daysofdelusion - Tumblr blog

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61.

Megabasse – Live in Brugge (not on label)

"This live was recorded at the Villa Bota, Brugge (BE), in November 2022. I was invited by Kraak that also recorded the live. The double neck Ibanez goes straight to a Twin Amp, and then throught a Jazz Chorus 77, no fx added. And my dad was there, his first Megabasse show, told me I looked inspired, was fun."

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60.

ML Buch – Suntub (15 Love)

Un po' così, un po' così – ma nel 2023.

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59.

Curtis-Licht-Roberts – May 99 (Blank Forms)

Il 1999 è stato un anno musicalmente straordinario – e a ricordarcelo ventiquattro anni dopo è questo capolavoro.

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58.

Telesoniek Atelier – A Selection Of Improvisations 1989-2017 (not on label)

"Blissful minimalism."

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57.

Jack Langdon – Three Fanfares (self-released)

Tre fanfare avant (la prima, la più ‘emotiva’, è forse anche la migliore).

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56.

Jack Sheen – Sub (SN Variations)

“We are pulled along a tightrope whose length is unknown, or submerged in dense, thick matter, bathing in the crunch, hiss, and distant roar of the audio backdrop.”

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55.

Yuta Matsumura – Red Ribbon (Low Company)

Disco di canzoni – di belle canzoni, che a tratti sembra riportare direttamente qui.

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54.

Ben Glas – Superpositional Melodies (Room40)

Una tragedia – o una fonte perversa di piacere – per chi soffre di acufene.

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53.

Thomas Bush – Preludes (Mammas Mysteriska Jukebox)

“Here again are songs like scraps of remembered conversation and hooks of melody that break apart and fall together as the the sun dips behind the hills.”

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52.

Gothenburg Sound Workshop – s/t (Discreet Music)

“A new 50-minute opus – i minuti sono in realtà il triplo – of desolate beauty.“

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51.

Astrid Øster Mortensen – Skærsgårdslyd (Discreet Music)

Più maturo, ma non meno bello, dell’esordio dello scorso anno.

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50.

Matt Carlson – Exalted Prince of the Royal Mysteries (self-released)

“Alien bogs full of alien bugs.”

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49.

Yui Onodera – Too Ne (Room40)

Non ha niente di più né di meno della solita valanga di dischi ‘ambient e dintorni’. Ma fa il suo lavoro, che è più o meno quello descritto così bene da un utente di YouTube: “Sounds and feels so soothing after another day where my main concern is not going full blown insane.”

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48.

Nein Rodere – Catch up with What Party + (Horn of Plenty)

Suonato con i piedi, e registrato peggio, Catch up with What Party + raccoglie una manciata di schizzi elettronici e cantautorali, tutti ovviamente sghembi e inconcludenti. Come si fa a spiegare che si tratta di virtù e non di difetti, o di difetti che si trasformano in virtù?

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47.

Inre Kretsen Grupp – Raoul (Fasaan Recordings)

C’è qualcosa di Arthur Russell che circola per tutto il disco; qualcosa che lavora sotto, o malgrado, i ritmi e i suoni perfettamente squadrati.

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46.

Nala Sinephro – Space 1​.​8 (Warp)

Sembra un disco fatto apposta per esemplificare la categoria “ambient jazz” su siti e radio online. O forse è solo jazz per chi non ascolta jazz. Che questo sia un complimento o una specie di insulto, dipende ovviamente dai punti di vista.

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45.

Unda Fluxit – Stone Ringing Sorrows (ever/never)

Unda Fluxit è Huma Aatifi, nata a Kabul ed emigrata a dieci anni negli Stati Uniti. Fa tutto da sola, chitarra e voce, in otto canzoni una più desolata dell’altra, col fantasma di Jandek che occhieggia sullo sfondo.