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ma io posso scriverti in pvt ancje se non ho un profilo porno?
Ma certo che si... che domande! Non è che io sono fatta solo di queste cose sconce, eh! Mi piace un sacco chiacchierare con la gente! E possiamo parlare di qualsiasi cosa tu voglia. Tranne che dell'ultimo film di Spiderman, che sto rosicando il non esserci potuta andare oggi.
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Sono stesa sul letto, più comoda che posso, poggiata a tanti cuscini, con le gambe aperte e lui disteso in mezzo, con la faccia che affonda tra le labbra della figa bagnata. Le sue mani si stringono alle mie cosce, le dita affondano nella carne e la sua lingua sfrega il clitoride. “Tieniti bene aperta, mostrati” mi dice e io ubbidisco: con le mani allargo meglio per offrirgli la mia figa, per permettergli di raggiungere meglio il clitoride esposto. Vorrei dirgli di infilarmi due dita nel culo, ma non credo sia il caso. È ancora largo, è appena stato usato e abusato abbondantemente, cerco di tenerlo stretto più che posso per non perdere la sborra che mi ha svuotato dentro qualche minuto fa. Mi ha sbattuto il cazzo nel culo con una tale forza che ora ho il buco gonfio e largo... e provo un leggero fastidio. Vorrei essere io ad infilarci le dita dentro adesso, ma preferisco aspettare: dopo ne voglio ancora, voglio di nuovo essere fottuta in quel modo! Quindi per adesso una pausa ci sta bene, mi lascio leccare con calma, la sua bocca si stringe attorno al clitoride, me lo succhia, ci struscia il naso e va avanti. So bene che non riuscirò mai a venire così, ma è piacevolissimo! Lascia scivolare due dita nella figa aperta, continuando a leccarmi, e io sussulto. Muove le dita veloce, in maniera ritmica, cercando di affondarle più che può. Io gemo e mugolo di piacere, muovo i fianchi assecondando i movimenti della sua mano. Lui, con le mani, mi allarga bene, come a volermi guardare dentro. “Guarda come sei aperta adesso!” mi dice, “Hai il culo rotto e la figa aperta, che implora di essere fottuta...” “Fottimi allora...” gli dico io. “Non ancora” dice perentorio. Io lo imploro, pensando che implorarlo per essere scopata basti... Lui invece, mi chiede di passargli il lubrificante e io, ancora, ubbidisco: lo lascia colare abbondante sulla figa e ci passa le dita. Le affonda, tre dita di colpo. E poi quattro. È una sensazione che conosco bene e che mi piace da impazzire. Lo so che dovrei tenere il culo un po' a riposo, ma quanto ci starebbero bene adesso un po' di dita anche nel culo, a toccare quelle che mi si muovono nella figa? Non faccio in tempo a chiederlo, perché lui stringe le dita e aggiunge anche il pollice... e affonda. La mano mi sprofonda nella figa spalancata. “Come stai? Ti faccio male?” mi chiede dolcemente. Io sono eccitata in modo incredibile, sono lontana dall'orgasmo eppure mi sento come se potessi esplodere da un momento all'altro. “Continua, ti prego...” sussurro, e lui affonda la mano ancora di più, fino a riuscire a sfiorare la cervice. Sfila la mano e, di nuovo, ci lascia scivolare del lubrificante, prima di sprofondare dentro di nuovo. Questa volta, arriva ancora più a fondo e le dita muovono la cervice, quasi giocandoci. Io grido di stupore, di fastidio e di piacere insieme, è una sensazione stranissima, come se mi si stesse muovendo tutto dentro. La sborra mi cola via dal culo, ma non mi interessa: l'odore pungente però mi raggiunge subito, eccitandomi ancora di più. “Che troia che sei...” mi dice, insieme a tanti altri dolcissimi insulti che suonano come complimenti alle mie orecchie eccitate. “Tieni, esageriamo un po'” mi dice, e io non capisco bene come si possa esagerare più di così, finché non vedo che mi porge un vibratore. Mentre lo accendo, lui sfila la mano, chiude le dita, le stringe più che può, aggiunge altro lubrificante e le infila ancora tutte dentro, con la mano quasi chiusa a pugno. Il vibratore acceso raggiunge il clitoride proprio mentre lui ricomincia a spingere: più di così non entra, ma quel movimento mi fa venire praticamente di colpo. Godo sulla sua mano, tremo, urlo, mentre lui, ancora non soddisfatto, sfila via il pugno di colpo e si prepara ad affondarlo di nuovo, questa volta più veloce...
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E in prima persona? Lo hai mai fatto? Lo vorresti fare? Me la scrivi una storia così?
Quante domande tutte insieme! Per ora posso risponderti solo all'ultima: si, provo a scrivertela, una storia così.
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Storie di fisting? Ne hai mai scritte?
Si, una si. Clicca QUI e fammi sapere se ti piace!
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Mi sono perso…che intendi rendere pubbliche le conversazioni?si conversare con te dev’essere stimolante, argomenti a profusione, punti di vista, confronti e riflessioni…..stimolante conversazione
Quando mi scrivi in anonimo, tutto quello che dici viene reso pubblico (letteralmente intendo, per farti leggere la risposta devo pubblicarla e la leggono tutti).
Va bene per qualche messaggio random, ma non per una vera e propria conversazione. 😅
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“Vuoi la foto porno del giorno?”
D. mi sta ancora scopando il culo, senza tregua, ormai non so più da quanto. E. è steso davanti a me, stringo il suo cazzo in mano e lo succhio con calma, mentre mi godo i colpi di cazzo, sempre più forti nel culo. D. mi sfila il cazzo dal culo e poi lo conficca di colpo, fino alle palle... “Ormai è completamente rotto, sai?” mi dice orgoglioso. “Più di ieri?” gli chiedo io. “Oh si...” E. si alza per andare a godersi lo spettacolo del mio culo aperto. Se solo penso a quanto era stretto fino a poco fa... ci è voluto un gran lavoro di pazienza per ridurlo in questo stato. “Dobbiamo fare la foto” ricordo a D. Anche ieri lo abbiamo fatto: dopo avermi scopata a dovere, mi ha allargato le chiappe con le mani, mostrando un culo gonfio e aperto, in cui ci sarebbero entrate tranquillamente quattro dita. Con il cellulare ho scattato una foto per immortalare il momento, e poi, mentre di nuovo le dita si insinuavano dentro di me, ho mandato un messaggio alla mia amica: “Vuoi la foto porno del giorno?” Lei risponde subito, impaziente: gliele avevo promesse. Una foto oscena al giorno, per farle vedere quanto mi stessi divertendo, quanto fossi troia. Un buco del culo aperto, pronto da fottere a piacimento, pronto per infilarci dildo, dita, cazzi, lingua, qualsiasi cosa, purché venga riempito. Ripenso alla foto di ieri e non riesco a credere che oggi possa essere messo peggio... ma D. ha un piccolo compito da svolgere. Questa volta sono stata io a fargli una richiesta: per far vedere al mio amico E. come mi apre bene il culo, gli ho chiesto di usare la sua tecnica preferita. D. infila nel culo che ha appena scopato due dita della mano destra, poi due dita della sinistra... ci gioca per qualche secondo e poi allarga. Si apre abbastanza da poterci guardare dentro! E io volevo proprio che E. mi vedesse così, col culo aperto, degno di un porno. “Fotografatelo ora!” chiedo io, eccitata. Voglio vederlo... ma soprattutto voglio che lo veda la mia amica. Un'improvvisa voglia di esibizionismo che mi stupisce, ma non riesco a farne a meno adesso. Mi mostrano la foto: è incredibile, mi sembra di poterci guardare dentro! La cosa mi eccita da morire. “Vuoi la foto porno del giorno?” chiedo alla mia amica per messaggio, un secondo prima di ricominciare a farmi scopare, a succhiare cazzi, a godere come ogni troia merita! Leggo la risposta della mia amica solo dopo un po', quando siamo tutti e tre stesi a letto, a prenderci un attimo di pausa. Le invio la foto che mi hanno scattato e lei sembra apprezzare tantissimo. Non riesco a fare a meno di immaginare la sua reazione vedendola: sicuramente inizierà a pensare a cosa potrebbe fare con un culo così largo, penserebbe a quale cazzo finto attaccare allo strap on per scoparmi. Magari immaginerebbe quante dita riuscirebbe ad infilarmi nel culo. Quasi sicuramente la immagino con le mani nelle mutande. Mentre D. prende ad accarezzarmi di nuovo, a leccarmi dietro l'orecchio facendomi venire i brividi, mi torna la voglia di ricominciare. Mi accarezza il culo, “Si sta già stringendo,” mi dice, “si vede che vuole essere scopato di nuovo.” Io allungo le mani verso il cazzo di E. e mi preparo a ricominciare, e intanto non riesco a non pensare a quale foto potrei fare domani. Ho voglia di esagerare.
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Le dico da anonimo perché sono sempre stato un lettore anonimo, quindi rimango coerente😅😅
Però così costringi a rendere pubbliche le conversazioni! Non è meglio farsi due chiacchiere normali? Puoi sempre disanonimizzarti.
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Mi piace come scrivi nella forma nel contenuto, sono leggibili tutto di un fiato.
Mi spiace sapere che passi un momento no ti auguro di superarlo e di essere più serena e felice di prima
Ma perché dite queste belle cose da anonimi? Non vi mangio mica! 🩵🩵🩵
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Al temporale segue sempre il sole. Cerca quel raggio di sole tra le nuvole e il resto arriverà da se. Spero sia niente di grave.
💚 Male male che va, prendiamo le canoe.
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Grazie di continuare a scrivere
💚 Siete belli
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Leggo che le cose non vanno bene. Il minimo che si può fare per chi ha dato compagnia e non solo coi suoi racconti e lasciare un grande abbraccio e un augurio che le cose migliorino. *Hugs*
❤️❤️❤️
Mi commuovono queste cose ❤️ Grazie...
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Ciao! Sei sparita, spero che vada tutto bene!!!💖
Ogni tanto sparisco, hai ragione. Non va proprio tutto bene, ma vado avanti. Grazie... (davvero)
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Che fine ha fatto D?
Tranquillo, mò torna! (Il tempo di finire di scrivere quella che sto scrivendo adesso)
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“Sei pronta per la sborra?” Ho la testa schiacciata contro il materasso, il culo in aria. D. è in piedi sul letto, sopra di me, che mi martella quell'enorme cazzo nel culo con tutta la forza che ha. “Si...” sussurro. La voglio davvero tantissimo. Mi fa impazzire il modo in cui viene, voglio sentirlo mentre si svuota le palle dentro di me. “Non ho sentito bene, dillo meglio.” “Si, la voglio! Dammela tutta!” Il culo ormai ha ceduto completamente, non oppone resistenza a quei colpi così forti, è aperto, un buco che non aspetta altro che essere riempito. Quando sta per venire, sento il suo cazzo gonfiarsi ancora di più, al punto da allargarmi ancora, e ogni volta mi meraviglio di come sia possibile. Sorrido, schiacciata ancora di più, da colpi sempre più forti che si susseguono fino allo schizzo caldissimo che mi riempie, accompagnato da un suo verso quasi animalesco. Si spinge dentro di me così forte da farmi pensare che da un momento all'altro mi avrebbe fatto sprofondare anche le palle nel culo e mi sembra quasi di esplodere: io lo adoro, adoro il modo in cui mi viene dentro. Riprende un attimo fiato e poi mi sfila il cazzo dal culo lentamente. Lo vedo allontanarsi un attimo per andare in bagno, ma io non mi muovo. Resto immobile, stesa a letto a pancia in giù: se mi spostassi adesso, sicuramente mi colerebbe via tutta la sborra dal culo e non voglio. Voglio tenermela dentro. Aspetto qualche minuto, il tempo necessario perché io torni in grado di stringere il culo quanto basta per non perderla e poi corro sotto la doccia: devo prepararmi, altrimenti faremo tardi. Sotto l'acqua ogni tanto mi accarezzo il buco che si stringe sempre di più: potrei riuscire a tenermela nel culo anche tutto il giorno? È stranamente eccitante. Poco tempo dopo, siamo in tram, andando verso il ristorante. Non riesco a fare a meno di sorridere: ad ogni scossone del mezzo, sento il culo fremere, quasi come se fosse un formicolio. Serve per farmi ricordare in ogni momento quanto forte io l'abbia preso in culo oggi, quanto era largo fino a poco fa, quante dita riusciva a farci entrare, quanto mi sia divertita a fare la troia. E ogni volta, mi torna in mente la sborra che stringo nel culo. Il pranzo procede tranquillo, finché, appena prima di andare, D. mi dice “Prima di andare, tu hai qualcosa da fare.” Lo guardo e non ricordo; lui ricambia, deluso, il mio sguardo smarrito. Poi mi torna in mente: mentre scopavamo stamattina, mi aveva chiesto di portare con me un piccolo plug e di indossarlo in bagno prima di uscire. L'ho completamente rimosso, ma come ho fatto?! Confesso la mia mancanza e lui, senza scomporsi, dice “Non importa, a casa ti toccheranno venti frustate”... ma lo dice a voce abbastanza alta da farsi sentire dai tavoli accanto, cosa che aumenta il mio imbarazzo e la mia eccitazione. Fingo nonchalance uscendo dal ristorante, mentre lui si avvicina mi sussurra all'orecchio, chiedendomi quale frustino avrebbe dovuto usare su di me. Magari il flogger, che mi lascia il culo così rosso... Una volta non si divertiva così tanto a frustarmi, ma da qualche mese ha iniziato ad appassionarsi all'effetto dei frustini, al loro suono, alla voce tremante delle donne che contano il numero dei colpi. (Chissà come mai.) Il modo in cui quasi freme dalla voglia di farmi il culo viola, mi fa venire voglia.
Tornati a casa, infatti, il suo primo e unico pensiero sono quelle frustate che merito per aver dimenticato i suoi ordini. Mi spoglio, giusto un po' preoccupata. È già la seconda volta che le prendo oggi: la prima volta è stata questa mattina, venti frustate per aver ingoiato la sborra di un mio amico ieri, senza il suo permesso. Ma se lui mi ha infilato il cazzo in bocca, tenendomi la testa ferma, cosa avrei dovuto fare? A nulla sono valse le mie rimostranze, e a colpi di flogger e di paddle mi ha lasciato dei segni abbastanza forti da meritare qualche foto... e ora, di nuovo, altre venti. “Conta” mi ordina, e parte il primo colpo col paddle. “Uno...” Il secondo colpo mi colpisce più in basso, quasi sulla coscia e una scarica di dolore mi fa pentire della mia dimenticanza. “Due” e subito dopo il terzo, più gentile, quasi al centro, tra culo e figa. Beh, lì mi piace molto: se potesse colpirmi sempre lì, resterei tutto il giorno col culo in aria. I colpi si susseguono, alternando quelli più cattivi a quelli che iniziano ad avere pietà della pelle arrossata. “Dieci” dico io, quasi sussurrando. Una volta finito, mi dice di stendermi e mi raggiunge a letto, ad abbracciarmi. D. crede sempre che i suoi baci siano una coccola dopo avermi maltrattata... ma lungi dal consolarmi e calmarmi, mi fanno venire sempre tanta voglia, soprattutto se ho il suo cazzo letteralmente a portata di mano. Lo tocco, lo accarezzo, diventa pian piano più duro mentre continuiamo a baciarci. Ormai del dolore al culo non ne ho alcun ricordo e ho di nuovo voglia di cazzo. Cerco di contenere la voglia che ho di riprendere ancora il suo cazzo in bocca, perché so che a breve dovrà andare via... e se lo riprendo adesso, non vorrò lasciarlo andare. “Ma guardati, hai ancora voglia...” mi dice. Probabilmente lo aveva notato dal fatto che avessi iniziato ad affondare due dita nella figa? Magari dal rumore acquoso che producevano mentre mi masturbavo, o dal cazzo che continuavo a stringere nell'altra mano, mentre mi baciava? “In posizione”, mi ordina prendendosi il cazzo in mano e aspettando appena che io mi girassi, per affondarmelo in figa e colpirmi forte. Le sue mani mi afferrano il culo, un dito si avvicina al buco e lui si stupisce di quanto sia di nuovo così stretto da non riuscire quasi ad entrare. All'improvviso, mi ricordo di avere ancora la sua sborra nel culo: come ho fatto a scordarlo? Ogni colpo di cazzo adesso non fa che ricordarmelo, ogni spinta così a fondo da farmi sentire le palle sbattermi addosso. Mi sta scopando mentre ho ancora il culo pieno di sborra. È una delle cose più eccitanti a cui riesca a pensare adesso! Godo velocemente, di un orgasmo che è più mentale che fisico, che mi fa fremere, tremare, urlare, ma non mi fa passare la voglia di cazzo. Ne vorrei ancora... ma D. deve proprio andare in ufficio adesso.
Mentre lo accompagno alla porta, mi accorgo che sono così bagnata da avere le cosce zuppe. Il culo è ancora stretto, ma adesso è proprio ora di far uscire la sborra. Lo saluto con un bacio, vado a prendere un vibratore e poi ad inginocchiarmi a terra nella doccia. Due dita mi aprono il culo, lo allargano, quanto basta perché spingendo io lasci scivolare fuori la sborra che conservava. L'altra mano sotto, per non rischiare di perderne nemmeno una goccia. Come volevo, la sborra mi cola in mano: la osservo, ne sento l'odore pungente. La lascio scivolare verso le dita e di nuovo me la spingo nel culo. Questa volta le dita scivolano meglio, usando la sborra come se fosse un lubrificante: accendo il vibratore e lo porto al clitoride, mentre mi scopo il culo così, a fondo e con calma, spalmando e spingendo dentro tutta la sborra che posso. Quanto vorrei adesso che lui fosse qui, davanti a me, a guardarmi col cazzo in mano, pronto a scoparmi la gola: devo assolutamente rifarlo con lui!
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Sono già un paio d'ore che passiamo a scopare, leccarci, frugare in anfratti bagnati. Sono venuta un paio di volte e a nessuno dei due la cosa sembra bastare. A quattro zampe sul letto, lui mi scopa lentamente, facendomi sentire tutto il suo cazzo, largo e duro. Mi fa venire voglia di continuare all'infinito! Sono stanca, distrutta, ma godo di ogni colpo di cazzo e non riesco a smettere. Ogni tanto lui mi chiede di tirarmi su, di mettermi bene a pecora, ma reggo pochissimo: nell'arco di poco le braccia cedono e mi ritrovo con la faccia sul materasso. L'unica cosa che stoicamente resiste, sono i miei fianchi che continuano a sbattersi contro di lui, per prendere il cazzo fino in fondo. Continuo ad assecondare i suoi movimenti, per prenderne ancora, anche se non ce la faccio più. Quasi non ne ho più il controllo: sono come posseduta dalla voglia di quel cazzo. "Sai come si chiama una che fa così?" continua a chiedermi lui. "Una troia" sussurro io... "Non ho sentito, ripetimelo meglio." "Una grandissima troia."
Un colpo di cazzo più violento strappa un grido di piacere. Mi sembra di essere sul limite dell'orgasmo da troppo tempo, ma non riesco a venire: probabilmente sono troppo stanca. Magari dovrei prendere un vibratore... però non voglio farlo smettere per andarlo a prendere. Però lo voglio... Ok, adesso glielo dico. "Vai a prendere uno dei tuoi giocattoli" mi dice lui, quasi leggendomi nel pensiero. Mi precipito a prendere il vibratore, ma lui invece che aspettarmi in ginocchio sul letto, si stende, col cazzo in mano. Però così non vale... io volevo il vibratore e il suo cazzo a martellarmi! Accendo il vibratore e resto in ginocchio sul letto, con le gambe aperte, a mostrarmi mentre lo posiziono al clitoride. Non importa, inizierò così e poi finiremo a fare quello che voglio. Lui allunga la mano verso la mia figa e affonda due dita dentro. Poi tre. Movimenti veloci e precisi, che sanno esattamente dove andare. È impressionante sentire come sembra sempre intuire dove andare per farmi provare tanto piacere. Giusto un paio di minuti e questa combo micidiale fa il suo effetto: godo di colpo, tremo, urlo, mi lascio travolgere da un orgasmo che evidentemente era molto più vicino di quanto avrei creduto. Continuo a scoparmi sulla sua mano, finché gli ultimi spasmi non si placano, finché non restano solo le gambe tremanti che non mi reggono più, e mi accascio sul letto accanto a lui. "Però non volevo venire così. Volevo il cazzo..." dico io, fingendo di lamentarmi, mentre il clitoride ancora mi pulsa ipersensibile. "E va bene, allora adesso lo rifacciamo col cazzo" mi risponde, come se fosse la cosa più ovvia. Sono ancora più stanca adesso... ma ne voglio ancora.
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Quando una donna decide di andare a letto con un uomo, non esiste ostacolo che non salti, né fortezza che non abbatta, né considerazione morale che non sia disposta a superare per il fondamento: non c’è cristo che tenga.
Gabriel García Márquez, L'amore ai tempi del colera
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