Tumgik
ladypdd · 10 days
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Mi perdo in una goccia di sale.
Inizio a camminare la salita ghiacciata. A mani nude. A piedi nudi.
Sono nuda.
Spogliata.
Densità piena di granelli brucianti. Accecanti.
Cerco appigli sulle pareti. Crepe.
Non c'è nulla.
Mi lascio scivolare. Arresa.
Mi lascio cadere con la goccia nell'infinito.
Scivolo e rotolo al suo interno.
I capelli scompigliati mi entrano in bocca quando prendo il respiro.
Mi lascio cadere nell'infinito. Dentro la goccia.
Con la vista appannata. Con il gelo a fior di pelle. Con i capelli tra le labbra. Con il fiato rotto.
Mi lascio cadere nella goccia infinita.
È salata. È mia. E ci sto nuda.
Non sono indifesa.
Sono infinita.
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ladypdd · 1 year
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Coriandoli
La mia testa esplode in mille coriandoli
neri e bianchi svolazzano nel vento.
Leggeri come non son mai stati
erano i miei pensieri di piombo.
Volanti di carta che soffiati dal vento
raggiungono vette altissime sulla cima del mondo.
Mille coriandoli esplodono. La solitaria esistenza
di pensieri di piombo.
Mi riconosci nel turbinio che scompiglia il vento?
O nelle foglie di quel gelso. Nel succo delle more.
Mi riconosci? Nell'autunno che cade
insieme alle foglie d'acero. Mi riconosci?
La solitaria esistenza di piombo esplode
in mille schegge ficcanti.
Una si ficca in me, che sono esplosa con lei
in un'apoteosi di coriandoli
neri e bianchi
pesanti di piombo.
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ladypdd · 1 year
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Volo nei palazzi increspati del mare, le turbine di una nave in lontananza muovono le onde.
Violenta mi infrango su un padiglione scuro e macchiato dal tempo. Le alghe si sono impossessate delle fondamenta e i rampicanti cercano l'aria su in alto, tesi al sole pallido.
Mi ritrovo avvinghiata ad un ramo fragile e delicato e provo ad aggrapparmi alla rientranza di una finestra. Ci riesco, con tutto stupore, e mi arrampico a fatica.
Le saracinesche abbassate, una cortina di ferro a proteggere ogni spiraglio d'entrata, ma proprio quella finestra a cui devo la vita ha una crepa e tento di aprire una fessura tale da guardarci dentro.
La scosto, senza romperla. Non voglio turbare il proprietario di quella bizzarra dimora.
Riesco a scorgere finalmente un bagliore proveniente dall'interno, ci ficco l'occhio, curiosa e spaventata al contempo. E là lo vedo, c'è un uomo riccio circondato da ricchezze scintillanti. E pure lui è scintillante. Seduto su una sedia di legno, al chiarore di...
Scorgo meglio e vi son fiori colorati, piante tropicali e la luce è quella del sole di mezzogiorno. Inonda la stanza e viene da lui.
Si gira a osservare da dove viene il rumore del mio respiro strozzato. Si accorge di me. Temo, in quel momento, per la mia imprudenza. Mi ritraggo un poco e mi appresto a cercare una via per fuggire, ancora. Non c'è nulla intorno.
Lui scosta un po' la palizzata che protegge il suo luogo segreto e mi guarda. Mi fissa, come a scrutarmi l'anima.
Rimaniamo pochi istanti in quella condivisione di battiti. L'uno curioso dell'altra. L'altra curiosa dell'uno.
Una raffica di vento improvvisa mi brucia gli occhi, sono costretta a serrarli. Sento un tonfo pesante, poi un martellare violento.
Non sento più il vento, riapro gli occhi e ritrovo la palizzata. La crepa e lo scorcio da cui prima sbirciavo non ci sono più. Nessun rumore da dentro, se non quel martellare incessante.
Mi guardo intorno, disorientata. Non c'è via che porti su, alla scogliera. Sotto le onde sbattono incessantemente creando una cacofonia aritmica che rimbomba nell'aria. Mi siedo al poggiolo della finestra, i piedi penzolanti che sbattono sulla pietra grezza di quella prigione.
Guardo giù, i capelli mossi dall'aria.
E aspetto.
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ladypdd · 1 year
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Quando non si deve aspettare
Quanto?
Quanto è bello?
Non aspettare?
Non aver bisogno di aspettare.  Quando siete voi due, e voi due lo sapete.
Sapere...
In due.
In due...
Già.
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ladypdd · 2 years
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Cazzo se è devastante sta storia!
Pare un fiume che dalla risacca inizia a scorrere come cavalloni impazziti e si trasforma in un' alluvione.
Sempre che sia tutto reale s'intende.
Sì, sembra come quando ti vai a fare un giro tranquillo e poi incontri gli amici e a fine serata c'è qualcuno che ti tiene la testa mentre tu dai il peggior spettacolo possibile.
Ok, ok, però capisci anche tu che non mi sembra il caso di farne un dramma.
No, non è un dramma. È solo delusione. È come se mi si fosse sciolto il cuore sotto il sole dei caraibi e all'improvviso fosse stato teletrasportato al polo nord.
Insomma, è una cazzo di botta disumana.
No no, è umana. Umanissima. Solo che mi ero dimenticata cosa voleva dire esserlo. E adesso non sono sicura di voler davvero tornare indietro.
Già...
Già, ma il problema principale è che non ce ne stanno di così. Fuori. Sai, quel fuori che ti entra dentro e ti avvolge e ti fa sentire bene che per un attimo ti dimentichi cosa c'è che non va nella vita e nel mondo.
Sai quando fuori c'è una pioggia torrenziale e tu cerchi in tutti i modi di non bagnarti, ma al primo piede dentro una pozzanghera ti dici "Bè, fanculo" e ti metti a piroettare dentro l'acquazzone, felice. Tutto può succedere in quel momento.
Sai...
È che non ci credevo più e all'improvviso ci ho ricreduto.
A cosa?
Al di fuori.
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ladypdd · 2 years
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Sai, volevo dirti...
Sai, avrei voluto dirti...
Non c'è più nessuno per me.
Non da quando ho perso la mia libertà.
Non c'è più nessuno per me.
Da quando non so più volare in alto.
Sai, non ci sei nemmeno tu, che non ci sei mai stato per me.
Ma io avevo già immaginato come sarebbe stato averti un po' per me, su di me, tra di me.
Sai, avevo immaginato come ci potevamo intrecciare e come sarebbe stato divincolarsi da te.
Avevo immaginato il giorno in cui mi sarei stancata e un giorno qualsiasi in cui avrei sorriso guardandoti.
Sai, avrei avuto tante cose da dirti e non posso dirtele perché tu non sei in ascolto. Non lo sei mai stato, sai.
Sai, non volevo nulla di più di un po' di compagnia nella solitudine della vita.
Ma tu non ci sei.
Sai...
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ladypdd · 2 years
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Cado, cadi, cadiamo
Pensieri scuri e fangosi mi tirano giù dal cielo. Mi lascio cadere aspettando lo schianto, fingendo di non accorgermi della caduta.
Cado senza alcuna fune a cui aggrapparmi, cado senza prestare attenzione al resto.
Siamo tanti.
Corpi che cadono, ognuno cieco e solitario.
Ansia e paranoia corrodono da dentro. Tempo sprecato in una vita non vissuta.
E forse ancor più nella vita che ho vissuto.
Mi sento abbandonare da ogni conforto, mentre schianto a terra e rimango viva, inspiegabilmente.
Rotta, rimango là a fissare il cielo che ho appena abbandonato. L'apoteosi della mia rovina ha lo sguardo delle stelle cadenti, che si allungano su di me per poi scomparire.
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ladypdd · 2 years
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Siediti con me su questo mondo duro.
Mi sono dimenticata di lui per un istante, guardavo le stelle.
Ti parlavo mentre sognavo di girarci intorno a cavallo di una creatura mitica.
Mi sono dimenticata di te, seduto sulla cima di un mondo rotondo, e sono partita per collegare i puntini che costellano il cielo.
Ti ho sfiorato la mano e allungandomi ti ho accarezzato il viso appuntito da mediorientale.
Siamo un chiaroscuro di segreti che volano attorno al sole spento della notte.
E non parliamo di noi, né di altro. Rimaniamo a fissare il mondo che si allontana, mentre siamo seduti su una stella.
Ci siamo dimenticati che siamo soli per un istante.
Imperfetti, siamo aggrappati alle corde di un'altalena che ci spinge nel gelo dell'universo nero.
Paralizzato nella mia carne. Ti prendo per mano quando tocco l'apice, per poter godere di ogni briciola luminosa che cade giù dal mondo.
Per un istante mi sono dimenticata di te, guardavo le stelle e collegavo i puntini con le dita, mentre ti muovevi libero nella mia carne.
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ladypdd · 2 years
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Quando non si ha niente da fare
Tuffo nei ricordi.
Parlandoti di me invecchiata, guardandoti invecchiato.
Avrei voluto dirti di invecchiare insieme. Nessuno dei due ci crede.
Ringiovanisco per te, agli occhi della luna.
La solitudine lascia spazio alla compagnia dei ricordi. Mi tuffo in te, nella giovinezza ingenua. Non la conosce più nessuno.
Tranne me. 
Forse.
Gli anni passati a guardarti da lontano, per poi averti tutto intorno. Parlandoti di me. Oggi, invecchiata. Parlando a te, anche tu invecchiato.
E mi tuffo in te, sapendo che troverò un pavimento duro.
E spunti così. Quando non hai niente da fare, come tutti gli altri, come me.
Mi racconti di te invecchiato, a me invecchiata, che fingo di avere ancora vent'anni.
Perché il tempo passa e mi tuffo nei ricordi con te, perché ci fa sentire più leggeri per un attimo, prima di tornare alla nostra noia quotidiana.
E così si ritorna, sperando ci sia un'altra occasione in cui non si ha niente da fare, per potersi rifare vivi e ricordarsi di quando avevamo vent'anni.
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ladypdd · 2 years
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Medusa
Ti trovavo sempre là. Inconsapevole di ciò che la realtà era, dipinta da una mente contorta. La mia fantasia volava oltre la cruna di un ago, senza passarci attraverso. Sorpassava le cime invalicabili, imbianchite dalle delusioni di un’epoca. 
Non c’era nessuno nell’aria. Non c’era aria in nessun dove. 
Respiravo. Mi affannavo. Cercando invano la cruna dell’ago in cui non ero passata, per riporvi il filo dei miei pensieri. 
Ho capito solo in quel momento che non esistevi. Come tutti gli altri
E non ti trovavo più dentro quella bolla fantastica di sapone e speranze. Di pulito e aria fresca, mi era rimasto solo il ricordo dell'odore.
Così sprofondavo nella melassa della mia illusione, soffocando ogni mio tentativo di risalire a nuoto quell'enorme mare di cocci roventi, cercando di ricollegarti al mondo reale che sapevo essere là da qualche parte. 
Il mio scheletro mi salutò dall’altra parte di un ponte distrutto, mentre cercavo di ricollegarti al mondo reale che sapevo essere là da qualche parte.  Io e lui, in un dualismo psicotico, partecipavamo solitari a un’insaziabile ricerca del tuo più profondo, che poi era il mio. 
Il mio ego vacillava rattrappito sotto il peso della consapevolezza che non c’era nessun reale a cui riportarti. Il mio es non faceva altro che strillare e impazzire, additando le mie fantasie che si diramavano dalla mia testa, indiavolate.
Non ti trovavo. 
Mi guardai allo specchio, allora, come illuminata da un’epifania. E là ti riconobbi, nei miei occhi. Verdi d’invidia, neri d’agonia.
I serpenti annuvolati attorno alla mia testa sogghignavano maliziosi, bisbigliandomi parole appuntite. 
Capii solo in quel momento che non esistevi. Come tutti gli altri. Come me. 
Dipingevo la realtà con allegre pennellate per illuminare il suo grigiore. 
Tu non esistevi, ma me lo scordai.
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ladypdd · 2 years
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Un volo pindarico nella tua testa
Partivo già con la malinconia che mi si accaniva contro. La consapevolezza del vuoto cosmico che mi accompagnava, mi circondava, mi trafiggeva, si stava dipanando nella mia mente, al di fuori di quella nebbia densa e incatramata di cui è fatto il mondo.
La realtà e l'irrealtà come due oceani in lotta tra loro nel mio circolo arterioso mi pompavano il cuore di angoscia.
L'ansia e il tormento prendevano il sopravvento su qualsiasi razionalità. Non ne ero più capace.
Sentivo le voci del mondo dei morti che cercavano di raggiungermi. Quei morti dimenticati, quegli errori affossati in una melma di ricordi, bramosi di ritornare alla luce del sole. Di scoperchiare gli armadi, di far risorgere gli scheletri.
Passeggiavo e rincorrevo uno sfarfallio dorato, quando all'improvviso tutto questo si insinuò in me, dall'altitudine delle mie sinapsi, crollai nella voragine che mi ero scavata da sola.
Senza pensarci presi la rincorsa e incrinandomi un po', come vetro scricchiolante, iniziai a seguire la mia ombra, là davanti a me.
Ero rincorsa da una palla di fuoco serpeggiante, una serie di teste diaboliche prendevano parte ad un banchetto letale. Io la portata principale. Svuotata del peggio e rimpinzata di rotonde visioni ovattate.
Succulento pasto, succulenti gli occhi verdi che sfiorano le nostre membra affamate. Rideremo, dopo la nostra affermazione. Esisteremo.
Il delirio della carne e del fuoco, del caldo bavoso respiro di mille cuori insanguinati, erano brucianti. Respiravo corruzione e morte, apatia e nevrosi, pazzia e alienazione. S'infiammavano i muscoli, sotto la mia falcata e mi si svuotava la mente.
Io stavo correndo. Perché stavo correndo...
Una domanda lasciata a metà. Come la risposta, stava nel mezzo.
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ladypdd · 2 years
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È sempre mio l'ultimo battito.
Tuo l'onere di sorreggerlo,
ma ti frantumi per poi cospargerti nel vuoto scomposto dei miei pensieri.
Così quel battito rimane sospeso, nelle mie membra consumate dall'ansia del mondo.
La realtà si sgretola davanti alle pupille dilatate che incastonano il mio scheletro.
Mi spengo dalla realtà per raggiungere i tuoi frammenti e recuperarli tutti, ma mi manca la conoscenza.
Pallidamente un fantasma di te sogghigna al mio riflesso, mentre sfugge il mio sguardo e si spinge oltre la mia sagoma squarciata.
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ladypdd · 2 years
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Sbava su di me questo senso di angoscia che mi lancia nel vuoto cosmico della condizione umana. Senza parole e parlare, mi tengono compagnia la vita che ho scelto e quella che ho subito rimescolandosi in continuazione. Dandomi solo un mondo fragile di pensieri a cui aggrappare le mie azioni future.
Un senso di pressione incontrollabile che mi attraversa il corpo mi ricorda le mie funzioni, le mie finzioni, le mie maschere che si sgretolano.
La mia bocca si contorce in strilli animaleschi, nel mutismo più assoluto, nella condizione più solitaria della vita. Sai che sarà così ogni giorno. Se solo quei piccoli sprazzi di follia pulita potessero durare più di qualche secondo.
Guardo la bellezza dei miei lineamenti svanire dentro un lenzuolo bianco, e mi piace vedere questa tela immacolata. Godo della sua forma grezza in grado di farmi trasformare nello spazio in camaleontica evoluzione.
Giaccio sul letto stravolta dalla soddisfazione di aver goduto di me stessa in un giorno di sole, risplendendo della mia luce accecante. Su di una tela bianca che prende forma.
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ladypdd · 2 years
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Ti vomiti l’anima addosso. Ti vomito l’anima, se posso.  Passami addosso. Lanciami l’anima.  Calpesta il mio corpo percosso.
Stuprami il cervello,  saziami il disagio.  Mancami. Parlami scusami.  Devo vomitarti. Imputridisciti che sei così bello,  con gli occhi che sanno di vino.  Lo sguardo di vetro appannato. Ti danno un fascino di vino.  Ti vengo addosso,  ti vomito addosso Ti sgomito addosso Se posso.  
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ladypdd · 2 years
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Rifiuti umani
Ti pensi che ti penso ci penso? Ci pensi?
Avevo spento la luce, hai riacceso la luce. Hai lasciato la luce accesa.
Avevo spento la luce.
Arrivederci sprecati. Addii mai detti. Silenzi forzati.
Ti pensi che ti pensavo, ci pensavo, pensavo, di te pensandomi.
Avevo spento la luce. L'hai riaccesa. Ed io, che volevo rimanere al buio
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ladypdd · 4 years
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Te ne sei mai accorta?
Cosa?
Da quando hai uno smartphone non scrivi più.
Ah
Davvero, non ci avevi mai pensato?
Ma io...
Davvero non ti sei resa conto che la connessione continua e incessante con tutti i tuoi "contatti", si chiamano così adesso, ti ha tolto un po' di te?
Non ci avevo...
Non ci avevi fatto caso? E cosa pensavi che fosse? L'alta marea? La luna calante? I pianeti in opposizione?
...
Forse startene un po' da sola. Forse. Non farebbe male alla tua anima.
Ma gli altri...?
Gli altri? Gli altri, se vogliono, lo capiranno. Non ti sembra che sia troppo pesante questa iperconnessione che ci rende onnipresenti agli altri, ma mai esclusivamente, intimamente con noi stessi?
Sì. Io in effetti...
E allora perché non spegni tutto per un po'? Hai forse paura di startene da sola con te stessa?
Chi non ce l'ha?
Gli stolti forse, ma non è questo il punto. Spegni quell'affare!
Va bene, va bene! Ma posso chiedere... un'ultima cosa?
Eh...
I gatti... Li posso tenere?
I gatti stanno bene, litigano tra loro, ma non muoiono di fame.
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ladypdd · 7 years
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Incongruenza
Vorrei scrivere ma non sono in grado di farlo.  L’incongruenza tra il mio desiderio e le mie capacità in questo momento è forte.  Quando eviti di trovare una musa, eviti di trovare qualsiasi ispirazione,  allora non ha senso cercare di esprimere qualcosa che non c’è.  E allora l’insoddisfazione è fortissima,  il vuoto è forte,  è l’infelicità che subentra a tutto.  Cosa fare quando le parole si trascinano una dietro l’altra, svogliate.  Provare a ricominciare. Partire dall’incongruenza.
I gatti muoiono di fame nella perplessità per ciò che sentono
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