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asolodogresort · 10 years ago
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Diario di una settimana d’amore
Lunedi 26 ottobre prendiamo la decisione.
Martedi 27 ottobre contattiamo Andrea  che ci dà disponibilità per il giorno e l’ora che desideriamo.
31.10.15 ore 9
E’ il momento della giornata nel quale Byron fa un sonno molto profondo.
Il desiderio è quello di farlo passare da sonno a sonno.
Forse il terrore è quello di incontrare i suoi occhi.
Io da mercoledi 28 ottobre sento il suo odore anche in sua assenza.
Ho avuto un episodio e ho sorriso pensando che…sento le voci…
Ma poi gli episodi sono diventati più d’uno.
Si ripetono. Per cui ho smesso di sorridere e ho iniziato a riflettere sul mio corpo e ad ascoltarlo molto attentamente. La mente purtroppo non è lucida, per cui lei la lascio stare, è giusto che vaghi.
Sto cercando di controllare il pianto. Penso a Byron e mi sale il magone. Questa cosa da agosto. Ininterrottamente.
Piango molto, moltissimo. Vorrei sapermi controllare di più. Ma faccio proprio fatica.
Pochissime persone sanno cosa accadrà, questo mi aiuta. In verità non lo sa nessuno. Lo sanno solo Elena ed Andrea. Loro ci stanno aiutando, tantissimo.
Certe cose da soli non si possono affrontare.
Non l’ho detto neanche a mia mamma.
Non so come fare a dirglielo. Con la voce non credo che ci riuscirò. Ma mia mamma non ha modo di leggere i messaggi, non posso neanche scriverle. Per cui anche questa è una prova da superare.
Devo decidere se chiamarla prima e farla soffrire anche per l’attesa o chiamarla dopo e farla soffrire per l’evento. In entrambi i casi non avrò voce e lei si spaventerà. Potrei far chiamare Kristian.
Ma devo farlo io. E’ il suo Bayrotto… lei lo ha sempre chiamato così. Si chiama così Byron anche grazie a lei.
Byron è arrivato il 18.02.2012 col nome Hero. Ma lei non voleva, non sapeva pronunciare Hero correttamente e invece Byron le piaceva tanto. Bayrotto poi è diventato il suo vezzeggiativo.
In verità ora…da quando la malattia è diventata cattiva, lo chiamiamo tutti Bayrotto, con dolcezza.
E’ tanto che la mia famiglia non supera un lutto. E per noi Byron è un lutto molto grande.
Ho perso tutto l’appetito. Non mangio da due giorni. Faccio colazione, null’altro.
Non sto fumando più del solito. Questo mi fa capire che non sono stressata, come dice il mondo moderno.
Andrea sarebbe orgoglioso del lavoro che sto facendo sulla mia persona, ma non glielo dico. Lui lo sa.
Da oggi, giovedi 29, ho iniziato ad assumere il Transition degli Australian Bush Flower.
L’ho preso alle 13.
Andrea è contrario, vuole che io affronti questa esperienza senza filtri e senza interferenze.
Arrivata qui la devo vivere fino in fondo.
Io vorrei solo non aver sempre fiumi di lacrime in gola, vorrei solo placare tutta quest’acqua.
Mi ascolterò, non voglio nemmeno io perdere emozioni. Per cui smetterò. Se sento che divento diversa da come sono.
Vorrei solo piangere meno.
Stasera do i fiori  a Kristian e a tutti i cani. Byron compreso.
In verità solo dopo due ore mi sento molto calma, sto scrivendo senza avere gli occhi annebbiati.
Questa lucidità mi fa stare bene. Per cui continuo.
Kristian dovrà fare la fossa nel terreno. Dovrò dargliene di più.
Credo che sia un momento fra i più tragici.
Ma aspettiamo , forse vivendolo lo troveremo molto diverso da come lo sto pensando ora.
Una cosa incredibile è la faccenda della canzone. Sto pensando alla canzone di Byron da mesi.
Ne ho trovate già una decina. Per cui oggi ho deciso, Byron avrà mille canzoni, non riusciamo a fermarci su una.
Ho avvertito solo un’amica. Vera. Che abita lontano. Ho bisogno di equilibrio. Di maturità e saggezza.
Di rispetto.
Le ho chiesto di non scrivermi, non telefonarmi, di non fare nulla.
Il telefono è rimasto muto, come ho chiesto.
E’ una grande amica. Altre avrebbero mandato faccine di ogni genere, niente parole, faccine.
Lei non ha mandato nulla.
Sono felice di questa cosa, tanto.
Anche questa è una prova.
Stamattina ho chiesto ad un’altra amica di darmi tregua, di darmi modo di vivere la mia vita e di non ascoltare sempre e solo la sua, non ha capito.
Proprio ieri mi sono chiesta da quanto tempo certe persone non mi chiedono come sto.
Me lo sono chiesto quando Kristian ha comunicato ai suoi figli la notizia.
A parte l’immenso dolore, la prima cosa che hanno chiesto al papà è stata  come sto io. Due adolescenti.
Che non sono neanche figli miei. Forse è proprio per questo.
E così mi sono fatta la domanda…. Da quanto tempo le persone non mi chiedono come sto ?
Mi chiedono come sta Byron. Ma Byron sta bene. Lui non sa. Lui non soffre.
Invece io tanto. So tutto. Da sempre.
Ho programmato tutti i post della pagina FB. Fino a domenica. Sembrerà una cavolata. Ma mi ha aiutato tanto a vivere il futuro.  A scandire un tempo non vissuto.
Lunedi volevo che non arrivasse mai sabato.
Ora voglio solo che sia sabato pomeriggio.
Domani è venerdi. Venerdi 30 ottobre.
Sento che vivrò sospesa, mi sento già sospesa. Leggera.
Il magone sta al suo posto. Le lacrime anche.
Poi c’è chi non crede nei fiori…
Oggi è venerdi 30.10.2015 e oggi posso dire DOMANI…
Quando programmi una cosa il tempo assume una forma strana.
Lunedi sembrava mancasse tanto, lunedi credevo di poter ancora cancellare, rimandare.
Ma oggi, dicendo domani, ho proprio la sensazione che indietro non si torna più.
Oggi ho chiesto un favore ad una persona che non conosco se non virtualmente.
Lei ha capito e non chiede nulla.
Che belle persone mi circondano. Sono una donna fortunata.
L’ho detto a mia mamma. Ho pianto. Ha pianto anche lei. In silenzio. Bayrotto.
Ho riattaccato senza dire nulla. Lei ora piangerà con me fino a domani.
Mi ha chiesto solo due cose. Se soffre e dove lo seppelliremo.
Non soffre, lui non sa nulla, nel bosco.
Non so come dire, ma questo mi rende felice.
Mia mamma fa parte della generazione dei cani fuori. Byron è stato il primo a salire sul suo divano.
All’inizio faceva fatica a capire  perché avevo stravolto la mia vita per lui.
Quando il suo ultimo gatto è morto, mio papà le ha imposto di non avere più gatti finché c’era Byron.
Kristian non farà la buca. Stamattina è andato nel bosco, mi ha mandato tante foto.
Abbiamo chiamato uno dei ns. dipendenti, la farà lui. E’ meglio così. Non volevo che Kristian avesse questo compito. Stamattina abbiamo deciso che sotto gli metteremo il suo cuscinone.
Oggi i Fiori fanno fatica a fare effetto.
Ieri sera K mi ha obbligato a mangiare. Ne avrei fatto a meno.
Solo innamoramento e dolore tolgono l’appetito così tanto.
Ora però vorrei che fosse già domani sera.
Ho desiderio di andare a casa e togliere tutte le cose di Byron.
Credo di volermi proteggere, togliere tutto quello che me lo ricorda.
Oggi in ufficio abbiamo spostato degli scaffali.
Saltano fuori goccette di sangue di Byron ovunque. Quelle non le tolgo.
Non lo diremo ai ragazzi in ufficio. Glielo dirò domani via messaggio.
Oggi no. Sono troppo legati a Byron. Voglio che passino una bella serata.
Non so se dormirò con Byron stanotte. Non so se dormirò stanotte.
Probabilmente vorrà dormire Kristian con lui.
Sarà giusto così.
Invece sono arrivata a casa e non ho avuto più voglia di togliere le cose di Byron.
Kristian ha fatto la buca. In due. E’ stato un lavoro duro, in tutti i sensi.
Il bosco non è così generoso. Vuole proteggersi.
Quando Kristian è salito verso casa ha trovato Byron ad aspettarlo sul cancello.
Byron non ha mai fatto queste cose, neanche quando stava bene. Lui non ti aspetta mai.
Sei tu che aspetti lui.
Stavolta invece lo ha guardato in faccia.
E così ora è tutto diverso. Lui sa.
Però è felice.
Abbiamo fatto di tutto, egoisticamente ed in modo scioccamente celebrativo, per dormire tutti in salotto l’ultima notte.
Ma Byron ha sempre dormito nella sua stanza. E così ha fatto anche l’ultima sera.
Per cui siamo scesi assieme, ci siamo messi a dormire.
Il suo respiro  è calmo, calmissimo , mi culla.
Voglio fissare dei ricordi, voglio rivivere la nostra vita con Byron, voglio far fare alla mia mente un viaggio.
Il magone esplode. Poi improvvisamente, non so perché, davvero non lo so, mi faccio una domanda sciocca.
“Ma perché stai piangendo ?”
E’ di una banalità sta domanda mi dico… però capisco che non è vero… semplicemente perché la risposta non è immediata. Devo fare un lungo viaggio con la mente per darmi la risposta vera.
E lì mi do una risposta disarmante per me.
Non sto piangendo perché mi mancherà.
Piango perché gli voglio bene.
Su questa risposta e su come ci sono arrivata potrei scrivere un libro.
E da questo momento, non so come dire, succede qualcosa dentro di me.
Consapevolezza.
Si può voler bene anche a chi non c’è più ? Certo. L’amore non è mica solo baci, abbracci, carezze e gesti.
Io posso continuare ad amare Byron. Per sempre. Non parlavamo mica io e lui. Per cui possiamo amarci. Solo le persone hanno bisogno di fisicità. Di dialoghi. Di parole.
Io e Byron no.
All’inizio sicuramente sarà difficile perché prendersi cura di lui, da diversi mesi, occupava molto tempo, e quel tempo sarà vuoto dopo, però nessuno mi vieta di non far cambiare nulla nel mio cuore.
Se me lo avesse detto qualcun altro, avrei risposto che la retorica mi annoia.
Invece ci sono arrivata da sola. Facendomi una domanda.
Dandomi una risposta.
Ho smesso di piangere.
E sono stata pervasa da una grande pace, oserei dire gioia.
Come quando trovi da solo la soluzione ad un problema che ti tormentava la vita.
Tutto al suo posto, tutto giusto.
Ed il respiro di Byron, dolce, lento, regolare. Perfetto.
Tutto a dirmi che alla fine non sarebbe cambiato proprio niente, dentro di me.
Ed intanto arriva l’alba.
E’ il 31.10.2015.
Andiamo a fare colazione tutti assieme.
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asolodogresort · 10 years ago
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VIA CAENERE 13  | MONFUMO -TV-
Terre dei Colli Silenziosi
Il toponimo sembra derivare dal fatto che le colline, sulle quali sorge il paese, sono di origine vulcanica. Da qui Monte del Fumo e quindi Monfumo. Questo territorio fu un importante insediamento romano sotto la giurisdizione di Asolo. Subì l'invasione dei Longobardi che costruirono punti di fortificazione tra le colline per controllare le valli del Brenta e del Piave.
Nel Medioevo lo dominarono tre famiglie, protagoniste della lotta tra guelfi e ghibellini: i "da Monfumo", i "da Castelli" e i "Maltraverso". Seguirono molte lotte tra le famiglie per la supremazia: storica quella tra Brancaleone de' Ricchi e Gerardo Castelli, terminata con la sconfitta del primo. Gerardo Castelli invece nella guerra contro Ceneda distrusse la fortezza di Portobuffolè. Ormai signore di Treviso continuò a combattere per il predominio, ma fu sconfitto nel 1284 e cacciato da Treviso.
Nel 1928 Monfumo fu soppresso ed aggregato al territorio comunale di Asolo, per poi tornare autonomo nel 1945.
(Wikipedia)
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  E’ notizia di pochi giorni quella che dichiara Monfumo il comune con la più alta qualità di vita della provincia di Treviso, troppo funestata dal cemento.
Ecco noi da oggi siamo qui.
In Località Castelli, Via Caenere 13.
Ora Byron ha il Suo luogo.
Ora noi abbiamo il nostro adorato bosco.
Ora Prince ha un portico all’ombra.
Ora Happy ha un divano solo suo.
Ora Goldie può appartarsi nel suo desiderio di introspezione.
Ora Cheyenne può correre a perdifiato.
Ognuno di noi ora ha ciò che ha sempre desiderato.
E ora possiamo dare a tutti i nostri ospiti un luogo magico.
Abbiamo portato i nostri cinque cani in questo luogo prima di prendere la decisione definitiva.
Se avessero trovato il luogo ostile, avremo continuato a cercare.
Invece appena scesi dall’auto hanno urlato il loro si: fatto di salti, pisciatine e pance all’aria.
Li abbiamo portati due giorni fa.
Sono scesi dall’auto e sono entrati dalla porta giusta, hanno mosso i loro passi con sicurezza e senza timore alcuno.
In una casa spoglia, si sono sdraiati esattamente dove avevamo deciso di mettere i loro divani.
I nostri cinque cani hanno deciso per noi.
E così sarà anche per i nostri ospiti, perché loro parlano tutti la stessa lingua.
Perché sono puri.
Perché in questo luogo si respira una grande pace.
Sarà una casa allargata.
Una casa dove accoglieremo cani ed umani.
Presto nasceranno delle piccole case nel bosco, dove potrete alloggiare lontani dal mondo.
Presto daranno frutti i nostri alberi, che potrete raccogliere e portare a casa.
Presto ricominceremo a fare incontri con le persone che hanno molto da darci e molto da insegnarci.
Presto potrete dire di avere un luogo dove potervi rifugiare.
Asolo Dog Resort ora avrà un piano della casa dedicato completamente ai suoi ospiti.
Con una sala relax, una piccola dogspa, una sala da pranzo e una cucina solo per loro.
Con tante recinzioni, tante protezioni, piccoli fazzoletti di prato e grandi distese di campo per le scorribande dei più audaci.
Il bosco è completamente delimitato. Da guardare e non toccare.
Perché ha i suoi abitanti, ha il suo equilibrio mantenuto intatto in tantissimi anni di abbandono umano.
Al suo interno ci sono piante secolari, c’è un sottobosco incantato ed intatto, fatto di felci, ellebori e pungitopo.
Chi siamo noi per entrare ora a voce alta ?
Nessuno siamo noi per fare un oltraggio al tempo e alla natura.
Entreremo piano piano.. in punta di piedi.
Intanto lo guardiamo e lo ascoltiamo.
Perché il nostro bosco ha tantissime cose da dire.
E noi tanto bisogno di ascoltare.
Non è un luogo per tutti, ce ne rendiamo conto.
Ma è il luogo per noi e per loro.
E questo è quello che conta.
  Lo
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asolodogresort · 10 years ago
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La Casa nel Bosco
Noi non abbiamo mai avuto un legame con la terra natia.
Proveniamo da luoghi, ma la vita ci ha spostati , senza farci soffrire.
Non avere un legame con un luogo di origine è sempre stata per noi fonte di libertà.
Ma abbiamo entrambi  un forte legame con la terra. Molto forte.
Poi ci siamo incontrati. Entrambi senza un luogo.
Così abbiamo cercato  il Nostro Luogo. Lo trovammo.
Ma non era ancora giunto il momento per affondare le nostre radici.
Nacque una promessa: saremo invecchiati in quel luogo ed in nessun’ altro.
Il nostro desiderio più grande. L’obiettivo di una vita. Del futuro.
Poi è arrivato Byron.
Byron ci ha messo davanti ad un quesito : dove ?
Perché Byron non è uno che puoi tenere in un’urna. Byron non è un soprammobile.
Lui ha bisogno di un luogo. All’ombra. Non gli piace il sole.
Gli piace il silenzio. Lui non sopporta i rumori, soprattutto quelli inutili.
Non gli piace la folla, ma nemmeno la solitudine. Lui adora stare in famiglia. La sua. Noi.
Qualcuno può non capire quanta ansia portava con sé  il non poter dare una risposta.
Ci sono venuti in soccorso parenti, amici e chiunque voleva placare la nostra ansia, donandoci un luogo.
Ne avevamo trovato uno. Giusto. E così ci siamo messi in pace. Fosse accaduto, il luogo c’era.
Ma poi l’ansia si è rifatta viva. Il luogo giusto non era nostro. Byron aveva ricominciato a fare la domanda.
Dove ?
Eravamo pronti per il luogo. Nostro.
Pronti a mettere radici.
Così è partita la ricerca. Abbiamo cercato, tanto. Abbiamo percorso ogni  metro.
Abbiamo chiesto ad ogni viandante.
Ed è arrivata Lei : La Casa nel Bosco.
Inarrivabile, irraggiungibile, impossibile.
L’abbiamo guardata a lungo, ci siamo guardati  molto poco.
Sarebbe stata nostra. Malgrado tutto e malgrado tutti.
E così, grazie a Byron, abbiamo realizzato il sogno di una vita.
E così molto presto andremo tutti assieme a vivere nella Casa Nel Bosco…
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asolodogresort · 10 years ago
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L’eredità.
La prima volta che mi dissero quella frase, la misi dove si mettono le battute.
Senza darle nessuna importanza. Per scaramanzia.
Quelle frasi che si dicono per dire, per allontanare le ire funeste del destino, per fare in modo che nulla di brutto si avvicini mai alla nostra vita.
“Se ci succede qualcosa in viaggio, sia chiaro che i nostri cani diventano vostri”
Allora, a parte che in viaggio nulla di brutto deve accadere, ma io, perfetta sconosciuta, perché a me ?
Nel senso che, ovviamente ne sono onorata e grata oltremodo, ma credo sempre che nella vita altrui esista qualcuno più importante di me.
Per cui la prima volta presi questa frase con grande leggerezza.
Poi persone diverse, lontanissime fra loro, che non si conoscevano, cominciarono tutte a dirmi la stessa frase.
E da quel momento  ho cominciato a realizzare che il mio compito andava molto oltre il fatto di  accudirli ed amarli finché vivono con noi.
In verità ogni ospite entra nella nostra vita e ci rimane per sempre.
Perché ognuno di loro è diverso, ognuno di loro si impossessa del nostro cuore a modo suo.
Perché in casa hanno un posto. Quello che si scelgono. E non è mai uguale a quello che è stato scelto dagli ospiti arrivati prima o che arriveranno dopo.
Perché quando tornano a casa i nostri cinque cadono in una profonda tristezza.
Perché quando ritornano è una festa.
Perché è proprio così, diventano parte della nostra famiglia.
Ed è per questo che ora ho compreso esattamente il significato della parola eredità.
Eredito perché Amo.
E questo fa di me la donna più ricca del mondo.
   Lo
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asolodogresort · 10 years ago
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RESCUE… questo sconosciuto.
“Ho adottato un rescue”.
Quante volte ho pronunciato questa frase quando è arrivato Byron!
Senza chiedermi il vero significato di quello che stavo dicendo, scimmiottando parole altrui.
Rescue è una parola immensa.
E da per scontato un concetto: salvato.
Per cui quando lo chiami rescue… vuol dire che l’avvenimento è accaduto.
Il fatto si è compiuto.
Giusto ?
NO !
Questo è il problema.
La parola rescue dà per certo che tutto sia al suo posto. In ordine. In pace. Coscienza appagata.
Cuore gonfio. Un biglietto per il Paradiso.
Poi quando smetti di gongolarti nell’entusiasmo del giusto gesto, cominci ad interrogarti sulla parola Rescue.
E stamattina riflettevo… guardando negli occhi tutti i rescue che hanno riempito la nostra casa in questa prima parte dell’estate…
Sono stati salvati, davvero, sul serio.
Perché chi li ha accolti in famiglia sta facendo un grande lavoro.
Perché gli dedicano anima e corpo. Soprattutto un immenso ed incondizionato amore.
Perché non hanno seguito una moda del momento, ma hanno capito esattamente cosa significa salvare un cane. Dal canile, da morte certa, da una situazione disagiata, da un futuro incerto.
Perché si interrogano, perché non smettono mai di farsi domande e cercare risposte, perché vogliono che occhi tristi e smarriti diventino occhi nitidi e felici.
Perché umilmente fanno un percorso nuovo, pieno di insidie ed ostacoli, ma hanno chiara la vetta e vogliono raggiungerla. Salvarsi. Tutti.
Rescue non ha nessun significato se non è chiaro il concetto che nell’attimo della scelta nulla è compiuto.
Ma quello è solo l’inizio di un lunghissimo percorso.
 Lo
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asolodogresort · 10 years ago
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E tutto ebbe inizio
Vi capita mai di prendere tempo e rimandare una cosa ?
Chi manca all’appello nei racconti degli arrivi di questo blog ?
In verità colui che arrivò per primo.
Da cui tutto ebbe inizio.
In verità il punto è proprio questo. L’inizio.
Non ho voglia oggi di girare le spalle e guardare indietro. Sono cose che ho scritto tante volte, in pubblico, in privato, a voce, con la penna e con la tastiera.
Ora non ho più voglia di raccontare di quel giorno e di quel cane.
Byron oggi non ha niente in comune con quel cane.
Oggi, se penso a Byron, in verità, sembrerà assurdo, penso al suo odore.
La mia vita è intrisa di questo odore. Anche se lui non c’è. Anche se tutto è fresco di bucato.
Sempre e comunque lo sento. Byron ha un suo odore da un anno.
Prima aveva un odore che potevano avere anche altri cani. I levrieri non hanno odore, profumano del bucato delle coperte dove dormono. Ma Byron, Ora, ha il suo e solo il suo.
E questa cosa la adoro. Perché mi segue ovunque, perché mi concretizza il pensiero che ho di lui, perché il giorno che non avrò occhi per guardarlo e mani per toccarlo, avrò modo di sentirlo.
Io poi sono l’unica ad amarlo questo odore, per cui è una cosa che non capisce nessuno e questo mi piace ancora di più.
E’ una cosa che amo quella di essere riconoscibili per un dettaglio inequivocabile.
Unico.
Questa non è l’unicità più importante di Byron, la più immediata, la più intensa.
Ma questo è il particolare che ora mi riporta immediatamente a lui.
E che mi fa stare bene.
Sentirlo.
Solo io.
Lo
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asolodogresort · 10 years ago
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Ho cominciato un anno fa …
“Devi aprirti una pagina FB”
“Io non so neanche da che parte iniziare”
“Te la faccio io. Poi vedrai… ti piacerà tantissimo gestirla”.
In verità a queste parole non credevo affatto, mi sembrava tutto complicato, una enorme ed inutile perdita di tempo.
Poi ho sempre pensato che il tempo dedicato ai social fosse totalmente rubato alla mia vita, a cui tengo molto. In modo concreto.
La cosa che mi spaventava di più era l’ignoto. Se non so come funziona una cosa, la temo.
Devo sempre capire. O devo darmi una spiegazione.
Si insomma in verità io credo ancora a Babbo Natale, me lo sono spiegato, per cui ci credo.
Però non avevo amici virtuali, non avevo nulla su cui partire.
Poi ho pensato che la Bellezza salverà il mondo. E le storie vanno raccontate.
Non mi interessava una pagina pubblicitaria, quello che faccio nasce dalla  passione e vivo di passaparola.
Però mi piace scrivere, potrei farlo meglio, cerco di farlo sempre meglio, e ho pensato che avrei potuto davvero divertirmi e creare momenti, storie.
Come tutti vorrei scrivere un libro, ma non lo farò mai. Ci sono già troppi scrittori mediocri.
Non mi interessava avere un profilo, dove tutti mostrano e raccontano tutto.
 Perché una persona dovrebbe darmi fiducia e guardare quello che scrivo in mezzo a questa moltitudine di immagini e di parole ?
 Per cui ho pensato ad una formula. Mia. Forse il mio inconscio può averla copiata da qualche parte, l’acqua calda è già stata scoperta, però ho cercato tanto e non ho trovato nulla di simile a quello che avevo in mente.
Partire da una foto, bella, e che la stessa ispirasse una frase. Non viceversa.
Gli occhi dovevano collegarsi al cuore.
Una riflessione. Un pensiero. Una considerazione.
La Lezione del Mattino è nata così.
Credevo fosse impossibile trovare una frase, ogni giorno, settimane, mesi… mi sarei stancata, avrei perso entusiasmo, fantasia.
Poi, che è l’aspetto più importante, io sono molto selettiva, lo sono sempre stata, fin da piccola. Mi hanno educata così. Ad accompagnarmi sempre a persone che mi assomiglino. Diversamente non riesco a dialogare. Chiudo.
Come si fa con le persone virtuali ? Come si fa con persone che non conosci a condividere i tuoi pensieri ?
Però ho pensato alla regola che se tu trovi tutto in ordine, difficilmente fai disordine.
E così ho pensato che forse avrei dovuto provarci. Rischiare.
Non mi piacciono gli adesivi che rimbalzano, non mi piacciono le vocali protratte all’infinito, non mi piacciono gli errori, non mi piacciono i commenti scritti per fare “ciacole” e numero. Non mi piacciono troppe cose che accadono in questo mondo. Però ho anche capito che non è difficile starne fuori.
 Ma la Lezione del Mattino ha subito avuto bisogno di compagnia. Così ho fatto parlare loro.
Esattamente come farebbero se avessero il dono della parola.
Così La Legge di Prince è esattamente come è lui, lo rispecchia totalmente e questo vale anche per Mamma Happy, Il Saggio Byron, Il Giovane Goldie e Guerriero Cheyenne.
Nelle parole che scrivo ci sono esattamente pensieri che rispecchiano il loro carattere.
Perché ?
Perché non sono capace ad inventare storie, devo raccontare vita vissuta.
E così è passato un anno.
E devo dare ragione a chi mi disse …”ti piacerà tantissimo gestirla”.
I motivi sono tanti .
Le persone che vengono a casa nostra e quando lo vedono dicono... “Ma tu sei la Legge di Prince”…
Mi fanno venire la pelle d’oca dall’emozione.
Le persone che mi incontrano casualmente e mi dicono … “ Ma tu sei Asolo Dog Resort.... grazie di cuore per la Lezione del Mattino… se non la trovo quando mi sveglio mi preoccupo”.
Oppure se salto per una settimana Il Saggio Byron, mi scrive una moltitudine per chiedermi se sto nascondendo qualcosa.
Ma sono tanti, tantissimi, ma talmente tanti, che talvolta mi chiedo come è potuto accadere.
Io non li vedo, non li sento, non mi rimbalzano adesivi, non vedo commenti sciocchi…ma sono lì, ogni mattina. Vedo bei cuori, le “faccine che ridono” sono un linguaggio. Esaustivo. Linguaggio 2.0.
E credetemi che qualche mattina mi spavento… mi leggono migliaia di persone.
Qualche post ha raggiunto numeri che non voglio neanche dire. E sono tutte persone che mi assomigliano.
Bè magari non tutte, ma quelle che non mi assomigliano sono andate altrove.
Ed è giusto così.
La mia formula è stata addirittura copiata. Questo mi riempie di orgoglio.
Chi copia ha poca fantasia è vero, ma dà valore all’originale.
Ogni tanto trovo in giro le mie frasi con altre foto. E li mi si riempie il cuore. Uno ha fatto sua una mia frase.
Vuol dire che sono andata oltre.
Poi c’è chi mi contatta per collaborazioni, progetti, storie, cose bellissime, c’è chi vede in questa pagina grande respiro a lunghissima scadenza e lunghissima gittata. Chi già traduce e divulga all’estero.
Ho scoperto casualmente che qualcuno si prende la briga ogni mattina di tradurre in inglese la Lezione del Mattino e portarla in giro per l’Europa. Così qualche mattina copio anch’io.
C’è chi mi chiede di divulgare Il Saggio Byron e farlo girare attorno al mondo.
 Ecco… è passato un anno. E mi sembra ieri.
Ora non sono più spaventata, sono emozionata, sono grata. Immensamente grata.
A tutti voi. Una moltitudine di persone che ammiro e che mi assomigliano.
Persone che poi passano parola  ad altre persone simili.
Con infinita ed immensa eleganza.
 E ogni tanto penso ai MI PIACE. A come si muovono nell’etere.
E ogni MI PIACE è una gioia.
In verità  i miei Mi Piace sono Persone.
Davvero gran belle Persone.
 Ecco, grazie, non serve che io dica altro.
 Lo
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asolodogresort · 10 years ago
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GUERRIERO  CHEYENNE
La sua storia all’interno della nostra vita è piena di coincidenze, per chi ci crede.
Non so se noi ci crediamo. In verità,  più che di coincidenze, noi parliamo di segnali, ai quali non ci si può sottrarre.
La prima volta vedemmo una sua foto il giorno della sua nascita. Lettera X. Nome X LO +.
Prima coincidenza. Primo segnale.
Sorridendo pensai che era il MIO cane. X LO rella.
Ma un cucciolo, all’interno del nostro gruppo maturo, non era proprio previsto.
 In occasione di una visita ad amici un paio di mesi dopo accade una cosa stupefacente.
Con loro c’era un cucciolo in viaggio verso la sua famiglia.
Era  lui. Per tutto il tempo che ho potuto, me lo sono coccolato. Un concentrato di dolcezza e bellezza.
Seconda coincidenza. Secondo segnale.
 Insomma, in verità, al destino bisogna credere, per forza.
Soprattutto quando ti telefona e chiede se puoi trovare una buona casa per XLo+.
Poche ore dopo inizia il viaggio per portarlo nella nostra vita.
Terza coincidenza. Terzo segnale.
 Durante il viaggio Kristian pensa al nome, io, a casa faccio altrettanto.
Come sempre facciamo mille nomi e ci diciamo sempre che quello giusto arriverà quando sarà davanti a noi.
Ma stavolta accade qualcosa di diverso. Entrambi pensiamo ai suoi occhi truccati di nero. Truccatissimi.
Su un corpo chiarissimo.
In contemporanea partono due messaggi da due telefoni diversi che si stanno scrivendo “Cheyenne, come il protagonista di This must be the place di Sorrentino interpretato da Sean Penn”.
Questa coincidenza è di una potenza talmente immensa che gli occhi si riempiono di commozione gioiosa.
Cheyenne.
Quarta coincidenza. Quarto segnale.
Cheyenne ha riempito tutti i nostri vuoti. Ha mangiato tutte le ciabatte e tutti i topini dell’Ikea.
E’ un bulletto arrogante e testardo. Poi è un ragazzino timido e pauroso. Poi è un eroe dei fumetti.
Poi è un saggio guerriero indiano. Poi è un bambino piccolo, piccolo, piccolo, piccolo.
E dopo aver percorso tutte le strade del mondo e dopo aver riso, cantato, ballato …
vuole solo dormire abbracciato.
Noi credevamo che un cucciolo non potesse far parte della nostra vita.
Per fortuna esistono le coincidenze. Per fortuna la vita ci dona dei segnali.
Per fortuna li abbiamo visti, entrambi, allo stesso modo e nello stesso momento.
E nei suoi occhi truccati su un corpo candido, noi abbiamo trovato tutto quello che ci mancava.
 Lo
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"Non è vero che è meglio tardi che mai, se è tardi è tardi e basta!"
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asolodogresort · 10 years ago
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GOLDIE
Nella nostra casa non c’è la televisione.
Non c’è mai stata nella nostra vita.
Nella vita precedente ne abbiamo vista troppa.
Delle volte ci chiediamo dove troveremo il tempo per guardarla.
Non ci basta neanche quello che abbiamo per fare tutto quello che vorremo.
E senza televisione si dicono tante cose.
Una sera parlavamo guardando Happy. E ci interrogavamo su quanto bello sarebbe stato darle una compagnia. Perché lei e i gigantoni di casa sembravano  non avere tanti argomenti in comune.
Abbiamo fatto una domanda. Abbiamo ottenuto una risposta.
Goldie aveva bisogno di prendere aria. Di svagarsi un po’. Di dimenticare quello stupido incidente che si era portato via un pezzetto della sua coda. Aveva bisogno di un po’ di vacanza.
Goldie, fragile come un vaso di cristallo, malinconico come Pierrot, ma dolce come mai nessun animale mi era capitato prima. Dotato di una empatia fortissima, di un cocciutaggine profonda, di gesti lenti, ma inesorabili.
Per mesi ci siamo parlati. All’inizio due lingue diverse. Incomprensibili.
Ma il legame che stava nascendo era fortissimo, quasi doloroso in qualche momento.
Troppo forte. E nessuno capiva cosa realmente stesse accadendo fra noi.
Succedeva che stavamo parlando la stessa lingua.
Dopo tanti giorni bui, improvvisamente tutto si è illuminato.
Goldie è il nostro “Bambino Indaco”.
Non importa se non esistono. Non siamo riusciti a trovare nessun’altro modo per descriverlo.
Lui è impossibile da descrivere. Impossibile da raccontare.
Con Goldie bisogna vivere. Ogni attimo, ogni sguardo, ogni lentissimo gesto.
Lui è così diverso. Così immenso da spaccarti a metà quando allunga la zampa per darti il suo aiuto o per chiederlo. Sempre sottovoce. Sempre con gesti lenti e leggeri. Carezze.
Goldie guardato tanti anni solo perché bellissimo, in verità è una creatura che emana energia.
Quel genere di energia che hanno i “Bambini Indaco”.
E noi ogni giorno ringraziamo la televisione.
Se l’avessimo avuta, Goldie non avrebbe mai potuto illuminarci come sta facendo.
 Lo
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asolodogresort · 10 years ago
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PRINCE
La scelta di adottare di Prince è stata dettata dal bisogno. Bisogno di aiuto. E quando si chiede aiuto non si sa mai quale sarà la risposta. Si rischia, si prova. Si chiede.
E se chiedi con umiltà e con il cuore in mano, le anime pure rispondono.
Prince ha risposto con gioia e con una sonora risata.
Prince si è messo sulla bilancia e ha esattamente compreso il suo ruolo. Ha scritto La Legge di compensazione nella nostra casa. E dove c'era serietà e timore, dove c'era introspezione e preoccupazione, ha colorato di bianco le giornate e riempito di leggerezza ogni attimo.
Così siamo passati da un guinzaglio immobile e domato ad un guinzaglio bizzarro e teso. Siamo passati da occhi pieni di parole a occhi pieni di risate. Due facce della stessa medaglia.
Un equilibrio perfetto. Così avevamo sognato. Questo l'aiuto che avevamo sperato. La Legge della compensazione. La Legge di Prince.
Così lui ha sgretolato la serietà di Byron, facendolo giocare e divertire. Regalandogli vita.
Ha donato a noi leggerezza . La convinzione che a prendere la vita troppo seriamente ci si ammala. Che bisogna ridere, respirare con la bocca aperta per sentire il gusto dell'aria, correre saltellando per centrare le pozzanghere, dormire con la pancia all'insù quando si ha mangiato troppo.
Prince ci ha insegnato a non prendere nulla sul serio. Nulla a parte il rispetto. Lui non manca mai di rispetto e non ammette che gli si manchi di rispetto.
E da questo punto abbiamo ricostruito un perfetto equilibrio. La Legge della compensazione. E così abbiamo messo al centro della nostra vita quotidiana, in ogni piccola cosa, in ogni piccolo gesto, la gioia dell'equilibrio.
Quando la nostra vita è in equilibrio, lo stato d'animo è pacifico.
La Legge di Prince : Fammi una carezza. Mi basterà per sapere che mi ami.
Lo
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asolodogresort · 10 years ago
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HAPPY
Non so se col tempo il nostro carattere assomigli al nostro nome o, fin da subito, sia viceversa.
O se in verità un nome ti viene assegnato con degli auspici, delle speranze. E forse non ci assomiglierà mai.
Il nome che portiamo ci accompagna per sempre. Deve essere quello giusto.
I cani sono più fortunati, a loro si può cambiare con grande facilità. E farlo assomigliare a loro.
Una mia maestra mi insegnò che, ai cani che iniziano una nuova vita, il nome va cambiato.
Happy è arrivata nella nostra casa in una calda domenica di luglio.
Non poteva più stare dov’era. Era necessario darle una nuova casa subito.
Non era più una ragazzina. Noi avevamo già Byron e Prince, ci sembrava davvero complicato avere un terzo cane. Così avevamo già pensato di chiedere aiuto ad una persona che non avrebbe mai potuto dirci di no.
Poi in casa avevamo questi due giganti, lei sembrava così piccola.
Dopo pochi attimi dal suo arrivo ci guardammo negli occhi.
Ringrazierò per sempre quell’attimo in cui decidemmo di farla vivere con noi.
Happy non poteva avere un nome diverso. Lei è felice. Sempre e comunque. A prescindere. Senza se e senza ma.
Felice.
Ma la cosa che ancora oggi ci sorprende è la sua immensa, infinita ed incondizionata devozione.
Lei, arrivata da noi con una vita già vissuta, con ricordi forti e nitidi, ci ha guardati in faccia, ci ha annusati, ha girato la proprietà e la casa, poi è salita in braccio e da lì, da quel momento, il passato non avuto più nessun valore, ricordo, nessun peso, nessuna nostalgia.
Si riparte, da qui, ora con voi. Quello che è stato è stato.
Quello che conta è qui, adesso.
Ecco, credo di aver imparato da Happy il segreto della felicità.
Bisogna smettere di guardare indietro, e non bisogna allungare lo sguardo troppo avanti.
Qui, ora, adesso
È tutta la nostra vita.
Lo
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asolodogresort · 10 years ago
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Paul Croes
Quando vidi le sue foto la prima volta rimasi senza fiato.
Sono una persona fortunata, vedo molte belle foto, davvero tante, ho tanti amici fotografi e ognuno di loro ha uno stile, un metodo, un soggetto preferito. Sono bravi. Molto Bravi.
Mi sono chiesta cos’hanno le foto di Paul Croes a differenza delle altre.
La risposta è una sola: hanno un’anima. C’è qualcosa che vibra sempre nelle sue foto e quella vibrazione muove le emozioni.
Chi ha fatto uno shooting con Paul Croes sa cosa succede in quel piccolo studio per 3 ore.
Paul ama i cani, Inge, oltre ad amarli, li comprende. Si parlano con le mani, con gli occhi, con i gesti, con i toni di voce. In questi giorni continuava a dire ogni sera: “Sono un uomo davvero fortunato, faccio il più bel lavoro del mondo”.
Abbiamo appena finito, le luci sono ancora tiepide, i teli ancora pieni di peli e stiamo già programmando il prossimo appuntamento. Agosto 2015. Sono state versate tante lacrime. Per Paul è strano che le persone piangano di gioia. Comprende le lacrime di tristezza. Quelle di gioia non le conosceva. Le ha associate agli italiani. Passionali e mossi da grandi emozioni. Belle persone. Adora l’Italia e gli italiani.
Tornano in Belgio pieni di gioia per questo tempo che è volato.
Io, dal canto mio, ho conosciuto persone mai viste, persone con le quali da mesi sono in contatto. E l’incontro, il tempo trascorso con tutti, è stato così naturale. Come se fosse normale ed usuale stare assieme. Umani e cani, indistintamente.
Dietro ad ogni incontro una storia, una famiglia, un calice di vino o un caffè. Tempo speso bene. Tutti hanno fatto tanti chilometri, tutti hanno sacrificato giornate di lavoro, tutti hanno dedicato a questa esperienza del tempo prezioso.
Io comprendo le persone che credono sia un capriccio, un lusso, una cosa totalmente inutile, un vezzo. Poi vivi questa esperienza e capisci che va molto oltre, molto, molto più in alto.
Si vedono cani arrivare timorosi e introversi finire la giornata scodinzolando e sorridendo. Si perché i cani sorridono. Qui si impara a riconoscere i loro sorrisi perché Paul li ferma in uno scatto.
Poi vedi le foto in anteprima dalla sua macchina fotografica e ti sale un magone incontrollabile.
Una grande, forte, immensa commozione. Perché è vero che il cane è tuo, lo conosci benissimo, lo hai fotografato milioni di volte, nulla di lui ti è sconosciuto, pensi… poi vedi le foto di Paul e senti quella vibrazione. E ti commuovi perché capisci che hai ancora tante cose da guardare, da vedere, da conoscere.
E sai che ora hai un ricordo di lui che lo identifica perfettamente per quello che è. Senza trucchi, senza inganni.
Behind the eyes.
Io continuo a guardare le foto anche dopo un anno. Le vedo sempre diverse, trovo sempre un dettaglio che mi era sfuggito, colgo segnali diversi.
E quando ti ritrovi a scorrerle tutte capisci che ti sei fatto un regalo che non ha prezzo. Un oggetto che emana vibrazioni.
Infinite. Per sempre.
Tutto questo accade grazie a tutte le persone che sono arrivate ad Asolo con i loro cani. E che hanno condiviso con noi la loro vita, la loro famiglia, il loro tempo.
Grazie davvero. A tutti.
Ed ora inizia l’attesa… per quelle foto che avranno un posto speciale, assieme ai ricordi cari della vita.
Lo
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asolodogresort · 10 years ago
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Una scelta di vita
Abbiamo fatto alcuni anni fa una scelta di coppia e una scelta di vita. Così abbiamo adottato Byron. Poi si sono aggiunti Prince, Happy,Goldie e Cheyenne. Greyhound rescue e whippet.
Viviamo con loro 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, 12 mesi all’anno. Puntualmente e con gioia, numerosi levrieri frequentano la nostra casa, per cui questa scelta di vita è divenuta una naturale conseguenza del nostro modo di condurre il trascorrere del tempo.
Non abbiamo né l’esperienza né la preparazione per sostituire le figure necessarie di supporto in un rapporto fra cane e proprietario, per questo abbiamo creato dei legami di stima e fiducia con personale qualificato a dare risposte e consigli autorevoli.
Stiamo costantemente frequentando corsi perché vivere da anni con gli animali non è sufficiente. Noi desideriamo fare in modo che siano accuditi, come noi accudiamo i nostri. E’ per questo che desideriamo farvi conoscere BPHG&C, loro vi “racconteranno” come si vive nella nostra casa.
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