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#FerdinandoI
jacopocioni · 5 months
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Il Censimento del Ponte Vecchio di Cosimo I
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Oggi il Ponte Vecchio è storicamente considerato sede di negozi di gioielleria, ma come sappiamo non è sempre stato cosi. Un tempo le botteghe presenti sul ponte erano eterogenee e contavano più categorie commerciali. Intorno al 1550 Cosimo I fece eseguire un censimento, per vedere quante e quali botteghe erano presenti sul ponte. Dal censimento venne registrato che a quel tempo sul ponte vi erano svariate attività, queste seguenti le maggiori registrate: - 3 beccai, come sappiamo i beccai appartenevano ad una delle 14 Arti Minori. Trattavano l’acquisto, la macellazione e la vendita di carni bovine, ovine, suine. Vi erano iscritti anche i portatori di carne (i facchini), mercanti di bestiame, gli osti e i tavernai, pollaioli e pescivendoli. - 3 pizzicagnoli, facevano parte delle Arti Minori. Vi erano iscritti gli addetti alla conduzione dei frantoi, i venditori di olio nelle botteghe, gli ambulanti che vendevano olio e generi alimentari, i caciaioli e i pizzicagnoli. - 5 calzolai, facevano parte delle Arti Minori, vi erano iscritti i calzolai, i pianellai, i ciabattini e gli zoccolai. - 2 legnaioli, facevano parte delle Arti Minori. Vi erano iscritti i fabbricanti di cofani, forzieri, cassapanche, stipetti, barili, banchi, tini, bigonce, telai, rastrelli e anche i riparatori, pittori e venditori di mobili. - 2 biadaioli, facevano parte delle Arti Minori iscritti in quella dei Fornai. - 1 bicchieraio, rientrava nelle Arti Maggiori come Compagnia dei Vetrai, ed erano accolti nell'Arte Maggiore dei Medici e degli Speziali. - 1 merciaio, erano parte delle Arti Maggiori e rientravano in quella dei Medici e degli Speziali. I Merciai vendevano una svariata ed eterogenea quantità di mercanzia che andava dai cappelli ai guanti, lame, scarpe, oggetti in argento battuto, funi, stoppa e via dicendo, erano l'antitesi dei grandi magazzini Duilio 48. - 1 rivendugnolo, che suppongo essere un cenciaiolo, - e una decina di venditori di generi diversi tra cui un osteria che presentava come insegna un drago. Come sappiamo una 40ina di anni dopo,  il 25 settembre 1593, il Gran Duca Ferdinando I emanò un bando che ordinava lo sgombero di tutta questa "massa" di botteghe che rendevano indecoroso il ponte Vecchio. Il Vasari aveva realizzato il famoso corridoio e il ponte era o meglio, doveva diventare, un luogo consono al passaggio di gentiluomini e stranieri illustri. D'altronde poco prima, fino al 1566/7 in piazza del Pesce, oggi Lungarno degli Archibugieri, vi era il mercato del pesce che già aveva subito la sorte dello spostamento in piazza del Mercato Vecchio. Il bando assegnava le botteghe del Ponte Vecchio solo ed esclusivamente ad oreficerie, gioiellieri ed argentieri, e cosi è ancora oggi.
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Jacopo Cioni Read the full article
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jacopocioni · 9 months
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La conta delle api.
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Potete provarci ma non ci riuscirete, ad un certo punto vi si incrocia lo sguardo e il conto è perduto. Questa è la ragione per cui, si racconta, porti fortuna contare tutte le api senza indicarle o toccarle, stando semplicemente fermi in piedi davanti al monumento equestre di Ferdinando I. Stiamo parlando del monumento equestre presente in piazza Santissima Annunziata, davanti al museo degli Innocenti di sbieco a palazzo Grifoni. Ferdinando I de' Medici nato a Firenze 30 luglio 1549 e morto sempre a Firenze il 7 febbraio 1609 è stato prima  cardinale di Santa Romana Chiesa dal 1562 al 1587 e poi Granduca di Toscana dal 1587 al 1609. Ferdinando I fu un Granduca illuminato, dimostrò in più occasioni di desiderare il bene dei suoi concittadini e le sue opere furono tutte dirette alla corretta organizzazione del Granducato e alla suo sviluppo agricolo. Sarebbero da citare molte opere sue, anche in capo artistico e di politica estera, ma citerò solo la sua azione nel promuovere la formazione di una marina da guerra per sconfiggere le flotte dei pirati. Perchè citare questo merito fra tanti? Per la semplice ragione che è direttamente legata alla sua statua equestre in piazza Santissima Annunziata.
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Quando la statua fu commissionata al Giambologna e poi portata a termine dal suo allievo Pietro Tacca nel 1607, il bronzo per realizzarla fu ottenuto da tutti i cannoni delle galee turche conquistate dall'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, istituzione nata proprio per combattere la pirateria. Questo viene ricordato con una scritta nel sotto-sella dove è inciso "DE METALLI RAPITI AL FERO TRACE". Tornando alle api queste rappresenterebbero l'allegoria del potere fiorentino centrato nel Granduca (ape regina centrale), ma possibile grazie a tutti i fiorentini che lo proteggano e sostengono, sulla scultura è infatti indicato il termine "MAIESTATE TANTUM". Adesso andate a contare le api perchè solo contandole sul posto, senza perdere il conto e senza indicarle, attirerete la fortuna dalla vostra parte, conta poco sapere che sono 90 più il Granduca centrale, vanno contate.
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Jacopo Cioni Read the full article
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