Tumgik
#'Eh Ma DiSpIaCE' ma fatti i fatti tuoi
asterargureo · 2 years
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Iniziato benissimo la giornata urlando contro la vicina che pretende di comandare a casa mia.
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corallorosso · 4 years
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- Amore, che c’è? Mi sembri triste. - No, è che pensavo alla situazione, a questo virus, a come ci costringe a passare il Natale... - In effetti è un peccato. - Festeggiare lontano dai propri affetti. - Lo so, non è facile. - Niente vigilia in famiglia, niente pranzo di Natale coi parenti. - Mi dispiace. - Niente luci, feste, grida, grandi raduni, niente tavolate, niente abbracci, baci, cucine piene di vita, case stracolme di persone, pranzi di sei ore con cinque pause sigaretta. - Eh purtroppo… - Niente mamma che si lamenta perché non ho ancora un lavoro vero. Niente papà che agli antipasti mi piglia bonariamente in giro e al dolce mi sputtana con elegante perizia. - Tuo padre ti... - Niente zia Carla che parla di dittatura sanitaria e niente zio Ruggero che esprime opinioni politiche che si trovano leggermente a destra di Alba Dorata. Niente zio Emilio che mastica a bocca piena o zia Mariella già superbamente ubriaca alle tartine. Niente cugino Simone che spiega come Biden abbia rubato le elezioni e niente cugina Loredana che ha avuto un figlio e adesso non è più in grado di parlare d’altro, né cugina Emma che invece ha avuto un coniglio, e adesso non è più in grado di parlare d’altro. Niente esercito di nipoti che tramano e cospirano per trovare nuovi modi di rompere i coglioni. Niente zia Susanna che ha appena divorziato e sta provando a coinvolgere altre zie nel progetto, niente zio Michele che racconta delle deliziose barzellette dove la parola n***o ricorre con più frequenza che in un brano di Kanye West. Niente cugino Giorgio e “il suo amico” che son tre Natali che viene a cena e che deve fare? Deve scoparselo sul tavolo prima che qualcuno si decida a chiamarlo “il suo ragazzo”? Niente fidanzata di zio Giuseppe che ha la stessa età della figlia di zio Giuseppe e che, in un atto di sublime perfidia, son state piazzate l’una accanto all’altra. Niente nipote che mi fa invecchiare solo a parlarmi di tha Supreme e niente bimbo dell’antivaccinista che spensierato smoccola in giro. Niente cane con le nevrosi, gatto con la passione per gli scroti, niente cugino che è meglio di me in tutti gli ambiti dell’esistenza umana e niente zio workaholic che prova a farmi firmare una polizza assicurativa fra il primo e il secondo. Niente seni di cugina, niente alito di prozio, niente roboanti, patriarcali scoregge di nonno. Niente amici di famiglia testimoni di Geova che mi ricordano che loro non festeggiano mica il Natale, ma allora perché vi state mangiando il mio pandoro?! Niente cuginetto che dice “swaggare” e “flexare” e schiva tutti i calci che provo a dargli da sotto il tavolo. Niente purè freddo, cotechino rovente, niente poesia sulla sedia, niente segnaposti fatti a mano che non riceveranno mai il giusto apprezzamento, niente panettone coi canditi che piace solo a uno su cinquanta, ma chissà come finisce sempre per esserci in duplice copia. Niente ma è da un sacco che ci vediamo, stai perdendo i capelli, sei ingrassato, non ti vedo mica bene, senti tu che ne sai di computer il mio non si accende più, niente l’hai vista l’ultima di? Certo che l’ho vista, la mia vita è nel cesso. Niente e cosa ti ha portato Babbo Natale? La Playstation 5, piccolo marmocchio viziato? Io ho fatto il picchetto fuori da Euronics mortacci tua, come ci sei riuscito? I tuoi sono dirigenti Sony, nano dimmerda?! Niente bimbo con regalo ingombrante, niente bimbo con regalo da montare, niente bimbo con regalo contundente, niente bimbo con regalo rumoroso. Niente bimbo che non controlla gli sfinteri. Niente foto di gruppo, niente facciamone un’altra però stringetevi, niente dimmi tu un’alternativa valida a Zaia. Niente gaffes, silenzi pesanti, niente grande cineforum dei fallimenti e delle miserie di ciascuno e riduzione dell’altro alla sua forma più semplificata di sé, niente processo di familiarizzazione collettiva con la relatività einsteiniana. Niente pugni stretti e voglia di urlare fortissimo che si irradia in tutto il mio corpo come spirito natalizio. - Amore, ma stai piangendo. - Scusa, è che non ci riesco… è troppo doloroso. - Lo so, lo so. - Tu sei assolutamente sicura che non riusciamo a convincere Conte a far la stessa cosa anche l’anno prossimo? (Non è successo niente)
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- Perché è un bravo ragazzo! Perché è un bravo ragazzo! Perché è un bravo ragazzo… nessuno lo può negar!
2020 - Che succede?
1929 - Come che succede? È una festa! T’abbiamo organizzato una festa di addio!
2020 - Per me?
1929 - Certo sciocchino, per chi altri? Sei contento? Un po’ di chinotto?
2020 - Fa schifo il chinotto.
1929 - Lo so, è in tuo onore.
2020 - Ma… ma io ho solo combinato una serie di disastri uno dietro l’altro.
1929 - Ed è per quello che ti festeggiamo! Entri a far parte del club!
2020 - Che club?
1929 - Gli anni più brutti della storia. Io sono 1929, l’anno della Grande Depressione.
2020 - Piacere.
1929 - Non è hai cinque euro?
1348 - Duemilaventi! Fatti abbracciare! Dai, fra positivi, che ti vergogni? Non dirmi che non mi riconosci…
2020 - Con la maschera non…
1348 - Sono l’anno della peste! E, lasciamelo dire, un grandissimo fan del tuo lavoro. Devi assolutamente raccontarmi come sei riuscito a fargli mangiare sto pipistrello, perché qua abbiamo scommesso eh? Ai tempi miei, figurati, si lavavano col fango era facile, ma il tuo è stato un colpo da maestro. Sei il Del Piero della pandemia globale.
2020 - Io non volevo… non sapevo che…
1943 - Avete sentito? Il ragazzo è anche umile. Piacere, 1943. Su, su non è il momento di fare i modesti.
2020 - Non stavo facendo il… perché sei in pigiama?
1943 - Secondo te?
2020 - Oh mio dio.
1943 - Qui siamo tutti tuoi ammiratori, ti abbiamo seguito con grande attenzione per l’intero mandato. È incredibile quello che sei riuscito a fare in appena dodici mesi. Incendi, malattie, rivolte.
2020 - Ho pure cacciato Trump, però.
1943 - Ma dai, lo sai che hai fatto esattamente il contrario. E sei pure riuscito a far dirigere a Nolan un film di merda. 2014 c’era andato vicino con Interstellar, ma tu ti sei superato.
2020 - Ma io non ho mai…
1968 - E quella trovata ingegnosa di ammazzare icone benvolute da tutti? Che colpo di genio. E te lo dice uno che ha fatto fuori un Kennedy e un Luther King. Che vuoi fare adesso, piantiamo una palla in testa al Gabibbo? Investiamo sulle strisce Bebe Vio? Chiamami, conosco le persone giuste.
1915 - Quello che ti manca, secondo me, è una guerra. Una bella guerra mondiale. È un po’ tardi, ma se ti metti sotto ce la fai. Io ho perso un po’ di puntate, la Germania c’è ancora?
2020 - Sì.
1915 - Bomba, allora metà del lavoro è già fatto!
1348 - Ma vi ricordate gli incendi in Australia?
1943 - E le rivolte a Hong Kong.
1968 - Beirut.
1915 - Cyberpunk.
1929 - E quando pensi che abbia esaurito ogni perversa nefandezza, tac, ti piazza il Milan primo in classifica.
536 - Buoni, buoni! Lasciatelo respirare!
2020 - E tu chi saresti?
536 - Il 536, l’anno peggiore dell’umanità. Eruzioni vulcaniche, inverno perenne, fame, carestia, epidemie e guerre. Nominane una e io son riuscito a ficcarcela dentro. Ma tu amico mio, tu ti sei dimostrato un anno veramente schifoso. Perciò ti conferisco ufficialmente la medaglia di annus horribilis. 2001, per cortesia cedi la medaglia.
2001 - No! È mia!
536 - Ne abbiamo già parlato.
2001 - Ma le torri!
536 - Ancora con ‘sta storia. Dai, hai avuto il tuo momento e adesso in prospettiva sembri solo un anno qualunque. Passala a terminator qui.
2020 - Non mi piace terminator… non mi piace proprio per niente…
536 - Sai cosa facciamo io e te uno di questi giorni? Uno di questi giorni usciamo a berci qualcosa e facciamo la conta dei morti. Che dici?
2020 - Ma è spaventoso.
536 - Esatto.
2001 - Duemilasettecentocinquantatré esclusi i dirottatori.
536 - E basta un po’ 2001! C’hai il Signore degli Anelli al cinema, prendi la tua roba e vai fuori dai coglioni!
2020 - Io… io… scusate eh, posso dire una cosa?
536 - Devi, ragazzo mio. È la tua serata!
2020 - Io non l’ho mai voluto.
536 - Cioè?
2020 - Non ho mai voluto fare male a nessuno, non ho mai voluto niente di tutto questo. E adesso ci sono tutti questi commenti, gli insulti, i meme da due soldi e la voglia generale di dimenticarmi, di andare avanti... è troppo. Non ce la faccio. L’idea di passare alla storia come un anno spaventoso è… atroce. Io ci ho provato, vi giuro che c’ho provato a fare l’anno. A essere indimenticabile per i motivi giusti, ma non ci riesco. Non so farlo. Perché, scusate, voi sapete fare tutto? E allora mi sento un fallito, mi sento di aver tradito la fiducia di chi contava su di me.
Mi dispiace, mi dispiace tanto. Per tutto, per i morti, per la malattia, per i lavori persi, per la distanza, mi dispiace per quelle cazzo di insopportabili forme di cordoglio su internet. Mi dispiace per il fatto che tutti ci siamo resi conto che il sistema ci vuole forti, ma non ci tutela quando siamo deboli. Mi dispiace per gli antivaccinisti, per i negazionisti e per Lorenzo Tosa. Mi dispiace per il revisionismo storico, il capitalismo etico e l'informazione emozionale. Mi dispiace per essere stato un anno di santi e mostri, di eroi e merde, un anno incapace di mezze misure. Mi dispiace, soprattutto, di non essere stato all’altezza dei vostri propositi, delle vostre ambizioni, dei vostri sogni.
E poi penso che, cristo, ci sarà qualcuno lì fuori che quest’anno, nonostante tutto, s’è innamorato, ha avuto un figlio o… non lo so, ha trovato un lavoro, un amico, s’è sposato, ha scoperto qualcosa di sé, ha realizzato una cosa bella. E magari adesso si vergogna perché è circondato da morte e sfiga e delusioni, perché sono stato un anno di merda per tanti ma non per lui. E forse, imbarazzato, mi ricorderà con affetto, persino con gioia. Lo so che sembra impossibile, ma magari succede.
1929 - …
1943 - …
1348 - …
536 - Grande!
1348 - Fenomeno!
1929 - Pure il discorso di ringraziamento è riuscito a rovinare! Ma come fai? Come fa? Tutto quello che tocca! Genio!
2020 - No! Io non… io volevo dire che…
536 - Ma tu sei sprecato a fare l’anno, dovevi fare il decennio, il secolo. Adesso vai, goditi la festa, socializza un po’, magari finisce che ne ammazzi ancora qualcuno prima della fine. Dai che scherzo! E fammelo un sorriso! È una festa! Un po’ di musica per cortesia!
2020 - …
2021 - Ehilà.
2020 - Ehilà.
2021 - Brutta serata?
2020 - La più brutta della… aspetta, tu che ci fai qui?
2021 - Mi ambiento.
…that's great it starts with an earthquake…
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Cara mamma, scrivo questa lettara nel giorno della festa della mamma, io oggi non ti ho dato gli auguri, non perché ti odio, ma perché tu non riesci mai a capire gli altri; pretendi di essere sempre capita perché forse in passato non lo sei stata ma io non voglio e non posso più capirti, sei solamente accecata di odio da tutto, pensi che chiunque ti voglia male e che solo i tuoi fratelli ti vogliono bene ma mi dispiace dirtelo ma sono le uniche persone a non volertene e vuoi sapere perché? Perché loro non ci sono mai stati, non ti hanno mai chiamata, non ti hanno mai considerata, neache quando potevi andare da loro, sei sempre stata tu ad "inbucarti" nelle loro case ma sinceramente a me questo non interessa perché tanto chi li vede più.
Torniamo a noi, sai che non ho mai visto una mamma dire quello che dici tu ai figli? Nemmeno la mamma di Davide che è stata davvero malata, nemmeno lei. Io non so perché tu faccia così, cosa ti sia mancato da bambina per far pagare a me tutto, perché io l'unica sbaglio che ho fatto è stato crescere con un mio cervello che fosse diverso dal tuo. Io ammiro un sacco mia sorella per la sua forza di farsi scivolare tutto addosso, mi sono fatta scivolare tante cose nella vita nonostante abbia vent'anni e tu non sai nulla di tutto ciò, una mamma si dovrebbe accorgere di tutto ma tu non l'hai mai fatto. Sai quante volte sono tornata a casa con le lacrime agli occhi da scuola? Sai quante? No non lo sai, eri sempre distratta e a te bastava che ti dicessi "si va tutto bene", non sono stata una di quelle ragazze che è stata bocciata o è andata male a scuola perché aveva i "problemi", io ingoiavo tutto, come ho sempre fatto, da sempre, mi facevo dei pianti sull'autobus che nemmeno immagini, quando nessuno voleva sedere a scuola vicino a me, quando ho praticamente perso l'unica amica "vera" che pensavo di avere, quando nessuno mi voleva in stanza in gita o quando nessuno voleva uscire con me, non pensare che io sia come dici tu "cattiva" o "presuntuosa" o "cagacazzo", sono semplicemente io, nessuno è uguale e ognuno ha un suo carattere. Alle medie mi hanno fatto i migliori dispetti ma all'epoca si è piccoli quandi non ci si bada neache più di tanto ma a me sono comunque pesate. Ricorda che ogni volta che tu dici che io non ho un'amica, sinceramente ne sono fiera, sono fiera di essere stata me stessa senza cambiare per piacere a qualcuno, per avere un amicizia falsa. Io sono fiera di tutto quello che ho fatto fino ad oggi, l'ho fatto con il mio sudore, con le mie lacrime, e con i miei mille dispiaceri.
Tu parli di me senza sapere nulla, senza conoscermi, senza esserti mai interessata davvero a come stavo, ti accontentarvi sempre del "sto bene" e io andavo avanti, andavo avanti tra le lacrime come stasera da sola in bagno a scrivere perché è l'unico modo che riesco ad utilizzare e che mi fa stare bene, non sai neache che io ho un blog dove scrivo i miei pensieri ed è anche molto seguito da persone che mi conoscono attraverso la scrittura che non mi hanno mai visto, gli piaccio per quel che scrivo, e non sai che da grande avrei voluto fare la scrittrice perché io amo scrivere, invece tu l'ultima volta che hai letto qualcosa, mi hai detto che non so scrivere e che era sbagliato, wow grazie come sempre di sminuirmi ogni volta.
Riguardo altre cose che non sai boh forse che io con Luca stavo bene ma non eravamo fatti per stare insieme; la confidenza che tu avevi dato ad Enrico, come ti avevo detto anch'io non era giusta, solo che tu volevi parlare con qualcuno, anche in buona fede ma lui non aveva la buona fede e all'epoca tu le amiche non le avevi. Poi passiamo a Lorenzo che gli ho voluto davvero bene e sono stata malissimo quando lui mi ha lasciato, mettendomi le corna, per poi lasciarmi così, ed è inutile che tu continui a dire che c'entra Alessandro ecc perché io con Alessandro non ci ho fatto assolutamente nulla, a parte qualche bacio, perché si mi piaceva ed è un bel ragazzo ma era un passatempo, non come fidanzato, non aveva la testa. Di Lorenzo all'epoca mi piaceva la trasgressione, si lo ammetto, era il periodo in cui disubbidire era figo, ma poi con il tempo le cose non funzionavano, non c'erano argomenti. Parliamo di Giuseppe, di lui non ho molto da dire a parte che non sono davvero andata a Roma per lui, anche se fossi andata ad Ancona ci sarei potuta arrivare con l'autobus o lui con il treno (a parte che l'università ad Ancona sta su un colle ed era scomodissima e menomale che non ci sono andata perché si sono trovati tutti male) ma non è questo l'importante, Giuseppe era il classico ragazzo, campo sui genitori e io non faccio nulla, non aveva dato gli esami, non aveva la patente, per andare in giro si doveva uscire in 4 ma come cazzo si fa, poi aveva pretese di comando su di me, e quindi no. Arriviamo a Davide che ogni volta dici che mi deve lasciare perché secondo te, mi deve capitare quello che è successo a te, invece di farti un esame di coscienza sugli errori, commessi da entrambi, no macché, inveiamo contro la figlia maggiore. Vabbè sti cazzi tanto quando leggerai questa lettera tu sarai andata via e io e te avremmo chiuso per sempre, com'è giusto che sia. La cosa che più mi mancheranno mamma, saranno gli abbracci, quelli di un tempo, quelli delle medie, dove io ero piccola e tu non mi odiavi, e non dire che non mi odii perché è palese, se ne sono accorti tutti, anche se continuano a di dire che tu mi vuoi bene ecc; papà stasera mi ha detto che ti dovevo venire a dare gli auguri perché lui in fondo ci spera ancora e continua a dire "la mamma è sempre la mamma", ma io non ci credo più, e papà non fa altro che ripeterlo da sempre ma tu hai sempre detto che lui ti diceva male... Non ti sei sempre comportata bene tu ma neache io, ci sono volte in cui ho esagerato con le parole perché magari ero allo stremo, altre volte in cui l'hai fatto tu ma comunque, io non sarei mai arrivata a far dire da un fratello che se vedeva tua figlia, la uccideva, ci sono cose che io non cancello, mai, ci sono cose troppo gravi. Tu non ci hai saputo insegnare cos'è la famiglia, com'è quell'ambiente sereno, che qualcuno chiama casa, ogni volta che tornavo a casa dalle superiori speravo di andarmene all'università per non tornare più; io per tre anni di università non volevo tornare a casa perché c'eri tu, io non so se ti rendi conto, quando tutti vogliono tornare, io avrei preferito andare più lontano possibile. Hai reso la mia vita un inferno, e l'unica colpa che ho è quella di essere nata, perché io mi ricordo tutto, e sinceramente la nonna non c'entra nulla, ha solo cercato di fare il bene della casa perché si usava così, poi che tu ogni volta che scendevi gli dicevi male e ti mettevi a litigare dove IO ti dovevo fermare, con le unghie e con i denti, sono sempre stata io a mettermi in mezzo a te e papà per evitare tragedie, eh si perché potevano accadere tragedie, perché tu porti una persona a un livello di esasperazione allucinante. Vuoi sapere cos'ho imparato da Davide, ad essere forte, a rialzarmi, a pensare positivo, a fare tutto perché un domani andremo via dalle nostre case, ed è una cosa orrenda da pensare ma è così.
Poi inoltre parli in continuazione di me, male con chiunque, chiunque, ma un po' di vergogna non la provi, per sangue sono tua figlia, io non direi mai male a mia figlia, manco se fosse una drogata, io boh senza parole comunque ma tanto a te non interessa, né dei figli, né di nessuno, solo della tua bellissima vita che dovrai fare a cinquant'anni, insieme ai tuoi fratelli che non ti hanno cagato mai. Ma io queste cose te le ho sempre dette in faccia, tu invece dietro, come con il tuo avvocato che è una persona spregevole e cerca soldi, e tu solo con una persona simile a te potevi diventare amica perché quando si lavora, si mantiene un certo distacco con le persone, funziona così, ma tu il mondo non l'hai mai voluto capire, ti è estranea proprio l'idea che non funziona come al rione delle case popolari, il mondo esige Intelligenza, cultura, ambizione ecc cose che tu non hai e che non hai manco voluto acquisire e non prenderla a male perché io queste cose te le ho dette anche in faccia.
Io vado all'università, come dici tu "scienze delle merendine", ma cara mia io guadagno già da ora e tu non potresti manco parlare dato che non sai manco come si accende un PC, figuriamoci creare qualcosa, ma a te piace quella ragazza che fa la ragazza che vive alla giornata, io non sono quella, io sto costruendo un futuro, mi laureò e inizierò a lavorare (la tua simpatia per Serena che non fa nulla nella vita, fuma e beve è sempre più per me un mistero, una persona stupida come una capra però vabbè); la cosa bella mamma di tutto ciò è che sinceramente sarà già un po' che non ci sentiamo e ricordati che i figli non hanno bisogno del genitore per essere tali ma il genitore ha bisogno dei figli e questo non dimenticarlo mai. Sicuramente non verrò da te a farmi tenere i figli, si li conoscerai ma sai come una nonna lontana che verrà magari a qualche ricorrenza, perché io ho deciso di crescere e di crearmi una famiglia lontano da te, dal tuo modo di essere, dal tuo odio e dalla tua maleducazione, chissà se quando avrai 60/65 verrai a reclamare i nipoti, avrai quelli di giada e forse ti accudirà anche lei ma io di certo no. Per quanto riguarda la nonna, io spero viva per sempre, la nonna mi ha insegnato tanto, mi ha insegnato ad essere donna, mi ha insegnato che nella vita bisogna lavorare ed avere ambizione per costruirsi qualcosa, mi ha insegnato che la famiglia è una cosa che comunque vada ti accoglie sempre e non ti lascia mai indietro, mi ha insegnato tante cose, anche ad essere forte perché sapeva che saremmo rimaste da sole, io la nonna l'ammiro molto sia come donna che come imprenditrice, come moglie nonostante il nonno sia stato un uomo difficile e di altri tempi, come mamma perché ha saputo insegnare alla zia come si costruiva una famiglia, per papà, il mio caro papà, un papà che tu in primis mi hai rovinato, un papà che spero sappia insegnare a giada tutto quello che ha insegnato a me, un papà di cui io ho un ricordo bellissimo, ma che tu hai sempre descritto come un mostro, non l'hai fatto rispettare e l'hai deriso, non l'hai fatto rispettare dai tuoi fratelli in passato perché eri tu la prima a non rispettarlo; sono due anni e passa che io sto con Davide e l'unica cosa che non è mai mancata tra di noi è il rispetto reciproco come ho rispettato sua mamma e suo padre quando sono andata da loro, come ho rispettato sua zia che praticamente è diventata anche la mia (mi scrive tutti i giorni e mi aspetta sempre).
Aspetta ma tu hai anche (forse) qualche non colpa, non è colpa tua se tua mamma non ha saputo fare la mamma, non è colpa tua se tuo padre è morto giovane, non è colpa tua se ai tuoi fratelli mancano molte rotelle in testa, uno peggio dell'altro (forse si salva Benito ma per il semplice fatto che è stato con Giusi e quindi stando con persone che stimolano la tua intelligenza, si diventa intelligenti wow), a te non è mai interessato rapportati con gente colta, intelligente, per bene, ti piaceva andare con i poveretti che non ti potevano dare nulla a livello intellettuale, perché si, si frequentano le amicizie, le persone perché ti arricchiscono mentalmente, non ti devono impoverire. Una cosa la so però che tu non sarai mai la donna che io voglio essere da grande, non sarò mai la mamma che sei stata con me, non sarai mai la persona a cui ambirò perché? Perché cara mamma tu non hai arricchito me, mi hai impoverito, mi hai resa nervosa, schiva, maleducata, poco cordiale, intollerante alle cazzete, non sopporto le bugie (ne ho sentite troppe da te), insicura, ecc e io so che non sono così perché Davide parla sempre di me e forse lui ha visto qualcosa che nemmeno io non ancora riesco a vedere, so solo che sono sola, mi sento sola, mi sento più che è abbandonata, forse questa sensazione cambierà ma adesso è così. Vorrei aver avuto una famiglia diversa; mi brillavano gli occhi ogni volta che andavo a casa di qualche amica e i genitori erano così genitori, apprensivi, cordiali, sorridenti, mentre tu agli occhi degli altri appari un angelo ma quando non c'è nessuno dai il meglio di te. Mi ricordo ancora quando mi menavi, perché si tu mi menavi ma non come si menano ai figli, tu mi hai preso a calci, fatto sbattere la testa contro il muro e contro la finestra, ne hai fatte tu eh, ora con giada ci parli? Perché non hai parlato anche con me? Perché io avevo sempre la peggio anche quando non c'entravo nulla? Perché? Spiegami il motivo, io ero piccola, non avevo una grande forza, e tu mi facevi tutto questo. Ho anche molti ricordi belli di te, ma la maggior parte vengono offuscati da questi, da questo odio e rancore che provo anch'io ora, per avermi privato della spensieratezza, per avermi privato di non avere problemi per la testa, invece dovevo sempre stare a pensare "speriamo che a casa nessuno ha litigato", uscivo con questo pensiero e rientravo con questo pensiero, tu le cose non le sai, non le hai volute capire e quindi te le sto scrivendo, ti sto scrivendo tutto quello che non sono riuscita a dirti perché con te non si riesce a parlare, con te si litiga solo anche se nessuno vuole litigare, tu litighi da sola. Mi piacerebbe che un giorno tu ti renda conto della figlia che hai e smetta di sminuirla ed offenderla sempre, mi auguro che prima o poi con la lontana questo avvenga, ci spero sempre, ci ho sempre sperato che tu ti accorgessi di me, di come sono fatta e di come rispetto alle altre ragazze sia stata una brava figlia, ci spero davvero.
Ciao mamma.
Martina
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Testo messaggio che mi scrisse la mia ex🖤 18/7/2017 belle emozioni con lei, ma doveva andare così alla fine!!
E sono cose che probabilmente alcune già sai, e che già dovresti sapere tutte. Dalla prima all'ultima. Amore ascolta bene ciò che sto per dirti. Dall'ultima volta che ci siamo visti ho pensato tante, troppe cose. Ho pensato se davvero tu meritassi una come me, o meglio dire.. una migliore di me. Qualcuno che ti faccia sentire bene come meriti, qualcuno che ti ami come meriti e qualcuno che ti strappi i tuoi sorrisi migliori. Te l'ho sempre detto io fin dal primo giorno che ero complicata, che non ero come le altre, che a volte può sembrare io non senta niente, eppure ho gli occhi che quando ti vedono impazziscono. Per non parlare del cuore. Eh già, il Cuore. Un cuore che io avevo spento e che tu hai saputo riaccendere. Hai saputo farlo soffrire, e farlo stare da Dio, anche meglio. In questi giorni ho pensato, che forse, non sono abbastanza per te, che forse meriti qualcuno di più semplice. Eppure io non vorrei mai vederti con nessuna se non con me. Eppure io non vorrei nessun altro se non te. Ho anche pensato che hai passato di tutto, per causa mia, e per causa di altri. Ma che sei sempre riuscito a tirare avanti, ad ascoltare il cuore. Ed è vero quando dici "non sono come gli altri". Ma è anche vero che io ciò lo sapevo già, fin da quella sera dove, nel piazzale del liceo mi hai raccontato di te senza nemmeno conoscermi. Ho pensato che ti ho dato molto, che tornando indietro, rifarei tutto, come ti ho già detto la scorsa volta che ci siamo visti. Perché non mi pento di niente, anzi forse si una cosa si, di averti fatto male quando non meritavi ciò. E me ne pento amaramente. Ma ci siamo fatti male in due, e in un modo o nell'altro, ci siamo curati in due. Quando mi chiedono se sono fidanzata, dico di sì, non orgogliosa, di più. Ma non orgogliosa di me, orgogliosa di te, di ciò che hai saputo creare con una persona che, non è facile da prendere ne da tenere vicina. Ho anche pensato a un futuro, a un futuro che mi fa paura, ma se ci sei tu mi fa un po' meno paura. E lo so, lo so che sono stronza orgogliosa e testarda, lo so che faccio di testa mia e che a volte sembro fredda. Ma so anche che, ciò che ho dato a te, non l'ho dato a nessun altro. Mi hanno sempre insegnato a creare una relazione solo con chi credevo potesse meritarsi un pezzo del mio cuore, solo con chi mi dimostrava di tenerci, giorno dopo giorno, solo con chi avrebbe potuto farmi stare bene, anche dopo la tempesta. Anche nei momenti più difficili. Anche in quelli più belli. Mi hanno sempre detto, apri il cuore solo per chi se lo merita, e tu, in un modo o nell'altro, mi hai fatto capire che te lo meritavi. Lo sai bene che non sono la ragazza più dolce del mondo, che sono complicata. Ma, io so benissimo che come guardo te non guardo nessun altro. Come ho pianto per te non ho mai pianto per un altro. E come ho riso con te, non ho mai riso con un altro. Quindi si amore, io credo che dietro tutto ciò che ho pensato, una cosa la so, che come 11 mesi fa volevo stare con te, ancora oggi lo voglio. Che non sono una a cui passano i sentimenti così facilmente, ne da un giorno all'altro. Che nonostante il male che ci siamo fatti, siamo sempre riusciti a uscirne fuori. E credimi, non è una cosa bella, di più. E credimi non credevo che potevi arrivare a 11 mesi e qualcosa con una come me. Credevo ti saresti stufato prima, per mille difetti che ho, e mille litigate che si sono affrontate. E ogni giorno dal 8 agosto dell'anno scorso, ho paura di perderti, che si rompa qualcosa e che ti stufi. E io ho paura di perdere solo le persone che mi sono nel cuore, e se sono nel cuore, qualcosa di buono questo persone l'anno fatta. Mi dispiace se non sempre ti dimostro quanto io ti voglia, o quanto io ci tenga. Ma se non ci tenessi non sarei qua, perché non potrei mai prenderti per il culo cioè stare con te quando non voglio. Non potrei mai fare ciò. Penso che da quando ti ho incontrato, gli altri ragazzi per me non esistono. Da quando ti ho incontrato l'unica persona che può sfiorarmi sei tu, e l'unica persona che voglio sei tu. 🖤 G _ _ _ I
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storia di una folgorazione
non ce la faccio vorrei dirle da un pezzo quanto la amo ma tutto e iniziato con me fermo e tutto e finito con lei ferma li. ascolta noa non ti vedo da un pezzo come stai bene e tu io bene me ne sono andato da taranto non tornero mai piu sarai felice credo
perche non mi cambia niente
be so che ti ho creato tanti problemi mi spiace averlo fatto non volevo disturbarti in nessun modo, tutt’altro volevo solo conoscerti tutto qui ma credo che tu non volessi mi dispiace ancora averti infastidito ti saluto ora devo andare almeno spero che le mie scuse siano servite a qualcosa ciao ciao
. Salgo piango in silenzio nascondo i singhiozzi non importa sono riuscito a parlare .
la incontro per strada vicino casa lei ,mi guarda strana, io le ricambio lo sguardo finisce. li passano 6 mesi finisce il mio percorso, torno a taranto diverso arrivo e lei sta fuori dal negozio con il suo ragazzo mi riconosce io scarico la roba e le accenno un saluto  fine . salgo a casa giornate tranquille mi alleno nello spiazzo tutto il pugilato che ho fatto mi ha fatto un fisico d’acciao corda palletta flessioni addominali sollevamento corpo
lei esce con una cliente io mi interrompo ,lei mi osserva sono abbronzato fisico d’acciaio rimane un po ferma fa caldo io sudato prendo le cose e inizio ad andarmene, lei mi chiede fai pugilato
io si e me ne vado
interrompo la conversazione di spalle sembra che si stia interessando
perche perche perche tutto questo tempo adesso e solo mia immaginazione frutto della mia illusione di quegli occhi che non voglio guardare
. altro giorno mi alleno di nuovo esce lei si fuma la sigaretta io continuo lei ogni tanto sbircia io prendo tutto me ne vado
terzo giorno di nuovo mi alleno lei esce con la cliente ora mi guarda fisso vorrebbe chiedermi qualcosa ma io sono diverso prendo tutto e sto per andarmene le
i ma ti disturbiamo io
è diverso non mi riesco a concentrare lei
mi chiede hai combattuto questi mesi io
si diverse volte lei
si vede io
ora devo andare ti lascio stare lei
guarda che puoi continuare non ti diamo fastidio sono tre volte che te ne vai, non e che ti infastidiamo io
non riesco piu a trattenermi
il fatto e che non riesco ad allenarmi mentre tu mi guardi lei
allora non ti guardo io
mi dispiace ma non basta lei
che vuol dire me ne devo andare che stronzo io
guarda che non sono stronzo e solo che i tuoi occhi.....
mi fermo lascio tutto cosi e me ne vado lei ci rimane praticamente io salgo lei continua a cercarmi con lo sguardo io me ne vado…..
non mi alleno piu giu mi alleno in terrazza lei esce e lo nota ritorno ad allenarmi giu ma stavolta lei esce con il suo ragazzo io stavolta finisco di allenarmi anzi ci do dentro come un pazzo lei ogni tanto mi guarda poi io con tutta calma mi alzo prendo tutto e me ne vado indifferente tranquillo non mi tange il giorno seguente mi sto allenando lei esce da sola mi guarda
ma il tatuaggio che ti volevi fare non te lo fai piu io
guarda se hai tempo me lo faccio adesso lei
devi prendere appuntamento io
dico aspetta qua
salgo e scendo le faccio vedere un piccolo tatuaggio che mi voglio fare e le dico lo voglio fare adesso seno niente c’hai tempo lei
 domani io
non voglio gente intorno voglio stare tranquillo se domani mi prometti che me lo fai tu senza nessuno attorno me lo faccio senno addio tatuaggio me lo faccio da un altro lei
vabbe fattelo da un altro io mi fermo un secondo sei permalosa io domani vengo a che ora lei
non lo so io
ci vediamo domani.
Domani
scendo mi alleno lei esce
ma non ti dovevi fare il tatuaggio ti stavo aspettando io
sono pronto esco i soldi dammi la mano bastano
io entro dalla porta di servizio dove mi metto qui ok
io la guardo non riesco a reggere lo sguardo mi volto lei inizia il tatuaggio sul braccio io in silenzio lei mi chiede
be che hai fatto tutto questo tempo io
ho lavorato fuori e finito agosto me ne andro per sempre lei alza un secondo lo sguardo fa finta di niente io la guardo di nuovo mi giro lei lo nota inizia a farmi domande dove sei stato io
a barcellona che lavoro hai fatto bartender e poi mi sono laureato e devo fare un corso a roma e poi metto i soldi da parte per un master lei silenziosa mi risponde bene ti sei dato da fare e io le chiedo
e tu che mi racconti senza guardarla negli occhi
lei lo nota ha un sorrisetto ha capito
non riesco a reggere lo sguardo
lei ha il coltello dalla parte del manico
entra il suo ragazzo io
fermati continiamo un’altra volta
lei aspetta mo sbaglio io
dico grazie quando vengo lei
domani ti va bene si ok ciao ciao
lei ha capito
saluta il ragazzo e lo bacia io me ne vado buonagiornata lei ciao lui niente . domani mi alleno lei esce
so dove trovarti cavolo ti alleni tutti i giorni e io
fumi sempre eh
lei sorride iniziamo lei
io va bene ritorniamo in quel moemnto non ce nessuno lei si è fatta bella io lo noto io
le chiedo da ora ti prepari per uscire stasera lei
perche
non fare la finta tonta lei
non capisco vabbe dai pensiamo al tatuaggio
 lei ok cmq ogni tanto farsi belli è carino
io non hai bisogno di farti carina lei
era tutta indaffarata ad armeggiare si ferma di spalle non vedo la sua faccia poi riprende iniziamo col tatuaggio lei e silenziosa stavolta quello che le ho detto l’ha resa pensierosa io non parlo anzi mi rilasso lei finisce io bello grazie quanto ti devo lei hai gia pagato tutto io mi fermo la guardo negli occhi lei si aspetta qualcosa
io sospiro
faccio un giro con la testa
grazie ancora lei
vuoi dirmi qualcosa io
vorrei ma non posso vorrei tanto e da tanto grazie per il tatuaggio esco lei si muove in avanti fa aspetta
io si?!
lei sei strano
io gioia lo sai che 3 nni fa ti guardai negli occhi mi sono innamorato di te lei
ci rimane glielo avevo finalmente detto le faccio
be ciao
.passa una settimana ci becchiamo diverse volte ma lei mi evita io la evito è imbarazzante .
mi stavo allenando lei esce mi guarda si blocca vuole tornare indietro io la guardo lei esce si fuma una sigaretta di spalle
io mi fermo
ora sei tu quella strana lei
niente proprio mi sto fumando una sigaretta e non ti sto pensando io
la guardo incazzato lascio perdere cè il sacco lo distruggo lei si gira e vede
lei mi chiede quando te ne andrai io
non mi stavi pensando lei
non si puo fare conversazione io
se continuo cosi non me ne vado piu
lei ci rimane
di lato mi guarda un secondo
dai quando te ne vai io
presto lei quando si puo sapere io
mi giro un attimo e le dico perche tutto questo interesse lei mi guarda getta la sigaretta e mi manda affanculo .io ci rimango busso un attimo perfavore possiamo parlare lei no dai perfavore vorrei parlarti lei apre io entro siamo io e lei io stavolta le dico
a te non te n’è mai fregato niente di me perche ti interessa sapere quando me ne vado lei
sono fatti miei
va bene partiro a inizi di settembre lei
si gira un attimo lei
ok volevo sapere solo questo ora te ne puoi andare io la guardo e faccio assurdo lei viene avanti verso di me io rimango fermo a guardarla lei abbassa la voce scusami perfavore puoi andare via io si certo me ne vado lei braccia conserte . il giorno dopo lei con il suo ragazzo proprio a fumarsi una sigaretta del cazzo pero lei e diversa stavolta seria quando mi vede io vado avanti lei mi segue con lo sguardo seria non incazzata ne triste . ill giorno dopo io mi alleno lei esce con la collega ride scherza poi si avvicina
senti scemo ma tu ti alleni e basta io
be ogni tanto vado a mare ma visto che c’ho tutti gli amici a barcellona sono un po soletto scherzo
lei se ti va domani è domenica ti vuoi aggiungere io si perche no .
domani
ecco con lo scooter li seguo lei il suo ragazzo il fratello ecc arriviamo sulla spaiaggia sta la famiglia io mi presento gentile e educato prendiamo spazio mi viene offerta una birra la rifiuto loro eddai io se bevo con sto sole mi ammazzo no grazie esco acqua ghiacciata con l’igluu dentro  questa me la bevo di gran voglia il padre mi osserva io perche mi guarda losco hofatto qualcosa di male lui sorride no assolutamente io mi giro faccio vedre il tatuaggio e dico sono uno dei vostri l’ha fatto sua figlia e brava c’ha talento lui e lo so io anche me piace il disegno dipingo un po lei sente e dice quelli che mi hai fatto vedere quella volta io ne ho fatti altri lei fammeli vedre prendo il cell sfoglio bravo ma hai strada da fare io lo faccio per diletto non ce confronto sono sconfitto a prescindere
be dopo questo io sto morendo chi c’ha la palla partita da beach volley si inizia io praticamente volo da tutte le parti inizio a scherzare con tutti soprattutto col fratello è simpatico facciamo gruppo torniamo praticamente il mio fisico e la mia abbronzatura colpisce tutte lui mi chiede ma che allenamento hai fatto e sapessi ho buttato sangue gli racconto un po di stronzate scopre che sto scrivendo un libro vuole leggere qualcosa ci rimane dice cazzo sei bravissimo assisto a un piccolo litigio tra lei e il ragazzo prendo il fratello e ci allontoniamo ci facciamo uno scambio di palleggi loro discutono lei si alza e viene da noi ci facciamo una nuotata io certo.torniamo faccio congrigula con gli amici del padre so come comportarmi faccio risposte intelligenti con disinvoltura alla fine mi sdraio sul bagnoasciuga due ragazze si fermano loro mi chiedono di dove sei io inizio con lo spagnolo il fratello rimane estereffatto poi inizio con l’inglese le ragazze non ci capiscono un cazzo sono italiano vi sto prendendo per il culo si avvicina noa che sta succedendo
loro a scusa sei fidanzato io
no lei e una amica
a lei da fastidio ma non lo fa vedere
io scherzo con le rgazze lei inizia un po a infastidirsi io faccio spalla al fratello loro alla fine mi chiedeno il numero mi dispiace sono felicemente sposato a quella risposta nessuno ci ha capito un cazzo
loro dai me io
dai su
il fratello e prenditi il numero io scusate ma sono gia innamorato
noa non se l’aspettava mi chiede ma c’hai una ragazza io
si a barcellona è marocchina lei mi guarda io con il sorriso lei gelida impietrita non sapeva se ridere o essere seria le ragazze peccato dai ciao
io ciao
il fratello allora c’hai la ragazza io
no semplicemnte l’ho avuta bella storia ma poi sono tornato e visto che devo fare un po di cose in italia ci siamo lasciati. Lui araba
si
me la fai vedere
gliela faccio vedere guarda anche noa
ines bellissima
noa carina
il fratello minchia
io eh lo so be ora e finita
. ritorniamo a prendere il sole lei e il ragazzo non si parlano io decido di andarmene saluto il padre la madre e gli amici il fratello il ragazzo e noa per ultima lei non si alza perche sta lui io la saluto con la mano lei pure qualcosa era successo . lunedi mi alleno lei esce e mi chiede possiamo parlare io si mi fermo lei ieri sono stata bene  io ma che è successo tra te e il tuo ragazzo lei gli dava fastidio la tua presenza  e io
a te invece lei
mi guarda sorride e non risponde io rido lei ti va di uscire stasera con noi
io va bene .
la sera
il fratello mi saluta come se fossimo vecchi amici passo tutto il tempo con lui ridendo e scherzando entriamo in un bar
lei è con il suo ragazzo vorrebbe divertirsi ma non puo lui e un po freddo io ci provo con una ragazza al bancone
iniziamo a parlare
il fratello mi lascia da solo stiamo parecchio a parlare
lei si avvicina io mi giro e noto che noa mi sta guardando io mi giro
cazzo mi ha baciato
io mi sposto scusami faccio sono gay
lei come
io si un richionazzo da paura
lei che cavolo
torno al tavolo lei mi guarda glaciale. il ragazzo e il fratello io spiego la storia il fratello dice ma sei matto io
cazzeggio ma sono interessato a un’altra lui mi chiede chi è
noa fa be sentiamo io
non si puo dire
mi giro cameriere offro un giro di cicchetti parte tequila sale e limone ci divertiamo da pazzi noa mi fa battute stronze il bacio non l’aveva mandato giu il fratello ride come un pazzo la serta finisce bene.
Il giorno dopo non vedo noa nemmeno il giorno dopo il terzo giorno
la vedo che entra nel negozio e da sola io mi avvicino e la saluto come stai lei bene grazie ora devo andare io ma è tutto ok lei si ora devo andare ….. passano un po di giorni lei esce con la cliente io mi stavo allenando mi fermo e vado a salutarla lei è triste io tutto bene lei si perche mi sembri triste io
nooooooo per niente la cliente ride io le faccio
ti va un caffe quando smonti e mi racconti lei meglio di no per ora io
ma è successo qualcosa lei
be si ma meglio che non ce lo prendiamo il caffe allora le faccio quando finisci hai cinque minuti almeno per farmi capire lei va bene .
entro
lei da sola mi spiega che ha rotto con il ragazzo perche era geloso di me e lei
per non so quale motivo io
silenzio
lei e meglio che non ci facciamo vedere insieme io
perche
perche non cerco rogne e io
nemmeno io è un paese libero non avere paura almeno confidati spiegami non capivo perche eri schiva lei
e poi a te che te ne frega
be io faccio mi hai invitato a uscire con voi
sto cercando di essere gentile e lei
quello scemo geloso cazzo l’hai detto pure tu sei innamorato te ne vai poi hai baciato quella di fronte a me se eri interessato a me  non l’avresti fatto io faccio
veramente mi ha baciato lei e io ho detto che sono gay
lei mi guarda si vabbe
io non sto scherzando e poi lei e di chi sei innamorato almeno si puo sapere io mi giro questo e un segreto
lei di me per caso e poi ti baci le altre  
ei faccio ti ho spiegato come è andata lei
e io ti devo credere
noa le faccio
ti ricordi quando ti ho portato la camomilla e abbiamo parlato per la prima volta mi fermo la guarda alzo il braccio le sposto icapelli non ci crede tu avevi i capelli alla cleopatra tinti di viola su un lato occhi marroni verdi non mi scordero mai quel momento da quel momemnto sei sempre stata nei miei pensieri sempre e poi mi sono ammalato e sono stato malissimo ho vissuto il periodo piu prutto della mia vita e il piu bello perche mi sono innamorato di te lei non ha parole risponde ma tu ti sei fidanzato e ora hai detto che sei innamorato di lei ines credo si c’è stato amore ma non come lo provo per te tu quando ti guardo mi fai vacillare tu non puoi capire quanto ho desiderato questo momemnto per anni e anni . lei mi guarda tu ora te ne andrai io posso rimanere per te io questo lo farei ma solo per te lei rimane ancora di piu
silvio io io ora non posso guarda non so perche ma ora sei diverso  pero tu te ne andrai poi mi sono appena lasciata guarda ora non è momento e meglio se te ne vai, io
va bene tranquilla
.è l’utima settimana di agosto stranamente non è piu uscita a fumarsi la sigaretta. Una mattina esco dal portone incontro lei e il fratello lui mi saluta saluto anche lei lei entra e non risponde. Io gli chiedo e tutto ok lui
si sta un po male mi parla anche di te chiedigli di uscire su entra e chiediglielo avanti dai forse l’aiuta
prendo coraggio ed entro lei
silvio non è il momento
io ti va di uscire  stai tranquilla svaghi un po cerchi di stare meglio
silvio no lasciami stare io va bene ci ho provato lei si ferma come se volesse che io insista io la guardo
dai
lei mi guarda mi guarda ancora
fa segno no con la testa indecisa io esco il fratello mi chiede comè andata io male lui dammi il numero glielo do la convinco io ok. Passano due giorni una chiamata sconosciuta io pronto sono noa ei come stai senti usciamo stasera io va bene dove ci vediamo sotto casa tua alle 8 .
si fa sera
esco traquillo casual solo un profumo d’incenso mi metto lei mi vede è un po felice sente il profumo cosa è io
cosa questo profumo
io un profumo
cretino
camminiamo io inizio la conversazione per rompere il ghiaccio siceramente non sapevo dove cazzo iniziare allora hai mangiato
lei no
ti va una pizza
lei si perche no ti porto alla livornese
va bene ci sediamo due birre fredde diavola e capricciosa  mentre beviamo io la guardo stai bene stasera lei grazie
un po distante
che birra preferisci
basta che sia una birra io
be ce ne sono di birre se le provi tutte troverai le differenze lei be ora mi piacerebbe un po provarle tutte io be so dove portarti io scherzavo dai ti spiego un di birre lei va bene
è e passiva si fa trascinare deve prendere un po la serata e indecisa non è convinta piano piano lei mi continua a guardare come se mi volesse dire qualcosa ma si tiene tutto dentro poi a un certo punto mi fa come era qualla marocchina raccontami di lei e le dico tutto lei era tutto l’opposto di te finisco lei l’hai amata io si e lei tu in me cosa ci trovi allora io prendo una canzone che avevo inciso e gliela faccio sentire era in inglese lei non capisce io le faccio la traduzione lei ci rimane e mi chiede quando l’hai fatta a barcellona lei mi pensavi io si e sono stato molto male quando credevo di non poterti vedere mai piu lei lascia la birra e mi afferra la mano ……….non credevo fossi cosi tu entravi eri strano mettevi paura eri diverso e allora le ho spiegato il mio disturbo e del fatto che un gruppo di hacker mi avevano fatto terrorismo psicologico per 5 mesi è che successo subito dopo  che mi sono innamorato di lei. Lei non ha detto una parola mi guardava tra il triste per me e il tenero e poi mi ha detto mi dispiace lei non lo sapevo io come potevi sapere io cercavo di dirti solo cio che provavo lei scusami mi sono comportato da stronza io non lo sapevi lei si avvicina mi abbraccia si allontana un secondo  e mi guarda negli occhi a me esce una lacrima lei perche e me l’asciuga con la mano io non sai da quanto ti ho desiderato affianco a me lei mi bacia intesamente con le sue labra carnose si lascia andare gira con la lingua con dolcezza e passione si stacca mi guarda continua a baciarmi le labbra la prendo dal mento le bacio il naso e poi i suoi occhi verdoni mi avvicino al suo orecchio i tuoi occhi mi hanno fatto innamorare lei si avvicina al mio orecchio e mi dice non avrei mai pensato che una persona mi avesse cosi tanto amato e desiderato per tanto tempo
non parliamo piu arriva la pizza
e ci teniamo la mano ci guardiamo facciamo le smorfie mentre mangiamo usciamo lei e felice contenta soddisfatta calma io la sollevo dai fianchi lei fa un passo di danza la giro a mezz’aria verso di me lei io la tengo in alto la cingo sulla vita lei mi prende il volto con entrambe le mani e mi bacia schiocca lei non voglio andare a bere voglio camminare con te parlammo per ore gli raccontai di barcellona e di quello che avevo fatto a lei sarebbe piaciuto venirci la portai a casa lei mi diede un bacio e mi disse tusei diverso e tu mi fai sentire diversa .l’andai a trovare il giorno dopo al negozio di tatuaggi lei mi venne vicino e mi bacio io le chiesi se potevo vedere mentre lavorava lei disse va benissimo. Sono stato li in silenzio a osservarla tutto il tempo lei mi guardava e sorrideva cazzo guardi io niente cosi le giornate passavano mi allenavo  e continuavo a trovarla al negozio decisi di trovarmi un lavoro a taranto trovai lavoro in un bar come bartender la mia esperienza mi permise di avere subito una grande considerazione la gente accoreva per i miei cocktail e le mie acrobazie sapevo anche gestire contabilita e il pub si affollo presi un aumento nel giro di un mese come bartendermanager e alla fine pubblicai il mio primo libro ebbe un notevole successo guadagnai un po di soldi riusci a comprai una casa e una macchina lei lesse il mio libbro e pianse alla fine e mi disse tu hai passato tutto questo
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segretecose · 5 years
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SKAMIT:
3.3. VENERDÌ 29 MARZO 2019, 22:08
(For English translations 👉 @skamitaliasubs)
F: Amo’? Come mi sta? È nuova.
Ele: Bene.
F: Dai, manco mi hai guardato! Levi ‘sto cellulare? Stai sempre con questo.
Ele: Ma stai uscendo tu?
F: Sì, perché?
Ele: Allora, se ti chiamano le mie amiche, mi raccomando, digli che noi stiamo a casa con mamma, ok?
F: Sì, sì, sì.
Ele: No, Filo, è importante.
F: Ho capito, ho capito.
Ele: Ci stai bene. Fica la giacca.
F: Ok. Senti, ma perché non esci con me anche tu?
Ele: Non mi va.
F: E dai, e dai.
Mi vogliono tutti più bene quando esci con noi.
Ele: Addirittura?
F: Sì.
Ele: Non mi va. Sono stanca.
F: Uffa. Ma passi la serata a guardarti i tutorial di giardinaggio pure oggi?
Ele: Stronzo. Vai.
F: Ok. Ciao.
Ele: Stai benissimo. Sei bellissimo.
F: Sì, ciao.
Ele: Ciao.
[Nota vocale di Ev: Ele, non puoi capire, cioè ti prego, qua è successo un casino. Silvia ha parlato con Edo, adesso si è chiusa in bagno. Non fa entrare nessuno, sta piangendo da un’ora. Richiamami quando ascolti, Ele!]
[Risponde la segreteria telefonica]
Ragazzo: Tiralo fuori tutto, tiralo fuori tutto!
Ele: Cosa?
Elia, Elia! Dov’è Silvia? Silvia, Silvia! Silvia.
El: Su una bici in fondo alle scale mobili.
Ele: Eva!
Ev: Oi, Ele!
Ele: Che sta succedendo?
Ev: Questi due stronzi non mi vogliono far andare a salutare Gio.
M: No, no. Io ho detto, non lo salutare mentre si pacca la ragazza.
Ev: Ma se io lo voglio salutare, ma che ti frega a te! Scusami, eh. No?
Ele: Perché non mi hai risposto alle chiamate?
Ev: Perché c’ho il telefono in silenzioso, Ele.
Ele: Ho capito, ma non importa. Silvia? Silvia?
Ev: Silvia se n’è andata. Ma da mo che se n’è andata Silvia, eh. Con le altre.
Ele: Cos’è successo?
Ev: Allora praticamente è andata là a parlare con Giovan- con Edoardo, scusa. Gio! Oi. Ciao!
G: Oh. 
Eva, ti ricordi Sofia?
Ev: Certo che me lo ricordo. Indimenticabile.
G: Sì.
Ev: Senti se te lo perdi, comunque, non ti preoccupare, perché lui sta in bagno con qualche amico suo a fumare l’erba.
G: No, no, non fumo più.
Ev: Sì che fumi.
G: No, non fumo più.
Ele: Eva, non fa niente. Mi tieni la giacca, per favore?
Ev: Certo. Abituati perché lui...
Ed: Ei. Sei venuta alla fine.
Ele: Si può sapere che le hai detto?
Ed: A chi?
Ele: A Silvia! Se ne è andata in lacrime.
Ed: Che le ho detto, che ne so.
Ele: Eh.
Ed: È venuta da me, mi ha chiesto se ero tornato con la mia ex di Milano.
Ele: E?
Ed: E niente le ho detto di no, che ci eravamo solo visti. Poi ha provato a baciarmi e le ho detto che non ci stavo.
Ele: E di me? 
Ed: Di te?
Ele: Di me che le hai detto?
Ed: E te chi sei, scusa?
Chicco: Oh, c’abbiamo le guardie alla porta.
Ed: Cazzo dici?
Ch: Due guardioni.
Ed: Ma che cazzo dici?
Ch: Non sto scherzando, zi’.
Ed: Vai a dire di spegnere la musica.
Ch: Ok.
Poliziotto: Buonasera.
Ed: Buonasera.
Pol.: Lei è il padrone di casa?
Ed: Sì.
Pol.: Abbiamo ricevuto delle telefonate dai suoi vicini.
Ed: Sì. Sì, scusate. Abbiamo già spento la musica. Quindi...
Pol: Allora non ci siamo spiegati.
Ed: Va bene, ok. Ho capito. Adesso mando via tutti.
Pol: Bene. Noi aspettiamo là.
Ed: Ok. Grazie, scusate.
Rega’. Festa finita, tutti fuori, su!
Tutti: No!
Ed: Eh, lo so. Mi dispiace, dai.
Dai, veloci!
Ele: Eva dove sei?
Ch: Stiamo andando all’EUR, stai a veni’?
Ed: Sì mo vedo.
Ele: Eva? Eva? Eva?
Eva? Eva dove sei?
Ed: Oh, zi’.
F.o: Se beccamo all’EUR, ok?
Ed: Sì, sì. Ciao.
Ele: Oddio, Eva.
Ed: Ei. Sei ancora qua?
Ele: Sì, Eva se ne è andata con la mia giacca, col cellulare, le chiavi, tutto.
Ed: Aia. Vabbè, come ti posso aiutare?
Non risponde?
[Ele scrive: Filo, sono Ele. Mi chiami a questo numero appena leggi?]
Ele: No, gli sto scrivendo un messaggio.
Ed: Quindi?
Ele: Senti, posso chiederti se puoi prestarmi venti euro così prendo un taxi e me ne vado?
Ed: Se non te li do?
Dai, sto scherzando. Certo.
Ele: Grazie.
Ed: Però scusa come fai a entrare a casa se non hai le chiavi?
Ele: Aspetto mio fratello che torna.
Ed: Dove?
Ele: Sotto casa?
Ed: Sì e secondo te ti lascio andare alle due di notte così da sola?
Ele: Non ho bisogno del tuo permesso.
Ed: Però hai bisogno dei miei soldi.
Dai, scherzo.
Senti, facciamo così.
Cosa fai lì in piedi? Siediti.
Facciamo così: aspettiamo che risponda tuo fratello e poi ti accompagno io a casa.
Mh?
Ele: Ok.
Ed: Intanto ti va un po’ di vino?
Ele: No.
Ed: Non ti fidi?
Ele: No.
Ed: Ok.
Ele: Beh, posso aiutarti a sistemare un po’ di cose.
Ed: No, vai tranquilla, sistemo io domani.
Ele: Ma non tornano i tuoi?
Ed: No.
Ele: Abiti da solo?
Ed: Sì, più o meno.
Ele: Cioè?
Ed: Cioè che mio padre lavora fuori, mio fratello vive fuori e tornano ogni tanto.
Ele: Grazie.
Ed: Prego.
Ele: E... Senti, io devo chiederti scusa per una cosa.
Ed: Addirittura?
Ele: Sono seria.
Ed: Ok, dimmi.
Ele: Io non sapevo che... Che tua madre...
Altrimenti non avrei mai detto quelle cose, veramente, scusa.
Ed: Tranquilla.
Però grazie.
Dai, fatti offrire qualcosa. Anche di non alcolico.
Ele: No.
Ed: Dai! Che cosa ti va?
Ele: Grazie.
Ed: Tisanina?
Scusa.
Ele: Ha risposto Filippo?
Ed: No. Non ti fidi? Guarda.
[Video di F.o che dici: Oh, ma ‘ndo cazzo sei? ‘Ndo sei? Chicco Rodi! Chicco Rodi!]
Ele: No, ma se vuoi vai cono loro, veramente. Io mi prendo un taxi.
Ed: Limone o zenzero?
Ele: Non lo so.
Ed: Vai, limone.
Ele: No!
Ed: Ti sta bene.
Ele [imitandolo]: Ciao, sono Edoardo Incanti e mi fate tutti un po’ schifo!
Ed: Sei uguale.
Ele: Lo so. Però mi manca qualcosa.
Ed: Cioè?
Ele: I tuoi meravigliosi riccioli.
Ed: Ti piacciono proprio i miei capelli, eh?
Ele: Di’ la verità. Tu alle medie eri pazzo di “Tre metri sopra il cielo” e hai copiato il look a Scamarcio.
C’ho preso?
Ed: Beccato, sì.
Ele: Questa?
Ed: Sembrerebbe una chitarra.
Ele: No. Questa è l’arma finale.
Ed: Per che cosa, scusa?
Ele: Certo. Tu prima fai lo stronzo con le ragazze, poi te le porti a casa, gli canti una bella canzoncina dolce così loro poi dicono: “Oddio! Edoardo Incanti - che lato sensibile! Ha anche un cuore!”
Sì, sì.
Ed: E tu per chi suoni invece?
Ele: Non so suonare.
Ed: Neanche cantare da quello che mi ricordo.
Ele: E vabbè.
Ed: Posso suonare io per te.
Ele: Sì, ma non sono una ragazza da portarti a letto.
Ed: Tranquilla, ho dei brani per ogni tipo di ragazza.
Ele: Vediamo, vai.
Ed: Ok.
Ele: Così le ragazze le fai addormentare però.
Ed: Vabbè, un attimo.
Ele: Ah. Aspetto.
[Ed canta “Creep” - Radiohead]
[Squilla il telefono]
Ed: Credo che sia per te.
Ele [al telefono]: Filo? Filo?
F: Ei, io sto tornando a casa, tu?
Ele: È successo un casino, poi ti spiego.
F: Ma sei alla festa? Se vuoi ti passo a prendere.
Ele: Tranquillo, ci sentiamo dopo. Ciao.
Ed: Qualche problema?
Ele: Niente, sta a una festa a Viterbo. Non ho capito.
Ed: Ok. Vuoi dormire qua?
Ele: Sì. Ma non con te.
Ed: Ok, forse è meglio che tu non dorma qua.
Ele: Mh. Mi sa.
Camera di tuo padre?
Ed: È chiusa a chiave. Dall’ultima festa.
Però, dai, dormi da me io vado sul divano.
Ok?
Ele: Ok.
Ed: Le lenzuola sono pulite. Io non c’ho dormito, quindi... Non lo so, se vuoi una maglietta, pantaloncini...?
Ele: No, no. Tanto dormo sopra.
Ed: Ok. Allora... Buonanotte.
Ele: Buonanotte.
No, dai.
Ed: Che c’è?
Ele: Niente, mi dispiace che dormi giù.
Ed: Non è che adesso ci stai provando tu con me?
Ele: No, assolutamente. Però non mi va di cacciarti dalla tua camera.
Ma mi fai istituire delle regole.
Ed: Ok. Di che tipo?
Ele: Tipo... Tipo che questa è la tua parte, questa è la mia. Ecco. Suggerisco anche di fare una piccola barriera di cuscini. Giusto per stare più sicuri, ecco. Vedi.
Ed: Ok.
Domani che cosa vuoi per colazione?
Ele: Non faccio colazione qui domani.
Ed: Ok. Cappuccino e cornetto, mi sembra un’ottima idea.
Ele: Quanto sei banale.
Ed: Lo sai, sono molto prevedibile.
Ele: No, sei solo un meraviglioso cliché.
Ed: Che ci vuoi fare, la mia infanzia è stata difficile... Mio papà non veniva mai alle partite di calcio... Lo scotch da pacchi.
[Arriva messaggio]
Ele: Chi è, qualcun altro che devi picchiare?
Ed: No. Veramente è tuo fratello che chiede quando torni perché si è stancato di aspettarti.
Ok, rispondo io.
“Sono talmente innamorata di Edoardo che non riesco a uscire dal suo letto...”
Ele: No. No!
Dammi il telefono.
Ed: No.
Ele: Sì. Rispondo io.
Ed: Cosa stai facendo? Sei nella mia metà del letto. Vai nella tua. Così violi le regole. Vai. Vai.
Ele: Fammi rispondere.
Ed: No.
Ele: È mio fratello.
Ed: No.
Ele: Voglio rispondere io.
Ed: No, torna nella tua metà. Vai.
Ele: No.
Ed: Vai.
Ele: Digli che torno domani.
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Clip 3.3 - Digli che torno domani
F: Amo'. Come mi sta? È nuova.
E: Bene.
F: Dai, neanche mi hai guardato. Levi sto cellulare? Stai sempre con questo.
E: Ma stai uscendo tu?
F: Sì, perché?
E: Allora, se ti chiamano le mie amiche, mi raccomando, digli che noi stiamo a casa con mamma, ok?
F: Sì, sì, sì.
E: No, Filo, è importante.
F: Ho capito, ho capito.
E: Stai bene. Figa la giacca.
F: Ok. Senti, ma perché non esci con me anche tu?
E: Non mi va.
F: E dai, e dai. Mi vogliono tutti più bene quando esci con noi.
E: Addirittura?
F: Sì.
E: Non mi va. Sono stanca.
F: Uffa. Ma passi la serata a guardarti i tutorial di giardinaggio pure oggi?
E: Che stronzo. Vai.
F: Ok. Ciao.
E: Stai benissimo. Sei bellissimo.
F: Sì, ciao.
E: Ciao.
EVA: Ele, non puoi capire, cioè ti prego, qua è successo un casino. Silvia ha parlato con Edo, adesso si è chiusa in bagno. Non fa entrare nessuno, sta piangendo da un'ora. Richiamami quando ascolti, Ele.
[ Segreteria telefonica... ]
[ Informazione gratuita: la chiamata è stata trasferita... ]
RAGAZZO: Tiralo fuori tutto, tiralo fuori tutto!
E: Cosa?
Elia, Elia! Dov'è Silvia? Silvia? Silvia? Silvia?
ELIA: Sulla bici in fondo alle scale mobili.
E: Eva! Eva!
EVA: Oi, Ele?
E: Che sta succedendo?
EVA: Questi due stronzi non mi vogliono fare andare a salutare Gio.
M: No, no. Io ho detto, non lo salutare mentre si pacca la ragazza.
EVA: Ma se io lo voglio salutare, ma che ti frega a te? Scusami, eh. No?
E: Perché non mi hai risposto alle chiamate?
EVA: Eh, perché c'ho il telefono in silenzioso, Ele.
E: Ok, non importa. Silvia? Silvia?
EVA: Silvia se n'è andata. Ma da mo che se n'è andata Silvia, eh. Con le altre.
E: Che è successo?
EVA: Allora praticamente è andata là a parlare con Giovanni...con Edoardo, scusa. Gio! Oi.
G: Ciao.
EVA: Ciao.
G: Eva, ti ricordi Sofia?
EVA: Certo che me la ricordo. Indimenticabile Sofia.
G: Sì.
EVA: Senti, se te lo perdi, comunque, non ti preoccupare, perché lui sta in bagno con qualche amico suo a fumare l'erba.
E: Eva.
G: No, no, non fumo più.
EVA: Sì che fuma.
G: No, non fumo più.
E: Non fa niente. Mi tieni la giacca, per favore?
EVA: Certo. Abituati perché lui...
EDO: Ehi. Sei venuta alla fine.
E: Si può sapere che le hai detto?
EDO: A chi?
E: A Silvia! Se n'è andata in lacrime.
EDO: Che le ho detto? Che ne so.
E: Eh.
EDO: È venuta da me, mi ha chiesto se ero tornato con la mia ex di Milano.
E: E?
EDO: E niente, le ho detto di no, che ci eravo solo visti. Poi ha provato a baciarmi e le ho detto che non ci stavo.
E: E di me.
EDO: Di te?
E: Di me che le hai detto?
EDO: E tu chi sei, scusa?
C: Edo. Zì, c'abbiamo le guardie alla porta.
EDO: Che cazzo dici?
C: Due guardioni.
EDO: Ma che cazzo dici?
C: Non sto scherzando, zí.
EDO: Oh, vai a dire a Fede di spegnere la musica.
C: Ok.
Ci stanno le guardie. Togli la musica.
POLIZIOTTO: Buonasera.
EDO: Buonasera.
P: Lei è il padrone di casa?
EDO: Sì.
P: Abbiamo ricevuto delle telefonate dai suoi vicini.
EDO: Sì, scusate. Abbiamo già spento la musica, quindi...
P: Allora non ci siamo spiegati.
EDO: Va bene, ok. Ho capito. Adesso mando via tutti.
P: Bene. Noi aspettiamo là.
EDO: Ok. Grazie. Scusate, eh.
Regà. Festa finita, tutti fuori, su!
[ No! ]
EDO: Eh, lo so. Mi dispiace, dai. Dai, veloci!
E: Eva! Eva! Eva!
C: A zì, stiamo andando all'EUR, stai a venì?
EDO: Sì, mo vedo.
C: E dai. Daje, daje.
E: Eva! Eva! Eva! Eva! Eva, dove sei?
EDO: Oh, zì. Veloce, dai.
FE: Dai sì, frà. Vado. Se beccamo all'EUR, ok?
EDO: Sì, sì. Ciao.
E: Oddio, Eva
EDO: Ehi. Sei ancora qua?
E: Sì, Eva se n'è andata con la mia giacca, col cellulare, le chiavi, tutto.
EDO: Ahia. Vabbè, come ti posso aiutare?
Non risponde?
E: Filo, sono Ele. Mi chiami a questo numero appena leggi?
E: No, gli sto scrivendo un messaggio.
EDO: Quindi?
E: Senti, posso chiederti se puoi prestarmi venti euro così prendo un taxi e me ne vado?
EDO: E se non te li do?
Dai, sto scherzando. Certo.
E: Ok.
EDO Però scusa come fai a entrare a casa se non hai le chiavi?
E: Aspetto mio fratello che torna.
EDO: Dove?
E: Sotto casa.
EDO: Sì e secondo te ti lascio andare alle due di notte così da sola?
E: Non ho bisogno del tuo permesso.
EDO: Però hai bisogno dei miei soldi.
Dai, scherzo. Senti, facciamo così. Cosa fai lì in piedi? Siediti. Facciamo così: aspettiamo che risponda tuo fratello e poi ti accompagno io a casa. Mh?
E: Ok.
EDO: Intanto ti va un po’ di vino?
E: No.
EDO: Non ti fidi?
E: No.
EDO: Ok.
E: Be', posso aiutarti a sistemare un po’ di cose.
EDO No, ma tranquilla, sistemo io domani.
E: Ma non tornano i tuoi?
EDO: No.
E: Abiti da solo?
EDO: Sì, più o meno.
E: Cioè?
EDO: Cioè che mio padre lavora fuori, mio fratello vive fuori e tornano ogni tanto.
E: Grazie.
EDO: Prego.
E: Ehm… Senti, io devo chiederti scusa per una cosa.
EDO: Addirittura?
E: Sono seria.
EDO: Ok, dimmi.
E: Io non sapevo che…che tua madre…altrimenti non avrei mai detto quelle cose, veramente, scusa.
EDO: Tranquilla. Però grazie. Dai, fatti offrire qualcosa. Anche di non alcolico.
E: No.
EDO: Dai! Che cosa ti va?
E: Grazie.
EDO: Tisanina? Scusa.
E: Ha risposto Filippo?
EDO: No. Non ti fidi? Guarda.
[FE: Edo, ma ‘ndo cazzo sei? ‘Ndo sei? Chicco Rodi!]
E: No, ma se vuoi vai cono loro, veramente. Io mi prendo un taxi.
EDO: Limone o zenzero?
E: Non lo so.
EDO: Vai, limone.
E: No!
EDO: Ti sta bene.
E: Ciao, sono Edoardo Incanti e mi fate tutti un po’ schifo!
EDO: Sei uguale.
E: Lo so. Però mi manca qualcosa.
EDO: Cioè?
E: I tuoi meravigliosi riccioli.
EDO: Ti piacciono proprio i miei capelli, eh?
E: Di’ la verità. Tu alle medie eri pazzo di “Tre metri sopra il cielo” e hai copiato il look a Scamarcio. C’ho preso, eh?
EDO: Beccato, sì.
E: Questa?
EDO: Sembrerebbe una chitarra.
E: No. Questa è l’arma finale.
EDO: Per che cosa, scusa?
E: Certo. Tu prima fai lo stronzo con le ragazze, poi te le porti a casa, gli canti una bella canzoncina dolce così loro dicono: “Oddio, Edoardo Incanti! Che lato sensibile, ha anche un cuore!”
EDO: Dai.
E: Sì, sì.
EDO: E tu per chi suoni invece?
E: Non so suonare.
EDO: Neanche cantare da quello che mi ricordo.
E: E vabbè.
EDO: Posso suonare io per te.
E: Sì, ma non sono una ragazza da portarti a letto.
EDO: Tranquilla, ho dei brani per ogni tipo di ragazza.
E: Vediamo. Vai.
EDO: Ok.
E: Così le ragazze le fai addormentare però.
EDO: Eh, un attimo.
E: Ah. Aspetto.
-
EDO: Credo che sia per te.
E: Filo. Filo.
F: Ehi, io sto tornando a casa, tu?
E: È successo un casino, poi ti spiego.
F: Ma sei alla festa? Se vuoi ti passo a prendere.
E: Tranquillo, ci sentiamo dopo. Ciao.
EDO: Qualche problema?
E: Niente, sta a una festa a Viterbo. Non ho capito.
EDO: Ok. Vuoi dormire qua?
E: Sì. Ma non con te.
EDO: Ok, forse è meglio che tu non dorma qua.
E: Mh. Mi sa. Camera di tuo padre?
EDO: È chiusa a chiave. Dall’ultima festa.
Però, dai, dormi da me io vado sul divano.
Ok?
E: Ok.
EDO: Le lenzuola sono pulite. Io non c’ho dormito, quindi… Non lo so, se vuoi una maglietta, un pantaloncino?
E: No, no. Tanto dormo sopra.
EDO: Ok. Allora… Buonanotte.
E: Buonanotte. No, dai.
EDO: Che c’è?
E: Niente, mi dispiace che dormi giù.
EDO: Non è che adesso ci stai provando tu con me?
E: No, assolutamente. Però non mi va di cacciarti dalla tua camera. Ma mi fai istituire delle regole.
EDO Ok. Di che tipo?
E: Tipo… Tipo che questa è la tua parte, questa è la mia. Ecco. Suggerisco anche di fare una piccola barriera di cuscini. Giusto per stare un po' più sicuri, ecco. Vedi.
EDO: Ok.
Domani che cosa vuoi per colazione?
E: Non faccio colazione qui domani.
EDO: Ok. Cappuccino e cornetto, mi sembra un’ottima idea.
E: Quanto sei banale.
EDO: Lo sai, sono molto prevedibile.
E: No, sei solo un meraviglioso cliché.
EDO: Che ci vuoi fare? La mia infanzia è stata difficile, mio papà non veniva mai alle partite di calcio…lo scotch da pacchi.
E: Chi è? Qualcun altro che devi picchiare?
EDO: No. Veramente è tuo fratello che chiede quando torni perché si è stancato di aspettarti. Ok, rispondo io. “Sono talmente innamorata di Edoardo che non riesco a uscire dal suo letto.”
E: No. No! No, fermo, scusami.
EDO: Aspetta.
E: No, no. Dammi il telefono.
EDO: No.
E: Sì. Rispondo io.
EDO: Cosa stai facendo? Sei nella mia metà del letto. Torna nella tua. Così violi le regole. Vai. Vai.
E: Fammi rispondere.
EDO: No.
E: È mio fratello.
EDO: No.
E: Voglio rispondere io.
EDO: No, torna nella tua metà. Vai.
E: No.
EDO: Vai.
E: Digli che torno domani.
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ihaveadream96 · 5 years
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Ore 08:00 sono in treno per Zurigo ho un appuntamento importate alla stazione centrale…. Ore 10:00 arrivo ed eccolo li che dopo un anno lo rivedo… -ciao Sally e bello rivederti sai non sei cambiata proprio ma sei sempre bellissima -ciao John anche tu non sei cambiato sai? -vogliamo andare a bere qualcosa? -si certo Arriviamo in un bar ci sediamo e prendiamo due caffè -allora dai raccontami qualcosa di nuovo come ti trovi in Germania -bene bene e molto bella il lavoro anche mi trovo molto bene tu? -bene dai solita vita casa lavoro -Juliette? Allora ora convivete -eh si… da un pò tu invece -io cosa? -ragazzi? Non dirmi nessuno che non ti credo non passi di certo inosservata tu!! -ora non esagerare non sono tutto sto granché -modesta come sempre ti sottovaluti un pò -non e quello lo sai mi reputo. Normale io… -si vabbe non cambiare discorso ora -John lo sai non esco da una situazione facile… ma si ho conosciuto uno ma…. -ma? -HO PAURA Jon… -di cosa? -di rimanerci male… non sto programmando nulla la sto vivendo così -ehi tu non devi programmare mai nulla devi vivertele le cose se sarà sarà altrimenti morto un papa se ne fa un alto ehi tu hai tantissime capacità hai tutto e non hai bisogno di un idiota tu sei forte Sally io ti conosco bene non abbatterti subito hai coraggio caccia quel carrattere una volta tanto e fatti vale sempre… -hai ragione… -com’è che si chiama? -vuoi proprio saperlo? -bhe se non  vuoi… -Si chiama come te…guarda che caso non credi? questo altro John si innamorerà di me… -perchè ora dici così… lo sapevi cosa era fra di noi -si ma la mia domanda era diversa…. -te lo auguro sally te lo auguro con tutto il cuore… CI ALZIAMO DAL TAVOLO JOHN VUOLE FARMI VISITARE LA CITTà….. -allora com’è Zurigo ti piace? -si molto già sapevo che mi sarebbe piaciuta -poi con me e tutta un’alta cosa di la verità -scemo…Juliette e a lavoro giusto? -si si -lo sa che sei con me vero? -Sally no… Juliette non sa nulla di te e della nostra storia…. E che noi siamo ancora in contatto anche se orami non ci vedevamo più… -sei sempre il solito sai.. -cosa dovrei dirgli scusa…. -nulla appunto fai le tue decisioni.. -se lei sapeva di te io non sarei qui ora… e lo sai avevo tanta voglia di vederti nonostante tutto… -anche io perciò sono qui…. -mi spieghi una cosa? Sally perché e finita cosi fra me e te… noi stavamo bene ricordi…. -Jon non poteva continuare tu anche lo dicevi sempre….e poi c’è Juliette ora cosa vorresti fare scusa… -si e vero ma perché eliminarmi cosi da un giorno all’altro dalla tua vita -e stata. Una  decisione di Alexander… -il tuo ex… -si… io dopo di te non capivo se ero in grado di amare ancora oppure no… ed  ero troppo affezionata a lui ha scoperto i tuoi messaggi e ti ha bloccato ovunque io non volevo perderlo poi ha fatto il bastardo lui ma questa e un’altra cosa io avevo la coscienza pulita perché lo volevo bene…. E ci tenevo molto ecco tutto… -aspetta dopo di me cosa non eri in grado di fare? -di amare -ma con me questo che cosa c’entra? -ecco… non te ne sei mai accorto vero? -Sally ti prego lo sapevi come stavano le cose fra me e te….. -si lo so ma era impossibile non amarti mi dispiace tu sei stato il mio primo tutto Jon mi hai notata quando ero invisibile...e io già so che potrò cambiare posto posso conosce milioni di persone ma una parte di te sarà sempre in me e questo non posso cancellarlo mi dispiace  -sally io so solo che ti voglio un mondo di bene  -anche io John -dai vieni qui abbracciami... CI DIRIGIAMO VERSO LA STAZIONE ORMAI E TARDI IO DEVO TORNARE A CASA E JON DEVE ANDARE A PRENDERE JULIETTE A LAVORO... -Eccolo e quasi arrivato il mio treno -mi ha fatto piacere rivederti sally davvero si forte e non mollare buona fortuna spero di vederti presto -anche io John fa il bravo mi raccomando... -sally sai io vorrei ritornare come prima... -jon ora hai una nuova storia...convivi insieme a lei.. portale rispetto io ti terrò sempre dento di me te l'ho detto ma ormai il nostro tempo e scaduto.... -ma sally -niente ma... -ti voglio bene fa buon viaggio e sta attenta... -a presto jon....
ihaveadream
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Urgente bisogno di parlare di questo libro qua. Come scritto ieri a una mia amica (ero ancora a pagina 60qualcosa) riconfermo pienamente il mio giudizio tranchant (ma avendo sognato di diventare un piranha cercherò anche i lati positivi a un certo punto): “Sciatto, non si sente nessuna voce, lo stile è un’utopia che non si lascia nemmeno accarezzare da lontano, la storia è la mera (e in letteratura, ‘mero’ non è MAI buono) riproposizione dei fatti dell’attualità [per altro attualità mainstream] in un realismo desolante da blog post-adolescenziale col vago retrogusto di personal essay che non ce la fa”. io non ritiro nulla di tutto ciò, ma è ovvio che di fronte alla buona e buonissima accoglienza di stampa e vari addetti ai lavori, operatori culturali, esperti di Internet culture, RAV, tutti presissimi a tesserne le lodi... Io mi senta un po’ un’outsider che non ha capito la portata. oppure no, oppure il mondo di cui parlo è una minuscola cellula autoreferenziale, ombelicale dove il do ut des non è la mazzetta fisica, ma simbolica (evasione fiscale quasi preferibile, almeno è fatta di soldi). ed essere outsider può preservare una sua purezza, una sua bellezza.
Quindi, dicevo, questo libro ha per me tutte quelle pecche là. Perché davvero bastava la Teoria della Classe Disagiata, non serviva il riadattamento narrativo. AH SCORDAVO DI DIRE: TRATTASI DI AUTOFICTION. Ah, molto meglio sì, ah ok, adesso il libro ha un senso di vivere di vita propria perché è il combustibile per il nuovo filone, ah ok, allora ora siamo tutti a posto, madonna meno male, mi stava pigliando male. Invece no, abbiamo salvi la vita! Visto che l’autofiction esiste, deve esserci a disposizione del materiale organico con cui nutrire la categoria ché se no decade e se decade poi di che parliamo? Nell’ultima settimana ho letto 4 romanzi di esordienti italiani e, porca pupazza, TUTTI E QUATTRO SONO AL PRESENTE E IN PRIMA PERSONA. that’s what I call ‘cavalcare bene un’onda’, bravi e brave. 
Ma non lasciamoci traviare dall’astio, no, riportiamo tutto al proprio posto e diamo a questo libro ciò che si merita (cioè nulla): non è che, visto che si narrano i fatti (assolutamente inessenziali. La realtà avrebbe comunque fatto il suo decorso e lo Spirito della Storia non si sarebbe incrinato) allora questo significa un tana libera tutti per quello che riguarda la remotissima possibilità di avere uno stile curato, o una propria voce. Invece sapete cosa? Lo stile dell’autrice si riduce all’essere in vita, in quest’ordine: - lei respira - lei è alfabetizzata e sa far di conto - le è stata fornita un’istruzione - le è stato fornito un mentore che ha creduto nella sua scrittura (poretta) - è una donna e ha “that kind of” senso dell’umorismo misto a understatement che ha anche un po’ rotto i coglioni, eddai, andiamo avanti - appartiene a una generazione di perdenti (anche io, eh, e chi si sottrae) - ha letto RAV ché è un amico di amici e tutti si danno di gomito
La ricerca linguistica e lo spessore del registro sono inesistenti, mi sono sforzata di leggere alcune frasi a voce alta per sentire se almeno girassero bene. Ma no, non è così. È un’opera voluta dall’alto che, però, come storia non può che nascere dal basso della banalità e della mediocrità, novello libretto rosso a uso e consumo della classe disagiata e delle sue issues con i beni posizionali. Bene. Lo diciamo? MACHICCAZZOSENEFREGA, ma non bastano Vice, The Vision, BuzzFeed o quel che l’è, che battono di continuo il ferro sulla nostra generazione? E fanno un lavoro socialmente utile, sia chiaro, per quanto la qualità a volte manchi. Ma almeno ha l’aspetto del giornalismo, l’occhio lungo dei dati, la boccata d’aria della pluralità. E ‘sto libroide di autofiction invece no, ha la claustrofobia della storia noiosa e rompipalle, dei dettagli insignificanti, di un tipo di depressione e indecisione che conosco bene e - vi svelo un altro segreto - tutte le persone di questi ceti qua, di questo tipo di letture, di questo genere di convenzioni e mode... LO SANNO GIÀ TUTTI E TUTTE. Perché, al di fuori di questa cerchia di barbagi che siamo tutti insieme (vi sto idealmente allungando una mano per entrare nel fango insieme, dai che c’è posto), è un libro inutile, che cerca di occupare spazi già presidiati che però altri presidiano in modo maggiormente perspicuo (giornalismo narrativo, personal essay, e altre forme ibride ecc ecc ecc), e invece io mi son dovuta rompere i coglioni per 217 pagine a leggere de ‘sta pora stronza che colleziona dottorati su dottorati senza senso, va alla Holden, scrive su Whatsapp tutto il giorno e sta  su Instagram a deprimersi. MA CAZZI TUOI MA BASTA. io non sono proprio il tipo che va cercando evasione nella letteratura, anzi, proprio per questo sono tremendamente avvoltolata nella non fiction, ma vado alla ricerca di bellezza e di storie vere, quando queste valgono la pena. E non tutte le storie la valgono, davvero. La tua, per me, Cecilia, non vale nemmeno un attimo delle ore che ti ho dedicato e mi dispiace, perché all’inizio avevo scritto che sarei stata anche buona a un certo punto, ma io non ce la faccio, non so come si imposta un discorso equilibrato, sento solo che c’è un modo giusto di dire che una cosa non mi piace e questo modo è squartare la cosa fino in fondo. Lasciando nessun colpo intentato.
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afterthenight-18 · 5 years
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- Te sta cosa non me la dovevi fare!
- Papà…
- Zitto! Di tante che ce ne hai fatte a me e a tua madre... questa proprio no.
- Io non…
- Muto! Devi stare muto! T'ho dato un solo schiaffo in vita mia, ma giurosuddio che se apri ancora bocca t'arriva il secondo.
- …
- È colpa nostra? Siamo stati poco attenti, poco presenti, dei cattivi genitori?
- No.
- T'abbiamo fatto mancare qualcosa?
- No…
- E allora me lo dici perché?
- Non lo so. È successo è basta.
- È successo e basta! L'hai sentito? È successo e basta! Ma ste cose non succedono! Bisogna andarsele a cercare, cazzo! Te sei un ragazzo tanto intelligente, sensato, con la testa sulle spalle... io veramente non lo so, guarda… E da quanto va avanti?
- Da tanto. Praticamente da sempre.
- Praticamente da sempre. È perché l'hai visto fare ai tuoi amici? T'hanno costretto? È quel Sergej?
- Ma no, no, papà, cosa dici. Sergej non c'entra niente.
- Guarda tua madre. No, adesso tu guardi tua madre. Lo vedi che piange? Lo vedi che le hai fatto?
- Mi…
- No! Non azzardarti neanche! Guarda che parte un ceffone!
- Sto solo cercando di...
- Lo so cosa stai cercando di fare. Ed è disgustoso. Io non t'ho cresciuto così.
- Perché non c'hai detto niente?
- Mamma...
- Perché non ne hai parlato con noi, non ti sei confidato?
- Mi vergognavo.
- E faceva bene! Facevi bene!
- Non è colpa mia, mi viene così, non riesco a fermarmi.
- Balle! Ascoltami bene, tu adesso o ti dai una regolata o io e te abbiamo chiuso.
- Papà…
- Non voglio sentire.
- Scusa.
- Fuori da questa casa!
...
- L'hai detto ai tuoi?
- Sì.
- E come l'hanno presa?
- Malissimo.
- Certo che pure te...
- Oh non ti ci mettere anche tu, Primo.
- Va bene, se vuoi non mi ci metto, però sei un coglione. Ti rovini la vita.
- Cazzi miei.
- Eh no, se permetti sono cazzi un po' di tutti. Io lo sai che non ho mai approvato, però son stato zitto e tante volte t'ho coperto, mi son sforzato di capirti, di mettermi nei tuoi panni. Ma sto giro, veramente...
- ...
- Dai, raccontami di nuovo cos'è successo. Ricostruiamo per bene.
- Io avevo bevuto. Parecchio.
- Okay.
- E stavo guidando.
- Continua…
- Stavo andando a casa della mia ragazza, e con me c'era un'altra.
- Un'altra?
- Un'altra donna.
- D'accordo.
- Ed eravamo fatti e ubriachi. E non… non l'ho visto. Se l'avessi visto sono sicuro che avrei…
- Chi?
- Il gatto di Lei. L'ho investito. L'ho ucciso.
- Va bene. E poi?
- E poi niente, lei ovviamente c'è rimasta malissimo. E io le ho chiesto scusa.
- Che cazzo...
- Dai, Primo.
- Dai niente. Io veramente in 'sti momenti non ti riconosco più. È come guardare un estraneo. Ma come t'è venuto in mente dico io. Come t'è venuto in mente di chiederle scusa?
- Io non lo so. Non lo so, va bene! È successo e basta!
- No che non va bene. Ma come te lo dobbiamo far capire che non va bene! Cristo, sembra che tu non sappia stare al mondo. Ma ti rendi conto che se vai avanti così sta cosa t'ammazza?
- Dai, adesso non esageriamo.
- Non esageriamo? Guardati intorno cristo, chi altro lo fa? Chi altro chiede scusa? Ti sembra un comportamento appropriato? Normale? Sano? Mio cugino era come te. Te lo ricordi Antonio sì? "Mi dispiace", "è colpa mia", sempre co' sto braccio alzato quando tagliava la strada a uno.
- Me lo ricordo.
- E ti ricordi pure il funerale?
- Sì…
- E allora, cazzo! Tu sei il mio migliore amico e non voglio perderti per sta stronzata che chiedi continuamente scusa.
- Ho paura di non riuscire a farne a meno.
- Lo so, lo so. È così che ti frega. Ti fa sentire bene un attimo e poi si porta via tutto. Però devi essere forte. Devi provare a resistere alla tentazione.
- Non lo so se sono capace.
- Devi! Guardati attorno, nessuno chiede scusa, nessuno si prende la responsabilità di un cazzo in sto paese, perché devi cominciare proprio te?
- Mi viene spontaneo, se faccio una cazzata…
- Se fai una cazzata non dici niente. Come tutti! Cos'è? Manie di protagonismo? Bisogno di stare al centro dell'attenzione? Non t'hanno allattato da piccolo? La prassi è tenere un basso profilo e valutare di volta in volta. Ad esempio: sto gatto è morto?
- Sì.
- Siamo sicuri?
- Beh, sì, era tutto una macchia.
- Va be', e anche fosse? Chi ce lo dice che è proprio il suo?
- Ma l'ha riconosciuto.
- Ma cosa vuoi che abbia riconosciuto. L'hai detto te che era una macchia. E poi i gatti, si sa, son tutti uguali.
- Al di là del gatto, ho pure sfasciato l'auto (che era la sua) e le ho distrutto il muretto di casa.
- C'è una sentenza?
- No… non ancora…
- Sta cosa è passata in giudicato?
- No.
- E allora tu devi stare zitto. Chiedere scusa è un'ammissione di colpa, come te lo devo dire!
- Ma io sono colpevole.
- Madonna santa. Ma non la guardi la televisione? Il telegiornale? Nessuno è colpevole! Nessuno! Mai! Te lo dobbiamo tatuare in fronte? Nella vita vera se hai sbagliato, ammesso che qualcuno possa provarlo, stai zitto finché tutti se ne sono dimenticati.
- Io credevo…
- Credevi non ci sarebbero state conseguenze. Ma ricordati, chiedere scusa si porta sempre dietro un'infinità di orribili conseguenze. Ed è la cosa peggiore che puoi fare a te stesso e a chi ti circonda. Guardami, io ti conosco da quindici anni e so che sei meglio di così.
- Mi dispiace...
- Dio, sei senza vergogna! Anche qui! Mentre ti sto parlando!
- Scusa!
- Basta! Smettila! Ti rovini la vita!
- Io… io… non riesco a controllarmi…
- Shh. Shh. Lo so, lo so. La affrontiamo insieme. Ne usciamo insieme…
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Ciao, sono Babbo
Oh oh oh, Merry Christmas, giovanotto: vieni qua, siediti sulle mie gambe e fai avvicinare anche tua madre, che le devo parlare un attimo. Dimmi cosa vuoi per Natale e ah, non preoccuparti se non ti guardo negli occhi, c’è tua madre che si sta abbassando per prendere una cosa che mh, così, scendi ancora un po’, fai vedere tutta la scollatura. Continua così, mh, altro che Befana.
Se senti qualcosa di strano nei miei pantaloni non preoccuparti, è solo un dolcetto natalizio che ti donerò appena potrò.
Ah, cazzo, è vero; mi son dimenticato che questa è una lettera; mi pagano davvero troppo poco per questa merda. Cazzo.
Oh oh oh bel bambino, indovina chi è che ti scrive? Gesù? No ma che cazz, FaviJ? Sono io, Babbo Natale, in carne, ghostwriter e ossa! Marmocchio che non sei altro, come fai a non riconoscermi?
Sanno tutti chi sono, ogni bambino da qui all’altro capo del mondo. Cazzo, ‘sto Fortnite li ha bruciati tutti ‘sti ragazzini. Epic Games, se ci sei, inserisci il mio costume nel gioco, ok?
Dimmi, com’è che ti chiami? Ah già, che sbadato, non posso saperlo perché, appunto, questa è una lettera. Rudolph, stai zitta un po’, non li ho i soldi dello sciroppo, soffri in silenzio grazie, che mi distrai.  
Se la stai leggendo vuol dire che, almeno una volta nella tua vita, me ne hai inviata una e volevo scusarmi con te: non sono riuscito mai a rispondere a nessuna di esse; sai, i folletti sono faticosi da gestire e non ho mai avuto il tempo per farlo. Non per maleducazione, sono pur sempre Babbo Natale.
Inoltre, per fare prima e tagliare la testa alla renna, sto inviando questa stessa lettera a tutti i bambini nel mondo che hanno le madri con la 4° di seno. Ho pur sempre i giocattoli da fabbricare, che credi? E, poi, i bastoncini natalizi mica si fanno da soli, no? Blitzen come si chiamava questa tecnica? Morto di che? Contattata tutti i bambini e fatti ringraziare dalle madri? Blitzen, le sai tutte tu, è incredibile. Toh, beccati un biscotto. Brava renna, brava. Pat pat.
Mh, scusa se questa lettera conterrà briciole, sto ancora mangiando i biscotti del 1999: saranno anche duri, ma nel latte son sempre buoni. Quelli marci però li do alle renne, sembrano gradirli particolarmente e mi dispiace farle morire di fame, anche perché sono vegetariane, o meglio, le ho costrette io a esserlo. Mi hanno mangiato tutti i folletti una volta, che tragedia.
Polizia, scientifica, pure la Finanza è venuta a controllare tutti i miei giri d’affari; fortuna non hanno beccato lo spaccio dello zucchero a velo, lì si che si fanno i soldi.
Oh oh oh, *coff coff*. Sai, andare in giro casa per casa mi farà morire un giorno di questi, ‘sti cazzo  di ragazzini non si vaccinano più e la colpa è delle madri perché si sa, i padri sono buoni solo a picchiare i figli con la cinta e ubriacarsi. Che bella la vita, nel 1973.
Non posso nemmeno costruirmi un vaccino, le aziende di giocattoli mi mandano sempre i template delle Barbie e delle macchinine, quando capiranno che i bambini hanno bisogno di vaccinarsi, dico io. Ho pure l’idea, un bambolotto con le siringhe per lei e una macchinina alimentata a buchi nelle braccia per lui anche se mh, potrebbe alimentare il consumo di droga. Cazzo. Folletti sostitutivi, interrompete tutto, realizzate questa roba e muovetevi.
Oh oh oh, stavamo dicendo? Ah già. Come stai? Ok, domanda di rito fatta. Che manca? Ah già, tua madre va ancora in palestra?
Mi ricordo di te, sei quello che, quella volta, ha chiesto che i genitori si lasciassero, non è vero? Ah, non sei tu, mh; allora sei quello che mi ha chiesto come si facevano i figli? Ah, allora i 50€ che hai trovato in questa lettera rimandameli, se trovi in giro foto compromettenti che mi ritraggono non guardarle e segnalale alle autorità competenti.
Maledette fake news, stanno rovinando il mondo intero.
Ahhh, tu sei quella che aveva chiesto Action Man passione botte con la cintura. Ora sì che mi ricordo. Come sta tua madre? Santa donna, me la ricordo ancora, che notte quella del Natale del 2000. Altro che i biscotti e la tazza di latte scremato. Ci son pure quelli che mi danno il latte di soia, che schifosi, mamma mia. Dai, arriviamo al dunque, che è Natale e abbiamo tutti da fare tranne te, perché stai leggendo questa lettera invece di aprire i regali. O li hai già aperti ma *spoiler* fanno schifo, come fai schifo anche tu, persona che non ha mai capito, ehm, oh oh oh.
Mi ricordi in che mese sei nato? Settembre eh? Mh. Mi passi il numero di tua madre, in risposta a questa lettera?
Comunque, caro/a, è Natale. Gli uccellini cinguettano, i bambini scartano i regali di Natale, le persone mangiano come se nello stomaco avessero un termovalorizzatore e le persone si vogliono bene e stanno insieme, per festeggiare e perché no, odiarsi, seduti ad un tavolo imbandito con le peggio porcherie. Oppure amarsi, ma questa è una cosa un po’ più rara.
Lo sai tu e lo so io, questa è una lettera che hai ricevuto perché nessuno ha avuto la voglia di scriverti qualcosa, no? Sei sola a questo mondo e io, oh oh oh, sono l’unico che ti sta considerando; Babbo Natale, una persona che non esiste.
Sei triste? Fai bene ad esserlo. Lo sarei anche io, se fossi in te.
Cos’è che non va, caro/a? Sei solo, a questo mondo? Oppure la ragazza che ti piaceva non ti calcola minimamente? Oppure c’è qualcosa che non va?  La tua vita va a rotoli, per caso?
O hai preso 25kg, non hai un lavoro, i tuoi genitori ti odiano (e fanno bene, aggiungerei) e non hai un successo nella tua vita manco a pagare? Beh, se è questo il caso, che ne stai facendo della tua vita? Ma hai ragione, chi cazzo sono io per dirti queste cose? Eh beh, io non sono Babbo Natale, ma sono la tua coscienza. No scherzo, sai che schifo essere te? Preferisco essere il folletto che mi lava il wc dopo che mi sono abbuffato di biscotti.
Che credi, che questo mondo sia solo dolcetti, regali e neve che cade?
Beh, il mondo è una merda, e te lo dice Babbo Natale. Dai, davvero, credi che essere me sia facile? Fattelo dire, non c’hai capito un cazzo. Per 364 giorni all’anno sono sostanzialmente solo, a gestire i folletti e a fare regali, regali, regali, per i bambini di tutto al mondo e per cosa? Per un loro sorriso? Loro sorridono per il regalo in sé, e non per il mio gesto, che ha bisogno di giorni e giorni di preparazione e tanto tanto impegno.
“Ma certo, sei Babbo Natale, tu sei il più buono di tutti” e invece no, non lo sono. E tu che credi, che il mondo stia aspettando te? Che credi, che il mondo stia aspettando di vedere le tue qualità, le tue capacità e le tue passioni? Il mondo non è alla tua mercé e non sta aspettando te e, anzi, sappi che sei solo un prodotto, un prodotto alla merce del mondo. Che credi, che il mondo voglia solo te?
Il mondo non ti vuole, non ha bisogno di te e può fare benissimamente a meno della tua presenza.
Befana, che ti dico sempre? I denti non vanno usati, cazzo. Due ne hai, pure marci, e sei in grado di farmi male ogni volta, ogni dannatissima volta. Lo vedi questo bastoncino da zucchero? Guardami attentamente. Apri la bocca, per bene, così; ora metti le labbra a canotto, no non chiudere la bocca, lasciala un pochino aperta, così e poi, con calma, ti avvicini e fai quello che devi fare. Non mi sono nemmeno sporcato la barba, hai visto? Ci voleva tanto. Folletto, ma per caso stai ancora scrivendo? Ti avevo detto di inventarti un finale e chiudere la lettera, che incompetente che sei. Mi sa mi sa che ti regalo a Rudolph, ogni tanto hanno anche bisogno di mangiare carne, 'ste povere renne.
Dov’eravamo rimasti? Ah già, oggi è Natale.
Com’era il detto? Siamo tutti più marpioni, ehm, buoni, vero? Auguri, di Buon Natale.
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martaemedea · 6 years
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I migliori anni
Quando qualcuno mi si accosta e, quasi con invidia e una punta di presunzione di chi sa come vanno certe cose perché ci è già passato, mi dice: “Questi sono gli anni migliori della tua vita”, vorrei anche sputargli dritto in un occhio. 
Parlare di “anni migliori” in tempi così nefasti per vivere l’età più bella della vita, il fiore di ogni tempo appena sbocciato, parlare di possibilità, di porte che si aprono verso il futuro, di occasioni, treni che partono solo una volta, che non tornano o forse lo fanno ma tu sei già troppo avanti o troppo indietro, mi sembra come parlare della Sagra della porchetta a un bambino del Biafra.
Ecco, sì dai, rendetevi anche un po' conto: non è facile per un giovane di oggi essere "giovane". Se va bene devi sbracciarti e sgomitare fra mille insidie ​​e mille imbrogli, perché viviamo in un mondo bastardo e in un momento storico che non ci favorisce, e chi ha già una posizione non vorrà mica farsela fregare sotto il naso dal primo sbarbatello di turno. Questo comunque, che tu abbia o meno la tanto agognata "raccomandazione", che per i più pigri sarà sempre un miraggio, finché non capiranno che a questo mondo nessuno ti regala niente. 
Se ti va male dovrai comunque conquistare una posizione, mangiare la merda per anni in quella che i tuoi capi chiameranno “gavetta”, e che serve solo a giustificare il loro sfruttamento delle tue capacità, che verranno impiegate per mansioni infime che nessuno intende svolgere e che saranno sottopagate. E mentre tu cerchi di tirare a campare con 50 euro al mese, arriva il ragazzetto figlio di papà, con il successo già in tasca, che leccando sfinteri anali a destra e a manca, l’instancabile e inamovibile slinguazzatore, riuscirà anche a scavalcarti.
Per non parlare, poi, di quelli di noi che si sono fatti un mazzo tanto all’Università, lavorando per mantenersi (eh sì, cari i miei sostenitori de “i giovani d’oggi sono bamboccioni e choosy” dei miei stivali), prendendo lauree, controlauree, master con i controcazzi, mazzi e ramurazzi, per poi presentarsi all’azienda del proprio Paese e sentirsi dire: “Mi dispiace, sei troppo qualificato per i nostri standard”. Allora emigri e speri di non dover più rimettere piede in una terra così ingrata, che non riconosce le tue qualità, che resta così strettamente e irrimediabilmente legata al passato da non avere più alcuna visione verso il futuro. Lasci affetti e radici, fai fagotto e trovi fortuna all’estero, esportando il tuo talento in una dimensione che ti sforzi di fare tua, ma in fondo un pezzetto del tuo cuore sarà sempre legato a quei ricordi, a quei profumi, all’odore pungente di mare e salsedine d’estate e al freddo infame degli inverni che sembrano non finire mai.
La nostra generazione, che ha fatto propri i valori del sacrificio, s’incazza quando sente dal nulla arrivare il buontempone a ribadire la massima: “Di cosa ti lamenti? Questi sono gli anni migliori della tua vita”.
Sì, va bene, per carità, sarà anche così, ma quanto ci piacerebbe per una volta sentirci dire: “Hai tutto il diritto di lamentarti”.
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giorgiacascino · 7 years
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AUGURI AMORE MIO!
11 mesi.. 11 cazzo di mesi. Tra cui 8 fenomenali e 3 burrascosi. Ma chi c'aveva voglia di provare una vita senza di te? Io ti avevo promesso di starti vicino. Di stare con te pure con le 1000 difficoltà. Meglio lottare che stare una vita senza di te. Ma non la pensiamo tutti allo stesso modo. È passato quasi un anno. Un anno che rifarei per tutta la vita. 11 mesi passati con te valgono più di 19 anni passati con una qualunque. Una donna così l'ho sempre voluta. Un po' acida, piena di problemi mentali, fissazioni strane, paure grandi, mostri incazzati, con giusto un po' di orgoglio. Giusto un po' eh. L'ho sempre voluta una donna piena di tutto questo. Ho sempre voluto solo te. Piena di un mondo oscuro, quasi nascosto. Ti sopraffacevi di pensieri cupi e inquietanti che m'incuriosivano, di stanze chiuse a chiave. E volevo entrarci dentro, non volevo e nemmeno potevo cancellare tutto il passato e le sofferenze ma volevo soltanto trasformarli in punti di forza. Perchè piccola tu sei forte. Ma non forte come dicono tutti e poi ti lasciano sgretolare a poco a poco. Forte nel vero senso della parola. Chi avrebbe mai avuto un sorriso e un "sto bene" sempre pronto con il mondo addosso? Pensando che potesse essere molto più pesante? Ti stava schiacciando. Ti sta schiacciando. E secondo te io non lo vedo? Tu puoi anche non parlare e allontanare la gente. Ma non tutti sono stupidi. Non tutti sanno leggerti. Sei rara. Non sei per tutti. Non tutti sanno che mangi per il nervosismo, o non mangi completamente perché ti secca pure masticare. Nessuno sa quanto i tuoi silenzi ti stiano logorando. Non sanno nemmeno sotto la doccia fissi il vuoto a volte. O forse sempre. Nascondersi pure a casa fa male. Nessuno sa i pianti e nessuno vuole ascoltarti, urli pure stando zitta ma niente. E a me non dai modo. Nessuno sa quanti calci in culo hai preso, quanti "no" per forza hai detto, nemmeno quanti "si" hai detto per pensare sempre un po' agli altri. Non sanno che tu aggiusti le persone perché nessuno lo fa con te. Tanto meno nessuno sa quanto sei bella struccata e con la coda, con il pigiama e tutta la tua bellezza. Non sanno che ti tuffi dentro i libri con quell'anima fragile, rivedendoti per il più delle volte dentro quelle storie. Che rivedi pezzi della tua vita in tutte quelle parole, frasi e contenuti. Probabilmente tu pensi che io non ci veda. O che non capisca. Ma il mio pollo lo conosco. La mia rarità la conosco. Non ti conosco bene ma a me piacerebbe conoscerti meglio di me. Ogni giorno. Ho sempre corso con te per la paura di perderti. Tu hai provato ad inseguirmi ma ad un certo punto ti sei fermata. Ed io? Beh.. bella domanda. Dove sono finita? Ancora questo non si sa. 11 fottuti mesi che ti amo e sono qui. Sola, sul nostro letto. L'1 ottobre ci siamo conosciute e io c'ho perso la testa. Amore a prima vista, un amore per te che non ha limiti. Ma sono felice. Perché il mio primo posto lo riservo a te. A te che sei tutto quello che c'è di bello in questa vita. A te che mi tratti male pur non volendo. A te che ormai sei scomparsa. A te che ogni tuo sorriso che ti apparteneva ti rendeva oro. Con le vesti di un mostro e gli occhi da bambina. Ma come potrei mai non amarti? Come potrei mai dimenticarti? Se non fosse per il tuo fantastico contrasto non sarei qua a ricordarmi della mia fantastica donna. Io avrò perso la guerra ma fortunatamente ho avuto il coraggio di affrontarla. Anche se per poco. Ci sono inciampata in quegli occhi marroni. Mi ci sono immersa. Ma non ci voglio uscire più. Ho sentito freddo all'impatto ma con me avevo portato una coperta. Io sono qui. Nascosta in mezzo ai pezzi del tuo cuore. Un poco ammaccato vero amore? Si sta polverizzando. Mi ci sono seduta accanto però. Lo sto abbracciando da un mese. Sento tanto freddo qui. Ma non mandarmi via, non mi dispiace passarci un po' di tempo. Che c'è piccola mia?. Cosa cazzo c'hai. Vieni qui che ne parliamo tutta la notte. Levati gli occhiali, spogliati di ogni paura, spogliati di ogni sorriso finto, libera quegli occhi da tutto il male, metti la testa sul mio petto che ti tocco i capelli. Fatti accarezzare come ti accarezzavo io. Se hai voglia di piangere fallo..non ti guarderò, vieni qui e mettiti a pallina che ti nascondo da tutti sti infami. Pure da me. Ti amo, immensamente tua. Solo ed esclusivamente la tua donna. Buonanotte amore della mia vita, sei e sarai sempre con me. La mia casa sei, +11! Auguri a noi! A quelle noi di una volta. My wish.
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Finallyyyyyyyy Backkk!!! Oggi, per la prima volta, dopo 1 mese e mezzo di inattività sono finalmente ritornata in palestra. Mi mancava proprio quel posto. Appena entrata ho sentito quell'odore, le facce conosciute e familiari, mi hanno ricordato tutti i momenti belli, dolore, sacrifici, vissuti li dentro. Ho subito notato qualche cambiamento, ma vabbe questo non interessa… Mi sono specchiata e mi sono vista diversa, cambiata, più minuta, sembravo un po’ quelle false fit girl che vengono in palestra solo per sfoggiare il nuovo completino. Ma ero un po’ triste, non ero venuta li per allenarmi seriamente e cercare di fare il booty da Niger, ma per fare fottuta noiosa inutile cardio. Non so quante volte mi sarò specchiata e sistemata i capelli prima di decidere di entrare in sala pesi e fare quella odiosa e imbarazzantissima sfilata per andarmi a fiondare sul tapis roulant e lasciarmi il mondo alle spalle. L'insicurezza mi stava possedendo. Mi sono decisa ad entrare… sguardi puntati addosso. Sono corsa subito ad iniziare a camminare con tutti alle spalle, per sciogliere l'imbarazzo. Stavo camminando quando ho sentito un ragazzo prononunciare il nome di lui😍 e salutarlo. Cazzoooo, il mio amore. Ma ho già iniziato a camminare come faccio a farmi notare da lui? Così ho stoppato tutto, con l'intento di passargli davanti e salutarlo. L'ho visto li con la sua canotta giallo fluo. Ahh la sua abbronzatura, le sue spalle… Quasi dimenticavo che volevo salutarlo… quando gli sono passata davanti lui ha subito alzato subito lo sguardo e bammm mi ha fissata e sorriso. Probabilmente mi aveva già notata da prima… Così ho pronunciato un timidissimo ciao. Lui mi ha sorriso eh subito ehii ciao e si è leggermente accostato a me ,non so forse per l'intento di dirmi qualcosa o semplicemente perché gli andava. Bene, anzi male, molto male. Come una cazzo di cogliona ho proseguito il mio tragitto dritta come un razzo senza filarmelo di pezza. Non riesco veramente a credere di essere stata così stupida. Gli dimosto di non essere minimamente interessata a lui, quando in realtà è l'opposto di quello che provo. In poche parole giustamente ha proseguito il suo allenamento e non mi ha nemmeno più degnato di uno sguardo. Io sono ritornata a correre e niente… brava coglionaa. È strano notare quanto lo scorrere del tempo sia influenzato dalla nostra mente. A volte le ore ci volano, nemmeno ce ne accorgiamo. E quando ero lì a correre su quella macchina della noia, osservavo lo scorrere dei secondi, dei minuti… mi sembrava di stare li per l'eternità. Veramente dura così tanto un minuto? Come fanno, ogni giorno, a passare così in fretta quei 1440 minuti? Il tempo passa, vola e poi non torna più. L’ ozio è il parassita del tempo. Il non fare un cazzo. Odio la nullafacenza, vedere le persone non fare nulla. Che dormono fino a mezzogiorno solo per noia, sprecare, bruciare, ammazzare il tempo. A volte il tempo passa talmente in fretta che fa paura. Fatti che ti sembrano successi ieri, gli anni scolastici, le stagioni, le vacanze, la vita passa talmente veloce che nemmeno te ne accorgi. E ti dispiace, ti spaventa, perché senza che tu te ne accorga i tuoi migliori anni se ne stanno piano piano andando. Sai, forse bisognerebbe vivere soffrendo, il tempo non passerebbe mai, e potrei godermi ogni singolo e unico secondo, minuto, con la consapevolezza di non avere fretta, perché sai, di tempo ce n'è quando si soffre e fatica… Fin troppo ce n'è…
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musa-dinessuno · 4 years
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L’8 Marzo è la Festa della Donna. Non voglio scendere in discorsi buonisti o già ampiamente sviscerati negli anni. Non mi ritengo una femminista in quanto donna, ma in quanto essere umano. E, per me, essere femminista non vuol dire odiare gli uomini. Essere femminista per me vuol dire semplicemente far valere i miei diritti come essere senziente e capace, proprio come gli uomini. Non sono a favore delle quote rosa, non vado in giro a urlare a seno nudo. Faccio quello che sento sia importante: parlare e discutere nel momento in cui ci sono ingiustizie nei confronti miei e delle mie colleghe. Nel mio piccolo faccio quello che posso. Molte diranno che non è abbastanza. Mea culpa. Nel mio ambito lavorativo, emotivo e sociale, ogni giorno, faccio in modo che i diritti delle donne (me compresa) vengano rispettati. Faccio notare quando alcune battute, ritenute innocenti o ingenue, feriscono e sono ingiuste. Dico la mia quando qualcuno (uomo o donna che sia) mi tratta come se valessi meno, solo per un pregiudizio. Molte continueranno a dire che non è abbastanza. Mea culpa, di nuovo. Non sono una di quelle femministe battagliere, sempre sul terreno di guerra, con striscioni, motti e tanta gente arrabbiata intorno. Faccio del mio meglio, in ogni caso.
Il 25 Novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
Il 25 Novembre del 2019 sono stata a Ceccano, un paese in provincia di Frosinone, la mia città natale, a parlare di cosa vuol dire essere donna nel mondo della ricerca. Pubblico: studenti delle scuole elementari (classi quarte e quinte) e delle scuole medie. Invitate, insieme a me, c’erano tanti personaggi femminili interessanti. Tutte attive in campi totalmente diversi, ma incredibilmente accomunate dalle stesse problematiche. Telefono Rosa, giocatrici del Frosinone Calcio, Vigili del Fuoco, Carabinieri, CERN. A quanto pare, noi donne siamo tutte accomunate da qualcosa: la società prettamente maschile (e a volte maschilista). Non posso dire altro che questo: bisogna parlarne, sempre e comunque. Anche quando i colleghi alzano gli occhi al cielo e dicono “ancora con questa storia?? Avete avuto il diritto di voto, che altro vi serve??”. Ogni volta che succede, vi prego di rispondere “Dignità e rispetto, in quello che faccio e in quello che sono.” Siamo diversi? Sì, è biologicamente e fisiologicamente evidente. Può il mio organo riproduttivo determinare il rispetto che ricevo sul lavoro o la dignità a cui posso ambire? No. In nessun modo. In nessun mondo.
Questo è quello che, insieme alle donne che mi hanno accompagnato in questa esperienza, ho voluto raccontare e raccomandare. Dalla mia piccola piccolissima esperienza, ho voluto sottolineare proprio questo. Ogni bambina, bambino, donna o uomo, trans o omosessuale; ognuno di noi può e deve puntare alla propria vocazione, a ciò che fa stare bene e soddisfa. Non ci sono differenze che tengano, discriminazioni che giustifichino.
Il mio discorso è stato semplice: ho raccontato la mia storia e quanto sia importante impegnarsi e pretendere rispetto (dagli altri e da se stessi).
“Sono Silvia Biondi e sono una “quasi” ricercatrice. Tra un po’ capirete cosa vuol dire, ma per quanto mi piacerebbe dire “sono una ricercatrice”, quel “quasi” ce lo devo mettere. Lavoro in collaborazione con il CERN (Centro Europeo per la Ricerca Nucleare).
In questa foto lo vedete solo in superficie, perché, 100 metri sotto terra, c’è un tunnel lungo 27 km, fatto ad anello, dove facciamo accelerare le particelle fondamentali, che sono i tasselli più piccoli che ci compongono, i pezzetti più piccoli della materia che ci fa così come ci conosciamo oggi. Il CERN è il laboratorio di fisica delle particelle più grande del mondo, dove collaborano migliaia di fisici, tecnici ed ingegneri per rispondere a delle domande in apparenza molto semplici. Come è fatto l’universo? Perché siamo fatti così? Noi proviamo a rispondere a queste domande, collaborando insieme, 33 Paesi da tutto il mondo. E a capo di tutta questa organizzazione, Fabiola Gianotti, prima donna, nonché italiana, a ricoprire il ruolo di Direttore Generale del CERN. Avere una donna come Direttore Generale ha dato, a noi donne, una spinta incredibile. E qui la vedete, dopo la rielezione, con una sorridentissima presidentessa del CERN Council (il consiglio direttivo del CERN). Anche lei donna.
Inoltre, Fabiola Gianotti è stata, fino al 2013, portavoce di più di 3000 scienziati dell’esperimento ATLAS. Qui lo vedete fondamentalmente vuoto, c’è solo la parte più esterna. Dopo questa foto, è stato riempito con tutte le tecnologie e i materiali necessari per capire come siamo fatti. Per avere un’idea delle sue reali dimensioni, basta guardare quell’omino in basso nella foto.
A cosa ci servono queste macchine enormi? Ci servono a capire come siamo fatti fin nel più piccolo, fin dove ci possiamo spingere. Quando volete scoprire cosa c’è nel Kinder Sorpresa, cosa fate? Rompete l’ovetto di cioccolata. E trovate, dentro, l’ovetto di plastica; rompete anche quello e trovate alla fine la sorpresa. Ecco, noi facciamo più o meno la stessa cosa con le particelle. Partiamo dalle molecole e le rompiamo. Troviamo gli atomi e rompiamo anche quelli. Troviamo i nuclei, poi rompiamo anche quelli, perché non ci basta sapere come sono fatti i nuclei. Andiamo ancora più nel profondo, per capire come sono fatte davvero le particelle e per capire come interagiscono tra di loro, cioè come si comportano quando sono vicine.
Questo è più meno quello che faccio adesso, ma per arrivare qui ce n’è voluta di strada! Per esempio, io non sapevo di voler diventare una ricercatrice in Fisica, non sapevo neanche mi piacesse la Fisica. Al primo compito in classe, al liceo, presi 5. Fu un duro colpo perché io non accettavo la sconfitta mai in nessuna delle materie, poi ho iniziato a selezionare quelle che mi piacevano di più. Ma, all’inizio, non accettavo nessuna sconfitta. Se l’avessi accettata, forse oggi non sarei stata qui a parlarvi di tutto questo. Mi sono rimboccata le maniche, ho iniziato a studiare tantissimo e all’ultimo anno di liceo amavo la mia Prof di Fisica e grazie a lei decisi di intraprendere gli studi a Roma, dove, dopo 5 anni, mi sono laureata alla Magistrale di Fisica Nucleare e Sub-nucleare. Sembra tutto facile, in realtà è stato un cammino particolarmente difficile, soprattutto la laurea. Infatti, entrai in un gruppo di ricerca totalmente maschile. Un po’ ero anche in imbarazzo all’inizio, perché mi dicevo “porca miseria! Sono tutti uomini, che ci faccio qui??” In realtà ho lavorato molto e il mio relatore, la persona che mi seguiva, credeva molto in me. Ma purtroppo era l’unico, perché molti suoi colleghi guardavano i risultati che avevo portato come fine del mio lavoro e dicevano “bah! non sono proprio…belli”, non ricordandosi che ricerca vuol dire anche scoprire di star sbagliando, di essere su un percorso che non è quello giusto. Peccato che dopo 3 anni, rincontro uno di questi professori al CERN e mi dice “guarda che in effetti ti avevo sottovalutato, perché non erano sbagliati i tuoi di risultati, ma erano sbagliati quelli degli altri! Mi dispiace!” E’ comunque una bella cosa eh, perché io ho avuto una grande soddisfazione al sentire queste parole, ma mi è dispiaciuto che comunque non abbiano creduto in me subito, ma abbiano dovuto cercare conferma in…altri uomini.
Comunque, a parte questo, stiamo arrivando al CERN: finisco gli studi a Roma e mi trasferisco a Bologna, principalmente perché mi piace la città. Lì ho iniziato il mio dottorato di ricerca e ho avuto la possibilità di passare due anni al CERN. Il CERN è un posto che ti cambia perché è pieno di persone che vengono da Paesi in guerra ma che collaborano in pace. Parlo, per esempio, di Libano, Palestina, Turchia, tutti questi paesi che sentiamo ogni giorno in televisione. Al CERN vengono cancellati tutti i conflitti e, per le donne, è quasi un’oasi felice, almeno in questo momento. Ce ne sono tantissime e queste sono un po’ delle donne che ho avuto il piacere e la fortuna di conoscere durante la mia permanenza al CERN.
Come potete vedere sono donne che vengono da Paesi diversi, con lingue diverse ma anche abitudini diverse. E’ bello. E’ bello vedere che in questo posto le donne sono consapevoli di quello che possono fare, delle capacità che hanno. Ma sono anche consapevoli che devono ogni giorno dimostrare sempre di più, dimostrare che “sono uomini anche loro”. Bisogna sempre dimostrare che se gli uomini danno 100 noi sappiamo dare 200, sempre e in ogni caso. Io sto dando 200, anche 300 a volte. Il cammino non è facile, non sono arrivata perché, appunto, non sono ancora una ricercatrice ma è quello che voglio diventare. Quello che voglio dire è che anche se la strada è difficile e in salita, se vi piace farlo, mettete gli scarponi e lo zaino e cominciate a scalare. Perché le donne, ve lo assicuro, sono delle bravissime scalatrici!”
Poi una studentessa delle scuole medie, è salita sul palco e mi ha letto la domanda preparata e discussa attentamentee insieme alla classe. Domanda: Lei lavora in un ambiente, quello della ricerca, prettamente maschile. Secondo lei quali sono gli ostacoli che maggiormente rallentano il raggiungimento di un’effettiva parità tra uomini e donne?
Risposta: Questa è una domanda molto importante, in tutti gli ambiti, ma nella ricerca lo vivo tutti i giorni sulla mia pelle. Il fattore principale è quello culturale: siamo nate, vissute, cresciute in una società prettamente maschile. Non tanto maschilista, quanto maschile, che è abbastanza diverso come concetto. E’ una società per cui, se io vado a chiedere un posto di lavoro, una delle prime domande che mi fanno è “lei ha in programma di avere dei figli durante quest’anno?” e questa è una cosa brutta! Perché le donne si ritrovano sempre a giustificare il loro voler essere madri. E’ brutto, anche per una donna che magari non vuole avere figli, dover giustificare questo e dire “no no no, non si preoccupi, me lo può dare il posto di lavoro, non rimarrò incinta durante quest’anno!” Questa sembra una piccola domanda, insieme a tante altre più pertinenti al posto di lavoro chiamato in causa, ma è davvero una questione culturale. Anche al CERN io non vedo molte donne indiane, iraniane, turche perché lì la cultura non permette alle donne di essere istruite, di avere rapporti sociali, di parlare con degli uomini. Abbiamo una barriera culturale incredibile e questo secondo me si risolve dal basso, come dicevo prima, con l’istruzione. Istruendo le donne E gli uomini, le bambine e i bambini, che hanno tutti le stesse possibilità, hanno tutti le stesse capacità. Se una bambina vuole diventare un’astronauta e vuole andare sulla ISS, può farlo. Se vuole diventare un architetto, una vigilessa, una politica, una ricercatrice, può farlo! Perché non c’è differenza, le donne non sono inferiori per intelletto, non sono inferiori agli uomini.”
Credo davvero che le donne siano grandi scalatrici.
Donna in Fisica L’8 Marzo è la Festa della Donna. Non voglio scendere in discorsi buonisti o già ampiamente sviscerati negli anni.
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