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#Gloria Carovana
neverscreens · 1 year
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— LUNA NERA, SEASON ONE.
Omen, 281 Screencaps.
The Book, 222 Screencaps.
Voices, 266 Screencaps.
Fate, 251 Screencaps.
Weapons, 272 Screencaps.
Light, 310 Screencaps.
Find in GALLERY. Like or reblog the post it was useful. Your interaction shows me that I should keep making screencaps. And if you want me to post some in separate posts, tell me! ♡
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lajoiedefrancoise · 1 year
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Luna Nera (2020)
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editfandom · 4 years
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luna nera icons
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give credits if you repost, please
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quietparanoiac · 4 years
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nesscreates · 4 years
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GLORIA CAROVANA ICONS
actress: gloria carovana (white, middle eastern)
count: 121 100px icons
tv show: luna nera
download: HERE
please like or reblog if you use them. you may use them as base icons with credit. do not claim as your own!
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artmania2019 · 4 years
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rare-faceclaims · 4 years
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Gloria Carovana - Insta
Age: 20s (unsure) Ethnicity: European (Italian) Eye Colour: Dark Brown Hair Colour: Brunette Body: Slender Known For: Acting
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primavereautunni · 4 years
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Giuseppe e la responsabilità individuale che salva la comunità
La figura di Giuseppe chiude la serie di protagonisti della storia del popolo ebraico raccontata nella seconda parte della Genesi. A differenza di Abramo o Giacobbe, Giuseppe appare immune da ogni forma di debolezza umana. Gli si può soltanto rimproverare una certa ingenuità nell’alimentare (senza volerlo) la gelosia che i fratelli provano per lui, raccontando i sogni premonitori in cui si manifesta la sua futura gloria. Certamente la virtù che lo caratterizza maggiormente è la capacità di perdonare i fratelli che lo hanno venduto come schiavo a una carovana di nomadi (non proprio un dispetto da poco). Ma nella storia colpisce molto la sua capacità di avere successo in tutte le situazioni difficili in cui si imbatte, grazie alla perseveranza della sua forza morale. Giuseppe non si lascia mai prendere dalla rabbia o dal rancore verso il prossimo, nonostante venga tradito più volte: dai fratelli invidiosi, che lo vendono ai nomadi; dalla moglie di Potifar, che lo denuncia ingiustamente per un tentativo di violenza. Giuseppe cade e si rialza sempre, passando dalla condizione di schiavitù a diventare uomo di fiducia di un funzionario potente, da qui alla prigione, dalla prigione a un ruolo di autorità in Egitto secondo solo a quello del Faraone. Sarà grazie a questa posizione che riuscirà a salvare l’Egitto e anche la sua famiglia, con cui si riconcilia, da morte certa durante i sette anni di carestia. Giuseppe non conosce rabbia, rancore, invidia, non si lamenta mai; mantenendo le sue virtù e utilizzando al meglio le proprie capacità (l’interpretazione dei sogni) non solo sopravvive in situazioni disperate, ma salva popoli e nazioni. La sua storia sembra insegnarci che una condotta virtuosa non è solo fine a se stessa ma si riverbera sulla comunità, e che anche da una singola responsabilità individuale può dipendere il futuro bene comune.
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paoloxl · 6 years
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L’accanimento giudiziario contro Nunzio D’Erme, recentemente condannato in primo grado a tre anni e dieci mesi di reclusione, è indicativo di un clima che attraversa il paese e che influenza pesantemente anche gli ambienti giudiziari. Chiunque svolga un’attività sociale in difesa dei diritti e contro le ingiustizie è destinato ad incorrere in sanzioni amministrative e penali che in questi anni si sono andate sempre più inasprendo.
Anche il Decreto Salvini si muove nella stessa direzione, reintroducendo il reato di blocco stradale, aumentando le pene per le occupazioni ed allargando l’uso dei DASPO, introdotti dal precedente ministro degli interni Minniti. Ma in generale, sono anni che si assiste ad una crescente aggressione alla libertà di esprimere il dissenso ed organizzare la protesta sociale e sindacale, e le pene piovute addosso agli attivisti sono diventate sempre più pesanti.
Mentre le condizioni sociali nel paese non accennano a migliorare, la repressione nei confronti di chi anima le lotte diventa un’azione preventiva tesa a scoraggiare la diffusione massiccia di movimenti di protesta. E Nunzio rischia di pagare, con la sua ostinata coerenza a continuare a battersi contro ingiustizie e fascisti, la “colpa” di non essersi mai tirato indietro ed essere rimasto sempre in prima fila. Colpiscono Nunzio, insomma, anche per provare ad intimidire tanti altri.
Continuare a battersi con coraggio e determinazione nell’era dei decreti Minniti/Salvini comporta non solo una comprensione della gravità dei provvedimenti entrati in vigore ma anche una nuova capacità di saper costruire reti di resistenza e di difesa collettiva. Io sto con Nunzio e continuo a lottare.
Assemblea
Mercoledi  5 dicembre ore 18
Cinema Palazzo   – Piazza dei Sanniti, 9 – Roma
Per aderire all’appello: [email protected]
#IoStoConNunzio #DirittoDiResistenza #LibertàDiMovimento
prime adesioni:
Haidi Gaggio Giuliani, Valerio Mastandrea, Zerocalcare, Eleonora Forenza, Amedeo Ciaccheri,  Aboubakar Soumahoro, Italo Di Sabato, Guido Lutrario,  Giovanni Russo Spena, Marco Lucentini, Nicoletta Dosio, Gianluca Peciola, Pierpaolo Leonardi, Viola Carofalo, Giorgio Cremaschi, Giuliano Santoro, Vincenzo Miliucci, Andrea Fumagalli, Claudio Marotta, Susi Fantino, Caterina Calia, Francesco Romeo, Roberto Lamacchia, Cesare Antetomaso, Fabio Grimaldi, Rita Martufi, Luciano Vasapollo, Patrizia Sentinelli,  Anubi D’Avossa Lussurgiu, Giso Amendola, Francesco Raparelli, Alberto De Nicola,Emanuele De Luca, Marco Bersani,Stefania Zuccari, Claudio Dionesalvi,Angela Mauro, Fabio Palmieri,Gianfranco Tallarico, Domenico Niglio, Gianluca Schiavon, Claudio Goffi, Sergio Cararo, Federico Mariani, Riccardo Germani, Gualtiero Alunni, Daniela Cortese, Federica Stelli, Sonia Spila, Manolo Luppichini, Ruggero D’Alessandro, Alberto Di Vincenzo, Armando Tolu, Daniela Torro, Silvia Ianni, Pasquale Vilardo, Valter Lorenzi, Maria Angela Zerbinati, Donato Bisceglia,  Giuseppe Pelli, Paolo De Marco, Gloria Salvatori, Rita Chiavoni, Massimo Quinzi, Fabiana Murgia,  Giuseppe Carroccia, Rino Tarallo, Stefano Pennacchietti, Antonio Perilli, Fabrizio Soddu, Toni Germani, Irene Galuppo, Alessandra Benvenuti, Elisa Della Libera, Alessandra Landini, Stefano Zuppello, Paola Palmieri, Claudio Socci, Luisa Barba, Angelo Fascetti, Alfonso Perrotta, Giovanni Coretti, Riccardo Cretella, Giammaria Volpe, Annarita Di Credico, Chiara Santone, Laura Morettini, Carlo Cerciello, Nadia Daddi, Nico Campanelli, Fabrizio Di Bona, Roberto Evangelista, Massimo Di Marcello, Renato di Caccamo, Valerio Porcelli, Rosa Mordenti, Riadh Zaghdane, Roberto Cortese, Daniela Pitti, Candida De Carolis, Valeria Farina, Caterina Virtù, Sabrina Lignini, Stefano Iguana, Angelo Di Naro, Irene Martinengo, Raoudha Boughanmi, Giorgia Forgetta, Carmen Armaroli, Patricia Pernett, Marco Petti, Fabiola Bravi, Carla Dovini, Lionella Riccio, Claudio Desideri, Fabio Galati, Franco Cancelli, Sandra Berardi, Pasquale Abatangelo, Luigia De Biasi, Fabio Russo, Enrico Capone, Antonio Adornato, Andrea De Rossi, Sergio Scorsa, Stefano Quartero, Sergio Falcone, Francesca Trasatti, Joseph Alan Valia, Flavia Del Fattore, Agostino Zelli,  Virginia Mascetta, Chiara Franceschini, Ilaria Diaco, Gaia Casagrande, Enrico Capozza, Veniero Rossi, Barbara Cacchione, Serena Zampardi,  Ezio Villani, Fabrizio Picchetti, Massimo Amore, Selmi Simone, Marco D’Agostini, Simona Ammerata, Giorgio A. Pisano, Silvia Raponi
Militant A (Assalti Frontali), Banda Bassotti,  Radici nel Cemento, Wu Ming – scrittori, AttriceContro, Fleurs du Mal, Collettivo Teatrale Macchia Rossa
Associazione Nazionale Giuristi Democratici, Unione Sindacale di Base, Csoa Corto Circuito, Esc Atelier autogestito, LOA Acrobax Project, Collettivo di Casetta Rossa, Csoa La Strada, Cpoa Rialzo Cosenza, Laboratorio Zero81 Napoli, Csoa ex Opg – Je sò Pazzo Napoli, Radio Onda Rossa, ACAD Associazione Contro gli Abusi in Divisa, Anpi sez. “Nido di Vespe” Quadraro/Cinecittà Roma, A.N.P.I. sez. “Walter Rossi – Università”, Potere al Popolo, redazione Contropiano, redazione di Comune, Laboratorio Comunista “Casamatta”, Associazione Culturale La Lotta Continua, Osservatorio sul fascismo Roma, Palestra Popolare “San Lorenzo” Roma, Comitato con la Palestina nel Cuore, I compagni di Walter, Red-lab Quarticciolo,  All Reds Rugby Roma,  Rete dei Comunisti, Collettivo Militant, Comitato Madri per Roma Città Aperta, Palestra popolare Quarticciolo, , Casa del Popolo Campobasso, Noi Restiamo,  Circolo Prc Longo Cinecittà Quadraro, ASD Boxe Popolare Cosenza, Associazione Yairaiha Onlus, Casa editrice DeriveApprodi, Carovana Antifascista Roma, Asia-Usb Bologna, Usb Bologna, Usb Emilia-Romagna, Scuola popolare “Soumaila Sacko”, Associazione Vivere il Quartaccio,  Casa del Popolo “Pio La Torre”  Acilia, PrendoCasa Cosenza, Comitato Soccavo (Napoli), Lido Pola Napoli, Confederazione Regionale USB Campania
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pantutwist · 4 years
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La storia dell’organo...
La storia dell’organo della parrocchiale  di Saorge – mi raccontò quella sera Gloria – era cominciata a Pavia nel 1847. La fama dei fratelli Lingiardi - Giacomo e Luigi - aveva raggiunto da alcuni anni, infatti, anche la Val Roja. Erano tra i migliori artigiani del Regno Lombardo-Veneto, specializzati nella fabbricazione di organi. La cassa originale del prezioso strumento intarsiato derivava addirittura dalla prima parte del Settecento e presentava un’elegante decorazione, inevitabilmente barocca, dorata e decorata da arabeschi. I due talentuosi fratelli - che avevano seguito le orme del loro geniale padre Giambattista – avevano ampliata la cassa, perché potesse ospitare il loro formidabile organo dalla voce celestiale che aveva stregato Gloria, riportandola con la memoria alle lunghe giornate invernali di Liverpool. Quando, fin da bambina, aveva cominciato a frequentare la Hiddin School. Organo, pianoforte e anche violoncello, una sorta di bambina prodigio, per poi piantare tutto quando nel suo cielo erano comparse per le prime volte quelle nuvole che ne avevano profondamente modificato il carattere. Mi raccontò del viaggio che aveva intrapreso l’organo, quantomeno avventuroso. Dapprima su un carro da buoi trainato da cavalli tra Pavia e Genova, riparato dalle intemperie di un tempo inclemente che sul Passo del Turchino, ormai in vista del mare, aveva sorpreso la carovana. Giunto a Genova, dove l’organo era stato fatto sostare per alcuni giorni, il suo viaggio era proseguito via mare alla volta di Nizza su un brigantino, un po’ troppo vecchio e malandato che aveva avuto non pochi problemi durante la navigazione. Da Nizza, infine, attraverso il Col de Brouis l’organo era stato fatto divallare in Val Roja su un nuovo carro, per poi concludere la sua speciale avventura a dorso di mulo fin quassù a Saorge. Malgrado tutto aveva mantenuto l’accordatura e dalla settimana successiva il suo canto era cominciato a serpeggiare tra le altissime case del paese,  le viuzze e le piccole piazze, salendo fino agli alti orti che circondavano il villaggio. (“Viaggio in Italia” PanthuTwist 1912 – Traduzione). 
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Stazione ferroviaria di Fontan/Saorge, lungo la linea Ventimiglia/Cuneo. Francia. 2012.
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Grazie a Netflix possiamo mostrarvi il primo trailer, il primo poster promozionale ed una serie di prime immagini da Luca Nera, la serie originale italiana prodotta dalla piattaforma di streaming che sarà resa disponibile a partire dal 31 gennaio 2020.
La serie è basata sul romanzo “Le città Perdute. Luna Nera” scritto da Tiziana Triana, ed è stata realizzata da Francesca Manieri, già nota per la misteriosa serie Il Miracolo, Laura Paolucci de L’amica geniale e Tiziana Triana stessa.
Qui sotto potete vedere il trailer:
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Mentre qui sotto il poster promozionale:
E infine le immagini dalla serie:
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La sinossi recita: “Italia, XVII secolo. In seguito alla morte di un neonato, Ade, una levatrice di 16 anni, viene accusata di stregoneria. Trovato rifugio in una misteriosa comunità di donne al limitare del bosco, la ragazza è costretta a fare una scelta: l’amore impossibile per Pietro – figlio del capo dei Benandanti, i cacciatori di streghe – o l’adempimento del suo vero destino, una minaccia per il mondo in cui vive, diviso tra ragione e misticismo”.
Nel cast Antonia Fotaras (Ade), Giada Gagliardi (Valente), Adalgisa Manfrida (Persepolis), Manuela Mandracchia (Tebe), Lucrezia Guidone (Leptis), Federica Fracassi (Janara), Barbara Ronchi (Antalia), Giorgio Belli (Pietro), Gloria Carovana (Cesaria); Giandomenico Cupaiolo (Sante), Filippo Scotti (Spirto), Gianmarco Vettori (Nicola), Aliosha Massine (Benedetto), Nathan Macchioni (Adriano), Roberto De Francesco (Marzio Oreggi), Martina Limonta (Segesta), Giulia Alberoni (Petra), Camille Dugay (Aquileia) e Gaetano Aronica (padre Tosco).
La serie sarà disponibile a partire dal 31 gennaio 2020.
Luna Nera: ecco il trailer e le prime immagini dalla serie italiana Netflix Grazie a Netflix possiamo mostrarvi il primo trailer, il primo poster promozionale ed una serie di prime immagini da Luca Nera, la serie originale italiana prodotta dalla piattaforma di streaming che sarà resa disponibile a partire dal 31 gennaio 2020.
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worldhotelvideo · 6 years
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caoticoneutrale · 6 years
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Sessione 2 “Una caccia fortunata?”
Rapporto:
Nello scantinato della taverna Giles, dopo aver raccolto il rapporto sulla spedizione nel deserto, trasmette gli ordini dei Grandi Padroni (i Teilaxu) ai Los Locos: investigare su una donna chiamata Paxia.
Una donna facente parte dell’alta classe, che deve la sua posizione agli Harkonnen. Il Bene Teilaxu sospetta che questa sia una pedina nello scontro tra Harkonnen e Atreides. Essi decidono, dopo aver passato una giornata a studiare e raccogliere informazioni (*), di organizzare una spedizione di caccia per andare a catturare delle bestie selvagge da vendere a Paxia.
(*) Paxia è una vedova, che ha scalato il mercato della spezia dopo la morte (fortuita? accidentale?) del marito. Ha una grade passione per gli animali, tanto da essersi costruita un giardino zoologico privato in mezzo al deserto, con costi esorbitanti e proibitivi di mantenimento. (è un giardino interrato in una grotta scavata nella roccia).
Al fine di assicurarsi una buona riuscita della missione decidono di ingaggiare Kamen/Yeves, in quanto espert* della zona geografica circostante, da prima le offrono un compenso fisso fino poi a spingersi ad offrirle un posto come soci* alla pari per l’intero affare.
Giorno Successivo (Martedì, soleggiato):
Yeves/Kamen, dopo aver fatto un giro nel mercato cercando di scoprire in modo discreto qualche informazione sulla famiglia Atreides si reca a palazzo per raccogliere l’invito da parte del Duca. Qui incontra Duncan Idaho, capitano ufficiale delle guardie, un uomo molto bello e carismatico, che le offre di firmare un contratto per entrare ufficialmente in servizio come collaboratore per la famiglia Atreides. Kamen/Yeves rifiuta perchè l’idea di farsi rintracciare in qualsiasi momento non le piace.
Nel mentre una novizia del Bene Gesserit Tessa viene incaricata di investigare su due mercanti che hanno iniziato ad interessarsi dal nulla su Paxia.
A fine giornata i Los Locos incontrano ed offrono da bere a Kamen/Yeves, mentre stanno pasteggiando vengono approcciati da Tessa che apertamente si dichiara li per raccogliere informazioni su di loro, con sommo stupore e diffidenza da parte degli altri tre.
D0m3 cerca maldestramente di drogare i boccali dei suoi compagni, la cosa non gli riesce bene, quella che doveva essere un’azione discreta si rivela in realtà una mossa plateale: apertamente aggiunge due pillole nei boccali dei suoi commensali, davanti alla loro espressione perplessa. Resosi conto della minchiata, cerca di buttarla sul ridere con qualche battuta....che vengono accolte con sorrisini forzati e tanto sospetto.
Raggiunto infine un accordo per la spedizione di caccia arruolando Tessa come guaritrice, ci si da appuntamento il giorno dopo per partire.
Preparazione per la Gita
D0m3 compra dei cristalli di spezia a nome di un esponente dell’alta società di cui si è procurato i documenti, ampiamente conosciuto per la sua predilizione ad assumenre forti dosi di spezia a scopo ludico (Fizban) e del veleno per stordire gli animali.
B1 va ad affittare uno speeder, usando il nome e le sembianze di un mercante con cui hanno una rivalità datata (Von Dickhead).
Tessa riceve una sonora lavata di capo per essersi rilevata così apertamente ai soggetti su cui doveva investigare, ma visto che l’approccio sembra funzionare  le viene ordinato di proseguire e le viene dato ampio margine di manovra.
Il gruppo si ritrova ai margini della città e schizza verso il deserto aperto, dopo una breve consultazione (*1) decidono l’animale che vogliono cercare e catturare, ma arrivati in uno dei possibili territori di caccia, si rendono conto di esser nel luogo sbagliato, decidono di passare la sera in uno dei campi base di Kamen/Yeves.
Durante la notte, nel turno di guardia, Yeves sente un ornitottero passare a grande velocità, diretto verso Sud (la città è a Nord). Tessa invece avvista un carovana/della gente a Ovest.
Svegliatisi si dirigono con il TrattoRaptor (come hanno ribattezzato lo speeder*2) verso la nuova zona che Kamen/Yeves indica.
(*1 che si è svolta più o meno così:
D0m3 - Ragazzi, andiamo a cercare dei Leoni Crudeli? Sono solo GS 5! Se ce la giochiamo bene possiamo farcela!
Master (io)- Ma voi siete GS 3...
D0m3 (agli altri) - Sono tanti Punti Esperienza e noi vogliamo livellare, no?
Master - Ma potreste morire
D0m3 - Alto rischio alto guadagno! Per la GLORIA e i PX!
Resto del gruppo ormai preso molto bene - Facciamolo!)
(*2)I Los locos hanno deciso di non voler riportare lo speeder noleggiato, per tanto hanno cercato di rimuovere il marchio magico di identificazione e rintracciamento, riuscendoci. Aggiungeranno in segui il disegno di un Raptor con dei baffi sul cofano e le fiancate del veicolo.
La Caccia
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Questa volta la ricerca ha successo, trovano due tane con 5 cuccioli in totale, protetti da due leonesse, parcheggiato il TrattoRaptor a qualche kilometro di distanza, si dirigono verso le tane.
Mentre sono incerti su come muoversi, il silenzio del deserto viene rotto da un tremendo ruggito che fa balzare in una direzione entrambe le leonesse. Un enorme maschio si sta avvicinando troppo alle tane.
Il gruppo decide di prendere l’occasione al volo ed entrare in azione, sfruttando la distrazione delle madri riescono a drogare e mettere fuori gioco i cuccioli, per poi asserragliarsi disperatamente in una delle caverne. Coprendo l’entrata con una rete di maglie d’acciaio e piazzando velocemente delle trappole.
Hanno appena il tempo di posizionare l’ultima trappola quando la prima leonessa cerca di avventarsi su di loro. Venendo fermata dalla rete metallica, tesa a protezione dell’entrata della caverna per qualche momento.
Lo scontro avviene in modo confuso, con tanta sfiga da parte delle leonesse che cercano in vano di difendere i loro cuccioli, venendo però drogate dopo un paio di tentativi. Il Leone, più furbo, si nasconde ed attende un momento propizio per agire. Il gruppo convinto di essere al sicuro si riorganizza e decide di mandare Yeves/Kamen a prendere il TrattoRaptor per poter caricare il bottino della caccia. A qualche metro dalla tana, Yeves/Kamen viene attaccat* dal Leone, che balza dal suo nascondiglio sotto la sabbia. I Los Locos e Tessa accorrono, ma il loro intervento è più dannoso che favorevole. Yeves/Kamen sopraffatto dal Leone, riceve attacchi da parte dei suoi stessi alleati, svenendo e perdendo un braccio (grazie alla grazia e all’abilità dei Los Locos che riescono a lanciare un doppio 1 nel tentativo di aiutarl*). Tessa vedendo il/la su* compagn* svenire sotto il peso del Leone, decide di intervenire in modo decisivo, andando a rompere una bacchetta di cura ferite per tentare di salvare in extremis la vita di Kamen/Yeves. Il Leone nel mentre soccombe al narcotico che Yeves/Kamen è riuscit* ad ignettargli in un gesto di difesa disperato. La bacchetta viene rotta, l’energia curativa esplode, grazie agli sforzi di Tessa, e convogliata nel corpo del* compagn* morente. Ess* riprende colore, ma il braccio mutilato subisce una trasformazione: la sabbia che si era depositata nella ferita si fonde con la pelle, rendendola rugosa e traslucida. Il braccio diventa più resistente a scapito della sua agilità (+1 alla forza; -1 alla destrezza). Yeves/Kamen non prende per niente bene questo cambiamento, malgrado la sua vita sia appena stata salvata. Caricati i Leoni ed i cuccioli (stipati belli stretti), il gruppo si dirige verso un tratto del deserto battuto dalle carovane. Grazie alle conoscenze di Yeves/Kamen riescono ad aggregarsi ad una di esse e sistemare meglio i Leoni. D0m3n1c0, durante il cammino, utilizza charme su una bambina della carovana (una magia di influenza mentale che permette di controllare entro un certo margine le azioni delle persone) e le chiede di raccogliere oggetti utili (rubarli) come: soldi, veleni, pozioni. Arrivati alla città, D0m3 riceve: un buon gruzzolo, una scatola piena di veleni e un anellino d’argento a forma di verme del deserto (della bambina). Il gruppo si divide: -Yeves/Kamen cerca informazioni per farsi curare il braccio e scopre che esiste la possibilità di farselo rimuovere per sostituirlo con braccio meccanico (Tipo quello di Deus Ex). -I Los Locos affittano delle gabbie per tenere i Leoni al sicuro nel loro Bazzar e si informano su come approcciare Paxia per farle l’offerta di vendita. -Tessa torna a fare rapporto dalle Bene Gesserit. Approccio e Vendita
I Los Locos scoprono che Paxia ha un appuntamento a cena in un ristorante di lusso e decidono di avvicinarsi a lei in quel luogo. Sulla via prendono la forma (ricordiamo che sono delle creature che possono mutare la propria forma a piacimento) di due bambini ed iniziano a borseggiare qua e là. Arrivati al ristorante di lusso e ripreso la propria forma di mercanti, si accorgono di esser stati derubati a loro volta, di tutto il bottino che erano riusciti a raccimolare rimane una spilla d’oro con smeraldi incastonati a forma di Libellula. La cena si svolge in modo piacevole e tranquillo... per loro. Riescono a raggirare un cameriere nel accreditare la bottiglia di vino più costosa ad un cliente abituale e molto facoltoso (Fistandantilus), che a loro volta offrono al tavolo di Paxia con una nota per offrire la vendita dei Leoni. (il cameriere che li ha serviti, James, verrà licenziato a causa di questo errore). Paxia li invita a passare al suo palazzo in città per concludere l’affare. Un Affare da Leoni e la Baccano’s Gang Il giorno successivo, i Los Locos e Yeves/Kamen si recano al palazzo di Paxia. Li notano come un gruppo di mercenari (gli Avvoltoi Gialli) siano al servizio di quest’ultima. I Los Locos metto anche gli occhi addosso alla segretaria. Paxia si dimostra subito interessata ai Leoni e dopo qualche contrattazione l’affare si conclude con l’acquisto dell’intero gruppo per 8000 monete d’oro. Molto più ricchi di prima il gruppo si dirige verso i bassifondi, al quartier generale della Baccano’s Gang, un gruppo malavitoso da cui i Los Locos acquistano oggetti e servizi di tanto in tanto, per cercare una soluzione al braccio di Yeves/Kamen. Il gruppo, arrivato davanti all’edificio, viene accolto da un boato, proveniente dal suo interno, che fa esplodere le finestre e tremare la struttura. Il fumo esce copioso ed invade le strade. Alcune figure emergono tossendo dalla nebbia.
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The Hateful Eight: brutti, sporchi e cattivi
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Il 4 febbraio è uscito nella sale l’ultimo lavoro del regista Quentin Tarantino, The Hateful Eight, ottavo in ordine di uscita con otto personaggi principali.
Il film si apre nel bel mezzo di una bufera di neve nel Wyoming, con Samuel L. Jackson, il Maggiore Marquis Warren, che trascina nella neve un manipolo di cadaveri su di uno slittino per portarli nella vicina città di Redrock e riscuotere il riscatto. Il Maggiore presto incrocia una carovana, guidata dal cocchiere O.B. Jackson (James Parks) in cui viaggiano il collega cacciatore di taglie John Ruth (Kurt Russel) e la sua preziosa prigioniera Daisy Domergue (Jennifer Jason Leigh). Presto al gruppo si aggiunge un quinto personaggio, Chris Mannix (Walton Goggins), uno squallido sudista che sta andando a in città per essere appuntato come sceriffo. Tutti questi simpatici signori hanno un’unica meta, resa però incredibilmente lontana dall’inconveniente atmosferico che li costringe a rifugiarsi nell’unico luogo che li potrebbe accogliere sulla strada: l’Emporio di Minnie.
L’espediente narrativo di concentrare la maggior parte dell’azione in un unico interno non sarà del tutto originale (ricordiamo diversi casi cinematografici e letterari, tra cui Carnage di Polanski o, andando più indietro nel tempo, Nodo alla gola di Hitchcock e L’Angelo Sterminatore di Buñuel), ma si rivela comunque efficace. In un interno claustrofobico, senza possibilità di uscita vera o immaginata, i personaggi, chiunque essi siano e qualunque sia il loro trascorso, sono costretti a interagire. La storia prende la piega del dialogo serrato e incrociato, che esalta il grande talento di Tarantino per la scrittura di dialoghi a volte frenetici, a volte solenni, quotidiani, surreali, ma sempre assolutamente ipnotici.
Il gioco dei sospetti si alimenta con la presenza di altri quattro personaggi che incontriamo nell’interno della locanda: Bob, un messicano servizievole che si occupa dell’Emporio in assenza della proprietaria (Demián Bichir), Oswaldo Mobray, il boia della città di Redrock (Tim Roth), Joe Gage, un misterioso mandriano che va a passare il Natale con la mamma (Michael Madsen) e il Generale Sanford Smithers, un veterano sudista della Guerra di Secessione (Bruce Dern).
Le mosse che il regista mette in atto su questa scacchiera parlano di un complesso gioco di relazioni umane, in cui la menzogna e il rancore muovono le fila di una carneficina annunciata. Qualcuno ha detto che questo film sembra una lunga e tesa partita a Bang!, quel gioco di ruolo in cui l’unico personaggio noto ai giocatori è lo sceriffo e i banditi, in incognita, devono far di tutto per farlo fuori: ecco questa è una buona definizione di ciò che andrete a vedere se prendete un biglietto per il Wyoming di The Hateful Eight.
In ogni momento, la pellicola si muove in un crescendo d’azione che si risolverà nel consueto (per Tarantino) ed eccitante bagno di sangue, con uno stallo alla messicana che, pur non arrivando mai a manifestarsi (come invece succede ne Le Iene o in Bastardi senza gloria), è una costante a partire dal momento in cui tutti i personaggi sono imprigionati nell’emporio.
Il gioco, oltre che riguardare i personaggi, va a toccare naturalmente anche il rapporto tra regista e spettatore: su tutte una grande auto-citazione salta agli occhi nell’ultima parte del film. Onde evitare spoiler, non scenderò nel dettaglio, ma vi invito a fare attenzione ai solai che sembrerebbero essere quanto di più pericoloso ci sia, che vi troviate nell’America post Guerra di Secessione o nella Francia occupata dai nazisti.
Qualche nota stonata, purtroppo, va rilevata in alcune sbavature stilistiche che incorrono di tanto in tanto nella narrazione. In primo luogo, lo “spiegone” iniziale nella presentazione dei personaggi, chi si raccontano in maniera pedante e didascalica a cui si aggiungono alcuni rallenty che vanno a inceppare le principali scene di azione che in Tarantino amiamo frenetiche e reali, come i suoi dialoghi.
Probabilmente un limite di questo film è che difficilmente può piacere a chi non è fan del regista e a chi non apprezza il genere western e che, quindi, un prodotto in realtà piuttosto di nicchia sia stato venduto come un pezzo da novanta sul mercato.
Sono evidentemente passati tempi di Pulp Fiction in cui il regista è riuscito ad affascinare con il suo stile il grande pubblico, anche perché questo si è sedimentato nel tempo in una serie di rimandi a se stesso talmente auto-compiacenti che solo chi, per propria inclinazione o gusto personale, ha trasformato l’infatuazione degli anni Novanta in un amore fedele e imperituro (e forse un po’ acritico) può davvero apprezzare.
Una nota che metterà d’accordo tutti, la colonna sonora che si rivela come al solito azzeccatissima, grazie al contributo - stavolta originale - del maestro Ennio Morricone e la fotografia, calda e sporca negli interni quanto candida e perfetta negli esterni: è proprio nelle scene en plein air  che l’occhio è sconvolto da paesaggi di un bianco assoluto in cui anche il sadismo diventa, in un certo qual modo, poesia.
Tarantino prosegue la sua strada verso una certa chiusura, iniziata già con Bastardi Senza Gloria e divenuta lampante in Django: non teme la lunghezza e la dispersione e non ricerca in alcun modo di ricostruire trame realistiche. 
Il regista vive nella schizofrenia di cui vuole essere pop, senza però andare incontro ai gusti del pubblico, con il risultato arrivare realmente a molta meno gente di quanta ne vorrebbe.
Pubblicato il 5 febbraio 2016 su www.bgeek.it
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nesscreates · 4 years
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