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corneliaharris · 3 years
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corneliaharris · 3 years
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Durante la mattinata di sabato 13 Marzo 2077 | Scale
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Un grande caos è esploso per i corridoi e per le scale più prossime al secondo piano durante la mattinata: pare che un cospicuo gruppo di studenti abbia organizzato niente meno che una partita al famoso nascondino, creando del momentaneo scalpore e qualche lamentela per il disordine lasciato tanto negli studenti nei paraggi che nei quadri e fantasmi di zona. Alcuni studenti del sesto anno giurano di aver sentito Pix, particolarmente colpito, dire nelle ore successive che non vedeva così tanto baccano dai tempi dei gemelli Weasley.
A partire da Sebastian McNamara che ha volato direttamente alla tana a cavallo della sua scopa rischiando di tagliare qualche testa ed arrivando fino alla presunta organizzatrice, Maegan MacGillivray, che è stata vista fare lo slittino per le scale mentre rincorreva, bloccata da catene, un improbabile trio formato da Wesley Hilliard, Cornelia Harris e Corine Flanagan, il gruppo di gioco era alquanto disomogeneo ed articolato. Particolarmente rilevante, anche se non ai fini della partita, è stata la presenza della prefetta Alyce Gray che, insieme al suo gatto, ha tenuto sotto controllo la situazione e lasciatosi sfuggire sotto le zampe due studentesse più piccole, Blythe Quinn e Liusaidh Campbell. Un grande duello, invece, pare essere avvenuto nei pressi della Sala Trofei, da cui sono usciti malconci Cecilia Ballentine e Dominic Murphy, ricorsi fino all’ultimo da Yara Lynch. La primissima giocatrice che ha salvato la pellaccia è invece stata Alexa Knox che, dopo essere sfuggita dalle grinfie di Cheryl Roberts al costo di qualche punto sul pannello dell’amicizia, ha raggiunto la tana solo per ritrovarsi con una mano incastrata dentro la porta dell’Ufficio dei Prefetti e dei Caposcuola. E se non si tratta di karma, si tratta dello zampino di Niall OGallagher e delle sue rune. Insieme al serpeverde, di guardia al secondo piano sono rimasti anche Bentley Jones e Tarquin MacTavish, alle prese con una sospetta scia di lumache gommose. C’è chi dice che anche Beatrice Perisher e Victoria White abbiano partecipato, anche se le due secondine si sono volatilizzate per tutto il tempo della sfida, riapparendo magicamente ai loro tavoli durante il pranzo. Fonti con amicizie ai piani bassi infine riportano che a Gisty, uno degli elfi delle Cucine, sia venuto quasi un infarto quando due studentesse, Priscilla Howard e Blythe Wharton, si sono scontrate nel tentativo di raggiungere la tana per prime, l’una come nascosta, l’altra come cercatore. In ultimo, ma non per importanza… pare che le grida di vendetta di Jonas Grayhare, imbozzolato ed incollato al pavimento dell’Aula di Incantesimi come lo spuntino di un’Acromantula, risuonino ancora oggi per i corridoi.
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corneliaharris · 3 years
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[H] « Intanto ringrazio Cheryl per conoscermi così bene da avermi regalato dei baby draghi » nel fare un occhiolino divertito alla sua CO-HOST « e voi altri per non aver detto di no alla vacanza migliore della vostra vita » con una punta di sarcasmo particolarmente pungente, per quanto bonaria « nonostante tutto » in loving memory of l’assalto al binario. Quindi cheers amichetti, bevete prima che Nat’alja torni e vi costringa personalmente. Heaven e le sue guance arrossate – a causa del falò lì accanto, ovviamente – di certo non ci pensano due volte a svuotare la sua tazza di iced tea. « E come da tradizione » annuncia con voce particolarmente squillante nel farsi passare il suo piattino di torta da CHERYL e scambiando con lei un’occhiatina di intesa, prima di lasciarle continuare la frase e renderla nota anche a chi gli Amanatidis non li conosce bene quanto lei. Tradizione che non perde tempo a mettere in pratica quando prende con le mani il suo pezzo di torta e lo spalma letteralmente in faccia a LIO accanto a sé. Il secondo pezzo, soddisfatta del lavoro fatto CHERYL (#spoiler), lo prende direttamente dalla torta – sempre con le mani, sì – e dopo essere salita col ginocchio sul tavolo per avvicinarsi a lei il più possibile, lo spalma in faccia ad ALEXA. Il tutto ovviamente molto in fretta, cercando anche di scappare dalla vendetta di LIO nel mentre.
[C] Lascia la parola alla FESTEGGIATA, e la ascolta osservando tutti i presenti. «Anche perché in caso contrario mi sarei offesa.» Se non si fossero presentati a casa sua, ecco. Però insomma, chi avrebbe rifiutato una vacanza in Grecia? Lei no di certo. Bicchiere di miscela speciale alla mano, aver cantato la canzoncina di rito, aiuta anche a tagliare la torta e a metterla nei piattini. L’espressione che ha in viso è piuttosto preoccupante ma, alla fine, per cosa? La prima che viene servita è HEAVEN, ma i piatti giungeranno a TUTTI i compagni. Si riallaccia alle parole della BIONDA, mentre afferra il proprio piattino. «Casa Amanatidis vi ringrazia. Buon proseguimento di serata!» E afferra quindi il pezzo di torta con le mani, spalmandolo sul viso di DOROTHY, seduta alla sua destra.
[C] Lei inclusa ed è per questo che il lato b si sposta leggermente indietro su quel telo e lei minaccia chiunque le si avvicini -« Non ti azzardare! Ho un dolce e non ho paura di usarlo » uuuh, che minacce serie stasera. Fa quasi paura…ah no. Comunque sia, non attacca ma è pronta a difendersi. Peccato che lei la volesse solo mangiare quella torta.
[D] Ecco che un piattino è super pronto per la povera CORNELIA che si sorbirà - forse, se non saprà difendersi a dovere - un colpo in piena faccia inaspettato e un conseguente sorrisetto soddisfatto, ma pur sempre sporco di torta. Dopo un finto sguardo carino però il suo piano malefico va avanti e si accosta a LIO, reduce di guerra proprio come lei. In realtà non servono molte parole, a parte brevi sguardi: uno verso la torta che tiene lui in mano, uno verso la propria di cui si è appena rifornita, ed infine proprio la FESTEGGIATA. E se il Serpeverde accettasse l`alleanza con quello sguardo d`intesa che 007 ci fa un baffo, DOROTHY partirebbe all`attacco, ovunque HEAVEN si trovi, cercando di coordinare il suo colpo con quello di LIO per regalarle una graziosa doppia torta. «Buon proseguimento anche a te.» Occhiolino incluso.
[A] «Ma che gramo fai!» no, non ci interessa che è una tradizione, ti sembra il caso di sprecare tutta questa torta? Ma poi, nonostante la non-simpatia che nutre verso la SERPEVERDE non può fare a meno di scoppiare a ridere, che è comunque la festeggiata quindi glielo concediamo, e il mood della serata è un po` troppo allegro per prendersela a male per una cosa del genere. «solo per stasera, Hazaar» e prendilo come regalo di compleanno. Insomma, per stasera pace, poi domani ci ammazziamo. Vedendo la situazione prendere piede trai compagni, si unisce, ovviamente, anche lei, afferrando un pezzo della sua torta con le mani e, non si sa con quale coraggio e per quale miracolo divino -sarà la miscela speciale-, il suo tentativo sarebbe rivolto verso SEBASTIAN, alzandosi all`impiedi e sporgendosi dall`altra parte del tavolo per schiaffargliela in piena faccia, per poi andarsi anche a giustificare «se non posso lanciarti incantesimi, ti lancio le torte» facnedo spallucce, e poi portarsi un dito sporco di torta alla bocca perchè, dai, almeno assaggiamola
[L] « Tu... » soffia fra i denti, potendo finalmente tentare di ripulire alla bell`e meglio le ciglia e riaprire gli occhi senza rischi, per identificare HEAVEN appoggiata al pianale ligneo e cercare di approfittare della postura poco comoda(?) della bionda per allungarsi in avanti col busto e afferrarla saldamente –ma senza stringere eccessivamente, per non farle male– dalla caviglia, sventando la fuga imminente. Ci prova. Se l`offesa dovesse riuscire, cercherebbe anche di tirarla all`indietro, per riportarla sul telone e chiamare aiuto. « Vogliamo condividerla la tradizione? » Alla HAZAAR. La tradizione dell`alto tradimento, visto il sarcasmo che si premura di esternare con quel nuovo sogghigno smaliziato che si stampa in faccia. Niente di personale, ma «TORTA QUI!» Un po` in generale, o a DOROTHY magari, verso cui lo sguardo scuro migra, trovandosela giusto lì vicino e armata di tutto punto. E beh, il resto è storia.
[S] Peccato che nel fare il tutto sia finito vicino al tavolino abbastanza da farsi colpire da ALEXA. Con lui che nemmeno se lo aspettava, quindi la prima cosa è un`espressione sorpresa, un lieve alzare le sopracciglia nell`inquadrarla veloce. La ascolta ed è il scetticismo a prendere forma, con un solo sopracciglio che rimane alzato e le iridi che vanno a squadrarla in quel giudicarla. E tiene gli occhi puntati su di lei, andando ovviamente a recuperare il catalizzatore con nonchalanche - che non ha dimenticato, no - per iniziare a giocherellarci, passandoci invece il braccio opposto contro il faccino con tanto di smorfia da bimbo sensibilino. Torna poi a guardarla, alzando appena la bacchetta (sia mai non l`avesse vista) e con un sorriso sprezzante « un`ottima idea » con tanto di labbra che vanno a distendersi nel dire in quella che sembra quasi una minaccia, le fa pure l`occhiolino. Ah sì, guarderemo pure HEAVEN poi per dirle ad un tono più basso « ma perché c`è lei? » con tutto lo schifo del caso sul volto, sì.
[H] « Bagno? » chiederebbe poi alla sua CO-HOST, per prima, rimettendo l’interrogativo anche a TUTTI gli altri mentre si versa un’altra tazza di iced tea sorprendentemente ed incredibilmente euforica, nonostante la sua estetica “rovinata”.
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corneliaharris · 3 years
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Saint Valentine's Day.
« Senti ma » inizia mordicchiandosi un po` il labbro e puntando lo sguardo sui suoi anfibi che calpestano la neve « Ceh secondo te è stato strano stare lì in mezzo agli altri? » le pone così quella domanda ma non la guarda ancora in viso. « Tipo che adesso lo sanno tutti tutti » non si sa bene cosa voglia dire con questo, ma sicuramente vuole sapere cosa ne pensa lei, infatti torna pure a voltare un po` la testolina nella sua direzione per osservarla.
Quel “senti ma” la mette forse un po’ in allerta, gli occhi si posano sul profilo dell’altro e il fatto che non la stia guardando la agita un pochettino ma non dice nulla, lasciando che la domanda le venga posta. « Mh, strano… » ripete piano e poi seguono un paio di secondi di silenzio che si concede per articolare una risposta, evidentemente, con scarsi risultati visto che la prima cosa che dice è un « Non lo so » e ora è lei che distoglie lo sguardo. « Cioè io non so nemmeno cosa siamo » visto che non ne hanno mai parlato « Ma non m’interessa se lo sanno gli altri » su questo pare sicura « Anzi non m’interessa proprio degli altri, cioè che lo sappiano o meno… chissene » e quella è la loro filosofia, no? E torna pure ad alzare lo sguardo, cercando quello di Wes perché alla fine gli interessa solo di lui e infatti, dopo un po’ d’esitazione, chiede « Per te è stato strano? » e la voce esce sporcata da un velo di preoccupazione nonostante faccia di tutto per dissimulare.
Se inizialmente non trova tanto il coraggio di guardarla, alla fine il suo silenzio lo costringe a puntare di nuovo gli occhi sul suo viso per vedere la sua reazione. Resta in silenzio e la lascia parlare, i denti impegnati a mordicchiarsi un po` il labbro nervosamente e la mano che stringe un po` di più la sua. A quel "non so nemmeno cosa siano" rimane zitto, perché neanche lui lo sa e forse per ora neanche ci si è interrogato troppo. Ma sono le parole seguenti di Cornelia a fargli tirare un piccolo sospiro di sollievo, mentre al sentire quel "chissene" sul viso torna a spuntare un sorriso. Ancora non parla ma rallenta i passo, allungando l`altra mano per poggiarla sulla guancia altrui. E non risponde ancora neanche a quell`ultima domanda, preferendo allungarsi un po` con il tocco e avvicinare le labbra alle sue per stamparle un altro bacio decisamente meno sbrigativo e leggero rispetto a quello che le ha dato prima. « Chissene » le soffia sulle labbra, perché se a lei non frega nulla degli altri neanche a lui frega niente.
Parla ma l’altro non risponde e la cosa finisce per agitarla ancora di più e solo il sorriso che si allarga sul viso altrui al suo “chissene” finale ha il potere di farla tornare a respirare mentre imita lui, rallentando il passo. Il bacio non era qualcosa che si aspettava di ricevere ma lo accetta ben contenta con la mancina ancora stretta alla mano di lui e la mano destra che risale fino a poggiarsi sul collo altrui. E quel contatto ha il potere di rilassarla e quell’unica parola soffiata sulle sue labbra finisce per farla sorridere. Chissene rimane la loro filosofia.
« E non lo so che cosa siamo, so solo che ci sto bene con te » rivela allontanandosi un po` e alzando le spalle. « Però non come con gli altri » come con i suoi amici « In modo diverso » aggiunge tornando a mordicchiarsi un po` il labbro. « Però sì un po` è stato strano » alla fine risponde anche a quella domanda che aveva lasciato in sospeso. « Ma non per te, capito? » e questo ci tiene a farglielo capire, tornando a sorriderle. « E` che io ste cose non le ho mai fatte » ammette stringendosi un po` nelle spalle.
Gli rimane vicina e lascia che sia lui ad esprimersi, non lo interrompe perché la nota la difficoltà altrui, che alle fine è anche la sua e solo a quel “però non come gli altri” annuisce appena perché lo capisce, non lo sa spiegare ma sa a cosa l’altro sta facendo riferimento, probabilmente, perché prova lo stesso anche lei. E poi, alla fine, arriva anche la risposta alla sua domanda e la fronte si cruccia appena perché strano non è una bella sensazione e si preoccupa. Muove la testa in cenno d’assenso a quella domanda retorica « Lo so, ha senso » e non è ben chiaro se vuole rassicurarlo o se l’abbia capito davvero. « Nemmeno io le ho mai fatte » perché quel poco che ha avuto prima non è paragonabile « Forse è normale sentirsi strani all’inizio » ipotizza « Se vuoi.. » esita appena, distogliendo lo sguardo « quando siamo con gli altri…non so, ci comportiamo normali » ossia non come oggi « Cioè se preferisci » e nella voce non c’è nessuna inflessione strana, gli sta lasciando la scelta. E ancora non torna a guardarlo ma non ha comunque intenzione di allontanarsi.
Però quando si allontana, rimanendo comunque a pochi centimetri da lei, prova anche a rispondere a quella sua domanda. Con tutta la sincerità del mondo e mostrandogli che forse un po` per lui è stato strano. Cerca però di farle capire che quella sensazione di certo non è dovuta a lei, più che altro all`inesperienza che ha. Perché fino a qualche mese fa non si immaginava neanche minimamente di stare così con lei. « Penso di sì » concorda con lei per quanto riguarda il fatto che quella sensazione di stranezza sia dovuta forse al fatto che nessuno dei due sa bene come comportarsi. Però le parole che seguono gli fanno corrucciare un po` la fronte, gli occhi tutti su di lei mentre nota quell`espressione altrui un po` più preoccupata. « No » risponde subito togliendo la mano dall`intreccio con la sua per portare anch`essa sull`altra guancia di lei. Le alza un po` il viso guardandola più serio adesso. « Che significa normali? » chiede forse un po` stranito. « Non voglio fare così » non vuole comportarsi diversamente quando ci sono gli altri. « Se voglio stare con te o ti voglio baciare, lo voglio fare sempre » fa serio, anche con una certa enfasi. « E` stato strano sì, però abbiamo detto chissene degli altri » le ricorda, perché è stata lei la prima a tirare di nuovo fuori la loro filosofia. « Magari domani già non sarà più strano. Ci facciamo l`abitudine » torna a sorriderle, anche se un po` incerto perché quel cambio di umore altrui ora l`ha messo in allerta e ha paura di aver detto qualcosa di sbagliato.
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Ma la reazione dell’altro la stupisce e le iridi tornano sul suo viso dopo quel “no” pronunciato con una certa sicurezza, le palpebre sbatacchiano e le labbra vengono appena schiuse quando anche l’altra mano si poggia sulla sua guancia. Alza lo sguardo e cerca i suoi occhi ma non risponde a quella domanda, non subito. E le parole seguenti hanno il potere di farla sorridere, senza possibilità di controllare quel sorriso « Anch’io. » mormora ancora un po’ stranita da tutto quel discorso « A me non interessa degli altri » glielo ripete « Solo che non volevo ti sentissi a disagio a causa mia » mormora, tentando di spiegare il comportamento di poco prima « Volevo facilitarti le cose, ecco. » un po’ a disagio nel dire tutto quello ma non per questo meno sicura. E sorride anche lei « Ma se a te non importa e a me nemmeno » e sembra sia così « Allora saremo solo noi » qualsiasi cosa siano « E ci abitueremo » perché tanto chissene degli altri, no? Attenderebbe un minimo cenno di riscontro prima di farsi più vicina e sussurrargli davvero vicina alle sue labbra « E comunque ora voglio fare questo » cosa è abbastanza intuibile ma nel caso Wesley avesse bisogno di un aiutino per capire, lei un attimo dopo lo sta già provando a baciare.
Le mani sono entrambe sulle sue guance a tenerle su il viso così da poterla guardare negli occhi mentre ammette che tutto vorrebbe fare tranne che nascondersi. E solo quando la vede tornare a sorridere, si permette di rilassarsi. « No Coco » scuote un po` la testa utilizzando un tono decisamente più morbido. « Non mi fai stare a disagio » ammette sollevando le sopracciglia quasi a voler sottolineare l`assurdità della cosa. « Tutto il contrario se mai » e qua torna un po` a sorridere avvicinando il viso solo per sfiorarle il nasino con il suo. Ma una conclusione alle loro paranoie adolescenziali la trovano e lui torna a sorridere contento mentre prende ad annuire. « Solo noi va bene » perché l`importante è quello. E l`ultima frase gli fa spuntare un sorrisetto più divertito sulle labbra mentre pronuncia un « Che vuoi fare? » fintamente ingenuo. Ma non c`è tanto da rispondere dato che, mentre Cornelia si avvicina, lui fa lo stesso andandole incontro per accettare più che volentieri quel bacio.
Menomale, un attimo dopo, ci pensa Wesley ad essere chiaro e bastano quelle frasi a far sparire il peso che aveva sul petto, facendole anche nascere un sorrisone più rilassato sulle labbra, che si amplia alle precisazioni successive. « Ci credo » quasi in un sussurro « E scusa se ho detto quella cosa, solo che boh » una pausa piccolissima « non sapevo cosa fosse meglio » e poi sorride a quel dolcissimo naso contro naso « Ed è meglio così… » e quelle parole sono leggermente calcate con la voce « Non sono sicura che avrei saputo comportarmi normale » ridacchiano appena perché vabbè, è ovvio che si siano spinti troppo in là per far finta di nulla. Ma basta poco per scacciare le paturnie che entrambi hanno e dopo tutto quel parlare c’è solo una cosa che vuole fare. E no, non glielo anticipa al finto ingenuo Wesley quali sono le sue intenzioni, va invece incontro al suo viso, inclinando appena la testolina, dando finalmente vita a quel bacio particolarmente sentito, a cui concede tutto il tempo del mondo  mentre le mani sono poggiate sulla nuca altrui in un tocco leggero. E quando, per forza di cose, è costretta a separarsi dal ragazzo mormora ancora troppo vicina alle sue labbra « Ora lo sai cosa volevo fare » e sul viso ha il ghignetto furbo di una che la sa lunga mentre le ciglia sfarfallano e gli sorride. Ma un attimo dopo si fa appena appena più seria, allontanandosi un poco da lui « Cioccolata? » perché è quello che serve dopo una chiacchierata a cuore aperto ma ancora non si allontana da lui, né riprende a camminare.
Sorride a quelle scuse scuotendo la testa e lasciandole una carezzina sulla guancia con il pollice. « Così è normale » decreta alla fine perché ormai è abbastanza palese. Lo sanno loro, anche se faticano a dare un nome a tutto ciò, e lo sanno pure i loro amici. Fa il finto tonto poi quando lei ammette di voler fare una cosa, ma poi è il primo ad andarle incontro in quel bacio a cui dedicano tutto il tempo del mondo. Che è giusto così. Quando si allontanano lui fatica a togliersi il sorrisetto dalle labbra e le parole di lei gli fanno subito sbuffare una risatina. Troppo impegnati con le loro paranoie, si sono pure scordati che prima si stavano dirigendo in qualche locale per prendere qualcosa di caldo. Menomale che Cornelia glielo ricorda. « Assolutamente sì » accetta quindi allontanandosi a sua volta ma solo per tornare ad afferrarle una mano così da riprendere quella camminata verso la strada principale di Hogsmeade.
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corneliaharris · 3 years
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filosofia del chissene
« Vieni » le farebbe cenno con la testa invitandola ad allontanarsi leggermente da davanti al portone, ma solo per non restare in mezzo al via vai di studenti che tornano verso le proprie sale comuni. « Allora, mh? » trovato un posticino un po` più tranquillo non esita a riappoggiarsi con le spalle al muro più vicino, dedicandole poi la sua completa attenzione. « Che hai? »
« Ho avuto una conversazione spiacevole » rivela alla fine dicendo più di quanto pensava di dire all’inizio « Molto spiacevole » nel caso non fosse chiaro « Mi ha messo il malumore » e questo pare ovvio « E non lo so, cioè » una pausa per cercare le parole giuste « Ho ragione, ho detto quello che pensavo ma è stato…» nuovamente deve interrompere il suo parlare « pesante» e annuisce perché pare aver trovato la parola giusta. Cerca i suoi occhi « Non voglio annoiarti » con la sua giornata no, intende « Volevo solo chiacchierare un po’ » ecco il perché del bigliettino.
« Non mi annoi » la rassicura però per poi sorridere all`ultima frase. « Menomale che mi hai scritto altrimenti mi toccava salire di nuovo su una scopa per venire a cercarti » e cerca ancora di sdrammatizzare per rubarle un altro sorriso rifacendosi al discorso che hanno avuto quando hanno fatto quel giro in scopa insieme. « Insomma l`avrei fatto » gliel`ha già detto « Però » però ansia e infatti mette su pure un`espressione esageratamente terrorizzata e palesemente finta che alla fine gli fa comunque sfuggire una risatina.
« Meglio così » circa il fatto che non lo sta annoiando e poi neanche a dirlo Wes riesce nel suo intento e gli angoli della bocca sono sollevate verso l’altro, a formare un sorrisetto « Vedi l’ho fatto per te » stando al gioco « Non volevo averti sulla coscienza » visto che l’altro non è molto incline al volo. « Lo so che l’avresti fatto » perché gliel’ha detto e anche perché l’avrebbe immaginato anche da sola « Ma meglio così, con i piedi per terra » e una risatina viene bloccata sul nascere prima di distogliere lo sguardo per un attimo.
« Magari ti serviva » avere quella conversazione sì « Così adesso hai detto la tua e le cose si possono sistemare » sta parlando un po` a vanvera ma non è colpa sua, non sa neanche bene di cosa sta parlando. « Credo » aggiunge poi un po` più incerto perché non sa se effettivamente le cose si possono sistemare per lei o se magari sono solo peggiorate. « Però mh » mh che « Non mi piace che stai così » ed è serissimo mentre arriccia un po` le labbra in una smorfietta.
L’espressione un po’ crucciata, segno evidente che sta riflettendo sulle parole altrui « Forse hai ragione » che le serviva mettere un punto a quella storia, intende. « Ma non credo che si sistemeranno » poi pare ripensarci « Anzi, lo so, perché sono io che non voglio sistemarle » con il tono di una che non accetta obbiezioni. Ma povero Wes sta facendo anche troppo a provare a tirarla su senza sapere quale sia l’argomento di cui stanno parlando. « Nemmeno a me » non le piace sta così e questo pare ovvio « Ma va già meglio » forse mente, forse no ma certo è che abbozza un sorriso sincero
Resta in silenzio mentre lei ammette che forse le cose non si sistemeranno, perché in realtà non sa se questa è una cosa positiva o meno. « E allora chissene » questo è il suo commento quando l`altra ammette tassativamente di non voler sistemare le cose. « Basta che stai bene tu » l`importante è quello e sotto sotto è anche l`unica cosa che al momento gli interessa.
In qualche modo, oltre che alleggerirla dalla giornata, riesce anche a farle notare alcuni aspetti di tutta quella situazione che fino a quel momento non aveva considerato forse perché « Non sono una che dice spesso chissene » o sarebbe meglio dire che non lo dice mai « ma mi sa che hai ragione » concede, pensandoci ancora su. « Conta questo, vero? » il suo star bene, intende « Non è da persona egoista o cattiva? » e pare che il nocciolo della questione sia appena stato trovato.
« No » ammette poi con tono più morbido nel rendersi conto che ciò che la preoccupa è anche apparire egoista o cattiva. « Non puoi pensare solo agli altri se poi te non stai bene » tenta di farle capire anche per cacciare via quelle preoccupazioni dal suo viso.
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Tira indietro la testa abbassando leggermente il mento per osservarla in viso visti i centimetri di differenza, con il sorrisetto ben stampato sul viso che non sembra intenzionato a togliere. « Giusto » e in realtà non sta neanche tanto ascoltando le parole dell`altra perché lo sguardo ora è scivolato sulle sue labbra. Lui si mordicchia le sue prima di voltare un secondo la testa altrove a guardare non si sa bene che cosa, magari per vedere se non sono rimasti gli unici lì in quel corridoio. Però poi torna velocemente a prestare attenzione a lei sporgendosi quel tanto che basta per baciarla, questa volta decisamente non sulla tempia. E neanche prova a stamparle solo un bacetto leggero a stampo, che tanto sono già passati oltre no?
Non si stacca mai da quel contatto labbra contro labbra, almeno fin quando è la necessità a farle prendere una leggera distanza dalla bocca altrui, giusto il tempo per respirare meglio e anche per commentare ridacchiando « Che stiamo facendo? » lo guarda interrogativa ma un attimo dopo « Siamo in Sala d’Ingresso » e vabbè, vista l’ora non ci sarà nessuno e infatti, lei non pare essere minimamente toccata dalla cosa e un attimo dopo si spinge un avanti per depositare un altro bacetto, inizialmente superficiale ma che viene approfondito quasi subito.
Sbuffa una risata quando lei parla e in realtà la risposta è piuttosto scontata. « Chissene » appunto. Menomale che anche lei sembra abbracciare questa filosofia tornando a baciarlo, cosa che lui accetta più che volentieri.
In quel momento di distanza dalle labbra altrui dice ovvietà, probabilmente senza pensare realmente a cosa sta dicendo e ritrovandosi a ridacchiare sommessamente alla risposta altrui « Chissene » mormora però perché in questo momento non le interessa di niente, comunque sia pronuncia quell’unica parola decisamente troppo vicina dalle labbra del ragazzo prima di tornare a baciarlo.
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corneliaharris · 3 years
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No, non mi ami.
Non si è degnata di rispondere al biglietto anzi non l’ha proprio presa in considerazione come opzione e fino a qualche ora fa non pensava nemmeno di presentarsi a quell’incontro poi, però, ha prevalso la curiosità. È elegantemente in ritardo perché non aveva nessuna fretta di presentarsi ed è giusto che l’altro aspetti, almeno un po’. È ormai a pochi passi dal Serpeverde «Christian?» mormora con tono interrogativo, gli occhi che si assottigliano appena e rimane così, in attesa di qualcosa perché alla fine è l’altro che ha voluto incontrarla. Lei non ha nulla da dire.
Tutto per un secondo si fa silenzioso e ovattato al sentir pronunciare il suo nome mentre il suo viso arrossisce. Si volta. La vede, li, in piedi di fronte a lui, gli occhi socchiusi come a scrutarlo, «c..c..ciao Nell» accenna un sorriso, come se non avesse mai sorriso prima in vita sua, come se si fosse dimenticato come fare. Si stacca dal cornicione e fa un passo, forse un po’ troppo lungo verso Cornelia, la guarda per un secondo negli occhi e poi si distanzia un pochino per lasciarle il suo spazio «sono contento tu sia venuta…» sono le poche parole che sempre tremolanti gli escono dalla sua bocca, non per il freddo, quello ormai non lo sente più, ma per l’agitazione «… avevo bisogno di parlarti, e volevo farlo… beh… da soli ecco…» prende fiato, sembra che qualcuno abbia tolto tutto l’ossigeno dalla terra.
Inevitabilmente un sopracciglio si alza a sentir quel soprannome perché lui non l’ha mai chiamata così ma non dice niente, abbozzando solo un cenno del capo quasi come se volesse ricambiare il saluto senza scomodare le parole. Osserva quel sorriso e probabilmente anche il lieve rossore sul suo viso ma niente di tutto ciò scalfisce l’espressione piatta che ha sul viso. Solo il passo un po’ troppo lungo di Chris la smuove, facendola indietreggiare di un mezzo passo perché ha decisamente bisogno del suo spazio. «Non nego a nessuno la possibilità di parlarmi» Al contrario del Serpeverde, non si mostra affatto agitata ma rimane completamente distaccata da lui e quasi anche dalle parole che l’altro le rivolge. «Beh, sono qui» invitandolo sottilmente a parlare visto che sono lì per questo ma nonostante quelle tre parole non lo incalza, semplicemente aspetta.
«Beh..»  abbassando leggermente il capo e lo sguardo  «innanzitutto devo chiederti scusa, mi sono allontanato da te e per nessun motivo apparente… non so nemmeno io spiegarti il perché… credo solo di essermi spaventato da un tipo d sentimento che forse era più grande di me, qualcosa che non avevo mai provato» si azzittisce un secondo guardandola come a cercare di captare qualcosa «non credo ci siano parole per descrivere quanto il mio comportamento non sia stato corretto nei tuoi confronti e poi per cosa?» si gira leggermente a sinistra verso il cornicione sbattendo le mani su di esso mentre la neve poggiata sopra fa un balzo cadendo dallo stesso «per perderti senza motivo» abbassa il capo nella direzione opposta a quella di Cornelia come a nascondersi, si volta quindi di nuovo verso di lei avvicinandosi leggermente, la guada dritta negli occhi, i suoi sono lucidi «Harris» (...)  «non voglio perderti…» un secondo di silenzio «non posso perderti…» … «tu sei … meravigliosa» la bocca gli si riempie mentre pronuncia quella parola «e sei.. bellissima…» le dice portando la sua mano ad una ciocca di capelli di Cornelia e sistemandogliela dietro all’orecchio.
Le sue scuse non causano in lei grandi reazioni sebbene finisca a mordicchiarsi l’interno della guancia «Sai Christian» usa volutamente il nome intero per creare  una certa distanza tra loro «Io le scuse le posso anche accettare ma non cambia tutto il resto» ed esita un attimo prima di continuare «Avevi mille opzioni ed hai scelto la peggiore, ti sei allontanato senza motivo e soprattutto senza nemmeno mezza spiegazione» dice la sua, non si trattiene affatto ma il tono resta assolutamente controllato «Ed io ho provato, non ho lasciato perdere alla prima ma davanti a me c’era un muro e quasi sembravo io ad essermi immaginata cose» e ‘sta volta il tono le esce vagamente ironico ma un attimo dopo è già tornato quello di sempre. «Ti ci sono voluti quasi quattro mesi per capirlo?»  Quando usa il cognome è lei ad essere presa alla sprovvista e la mascella le si indurisce appena «Non credi che sia già successo?» domanda  ‘sta volta si aspetta davvero una risposta ma comunque procede nel suo chiedere «Non credi sia decisamente tardi?» il secondo interrogativo è decisamente più retorico. Della sfilza di complimenti non sembra essere lusingata, lo guarda solamente mentre il sopracciglio destro si alza appena quasi come se gli stesse chiedendo se è serio. Ma è quando l’altro prova a sistemargli una ciocca dietro l’orecchio che reagisce per la prima volta, scostando il viso dalla sua mano e impedendogli, di fatto, quel gesto. Indietreggia appena «Christian, per favore» moderata nel chiedere ma non per questo meno categorica perché con lui quella confidenza è svanita mesi fa.
«tu non puoi pensarlo davvero?» gli esce con la voce rotta e gli occhi lucidi quasi in lacrime mentre la mano in aria si abbassa lentamente «ho sbagliato lo so, ma dammi la possibilità di rimediare» prende fiato mentre una lacrima gli attraverso la guancia. «tu sei tutto ciò di più bello che c’è in me… tu tiri fuori la parte migliore di me» enfatizza la parola “migliore” mentre la dice nel frattempo gesticola con le mani «lo vedi come sono, lo vedi … con te è diverso, sei l’unica in grado di calmarmi, sei l’unica in grado di farmi ragionare» le mani rallentano, la sinistra si abbassa mentre la destra si alza leggermente verso di lei «tu sei la mia luce nell’oscurità…» le dice mentre un’atra lacrima gli accarezza il volto «non andartene» la voce è soffocata, le parole non bastano e lei probabilmente non attenderà ancora molto prima di andarsene… la mano verso di lei afferra quella di Cornelia e con non troppa forza la tirerebbe verso di se, e non esiterebbe un attimo a far si che le sue labbra incontrassero quelle della corvina, mente ancora una lacrima scenderebbe sulla guancia bagnando anche quella di Cornelia.
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«Non funziona così» riguardo alla possibilità «Non puoi fare quello che vuoi e poi tornare, scusarti e allora tutto torna come prima» nuovamente con quel tono moderato «Non potrebbe essere così nemmeno se lo volessi» e sottilmente gli sta pure dicendo che tra le altre cose lei non vuole tornare a quelli che erano prima.  «Non devo essere io la tua parte migliore» seria nel dirlo, cercando pure i suoi occhi «Sei tu che devi esserlo, provarci e smettere di comportarti come un ragazzino maleducato» ed è la prima volta che quella patina d’indifferenza lascia le sue parole. La frase da ciccocalderoni Perugina (?) riguardo a lei come la sua luce nell’oscurità le fa uscire uno spontaneo «Per Cosetta, Christian» vagamente sconvolta «Possiamo essere compagni di classe» commenta «Smettere d’ignorarci» che sarebbe comunque molto di più rispetto al rapporto che hanno adesso. Ma ha appena pronunciato quelle parole quando l’altro afferra la sua mano e non ha i riflessi abbastanza pronti per divincolarsi da quella stretta almeno fin quando quello non si avvicina decisamente troppo alle sue labbra ed è quindi con un colpo secco che la sua mano sfugge da quella altrui e lei compie un balzo all’indietro. «CHRISTIAN» ed è la prima volta che la voce le si alza «Vedi?» arrabbiata anche se cerca velocemente di ricomporsi «A te interessa solo quello che vuoi tu, non ascolti, non rispetti gli altri…» un elenco dei difetti altrui «Te l’ho detto un attimo fa» riferendosi alla reazione al suo tentativo di spostarle una ciocca «Ma a te non interessa» lo ripete con grande sicurezza «A te andava di baciarmi e allora al gramo quello che penso e voglio io, no?» retorica mentre lo sguardo si fa ancora più duro e la braccia si stringono al petto. 
 «Non è così…» gli risponde lui alzando leggermente il tono di voce mentre le lacrime che fino a quel momento ha trattenuto escono una dopo l’altra bagnandogli volto «io ho interesse solo per quello che vuoi tu… come puoi non capire quanto ti amo» silenzio. Gli occhi sono sbarrati e lucidi mentre gli escono quelle parole dalla bocca, lo ha detto davvero. 
«Ah no?» replica alzando pure il sopracciglio destro in attesa di una spiegazione perché sarebbe proprio curiosa di ascoltarlo. Non che ci speri troppo comunque. Lui le piange davanti e lei invece che intenerirsi s’irrigidisce terribilmente mentre le braccia si stringono al petto con più forza ma è forse la frase successiva che la lascia completamente senza parole. La bocca si schiude in una “o” di sorpresa mentre le palpebre sbatacchiano con fare palesemente sconvolto pur non spostandosi mai dal viso del ragazzo. Lei comunque, in un primo momento, tace e non fa niente per colmare quel silenzio imbarazzante che si è creato.
«No, non mi ami» sentenzia infine, con tono duro «Probabilmente non sai nemmeno che cosa significhi» e nemmeno lei perché sono piccoli ancora «Mi sembri più un bambino a cui hanno tolto il gioco e adesso lo rivuole ad ogni costo» ed è chiaro che quella sia una metafora «Saresti disposto a tutto per riaverlo ma non perché t’interessa davvero del gioco ma perché hai deciso che lo vuoi e basta» 
Il volto che non lascia trasparire niente e la voce che è tornata neutra, come se stesse costatando solo un dato di fatto. Un attimo ancora e poi muove due passi all’indietro «Io rientro» perché per lei la conversazione può dirsi conclusa. E se non fermata, muoverebbe il capo in un cenno di saluto e girerebbe i tacchi, dirigendosi a grandi passi verso il Castello.
Le parole di Cornelia sono sempre più affilate, paragonare il suo sentimento ad un bambino viziato, questo è troppo anche per lui «come puoi dire che non ti amo, che ne sai tu di quello che provo tutti i giorni guardandoti entrare in aula o vedendoti passare per i corridoi» si ferma un secondo a prendere respiro, il tono è sempre elevato «credevo fossi diversa, io una seconda possibilità te l’avrei data» ed è in quel momento che lo sguardo di Christian cambia, le lacrime smettono di scendere, mentre la ferita si apre sempre più nel suo petto si volta lentamente dandole le spalle. Sente la voce di Cornelia dirgli che rientra al castello ma lui non si muove di li, non fa un cenno, un movimento, niente, rimane impassibile.
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corneliaharris · 3 years
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« Se mi fai cadere » e si interrompe rimanendo qualche secondo a pensare «Poi ti tocca una penitenza » ecco ha deciso e forse il sorrisetto che gli si stampa in viso non promette troppo bene. 
Poi pare ricordarsi di qualcosa detto in precedenza a cui non aveva prestato la giusta attenzione « Ma quindi dicevi… » forse dieci minuti fa ma dettagli « …una penitenza? Che penitenza? » curiosa « Devo sapere cosa rischio » anche se ormai sono alti in cielo e non può più tirarsi indietro.
Ah pensavo volessi ignorarla » ridacchia arricciando il naso. Ma non può di certo ignorarla, quindi è un bene che l`altra l`abbia ritirata fuori. « Ma non te lo dico » ecco qua fine. « Vedi di non farmi cadere se non vuoi pagare » la avverte ma non si tratta mica di soldi. 
« Ma no » non la voleva ignorare « Ero presa da tutto il resto » tipo coordinarsi. « Ma come non me lo dici?!? » sconvolta nel chiedere conferma « Non è giusto » e l’altro non la può vedere ma dal tono che usa può essere certo che ha messo su un mezzo broncetto indignato « Sono ancora più curiosaaaa se dici così » a quel suo “dover pagare” « E comunque dovrei farti pagare io » cos? « Ti sto facendo fare un bellissimo giro » e il fatto che l’ha proposto lei pare averlo scordato.
Poi lei ritira fuori la penitenza e lui è più che contento di tenerla sulle spine. « Sì che è giusto » e se questa è la reazione di lei, tutto è ancora più divertente. Infatti ridacchia prima di alzare un sopracciglio per le parole che seguono. « E come dovrei pagare, mh? » chiede a sua volta spostando l`attenzione. Tanto comunque la penitenza non gliela dice. (…) Non fa in tempo a finire la frase che Cornelia parte in quello scatto che a lui fa sgranare gli occhi. E con un riflesso istintivo si stringe ancora di più al manico, come se fosse possibile poi, trattenendo il fiato. « Te sei matta » sbuffa quando tornano a volare ad una velocità normale. « Mi sono andati pure i tuoi capelli in bocca » si lamenta arricciando il naso. « Ti sei guadagnata una penitenza » ha cambiato le regole, ciao.
«  No che non lo è » ribatte perché lei vuole saperla la penitenza e non demorde così facilmente « E visto che non vuoi dirmelo, ti lascerò qui » ma qui dove? (..) « E non lo so » come dovrebbe ripagarla « Ci penso e te lo dico quando scendiamo » e il suo cervellino è già in moto. (…) Ma ben presto dichiara finito il tempo del giretto panoramico da pensionati e accelera, appiattendosi sulla scopa. Dura tutto relativamente poco ma abbastanza per far lamentare Wesley e ridacchiare lei « Daaai, non ho fatto niente » mettendo su pure un’espressione angelica, che l’altro al massimo potrà intravedere «Scusaaa, li avevo legati per questo» per non infastidirlo, intende. « No. Così non vale » l’ha già detto per caso? « Tu cambi le regole e io non so ancora quale sarà la penitenza » ecco, torniamo a quello. (…) E se riuscisse a frenare la scopa fino a fermarla, volterebbe la testa indietro per osservare Wesley « Allora? » ed è ovvio cosa voglia sapere.
« Niente? » continua a lamentarsi ironico arricciando il naso. Qualche capello gli sarà anche andato in faccia ma lui sta solo borbottando perché gli piace lamentarsi. « Sì che vale » ribatte subito già di nuovo col sorrisetto in viso. Il suo broncio dura veramente poco. « Io posso » cambiare le regole ovvio. Ha già un sopracciglio alzato in un`espressione confusa mentre la vede girare il viso per osservalo. A quella domanda alza gli occhi al cielo sbuffando una risata. « Te lo dico giù » anche lui rimanda tutto a quando saranno di nuovo con i piedi per terra.
« No che non vale » piccata mentre una smorfietta le compare sul volto. « Fai tutto da solo » riferito al suo cambiare le regole ma è ovvio che si riferisca anche alla famosa penitenza ancora segreta. Però poi lui rimanda tutto a quando scenderanno dimenticandosi che è lei ad avere in mano quel potere e infatti un ghignetto le compare sul viso « Allora scendiamo » hanno volato abbastanza per oggi. (…) Una volta con i piedi per terra uno sguardo viene lanciato verso l’altro ma, per ora, non chiede niente.
Cambiare le carte in tavolo gli piace soprattutto perché lei mette il broncio e lui se la può ridere. Non le svela ancora nulla della penitenza ma solleva le sopracciglia quando lei fa quell`ultima affermazione. « Scendiamo » (…) Lei lo guarda e non parla ma lui è veloce a cogliere l`occasione. « Allora come ti devo ripagare? » e no, ancora non le parla della penitenza.
Lei non parla e lui non si lascia sfuggire l’occasione ed è il primo a chiedere qualcosa. Ci riflette su un attimo «Ti ricordi quel posto che mi dicevi?» aspettando un cenno di conferma « Mi dici che posto è? » Ora è il suo turno di chiedere cose e non se lo fa ripetere due volte « Allora? Questa penitenza? » e ora Wes non ha più scuse per non parlare e lei lo guarda, palesemente in attesa e con un sorrisetto stampato sulle labbra.
Alla fine comunque è un`espressione divertita quella che gli spunta in viso. « Te lo ricordi? » che lui l`ha accennata a casissimo. « Comunque è una grinzaficata assurda » non fa insomma il misterioso « E` una quinta sala comune » rivela sollevando le sopracciglia per enfatizzare ancora di più quanto sia grinzafica la cosa. « Magari ti ci porto » alza le spalle osservando una sua eventuale reazione. Comunque alla fine non può più scampare dalla questione penitenza, anche perché Cornelia torna giustamente alla carica con quella domanda. Lui resta in silenzio per qualche secondo solo ad osservarla per poi mordicchiarsi leggermente il labbro inferiore. « Dammi un bacio » così, dritto e conciso.
  « Una quinta sala comune? » chiede a mo’ di conferma ma è alla possibilità di essere portata lì che si entusiasma ancora di più e gli occhi le brillano appena. « Davvero? » e non riesce a nascondere l’entusiasmo « Mi piacerebbe » nel caso non fosse chiaro e vabbè, neanche a dirlo, sfodera un sorrisone dei suoi. Alla fine, però, Wesley è costretto a capitolare ma un attimo dopo quelle tre parole così schiette è lei che si sente messa con le spalle al muro, palesemente in difficoltà. Le iridi chiare che risalgono la figura del Tassorosso alla ricerca dei suoi occhi mentre un’espressione un po’ confusa le si è formata sul viso. Non dice niente, esita un po’ dopo quella frase come se dovesse riordinare le idee prima di fare qualsiasi cosa e poi, alla fine, decide. Tra lei e Wes non dovrebbe esserci un’eccessiva distanza anzi ma lei è intenzionata a colmarla completamente, provando a finire davvero vicina all’altro, pur non toccandolo ancora. Gli occhi che cercano quelli del ragazzo e il viso che viene alzato appena perché tra i due non è lei quella più alta. Ed è ormai davvero vicina alle labbra altrui ma esita ancora un attimo. « Questa è la mia penitenza o un premio per te? » glielo sussurra sulle labbra ma non gli concede la possibilità di replicare – o almeno prova a non farglielo fare - perché un attimo dopo le sue labbra finiscono per appoggiarsi su quelle altrui. Labbra morbide che si piegano sulle sue in un bacio a stampo che le fa chiudere le palpebre, in uno sfarfallio di ciglia. Molto meno leggero e fugace del precedente bacetto ma comunque superficiale, nonostante lei non sembri aver intenzione di porre fine al contatto.
(…) Poi è il suo turno di reclamare la penitenza, non senza incertezze, ma alla fine riesce a mettere da parte un velo d`imbarazzo per pronunciare quelle tre semplici parole con l`espressione abbastanza seria. Ma un pizzico di divertimento c`è sempre. Solo che la osserva andare un po` in confusione dopo quella richiesta e quasi è lì lì per rimangiarsi tutto, però poi la vede avvicinarsi e allora resta zitto. Si fa anche più serio, abbandonando l`ultima nota di sfrontatezza nell`espressione per lasciar spazio ad una certa ansia d`attesa. E mentre lei alza un po` il viso per colmare quei centimetri di differenza d`altezza, lui fa esattamente il contrario andando a piegare un po` il mento in giù solo per poterla osservare negli occhi. Le parole di lei gli fanno spuntare automaticamente un sorrisetto ed è anche pronto a rispondere se non fosse che le sue parole vengono zittite proprio dalle labbra della ragazza. Chiude gli occhi anche lui mentre la mano destra risale a posarli dietro la nuca altrui. E no, neanche lui ha troppa intenzione di replicare quel brevissimo bacetto che si sono scambiati sul treno. Infatti, più che allontanarsi da lei, cerca anche di approfondire un po` quel contatto muovendo le labbra sulle sue. Poi, però, forse anche un po` controvoglia si allontana, ma solo per sussurrarle « Tutte e due» riferito alla domanda di prima per poi tornare a posare le labbra sulle sue a concedersi ancora qualche secondo di quel bacio.
Pare ovvio che nessuno dei due voglia replicare il bacetto del treno e istintivamente la testa si inclina leggermente di lato. Lascia che l’altro le poggi la mano dietro la nuca e prendendo esempio da quel gesto, andrebbe ad infilare la sua mano sinistra tra i ricci scuri dell’altro, accarezzandoli piano e quasi distrattamente mentre quel bacio viene portato avanti. Segue il volere e il movimento delle labbra del ragazzo, plasmando le sue su quelle altrui in una specie di danza tutta loro. Ed è quando il contatto viene interrotto per un istante che le palpebre tornano a sollevarsi e gli occhi cercano quelli di Wes mentre un sorriso spontaneo le nasce sul viso « Potevi scegliere anche peggio » replica ma è solo un istante perché poi tornano esattamente dov’erano rimasti, a quel bacio.
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corneliaharris · 3 years
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corneliaharris · 3 years
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meglio così
« Ti ho fatto una cosa » e nel mentre si ferma per frugare nelle tasche alla ricerca di qualcosa. […] « Tieni » è decisamente più imbarazzato adesso mentre glielo porge, per poi rimettersi le mani nelle tasche con le spalle che si piegano un po` in avanti. Nell`aprirlo Cornelia troverà un paio di orecchini raffiguranti niente popo di meno che… due pezzi della scacchiera: un re nero e una regina bianca. « Mi sembravano adatti » per uscire un po` dal disagio la butta sul ridere. « Questi sono per la principessa dentona in realtà, però diciamo che puoi metterli anche tu » e chiaramente la sta un po` prendendo in giro, anche se poi lo sguardo si fa tutto concentrato a guardarla un po` in ansia per vedere se le piacciono.
Lo guarda frugare con aria a metà tra il confuso e il curioso e quando l’altro le porge il sacchettino, lei sbatacchia appena le palpebre. «Per me?!» palesemente sorpresa mentre alza gli occhi sul coetaneo. E dopo aver scorto il regalo, la prima cosa che fa è sorridere, forse anche lei un po’ imbarazzata da quel gesto inaspettato. «MA Weeeesley!» e sembra rimbeccarlo per aver scelto proprio due pezzi della scacchiera ma subito dopo, a quella precisazione del Tassorosso, la pianta di fare la sostenuta e ammette «Beh, erano effettivamente adatti» alla principessa dentona, intende «Ma se non ti dispiace li metterò io» tutta allegra nel dirlo, sfoderando un sorrisone. Gli occhi che si alzano dagli orecchini al ragazzo «Grazie davvero» sincera nel dirlo «Ma non dovevi…» e ora è lei quella imbarazzata anche se cerca di dissimulare.
« Sono perfetti dai » e non perché si vuole fare i complimenti da solo, ma perché l`idea di regalargli proprio degli orecchini con i pezzi della scacchiera gli è sembrata abbastanza divertente. Per sdrammatizzare. « Mhh sisi puoi metterli » finge pure di fare un po` il sostenuto solo per continuare un po` la presa in giro, però deve mordersi il labbro inferiore per trattenere un sorriso esagerato nel vedere che le sono piaciuti.
Prende, quindi, a frugare nella sua borsa, sicuramente adducata visto che quello che tira fuori è una scatola di medio-grande dimensioni di un bel giallo accesso con una coccarda nera sopra e un bigliettino annesso, che recita “Buon Natale al miglior cavaliere e ad Artie, la star di Hogwarts – Coco”. Ed infine, glielo porge «Ecco» mentre lo sguardo si abbassa perché nonostante sia curiosa della reazione è anche imbarazzata visto che non aveva previsto di assistere alla scena ma niente è andato secondo i piani, quindi. Una volta aperta la scatola, Wesley troverà un maglione di lana, di un bel rosso acceso, dallo stile palesemente natalizio con tanto di neve animata che scende verso il basso e al centro c’è una grande “W” bianca. Oltre a questo primo maglione ce n’è uno identico per colore e decorazioni ma decisamente più piccolo e con un “A” al centro. Palese che sia la versione per il fidato amico del Tassorosso. Conclude il regalo un sacchettino di velluto rosso pieno zeppo di caramelle e dolci di Mielandia. Attaccato a questo un ennesimo biglietto con su scritto “Non finirli tutti” e pure una faccina animata che fa l’occhiolino.
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« Comunque ti devo dire tipo una cosa » sarà l`entusiasmo o sarà il Natale imminente ma lui c`ha qualcosa da dire. Ma non lo dice mica subito seh. Si stringe la scatola sul fianco accantonando pure per un attimo i dolcetti.
Quell’annuncio su una cosa da dire la sorprende, alza lo sguardo sull’altro «Eh» sembra il suo permesso a parlare ma poi aggiunge anche «Cosa? Dimmi tutto» interessata, curiosa ma senza mettergli fretta. Per ora.
« C`hai presente che ti ho detto che non volevo baciare nessuna al gioco della bottiglia? » inizia così, sul vago mentre il piede inizia a battere un po` per terra in un gesto un po` nervoso. « Beh in realtà una c`era » continua questo suo racconto girando ancora un po` intorno alle parole che vuole dirle. Però quelle parole ancora non gli escono e nel frattempo la guarda sollevando le sopracciglia, quasi a volerle far capire qualcosa. Infondo Cornelia è una Corvonero, potrebbe arrivarci sicuramente. « Vabbe vaffangramo lo faccio adesso » con le parole non gli riesce quindi si fa prendere da un impeto più coraggioso, sicuramente a Grifondoro sarebbero fieri di lui. E quindi, con ancora le guanciotte un po` rosse e i regali in mano, sposta il sacchetto sopra la scatola contenente i maglioni che tiene con la mano sinistra per lasciare la destra libera. Fa giusto un passettino in avanti alzando il braccio libero per far fermare la mano sulla guancia di lei e poi le si avvicina col viso quel tanto che basta per riuscire a stamparle un bacio sulle labbra. Non le dà neanche modo di capire cosa sta facendo forse, ma l`altra avrà comunque il tempo di scansarsi in caso. Il bacio che le dà comunque non ha nulla di complicato, è già tanto che sia riuscito a provare a stamparle quel bacetto casto sulle labbra senza morire di imbarazzo.
Non dice nulla nemmeno quando lui s’interrompe e sembra girare intorno a quello che vuole realmente dire. E probabilmente ha già capito ma non fa niente per togliere l’altro dalla situazione difficile ma increspa le labbra in un mezzo sorriso ma non fa niente, rimane in attesa. Finché non arriva quel bacetto leggero, veloce che lei accetta senza nemmeno pensare di tirarsi indietro. Gli occhi che sfarfallando appena e quando quel piccolo contatto d’interrompe mormora solo «Meglio così che per il gioco della bottiglia» lo afferma ma c’è anche una vena interrogativa nella voce.
La frase di lei lo lascia in silenzio per qualche secondo, mentre distoglie momentaneamente lo sguardo perché mantenere tutto quel contatto visivo è un po` too much per lui. « Mhh si decisamente meglio » alla fine ribatte e lui non c`ha nessuna vena interrogativa nella voce. « Un sacco meglio » anzi continua a ribadire mentre fatica a trattenere quel sorrisetto che vuole spuntargli sulle labbra. […] Il sorrisetto di sicuro non gli si leva dalla faccia per un bel po`.
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corneliaharris · 3 years
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«...sicuramente sei già al corrente» mormora «ma...»  Per un momento è visibile una scatolina, mentre lui mormora «...non è un buon motivo per non fare le cose come si deve» e così si raddrizza, tenendo tra le dita guantate un grazioso fiorellino  dal singolo petalo a coppa, una calla preparata per l`occasione. Le sorride. Le porge il fiore. E poi s`inchina, col suo solito fare elegante e misurato. «Cornelia...» alza lo sguardo al suo visetto, con un accenno di sorriso a metà tra il divertito e il dolce. «...vorresti farmi l`onore di venire con me al Ballo dell`Agrifoglio?» la voce calda s`è fatta più morbida e scura.
A quell’inizio annuisce appena perché ora sta cominciando a fare due più due, anche se forse si aspettava una cosa più informale, alla buona…non che la galanteria altrui le dispiaccia. Non dice niente però, nemmeno a quella seconda frase del concasato, abbozzando solo un sorriso che sembra dargli ragione sul fare le cose “come si deve”. E poi alla vista di quel fiorellino, le labbra si schiudono appena in una mezza “o” di sorpresa «Oh» esclama mentre gli occhi si abbassano sulla calla  «Ma grazie» mormora pure, alzando lo sguardo sul ragazzo mentre prende il fiore che le viene porto con la mano destra. Lascia che l’altro la inviti per poi, sfoderare un sorrisone. «William» inizia morbida ma nella voce si può notare una vena di contentezza « Sì »  una piccola pausa « E  l’onore sarebbe mio.» 
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corneliaharris · 3 years
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Dietro la Stamberga Strillante, Dicembre 2076
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L: «Eccoci» si schiarisce la voce «Mettiamoci in cerchio, tipo» e se servisse, si sposterebbe passando il peso da una natica all`altra «Allora. Usiamo questa» ed alza la bottiglia a mezz`aria, prima di posarla al centro del cerchio. «Inizio io» e lo sguardo si muove su TUTTI, per capire se magari qualcuno non sia d`accordo «… e la faccio girare. Io e la persona che esce ci dovremo baciare» ed un piccolo sorriso divertito si forma sul viso. «Poi toccherà alla persona che è uscita a me girare. Baciare la persona che uscirà e così via.» e lo sguardo si muove lento e tranquillo su tutti «Ci siete? Vogliamo iniziare?» sorride. Nel caso in cui qualcuno non fosse pronto, procederebbe a dare ulteriori spiegazioni, ma se così non fosse, inspirerebbe, portando la mano sulla bottiglia. Sguardo divertito che si muove sui vari AMICI. Ora da una piccola spinta di tutta la mano destra, in particolare il mignolo ed il pollice, così che la bottiglia inizi a girare. E questa gira, gira che ti rigira, che passano 5 o 10 secondi, molto lunghi per il Corvonero. La bottiglia, sul ghiaccio, inizia a rallentare, fermandosi proprio davanti a… TASHA. 
Ta: «Tocca quindi a…heem..a noi?» chiede esitante guardando MERR, NELL e infine LUKE. Deglutisce, si mordicchia un labbro mentre ti tende in avanti quasi in risposta automatica ai movimenti del corvonero. Cerca di ignorare la presenza dei compagni, degli occhi puntati su di loro, e piega la testa da un lato per evitare di sbattere il naso contro quello di lui. Le labbra calde aderiscono perfettamente a quelle di lui, restano lì un istante, secondi che sembrano minuti, poi si allontanano nuovamente. Tasha incrocia lo sguardo di Luke e un sorriso timido le compare lentamente sul viso, prima di distogliere velocemente gli occhi di lui e tendersi in avanti ad afferrare la bottiglia. «Vado allora» annuncia ruotando poi velocemente il polso e osservando la bottiglia che va a fermarsi indicando… WESLEY.
W: Sgrana subito gli occhi nel vedersi indicare, sguardo che si punta sull`espressione nervosa di TASHA che è un po` la stessa che l`altra potrà notare stampata sul suo viso. Resta ancora muto mentre lei prende l`iniziativa e si alza, non può mica respingerla che poi mica vuole essere preso in giro. « Oookay vai » piccolo annuire in assenso « Ah ma ti alzi pure? » che imbarazzo. Lui col cavolo che si alza, quindi mi dispiace TASHA ma ti tocca abbassarti per arrivargli ad altezza viso. Si degna anche di abbassarsi la sciarpa con la mano destra per poi chiudere gli occhietti in una frazione di secondo e scambiarsi quel bacino innocente con la ragazza. « Ma così ho praticamente baciato anche Luke? » ragiona aggrottando le sopracciglia e lanciando uno sguardo proprio al CORVONERO. Vabbe che da qui a breve ci sarà uno scambio di germi che è una bellezza. « Giro io allora » si schiarisce un po` la gola arricciando il naso ed afferrando la bottiglia per farla girare. Bottiglia che, zan zan, va a puntare niente popò di meno che MERROW. 
M: E` seduta a sirenetta, tenuta su dal palmo sinistro posato sulla stoffa stesa, guardando quindi WES che gira la bottiglia e che punta…lei. C***o. Se nota quell`occhiata tra il TASSOROSSO ed il GRIFONDORO, non è dato saperlo, finendo per guardare il TERZINO gattonare fino a lei che no, non si alza e non si sposta, puntandogli occhi gelidi e da rapace proprio sul viso. Lo fissa con una Merlino`s spenta nella destra, che sorregge a mezz`aria stile Black Dahlia, sorridendogli in maniera asimmetrica e decisamente divertita. Difatti si sporge verso di lui solo al momento adatto, allungando il collo bianco ed affusolato, per inclinarsi verso sinistra e lasciare che le labbra morbide e calde tocchino quelle altrui. Niente schiocco, solo un delicato contatto che dura un paio di secondi, finendo poi per guardarlo tornare indietro, allisciare la tovaglia e far roteare con la destra dall`indice e medio impegnati a reggere la sigaretta, la bottiglia. Che. Si. Ferma. Su. TRISTRAN. E allora è vero che ha il Gramo, porca Morgana. Alza gli occhi piano a lui, prendendosi secondi preziosi per mettere su un`espressione divertita «Hm» e niente, sta volta è lei che s`allunga a quattro zampe sulla tovaglia, in direzione del GRIFONDORO, cercando di cogliere però se c`è del disagio che potrebbe impedire tale contatto. Se così non fosse però, mentre la mancina sorregge la posa, è la destra a cercare riparo con le dita tra la sua mandibola ed il collo, avvicinandosi con un pochino più d`aspettativa per quello che sarebbe un bacio a stampo si, ma che denota una sincronia di movimenti dati da… abitudine? Con l`altrui persona? BOH. Un bacio piccolo ma che dura almeno il doppio di quello di WES, sempre se l`altro non scappa prima. Poi torna al suo posto, fissando la bottiglia con un «Gramo se mi mancava una cosa così allafinecioèpensosianormale» mentre parla gli occhi si volgono spalancati in terrore verso LUKE E NELL «dopotuttoqueltempo cioè iomical`horicevutol`ultimo non si dovrebbefaretipo una sorta di saluto?L`ultimogocciodibottiglia ahahaha…bottiglia. Merlino Tris seseiunco-» le mani corrono alla bocca, e mentre lei avvampa, torna a fissare il telo, finchè non mugugna altro e la maledizione finalmente cessa. «Ok… scusate. La scacchiera. Brutte cose.» ma cosa ..!
Tr: Poi si morde le labbra per evitare di scoppiare a ridere, che la situa ha un che di paradossale «Vai vai, senza paura» tranquillizza WESLEY con una pacca sulla schiena, calmo e pacato almeno finché… la bottiglia non va a indicare lui. Guarda MERROW, levando un sopracciglio, e nell`occhiata che si lanciano anche lui sembra covare una domanda «Forza» a mo` di incoraggiamento, rivolgendole uno dei suoi soliti sorrisi. Lascia che sia lei a condurre il bacio, a dettarne i tempi, assecondandola con un gesto del capo fin troppo abituale «… che?» sbatte le palpebre, appena instupidito «Perché, c`era un ultimo goccio?» no, non ha collegato quel flusso di coscienza alle maledizioni, ma almeno se ne ritorna al posto un po` più tranquillo. Esitando un secondo prima di girare la bottiglia, a cercarne l`ultimo sorso rimasto (…). Gira che ti rigira, esce CORNELIA. 
Co:  «Ma nooo» tranqui WES, non hai baciato Luke «Altrimenti oggi tutti baciamo tutti» e chi ti dice che non sarà così, Corneli+a? E va avanti così, osservando gli altri accoppiamenti, cambiando espressione di tanto in tanto. Il bacetto di MERR e TRISTRAN lo osserva ma quello su cui si concentra e lo straparlare della QUARTINA, a cui non fa in tempo nemmeno a dire granché perché poi, la “maledizione” svanisce e possono stare tutti più tranquilli. E prima o poi tocca a tutti, no? Ed ecco che è arrivato anche il suo momento. Gli occhi che si posano sulla bottiglia che indica proprio lei per poi alzarsi verso il ragazzo. Un mezzo sospiro trattenuto tra i denti della serie “via su, facciamolo” e lascia che quello si avvicini e faccia quello che deve. Lei da parte sua alza solo un musettino, inclinandola appena di lato, per facilitare quel rapido e indolore toccarsi di labbra. Beh, il bacio che viene fuori è meno superficiale del previsto ma lei, in un primo momento, non si ritrae. Gli occhi si socchiudono appena, lasciando che sia l’altro a guidare quel bacetto, poi però è lei a staccarsi per prima, come se si fosse appena accorta della piega presa da quel contatto di labbra. Ma no, niente schiaffo. Sfarfalla leggermente gli occhi mentre spinge nel lato destro della bocca un mezzo sorriso quasi come se non fosse successo nulla di che e poi torna comoda al suo posto, prima di collegare che tocca proprio a lei girare la bottiglia. Un mezzo sorrisetto forse di nervosismo e poi si sporge in avanti, quel poco che basta per far vorticare (?) la bottiglia in vetro. Il fiato che viene trattenuto e poi gli occhi che si alzano sul ragazzo indicato da quello strumento malefico. Here we are again, TRISTRAN.
N: Soffoca quasi comunque a sentire TRISTRAN, che inizia quel coro per WESLEY che bacia prima TASHA e poi MERROW, dopo che TASHA ha baciato LUKE, che al mercato mio padre comprò. « COFF COFF » eh sì, tossisce, con il fumo blu che gli annebbia il viso. Comunque le cose vanno avanti il CUGINO entra in azione, e la bottiglia si libera. Guarda già CHARLOTTE, per poi dare una sorta di pedata a quella bottiglia che inizia a girare finendo per indicare proprio la sua COMPAGNA e VICE. La osserva, tira un peo di fumo e « Andiamo via di qui? » le chiede, avvicinandosi a lei, dondolando sulle chiappette. Una sorta di sussurro detto all’orecchio, ma non mira ancora alla bocca. « Girala se vuoi » e alza le spalle larghe. Ma no, non la bacia.
Ch: « Ow, Nì.. » richiamando l’altro dato che fa arrivare a lei, praticamente addosso alla gamba tesa, la bottiglia. Lo lascia avvicinare all’orecchio che solletica e che gli fa venire un sorrisino divertito, forse anche da solletico del Serpeverde che gli viene fatto all’orecchio. Ascolta quello che dice e si mordicchia il labbro inferiore guardando la bottiglia e sembra rifletterci un attimino. Fa un sospiro. « ‘kay, ma non spreco il turno. » gli dice piano, a NIALL, quindi mette la mano sulla bottiglia che inizia a far girare ma vicino a sé, fermandola per farla puntare di nuovo sul SERPEVERDE. Alluna la mano e proverebbe a dargli uno schiaffetto sulla guancia - come piace a lui, coff - e con la stessa fargli girare il mento per dargli un bacetto sulle labbra, nulla che sia un limone ma senza dubbio ci resta un po’ troppo, con gli occhi chiusi, e perderci del fiato. Schiocco finale di labbra, e favolosamente, riaprendo gli occhi e facendogli un occhiolino: « Ora possiamo andare. » sollevando il nasino verso l’alto e allungando la mano verso di lui, che qui si attendono sempre gesti da cavalieri e maghetti galanti.
A: Afferra, quindi la bottiglia, piegandosi in avanti con il busto, per dare un colpetto con le dita alla bottiglia per imprimere una modesta rotazione, il risultato eee la bottiglia si ferma su  « TASHA » colpetto del palmo della mano alla fronte «mah» si alza pesantemente da terra e muove quel paio di passettini per farsi sotto alla compagna la osserva un attimo come a dire “dobbiamo” esitando un attimo avvicinandosi poi lentamente, gli occhietti continuano a fissarla in attesa che questa possa opporsi, se così non fosse appoggerebbe le labbra su quelle della Serpina, un paio di secondi, percependo quella morbidezza. Si stacca quasi subito e torna a sguardo basso al suo posto.
L: Quando esce NIALL e lo vede un po` così e quando dice quelle parole, Luke drizza la schiena «E dai nooo, rimanete… facciamo altro!» voltandosi pure verso CHARLOTTE, dopo che ha dato il bacio all`O`Gallagher. Lui c`ha provato, se proprio vogliono andare sicuramente non si mette a corrergli dietro, magari vogliono stare da soli. […]  Sospira lentamente, facendo un piccolo cenno del capo a CORNELIA, abbastanza sicuro che possa capire. 
Ta: «Oh» commenta mentre il viso sale di scatto dalla bottiglia al tassorosso. Gli occhi grigi si soffermano su quelli chiari di lui, niente popò di meno che il suo migliore amico. E mo’? Tasha attende una reazione da parte sua, che però non sembra esitare. Beh, almeno qua è ancora un bacio stampo. Quindi Tasha si alza, stirando le gambe che cominciano a farle male per la posizione accucciata, e quindi resta ferma aspettando che ALLISTER la raggiunga. L’imbarazzo è forte, un disagio vero e proprio, ma almeno non si è parenti. Giusto il tempo di grattarsi la punta del naso, prima di abbassare la mano e avvicinare il viso a quello di Allister . E mo chi lo dice a Lex. Le labbra si toccano, premono per una frazione di secondo tra loro e poi di nuovo si allontanano. Finito il bacio flash, Tasha da una piccola pacca sul braccio dell’amico quasi a rassicurarlo e poi incurva la schiena per recuperare la bottiglia. «Per me possiamo continuare» dice in risposta a LUKE e ruota il polso per far girare la bottiglia, sebbene in modo più svogliato è lento, quasi in attesa di un permesso vero e proprio per continuare. Giusto per vedere chi le capiterebbe…La bottiglia si ferma in direzione di NIALL e Tasha resta immobile a guardarla. Quindi raddrizza la schiena e lentamente si gira a guardare il ragazzo con le sopracciglia sollevate. Gli occhi grigi sfiorano CHARLOTTE e poi si soffermano sul vichingo, in attesa di capire se i due se ne vogliano andare oppure no. Lei comunque si avvicina a NIALL, cercando di ignorare i probabili sguardi altrui, studiando le iridi chiare di lui in cerca di un rifiuto o un’accettazione. Si umetta le labbra e deglutisce «Se vuoi andare via» dice stringendosi piano nelle spalle « io rigiro la bottiglia».
W: E dopo quello schiaffetto e quel bacetto che si scambiano i due compagni, eccolo che si alza - si finalmente lo fa - per partire alla carica di CHARLIE e NIALL per evitare di farli alzare. « WAAA » urla mentre gli si lancia letteralmente addosso. Magari NIALL non lo butta giù, ma CHARLIE dovrebbe essere facile. Li avvolge entrambi con le braccia per cercare di buttarli indietro con la schiena. E poi, non per discriminare NIALL eh, ma avvicina il viso a CHARLIE per stamparle una serie di bacetti su tutto il viso, magari pure sulla bocca chi lo sa. Tanto non è cosa nuova. « Mica te ne puoi andare senza darlo a me » è di rito ormai, si torna sempre alle origini. Questo goffo tentativo comunque è stato fatto solo per non farli andare via e non con le buone come cerca di fare LUKE, ma con le cattive perché li sta proprio bloccando. Finito lo show, comunque, cerca di rimettersi seduto e di togliersi un po` da dosso la neve che sicuramente gli si sarà appiccicata ai vestiti. Ed ignorando LUKE che vuole far finire il gioco, ecco TASHA che gira e zan zan gli capita proprio NIALL. « ECCOLO! » prende proprio lui per le spalle cercando di spintonarlo un po` in avanti. « Non vuole andare via » chiamatelo un`ottima spalla.
M: Rimane a fissare tutti gli altri match manco fossimo su MagiTinder, ridacchiando a quel bacio tra ALLISTER e TASHA che sembra quasi incestuoso «Bleah» infatti commenta, perchè insomma dai, certe cose fanno senso anche ai Loghain (?). E` WES però che richiama tutta la sua attenzione, notando come placchi CHARLIE e NIALL, con una TASHA agguerritissima e distratta, in quel cercare di baciare l`O`GALLAGHER mentre lei si volta in direzione di LUKE che rimane con quell`idea di far finire il gioco, beccandosi un`occhiataccia sbiega dalla Grifondoro. Sigaretta stretta tra indice e medio della destra, ed uno sporgersi veloce ad acchiappare il tessuto del maglione di LUKE per dargli un piccolo strattone leggero verso di sè «Porta bene, prima del ballo.» ma cosa? Questo: il viso si porta in direzione di quello del CORVONERO, e se non fermata o allontanata, sarebbero le sue labbra morbide e dal sapore di mandorla amara, a vincere quelle altrui, in un contatto che lascerebbe morbido, libero d`approfondirsi come no, lasciando a lui l`iniziativa, limitandosi a modellarle su quelle di LUKE in quei lunghi attimi sospesi. Il profumo di pepe nero e cannella che irretisce, e la Merlino`s che accumula cenere, a qualche centimetro dal maglione di lui. Il fatto che in tutto questo sia passata davanti a CORNELIA, messa in mezzo così, non pare minimamente infastidirla.
Tr: si ritrova ad arricciare il naso alla vista di CHARLOTTE e di NIALL che se la danno a gambe. O che almeno ci provano, ihih «Caricaaaa» figuriamoci se non dava manforte al BRO, buttandosi a pesce nella mischia anche a costo di lasciar cadere nelle neve la sua Merlino`s dal fumo un po` fucsia e un po` trasparente «O`GALLAGHER non può, sta facendo la lotta!» esclama alla volta di TASHA, senza guardarla, impegnato com`è a cercare di inchiodare al suolo il CUGINO sotto il suo “peso”. E poi, beh, con un sorrisetto stupido proverebbe ad allungarsi a propria volta anche in favore di CHARLOTTE, stampandole un bacetto sullo zigomo «Mo` siamo pari» decreta verso WESLEY, e farebbe per rimettersi in piedi, dolorante e tutto sporco di neve «Pyra?» ma LUKE sta baciando MERROW, una ship che sicuramente un po` lo stranisce… salvo poi incurvare le labbra in un sorriso rincuorato. Tossicchia, cercando di richiamare l`attenzione degli ultimi limonatori «Burrobirra per tutti, che dici?» ma l`onore della decisione ovviamente resta al mago del giorno, LUCHINO.
Co: Continua ad osservare la lotta a cui si aggiunge anche TRISTRAN con aria decisamente divertita ma senza commentare anche perché a lei, nel frattempo, è comparsa la sua personalissima maledizione e quindi come al solito preferisce tacere. La testa che si abbassa un po’, gli occhi che compiono un perfetto giro all’indietro e lei cerca con il lato sinistro del corpo la spalla di LUKE – che dovrebbe esserle vicino- sulla quale appoggiarsi leggermente, di sbieco. Gli occhi palleggiano sul comportamento degli ALTRI- dalla lotta del QUARTETTO agli eventuali baci soprattutto si trova letteralmente in mezzo al bacio – se ci sarà – tra LUKE e MERROW. Lei un po’ si sposta per facilitare il contatto ma lo spazio è quello e vabbè, posti in prima fila quest’oggi. I turni e il gioco della bottiglia sembrano essere andati al gramo lei si ritrova a concordare con il GRIFONDORO «sì, vi prego una burrobirra, sto congelando» e poi così può dirsi chiusa la parentesi baci volanti.
N: Verso CHARLOTTE « Secondo le regole » e cerca di dirglielo all’orecchio, in un sussurro solo per lei « avremmo dovuto far di più » esclamerebbe, cercando poi di osservarla dritta negli occhi. Arriccerebbe quindi le labbra, cercando di far uscire un filo di fumo rosa, diretto alle labbra di lei. Che la voglia far fumare per ora? e… per ora eh. E se già prima era nel suo mondo, figuriamoci ora. Infatti non avverte WESLEY e quindi eccolo a far casino, staccandogli CHARLOTTE, e iniziando a sbaciucchiarla, ammesso che ci riesca. Sospira, e guarda pure un po’ verso il cielo, accogliendo quindi TASHA che lo ferma. « Gnn » mugugna allargando le labbra in orizzontale, e finendo per terra perché il CUGINO, gli salta addosso. « GNN » mugugna ancora « gua.. le pago io.. basta levarsi di qui » mugugna a TRISTRAN che gli sta sopra, ancora.
Ch: « Magari continuiamo dopo, al camp— uooohh! » dice poco prima di venire investita letteralmente da WESLEY. Non che stesse ascoltando molto le parole degli altri impegnata a stare col muso vicino a quello di Nì, perciò sono state inutili le parole tanto di LUKE, quanto di TASHA, ma è il TASSOROSSO che la ributta giù, aiutato dal suo fido compare - non Artie. « Daaaiii smetti, Weeeess! » ridacchiando però per niente avendocela con lui, trovandosi di nuovo in terra ed in mezzo alla neve con WESLEY che se la sbaciucchia anche più del dovuto. « Wooohhh, TRISS!! » perché non è che la carica gliel’ha data solo l’altro, ma pure TRISTRAN. Piccoletta com’è, è facilissimo gestirla come vogliono, per loro due, sob. « Ohuhn maddaaaiii! » dando due colpetti sulle spalle di TRISTRAN e dando una spintarella a WES « Te l’avrei dato, sei un morganello di poca fede. » ridacchiando per tutti quei bacini che le arrivano addosso, magari anche un paio sulle labbra ma che ancora la fanno ridacchiare. Così tenta poi di fermare il tassorosso prendedogli un braccio e dicendo « Tranqui, resto. » arricciando il naso così che possa non placcarla ancora a lungo. Strizzetta anche l’occhio sotto al quale il GRIFONDORO gli lascia un bacino, così prima che possa allontanarsi lo blocca con un braccio « Fammi salire, daaai. » col tono finto lagna mentre già prende spazio addosso al ragazzino dietro la schiena per salirgli addosso. Si guarda intorno, verso un po’ tutti gli altri e la neve stessa, e poi picchietta sulle spalle di TRISS « Oh-ohhh, c’è la burrobirra? Io io e Tris la prediamo grande, Nì. Tira fuori la grana, eehhoo. » che visto l’invito a pagare da parte del Serpeverde, lo ha preso per un elfo domestico, cameriere. Non si è messa a sfumacchiare merlino’s al momento, ma la burrobirra l’accetta sempre volentieri.
A: «Quindi? La finiamo così? Burrobirra per tutti» la mancina va a strofinare il capo per qualche attimo, un ghignetto gli compare distintamente sul volto candido, nel bel mezzo della confusione generale «Beh a questo punto miro al colpo grosso» mormora tra sé e sé – ma neanche troppo – si alza quasi di scatto, labbra semiserrate e occhi languidi che hanno ben chiaro un obiettivo, senza tergiversare troppo si avvicina a MERROW con un indice inquisitorio «Beh io mi sono beccato solo un bacio con la best» scrolla leggermente le spalle in un espressione che sa di “ti tocca” e si lancia letteralmente all’assalto delle labbra di MERROW – magari sta per arrivare una cinquina in pieno volto, nel frattempo però si inebria di cannella e pepe nero.
L: Ridacchia a vedere WESLEY che si fionda su NIALL e CHARLOTTE, prima di voltarsi verso la LOGHAIN. La schiena s`irrigidisce, nel momento in cui lei gli afferra il maglione. LO sguardo diventa un po` serio e stranito, come se non stesse capendo quello che sta per succedere. E invece lo capisce. Allontana dalla bocca la Merlino`s e la tiene ancora nella destra. Si lascia tirare dalla Grifondoro, mentre la schiena e la postura tutta va ad ammorbidirsi, mentre l`espressione si rilassa e alle parole di lei «Sicuramente» annuendo pure, piano. Quindi le sue labbra si avvicinano a quelle di MERROW, posandovisi delicatamente per qualche secondo, prima che questo vada ad approfondirsi e le due labbra si schiudano, lasciando libero il passaggio alla lingua, che andrebbe a cercare quella altrui. Insomma, sicuramente non sarà il massimo, dato che fino ad ora il Terzino non aveva mai dato un bacio “non innocente”, ma comunque certe informazioni gli erano state date da fonti ignote. Quindi la teoria la sa, ecco. Sul volto si forma anche un sorriso divertito, prima però che il richiamare ed il tossicchiare di TRISTRAN non lo distragga. «Che?» eh oh, fatelo riprendere «Ah! Sì sì, andiamo va!» sorriderebbe divertito, iniziando ad alzarsi. «Allora paga O`GALLAGHER?!» divertito, rivolgendo un sorriso divertito a MERROW e porgendole la mano per alzarsi.
Ta: Il sorrisetto le muore sulle labbra quando si volta e si trova davanti la scena di LUKE e MERR. Che si baciano. La quattordicenne aggrotta le sopracciglia, s’è persa qualcosa, o forse no. Boh. con sguardo cupo si volta a guardare NELL,cercando in lei una qualche spiegazione a quel risvoltò inaspettato. Gli angoli della bocca che si piegano in giù e le sopracciglia che si sollevano nella sua tipica espressione da ‘boh’. Gli altri cominciano a parlare di burrobirra e Tasha ascolta solo in parte, perplessa com’è nel fissare Luke e Merr con l’espressione da snaso confuso. Non si perde quindi il commento di ALLISTER né il suo slancio verso Merr. Istintivamente allunga quindi una mano in avanti, di scatto, con l’intenzione di afferrare l’amico per il colletto e tirarlo indietro «A cuccia playboy !»esclama allungando anche l’altra mano per trattenerlo da un braccio «Ti basta la best» lo avvisa con quello che vorrebbe essere un tono divertitamente minaccioso ,ma che forse esce un po’ troppo duro «o l’altra mia best diventa una bestia» E vai di scioglilingua, ma insomma leggi il nome tra le righe «Basta baci» aggiunge quindi. E, se le fosse riuscito di bloccare l’amico, gli darebbe una pacca sulla schiena prima di lasciarlo andare. «Si, dai. Burrobirra per tutti» esclama poi voltando le spalle ai restanti e seguendo Charlotte e company. Mentre si incammina, tiene lo sguardo basso e il cappuccio sollevato, quasi volesse nascondere il proprio volto agli occhi degli altri, o forse solo per ripararlo dal freddo.
M: Gli altri li sente? Si, in sottofondo, ed al di là del ridacchiare per quel placcaggio, lei si volta proprio nel momento di massima confusione per voltarsi in direzione di LUKE. Con CORNELIA in prima fila, sks. Per lei poteva finire lì, con quel bacetto a stampo innocente, ed è con una sottile sopresa che si ritrova invece coinvolta in un vero bacio, al sapore di Mandorla Amara che le fa socchiudere gli occhi e rimanere lì qualche istante, nonostante l`impacciataggine altrui. E` un bacio vero, delicato da parte sua, lento e che si conclude proprio per quel dire di ALLISTER che si ritrova quasi addosso prima che TASHA acchiappi il Tasso per il colletto e se lo porti via, impedendole dunque di dover allontanarlo lei. Rimane interdetta un momento a sua volta, guardando LUKE e poi gli altri, rialzandosi accettando la mano del CORVONERO, la sigaretta di nuovo alle labbra e lei che raccoglie maginchiglia ed il resto, mormorando un «Burrobirra per tutti, si.» facendo un po` eco a TASHA, e tenendola d`occhio in quella marcia con cappuccio annesso. Fumo argento per lei, fino ai Tre Manici di Scopa.
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corneliaharris · 3 years
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Porticato Interno, Novembre 2076
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L: «Che è `sto sorriso?» chiede, divertito. «Non ti siedi?»
C: Ridacchia a quella domanda «Ora mi siedo» ma continua ad esitare, rimanendo con solo il fondoschiena appoggiato sul muretto mentre la mancina sta già frugando all’interno del mantello, un paio d’istanti e poi, tadaaaan. La mano sinistra torna allo scoperto con un pacchetto di Merlino’s stretto nel palmo e sollevato appena, ad altezza sguardo dell’amico, per mostrarglielo. E quello è decisamente di più della sigaretta che le aveva promesso è un intero pacchetto, ancora nuovo. Uno sguardo ammiccante e decisamente furbo «Che dici?» ed è il suo modo di dire “allora, proviamo?”
L:  Lo sguardo divertito e curioso è fisso su di lei, quando esita a sedersi ancora una volta, andando a frugare nel mantello. L`espressione interrogativa s`illumina «Ma…» le palpebre si dilatano «Non doveva essere una?» chiede, divertito, con un tono entusiasta. Stacca il capo dal muretto e l`addome s`irrigidisce un momento, tornando in una posizione eretta, ancora seduto, prima d`inclinare il busto, avvicinandosi. «Te l`ha dato Merr?» le chiede, divertito. Ed infine «Che dico? Apriamolo!»
C: «Eheheheh» ridacchia «Che fai ti lamenti?» chiede alla sua domanda circa il fatto che doveva essere una e invece, è un pacchetto. Annuisce poi alla domanda sulla Grifondoro «Sì, Merr è stata molto generosa ma le dobbiamo un favore» sì, anche tu Luke. Si lascia quindi cadere sul muretto, accavalla le gambe e sorride all’entusiasmo dell’altro «Ecco, così mi piaci» e nel frattempo, le sue mani hanno già fatto sparire l’incarto. La mancina ne sfila una delicatamente da quel pacchetto nuovo e l’appoggia sulle labbra, che la trattengono morbidamente e mentre ripone il pacchetto, eccola sfoderare il catalizzatore per concentrare la visione della punta incandescente che vuole ottenere, premunendosi di avere la bocca abbastanza libera per pronunciare un banalissimo «Flamòra» Attenderebbe quindi di vedere l`incanto riuscire, e se così fosse, si limiterebbe a prendere un paio di boccate superficiali, avvicinando la bacchetta alla sigaretta per accenderla. Fumo che sbuffa argenteo, prima di diventare man mano sempre più blu. Un paio di tiri soltanto e poi il braccio è allargato verso l’amico, a cui porge la sigaretta «Sai come si fa?» chiede e non c’è aria di spocchia nella domanda ma le pare una domanda legittima. Gli occhi sull’amico, in attesa. 
L: La osserva muoversi, mentre sfila la sigaretta e se la porta alla bocca e poi con semplicità rende incandescente la punta della bacchetta, creando la solita fiammella, che le permette di accendere la sigaretta. «L`ho visto spesso, provo» dice, alla domanda di Cornelia, sul se sappia come si fa. Quindi allunga la mano destra andando a prendere la sigaretta tra pollice ed indice. La porta alla bocca, con lo sguardo che la punta per un attimo. Le labbra la tengono in equilibrio, ma non del tutto stretta. Cambia la posizione delle dita, andando a tenerla fra medio ed indice, ora. Quindi tira un po` di fumo con la bocca, inspirando un po` come fosse aria, portando lo fino ai polmoni e rigettandolo velocemente, sbuffando quel fumo, che è una via di mezzo tra il blu ed il verde, seguito da qualche piccolo e leggero colpo di tosse. «Che dici?» come sono andato? 
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corneliaharris · 3 years
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Non è un appuntamento eh.
La giornata di ieri ad Hogsmeade è stata abbastanza disagiante per lui, menomale che è finito tutto in un paio di giri di bottiglia per poi concludere in bellezza con una burrobirra che non fa mai male. Ma parlando proprio di burrobirra, Cornelia ha un debito con lui ed è per questo che le ha chiesto di stare un po` insieme questa domenica. «Non è un appuntamento eh» ci tiene a precisare verso Cornelia con un risatina imbarazzata mentre le cammina affianco diretto verso i Tre Manici di Scopa. « Però mi devi quella burrobirra lo sai » un debito va pur sempre pagato. E anche se non è assolutamente un appuntamento, quando arrivano davanti al locale lui fa comunque un po` il gentiluomo aprendole la porta per farla passare.
Archiviata la parentesi gioco della bottiglia, baci random e disagio generale questa mattina a Cornelia tocca saldare un vecchio debito, che Wesley non ha  ha esitato a ricordarle. « Guarda che fai tutto da solo » ridacchiando a sua volta perché qui nessuno aveva parlato di appuntamento « Lo so, pagherò il mio debito» e sembra concordare con lui che quello non è affatto un appuntamento solo un qualcosa che doveva fare. Non è un appuntamento ma il coetaneo le apre comunque la porta e questo la fa spingere gli angoli della bocca verso l’alto «Ma grazie » un po’ canzonatoria mentre entra nel locale.
Lui quella cosa si sente in dovere di specificarla, chissà com`è, ed il commento dell`altra gli fa arricciare un po` il naso perché effettivamente è vero. « Vabbe dicevo che ne so » non sa se Cornelia ieri ha sgamato qualche occhiatina scambiata con il bro, ma meglio mettere le cose in chiare che altrimenti non sarà solo il naso ha diventargli rosso. Per sdrammatizzare, la fa pure un occhiolino quando l`altra conferma di voler rispettare la parola data. Per quanto riguarda il gesto fin troppo galante - per lui - di aprirle la porta, il commentino dell`altra gli fa alzare gli occhi al cielo con tanto di risatina che viene sbuffata. « Okay quando usciamo te la apri da sola » ma il tono non è offeso, più che altro divertito. Magari è probabile che gliela riaprirà di nuovo lui, non si sa mai.
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E quando dopo non molto il cameriere torna con due belle burrobirre, il conto viene velocemente saldato dalla ragazzina, senza dare all’altro nemmeno il tempo di rendersene conto. E poi, sfodera un sorrisone appena il cameriere si allontana dal loro tavolo «Debito saldato!» e ora possono brindare.
E quando le burrobirre arrivano, Cornelia paga così in fretta da non dargli neanche il tempo di provare a prendere i suoi soldi. « Sì ma la prossima volta pago io, che poi mi sento in colpa » la guarda mettendo su un sorrisetto per poi afferrare il boccale alzandolo un po` di modo da farlo scontrare con il suo. « Ai tuoi dentoni! » esclama tutto contento questo brindisi, per poi ridacchiare.
Un ghignetto divertito a quella frase sulla prossima volta « Toccava a me! Una promessa è una promessa » quasi solenne « Ma sì, la prossima paghi tu, deciso » e questo glielo concede mentre gli sorride e alza anche lei il boccale per farlo scontrare contro quello altrui. « Sperando che se ne vadano presto » aggiunge al brindisi proposto dal Tassorosso perché lei non li sopporta più.
                                                      (...)
« Senti ma mi ci accompagni da Mielandia dopo? O c`hai da fare?» domanda tornando a puntare gli occhi su di lei, questa volta con un sorriso più genuino e non più così tanto imbarazzato. « Forse ti tengo anche di nuovo la porta aperta » e questo si allunga a sussurrarglielo, anche se poi scoppia comunque a ridere.
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corneliaharris · 3 years
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Il discorso su Dominic le fa come suonare un campanellino d’allarme che la porta a dire « grazie, comunque » con una sincerità tutta nuova per i suoi standard « per avermi coperta anche davanti a quella » quale Merrow, della quale però al momento ci sfugge il nome « non sono stata davvero impulsiva: ci ho pensato più di quanto credi e non l’avrei fatto se avessi avuto scelta, ma non ce l’avevo » e si stringe nelle spalle, distogliendo per qualche istante lo sguardo da Cornelia « e, sinceramente, se te lo spiegassi magari non avrebbe neanche senso » corrucciando un poco l’espressione « so che vuoi che io pensi prima di dire e fare e che non diventi Troll quanto Christian » nuova unità di misura « e ti prometto che non lo farò » mano sul cuore a sottolineare quanto sincera sia « ma Venerdì dovevo farlo » che mette un punto definitivo alla delicatezza del momento, visto che subito dopo sfocia in un ben più ilare « e poi quello mi ha detto che dovevo prendermi una stanza con Sebbie! » tutta indignata, sebbene stia di già ridacchiando.
Il “grazie” da parte di Heaven non c’era ancora stato – non che ce ne fosse bisogno - ma arriva inaspettatamente oggi, dopo una settimana e lei non può far altro che allargare un sorriso. « E di cosa? » retorica «Gli amici fanno questo» si coprono le spalle «Sempre» e gli occhi cercano quelli della secondina per esprimere quello che lei a parole proprio non riesce. Annuisce alle giustificazioni (o qualsiasi cosa siano) dell’altra « Ma è un primino, scherzava » lo giustifica nuovamente ma senza troppa enfasi perché lo sa che quella è una battaglia persa. Poi l’altra dice quella cosa sul non aver senso e lei non se la sente d’insistere e prende per buone le parole altrui. Si fida di quella promessa e aggiunge « Mi raccomando » occhiata seria «Tu non sei come quello » e a chi si sta riferendo è ovvio. Poi il momento serietà può dirsi concluso quando anche lei scoppia a ridere a sentir ripetere la frase fuori luogo di Dominic « Assurdo, ‘sti ragazzini. »
Sbatte le palpebre con una certa insistenza a quel “gli amici fanno questo, sempre” che, se la si guarda con un certa attenzione, sembra essere solo un buon modo per asciugare una patina bagnata formatasi sui suoi occhi. Non piange di certo, il lucido dura davvero poco, quel che le serve per trovare il coraggio – se così lo si vuole chiamare – di dire « ti voglio bene » prima di fermarsi nel bel mezzo del corridoio, o forse proprio sull’uscio della porta, ed stringere le braccia intorno alla Corvonero. Come se servisse a rassicurare Cornelia ed, a sua volta, anche se stessa. Motivo per cui non diventerà mai tanto Troll o peccherà di classe in quel modo, su questo ci potrebbe addirittura giurare.
La osserva sbattere le palpebre e forse lo nota pure quel luccichio ma quello che di certo non si aspettava è quel “ti voglio bene” che l’altra dice anche abbastanza semplicemente. E adesso è lei a sbattere le palpebre velocemente perché quelle tre paroline le sono arrivate dritte dritte al cuore, si lancia tra le braccia dell’altra e la stringe con una certa forza prima di mormorare «Ti voglio bene, anch’io » un sospiro « Non sono brava in queste cose » l’abbraccio che viene interrotto e lei che cerca i suoi occhi « Ma lo sai » ecco, tutto sta in quel “lo sai”. La promessa di non diventare Troll come qualcuno è stata fatta, lei si fida e non aggiunge altro. 
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corneliaharris · 3 years
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« ti credevo migliore di così. »
H: « oculus patefàcis »
M: « Ma porco Merlino impastoiato mangiato dai Vermicoli » … « Cosa Gramo sta succedendo? » … « Chi l`ha affatturato? » indica Nico, perchè questo, almeno l`ha capito. Una sottile rabbia comincia a ribollire urlando per salire in superficie.
D: È ovvio chi l’abbia affatturato, perché c’è solo una persona con la bacchetta sguainata « Nessuno » risponderebbe a Merrow, senza alzare lo sguardo perché gli occhi bruciano il doppio. « Non è niente. » Insomma poteva andare peggio… Continua a tenere lo sguardo basso e a poggiarli sull`avambraccio, nonostante il tremore dei muscoli senza forze dopo il digiuno.
C: Le domande della Grifondoro sono legittime ma la mettono lo stesso in difficoltà, distoglie leggermente lo sguardo e prova a mormorare « Stavamo provando a risolvere uno degli indovinelli » ed è ovvio che non sia quello il punto ma lei ci prova lo stesso, sfoderando pure un mezzo sorriso.
H: « un Tassorosso! » esclama tutta convinta, con un inconfondibile sicurezza a trapelare dalle sue parole, quasi stesse dicendo la verità assoluta « sai quello che se ne va in giro a fare trollincantesimi su tutti? » questo Tassorosso esiste davvero, tra l’altro « che poi più che un sortilegio » non si esime neanche dal correggerla tant’è spavalda « ha castato un incantesimo del primo anno.. » quale lo Spalancaocchi, com’è evidente da quelli arrossati e lucidi di Dominic « io ho provato a fermarlo » direbbe sventolando la bacchetta davanti a sé; ecco la vera cavalleria Serpeverde « ma sono stata lenta » concludendo la sua performance nello stringersi nelle spalle, pronunciando quelle parole con un filo di voce come se fosse realmente dispiaciuta.
S: […] « vero » è stato un Tassorosso « Heav ha cercato di aiutare Dominic » accennando a lui in modo distratto - senza guardarlo che chittese « però quello è scappato in bagno » eeeeh e che ci vuoi fare? Seguirlo? Nah. Lui fa un`alzatina di spalle e, già che ci siamo « è andata così, vero Nico? » ah ma sa pure il suo nome scusa? E lo guarda con un sorriso e un`occhiata un bel po` eloquente che a tratti potrebbe tradirlo - un bullo in tutto e per tutto, seh.
M: « Hazaar » comincia piano « Se c`è qualcosa che ho capito dei Serpeverde, è che non parlano mai, a meno che non abbiano qualcosa da guadagnarci. » sguardo penetrante a lei rivolto, prima che l`attenzione si sposti su Sebastian. Tace, e ciò non è affatto un bene, perchè l`espressione di pietra di quel volto affilato è quanto di più strano da vedere su una persona così tumultuosa:
guarda il Secondino che in quella pantomima le fa contrarre l`espressione in un disgusto puro e profondo « Ti credevo migliore di così. » glielo dice stretto, in un mormorio che è una lama
« Questa cosa che chi ha la bacchetta facile e se la prende con i più piccoli » occhiata ad Heaven, pungente « mi fa vomitare. » lo schifo che prova è ai massimi livelli, e non salva nessuno dei presenti « E tu » verso Gilmore adesso « Se li proteggi, sei peggiore di loro. Vi vantate d`essere Purosangue e poi non siete in grado di mantenere nemmeno un comportamento decente. Chi è superiore non ha bisogno di dimostrarlo con questi mezzucci. » capito, Miss Verde-Argento? « Fate quel ca**o che vi pare. » perché a lei sta tornando a ribollire la rabbia, ed è il caso che non esploda, ecco perchè punta le iridi sulla Harris, scuotendo il capo, in quella che è pura delusione. Per tutti, su tutti. Non aggiunge altro, che tanto sarà già un miracolo se anche solo uno di loro avrà capito quello che ha detto: acchiappa Ophelia in braccio e farebbe per aggirarli, senza nemmeno degnarli d`altre attenzioni, proseguendo.
S: Quell`espressione dura di lei se la incassa tutta, seppur lui risponda con una particolare indolenza che piano piano sta cominciando a tirare fuori.
Il tutto però crolla al dire di lei che beh, se da una parte accende qualcosa dall`altra il suo cuoricino va a stringersi sinceramente ferito « credi quel ca**o che vuoi Merrow » e l`espressione pare pure indurirsi, con gli occhi che mantengono lo sguardo andando ad assotigliarsi, la mascella si serra e le mani - ancora in quell`incrocio - ridotte a pugnetti.
C: Merrow sputa fuori quelle frasi con così tanto disgusto un groppo le si forma alla gola, così stretto che sembra quasi impedirle di respirare normalmente, lo sguardo viene abbassato e le braccia si stringono al petto in una chiara posizione di chiusura ma anche in questo caso non dice niente, nemmeno una sillaba. Anche se la mascella s’irrigidisce a quella menzione sull’essere Purosangue. […] Un’occhiata ai Secondini « Andiamo? » che lì hanno già fatto fin troppi danni. L’umore non è dei migliori ma ha comunque voglia della loro compagnia.
H: L’arrivo di Merrow sarebbe la goccia che fa traboccare il vaso se non fosse che lei il vaso l’ha direttamente rotto. Ascolta il suo rimprovero mordendosi il labbro inferiore con forza, come se stesse soffocando una risata sul nascere, visto che gli angoli della bocca sono rivolti verso l’alto, le sopracciglia invece sono sollevate a mostrare, oltre che la sua arroganza, anche in queste circostanze, pure il suo scetticisimo riguardo ogni singola parola pronunciata da Merrow « non capisco di cosa tu stia parlando » inarcando le sopracciglia tanto da far spuntare tre rughette circolari sulla fronte, visibilmente confusa […]
S: La lascerebbe proseguire ma niente, non si sa cosa sia a farlo esplodere ma lui ad una certa non pare riuscire a trattenersi, sempre che ci abbia mai provato. Le braccia vanno a mollare l`incrocio « che ca**o ne sai, del perché l`ha fatto? » passando gli occhietti dall`alto al basso
« tu arrivi, *giudichi* e te ne vai » calcando il “giudici”. Ora è lui quello con l`espressione del “mi fai vomitare” « ti credevo migliore di così. » ecco, ricambiamo quella stessa affermazione.
E glielo dice quanto più schietto si possa, sincero in quello sputargli tutto ciò che al momento sta pensando e un po` troppo influenzato da quelle mille emozioni, il tono alto e l`espressione delusa.
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corneliaharris · 3 years
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solo complimenti
« Ma non ti rompi a fare sempre la corvosecchia? » la domanda è totalmente sincera, seppur priva di tatto forse. « Ceh è venerdì, Harris! Perché perdi tempo sui libri? » e sgrana pure gli occhi, totalmente scioccato da come la ragazza ha deciso di passare il pomeriggio.
Non si scompone e non sembra essersela presa anzi le nasce pure un ghignetto sul viso «Ma spiegami una cosa» partiamo bene «Perché se uno fa quello che deve fare è considerato una corvosecchia?» e non si risponde ad una domanda con un’altra domanda ma questo è quello che fa e da come lo chiede sembra anche davvero interessata alla questione.
La guarda pure in viso per controllare non ci sia rimasta male per le sue insinuazioni, ma non gli sembra. « Ma voi corvosecchie non fate solo quello che dovete fare, fate di più! » è questa la sua giustificazione, con tanto di occhi sgranati e sconcertati per lo stile di vita dei Corvonero. « Ah perché ti riposi pure tu? » e di nuovo mette su un sorrisetto per quelle parole della ragazza in una velata presa in giro. « Non studi pure di notte? » continua a prenderla un po` in giro, sì.
Alle prese in giro non reagisce, lo lascia parlare e solo quando sembra aver finito le frasi da dire, lo scruta appena e chiede con finto tono accondiscendente «Hai finito?» con il sopracciglio alzato «O hai qualcos’altro nel repertorio?» ma nuovamente non sembra essersela presa anzi sembra stare al gioco dell’altro.
Le sue prese in giro vengono lasciate stare e lui non può far altro che alzare gli occhi al cielo quando la ragazza lo stronca, seppur non mostrandosi mai offesa dalle sue parole. Che mica ce la vuole far rimanere male, sta solo giocando. « Gne gne » le fa il verso infatti con un sorrisetto. « Ora stai facendo la grifolagna vedi » la rimbecca « Anzi, la corvolagna » dato che prima ha già giocato con aggettivi e casate.
«Secchia, lagna…» elenca pure alzando le dita della mano sinistra «Solo complimenti per me quest’oggi» ironica mentre cerca di trattenere una risatina leggera «Invece, difetti da prendere in prestito da Tassorosso e Serpeverde?» chiede fintamente seria e con tanto di labbra increspate in una smorfia da attrice nata, che vorrebbe farla apparire mooolto interessata alla questione.
Anche se lei, alla fine, non se l`è davvero presa per le sue parole. « Dai che ti devo dire che sei carina? » vuoi un complimento? Certo che messa così non sembra neanche un complimento, quanto un contentino.
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Poi lei giustamente gli fa notare che ancora non le ha specificato il motivo per cui è là. « Ah no, non per questo » non è venuto a criticarti così solo per il gusto di farlo. « Non è che sono convintissimo a chiedertelo eh » partiamo già così « Però visto che appunto tu sei brava » dai almeno non ha sottolineato di nuovo il suo essere corvosecchia « E io l`altra volta ad Astronomia ho perso dei punti » che gli rode un po` « E non c`ho capito un bolide di quello che ha detto O`Gallagher a lezione » quindi « Non è che mi puoi dare una mano? » con tanto di manina che sale a grattarsi un po` la nuca a disagio. L`ha criticata per il troppo studio però alla fine è venuto a chiederle una mano. �� Ceh se ti va, così magari prendo qualche punto la prossima volta » non perché gli interessi veramente imparare qualcosa di Astronomia, figurati.
«Forse» ed è meglio di un no «Ma io che ci guadagno?» perché mica facciamo volontariato qui. E forse sta solo giocando o forse no. Certo è che l’espressione è seria e le braccia si incrociano al petto mentre lei appare palesemente in attesa di una risposta.
« Allora non sei neanche una corvofessa eh » sempre ritornando al discorso di prima su aggettivi e casata. La cosa sembra divertirlo comunque mentre si stringe nelle spalle. « La mia meravigliosa compagnia? » mentre le labbra si aprono in un sorriso un po` paraculo.
«Seh, vabbè» arricciando pure le labbra «Vieni qui, interrompi il mio studio, mi dai della corvosecchia…» una piccola pausa e sembra ricordarsi «e della corvolagna, poi mi chiedi una mano in Astronomia e la mia ricompensa dovrebbe essere la tua compagnia?!» e sulla faccia un’espressione fintamente allibita come a sottolineare l’assurdità della richiesta «Ritenta, sarai più fortunato» e gli dà pure un’altra chance. Che magnanima. Ovviamente scherza ma chissà se Wesley la coglierà quella sua sottile ironia.
« Tu mi aiuti e io ti devo un favore » ricapitola « Quando mi chiederai questo favore dovrò fare tutto quello che vuoi, okay? » ti sembra una buona ricompensa? Lui sta rischiando qui eh. E manco se ne rende conto di quello che le sta offrendo.
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corneliaharris · 3 years
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«Ma quindi ormai fumi sempre?» schietta, curiosa ma senza nessuna strana vena nella voce, solo una domanda.
«Naah» sbuffa fumo verde ora anche dalle labbra, staccando la sigaretta e tenendola tra indice e medi destri piegati «Veramente fumo per noia, o perchè mi rilassa.» poi corruccia brevemente la fronte «Anzi, in realtà fumo quando sono confuso. Ma tu questo lo sai già..» in riferimento al loro primo discorso riguardo le Merlino`s «Vuoi provare?» chiede con innocenza, passandogli la propria sigaretta a metà con un gesto fluido «Tanto tuo cugino fuma.» cioè, come se fosse un incentivo.
 «Rilassa?» chiede leggermente stupita con gli occhi chiari che nuovamente si posano sulla Merlino’s. «Mi ricordo» conferma in riferimento al loro primo discorso al riguardo «Anche adesso?» sei confuso, intende e lo dice piano, morbida, lasciando quasi al ragazzo la possibilità di glissare completamente la questione. Non sembra aver bisogno di pensare davanti a quella proposta - e nemmeno degli incentivi - perché di slancio le esce un «Sì» sicuro, fermo mentre il braccio sinistro si è già staccato dal corpo per allungare la mancina a recuperare la sigaretta che Morgan le passa. «Mio cugino fuma?!» a metà tra il sorpreso e il divertito, ridacchia pure sotto i baffi (?) mentre scuote il capo «Bene da sapere» ma non sembra aver intenzione di approfondire.  (...) Adesso ha altro a cui pensare, ossia quella sigaretta che stringe tra l’indice e il medio. E gli occhi si abbassano proprio sulla Merlino’s, che per ora non ha avuto il coraggio di avvicinare alla bocca «E ora?» chiede un po’ dubbiosa, avvicinando la sigaretta alle labbra mentre gli occhi cercano quelli del Grifondoro, in attesa di preziosi consigli.
Le sopracciglia s`innalzano verso l`alto non appena lei risponde con quel "si" così secco e veloce, porgendole la sigaretta con un gesto quasi cavalleresco, mostrandole l`interno dell`avambraccio destro dove le vene risalgono in uno spiccato blu contro il bianco dell`epidermide «A te, Puffolina» e non c`è scherno nella sua voce, ma forse una strana nota che potrebbe dirsi complice, o affettuosa. (...) Un ghigno asimmetrico gli si forma sulle labbra piene alla domanda di lei, abbassando il viso ed il mento un poco verso il petto, mentre gli occhi puntano verso di lei «Ora porti quella alle labbra, inspiri, non troppo forte o ti ammazzi» chiariamo, perchè con lei lo stronzo non lo fa «trattieni il fumo in petto e poi tipo lo... mandi giù?» eh, che bella spiegazione di me-lma «Vabbè, hai tipo capito.. no?» la guarda, aspettando che il tutto accada.
Afferra quindi la sigaretta che il ragazzo le porge con quel gesto così cavalleresco «Grazie eh» e probabilmente si riferisce più al fatto che le ha proposto di provare che al gesto appena compiuto anche se uno implica l’altro ma vabbè. Annuisce ai preziosi consigli che arrivano dall’altro e sembra registrare tutte le indicazioni con aria concentrata quasi come se fosse in classe. E poi, infine, la poca distanza rimasta è colmata e la Merlino’s viene adagiata sulle labbra appena schiuse, si concede un attimo prima di inspirare piano, così come consigliato, e poi il fumo trattenuto viene spinto giù. E okay, lei ci è andata decisamente piano ma è comunque la prima volta che prova e inevitabilmente, un paio di colpettini di tosse le escono dalle labbra e insieme ad essi fuoriesce anche un po’ di fumo blu strigliato appena di verde. Ci mette un attimo a riprendersi, gli occhi che cercano l’amico «è normale?» tornando a guardare la sigaretta e non sembra disdegnare un eventuale secondo tentativo.
Torna con l`attenzione su di lei non appena Nell comincia a seguire le sue indicazioni, e quando tossicchia piano, lui si ritrova a ridacchiare a labbra chiuse, con un suono tutto gutturale e di petto, cupo e baritonale «E` andata meglio del previsto. Sei portata..» al fumo. O al vizio. O a seguire i pessimi esempi «Tienila. Tanto io ne ho altre.» mormora piano, con voce calda di premura. Eppure, non sembra intenzionato ad accendersene una.
Un po’ s’illumina a sentire che è andata meglio del previsto e quel “sei portata” la fa pure ridacchiare perché non sarebbe proprio cosa di cui vantarsi ma vabbè, lei lo prende come un complimento e autorizzata dall’ultima frase ci riprova pure. Avvicina nuovamente la Merlino’s alle labbra e aspira piano, esitando un attimo prima di far scendere il fumo e a ‘sto giro non tossisce, certo il fumo le esce un po’ disordinato dalle labbra che sono state aperte alla ricerca di un po’ d’aria mentre un mezzo grugnito le graffiava la gola ma niente di grave per una principiante. Il colore è lo stesso e lei si appunta mentalmente di cercare il significato «Se vuoi la finiamo insieme…» propone visto che l’altro non sembra aver intenzione di accenderne un’altra e il braccio si sposta appena verso sinistra, come a volergliela passare. Imparano in fretta questi Corvonero… anche le cose sbagliate.
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