Tumgik
marcosentini-blog · 6 years
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Amava le stelle,
Ma non sapeva di essere quella più bella.
D. P.
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marcosentini-blog · 6 years
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Vecchio
- com’è, giovane?!
La faccia del vecchio benzinaio gli ondeggia davanti. Lo aveva accolto non appena era arrivato dal distributore per fare il pieno; c’erano solo loro due a quell’ora. Basso, con un grosso naso e occhiali rettangolari con l’impalcatura minimale, lo aveva interpellato con un mezzo sorriso. Marco aveva pensato a qualcosa di intelligente da dire, ma lui aveva continuato prima che potesse rispondere.
- Come stai? Tutto bene?
Ma... si informava davvero della sua vita? Quanto c’era di sincero in quella domanda?
- Ce le trombiamo ste ragazze? 
Marco era rimasto shockato. Si era guardato nel riflesso della macchina per capire se stesse trasmettendo un’aria da Don Giovanni, ma quello che aveva visto era il solito ragazzo insicuro, i capelli biondi che gli cadevano sulle spalle e la camicetta svolazzante che gli copriva le braccia magre. Nulla di ciò che aveva fatto o di ciò che appariva sembrava suggerire una simile deriva del discorso.
- Usiamo droga e alcol?
- Beh, speriamo nessuna...
Aveva provato a replicare, con voce incerta.
- Perchè?
- Perchè si perderebbe il la parte della conoscenza sia le trombassi sia se usassi la droga e l’alcol...
Era tutto sbagliato, a partire dalla parola “trombare”. Il cervello di Marco si divincolava al sentirsi legare a quella definizione. Non riusciva a pensare di trombare, che cosa squallida, quanto impoveriva il rapporto tra un ragazzo e una ragazza. Voleva urlare che non era giusto parlare del sesso in quel modo... poi in quel modo così complice, come se lui ne facesse parte...
- Eh sì. Sai, i giovani adesso sono così diversi, si comportano in modo così strano. Sempre a pensare a trombare. Lo vedo anche alla televisione, sempre dietro a droga e alcol. Eh, ma ai miei tempi non era così, però adesso... mah!
E se ne era andato verso una macchina che si era fermata alla pompa numero 2. Marco lo voleva inseguire, dirgli che si sbagliava, che non tutti erano così, che lui neanche andava in discoteca, che non si era mai drogato e che l’alcol gli faceva venire i bruciori di stomaco, invece della sbronza; voleva dirgli che aveva preso il ragazzo sbagliato, che non poteva rispondere a quelle domande e che se lo avesse fatto sarebbe finito a giocare la parte del cinquantenne che si lamenta dei mali della vita su facebook.
Ma non aveva fatto niente, era rimasto fermo come un birillo di fianco alla macchina finchè il vecchio non era tornato e gli aveva chiesto se pagava con i contanti o la carta. La pensavano praticamente allo stesso modo, in fondo, una conversazione tra loro sarebbe stato come scoreggiare in una bottiglia e poi mettere il naso sul collo annusandone il contenuto e decantandone l’olezzo. 
Marco si allunga sul sedile cercando di raggiungere un angolo della macchina con l’aspirapolvere. Il giorno prima era passato dall’autolavaggio e aveva scoperto con orrore che tutte le pompe tranne quella che stava usando un tizio incredibilmente abbronzato erano rotte. Aveva perso un euro e cinquanta provandole tutte. Il tizio non voleva sapersene di andare, così Marco aveva pensato di tornare il giorno successivo, ma ora invece di esultare per avere finalmente il possesso di un aspiratore funzionante era bloccato a pensare al benzinaio. No, non ce la faceva a guardare la cosa dal punto di vista alcol e droga. Forse era quello il suo problema, o parte di esso. Davide non aveva problemi a indugiare nell’alcol. Ma Davide era anche più sicuro di sè. Davide si ubriacava. L’unica volta che Marco aveva provato a ubriacarsi era rimasto lucido mentre il suo corpo protestava per l’intossicazione. Per perdere la lucidità temeva che gli servisse un ammontare di alcol in corpo tale da farlo svenire e rendere così l’intera ubriacatura inutile. 
L’aspiratore si spegne proprio sull’ultimo centimetro ancora da pulire dell’auto. Con noncuranza Marco muove la mano sulle briciole per spargerle e va a prendere i tappetini per rimetterli a posto. Sicuramente non avrebbe speso cinquanta centesimi per quel centimetro. 
C’è una ragazza che ha conosciuto. Capelli neri, lunghi, lisci, un frangetta che copre la piccola fronte e un largo sorriso che pare quello pieno di curiosità di un bambino. Se solo fosse capace di parlarle come una persona normale e non fosse così asociale... E il benzinaio gli aveva chiesto se “trombava le ragazze”. Marco ridacchia tra sé e sé, mettendo in moto.
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marcosentini-blog · 6 years
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Perle
Davide è un bel ragazzo sui vent'anni con la passione per la chitarra e un sogno nel cassetto. Se ne va in giro per le strade di Pavia con un chupito in mano e pensieri cosmici nella testa decantando il modo in cui vede il mondo, attorniato da amici che gli vogliono bene sempre curiosi di sentire quello che ha da dire con la sua r moscia che lo fa sembrare così intellettuale. Non come Marco. Marco non è nessuno, non si sente nessuno e non vuole essere nessuno. Quando sente Davide parlare gli si aprono porte del pensiero che non credeva possibili, ma ogni volta che si trova ad aprir bocca il respiro gli manca ed esce solo qualche frase sconnessa e banalissima. Davide è il suo modello. Ora lo osserva, chitarra in mano, mentre questo gli spiega come riuscire a comporre il si minore senza slogarsi un dito come faceva lui a casa. è proprio un bel ragazzo, pensa, distratto. Chissà quante ragazze gli ronzano attorno, attirate dai suoi riccioli, i suoi occhi azzurri e i suoi pensieri colti. Ma Davide sta cercando quella perfetta; le degna tutte di parole arzigogolate e sorrisi smaglianti, ma mai del suo cuore. Marco non ci riuscirebbe mai. Appena vede una ragazza si scioglie, si perde nei meandri del suo sguardo, nelle fossette del suo sorriso imbarazzato, nel notare i dettagli della sua capigliatura. Pensa come sarebbe se potesse vederla senza vestiti, quanti piccoli meravigliosi dettagli lo affascinerebbero allora. Pensa a come sarebbe stringerla e dirle parole di tenerezza che il mondo non conosce più perché troppo pragmatico, impaziente, stressato. Quando vede una ragazza il tempo si ferma, per Marco, ma solo per lui. Infatti tutti lo guardano strano quando si blocca e dice qualcosa di sciocco per cercare di far vedere che non ha la testa fra le nuvole, che la sua attenzione non è persa altrove. Davide lo aveva capito, una volta, mentre bevevano birra e guardavano le stelle. Gli aveva chiesto se ci fosse una ragazza che a Marco piaceva, e lui si era impappinato. 
- Capisco.
Gli aveva risposto l'amico. Solo quello. Aveva preso un sorso dalla sua bottiglia, e poi aveva detto una delle sue cose colte.
- Vedo come guardi le ragazze. Ognuna di loro è un tesoro raro che vorresti adorare nella tua intimità. E come darti torto... Le ragazze sono "belle"; proprio belle. Sono come tante perle, bianche, pure e dagli infiniti riverberi. Puoi dimenticartelo quando le vedi tutte insieme, puoi abituarti al loro biancore o non fare più attenzione ai loro mille riflessi, dopo un po’ che ti vivi la tua vita. E loro non aiutano alle volte, tacciono la loro mente perchè la società o chissà quali altre regole glielo impongono... ma se indugi per un istante su un sorriso o un gesto, se cogli quel piccolo universo particolari che caratterizza ogni singolo sguardo, ti renderai conto di quanto ti era sfuggito fino ad allora; ti renderai conto della loro delicatezza, della loro forza, della loro unicità, e di quanto ancora il tuo piccolo cervellino debba ancora imparare sul significato della vita. Figuriamoci una ragazza che pensa, è come un esplosione di riverberi colorati, unici e infiniti. 
- Quando prendi una perla dal mucchio e la studi ti svesti d’un tratto di tutti i filtri con cui eri abituato a omologare le altre e ti rendi conto di quanto sia speciale quella che tieni in mano; con un minimo di astrazione puoi renderti conto che ognuna di quelle nel mucchio è speciale a modo suo come quella che ora hai nel palmo. Una bellezza che non potresti mai comprendere, pensa quanto tempo ci vorrebbe per vederla tutta, comprenderla tutta, amarla tutta. A quel punto puoi tranquillamente spegnere la mente e spararti un colpo in testa, prima che tu finisca trasportato via da questa corrente di emozioni... Ma è bellissimo.
Il silenzio che era rimasto tra i due dopo quelle parole era durato a lungo, mentre entrambi meditavano sul loro significato. Le stelle ammiccavano su di loro senza sosta, come a voler partecipare a modo loro. Già, le ragazze erano proprio belle.
- Sai, ti invidio, Marco. Il fatto è che tu sei già in quella corrente, secondo me. Ti ci sei abbandonato e ora non sai più come uscirne. Magari non vuoi. Io so che non vorrei. Per quanto tu soffra quello che ne ricevi indietro è molto più appagante. Vedo ciò che fai, ma non penso che sarò mai capace di immergermici fino in fondo come fai tu. 
Si era girato verso di lui con gli occhi che brillavano.
- Vuoi imparare a suonare la chitarra?
-... eh?
- La chitarra. Sai, potrebbe aiutarti a esprimere meglio la tua sensibilità e a superare il tuo imbarazzo. Che ne dici?
- Beh...
E ora erano lì, strumento in mano, a cercare di rendere Marco un chitarrista. O un bardo, un cantautore. Marco non sapeva con esattezza. Ma pensava ancora alle parole di Davide. Magari un giorno avrebbe avuto le sue parole per poter dire a una ragazza quelle cose.
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