La vita e le opinioni di Tristran Goltraighe, gentiluomo (pffff)
Don't wanna be here? Send us removal request.
Text
Descrizione fisica Con i suoi capelli lunghi, disordinati come la pioggia e illuminati d'oro come il tuono, si direbbe adatto a una brughiera spazzata dal vento. Al di sotto, nasconde mezzo neurone funzionante e un paio di occhi infossati facilmente abbonati alle occhiaie, nei quali l'azzurro e il verde si danno pigra battaglia. Il volto è esangue, modellato in quella classica faccia da studentello dei centri sociali che dorme poco, si veste solo di nero, e tenta di fumare una Merlino's con aria sgualcita e decadente. A metà strada tra un ragazzo e un Mago fatto e finito, è più alto di molti coetanei e mostra le guance ruvide di chi ha cominciato a radersi. [fleabag voice] his arms con le mani grandi, magiche a detta di qualcuna perché fa il portiere, scostumati, e non pochi problemi a trovare un paio di stivali adatti al suo piedino per nulla -ino da fata.
Temperamento
Non sarà tipo da dissertazioni sulla Legge di Gamp, in compenso sa inventarsi le storie più assurde soltanto per il gusto di strapparti una risata. In una parola: himbo. Quei tipi fisici, decisamente babbei, che alle parole preferiscono le azioni - nonché moleste cavalleresche dimostrazioni d'affetto non sempre gradite ai suoi destinatari, per quanto fatte in buona fede. Hair of gold / heart of gold, un sorriso sfrontato sulle labbra e la capoccia dura come le mura di un castello. Tristran then did something that was both very brave and very stupid. Con una bassa soglia del pudore e la tendenza a mettersi in-ridicolo-barra-nei-guai, non c'è da stupirsi che abbia fama di essere superficiale. Il suo personalissimo codice d'onore è tutto da scoprire; disgraziatamente, è anche più datato del ritratto di Sir Cadogan.
Relazioni sociali
È stato tante cose - il ragazzino smunto che faceva amicizia soltanto con i quadri, gringo con una fetta di crostata in bocca, difensore di rospi e sir Goltraighe il favoloso fidanzato. Adesso, a 17 anni e con molte meno certezze nelle tasche bucate, sta riscoprendo una complicità tutta Grifondoro nel trio di Rubinia, Sebastian e Tory. Niall rappresenta tutto ciò che dovrebbe odiare, ma del resto seguire il dovere non gli è mai piaciuto troppo; molto meglio mettere su un impero di traffici illeciti a Hogwarts insieme a Duncan. Tiene d'occhio la Civetta dello Sport per leggere di Ciaran e Alyce. Tarquin ed Embeth sono la nuova generazione di "cavalieri del Quidditch" da forgiare.
5 notes
·
View notes
Text
1 agosto
[La mattina del 1° Agosto, un pennuto della scuola recapita una lettera con il timbro di Hogwarts, piuttosto corposa. Al suo interno, sia i risultati degli esami, che un altro foglio con relativa comunicazione.] Caro signorino Tristran Goltraighe, la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts è lieta di comunicarle che è stato nuovamente scelto per ricoprire il ruolo di Capitano della Squadra di Quidditch della casata Grifondoro per il nuovo anno scolastico a venire, come premio al suo impegno e alla sua costanza. Le auguriamo buone vacanze e buon rientro. Distinti saluti, Devon Laury, Vicepreside della scuola di stregoneria e Magia di Hogwarts
5 notes
·
View notes
Text
13 luglio
[Il 13 luglio una busta dall'aria ufficiale e col sigillo del MdM britannico viene recapitata a Tristran presso la sua residenza ufficiale. La pergamena all'interno ha l'intestazione del VII livello.] Alla cortese attenzione del signor Tristran Goltraighe E' pregato di presentarsi a colloquio al Ministero della Magia, VII livello, Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici, Quartier Generale della Lega Britannico-Irlandese del Quidditch, sottosezione "Selezione ed Idoneità" il giorno 19 luglio alle ore 4pm per quanto riguarda la sua richiesta inoltrataci dal selezionatore Eduard Wallace. Evergete Wright Dipendente
0 notes
Text
Dato che ora il ragazzo si fa più vicino alle sue gambe, le mani si disinteressano, anche per ovvi movimenti, alla sua camicia e va a toccargli i capelli. Intreccia le dita lì in mezzo, rilassandosi al solo tocco.
Chiude gli occhi per sprofondare nella penombra rassicurante dietro le sue palpebre, lì dove sembrano esistere soltanto il morbido materasso sotto di sé e la mano di Charlotte tra i suoi capelli.

« Forse sei te la soluzione. Hai una spilla da Prefetto e sei favolosa, una vera stella » parolina magica che rimarca per bene con l`intonazione della sua voce « di questa scuola! ». Sembra convintissimo nonostante il paragone sia un bel po` tirato per i capelli di Veela, tanto da soffermarsi a schiudere un sorriso nei confronti della ragazza. « E strilli come una Giunchiglia, quando ti faccio il solletico! » esclama a tradimento, proprio come il movimento del corpo che compie all`improvviso cercando di rialzarsi a sedere e di sovrastarla con un abbraccio che potrebbe facilmente far ricadere entrambi sul materasso.
« Io? » chiede enigmatica facendo eco al Grifondoro. « Grinzafico, se basta essere favolosi e prefetti… » Piano piano che parla, però sente ciò che dice e il sorriso sul volto della Serpeverde si fa sempre più ampio. « Come sei troooll— AAAAH!! » eccolo infatti, l’urletto da giunchiglia che arriva puntuale nel momento in cui, già rapita dai complimenti della sua favolosità, cade vittima della mossa veloce di Tris, facendola atterrare sul morbido del materasso con le gambe si allungano, in previsione di un eventuale solletico che per ora non arriva, in favore di un abbraccio. È salva. « Non ci pensare, Tris, divento una mandragola, e non una giunchiglia. »
« Sì, tu » la conferma giunge assieme a uno sguardo carico di solennità, che sarebbe anche ammirevole se solo non fosse seguito da terribili minacce di solletico. « Ma a me piaci, quando diventi una Mandragola » si giustifica scherzosamente. Punta i gomiti ai lati del corpo di Charlotte ed è lì che distribuisce il suo peso, tra le braccia e una gamba che proverebbe a scivolare nello spazio tra le ginocchia di lei, nel tentativo di evitare di gravare eccessivamente addosso alla neo-sedicenne. Le posizioni si ribaltano intanto che si tira su con il busto abbastanza da riuscire a guardarla in viso; quel che vede evidentemente gli piace, poiché si attarda a contemplare con un sorriso che non fornisce del tutto la misura del battito accelerato del suo polso. « Mi dovrò procurare dei paraorecchie, altro che stelle » sfiata ironico, sporgendosi in avanti per tentare di stamparle soltanto l`assaggio di un bacio sulle labbra.
« Te li consiglierei rosa, favolosi, ti starebbero benissimo e poi si abbinano bene a tanti miei vestiti. » e accessori, e vedi come ti spinge verso il favoloso. Arriccia il nasino quando le viene dato quel bacio, anche se gli va incontro di nuovo con la testa e con l’aiuto delle spalle per averne un altro ancora, non felice di averne avuto uno solo. Morirà avida di queste cose. « Oh, c’hai anche un regalo? Pensavo che fosse questo il regalo. » non che le dispiaccia avere qualcosa da scartare oltre ai regali da casa e dagli altri amichetti, ma per Tris e con Tris le va bene tutto, anche solo la cioccolata degli elfi e sostare con lui fuori dal dormitorio.
9 notes
·
View notes
Photo

« Quest`oggi la gara prevederà ... » suspense « un duello magico » ZAN ZAN. « Ssh-shh-shh » sorridente, divertito lui stesso, l`esultazione collettiva alla notizia. « le regole sono molto semplici: il primo che sovrasterà l`altro per tre volte vincerà. Non si tratta di un duello formale quindi varrà qualsiasi cosa. » (!!) « UNICA COSA » e alza l`indice verso il cielo grigio « non fatevi eccessivamente male » uno « NON distruggete il cortile » due. « IN POSIZIONE » così, de botto « 3, 2 » muovetevi ad allontanarvi uno dall`altro, almeno « 1... »
Tristran cerca il braccio dominante di TORY, la sua bacchetta magica, e nel giro di pochissimi istanti si figura in testa l`intenzione di privarla di quel prezioso supporto. Agita la bacchetta cercando di mantenere la mira contro il polso della mano dominante di lei, compiendo con il proprio un lieve affondo, intanto che il corpo si muove in avanti. « Expelliàrmus! » esclama al culmine della concentrazione, per poi compiere un balzo di lato, pronto a schivare la qualunque.
Questa volta è alla testa di Tris che punta, in particolare alla chioma di capelli ribbbelli che sfoggia perché si immagina che si spostino tutti in avanti, a coprirgli gli occhi, in una sorta di acconciatura emo estrema laccata a tendina. « Componit Capillus! » esclama decisa nel suo intento ma al tempo stesso divertita dalla propria mossa. « Wo- che cazzo? » la mano sinistra corre sulla fronte per tirare su il ciuffone di capelli che Tory gli ha donato e, potendo di nuovo aprire gli occhi sul mondo, si lancerebbe verso la fontana con l`intenzione di scavalcarne il bordo e buttarsi tra il vedo-non-vedo creato dalla composizione di statue. Parkour! Per fortuna di Tristran il suo Accio va a buon fine e, prima che Tory riesca a concludere del tutto il suo movimento di bacchetta, la felpa verde da lei indossata sente il richiamo del grifo, iniziando a muoversi in direzione della fontana al costo di tirarsi dietro pure la ragazza, costringendola o a togliersela (!) lasciandola libera di volare contro l`altro o di seguirla lei stessa, con la consapevolezza che quel richiamo finirà solo quando sarà arrivata a destinazione, ovvero addosso a Tristran. Ma oggi il caso vuole che pure qualcun`altro dei presenti indossi una felpa delle Holyhead Harpies: delle urla infatti a provenire da dentro la torre dell`orologio, il malcapitato inconsapevole che purtroppo rientra nei 20 metri di raggio dal castatore e che, con « CHE CAZZO SUCCEDE CHE CAZZO SUCCEDEEE » si butta a terra impaurito, lottando contro quell`oggetto vintage che indossa e che alla fine si sfila di dosso, vedendoselo volare via per sempre « CHE CAZZO SUCCEDEEEE CHI E` STATO VI AMMAZZO!! ». Allunga il collo oltre le solide fattezze della statua, cercando con lo sguardo Tory per sincerarsi degli altri effetti del suo incantesimo. La vista gli strappa la risata tanto sperata e, visto che conserva la sua pietà soltanto per i deboli, non perde tempo a infierire. Occhi puntati sul busto di Tory in tutta la sua lunghezza, dunque, intorno al quale vorrebbe evocare qualcosa di abbastanza stretto da impedirle i movimenti di braccia e mani, appiccicoso più d`una Gomma Bolla Bollente finita tra i capelli. Tristran si sporge dal suo nascondiglio per cercare di prendere la mira contro la ragazza, la bacchetta chiusa saldamente nella mano che traccia un cerchio e lo squarcia con decisione in obliquo. « Tessitèla! » e poi di nuovo giù, a cercare la momentanea protezione delle sue aquile.
Sballottolata da quell’incanto che la coglie impreparata, confusa sulle prime, in realtà lascia che l’effetto dell’Accio abbia effetto e la conduca dritta dritta verso Tris. Scavalca la fontana cercando di non ammazzarsi, perché a questo punto beh... ne approfitta. Dato che quando l’altro sarà a portata di vista, è con un leggero affondo di bacchetta che punta il polso altrui in quell’ « Expelliàrmus » che mira a disarmarlo, mentre l’altro forse tenta di schivare cose volanti che gli arrivano addosso.
Non c`è bisogno che Osbert dica niente questa volta perché, dal momento che i presenti adocchiano Tory inglobata dal Tessitèla, è chiaro a tutti chi sia il vincitore. Il docente comunque fischia per dare una conclusione ufficiale all`incontro, in un « TRISTRAN GOLTRAIGHE vince la competizione! », mentre quelli, in urla e gridi di gioia esultano, con qualcuno che salta il muretto del chiostro così da invadere il campo e andare incontro ai due duellanti.
« Però Tory è stata troppo furba. » « Sì, certo che è stata furba. Ma sfigurare Goltraighe secondo me è vandalismo, spero prendano i giusti provvedimenti. »
10 notes
·
View notes
Photo


All’arrivo del quintino, Agatha si troverà nientemeno che fra le braccia dello spaventapasseri, abbarbicata al palo che sorregge una grossa zucca messa in bilico, a mo’ di testa. «Addio, mio amato…» dà le spalle al castello, primo errore madornale di qualsiasi figura di merda «…la ghigliottina ci aspetta» flebile, a tratti udibile. Del resto il pathos è palpabile, così come la tragicità di un quadretto estremamente imbarazzante, potenzialmente mortale «che questa sia la nostra ultima danza». —————– «Che cazzo stavi facendo?» scaricatore di porto di professione, tuttavia le sue parole non recano più traccia di giudizio, ma solo una nota di stranita curiosità. «Che palle Tristran!» strillacchia, poi serra gli occhi e tira fuori, velocissimo e senza respirare «stavo provando la mia tragedia ecco cosa stavo facendo» mica c’è scritto da qualche parte che il candidato al premio miglior attore protagonista ce l’ha davanti. E che non è lo spaventapasseri. «Solo che in questa fogna magica non ci sono maghi abbastanza belli per impersonare Quatrius. Tanto vale limonare con una zucca» «Tu sei uno stalliere, Quartius. Hai una tresca con la principessa del castello McDusty, e per fartela breve finirete ammazzati entrambi» buchi di trama colossali, ma tant’è. «All’alba il boia affetterà il collo a entrambi… ma prima di allora, passerete un’ultima notte insieme» a riprova che Agatha è davvero troppo piccola: «probabilmente a ballare e a limonare». Batte le mani due volte, poi. Non per applaudire a se stessa, ma per dare al quintino il segnale d’iniziare con la sua improvvisazione. «… cosa. Scusa, ma perché muore pure lei? Di solito tagliano il collo al Babbano… quando è fortunato» aggiunge a parte, spostando il peso del corpo da un piede all`altro quasi fosse improvvisamente a disagio. «Vabè» gli cascano le spalle per la rassegnazione, ma nei passi che ci impiega a raggiungerla fa in modo di ritrovare il buonumore «E facciamoci `sta ultima danza…» acconsente ironico, prima di cercare di posare le mani intorno alla vita di Agatha e di avvicinarla a sé. «Principessa!» un po` gli viene da ridere, va detto «L`ultimo abbraccio, prima di quello mortale» recita, ironicamente melodrammatico, prima di chinare la testa in favore di un orecchio della Serpeverde. «Quando verrà il boia me ne occuperò io, tu pensa solo a metterti in salvo» lui, in barba alla tragedia, un po` ci prova a immettere in quelle parole un briciolo di speranza. E di eroismo tutto Grifondoro. Il cuore fa una capriola, gli occhi castani si strabuzzano: «a-aye?» Farfuglia, poi reagisce con il solito broncio imbarazzato. «Danza» l’ultima danza. Lo corregge mentre chiude gli occhi e lotta per appianare il volto, poi riapre gli occhi e Merlino la fulmini se non è lei Tabatha MacDusty, principessa del regno senza nome. «Va bene, correrò lontano ma tu raggiungimi, te ne prego» non è una brava attrice, visto che sotto al muso di Tristran fa di tutto per non scoppiare a ridere. Tipo ficcarsi le labbra in bocca e sbatacchiare le palpebre a ritmi strani, come per scacciare il panno lucido di qualche lacrimuccia divertita. «Però poi crepiamo nel sequel, vero?» allaccia le braccia intorno al collo del quintino, ma il solo sforzo di raggiungere la sua altezza le costa un mugugno gutturale, simile a un pigolio. Con cui condisce pure un ultimo balzo con cui gli si arrampicherebbe addosso a mo’ di scimmia – probabilmente un po’ stufa di tutto questo recitare. Certe cose è sempre più bello immaginarle, ché poi quando si avverano non sono mai come nei sogni. Agatha non ha il viso favoloso di Charlotte e Tristran è davvero troppo grande per lei, per non avvertire la pulsione più viscerale di tutte: quelle di una sorella minore che non ha più voglia di camminare. «Ce la fai a tornare al castello così? Secondo me non ce la fai» E quindi nel sequel si muore? «`sticazzi» decreta il sommo poeta, dispettoso ma ben contento di assecondare le successive azioni di lei. Agatha è talmente leggera che, come nelle migliori fanfiction, il protagonista magro ma forte non dovrebbe incontrare grandi difficoltà nel cercare di sollevarla dal suolo; la prenderebbe di nuovo per la vita intanto che abbozza qualche passo iniziale, lento, inscrivendo un cerchio, sino a prendere abitudine e velocità per farla volare una seconda volta. Lo fa con indosso l`aria spensierata di chi si diverte un mondo e non di certo quella di un disperato condannato al patibolo, conservando il sorriso anche nel momento in cui viene sfidato a fare da mulo. «E invece ce la faccio» ribatte a tono, con uno schiocco della lingua contro il palato. Contrae il viso, muscoli e tuttecose per sostenere il suo peso mentre comincia a muovere i primi passi verso il sentiero. «Dieci falci che ci riesco» ormai è una questione di principio. // «Non sei un po` piccola, per limonare?» aggronda la fronte e si adombra dall`alto dei suoi sedici lunghi anni, un traguardo effettivamente importante per un Goltraighe che domina le storie sanguinose di Agatha. «Chi sei, mio padre?» sbotta, un tutt’uno di stizza e capriccio. «No» non è suo padre «Ma ti tengo d`occhio, MacFusty» le assicura con sguardo assottigliato, riversandole addosso la burbera preoccupazione di un fratello maggiore. «ah-ah. Allora preparati: non ci dormirai la notte» a tenere d’occhio una come lei. __________ «Poi te l’ho detto. Lui è bello da far paura ma lei lo è ancora di più, perché c’ha gli occhi azzurri come il mare e un sacco di lentiggini e…» potrebbe essere il ritratto spudorato di Charlotte Charleston, ma questo è competenza del casting director.
13 notes
·
View notes
Text
« posso farti una domanda? »
Il tremore della gamba aumenta, mentre come antistress va ad usare quel braccialetto al polso. Non aspetta una risposta, si lascia trascinare da tutta l`impulsività del momento, parlando veloce e guardando Tristr dritto negli occhi. « Se ti dicessi che sono un Mannaro solo ora » e si stringe nelle spalle, si fa pure un po` più piccolo, se possibile « te la prenderesti? ».
Bizzarramente, la prima reazione di Tristran è quella di farsi sfuggire uno sbuffo dalle narici - una risata un po` incerta, è vero, ma pur sempre una risata che gli illumina lo sguardo. « Che cazzo dici, Sebastian. » non suona neanche come una domanda, tanto è sicuro che l`altro lo stia prendendo in giro. Peccato che gli basti osservare più a lungo il viso mortalmente serio di Seb per perdere ogni traccia di allegria rimasta. « ...`spe. Ma sei serio? » gli domanda, la voce più fredda di qualche grado, restituendogli un`occhiata circospetta.
« Sì. » è serio, e il tremore alla gamba aumenta appena, incontrollabile. Sente pure quella famigliare stretta allo stomaco, mentre le manine continuano a giocherellare, una con il braccialetto e una sul tessuto del pantalone « Scusa se non te l`ho detto prima. »

Sì. Apre la bocca per ribattere, ma il fatto straordinario è che non gli viene in mente nessuna risposta adatta per dare voce a quello che sta sentendo in questo momento. Confusione, di sicuro. « Cosa cazzo stai dicendo? » non solo comincia a ripetersi, trovandosi sgradevolmente a corto di parole a causa del panico, ma nella sua voce vi è una nuova sfumatura di rabbiosa incredulità. Come se bastasse ingramarsi contro Sebastian, per farlo guarire da quella cosa.
« A parte che... che cazzo me ne frega, se te lo volevi tenere per te. » « Pensavo te ne fregasse. C`entrava con il discorso. »
Ma ecco che tutta la sua furia trattenuta prende a vacillare, nell`istante in cui Sebastian si alza dal letto; incerto sulle sue intenzioni, si ritrova suo malgrado ad allontanarsi dallo schienale della sedia, stando in allerta almeno finché il ragazzo non sembra calmarsi. Sembra. Perché il calcio alla scrivania gli fa di nuovo affilare un`occhiata sospettosa alla volta dell`amico. « E quindi vi siete lasciati perché sei un Mannaro » tenta di tirare le fila di un discorso che finalmente inizia ad avere un suo senso - o almeno, questo è ciò che lui ha capito - così da dare un`illusione di ordine alla situazione. « Okay » sospira, sebbene non ci sia proprio niente che vada bene, prima di abbassare lo sguardo verso un punto indefinito del pavimento e richiudersi in un silenzio meditabondo. Un fatto davvero insolito, per i suoi standard, ma ora più che mai ha bisogno di processare quello che gli è stato rivelato.
Ed è un silenzio che pesa, tanto, troppo. E seppur vorrebbe estraniarsi a sua volta, pensare ad altro, ora l`unica cosa su cui riesce a concentrarsi è Tristr. « Perché non dici più niente? » dopo vari minuti, mordicchiandosi il labbro ma rimanendo lì dietro di lui. Senza più un filo di rabbia - solo con la preoccupazione di chi si pente di non essere rimasto zitto. « Penso » si umetta le labbra, sentendo la bocca riarsa, eppure il gesto non gli dà il minimo conforto « Penso che è meglio se vado, adesso » lo sguardo che tiene ostinatamente puntato in favore del pavimento ha un che di sconfitto, ma si costringe a rialzarlo per rivolgere a Sebastian un muto interrogativo. Può andare? «Ho... ci devo pensare» si giustifica maldestramente, deglutendo a metà strada tutto il suo attuale disagio, e con movimenti meccanici si andrebbe a rialzare. Indietreggia di un paio di passi, mostrando in viso la bocca schiusa di chi sta faticando a trovare qualcosa da aggiungere. « Ci vediamo a scuola » tenta di sollevare gli angoli della bocca in un sorriso convincente, socchiudendo le palpebre, ma nei suoi occhi non vi è traccia del solito calore.
solo tu Ame potevi far andare in crisi Tristran (cit.)
11 notes
·
View notes
Text
20 gennaio
[ bigliettino fatto levitare tra le manine di Charlotte durante la cena di giovedì ] Ho da fare una ricerca su delle erbette divinatorie che a quanto pare sanno di albicocca, e una corvosecchia mi ha detto che chiederà a Thingread per conto mio. Ma se invece ci andiamo pure noi dal prof? Così gli chiediamo dell'albero per bacchette. E non so, magari queste erbe ti possono essere utili per le tue verdure bleah del mattino! T.
*
| Fa recapitare la risposta a Tristran poco dopo, su un nuovo pezzo di pergamena. |
Se sanno di albicocca e sono divinatorie devo sicuramente metterle nella mia colazione! E dovresti farlo anche tu
Andiamoci noi, se ci facciamo vedere volenterosi di conoscere così tante cose magari ce ne passa un po'. C.
1 note
·
View note
Text
10 gennaio
| Dopo la cena di Lunedì 10, fa arrivare il bigliettino di pergamena ripiegato in quattro, mentre escono dalla sala grande, e Charlotte deve andare a farsi favolosa per la ronda della notte, hìhì | Oggi sono stata dalla prof. MacGillivray e le ho detto che non posso più giocare a Quidditch. Scusa se non te l'ho detto prima, ma poi ti spiego, promessina. Bacini *cuoricino* C.
*** [ un'oretta dopo, un drago di carta un po' stropicciato plana sulla testa di Charlotte per allietarle la ronda ] Ma sei seria? Cioè, non me l'aspettavo. Spero che non è per colpa di qualcosa di grave! Vabè poi mi spieghi e mi dai tutti i bacini di persona. Buona caccia agli studenti! T.
1 note
·
View note
Text
critiche sociali accuratissime
« Ma quindi voi ci andate, a quella palla di roba dei debuttanti? » in caso la scelta di parole non fosse una spia sufficiente, ci si mette anche la smorfia scocciata che rivolge a tutti e due a confermare il suo malumore a riguardo.
« Boh sì, ci sarà anche Aurora » con una scrollata di spalle, come se fosse quella la motivazione principale, quando invece « E anche quella rompi cazzo di mia nonna, che se non ci vado mi fa staccare le unghie dei piedi una ad una dall’elfo domestico » facendo vibrare le palpebre con espressione teatrale ed esasperata, prima di andare a recuperare la pluffa che adesso tiene sotto il braccio destro bloccandosi in volo e riprendendo il discorso con un tono più alto, per farsi sentire « E A TE PERCHE’ SCAZZA LA COSA? »
« PERCHE` SONO TUTTI DEGLI STRONZI ARRICCHITI. E BUFFONI »

« E COMUNQUE, I MAGHI NON BALLANO. I MAGHI FANNO MAGIE » tira su col naso in un gesto stizzito « O VANNO A CACCIARE I BABBANI, SE PROPRIO » se proprio vogliono divertirsi, eh.
« BEH, GUARDA CHE ALLA FINE AL BALLO FAI PURE MAGIE, TIPO L’ANNO SCORSO MI HANNO FATTO FARE IL PATRONUS E LO STEMMA DEL CAZZO. MAGARI QUANDO SIAMO PIU’ GRANDI LO ORGANIZZIAMO NOI » certo « E ALLORA TIPO A FINE BALLO CI BUTTIAMO DENTRO I BABBANI E CHI NE PRENDE DI PIU’ VINCE UN PREMIO » e alza le sopracciglia, in attesa di una conferma da parte di Tristran.
« E LE MAGIE NON LE PUOI FARE NORMALI? NO, INVECE TI DEVI VESTIRE DI MERDA E SORBIRTI QUELLA LAGNA DA FIGHETTE » brontola alla stregua di un Mago centenario che rimpiange i suoi tempi, quelli in cui era tutta campagna e i draghi solcavano indisturbati i cieli. Se non altro, la proposta di organizzare il prossimo ballo-caccia al Babbano con Ciaran riesce a strappargli un sogghigno affermativo.
12 notes
·
View notes
Text
« Ci prenderemo questo Castello »
Più metaforica che concreta « voglio vincere la Coppa di Quidditch, farti fare una marea di galeoni con le scommesse » che lei pensa sempre ai Soci « e fare quel Gramo che mi pare. Son stufa di questo regime da camerata, tanto ci puniscono lo stesso ed i punti escono più velocemente di quanto entrino. » chissà come mai « Voglio che sia tutto spettacolare, che lasci un segno. » annuisce piano alle sue stesse parole « Ovviamente, spero d`averti al mio fianco » in questa scia di crimine, con tanto di sorriso crudissimo tutto canini.
« E... voglio firmare un contratto con una squadra di Quidditch al termine di quest`anno » difficile? Sicuramente, quasi un`utopia per un ragazzo della sua età. Ma il suo sguardo reca una determinazione nuova, da sognatore incallito.
Il diffindo ovviamente gli riesce e lei s`acciglia ulteriormente a quel gesto come a tentare di capire se si sia rincitrullito del tutto « Gringo, tutto bene? ».
Mentre le dà le spalle, con la mano che ancora tiene aperta la tenda, torce il collo per lanciarle un`occhiata. « Andiamo!? » con una punta di impazienza, dando per assodata la sua partecipazione al misfatto, assieme ad uno svolazzo delle sopracciglia che vorrebbe risultare invitante. « ... benvenuta nel mio nuovo ufficio » due passi dentro e l`ha già colonizzato come tale, facendo gli onori di casa con indosso un sorrisone compiaciuto.
« Beh, non è una cattivissima idea » seriamente? « Mi sa che dovrai metterci pure il titolo di Vicecapitano in quelle lettere da spedire alle squadre serie, sai? » zan zan « Sempre se per te non è troppa sbatta. » sorride, bastarda, fissandolo bene alla ricerca d`una sua reazione visibile.
« ... serio? » domanda non appena ha ritrovato le parole, sporcando all`ultimo il tono con l`accenno di un sorriso divertito. « Se mi stai pigliando per il culo, ti giuro... » anche se la minaccia non viene conclusa ma rimane ad aleggiare nell`aria, ironica e sibillina, sostituita da una risata sommessa. « Beh » sospira; insolitamente cauto a causa del ristretto spazio vitale, alza un poco il manico della Thunder in una sorta di invito confermato dal modo in cui la guarda - le sopracciglia appena sollevate, gli occhi accesi dalla sfida e un sorriso impertinente agli angoli delle labbra. « Vogliamo provare, mio Capitano? » che suona un po` come: vogliamo morire giovani? Spoiler: sì.
« Grifondoro non tradisce » decreta goliardico, sancendo un patto immortale, prima di defilarsi all`interno di quel dedalo di travi di legno e polvere.
10 notes
·
View notes
Text
2 settembre
[ durante la colazione del 2 settembre, un origami a forma di draghetto, tutto storto, viene fatto levitare sino a Charlotte ] Piaciuti i fuochi di ieri? I mocciosi nuovi t’hanno già fatto sclerare? Potevi dirmelo che eri passata dalla parte del nemico, mica giudico io. Comunque su di te la spilla è carina. T. * | Il pezzetto di pergamena che fa arrivare a Tristran è ripiegato in modo strano, difficile attribuirne una forma conosciuta | Mediocri, mi aspettavo più cose! Accettabili, vanno solo fatti sbocciare nei serpeverde che sono, che carini!! Io non sono passata dalla parte di nessuno, ma per rendere le cose più favolose doveva essere per tutti un favoloso segreto da scoprire *cuoricino disegnato* Grazie.. Allora vuol dire che la porterò sempre. C.
1 note
·
View note
Text
dormitorio maschile 2077/78

• Posizione letto: n.3
• Descrizione: le tende del baldacchino sono praticamente intoccate, lasciate perlopiù aperte - tanto è senza pudore. Sul comodino è comparso un barattolo di marmellata vuoto: punta a riempirlo con i suoi risparmi e con le falci che guadagnerà anche quest'anno a organizzare scommesse. Non è mai stato il tipo da personalizzare più di tanto il suo spazio, a parte incidere sulla testata del letto scarabocchi, il pipistrello dei Bats, e volgarità varie ed eventuali.
• Abitudini del pg: una vita da scalzo - ha ancora l'abitudine di scendere in Sala Comune in pantofole per poi lanciarle coi piedi al di sotto delle scale che conducono ai Dormitori, sollevando un gran fracasso. Fa i compiti sul letto, spesso appisolandosi nel bel mezzo dello "studio", e durante le serate più fredde lo si può trovare buttato sul pavimento accanto alla stufa collocata al centro del dormitorio. La notte va a dormire molto tardi, e schiaccia frequenti pisolini pomeridiani dove gli capita. O altrimenti, perde una quantità esorbitante di tempo a lucidare e prendersi cura della sua Thunder 3. Di tanto in tanto, al di fuori dell'orario dei pasti, può essere avvistato bere tazze di cioccolata calda e non è molto chiaro dov'è che se le procuri.
• Ordinato: assolutamente no, lascia sempre in giro vestiti spiegazzati o strumenti del suo nuovo kit da pozionista.
• Puzza: un misto di calzini sporchi, sentore di bruciato e mandorla amara (Merlino's)
• Animali:
Rabarbaro, detto Barbaro, un Mezzo Kneazle beige striato di nero; a parte sfamarlo se ne occupa pochissimo, lasciandolo libero di scorrazzare o di rifarsi le unghie dove più lo aggrada.
Sebbie, grosso rospo violaceo, ormai residente fisso nel secondo cassetto aperto del comodino.
8 notes
·
View notes
Text
Si influenzano a vicenda, lui e Ciaran, come due teste di Bolide lanciate in coppia lungo un campo da Quidditch.
« Vabè che tanto McInler c`ha quasi un piede nella fossa » spalanca gli occhi e assume un`aria saputa, di fatto bullandosi dei suoi freschissimi quasi sedici anni rispetto ai ben trentaquattro del giocatore « Per me, l`anno prossimo lo schiodi facile ».
« EH » verso Tristran « Non ho capito perché non l’hanno buttato fuori dal ca**o quel cogl*one » sbatacchiando un paio di volte le palpebre, sconcertato.
Ciondola la testa in un cenno di profondissima intesa, fino ad accodarsi a Ciaran in quella mezza invettiva contro i boomer del mondo magico. « Massì, cioè, che vogliono `sti vecchi? A casaaaa » esclama a voce più alta, portandosi una mano a lato della bocca per affidare al vento le sue parole - per metà polemica, per metà becera ironia.
Gli viene sempre facile seguire Tristran nelle scemenze più banali, motivo per cui le cosce tornano a stringere il manico e i piedi si fanno più pressanti sulle staffe in modo da portarsi anche lui le mani ai lati della bocca « FUORI DAL CA**OOOOOOOOOOOOO » tornando in un battito di ciglia con quell’espressione un poco scazzata e infastidita per il fatto della convocazione mancata.
5 notes
·
View notes
Text
06.06.77 | Punizione Biblioteca

« piiiistaaaaaa libro espresso per il vattelo-in-bolide-di-Divinazione! »
T | «Ba ghi la legge `sta robbba?» borbotta tra sé e sé in tono nasale, gettando uno sguardo dubbioso ai libri sulla Divinazione che porta tra le braccia «… A Divinazione basta inventare. Le BASI» decreta con strafottenza dopo aver tirato, se possibile ancor più sonoramente, su dal naso.
E | Man mano che ordina i libri, li raggruppa in piccole colonne da cinque, tenendole per adesso sul bancone. Dopo un attento esame del volume che tiene in mano, di cui sfoglia le prime pagine con delicatezza, decide che non dovrebbe trovarsi nel reparto dov’era stato lasciato da qualche studente poco accorto. È per quello che dal reparto Incantesimi si sposta temporaneamente a quello di Divinazione. « quante E hai preso a Divinazione, inventando? » butta lì in risposta alla considerazione di TRISTRAN, che coglie mentre gli passa accanto per andare a sistemare il volume intruso.
N | è la punizione più noiosa di tutte: libri di Divinazione. Davvero? «La domanda è: chi è quel beota» e che disprezzo! «che non aveva niente da fare che mettersi a scrivere ‘sti libri?» Buone mani strappate alla vanga magica. La testolina si leva in direzione di RUBY, che ci tiene il morale alto, in risposta alle sue esultanze. «Ohi RUBY!» prova comunque a attirare la sua attenzione, che si stanno un sacco di libri da rovin-mettere a posto! «Ci va pure questo lì!?»
R | uno stridere di suole segnala la fine della sua cavalcata, con conseguente ‘thund’ e « ooof » soffocato di chi ha dato un gran bella botta per quell’improvviso arrestarsi della corsa. « ma non disturb- » o nessuno? « ma perché mi- » guarda così? « e vabene, vabene. basta corse » e il cigolio, decisamente più cauto e cadenzato, fa da marcia funebre al suo ricomparire dove sono gli altri. « uh? » lo sguardo su NICO che si riaccende di uno scintillio birbante, portando un dito alla bocca per un « sssh » per poi indicare alle sue spalle « ci andiamo appena la Megera decrepita si distrae » anche se quel libro magari non va lì, ovvio.
7 notes
·
View notes