#Chitarra Classica
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giuseppebonaccorso · 1 year ago
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"Without music, life would be a mistake"
(F. Nietzsche)
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Alessandria: Venerdì 28 marzo al "Vivaldi" le atmosfere sospese di Takemitsu
Venerdì 28 marzo ore 19 presso l’Auditorium Pittaluga (via Parma, 1 – Alessandria) il secondo appuntamento di S.CA.MO25 – la rassegna del “Vivaldi” dedicata alla Musica Contemporanea: saranno proposti brani di Tōru Takemitsu, Berio, Ghedini e Dallapiccola. Dopo l’esordio del 20 febbraio, all’insegna della musica elettronica eseguita dagli allievi del Dipartimento MEMA del “Vivaldi”, prosegue in…
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clacclo · 7 months ago
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😱
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lorenzobonade-blog · 1 year ago
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Un día de febrero... (no actúes más, eres viejo e inútil)
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la-neve-fiorita · 2 months ago
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4 dicembre 2024
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diceriadelluntore · 8 months ago
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Storia Di Musica # 342 - The Beach Boys, Pet Sounds, 1966
Per cause di forza maggiore, loro che sono stati i sovrani delle copertine con le spiagge non sono comparsi tra le scelte del mese scorso. Ma si rifanno con i fiocchi nell'ultimo appuntamento dei dischi di band con più di due fratelli. I congiunti della band di oggi sono tre, Brian, Dennis e Carl Wilson, a cui si aggiunsero un cugino, Mike Love, e il compagno di liceo di Brian, Al Jardine che formano la line up originale di uno dei gruppi più importanti della storia della musica occidentale, The Beach Boys. In seguito, nel 1964, dopo che Brian Wilson si prese una pausa almeno dai concerti per problemi di salute, dopo una serie clamorosa di 12 album usciti nei primi quattro anni (1960-1964) si aggiunse la star della musica country, e già collaboratore musicale dei nostri, Glen Campbell. Questi nel 1965 lasciò in maniera fragorosa il gruppo e fu sostituito da Bruce Johnston, che suonava le tastiera e come gli altri era bravissimo a cantare.
I Beach Boys non solo sono uno dei gruppi più di successo nella storia (si calcola in 400 milioni di copie le vendite totali di tutte le loro pubblicazioni), 36 singoli nella Top 40 statunitense e 56 nella Top 100, 4 numeri uno, ma sono tra i pochi che hanno non solo segnato l'immaginario musicale, ma hanno creato un genere, il surf rock, che ha portato la California ad essere la meta dei sogni degli anni '60 dei giovani di mezzo mondo.
La storia del disco di oggi tuttavia inizia quando, nel dicembre del 1965, dopo il successo di Barbara Ann, uno dei loro brani iconici, Brian Wilson ha tra le mani Rubber Soul dei Beatles, uscito qualche settimana prima. Rimane affascinato dalla coerenza del disco, dal fatto che è composto solo di brani autografi e dal suono fresco e coinvolgente che i quattro di Liverpool furono capaci di fare. Si mette in testa di realizzare "il più grande disco rock mai realizzato". Manda gli altri in tour nelle Hawaii e in altre zone dell'Oriente e inizia a lavorare a questo progetto. Chiama un pubblicitario, Tony Asher (che diventerà un fido collaboratore futuro) a scrivere dei testi, organizzandosi così: lui dava ad Asher delle idee generali, Asher li trasformava in testi. Brian Wilson, a cui non mancavano tempo e risorse, continuò a lavorare su questo progetto per altri 5 mesi, un'enormità rispetto ai ritmi di un disco ogni 2 mesi fino ad allora mantenuto. Spese 75 mila dollari, una cifra spaventosa all'epoca, per le registrazioni, con un'orchestra intera, i migliori musicisti sulla piazza anche di musica classica e di jazz (gruppo che arrivò a contare 75 persone, soprannominato The Wrecking Crew) e un'idea musicale che si ispirava al wall of sound di Phil Spector: Wilson creò prima le basi con l'intera orchestra che suonava dal vivo, per poi aggiungere le parti vocali. Proprio come Spector, Wilson fu un pioniere dell'uso dello studio come strumento: esplorava le nuove combinazioni di suoni che emergevano dall'uso simultaneo di diversi strumenti elettronici e le univa alle voci con eco e riverbero. Spesso raddoppiava le parti di basso, chitarra e tastiere, accorpandole con suoni di strumenti insoliti per inventare nuovi sound, spesso usando novità assolute per la prima volta: nella sua orchestra insieme ai violini, ottoni, pianoforte, clavicembalo, armonica, fisarmonica, sassofono, flauto, clarinetto, vibrafono, triangolo, marimba, tamburello, campanelli, due bassi, chitarre, batteria, percussioni varie c'era, per la prima volta su un disco pop, una variante del theremin. Wilson registrò tutto, e attese gli altri solo per le parti vocali e per qualche aggiunta strumentale. Ma la reazione degli altri fu niente affatto entusiasta: il più arrabbiato fu Mike Love, che impaurito che questo distacco dal suono familiare della band potesse essere un fiasco disse "Chi ascolterà questa merda? Le orecchie di un cane?", da cui Wilson in maniera beffarda scelse il titolo a questa opera, Pet Sounds.
Uno degli album più importanti di tutti i tempi esce nei negozi il 16 maggio del 1966, in copertina delle foto scattate allo Zoo di San Diego dopo che fu scelto il nome, con le caprette che mangiavano bocconcini dalle mani dei nostri. Eppure il primo brano, divenuto celeberrimo, era molto rassicurante: Wouldn't Be Nice non si scosta tanto dal suono "surfin'" del repertorio precedente, ma è quasi un gioiello canoro per sviare dal resto, fatto di brani dove la stratificazione musicale e vocale arriva a vette insuperate, come nei primi singoli Caroline, No (che nasce da un errore, Asher scrisse Caroline, I Know, ma Wilson sbagliò a cantare il testo), dolente e malinconica, e da Sloop John B, in origine un vecchio brano folk tradizionale caraibico delle Indie occidentali, intitolato The John B. Sails, portato al successo dal Kingston Trio: Al Jardine, grande appassionato di musica folk, fece sentire la melodia a Brian, che prima in maniera timida, poi più convinto, ne fece una cover cambiando anche leggermente il testo. Il disco è dominato dalla malinconia, nelle memorabili Don't Talk (Put Your Head On My Shoulder), I Know There's An Answer, I'm Waiting For The Day. Ma c'è un aspetto più sottotraccia, che lo stesso Love anni dopo userà per attaccare Brian, e cioè l'uso dell'LSD come "motore ispiratore", che non fece altro che sprigionare tutto "l'ego" di Wilson: tra l'altro i brani, pur se nei crediti hanno i nomi dei vari componenti, furono tutti opera di Brian, che concesse agli altri solo minime correzioni. Non si può lasciare in questo disco altre due perle, una che c'era, e l'altra che all'ultimo momento fu scartata. God Only Know, quella che c'è, è una delle primissime canzoni a far comparire Dio nel titolo, uno dei pezzi più sofisticati, per melodia e orchestrazione mai registrati su un disco pop; Good Vibrations, che non c'era, fu concepita per essere una sorta di "sinfonia tascabile: registrata secondo la leggenda in 26 take, con le più sofisticate tecniche dell'epoca, sembrava pronta, ma all'ultimo momento Brian decise di scartarla, non ancora contento. Ci lavorò ancora per mesi, finchè non uscì come singolo nell'ottobre del 1966.
Il disco è una pietra miliare: presente in tutte le classifiche dei dischi più importanti di tutti i tempi, fu un pugno nello stomaco. Come preannunciato da Love, il disco fu di minor successo commerciale, ma fu il motore creativo che Wilson si preannunciava. I Beatles, sentito Pet Sounds, si innamorano di questa idea di album totale, e l'anno successivo sfornarono Sgt. Pepper's And Lonely Hearts Club Band. Wilson, così fiero del suo lavoro, ascoltando il capolavoro dei Beatles, e così follemente innamorato di quella musica, decise di raccogliere nuovamente la sfida, spronato a rispondere a quell'opera d'arte. Ma quel progetto, Smile, lo portò ad una sorta di esaurimento nervoso che ne segnerà la carriera. Una sfida alla perfezione che in quel momento lo vide soccombere: riprenderà quel progetto solo quasi 35 anni dopo, pubblicandolo nel 2011.
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pontipines · 4 months ago
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Allora, considerazioni sulle canzoni nella versione incisa. L'ordine segue il modo in cui me le ha date Spotify:
Coma_Cose: il beat è quello di Apple di Charlie XCX mischiato ad una canzone dei ricchi e poveri. Mi sa tanto di canzone da ballo di gruppo/acqua gym. Già vedo gli animatori che fanno il gesto 🫶🏻🫶🏻 sul tempo. Flop o Top dipende essenzialmente da come la vuoi usare.
Irama: L'attacco mi ricordo un po' quello di "Brividi" dei Blamhood,che già a sua volta era identico all'attacco di "Penelope" di Achille Lauro (ma non siete pronti a questa verità). Purtroppo devo confermare quello che ho detto ieri:la canzone non ha progressione,parte che già sembra di arrivare al ritornello. Sarebbe stato pure bel ritornello,ma come canzone casca male. Però l'assolo di chitarra mi piace
Francesca Michielin: È una canzone di Taylor Swift al 100%. Non solo a livello di tematica,ma proprio come modo di scrivere. Credo volesse cercare di creare una versione italiana di Cruel Summer, però considerando che la sua esperienza è stata più pesante di quelle della Taylor,forse la scelta risulta un po' infantile per il tema. Fossimo stati ai tempi di "cigno nero" e "parole di ghiaccio" sarebbe stato un tormentone. Ora non so.
The Kolors: Paradossalmente il loro essere sempre i soliti me li fa piacere, principalmente perché sono autoironici sulla cosa,a differenza di gente come i Modà che ci crede davvero. Sti demoni hanno capito come si lavora:mirando a tiktok Campania! Non è Italo disco o Ragazzo/Ragazza ma fa il suo. Il beat mi ricorda qualche altra canzone famosa, qualcuno mi aiuta a capire quale?
Noemi: La voce è divina. Su carta dovrebbe essere un pezzone,ma c'è un grosso però: È LA CLASSICA CANZONE DI NOEMI. Sicuramente se te la ascolti alla radio ti piace,non è che cambi stazione,però è troppo uguale a cose che ha già fatto. Mi ricorda la canzone che le scrisse Vasco, specie a livello di base musicale. Poi vabbè,io Noemi la amo e sicuramente finirà che me la sentirò di nuovo, però proprio per questo mio amore mi sento di dire che non è fra le sue migliori.
Willy Peyote: Come arrangiamento è uno dei migliori,con quel ritmo caraibico alla Coconut Mall di Mario Kart,un po' Staying Alive quando fa'"ah ah ah AH!". Come testo... allora, Guglielmo, apprezzo il tentativo visto il contesto, però pure tu hai fatto il compitino. Il ritornello che imita i boomer è una bella idea, però le strofe sono abbastanza basic. Speravo in una versione 2025 di "VIP in Trip",ma abbiamo ottenuto "Il rap nel mio paese 2" (che a me piace eh, però non la considero tra le migliori).
Bresh: Allora lui è molto bono....finiti i complimenti. Confermo quanto detto ieri sera,uno dei piú anonimi. ANCHE SE, penso che una versione unplagged con la chitarra acustica potrebbe fare un miracolo 👀
Fedez: NON È ASSENZIO! È un pezzo che sa un po' di vecchio,nel senso che mi ricorda quel rap del 2010. PERÒ... però... però. Devo essere oggettiva,e lo dico:
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Elodie: La voce è divina ma c'è un grosso però (parte 2): La base è troppo,troppo,troppo, uguale a Sinceramente di Annalisa. Specie nell'intro e nel bridge ("Stasera dove vai amore" è identico a "Ma sono solo bagliori"). Ammicca anche un po' a "A fari spenti" ma in modo fiacco. Come per Noemi,io lei la amo quindi se la becco in radio non è che mi schifo, però proprio perché la amo dico che non è fra i suoi migliori
Rose Villain: Allora lei è molto bona....finiti i complimenti. È la copia di Click Boom,ma senza il suo sprint. Si vede che ha collaborato con Fred de Palma questa estate, perché c'è tutta la sua mosceria. Ironico, perché speravo in una versione femminile di "Amore&Grammi" (la famosa lei che "mi dice si")
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a--piedi--nudi · 11 months ago
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Mi piace andare a concerti di artisti che non conosco, in posti piccoli dove non c'è calca. Da qualche anno qui ne organizzano all'aperto, in alto, in mezzo ai boschi. Ho sempre un po' di riguardo, nella mia testa, per gli abitanti delle foreste: perché disturbarli, penso, perché non lasciarli nella pace del vento ma coinvolgerli nelle nostre strane abitudini? Diodato. Mai ascoltato. Spesso non sopportato. Andiamo, ho sentito Renato Zero dire che è in gamba. C'è da camminare un'oretta sotto la pioggia, poi lassù il sereno a ore 16:00: perfetto. Birra, panino, gente tranquilla in attesa, piccolo palco coperto dai gazebo...erano in dubbio, con il tempo non si sa mai. Ai concerti mi piace incontrare gente senza essermi messa d'accordo, andare, sapere che non sei solo mai. Ieri ho visto sorrisi di cui in fabbrica non avevo mai potuto godere. Donne rinate stese sull'erba, appoggiate ai compagni, abbandonate ad occhi chiusi su melodie leggere. Cantano gli uomini, ballano, altri ascoltano soltanto. Chitarra elettrica, chitarra classica, basso, batteria, tastiera e Godano al violino. Sono bravi, alcuni pezzi sono molto belli, altri no. M'interrogo su quando un pezzo diventi canzone, come si fa, cosa succede, tecnica cuore mestiere, pazienza, lavoro artigianale, sapienza, talento. Alcuni pezzi non lo sono diventati "canzone"; rimasti parole lanciate al vento con un po' di musica attorno, ecco, queste non le sopporto, ma vengono suonate e cantate comunque. Diodato ha un bisogno immenso di sentirsi parte di un tutto, di noi, scende dal palco, cammina in mezzo alla gente, fa due parole. Apprezza la natura, parla di Taranto martoriata, del male che facciamo alla terra del cuore che duole nell'assistere al massacro e della necessità d'agire per salvare, salvare, salvarci. Parla d'incontro. La sua voce arriva, chiara, netta, si sente bene ogni singola nota, faccio i complimenti ai tecnici, non succede spesso, dico. Ridono di getto. Sinceramente. Dietro una risata mille pensieri, parole taciute. Esperienza. E'chiaro, ormai, che ho un rapporto particolare con i concerti, forse lo sesso che ho nella vita, ci sono e non ci sono. Sono coinvolta ma solo parzialmente, osservo, ascolto, un piccolo drone curioso e silenzioso; a vote mi perdo ma deve esserci tanta musica a poco canto. Quelle volte vedo forme, colori, storie aliene, figure bellissime. Vedo cose che poi dimentico di annotare. Ieri no. Alla fine mi dispiaceva per lui che doveva scendere dal palco, andarsene, perché funziona così. Mestiere ingrato ho pensato. Come quando ero piccola e guardando il festival dicevo, fra me e me...ma come, un cantate che fa? "Solo" una canzone e poi via? Nel camerino? Mi faceva pietà. Ieri la stessa cosa. Sentivo che voleva restare. Voleva amare. Voleva volare. Si voleva mischiare. Chissà, forse ho solo sentito quella parte di me che non lo sa fare. Fosse così, fosse davvero che ho sentito il mio lato oscuro per un attimo, che Diodato sia, imperfetto, incompleto, immaturo. Che Diodato sia. Amen.
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gcorvetti · 17 days ago
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Turbolenza.
Dopo la batosta di questa settimana ieri mi sono fermato a pensare, a riflettere su cosa posso fare. E alla fine mi sa che mi devo piegare al detto "il tempo è denaro" perché non mi sono restati molti soldi, anche grazie alla propietaria di casa, Spock mi ha convinto a non scriverle "la prossima volta il mese che dimentichi non te lo pago", più che altro anche se il contratto non è registrato lei potrebbe comunque andare alla pula, quindi mi sono fermato e le ho scritto semplicemente di non scordarlo più, anche se non ha più importanza oramai. Se non succede niente in queste due settimane finali del corrente mese, cosa molto probabile, farò il biglietto per tornare con la coda tra le gambe in Trinacria, già, nonostante non mi piaccia e a casa con mia madre vivere è un delirio, non vedo alternative. E' vero che ho passato 2 ore a guardare annunci di lavoro su Eures (per chi non lo sa il portale europeo per chi cerca e offre lavoro in tutta Europa), concentrandomi su quelli in Olanda, magari mando qualche CV non si sa mai. In questo fine settimana di passione ho anche fatto i conti con gli oggetti che ho, fortuna che la batteria, il basso e la custodia della chitarra classica le ho vendute, resta la chitarra acustica, l'amplificatore, la stampante 3D e la bicicletta, non so se venderò la pedaliera perché è un pezzo fondamentale del mio sound, bah vedrò. Poi ci sarebbe la stampante a carta che però stampa anche il sopra dei cd, l'avevo presa per autoprodurmi al 100%, ho stampato diversi cd, 25 per l'esattezza venduti 2 il resto li ho regalati dopo quasi 3 anni, anche perché erano canzoni vecchie e la maggior parte non le suonavo più, lo so dati inutili ma tanto il post è mio :D.
I libri ? Beh pensavo che quelli letti li posso mandare intanto in siculonia, quelli non letti li porto con me, non sono tanti; qualche cd musicale e dvd, qualche album di foto vecchie mie, anche perché poi arrivarono le camere digitali; ho anche parecchie cose, attrezzatura se si può definire così, per creare prototipi di giochi da tavolo, hobby derivato dai videogiochi, e che ne ha preso il posto ma è finito anche quello, si una volta facevo videogiochi per passatempo, bisogna pur impegnare le serate quando tua figlia è piccolissima e la tua compagna si collassa con lei alle 9 di sera e tu non vai a letto prima delle 2 di notte, una volta era così. Ma il problema più grosso è per la chitarra, la mia Chitarra, è con me da 25 anni e ne ha 30, venderla qua sarebbe come regalare una perla a un porco, e qua non ci sono portafogli vuoti che reggono, la mia chitarra è più importante di ogni moneta o pezzo di carta di questo maledetto mondo, più di tutto l'oro delle californie (cit.). Tagliando corto, le cose che non vendo se riesco le spedisco, non so come farò con la chitarra, comunque, se non riesco a spedirle ora, per la questione monetaria, allora li lascerò ai miei figli, degli amighi ritrovati non mi fido per niente, che poi andranno a finire dove sono stati per anni. Ci sarebbe una possibilità remota con il verdumaio milanese, lui va in Sicilia a prendere frutta e verdura, non so se lui personalmente o paga qualcuno per farlo, fatto sta che col furgone vanno fino a giù e sarebbe l'ideale se mi facesse il favore, pagando naturalmente perché certa gente farti il favore gratis gli sembra che lo stai fregando, e poi oramai non si fa più niente per niente, ma questa è una soluzione remota, certo potrei chiedere e mi darebbe fastidio se non ci fosse una ragione plausibile per non farlo, ma mi inventasse scuse idiote, preferirei più un "Caro mio non sono un trasportatore", però sarebbe l'ideale per la chitarra. Poi vabè i vestiti che non sono molti ma comunque ingombrano.
Per oggi ho dato, ho sprecato tantissime energie solo per stare tranquillo, che poi non ci sono proprio riuscito fino a quando non ero stanco di quel dolorino allo stomaco e la fronte corrucciata e nonostante l'omino mi abbia rimbalzato e ho capito che stavo tornando a qualche mese fa e mi sono fermato.
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be-appy-71 · 1 year ago
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Ora le scrivo
anzi no che poi la disturbo
anzi sì che c'è di male
le dico solo che la penso,
ehi ciao passavo per il tuo numero
e niente mi sei venuta in mente per sempre
no no, macchè per sempre oh
cancella subito
cancella tutto
le scrivo solo ti penso
ciao, ti penso,
no no, non funziona così
troppo vago
e poi che è ti penso? cioè che vuol dire?
ti penso come? la pensi bella? la pensi bene?
Oppure la pensi a fare la spesa mentre impreca perché è finita la carta forno
e lei stasera magari
voleva fare i peperoni gratinati?
No niente, cancella
così è troppo dolce e poco poetico
ciao scusa ti penso tolgo il disturbo ciao,
non va bene, ma che è?
cioè idee zero, ma come ragiono
patetico
sono uno stupido
ho trovato
le scrivo che la penso più del dovuto,
eh vabbeh mica posso scriverle già ste cose,
però mi manca,
le scrivo: mi manchi cento
ok, ma su che scala?
e se lei è una che parte a conteggiare
dal cento al mille?
cioè sarebbe come se le dicessi che non la penso quasi mai
meglio non rischiare
magari le scrivo
una cosa simpatica,
e ma la conosco poco
che ne so io che cosa è simpatico per lei
cioè il mio umorismo potrebbe essere diverso dal suo
magari il balck humor la offende
e magari ride a crepapelle con zelig
meglio non rischiare
ecco, le linko una canzone
e le dico, ciao è passata in radio e mi sei venuta in mente tu
però poi magari dice ma dai anche io stavo ascoltando la radio, che radio è che la metto?
o magari i suoi gusti musicali son diversi
ecco potrei dirle questo
ciao sei più verso i violini o verso i bassi?
più chitarra classica o più tuz tuz e cose nel bicchiere?
no, macché cose nel bicchiere ma che dico
idiota sono un idiota
dai non le scrivo niente
anzi le scrivo una cosa a caso tipo
"le sirene sono esistite davvero"
e poi le dico che ho sbagliato numero
scusa se ti ho disturbato
ho un amico che si chiama come te in rubrica
mi sono confuso, perdonami, come stai?
ti va di sposarci una di queste ore?
ma che dico ma smettila ma che è?
imbecille
ecco, sono queste
tutte le parole che ho cancellato
prima di scriverti semplicemente
ti ho pensato... ♠️🔥
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G.Evan
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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XXVI Edizione di "Parole, Suoni, Colori": un Viaggio tra Classico e Jazz con il Maurizio Di Fulvio Trio. Museo della Gambarina. Alessandria
Alessandria si prepara a ospitare un evento musicale imperdibile: la XXVI edizione di "Parole, Suoni, Colori", organizzata dall’Associazione Culturale Musicale Artemusica in collaborazione con gli Amici ed ex allievi del Liceo Scientifico “G. Galilei” e c
Alessandria si prepara a ospitare un evento musicale imperdibile: la XXVI edizione di “Parole, Suoni, Colori”, organizzata dall’Associazione Culturale Musicale Artemusica in collaborazione con gli Amici ed ex allievi del Liceo Scientifico “G. Galilei” e con il patrocinio della Provincia e del Comune di Alessandria. L’appuntamento è fissato per domenica 9 febbraio 2025, alle ore 17:00, presso il…
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aitan · 1 year ago
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È stata pubblicata in questi giorni una bellissima raccolta di cinque spartiti per chitarra classica, tutte celeberrime canzoni napoletane riarrangiate da Francesco 'Perzico' Di Giuseppe nella sua vita parallela di musicista di strada espletata tra Roma e Napoli.
Io ci ho messo un poco poco del mio, curando la prefazione del libro che mi piace anticiparvi qui nel mio blog di periferia:
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caoticoflusso · 1 year ago
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1.59. l’aria circostante è particolarmente fredda e pesante. si odono delle dita che pizzicano corde di una qualche chitarra classica. producono un suono nostalgico, e travolgente.
ciao, chiunque tu sia, posso unirmi a te?
non so suonare la chitarra ma ti prometto che, in compenso, posso stonare un po’
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situazionespinoza · 1 year ago
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Sono seduta su un divano sfondato di A Stare, il locale che Martyn ha iniziato a costruire 5 anni fa svuotando il magazzino della casa di suo padre dalle cianfrusaglie accumulate nel corso di 20 anni.
La prima volta che sono stata qui risale al 31 dicembre 2018. A Stare era poco più che un cantiere, composto di mobili rubati dalle campagne o dai depositi dei rifiuti speciali.
Nell'ingresso c'era una barca da pesca. Una barca da pesca vera, Martyn ci disse di averla rubata una notte dalla spiaggia di Torre Canne.
Adesso A Stare è un locale vero e proprio. Ha un bagno funzionante, con tanto di sapone per le mani e carta igienica. Ha un soppalco enorme, costruito da zero su un progetto creato da una persona con nessuna competenza di architettura.
Ci sono luci ovunque, stufe, divani, quadri, tappeti.
E anche tante persone, tra cui la storica ex F, che oggi sono venute qui per ascoltare la presentazione della raccolta di racconti di Martyn.
È un libro pubblicato postumo, in cui il padre di Martyn ha raccolto le sue poesie e i suoi racconti scritti tutti sgrammaticati e senza punteggiatura.
Martyn era la classica persona che non sapeva scrivere, però sentiva di avere tanto da dire.
Adesso ad A Stare siamo rimasti solo noi amici, sparpagliati nei vari metri quadri del locale. Sotto di me si cantano canzoni alla chitarra mentre qui sul soppalco si gioca a Magic.
L'ambiente è pieno di risate, fumo di sigaretta e vino. M. ride e canta, la stessa M. che poco meno di tre ore fa si è accasciata piangendo sulla mia spalla mentre leggevano le parole di Martyn.
È uno spazio strano, quello del lutto.
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Beatles in vetta alle classifiche inglesi, nuovi record a 60 anni dal primo successo
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(Adnkronos) - I Beatles sono in vetta alle classifiche inglesi con il loro nuovo singolo, 'Now and Then'. I Fab Four diventano così, nella storia della musica britannica, la band con l'intervallo più lungo tra il primo e l'ultimo numero 1 in classifica. Sessant'anni fa, infatti, nel 1963 'From Me to You' fu il primo singolo della band di Liverpool a raggiungere la vetta delle classifiche inglesi (ma ebbe poco successo negli Usa). Non solo: 'Now and Then' è anche il singolo in vinile più venduto di questo secolo, sempre secondo le certificazioni della Official Charts Company inglese.  Il brano 'Now and Then' nasce da un demo registrato da John Lennon nel 1997. La canzone fu rielaborata nel 1995 con parti di chitarra da George Harrison ed è stata poi ultimata nel 2022 con il basso di Paul McCartney e la batteria di Ringo Starr per uscire il 2 novembre scorso. Il brano lo realizzò John Lennon e registrato su una audiocassetta su cui l'artista aveva scritto "Per Paul", poi consegnata dalla moglie Yōko Ono a McCartney nel 1994. Nel febbraio dell'anno seguente Paul McCartney tentò di sviluppare il brano, ma le condizioni non ottimali della registrazione gli impedirono di proseguire. Per il brano, George Harrison realizzò un assolo di chitarra che venne registrato prima del suo decesso. Nel 2022, grazie alle più moderne tecnologie, si è riusciti a estrapolare la sola voce di Lennon dal resto dei suoni della cassetta originale e da questa base è iniziato il lavoro per la realizzazione del brano. I Beatles sono stati in cima alle classifiche inglese, l'ultima volta, con 'The Ballad of John and Yoko' nel 1969. Con il ritorno al primo posto di questa setttimana hanno superato il record dei 44 anni di stianza tra primi posti in classifica detenuto da Kate Bush per 'Wuthering Heights' (1978) e 'Running Up That Hill' (2022). Ad oggi i Beatles superstiti sono anche la band con i componenti più anziani che abbia mai raggiunto la prima posizione: Paul McCartney ha infatti 82 anni e Ringo Starr 83 anni. Paul e Ringo sono anche il secondo e il terzo artista più anziano ad aver raggiunto la vetta delle classifiche inglesi, dopo Sir Captain Tom Moore, 99 anni, la cui cover di 'You'll Never Walk Alone', cantata con Michael Ball, ha raggiunto il primo posto in classica nel 2020. 'Now and Then' ha debuttato la scorsa settimana in Inghilterra in 42esima posizione, dopo l'uscita il 2 novembre, ma il dato si basava su sole 10 ore di vendite. Questa settimana ha scalato 41 posizioni, diventando il 18esimo singolo dei Beatles che raggiunge il primo posto in Gran Bretagna. I Beatles sono la band britannica con il maggior numero di singoli al primo posto nella storia delle classifiche del Regno Unito: solo il cantante statunitense Elvis Presley ne ha di più, con 21 singoli in vetta alle classifiche. Martin Talbot, capo della Official Charts Company, ha dichiarato: "Il ritorno di John, Paul, George e Ringo con l'ultimo singolo dei Beatles ha cementato la loro leggenda infrangendo una quantità di record. E così facendo ha sottolineato la straordinaria portata del loro fascino duraturo, che attraversa tutte le generazioni, con un numero enorme di streaming, download e singoli in vinile".   La canzone ha totalizzato 78.200 copie vendute nelle classifiche del Regno Unito tra negozi di dischi e streaming, con le più grandi vendite fisiche in una settimana in quasi un decennio, con 38.000 copie: il dato più alto in vendite fisiche da quando il vincitore dell'edizione inglese di 'X Factor 2014' Ben Haenow vendette 47.000 copie di 'Something I Need'. Nella classifica italiana dei singoli stilata da Fimi-Gfk, 'Now and Then' è solo 52esimo.   [email protected] (Web Info) Read the full article
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diceriadelluntore · 1 year ago
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Storia Di Musica #327 - U2, The Unforgettable Fire, 1984
L'ultimo edificio di questa piccola carrellata di dischi che ne hanno uno in copertina ci porta nella Contea di Westmeath, nel cuore d'Irlanda, con le rovine di un castello, quello di Moydrum, situato nei pressi della cittadina di Athlone. Lì quattro ragazzi irlandesi, insieme a quello che diventerà il loro amico e fotografo per i successivi quattro decenni, Anton Corbijn, posano per la copertina di un disco che nelle loro intenzioni doveva rappresentare una svolta concettuale e musicale. È facile d'altronde mettere a confronto le prime copertine degli U2 con questa, e rilevarne la differenza concettuale: lo sguardo dolce di Peter Rowen, il fratellino di Guggi, amico di Bono, che capeggia in Boy (1980), la band ripresa in October (1981) sullo sfondo il porto di Dublino, e lo sguardo, rabbioso e drammatico, dello stesso Peter Rowen in War (1983, una delle copertine più iconiche del decennio). Dopo il tour di War, Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr. cercano una svolta. Bono, con una mossa che riprenderà anche in futuro, annunciò all'ultimo concerto di quel tour che la band necessitava di "essere sciolta".
Un rinnovamento che passa da un nuovo approccio alla composizione e da una guida in produzione musicale che sia diversa da Steve Lillywhite, che li aveva seguiti nei primi tre capitoli della loro storia. The Edge, affascinato dai suoi lavori discografici e dal suo ruolo di produttore per i Talking Heads, chiede di contattare Brian Eno. La scelta non sembrava affatto sensata: una band sanguigna, epica, con il guru della musica ambient, della sottrazione emotiva. Lo stesso Chris Blackwell, il proprietario della Island, la casa discografica che li aveva scoperti, era scettico. E lo stesso Eno all'inizio lo era. Ma l'ascolto del loro live Under The Red Blood Sky lo convinse a provare. Porta con sé un tecnico del suono geniale, anch'egli musicista, il canadese Daniel Lanois, incaricato degli aspetti materiali e tecnici delle registrazioni, e indica alla band un orizzonte che se ancorato alla passione, all'epica, alla forza della loro musica originaria, la amplia in scenari vasti, che diluiscono i colori e regalano emozioni nuove all'ascolto.
Registrato nella sala di ballo, trasformata in studio di registrazione, di un altro castello, lo Slane Castle, e presso gli studi di Windmill Lane a Dublino, The Unforgettable Fire prende il nome dal titolo di una mostra fotografica itinerante giapponese sui disastri di Hiroshima e Nagasaki, che i quattro videro al The Peace Museum di Chicago. È una sensazione diversa ascoltare il suono, ricco, cinematografico, di A Sort Of Homecoming che apre la scaletta. Un suono arioso, sostenuto, con l'abbandono della batteria "militaresca" dei lavori precedenti, la chitarra di The Edge che inizia a disegnare paesaggi luminosi, il supporto robusto del basso di Clayton e Bono che si lancia nella descrizione di paesaggi spirituali niente male: hai fame di tempo\tempo per guarire e desiderare, del tempo\e senti la terra muoversi sotto di te\il paesaggio di sogno che hai creato (...) le mura della città sono cadute\la polvere, un velo di fumo tutt'intorno\volti arati come i campi che un tempo\ non opponevano resistenza. Dello stesso tenore, con quest'aggiunta espressionista, sono Wire (addirittura pensata solo come abbozzo nel testo, e registrata con Bono che in parte improvvisa durante il canto) la spettacolare The Unforgettable Fire, e Indian Summer Sky, che è l'espressione anglofona per l'Estate di San Martino. Canzoni che tra l'altro sfuggono alla struttura classica con la ripetizione del ritornello, spesso non citano il titolo nel testo e entusiasmano, spesso ancora oggi, per il lavoro di addizione sonora e di sensazioni che lasciano. Ma è un album che contiene tanto altro: due strumentali, 4th Of July (che è il giorno della nascita della prima figlia di The Edge, e registrata quasi di nascosto da Eno mentre Clayton e il chitarrista improvvisavano) e MLK, dedicato a Martin Luther King, al quale è dedicato anche il brano simbolo del disco, e primo singolo dell'opera, Pride (In The Name Of Love), il cui video musicale fu girato nella sala da ballo allestita a studio di registrazione dello Slane Castle. C'è la poesia dolce e fluttuante di Promenade, un gioiellino che racconta il flusso di pensieri durante una passeggiata, c'è l'esperimento di Elvis Presley And America: basata sulla traccia base rallentata di A Sort of Homecoming, è una improvvisazione canora di Bono, che immagina il Re, ormai sul viale del tramonto, che ricorda il suo passato, specialmente il suo rapporto con Priscilla, e fu una single take lasciata così, grezza e con la voce che dà la sensazione di un'eco più lontana e oscura. Rimane un ultimo grande pezzo: Bad fu scritta da Bono in ricordo di un suo compagno di scuola morto di overdose da eroina il giorno del suo 21° compleanno, è drammatica nel suo crescendo emotivo e diviene una sorta di prototipo di stile U2\Eno\Lanois. Diventerà uno dei momenti clou dei concerti negli anni a seguire.
Un disco dalle tinte sfocate, dai paesaggi sonori sfumati, dalla musicalità complessa poteva sembrare un azzardo per una band considerata così sanguigna. Invece fu un successo: primo disco degli U2 al primo posto della classifica britannica, in top ten in quella americana, e soprattutto la sensazione che la piantina musicale che qui nasce crescerà subito e velocemente, per certi versi in maniera fragorosa, per cambiare il volto alla musica dei decenni a venire. Ma probabilmente questo non lo sapevano ancora.
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