorsideas #fff https://www.instagram.com/p/BnPJ27MHZeZ/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=u90bkselgjoo
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