Tumgik
#Amedeo Casale
jurnaldeoltenia · 2 years
Text
SCMU Craiova reuseste prima victorie din Liga Nationala dupa succesul din Europa ..
SCMU Craiova reuseste prima victorie din Liga Nationala dupa succesul din Europa ..
SCMU Craiova a reușit să obțină primul succes stagional în Liga Națională de Baschet Masculin la capătul unui joc extrem de disputat cu CSM Miercurea Ciuc. Jucatorii echipei SCMU Craiova s-au impus cu 78-76 datorită unui coș înscris de Dimitrije Nikolic. Oboseala meciurilor din cupele europene si-a spus cuvantul în campionat. Băieții lui Vitaly Stepanovski au fost de nerecunoscut și puțin a…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
crazy-so-na-sega · 1 year
Text
Tumblr media
Friedrich Nietzsche in compagnia della madre Franziska (1892)
2 aprile 1888: Friedrich Nietzsche era un viaggiatore un po’ distratto. Doveva arrivare a Torino, eppure si ritrovò a Sampierdarena, non lontano da Genova; aveva sbagliato treno, ecco tutto…ma un piccolo mistero rimane ancora oggi, visto che la sua valigia lo stesso giorno s’imbarcò educatamente sul vagone per il Piemonte.
Tre giorni dopo, comunque, il professore ritentò l’impresa sulla linea Alessandria-Asti-Torino e, questa volta, giunse a destinazione: gli apparve una città ammantata di luce purissima, dai viali silenziosi e splendidamente lastricati.
Proprio dietro Palazzo Carignano, l’edicolante Davide Fino vide il forestiero, tutto contento con la valigia in mano, e cercò di vendergli una guida turistica; si ritrovò, invece, ad affittargli una stanza nella sua stessa casa, all’ultimo piano di Via Carlo Alberto n.6, dove oggi si trova la lapide che ricorda il soggiorno torinese del filosofo.
Nietzsche rimase due mesi in città; in estate partì per la Svizzera e poi, a settembre, tornò qui per un soggiorno più lungo, che si rivelò fatale.  
Tumblr media
La targa che ricorda il soggiorno torinese del filosofo tedesco in via Carlo Alberto 6
Dodici anni prima, poco più che trentenne, la salute malferma lo aveva costretto a congedarsi dall’università di Basilea, dove insegnava lingua e letteratura greca; fu l’inizio di un’intensa attività di scrittura e peregrinazioni sempre più sofferte, in un “Gran Tour” europeo di cui rimane solamente un taccuino insignificante, con appuntati i prezzi di frutta e verdura.
Eppure, Torino gli apparve splendida:“…è l’unica città che mi piaccia. Un qualcosa di calmo e di superstite lusinga i miei istinti. Percorro con estasi queste vie dignitose…Un paradiso per i piedi, anche per gli occhi…Non avrei mai creduto che una città, grazie alla luce, potesse diventare cosi bella”.
Diverse lettere, indirizzate alla madre, al musicista Peter Gast e al teologo Overbeck, mostrano l’entusiasmo per Torino che, persa la corona da capitale, rimaneva comunque vivacissima: cinque quotidiani, venti giornali scientifici e quattordici letterari, oltre a numerose biblioteche internazionali.
A questa effervescenza culturale, però, Nietzsche prendeva raramente parte. Preferiva passeggiate solitarie lungo i viali di Corso Casale; pensava, forse, a Richard Wagner, il celebre compositore con cui si era interrotto, misteriosamente, il sodalizio spirituale; o pensava ancora a Lou Salomé, l’affascinante russa che avrebbe anche sposato se questa non avesse ammaliato, prima il suo migliore amico, Paul Rée, poi un giovane poeta, Reiner Maria Rilke, e successivamente persino Sigmund Freud.  
Conduceva una vita riservata: di amici forse solo Carlo Clausen, editore tedesco che portò in Italia le dottrine orientali, quando erano ancora sconosciute.
Curiosamente, gli avvenimenti che lo interessavano di più erano gli stessi che entusiasmavano quella borghesia da lui tanto criticata: pare che alla fine dell’estate, trascorsa tra le montagne di Sils Maria, desiderasse tornare a Torino proprio per assistere, insieme ad oltre 70.000 persone, al matrimonio fra il duca Amedeo di Savoia e la principessa Letizia Bonaparte.
Curioso, per un personaggio ritenuto da tutti anticonformista; ma Nietzsche non era mai stato un “bohémien” ed, anzi, aveva sempre tenuto tantissimo a titoli, blasoni e frequentazioni altolocate.
Arrivò l’autunno: monotono, ma prolifico. C’era la sua scrivania, dove scrisse “Ecce Homo”, e c’era il pianoforte, che condivideva con Irene, la figlia dei suoi affittuari.
Poi, giorno dopo giorno, la sua grafia divenne sempre più nervosa e illeggibile; mentre nel suo cestino i coniugi Fino trovavano banconote stracciate, dalla vicina posta centrale, il filosofo cominci�� a spedire biglietti in cui si considerava l’incarnazione di Vittorio Emanuele II, dell’architetto Antonelli o di altre celebrità dell’epoca; firmava le lettere come “il Crocifisso” o “l’Anticristo”.
Cominciò a confondere le notizie che apparivano sui giornali con quelle della sua vita quotidiana: vaneggiò che i sovrani d’Italia sarebbero andati a trovarlo nella sua stanza e poi, quando su “La Gazzetta Piemontese” apparve la notizia che uno spagnolo, accusato di omicidio, veniva condannato a morte, pensò di essere il carcerato stesso.
Il 3 gennaio 1889 avvenne la fine, forse un episodio più leggendario che veritiero.
Vedendo un vetturino che frustava a sangue un cavallo, Nietszche abbracciò e baciò l’animale, cadendo a terra e urlando di essere il nuovo Dioniso.
Lasciò Torino con la papalina di Davide Fino sulla testa, come pegno di un futuro incontro che mai avvenne. Morì il 25 agosto 1900 a Weimar, prigioniero della pazzia, presto trasformato in un mito.
I suoi scritti, rimaneggiati dalla sorella Elisabeth, conobbero un enorme successo e colpirono negli anni successivi Adolf Hitler.
Si convinse di essere l’ubermensch invocato dal filosofo per una nuova era. E, cosa ancor più folle, tanti lo seguirono. Ma non era il superuomo; era, anzi l’ultimo uomo, il peggior nichilista che avrebbe distrutto il mondo. L’ubermensch vagheggiato dal filosofo era diverso; il suo oltreuomo, avendo scoperto che Dio era morto, con la Filosofia del Martello avrebbe distrutto quei valori in cui l’Occidente faceva ancora finta di credere, libero di creare, come un fanciullo, nuovi valori.
“Ma chi sono i pazzi?”
-Fonte: Nietzsche a Torino
---------
L'uomo e il suo pensiero raramente coincidono...(cit)
5 notes · View notes
reginadeinisseni · 11 months
Video
youtube
Ginger e Fred Official Trailer #1 - Marcello Mastroianni Movie (1986)
TONINO GUERRA Federico Fellini2 BALLERINI: QUANDO SI SEPARERANNO L UOMO ANDRA' IN MANICOMIOSoggetto Federico Fellini, Tonino Guerra. Sceneggiatura Federico Fellini, Tonino Guerra, Tullio Pinelli Produttore Alberto Grimaldi Fotografia Tonino Delli Colli, Ennio Guarnieri Montaggio Nino Baragli, Ugo De Rossi, Ruggero Mastroianni Effetti speciali Adriano Pischiutta Musiche Nicola Piovani Scenografia Dante Ferretti Trucco Amedeo Alessi Interpreti e personaggi Giulietta Masina: Amelia Bonetti/Ginger Marcello Mastroianni: Pippo Botticella/Fred Franco Fabrizi: Aurelio, il presentatore Ezio Marano: scrittore Totò Mignone: Totò Jacques Henri Lartigue: Frate Gerolamo Augusto Poderosi: Evelina Pollini Friedrich von Ledebur: ammiraglio Aulenti Friedrich von Thun: Armando Bissanti Antonino Iuorio: ispettore di produzione Fabrizio Fontana: Floris Tartarina Barbara Scoppa: Barbara, giornalista di gossip Elisabetta Flumeri: giornalista Claudio Botosso: giornalista nello studio televisivo Salvatore Billa: Clark Gable Leonardo Petrillo: Marcel Proust Daniele Aldrovandi: Marty Feldman Eolo Capritti: Telly Savalas Ginestra Spinola: chiromante Sergio Ciulli: figlio della chiromante Elena Cantarone: infermiera Alex Partexano: marinaio Stefania Marini: Stefania Roberto Accornero: autista pulmino Francesco Casale: Catanzaro, il mafioso Rosario Galli: Angelo Stefano Gragnani: De Nittis Ennio Antonelli: il facchino Giorgio Juorio: Salvatore Gianfranco Alpestre: avvocato rapito Franco Marino: impresario nani Davide Marotta: un nano Ivano Marescotti: un uomo del presidente Doppiatori originali Alberto Lionello: presentatore Tv Gianni Bonagura: Totò Mario Maranzana: Frate volante Corrado Gaipa: L'ammiraglio Aulenti Marco Bresciani: Travestito Oreste Lionello: presidente della rete televisiva, Woody Allen, scrittore Claudio Capone: un intervistatore Enzo Liberti: cameriere Pino Ammendola: onorevole Tartina Pino Insegno: cameriere Oreste Rizzini: presidente TV Solvejg D'Assunta: signora Silvestri, attrici, donna con corona Carlo Croccolo: signor Guadascone, frate guardiano Mario Maranzana: frate Gerolamo Piero Tiberi: Angelo HD
0 notes
Text
Bagnis nella storia: prima medaglia mondiale individuale per l'Italia nello skeleton
Amedeo Bagnis entra nella storia degli sport invernali italiani conquistando la prima medaglia mondiale individuale per l’Italia nello skeleton. E’ accaduto nel catino naturale (l’ultimo esistente al mondo) di St. Moritz, dove il ventitreenne originario di Casale Monferrato sulla sua slitta ha costruito una prova magistrale per tutte e quattro le manche in programma, distribuite in due…
View On WordPress
0 notes
colmick-bike · 2 years
Photo
Tumblr media
📍MUSEU DE ARTE CONTEMPORÂNEA DE SÃO PAULO BRASIL O Museu de Arte Contemporânea foi criado em 1963 quando a Universidade de São Paulo recebeu o acervo do antigo MAM de São Paulo, formado pelas coleções do casal de mecenas Yolanda Penteado e Ciccillo Matarazzo, pelas coleções de obras adquiridas ou recebidas em doação durante a vigência do antigo MAM e pelos prêmios das Bienais de São Paulo, até 1961. De posse desse rico acervo composto, entre outras, por obras de Amedeo Modigliani, Pablo Picasso, Joan Miró, Alexander Calder, Wassily Kandinsky, Tarsila do Amaral, Anita Malfatti, Emiliano Di Cavalcanti, Alfredo Volpi, Lygia Clark e uma estupenda coleção de arte italiana do começo do século XX, o novo museu passa a atender aos principais objetivos da Universidade: busca do conhecimento e sua disseminação pela sociedade. #maisumnomundo #mick #micksugui #macusp #saopaulo #saopauloturismo #spturismo #turismosp #brasil #brazil #cultura #culture #oscarniemeyer (em MAC USP) https://www.instagram.com/p/CmEDzNgOlJR/?igshid=NGJjMDIxMWI=
0 notes
retegenova · 5 years
Text
Teatro della Tosse
LA TOSSE D’ESTATE
Stagione estiva 2019
    Genova (Villa Duchessa di Galliera – Voltri)
Genova (Area Archeologica dei Giardini Luzzati – Centro storico)
Cuneo – Illuminata
Noli (Savona )- Noli musical Festival
Venezia – Biennale di Venezia
Castiglione delle Stiviere (Mantova)
Finale Ligure (Savona)
Apricale (Imperia)- …e le stelle stanno a guardare
    Questa estate saranno 12 i titoli che il Teatro della Tosse porterà in giro per l’Italia.
  Un viaggio che partirà da Genova con la seconda edizione de La Tosse d’estate raddoppia, che ci vedrà impegnati nell’area archeologica dei Giardini Luzzati con due spettacoli Studio sulle notti bianche (26 giugno) e Farsi Silenzio (29 giugno), e a Voltri nella splendida cornice di Villa Duchessa di Galliera con il nostro spettacolo itinerante Pinocchio Circus (dal 4 al 13 luglio – domenica e lunedì riposo) e con quattro spettacoli a data unica presso il Teatro di Villa Duchessa di Galliera: Faustbuch (27 giugno), Non c’è limite Alpeggio (28 giugno), Rosaspina (7 luglio) e Astolfo sulla luna (14 luglio).
  Come da tradizione porteremo i nostri spettacoli in borghi, piazze, ville, castelli e altri luoghi suggestivi non solo in Liguria ma anche in giro per l’Italia.
  Il 17 luglio saremo a Castiglione delle Stiviere (Mantova) con Astolfo sulla Luna, nuova produzione di teatro ragazzi, che racconta la fantastica storia dell’Orlando Furioso attraverso gli occhi di un istrionico Astolfo interpretato da Graziano Sirressi con la regia e la drammaturgia di Emanuele Conte. 
Lo stesso giorno saremo a Finale Ligure con Moi, che mette in scena la vita di Camille Claudel,  scultrice francese  morta dopo trent’anni di internamento in ospedale psichiatrico, interpretata da Lisa Galantini.
  Dal 18 al 21 luglio la Tosse si sdoppierà e sarà a Cuneo per la manifestazione Cuneo illuminata con lo spettacolo de Le nove Lune di Emanuele Conte e Amedeo Romeo, con la regia di Emanuele Conte  e le canzoni realizzate da  Giua. Spettacolo dedicato alla luna nel cinquantesimo anniversario dello sbarco sul satellite più amato, sognato, immaginato e raccontato.  
Negli stessi giorni saremo anche al Castello di Noli con Il Rigoletto – una storia maledetta, inserito nel cartellone del Noli musical Festival 2019. Il capolavoro immortale di Giuseppe Verdi letto alla nostra maniera: unendo teatro e musica, facendo incontrare Verdi e Hugo.
  Il 27 luglio debutta alla Biennale di Venezia Saul spettacolo coprodotto dalla Tosse insieme a Teatro I e Arca Azzurra. Saul del giovane regista Giovanni Ortoleva, menzione speciale alla Biennale di Venezia 2018, concorso Registi Under 30, debutta ufficialmente nell’ambito del 47° Festival Internazionale del Teatro. Lo spettacolo è una rivisitazione della vicenda dell’Antico testamento contaminata da riferimenti alla cultura pop e rock.
  L’estate si chiude come tradizione ad Apricale (IM) dal 5 al 17 agosto.
Per festeggiare l’anniversario dei 30 anni di “matrimonio” tra la Tosse e il piccolo borgo medioevale, per le strette vie e le piazze di Apricale arriverà Orfeo rave.
Lo spettacolo firmato Emanuele Conte e Michela Lucenti, che tre anni fa aveva debuttato al Padiglione B della Fiera di Genova in uno spazio di 11.000 metri quadrati, ottenendo un grande successo, ritorna in una nuova veste, appositamente pensata per una location del tutto particolare come quella di Apricale, mantenendo intatta tutta la sua potenza visiva e drammaturgica.
  Il Teatro della Tosse è stato selezionato dalla Compagnia di San Paolo quale realtà d’eccellenza nel panorama dello spettacolo dal vivo
  La stagione estiva è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, del Mibact Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, da Regione Liguria.
        GENOVA
Dal 26 giugno al 13 luglio
LA TOSSE D’ESTATE RADDOPPIA
2° edizione
  Torna la Tosse d’Estate Raddoppia, rassegna di spettacoli estivi che il Teatro della Tosse propone nell’area dei Giardini Luzzati in Centro Storico, e nel Parco della Villa Duchessa di Galliera a Voltri. 
Dal 26 giugno al 14 luglio in programma spettacoli  per tutti e per tutte le età, in alcuni tra i luoghi più suggestivi della nostra città: classici rivisitati, teatro comico, riflessioni sul contemporaneo, teatro per ragazzi e il tradizionale spettacolo a stazioni con gli attori del Teatro della Tosse. 
  La Tosse continua a cercare luoghi particolari da far rivivere rendendoli parte integrante degli spettacoli che accolgono con l’obiettivo di rendere “vitale” attraverso la cultura luoghi e zone poco conosciuti, una funzione di presidio culturale e sociale che nel corso di questi anni ha ottenuto ottimi risultati.
  Questa seconda edizione de La Tosse d’Estate raddoppia è in continuità con l’edizione della scorsa estate che per la prima volta ci aveva portato a Voltri.
Quartiere che in questi dodici mesi abbiamo imparato a conoscere meglio. Da questo inverno il Teatro della Tosse ha iniziato a gestire il Teatro del Ponente in Piazza Odicini a Voltri e dopo la stagione “zero” conclusasi ad aprile il prossimo anno presenteremo un cartellone da ottobre a maggio.  
  La rassegna è anche l’ideale evoluzione de “La Tosse d’estate fa centro”, che dal 2013 al 2017 aveva portato ai Giardini Luzzati oltre 13.000 spettatori, in un periodo dell’anno particolarmente delicato per il centro storico.
  E ovviamente continua la tradizione estiva della Tosse che nel corso degli anni ha allestito le proprie produzioni in ogni zona di Genova, tra cui i Parchi di Nervi, il Righi, Forte Sperone, il Padiglione B della Fiera, la Fiumara di Sampierdarena e il Museo Diocesano.
       L’edizione di quest’anno è in collaborazione con
Associazione il Ce.Sto, APS Sistema Paesaggio e Municipio VII ponente – Genova
La rassegna è realizzata con il sostegno del Comune di Genova.
Sostenuta dal Bando Genova Città dei Festival 2019
      CARTELLONE
  26 giugno 2019 ore 21.15
Genova
Giardini Luzzati Area Archeologica
STUDIO SU LE NOTTI BIANCHE adattamento e regia Alessio Aronne
Produzione Teatro della Tosse
  27 giugno 2019 ore 21.15
Parco Villa Duchessa di Galliera Teatro di Villa Galliera
FAUSTBUCH
regia e drammaturgia Enrico Casale produzione Gli Scarti
  28 giugno 2019 ore 21.15
Parco Villa Duchessa di Galliera Teatro di Villa Galliera
Non c’è limite ALPEGGIO
regia Emanuele Conte e Alessio Aronne
produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse
    29 giugno 2019 ore 21.15
Giardini Luzzati Area Archeologica
FARSI SILENZIO progetto e interpretazione Marco Cacciola
produzione Elsinor Centro di produzione Teatrale
    dal 4 al 13 luglio 2019 ore 21.15 (domenica e lunedì riposo) Parco Villa Duchessa di Galliera
PINOCCHIO CIRCUS
regia Emanuele Conte 
produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse
    sabato 6 luglio dalle ore 19.00
VISITA GUIDATA AL PARCO DI VILLA DUCHESSA
Prima dello spettacolo, scopri la magica bellezza di Villa Duchessa di Galliera, il più grande parco storico della Liguria. 
    Domenica 7 luglio 2019 ore 19.00
Parco Villa Duchessa di Galliera Teatro di Villa Galliera
ROSASPINA una bella addormentata
regia Antonio Tancredi produzione Teatro del Piccione
  Domenica 14 luglio 2019 ore 19.00
Parco Villa Duchessa di Galliera Teatro di Villa Galliera
 ASTOLFO SULLA LUNA
testo, regia e scene di Emanuele Conte
produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse
    17 luglio
Finale Ligure (Savona)
MOI 
regia di Alberto Giusta
Associazione Culturale “Le Rêve et la vie” – Fondazione Luzzati/Teatro della Tosse 
    dal 18 al 21 luglio
CUNEO
LE 9 LUNE 
regia Emanuele Conte 
produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse
    Da 18 Giovedì a Domenica 21 Luglio, ore 20.30
NOLI (Savona)
RIGOLETTO UNA STORIA MALEDETTA
Regia: Amedeo Romeo.
Da un’idea e su testi di Matteo Peirone.
    27 luglio
VENEZIA
Biennale
prima assoluta
SAUL regia Giovanni Ortoleva
 produzione Fondazione Luzzati Teatro della Tosse – Teatro i – Arca Azzurra Produzioni
  17 luglio
Castiglione delle Stiviere (Mantova)
ASTOLFO SULLA LUNA
Regia di Emanuele Conte
Una produzione Teatro della Tosse
    Dal 5 al 17 agosto
Apricale (Imperia)
ORFEO RAVE
regia Emanuele Conte e Michela Lucenti
Produzione Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse e Balletto Civile
            Davide Bressanin
Ufficio stampa
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse ONLUS
www.teatrodellatosse.it
      #gallery-0-5 { margin: auto; } #gallery-0-5 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; text-align: center; width: 33%; } #gallery-0-5 img { border: 2px solid #cfcfcf; } #gallery-0-5 .gallery-caption { margin-left: 0; } /* see gallery_shortcode() in wp-includes/media.php */
Cooperativa Battelieri del Porto di Genova
NetParade.it
Quezzi.it
AlfaRecovery.com
Comuni-italiani.it
Il Secolo XIX
CentroRicambiCucine.it
Contatti
Stefano Brizzante
Impianti Elettrici
Informatica Servizi
Edilizia
Il Secolo XIX
MusicforPeace Che Festival
MusicforPeace Programma 29 maggio
Programma eventi Genova Celebra Colombo
Genova Celebra Colombo
ESTATE TOSSE 2019 Teatro della Tosse LA TOSSE D’ESTATE Stagione estiva 2019     Genova (Villa Duchessa di Galliera - Voltri)
1 note · View note
zonasulsaopaulo · 5 years
Text
MAC SP
O Museu de Arte Contemporânea (MAC SP) foi criado em 1963 quando a Universidade de São Paulo recebeu o acervo do antigo MAM de São Paulo.
Formado pelas coleções do casal de mecenas Yolanda Penteado e Ciccillo Matarazzo, pelas coleções de obras adquiridas ou recebidas em doação durante a vigência do antigo MAM e pelos prêmios das Bienais de São Paulo, até 1961.
De posse desse rico acervo composto, entre outras, por obras de Amedeo Modigliani, Pablo Picasso, Joan Miró, Alexander Calder, Wassily Kandinsky, Tarsila do Amaral, Anita Malfatti, Emiliano Di Cavalcanti, Alfredo Volpi, Lygia Clark e uma estupenda coleção de arte italiana do começo do século XX, o novo museu passa a atender aos principais objetivos da Universidade: busca do conhecimento e sua disseminação pela sociedade.
Em seus primeiros anos o MAC USP tratou de preservar, estudar e exibir o acervo, ao mesmo tempo em que se tormava um dos principais centros no hemisfério sul a colecionar, estudar e exibir trabalhos ligados às várias vertentes da arte conceitual, às novas tecnologias e obras que problematizavam a tradição moderna.
Foi durante esse período inicial que entraram para a coleção do Museu obras de Lucio Fontana e Artur Barrio, entre muitas outras. Ciente de seu papel como pólo formador de novos profissionais nas áreas de teoria, história e crítica de arte, além daquelas conectadas aos universos da museologia e da museografia, o MAC USP passou a ser reconhecido como um importante centro em todas essas áreas, assim como naquelas ligadas à educação pela arte.
Nas últimas décadas, o MAC USP continuou ampliando suas coleções modernas e contemporâneas. Nesse período ingressaram para o acervo obras de Henry Moore, Cildo Meireles, Julio Plaza, Joseph Beuys, Leda Catunda, Rosângela Rennó, Jonathas de Andrade e vários outros artistas brasileiros e internacionais.
Mais recentemente, com uma política de atualização, o Museu recebeu para a sua coleção mais de 300 obras a partir de doações de artistas, galeristas, colecionadores e aquisições realizadas por intermédio da AAMAC (Associação de Amigos do MAC USP).
Instalado em um complexo arquitetônico criado nos anos 1950 pelo arquiteto Oscar Niemeyer e equipe, o MAC USP possui um acervo de cerca de 10 mil obras, entre pinturas, gravuras, tridimensionais, fotografias, arte conceitual, objetos e instalações.
É considerado um centro de referência de arte moderna e contemporânea, brasileira e internacional, mantendo à disposição de estudantes, especialistas e do público em geral uma biblioteca e um importante arquivo documental.
MAC SP Restaurante
Gastronomia clássica e moderna com releituras regionais, drinques, clima sofisticado e vista para o parque.
A Vista panorâmica tira o fôlego de qualquer um. O rooftop do edifício histórico desenhado por Oscar Niemeyer cede espaço para o complexo gastronômico Vista, com bar, restaurante, café, espaço para eventos. Um novo ponto turístico na cidade de São Paulo.
MAC SP Exposição
No site do MAC, você encontra as exposições em cartaz, a consegue ver também as exposições anteriores.
MAC SP Biblioteca
BIBLIOTECA LOURIVAL GOMES MACHADO
O acervo está disponibilizado em estantes fixas abertas e é composto por 15 mil volumes, entre livros e revistas. As publicações são especializadas nas áreas de artes plásticas, museologia e fotografia. O empréstimo domiciliar é somente para alunos da Universidade de São Paulo.
Recentemente, a biblioteca recebeu, por doação, o acervo da Biblioteca Walter Zanini, que se soma ao acervo bibliográfico do MAC em meados de março/2018.
ACESSIBILIDADE:
A Biblioteca do MAC está adaptada para a circulação de cadeirantes. Estamos localizados no piso térreo do MAC USP. Esperamos sua visita.
MAC SP Música
Ao lado de uma programação de inequívoca qualidade, o MAC USP é um espaço privilegiado para discutir e promover atividades voltadas ao universo das artes e da gestão cultural.
Com isso o MAC USP deve seduzir o público, atingindo a formação e o aprimoramento estético de profissionais, crianças, adolescentes, adultos, idosos, sejam brasileiros ou estrangeiros, que buscam a possibilidade de um novo olhar ou de um olhar a mais e, neste sentido, as experiências artísticas multiculturais – essenciais à formação do público- servem de apoio e são imprescindíveis à produção de cultura e à construção de cidadãos numa sociedade multicultural.
O fenômeno sonoro, efêmero por essência, remete ao fluir do tempo e assim como os fenômenos visuais, à ilusão dos prazeres dos sentidos, de modo a possibilitarem um acordo entre o homem e o mundo, conduzindo a uma osmose entre a construção visual e a acústica em busca da linguagem harmônica e dos jogos de timbres e intenções artísticas.
Neste sentido, o projeto Música no MAC objetiva a elaboração de uma série de concertos e recitais no espaço do MAC USP, de maneira a promover uma integração dos fenômenos visuais e sonoros, fundamentais para o prazer estético.
Horário de Funcionamento MAC SP
Terça a domingo das 10h ás 21h
Onde Fica, Endereço e Telefone MAC SP
Av. Pedro Álvares Cabral, 1301 – Vila Mariana – São Paulo – SP
Telefone: (11) 2648-0254
Outras informações e site
Mais informações: www.mac.usp.br
Mapa de localização
Tumblr media
O post MAC SP apareceu primeiro em Encontra São Paulo.
From https://www.encontrasaopaulo.com.br/agenda/mac-sp/
from https://saopaulozonaoeste.wordpress.com/2019/08/07/mac-sp/
0 notes
zona-oeste-sp · 5 years
Text
MAC SP
O Museu de Arte Contemporânea (MAC SP) foi criado em 1963 quando a Universidade de São Paulo recebeu o acervo do antigo MAM de São Paulo.
Formado pelas coleções do casal de mecenas Yolanda Penteado e Ciccillo Matarazzo, pelas coleções de obras adquiridas ou recebidas em doação durante a vigência do antigo MAM e pelos prêmios das Bienais de São Paulo, até 1961.
De posse desse rico acervo composto, entre outras, por obras de Amedeo Modigliani, Pablo Picasso, Joan Miró, Alexander Calder, Wassily Kandinsky, Tarsila do Amaral, Anita Malfatti, Emiliano Di Cavalcanti, Alfredo Volpi, Lygia Clark e uma estupenda coleção de arte italiana do começo do século XX, o novo museu passa a atender aos principais objetivos da Universidade: busca do conhecimento e sua disseminação pela sociedade.
Em seus primeiros anos o MAC USP tratou de preservar, estudar e exibir o acervo, ao mesmo tempo em que se tormava um dos principais centros no hemisfério sul a colecionar, estudar e exibir trabalhos ligados às várias vertentes da arte conceitual, às novas tecnologias e obras que problematizavam a tradição moderna.
Foi durante esse período inicial que entraram para a coleção do Museu obras de Lucio Fontana e Artur Barrio, entre muitas outras. Ciente de seu papel como pólo formador de novos profissionais nas áreas de teoria, história e crítica de arte, além daquelas conectadas aos universos da museologia e da museografia, o MAC USP passou a ser reconhecido como um importante centro em todas essas áreas, assim como naquelas ligadas à educação pela arte.
Nas últimas décadas, o MAC USP continuou ampliando suas coleções modernas e contemporâneas. Nesse período ingressaram para o acervo obras de Henry Moore, Cildo Meireles, Julio Plaza, Joseph Beuys, Leda Catunda, Rosângela Rennó, Jonathas de Andrade e vários outros artistas brasileiros e internacionais.
Mais recentemente, com uma política de atualização, o Museu recebeu para a sua coleção mais de 300 obras a partir de doações de artistas, galeristas, colecionadores e aquisições realizadas por intermédio da AAMAC (Associação de Amigos do MAC USP).
Instalado em um complexo arquitetônico criado nos anos 1950 pelo arquiteto Oscar Niemeyer e equipe, o MAC USP possui um acervo de cerca de 10 mil obras, entre pinturas, gravuras, tridimensionais, fotografias, arte conceitual, objetos e instalações.
É considerado um centro de referência de arte moderna e contemporânea, brasileira e internacional, mantendo à disposição de estudantes, especialistas e do público em geral uma biblioteca e um importante arquivo documental.
MAC SP Restaurante
Gastronomia clássica e moderna com releituras regionais, drinques, clima sofisticado e vista para o parque.
A Vista panorâmica tira o fôlego de qualquer um. O rooftop do edifício histórico desenhado por Oscar Niemeyer cede espaço para o complexo gastronômico Vista, com bar, restaurante, café, espaço para eventos. Um novo ponto turístico na cidade de São Paulo.
MAC SP Exposição
No site do MAC, você encontra as exposições em cartaz, a consegue ver também as exposições anteriores.
MAC SP Biblioteca
BIBLIOTECA LOURIVAL GOMES MACHADO
O acervo está disponibilizado em estantes fixas abertas e é composto por 15 mil volumes, entre livros e revistas. As publicações são especializadas nas áreas de artes plásticas, museologia e fotografia. O empréstimo domiciliar é somente para alunos da Universidade de São Paulo.
Recentemente, a biblioteca recebeu, por doação, o acervo da Biblioteca Walter Zanini, que se soma ao acervo bibliográfico do MAC em meados de março/2018.
ACESSIBILIDADE:
A Biblioteca do MAC está adaptada para a circulação de cadeirantes. Estamos localizados no piso térreo do MAC USP. Esperamos sua visita.
MAC SP Música
Ao lado de uma programação de inequívoca qualidade, o MAC USP é um espaço privilegiado para discutir e promover atividades voltadas ao universo das artes e da gestão cultural.
Com isso o MAC USP deve seduzir o público, atingindo a formação e o aprimoramento estético de profissionais, crianças, adolescentes, adultos, idosos, sejam brasileiros ou estrangeiros, que buscam a possibilidade de um novo olhar ou de um olhar a mais e, neste sentido, as experiências artísticas multiculturais – essenciais à formação do público- servem de apoio e são imprescindíveis à produção de cultura e à construção de cidadãos numa sociedade multicultural.
O fenômeno sonoro, efêmero por essência, remete ao fluir do tempo e assim como os fenômenos visuais, à ilusão dos prazeres dos sentidos, de modo a possibilitarem um acordo entre o homem e o mundo, conduzindo a uma osmose entre a construção visual e a acústica em busca da linguagem harmônica e dos jogos de timbres e intenções artísticas.
Neste sentido, o projeto Música no MAC objetiva a elaboração de uma série de concertos e recitais no espaço do MAC USP, de maneira a promover uma integração dos fenômenos visuais e sonoros, fundamentais para o prazer estético.
Horário de Funcionamento MAC SP
Terça a domingo das 10h ás 21h
Onde Fica, Endereço e Telefone MAC SP
Av. Pedro Álvares Cabral, 1301 – Vila Mariana – São Paulo – SP
Telefone: (11) 2648-0254
Outras informações e site
Mais informações: www.mac.usp.br
Mapa de localização
Tumblr media
O post MAC SP apareceu primeiro em Encontra São Paulo.
from https://www.encontrasaopaulo.com.br/agenda/mac-sp/
0 notes
itsyokythings-blog · 5 years
Photo
Tumblr media
My Five Acres. Travel. Adventure. Yoga. My Five Acres. Travel. Adventure. Yoga. - Travel. Adventure. Yoga.
When you’re in Turin, you won’t want to miss a visit to Superga Basilica. It makes a great half-day trip from the city, offering sweeping views, a ride on a historic tram, and of course, the grand edifice itself. This post covers everything you need to know for your visit.
What’s in our guide to visiting Superga Basilica?
1. 3. 5. 7.
The Superga Basilica is a massive and very impressive structure, even from the parking lot.
You can drive up, hike up, or take the historic rack tramway to the top. At the Basilica di Superga, visitors are welcome in the Royal Apartments, the Royal Tombs, and to climb the steep stairway to the top of the dome. Currently the Basilica itself is undergoing restoration, so the only way to see it is to attend Sunday morning mass.
After visiting Superga Basilica, take advantage of the hiking trails that lead from the Basilica into the Parco Naturale della Collina di Superga (The Natural Park of Superga Hill) where you can wander for hours along wooded trails, past burbling creeks, and through sun-dappled meadows.
There’s even a cafe in the park where you can stop for a bite or a glass of beer. We spent many happy hours wandering these trails while staying in nearby Pino Torinese.
So, if you want to add Superga to your Turin itinerary, read on for…
How to Visit Superga Basilica — Your Guide to a Great Day Trip
Also don’t miss these posts:
Your complete Torino guide → How to visit Sacra di San Michele → Your guide to visiting Mole Antonelliana →
The marble pillars hold the grand entry to the basilica in place.
War often destroys important buildings but with Superga Basilica, the opposite is true. Superga was actually created by a war.
In 1706, Turin was invaded by the French army, while Italian and Austrian troops struggle to hold them back. As the Battle of Turin raged, Duke Vittorio Amedeo II climbed Superga hill to observe the battlefield from a distance and work out a winning strategy.
At the time, there was a small church at the top of the hill, so the Duke turned to prayer for help. He vowed to a statue of the Virgin Mary that if his side won the battle, he’d build a grand church on the spot. Whether through clever strategizing, sheer force of will, or by the hand of God, the Italians won the battle and the Duke kept his vow.
In 1717, the long period of construction began with a 2-year project to flatten the mountain-top. At great expense, the Basilica slowly rose during the next 12 years, with the crowning achievement being the 75 m baroque dome, which has stood proudly watching over Torino ever since.
The dome of Basilica di Superga rises 75 metres into the air.
There are several attractions that you can visit at Superga, and all are separately priced so you can pick and choose.
Attend Mass at Basilica Superga
The Basilica itself is intricately decorated with columns and sculptures of Carrara marble. The dome from inside is an impressive sight as are the many altar paintings. You can also visit the Chapel of the Vow, which still houses the wooden statue of Mary upon which the Duke made his vow.
Currently, the Basilica is undergoing renovation, so the only time you can visit is Sunday morning for mass. See the
Ascending the winding staircase of the Basilica is a steep and narrow undertaking.
Climbing the narrow winding staircase to the dome will bring you to an expansive view of Turin from above. If you’re there on a clear day, the Alps will sparkle in the distance, calling you to their craggy slopes. If not, you’ll see one of Turin’s biggest problems — the smog that regularly hangs over the city like a forlorn cloud.
Explore Superga Park
If you drive up to Superga, that doesn’t mean you’re out of options for walking and hiking. The Basilica sits on the edge of Parco Naturale Della Collina di Superga. The name is a mouthful, but it just means “nature park of the Superga hill”. Hiking trails criss-cross the park and you can go on a short or long hike right from the Basilica.
If you prefer to drive, head out along the winding Strada dei Colli, which takes you on a scenic route through the hills. You’ll come out in the charming village of Pino Torinese, where we stayed for almost 3 months!
It’s worth a stop to explore the local shops, selling regional produce, artisinal baking, and wine. There’s also a nice gelato shop and a coffee shop in town should you need some refreshments.
Stay in the Basilica di Superga Guest Rooms
If you want to stay in the hills overlooking Turin, you can book into the Servants of Mary’s guest rooms at Basilica di Superga. Recently renovated, these rooms offer comfort in the style of a (very modernized) 18th Century guesthouse.
They have single and double rooms, as well a family rooms that can accommodate up to five people.
If you want the full historic experience, take the rack tramway to the top of Superga hill.
Though you can get to Superga by car or on foot, the experience is most interesting if you use the Superga Rack Tramway.
Originally opened in 1884, the tram cars were once heaved up the more than 400 m route by cables running alongside the track. The whole system was driven by a steam engine in the upper station.
Now, of course, the tram is powered by electricity and the cables have been replaced by an electrified 3rd rail.
Still, rattling along in the wooden tram as it strains to climb the hill, it’s easy to imagine gentlemen dressed in immaculate suits and ladies in Empire-waisted white dresses perched elegantly on the wooden benches as they rode up the hill to mass.
After ascending the cupola at Superga Basilica, you’ll see the towers up close and the Alps in the distance.
Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata
.
This is the interior of the tram car that will chug you up the hill to Superga Basilica.
There are lots of options for visiting Superga Basilica.
By car. If you’re in a rush, driving to Superga is the quickest way to get there (and also the least fun). You’ll have to wrangle with the madness of Italian traffic and I defy even the most pious ler to drive the whole way without swearing at a few of the crazier drivers.
From the city centre, it’s about a half-hour drive to the Basilica, where there’s an ample parking lot. There is a small parking lot at the Sassi station if you want to drive and take the rack railway to the top.
By tram and rack railway. The best way to get to Superga is to take the number 15 city tram from Piazza Castello, stop 471 Castello . Ride the tram for 22 minutes and get off at stop 589 Sassi-Superga. There, head inside to buy your tickets for the rack tramway which takes about 15 minutes to get to the top.
Hike to Superga. This is our favourite option, because it combines a fun outdoor activity with one of Turin’s major tourist attractions. There are plenty of routes to hike up to Superga.
The one I suggest starts in Croce, a small area near Sassi. From Piazza Vittorio Venetto, take bus 61 and get off at the Croce stop. The trail, marked Sentiero 29, starts off of Corso Casale, just west of the bus stop and Via Croce. It is clearly marked on Google maps.
If you go on a clear day, you can see the Alps encircling the city of Turin.
Entry Prices
€3 for Basilica Dome
€5 for Royal Tombs or Apartments
€9 for Royal Tombs and Apartments
Free with Torino + Piemonte Card or Royal Card
Basilica Closure
Currently the Basilica is undergoing restoration, so the only time you can enter is for Sunday morning mass, which begins at 11:30am. Entry is allowed from 10am.
Summer Hours: March 1 to October 31
Thursday to Tuesday — 7am to 10pm
Closed Wednesday
Winter Hours: November 1 to February 28
Saturday, Sunday, & public holidays — 10am to 6pm (last entry at 5:15pm)
We hope this guide to Superga Basilica helps you plan a fun and flawless trip to one of the most famous spots in Turin. With hiking trails, impressive architecture, the historic rack tramway, and the magnificent view, it’s worth a half-day while you’re in the city. For more things to do in Turin, see our complete guide.
♥  Happy mindful adventures, Jane & Stephen
We’re not going to lie, it takes a LOT of work to create guides like this. But it’s easy to help us out! If you book or buy something using one of our personal links in this post, we’ll earn a small fee at no extra cost to you. Of course, we would never recommend anything we didn’t 100% believe in! Huge thanks in advance! –S&J
Pin this for your trip to Turin.
The post How to Visit Superga Basilica – Your Guide to a Great Day Trip from Turin appeared first on My Five Acres. Travel. Adventure. Yoga..
0 notes
nsmodernidade · 5 years
Text
Crítica: visita ao MAC USP
Tumblr media
                                          Prédio do MAC USP
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
                                          Entrada do MAC USP
Tumblr media
                            Vista do Parque do Ibirapuera e região
Tumblr media Tumblr media
Exposição Ecos Mecânicos: a máquina de escrever e a prática artística
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
No ano de 1963 o Museu de Arte Contemporânea da Universidade de São Paulo (MAC USP) nasceu para comportar o acervo de obras de arte que havia recebido do MAM de São Paulo, é composto por coleções do casal de mecenas Yolanda Penteado e Ciccillo Matarazzo, pelas coleções de obras adquiridas ou recebidas em doação durante a vigência do antigo MAM e pelos prêmios das Bienais de São Paulo, até 1961. O acervo inicial do Museu é formado por obras de artistas renomados como: Amedeo Modigliani, Pablo Picasso, Joan Miró, Alexander Calder, Wassily Kandinsky, Tarsila do Amaral, Anita Malfatti, Emiliano Di Cavalcanti, Alfredo Volpi e Lygia Clark além de uma belíssima coleção de arte italiana do começo do século XX, o novo museu passa a atender aos principais objetivos da Universidade: busca do conhecimento e sua disseminação pela sociedade.
Até 2009 o prédio projetado por Oscar Niemeyer para ser o Palácio da Agricultura abrigava a Sede do Departamento Estadual de Trânsito do estado de São Paulo (Detran-SP), mas em 28 de janeiro de 2012 passou a ser a nova casa do MAC USP que até então funcionava em dois endereços: no campus da USP, na Cidade Universitária, na Zona Oeste, e no terceiro andar do prédio da Bienal, no Parque Ibirapuera, na Zona Sul da capital. Dessa forma, desde 2012 o museu passa por reformas para transformar esse monumento da arquitetura moderna do Brasil em um espaço museológico que consiga comportar uma das mais importantes coleções públicas de arte moderna e contemporânea do continente. O conjunto arquitetônico recebeu um investimento de R$ 76 milhões da Secretaria de Estado da Cultura e foi repassado à Universidade de São Paulo (USP), responsável pela implantação e manutenção do complexo. Além da reforma em toda a estrutura, foram construídos outros dois edifícios anexos, totalizando uma área de 30 mil metros quadrados de arte.
O Palácio da Agricultura foi projetado, juntamente com os demais pavilhões do Ibirapuera, em Razão do IV Centenário da Cidade de São Paulo, o edifício não se encontra dentro das dependências do Parque, mas faz parte do conjunto de prédios ligados ao mesmo, interligado por uma passarela de pedestres sobre a Avenida Vinte e Três de Maio. Os elementos que o compõe, assim como os outros prédios, trazem expressos os traços característicos das obras de Niemeyer, como os apoios simétricos em “V”, planta livre e térreo liberado, conferindo parte dos preceitos corbusianos que foram fundamentais para a arquitetura contemporânea.
Quando vi o prédio do MAC USP, com a sua arquitetura moderna, logo me veio a mente os edifícios do governo projetados em Brasília também por Niemeyer, pois como disse anteriormente os projetos arquitetônicos dele carregam como se fosse uma espécie de DNA que nos faz identificar de longe quem é o seu autor. Do alto do mirante do Museu de Arte Contemporânea temos uma vista privilegiada para a região do parque do Ibirapuera, que é um dos poucos espaços de área verde que nos resta no coração de São Paulo, porém pude observar que talvez esse local com o passar do tempo provavelmente será sufocado pela marcha do “progresso”, pois a cada dia novas construções verticais vão sendo realizadas para compor o skyline de São Paulo.
A parte interior do museu oferece muitas exposições, algumas delas não estão articuladas por um tema específico ou por escolhas curatoriais fechadas devido às reformas que ainda nãos estão finalizadas. A exposição que mais me chamou atenção foi Ecos Mecânicos: a máquina de escrever e a prática artística, que explora a história deste instrumento que até a década de 80 do século XX, está presente em grande parte das residências, e a sua utilização no campo do fazer artístico. Os andares do museu são muito amplos e haveria a possibilidade de receber muitos visitantes, mas ao menos no dia em que visitei o local, havia poucas pessoas e a maioria delas era turista que morava em outros estados ou fora do Brasil.
Fontes
http://g1.globo.com/sao-paulo/noticia/2012/01/museu-da-usp-comeca-funcionar-em-predio-que-foi-do-detran.html
https://www.archdaily.com.br/br/898302/classicos-da-arquitetura-as-arquiteturas-do-parque-ibirapuera-oscar-niemeyer
https://parqueibirapuera.org/equipamentos-parque-ibirapuera/museu-de-arte-contemporania-mac-usp/
http://www.mac.usp.br/mac/conteudo/institucional/institucional.asp
0 notes
Text
MAC-USP (Museu) - Documento
Museu de Arte Contemporânea
Inauguração: 1963
Diretor:  Carlos Roberto Ferreira Brandão
Vice-diretor: Ana Gonçalves Magalhães
Localização:  Avenida Pedro Álvares Cabral, 1301 - Ibirapuera - São Paulo, SP
Sobre o Museu
O Museu de Arte Contemporânea foi criado em 1963 quando a Universidade de São Paulo recebeu o acervo do antigo MAM de São Paulo, formado pelas coleções do casal de mecenas Yolanda Penteado e Ciccillo Matarazzo, pelas coleções de obras adquiridas ou recebidas em doação durante a vigência do antigo MAM e pelos prêmios das Bienais de São Paulo, até 1961. 
De posse desse rico acervo composto, entre outras, por obras de Amedeo Modigliani, Pablo Picasso, Joan Miró, Alexander Calder, Wassily Kandinsky, Tarsila do Amaral, Anita Malfatti, Emiliano Di Cavalcanti, Alfredo Volpi, Lygia Clark e uma estupenda coleção de arte italiana do começo do século XX, o novo museu passa a atender aos principais objetivos da Universidade: busca do conhecimento e sua disseminação pela sociedade.
Instalado em um complexo arquitetônico criado nos anos 1950 pelo arquiteto Oscar Niemeyer e equipe, o MAC USP possui um acervo de cerca de 10 mil obras, entre pinturas, gravuras, tridimensionais, fotografias, arte conceitual, objetos e instalações. É considerado um centro de referência de arte moderna e contemporânea, brasileira e internacional, mantendo à disposição de estudantes, especialistas e do público em geral uma biblioteca e um importante arquivo documental.
Tumblr media
0 notes
aestheticxbullshit · 7 years
Text
Diego.
1907. Ciudad de México.
-¿Cara o cruz?
-Cara. Arrebató ágilmente Diego.
-Pues cruz. Dijo resignado Roberto Montenegro.
Cruz.
——
Aquel volado perdido daría forma a la expresión gráfica de la cultura mexicana contemporánea.
Diego Rivera de 20 años y Roberto Montenegro de 19 habían quedado empatados como los mejores alumnos de la Academia de Bellas Artes.
El ganador recibiría una beca para estudiar en el extranjero, y como sólo había una, se determinó que se decidiera todo en un volado.
Diego cerró lentamente los ojos como queriendo desaparecer para siempre de la faz de la tierra, mientras Roberto permanecía en silencio intentando atesorar cada detalle del momento que  -sabía- era el golpe de suerte que ocupaba su prodigiosa carrera.
El camino a casa fue nublado y silencioso. Más la confianza en su talento se mantenía inviolada.
-Fue mala suerte, no falta de trabajo. Algo bueno brotará de la herida-
Ya en casa, Diego comunicó privado en llanto la noticia a sus padres. El joven poseía un talento sobrenatural y esta oportunidad era indispensable para sus ambiciones.
Su papá Don Diego Rivera, era enviado de vez en cuando por parte del Consejo de Salud a Veracruz para entregar reportes y entrevistarse brevemente con el gobernador Teodoro Dehesa; Un hombre sumamente culto. En un acto desesperado y totalmente fuera de lugar, Don Diego Rivera se presentó a la siguiente reunión con su hijo y las mejores pinturas que había realizado bajo el brazo.
Teodoro observó sorprendido la plasticidad creativa del joven acreditándole una módica beca para continuar sus estudios en Europa.
En 1917; Diego era miserablemente pobre, su padre pasaba largas temporadas sin trabajo haciéndole imposible cruzar recursos suficientes hasta Francia.
El mejor amigo de Rivera en París era un italiano respingado que padecía al igual que él, la ausencia absoluta de recursos, su nombre: Amedeo Modigliani o “Modi” como le apodaban los habituales de Montparnasse: Picasso, Cocteau, Cézanne, André Salmon, Casals…
Diego y Picasso habían sido muy buenos amigos hasta que Pablo pintó “Hombre apoyado en una mesa”. Rivera le recriminó airadamente que había plagiado su cuadro “Paisaje Zapatista” y desde entonces la relación entre ambos se volvió estrictamente profesional.
Modigliani vendía retratos a 10 francos para comprar algo de comida y vino que compartía con Diego y su novia Jeanne.
Retrató varias veces a Rivera de formas extravagantes y divertidas con el fin de entretenerlo, mejorar el ánimo mutuo. Lo pintaba como chino con los ojos muy cerrados, o con barbas exóticas.
Rivera también lo ayudaba. Modigliani padecía severas depresiones provocadas por continuas decepciones amorosas, amén de la ansiedad que sufría por las condiciones tan deplorables en las que vivía.
Se alcoholizaba siempre que había oportunidad, tornándose con los excesos en un hombre triste y agresivo. Diego muchas veces tuvo que ser quien entrara al quite para regresarlo a casa sano y salvo.
A finales de ese año se celebró la primera exposición de Modigliani en la galería de Berthe Weill aunque horas después fue clausurada por considerarse indecente para las autoridades.
Semejante fracaso empeoró un cuadro de tuberculosis que había adquirido años atrás y tuvo que mudarse a Niza con Jeanne para tratar su enfermedad separándose de Diego “Le géant” a quien sin saberlo, veía por última vez.
Rivera mezcló entonces la influencia de Modigliani y Picasso con la línea que proponía Cézanne adquiriendo nuevas técnicas post-cubistas que sorprendían por sus chillantes colores, volumen y acabados a la crítica internacional.
Un 24 de enero de 1920, después de una noche de excesos y haber peleado con unos vándalos en la calle, Amedeo regresó a su departamento auxiliado por Jeanne, delirando de muerte.
El médico del edificio no pudo hacer nada más que atestiguar la muerte del pintor a causa de una meningitis tuberculosa. Tenía 35 años.
El súbito fallecimiento de Amedeo afectó tremendamente a Diego, quien desesperadamente buscó la forma de salir de París e instalarse en Italia para mantener fresca la memoria de “Modi" y estudiar el arte renacentista que tanto le apasionaba.
En México el general Obregón ascendía a la silla presidencial consolidando así la victoria final de la Revolución.
José Vasconcelos asumía el cargo de Secretario de Educación Pública y con él surgía el gran proyecto artístico y cultural del México de los años 20.
Fue Vasconcelos quien pagó el viaje de Rivera a Italia con la encomienda de estudiar la gran tradición de los frescos renacentistas.
José Vasconcelos había sido el autor intelectual de la Revolución Mexicana, de forma que entendía claramente que el suceso revolucionario no había sido causa de movimientos económicos o políticos.
La Revolución Mexicana había sido un proceso cultural.
Y ahora como Secretario de Educación tenía las herramientas y recursos para establecer la base artística, académica e intelectual que al día de hoy rige endeblemente la cultura del país.
Dos años después, Diego regresaba a México listo para cumplir el encargo de Vasconcelos. --
1922. Escuela Nacional Preparatoria de la Ciudad de México. Un revólver 30.30 descansaba apaciblemente en un banquito sobre el periódico, al lado de José Clemente Orozco.
Apuradas pisadas se escuchaban a la lejanía, era Xavier Guerrero quien con diario en mano corría por el pasillo hacia una figura solitaria que empezaba a trepar un enorme andamio.
-Maestro, otra vez se están burlando de los murales en los periódicos y uno de los frescos de Siqueiros amaneció todo rayoneado… ¿Eso es una pistola?
-Al primero que se le ocurra dañar mi obra cae muerto. Contestó despreocupado Orozco mientras trepaba la estructura metálica con pinceles y espátulas hasta en la boca.
-Naturalmente ya me enteré lo que le hizo algún descerebrado a David. ¿Sabes cuál es la diferencia entre Siqueiros, Diego y yo? Que yo siempre cargo con mi revólver. Pásame por favor las espátulas que se me cayeron y súbete el yeso.
Sonriente y con tono burlón Diego le gritaba desde la lejanía a Orozco.               -¿Ya viste lo que le hicieron a David? -Por eso vengo armado. Reprochó Orozco.
-Yo no. Contestó Diego sonriente mientras se acercaba al andamio. -No se atreverían.
Rivera tenía razón. Era demasiado respetado a pesar de la “fealdad de sus monotes” para que alguien tuviera la puntada de afectar su obra.
-¿Y ‘ora gordo por qué tan tarde?
-Fui a echarle flores al Partido. Contestó Diego cínico. Ese asesino de Vittorio Vidali que ahora se hace llamar -“Eneas Sormenti”-, es un rufián de cuello blanco, ¿No te parece sospechoso que siempre que llega a México, matan a alguien? Es hasta un poco tétrico, parece bulldog; Bueno, con estos aires que tiene de ser el nuevo Simón Bolivar se da la libertad de pedirme esto y pedirme lo otro y pedirme aquello... ¿No ve que trabajo 18 horas al día de lunes a domingo? ¡Me parto más que nadie la madre por este país! No me da la vida para cumplir con las “obligaciones” del chingado partido.  
Y justo pasé a enviar un telegrama a los rusos, por eso vengo tarde. Ya les dije que si me vuelven a hacer un berrinchito como el de hoy, mando a todos con todo y su partido a chingar a su madre.
Y así fue.
En 1925 Diego renunciaba al Partido Comunista Mexicano tras declararse Trotskista y argumentar que la luna de miel del comunismo había terminado si las ideas de Leon Trotsky no eran vistas como esenciales para el bienestar del partido.
Diego se consolidaba desenfadado como el más rojo de todos los intelectuales en México. Era tan rojo que no cabía ni en el propio partido comunista. --
Febrero 1926. Café “Los Monotes” Centro Histórico de la Ciudad de México.
Compartiendo la merienda se encontraban Siqueiros, Orozco, Rivera y Vasconcelos.
-José, José, escúchame: ¿Y todas las reformas, cambios y ajustes que prometió Calles? Puras promesas incumplidas. ¿De qué sirve que pintemos y pintemos si todo lo que plasmamos queda ahí nomás como un ideal inalcanzable?… ¿Y no conforme con eso ahora me vienes a pedir que renuncie a “El Machete” a cambio de seguir recibiendo la ínfima nómina del Sindicato? Sabes que te amo desgraciado y que nomás por eso no te insulto, pero te la resumo:  “El Machete” se queda. Sentenció Siqueiros.
Diego explotó una chillante carcajada que provocó primero el silencio y luego risas avergonzadas salpicadas por el restaurante. 
-Háblenle... Háblenle a... A Tina para que tome foto; Por primera vez David dice algo coherente... ¡En su vida había hilado tanta verdad!  Luego de pronto, su rostro se tornó vacío y oscuro. 
-No ya en serio.  David, te secundo: “El Machete” se queda.  Dijo mientras volteaba con una sonrisa macabra y burlona a Vasconcelos.
Los tres en la mesa giraron al silencioso Orozco que como siempre se mantenía callado y observante, comiendo chicharitos con piquín de manera copiosa. Después de notar que estaban esperando su postura, José Clemente carraspeó, le dió un trago al tequila y dijo:
-Tocayo, esta revolución es un mito; Un invento. Creado mediante la invención de fiestas, historias “oficiales”, monumentos y murales que presumen ser los artífices de una sociedad que NO somos, porque no trabajan los de arriba para que así sea... 
Luego con una voz más severa continúo: 
-“El Machete” es el ÚLTIMO resquicio de la lucha que TÚ empezaste, que TÚ diseñaste. 
Luego reculando su tono de voz, casi secreteándoselo complementó:  
¿Y ahora vienes a pedirnos que elijamos mantenernos en el Sindicato recibiendo la de por sí castigada paga a cambio de exigir la clausura de “El Machete? … “El Machete” se queda.
Diego juguetón complementó:
-Además, aunque quisiéramos pronunciarnos en contra del periódico, le pertenece a los pillos del Partido Comunista Mexicano. ¿Qué si son unos vándalos? ¡Por supuesto que son unos vándalos!, pero por lo menos le dan el dinero suficiente al diario para subsistir... No lo van a dejar de publicar, eso te lo aseguro. Entonces... Orozco, compárteme de tus chicharitos por favor. 
-…¿Entonces, a qué vienen todos estos gritos, patadas y sombrerazos? Ya sabías lo que te íbamos a contestar y ya sabemos que esta no es tu voz, es la voz de tu jefe Calles pidiendo que trates de mediar con nosotros, para que él a su vez apacigüe a sus jefes los gringos…
-Mejor ya entrémosle a los sopes que se enfrían. Suavizó inmediatamente Vasconcelos.
Diego no tardó ni un segundo en servirse un par de sopecitos y meditar la salsa que le pondría a cada uno.
-Es que a mi lo que me preocupa es la represión de Calles en contra del Comunismo, sobre todo contra el partido que si son tontos o no, es lo de menos.
No, no es lo de menos David, ahí regresas a tu intelecto natural cortó tajantemente Diego.
Bueno, a lo que voy. -LA FIGURA- del partido es esencial para lo que pretendemos todos. 
-Mira, David. Cortó severamente Vasconcelos.
-Todos ustedes saben lo que pienso. Se los tenía que decir. Me tocó a mí comunicárselos y ni modo. Órdenes son órdenes y siguiéndolas es como he llegado hasta acá. Así que yo también “se las resumo”. El Sindicato se va a disolver, “El Machete”... se queda. Dijo en tono burlón como imitandolos.  Y ya vamos viendo como le hacemos para sobrevivir. ¡Pos yo también siento la represión de Calles! ¡no soy estúpido! Sentenció amargamente Vasconcelos mientras tomaba con sumo cuidado un sope de la pila.
-Hablando de “El Machete” José, ¿Cómo va la labor diplomática para recibir al estudiante cubano si sale vivo de la cárcel? preguntó Siqueiros cambiando de tema.
-¿Cuál estudiante?, ¿Mella?
-Si… Mella. Dijo Diego entrecortado mientras le daba una mordida al sope.
- Ah bueno… Pues primero que salga. El presidente ya hizo un pronunciamiento en contra de la retención del chico; Alguien me dijo que lo quisieron envenenar con un pescado y que por eso empezó todo esto de la huelga de hambre.
-Del simio de Machado se puede esperar todo. Recriminó Orozco.
-Bueno, si lo liberan yo le consigo el asilo político, igual no el asilo, pero podemos mediar con Cuba. Pero primero que lo liberen y no se muera. 
En el supuesto caso de que so-bre-vi-va. Subrayo la palabra, sobreviva. 
 Y consiga salir de la isla, va a llegar por Guatemala. Yo mando dos emisarios para que lo reciban y le den pan y comida apenas cruce el Suchiate.
-No le vayan a poner de la roja, pica muchísimo. Interrumpió Diego sudando de la enchilada.
-De todas formas, no creo que ese Mella dure mucho tiempo vivo en México, Cuba o Marte. Vaticinó Orozco sombrío, profundamente triste, como resignado.
FINAL PARTE VI
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
1) Amedeo Modigliani.
2) Diego Rivera en París. 
3) Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros y José Clemente Orozco.
4) José Vasconcelos.
3 notes · View notes
marciamattos · 7 years
Photo
Tumblr media
Jeanne Hébuterne (6 de abril de 1898 Paris - 26 de janeiro de 1920)  Autoportrait Jeanne se suicidou aos 21 anos dois dias depois da morte de Amedeo Modigliani. "Os trabalhos de Jeanne foram guardados por seu irmão André, a sete chaves, e apenas em 2000 foram mostrados ao público, numa exposição na Itália, com uma sala reservada apenas para obras do casal." #womensart #jeannehebuterne #artista #amadeomodigliani #tsuguharufoujita
0 notes
Text
Skeleton: Mondiali; Bagnis nella storia, è argento a St. Moritz
(ANSA) – ROMA, 27 GEN – Amedeo Bagnis entra nella storia degli sport invernali italiani conquistando la prima medaglia mondiale individuale per l’Italia in una rassegna iridata di skeleton. E’ accaduto sul catino naturale (l’ultimo esistente al mondo) di St. Moritz, dove il ventitreenne originario di Casale Monferrato sulla sua slitta ha costruito una prova magistrale per tutte e quattro le…
View On WordPress
0 notes
fenicerinnovata · 4 years
Text
The festivities of the Royal Madame
*Some oddities here; I don’t get it.  Machine translation problems?
I Balletti di Corte - Approfondimento 2 - Dono del Re de l’Alpi a madama Reale. Festa per il giorno natale, lo dece febraro MDCXLV. Ballato in Rivoli, manoscritto cartaceo, secolo XVII - Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, q. V. 60
Agli inizi del 1645 il Ducato di Savoia subiva ancora gli strascichi della guerra civile. Per sicurezza, quindi, il compleanno della reggente Cristina di Francia si festeggiò ancora una volta fuori della capitale, nel Castello di Rivoli. La...
\ Court Ballets - Deepening 2-Gift from the King of the Alps to Royal Lady. Feast for Christmas day, MDCXLV decides it. Danced in Rivoli, paper manuscript, XVII century - Turin, National University Library, q. V. 60
At the beginning of 1645 the Duchy of Savoy was still undergoing the civil war trials. For safety, therefore, the birthday of Regent Christine of France was once again celebrated outside the capital, in the Castle of Rivoli. The feast, designed by Count Philip d 'Agliè and represented by Prince Charles Emanuele II in honor of Madama Royal, consisted of a dinner and a dance.
The celebratory intent of the show was clear: the prince of Piedmont offered as a gift to his mother the kingdom with the approval of the provinces in which it was divided (Savoy, Piedmont, Nice Maritime and Monferrato). The reigning family, court members and ambassador of France participated in the festivities.
In order to avoid uncomfortable diners, dinner took place in four distinct rooms in each of which the tables were placed on mobile footpegs that, thanks to sophisticated machinery, could be moved at the end of each range.
Against the background of the large rooms painted the characteristic aspects of the four Provinces of the State. To this memory, the Album presents scenes depicting the cities of Chambéry, Turin, Nice and Casale respectively.
Among the characters attended the canteen are the Duchess Maria Christina, the princesses Margaret and Adelaide, Prince Thomas, the ambassador of France and other knights and ladies of the Court. The prom took part, among others, Prince Charles Emanuel II at the age of 11, Count Filippo d ' Agliè, Marquis Galeazzo Villa, Baron Pallavicino.
The Grand Ballet of the People's Habitators, theatrically and strategically arrived to pay homage to the Duchess, a ballet crowned by the superb entrance of a silver chariot on which Charles Emanuele II stood, dressed in King of the Alps.
The Album is the work of the ducal secretary Tommaso Borgogno for the calligraphic part.
The music of the arias danced in ballet, also preserved in the National Library with location q. m II. 84 A-D, includes four parts: tenor, bass, alto and soprano.
Thanks to the contribution of the European Inner Wheel Club, the code was restored in 2016 at Studio P. Chrysostomes of Rome.
In short, the conservative restoration intervention involved the following operations: dry cleaning of cards, removal of previous and inadequate restoration interventions, (((repairing the earlier repairs, always a major problem))) detachment of counter-guards, compensation for gaps, suture of cuts and rips, consolidation of the original bracelets, flattening of the block of the body of the volume, application of a new indorsing, reverting the leather blanket with waxes based on natural fat emulsified to water, consolidation of blanket quadrants, compensation for abrasions and gaps on the blanket, chromatic adjustment compensation on the blanket, repositioning the block of cards inside the blanket by gluing the counterguard, digital photographic documentation of the various phases of the intervention.
#bibliotecanazionaletorino #bnuto #pilloledibibliotecanazionaletorino #ioleggoacasa #iorestoacasa #ilmaggiodeilibri @[171645503710:274:MiBACT] @[726876577432698:274:Direzione generale Biblioteche e diritto d'autore] Translated
I Balletti di Corte - Approfondimento 1 - I codici torinesi dei balletti di corte Tredici manoscritti ‒ contenenti testi, costumi, scene e coreografie ‒ tramandano la memoria dei sontuosi spettacoli organizzati presso la corte sabauda tra il 1640 e il 1681. In particolare, dieci codici conservati presso la Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino attestano nove balletti e il dramma per musica Lisimaco; altri tre codici simili sono posseduti, sempre a Torino, dalla Bibliot...
Continue Reading
Court Ballets - Deepening 1-Turin codes of court ballets
Thirteen manuscripts - containing texts, costumes, scenes and choreography - pass on the memory of the sumptuous shows organized at the Sabauda court between 1640 and 1681.
In particular, ten codes preserved at the National University Library in Turin attest to nine ballets and The drama for Lysimaco music; three other similar codes are possessed, always in Turin, by the Royal Library.
The National University Library in Turin also preserves the music of two ballets (The Giubilo del Sole Alpino, music of the arias danced for tenor and bass parts, q. MII. 87 A-B and The Language Carnival, music of airs dancing for tenor, bass, alto and soprano parts, q. 85 A-C) of which no texts, scenes, costumes and choreography have been preserved.  (((Why have I never heard of this music?)))
The almost all of the illuminated tables is the work of Tommaso Borgonio, who, in addition to serving as ducal secretary, was also a designer, engraver and cartographer. The ligatures, coeves and Turin production, are in red Moroccan red decorated in gold, Savoy arms surmounted by the motto FERT.
To celebrate the birthday of Cristina, widow of Victor Amedeo I and regent for her son Charles Emanuele II, on February 10, 1640, the ballet Hercole et Amore was set up in Chambéry, witnessed by the oldest of the codes possessed by the Turin libraries (Turin, Royal Library, Homeland History 952. Music of airs danced for tenor, bass, alto and soprano parts, National University Library of Turin, q. MII. 88 A-D).
In fact, in the ancient capital of the Duchy, Cristina had secured her children at the time of the so-called ′′ brother-in-law war ", a real civil war that saw the party of the Principists oppose the one of the Madamists.  (((This may have been the low point of the Cristina Regency, so to have a big show was pretty bold.)))
The plot of the show was a clear invitation to peace: the Piedmontese (Habitators of the Alps), struck by madness and transformed into fierce animals by Urganda (France) and Melissa (Spain), were freed from the spell by the late Victor Amedeo I , reincarnated in Alpine Hercules, and by Carlo Emanuele II, as Love.
The ballet of the Ladies of Cyprus, escorted by Princess Ludovica, finally paid homage to Madama Royal.
Also the following year, the regent's birthday was celebrated in Chambéry, where he staged the ballet The Jubilee of the Alpine Sun, from the content entirely aimed at the glorification of the Royal Madama.
In 1644 Cristina's birthday was celebrated with the ballet La Fenice Rinovata (Turin, National University Library, q.V. 63. Music of the arias danced for tenor, bass, alto and soprano, National University Library of Turin, q Good morning. mII. 82 A-D), (((does this music exist?))) represented on February 10 at Fossano Castle, where the Duchess had retired in 1643 with her son and court to find shelter, although the Treaty of Turin had placed end to the civil war, from the ongoing clashes between the Allied armies of France and Savoy and the Spanish armies.
At the beginning of 1645 the political-military situation continued to be precarious and the regent's birthday was still celebrated outside the capital, in the Castle of Rivoli, where a party with dinner and ballet entitled Gift of the King of the Alps ( Turin, National University Library, q.V. 63. Music of the arias danced for tenor, bass, alto and soprano parts, National University Library of Turin, q. MII. 84 A-D).
On June 20th of the same year, for the eleventh genetliac of the duke, Valentino was set up the carousel entitled The East warrior and celebrating (Turin, National University Library, q.V. 52). Ideator of the event was Philip d ' Agliè, but the plot, based on the clash between four teams on horseback, was suggested by Prince Thomas to recall the reasons for the ongoing dispute between Turks and Venetians around the island of Candia.  (((The notion of Thomas and d’Aglie, mortal enemies, peaceably working on a martial ballet together, that’s pretty strange.)))
On March 3, 1647 the ballet The Carnival Language Ballet was represented. The ballet Il Tobacco (Turin, National University Library, q.V. 59. 4. Music of the arias danced for tenor, bass, alto and soprano parts, National University Library of Turin, q. mII. 83 A-D), represented in a hall in the Palace of San Giovanni and designed by Philip d ' Agliè with the obvious aim of ridicule the taste of smoke, new fashion of time.  (((I’ve heard elsewhere that the point was to LEGALIZE tobacco so that it could be taxed, which seems plausible as d’Aglie himself was such a big smoker that he was buried with his favorite tobacco pipes.)))
Still in 1650, to celebrate the wedding of Adelaide Enrica, Cristina's youngest daughter, to Ferdinand Maria, Crown Prince of Bavaria, on December 15, the carousel The Hercoli taming of monsters and Tamor of Hercoli took place in Piazza Castello on December 15, 15 (Turin, Royal Library, Homeland History 949), of which scenes Francesco Lanfranchi invented.
At the end of the celebrations, in the salon of the Palazzo di San Giovanni the ballet L 'Educatione d' Achilles and Nereids his sisters in the Doro Island (Turin, National University Library, q.V. 58). The plot has the education of a young lord in whom Charles Emanuele II must be recognized, depicted as Achilles that his mother Teti (Royal Madama) entrusts centaur Chiron to give him lessons in music, painting and martial arts.
In 1653, for the last day of Carnival, Philip d ' Agliè specifically dedicated to the Duchess the ballet Il Gridelino (Turin, National University Library, q.V. 61. Music of the dances, for the recordings of soprano, high, tenor and low, qm. II. 86 / A-D). The title originates from the color gris de lin, a color between blue and purple much loved by Cristina, who while being a widow didn't love wearing black and for this reason was criticized by the court. (((Really?)))
The purpose of the representation is the praise of the gridelino, perfect color, symbol of eternal love. In February 1655, still for the last day of Carnival, Philip d ' Agliè staged The Old and Modern Bacchanals (Turin, Royal Library, Homeland History 953), whose simple storyline ironized the human extravagances impersonated by well-known characters historians.
In 1657 the Duchess's birthday was celebrated with the ballet La Primavera triumphant over Winter (Turin, National University Library, q.V. 55), probably composed for lyrics by priest Don Gabriele Orengiano and for music by violinist Francesco Farinel.  (((Not one of d’Aglie’s efforts, apparently.)))
On April 29, 1660, to celebrate the wedding of Margaret of Savoy with the Duke of Parma and Piacenza Ranuccio Farnese, Filippo d ' Agliè set up in Turin, in the Palace of San Giovanni, the great dance The Pearl Union [sic] Peregrina Margherita Royal and Celeste (Turin, National University Library, q.V. 53), with the scenic apparatus of Amedeo di Castellamonte. The music, of which Michele Chiappati was probably the author, was not preserved.
In May 1665 Charles Emanuele II married, secondly, Maria Giovanna- Baptist of Savoy-Nemours. Of the many shows organized by the second Royal Lady, there is only one testimony: The false Amor bandit, the Humano admitted and the exalted Celeste (Turin, National University Library, q.V. 62), which took place on February 17, 1667. The author of the ballet is unknown, but it is known that the dances were composed by the Turin Giovanni Carisio, known as ′′ l ' Orbino ", member of the Ducal Chapel and then music court composer.
The series of codes preserved at the Turin libraries ends with Lysimaco (Turin, National University Library, q.V. 49). Staged for the first time in 1673 in the Venetian Teatro dei SS. Giovanni and Paolo, the drama for music was set up in Turin during the carnival season of 1681 for the inauguration of the new court theater wanted by Vittorio Amedeo II. #bibliotecanazionaletorino #bnuto #pilloledibibliotecanazionaletorino #ioleggoacasa #iorestoacasa #ilmaggiodeilibri @[171645503710:274:MiBACT] @[726876577432698:274:Direzione generale Biblioteche e diritto d'autore]
(((Why did they stop?)))
0 notes
italianiinguerra · 4 years
Text
Medaglie d'Oro della 2ª Guerra Mondiale - Paracadutista AMELIO DE JULIIS (C.I.L.) - San Pietro in Casale (BO), 24 marzo 1945
Medaglie d’Oro della 2ª Guerra Mondiale – Paracadutista AMELIO DE JULIIS (C.I.L.) – San Pietro in Casale (BO), 24 marzo 1945
Nome Amedeo De Juliis Data e luogo di nascita Pizzoferrato (Chieti), 29 maggio 1926 Forza armata Esercito Cobelligerante Italiano Corpo o Specialità Paracadutisti Reparto 1º Squadrone da ricognizione “Folgore” Unità Battaglione “F” Grado Paracadutista Guerre e campagne
Seconda Guerra Mondiale (partigiano presso la Brigata “Pizzoferrato”)
Seconda Guerra Mondiale (Esercito…
View On WordPress
0 notes