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incipit-adribrando · 1 year
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Incipit 100/100
Incipit 100/100
Secondo la leggenda di famiglia, il nonno di Ferguson partì a piedi da Minsk, sua città natale, con cento rubli cuciti nella fodera della giacca, viaggiò a ovest fino ad Amburgo passando per Varsavia e Berlino, comprò il biglietto per una nave chiamata Empress of China che attraversò l’Atlantico in mezzo a violente tempeste invernali ed entrò nel porto di New York il primo giorno del ventesimo secolo. Mentre aspettava di essere interrogato da un funzionario dell’immigrazione a Ellis Island, il nonno di Ferguson attaccò discorso con un altro ebreo russo. Quello gli disse: Scordati il nome Reznikoff. Qui non te ne fai niente. Per la tua nuova vita in America ti serve un nome americano, uno che suona bene in americano. Poiché nel 1900 l’inglese era ancora una lingua straniera per lui, Isaac Reznikoff chiese suggerimento al più esperto e maturo compatriota. Di’ che ti chiami Rockefeller, fece quello. Cosí vai sul sicuro. Passò un’ora, poi un’altra ora, e quando si accomodò per rispondere alle domande del funzionario, il diciannovenne Reznikoff aveva già dimenticato il nome che gli era stato suggerito da quell’uomo. Nome?, chiese il funzionario. Battendosi la fronte indispettito, lo stanco immigrato se ne uscí in yiddish, Ikh hob fargessen (Non me lo ricordo piú)! E fu cosí che Isaac Reznikoff cominciò la sua nuova vita in America come Ichabod Ferguson.
(4 3 2 1, di Paul Auster - Trad. Cristiana Mennella)
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incipit-adribrando · 1 year
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Incipit 99/100
Incipit 99/100
“Era l'anno in cui i tedeschi, per vendicarsi con gli italiani di Trapattoni, rifilarono a Roma un papa 'made in Germany'. Un pastore tedesco in cambio dell'Allenatore. Nonostante fosse nervoso, Proteo Laurenti scoppiò a ridere quando sentì alla radio Sua santità con le scarpe di Prada dichiarare che ' la chiesa cattolica non è una minestra riscaldata'. Se non altro, la grammatica era corretta.”
(Danza macabra, di Veit Heinichen – trad. Maria Paola Romeo ed Elena Tonazzo/Grandi & Associati)
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incipit-adribrando · 1 year
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Incipit 97/100
Incipit 97/100
“Nel marzo scorso dovevo tenere a Coira, presso la Società Andreas Dahinden, una conferenza sull'arte di scrivere romanzi polizieschi. Vi arrivai in treno che già annottava - nuvole basse e un nevischio deprimente, e gelo dappertutto. La conferenza si tenne nella sala dell'Unione Commercianti. Il pubblico era piuttosto scarso, dato che quella stessa sera Emil Staiger parlava nell'aula magna del Liceo sull'ultimo Goethe. Non ero in vena quella sera - neanche gli spettatori lo erano del resto - e parecchi del luogo lasciarono la sala prima che la conferenza fosse finita.”
(La Promessa, di Friedrich Dürrenmatt – trad. Silvano Daniele) 
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incipit-adribrando · 1 year
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Incipit 96/100
Incipit 96/100
“Sono le sei del pomeriggio e la luce è quella esatta delle sei del pomeriggio, fine estate: calda e gialla, appena velata di rosa in fondo alla campagna. Nel parcheggio davanti al palazzo c'è soltanto una macchina, una fiesta blu, coperta di polvere e sabbia. Il sole batte sul vetro dello specchietto retrovisore e torna indietro, una lama, sul caschetto biondo della bambina ferma in mezzo allo spiazzo. ”
(Dei bambini non si sa niente, di Simona Vinci)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 95/100
Incipit 95/100
“Quella sera gli ospiti erano riuniti nell'appartamento di Boris Makover, nell'Upper West Side. Il palazzo di abitazioni dove aveva appena traslocato gli ricordava Varsavia. Costruito attorno a un grandissimo cortile, dava sulla Broadway da un lato e su West End Avenue dall'altro. Il cabinet de travail - o studio, come lo chiamava sua figlia Anna - aveva una finestra che dava sul cortile, per cui ogni volta che gettava un'occhiata fuori, Boris poteva quasi immaginare di essere di nuovo a Varsavia. Sempre tranquillo al suo centro, il cortile racchiudeva un giardinetto circondato da uno steccato. Di giorno il sole risaliva lentamente la parete di fronte. Bambini scorrazzavano sull'asfalto giocando, fumo si levava dal camino, passeri svolazzavano e cinguettavano.”
(Ombre sull'Hudson, di Isaac Bashevis Singer – trad. Mario Biondi)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 94/100
Incipit 94/100
“Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono coalizzate in una sacra caccia alle streghe contro questo spettro: il papa e lo zar, Metternich e Guizot, radicali francesi e poliziotti tedeschi.”
(Il Manifesto del Partito Comunista, di Karl Marx e Friedrich Engels – trad. Lucio Caracciolo)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 93/100
Incipit 93/100
“"Scherzi di cattivo genere non ne faccia; non sta bene neppure infilare le dita nella bocca delle ragazze che dormono" raccomandò la donna della locanda al vecchio Eguchi.
Al piano superiore probabilmente c'erano solo la stanza di otto tatami, in cui Eguchi stava parlando con la donna, e quella da letto attigua; da quanto aveva visto, anche al pianterreno non c'era salotto né altro, e dunque non si poteva parlare di una vera locanda. Fuori mancava persino l'insegna. Né il segreto di quella casa consentiva forse di affiggerne. All'interno non si udiva alcun rumore. A parte la donna che aveva accolto il vecchio Eguchi al cancello chiuso a chiave, e con la quale egli stava ora parlando, non si vedeva nessuno; e a lui, giunto là per la prima volta, non era chiaro se la donna fosse la padrona o un'inserviente. Sembrava comunque opportuno non fare domande superflue.”
(La casa delle belle addormentate, di Yanusari Kawabata – trad. Mario Teti)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 92/100
Incipit 92/100
“L'ultima volta che lei vide Parigi, quando per l'ultima volta cantarono gli uccellini, fu da un treno che velocemente si dirigeva verso sud nel 1968 al tempo della rivoluzione studentesca, e quello fu quasi l'ultimo treno che riuscì a partire, ma tutto ciò va oltre la storia, che iniziò una tarda sera alla Coupole a Montparnasse quando qualcuno la presentò a Julian Mendes, e così nacque una storia d'amore in quei giorni della rabbia. Passò un po' di tempo prima che lo rivedesse, mentre cenava tardi da solo in fondo alla Coupole. Dapprima lo prese per uno spagnolo o un basco, benché non potesse spiegare perché.”
(L'amore nei giorni della rabbia, di Lawrence Ferlinghetti – trad. Ginny Jewiss)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 91/100
Incipit 91/100
“C'è sempre stata parecchia confusione nella mia famiglia, anche nei nomi. Come si chiama mio figlio? <Franz> o <Frank> lo chiama indifferentemente sua madre. Quando lo chiama così, ho l'impressione di essere tra stranieri: una signora che non conosco chiama il figlio di chissà chi, per dirgli chissà che cosa. Affari loro. La figlia si chiama Titti. Anch'io la chiamo così, ma non so perché. Perché il suo vero nome è Monica. Tra Monica e Titti non c'è nessuna relazione. Quando chiamo <Titti> provo una sensazione che mi disturba: un padre sconosciuto, attraverso di me, chiama una figlia che non ho mai visto, e le dirà qualcosa che non ascolto.”
(Il canto delle balene, di Ferdinando Camon)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 90/100
Incipit 90/100
“Alice cominciava ad essere veramente stufa di star seduta senza far niente accanto alla sorella, sulla riva del fiume. Una o due volte aveva provato a dare un'occhiata al libro che sua sorella stava leggendo, ma non c'erano né figure né filastrocche. "Che me ne faccio di un libro senza figure e senza filastrocche?" pensava Alice. A dire la verità non era possibile pensare molto, perché faceva tanto caldo che Alice si sentiva tutta assonnata e con le idee confuse: adesso si stava domandando se valesse la pena di alzarsi e raccogliere fiori per fare una ghirlanda di margherite, quando ecco che improvvisamente le passò proprio davanti un Coniglio Bianco, con gli occhi rosa.”
(Alice nel paese delle meraviglie, di Lewis Carroll – trad. Tommaso Giglio)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 89/100
Incipit 89/100
“Mi viene sempre la tremarella prima del lancio. Mi hanno fatto l'iniezione, naturalmente, e la preparazione ipnotica, so benissimo che in realtà non ho paura. Lo psicoanalista della nave, che mi ha controllato le onde del cervello e fatto un sacco di domande mentre ero addormentato, mi assicura che non si tratta di paura, che è una cosa senza importanza, un po' come il tremito di un cavallo da corsa che scalpita prima dell'inizio della gara. Sarà. Non sono mai stato un cavallo da corsa, quindi non mi pronuncio. So una cosa sola: che tutto le volte, immancabilmente, è la stessa storia.”
(Fanteria dello Spazio, di Robert A. Heinlein – trad. Hilja Brinis)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 88/100
Incipit 88/100
“Non è detto che il destino, per distruggere il cuore umano, debba menare un colpo brutale e usare tutta la sua violenza; da futili motivi anzi esso trae la sua indomabile gioia creatrice. Nel nostro linguaggio umano questo primo lieve tocco lo chiamiamo causa, e stupiti confrontiamo la sua piccola misura con gli effetti spesso straordinari di potenza. Ma come la malattia esiste prima di manifestarsi apertamente, così il destino non comincia solo quado diventa realtà visibile e concreta. Esso impera nello spirito e nel sangue assai prima che dall'esterno arrivi all'anima. Riconoscersi è già difendersi, e per lo più è invano.”
(Tramonto di un cuore, di Stefan Zweig – trad. Berta Burgio Ahrens)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 87/100
Incipit 87/100
“Era una fresca limpida giornata d'aprile e gli orologi segnavano l'una. Winston Smith, col mento sprofondato nel bavero del cappotto per non esporlo al rigore del vento, scivolò lento fra i battenti di vetro dell'ingresso agli Appartamenti della Vittoria, ma non tanto lesto da impedire che una folata di polvere e sabbia entrasse con lui”.
(1984, di George Orwell – trad. Gabriele Baldini)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 86/100
Incipit 86/100
“Dolore muto, pensò. Adesso so che cos'è.
Un insegnamento per il futuro, rifletté, e l'umorismo macabro gli strappò una risata totalmente priva di suono. Un insegnamento per la morte, rettificò, e invece della risata, ancora un grido silenzioso e senza confini. Quando fu assalito da un nuovo attacco di dolore, seppe con una sorta di chiarezza cristallina che aveva fatto la sua ultima risata.”
(La Linea del Male, di Arne Dahl – trad. Carmen Giorgetti Cima)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 85/100
Incipit 85/100
“All'inizio tutto era confuso. Poi percepì delle mani, tante, che lo frugavano. Ma più che sfiorare lui, si posavano sulle cose che aveva addosso. Le percepiva come da una spanna di distanza, intente a liberarlo dei piccoli detriti, pezzetti di malta o frammenti di mattoni di cui pareva fosse cosparso, ma che diminuivano in fretta.”
(Sipario Nero, di Cornell Woolrich – trad. Simona Fefè)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 84/100
Incipit 84/100
“Volge le spalle agli alberi bassi del bosco artificiale e guarda giù dalla montagna, verso il villaggio, che è azzurro nella notte d’agosto, e le pecore, simili a pietre nell’erba mossa dal vento. Più in là dorme il mare. Il fiordo di Vág è calmo, l’azzurro si confonde con quello del cielo sull’orizzonte dritto, teso tra le terre emerse, un filo su cui possono camminare solo creature mitiche e fantasmi.”
(Isola, di Siri Ranva Hjelm Jacobsen – trad. Maria Valeria D'Avino)
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incipit-adribrando · 2 years
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Incipit 83/100
Incipit 83/100
“Avevo la pasta sul fuoco in cucina, quando squillò il telefono. Alla radio davano la Gazza ladra di Rossini, il sottofondo musicale ideale per prepararsi un piatto di spaghetti, e io l'accompagnavo fischiando. Fui tentato di non rispondere, gli spaghetti erano quasi cotti, e Claudio abbado stava giusto per portare l'orchestra filarmonica di Londra all'apice dell'intensità drammatica. Pazienza, mi rassegnai ad abbassare il fuoco, andai nel soggiorno e sollevai il ricevitore. Poteva anche essere un conoscente con qualche nuova proposta di lavoro.” (L'uccello che girava le viti del mondo, di Murakami Haruki – trad. Antonietta Pastore)
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