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#Insetticidi
medicomunicare · 2 years
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Le azioni dei pesticidi sui bambini: indagini sulle nazioni a rischio fra riscontri e controversie
Le azioni dei pesticidi sui bambini: indagini sulle nazioni a rischio fra riscontri e controversie
Sebbene i paesi ad alto reddito (PAR) abbiano un uso più elevato di pesticidi per acro di terreno coltivato, rispetto ai paesi a basso e medio reddito (BMR), la continua mancanza di regolamentazione, l’uso di pesticidi importati vietato nei paesi esportatori e la mancanza di sicurezza le procedure per gestire, conservare, applicare e smaltire i pesticidi nei paesi sottosviluppati, possono…
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vivereverde-blog · 6 months
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Orto sinergico invernale: consigli e trucchi per coltivare cavoli.
Orto sinergico invernale: consigli e trucchi per coltivare cavoli. Piante amiche, concimazione ideale e repellenti autoprodotti
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iosognatore · 1 year
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Se mi vedete nel vostro giardino, aggiungete del cibo (carne cruda non salata, carne macinata; mi piace anche il cibo per gatti ma non il pesce) e l'acqua. Non darmi il latte, causa problemi di stomaco e potrei morire di disidratazione. Ma io sono ingenuo e se vedo il latte bevo.
Non darmi il latte.
Non usare insetticidi o trappole. Sono innocuo e aiuto nel tuo orto perché mi nutro di insetti che attaccano verdure.
La mia specie sta scomparendo, aiutatemi a rimanere vivo.
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palmiz · 17 days
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NO LATTE o rischio di morire.
Se mi vedete nel vostro giardino, aggiungete del cibo (carne cruda non salata, carne macinata; mi piace anche il cibo per gatti ma non il pesce) e l'acqua. Non darmi il latte, causa problemi di stomaco e potrei morire di disidratazione. Ma io sono ingenuo e se vedo il latte bevo.
Non darmi il latte.
Non usare insetticidi o trappole. Sono innocuo e aiuto nel tuo orto perché mi nutro di insetti che attaccano verdure.
La mia specie sta scomparendo, aiutatemi a rimanere vivo.
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principessa-6 · 2 years
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- NO LATTE o rischio di morire.
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- Se mi vedete nel vostro giardino, aggiungete del cibo (carne cruda non salata, carne macinata; mi piace anche il cibo per gatti ma non il pesce) e l'acqua.
- Non darmi il latte, causa problemi di stomaco e potrei morire di disidratazione. Ma io sono ingenuo e se vedo il latte bevo. Non darmi il latte.
- Non usare insetticidi o trappole. Sono innocuo e aiuto nel tuo orto perché mi nutro di insetti che attaccano verdure.
- La mia specie sta scomparendo, aiutatemi a rimanere vivo.…
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scontomio · 2 days
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petshopstore · 11 days
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Formiche in casa? Quali prodotti con gatto e cane
Formiche la cosa importante è che il prodotto non contenga piretro, permetrina o piretroidi , questi insetticidi sono poco tossici per noi e per i cani ma potenzialmente tossici per il gatto. Un tipo di prodotto che può andare bene sono le esche per formiche a base di fipronil
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cuoredolce67 · 2 months
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Sicuramente te li sei trovati sotto un mattone o un oggetto umido, potresti aver provato disgusto e ti sei chiesto perché li crea la natura.
Beh, ti raccontiamo, questi animaletti sono oniscidei, meglio conosciuti con numerosi nomi comuni: porcellino di terra, corrierina, o onisco, sono un sotto-ordine di crostacei isopodi terrestri la cui funzione è né più né meno che eliminare dalla terra i metalli pesanti come il mercurio, il cadmio e il piombo che sono dannosi per l'umano, contribuendo alla pulizia del suolo e delle acque sotterranee e confermando ancora una volta la saggezza della natura.
Non ferirli, né spruzzare insetticidi!
L'orto di Gastone
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scienza-magia · 3 months
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Nessuna differenza fra ogm naturale o creato dall'uomo
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Ecco altri Ogm trovati in natura. Milioni di anni di evoluzione hanno anticipato i ritrovati della scienza che alcuni si ostinano a rifiutare come “contro natura”. Spesso accade che la tanto invocata “natura”, a tutela della quale si invoca il principio di precauzione anche quando non si dovrebbe, si occupa di smentire direttamente alcune delle teorie poco fondate, usate per alimentare le paure del pubblico e bloccare l’adozione di ciò che la ricerca scientifica indica essere la miglior soluzione ad un determinato problema. Uno dei settori in cui più diffusamente accade è quello delle biotecnologie vegetali, quando, a seguito di qualche nuova acquisizione “sulle invenzioni evolutive” che si ritrovano nelle piante, cade qualcuna delle barriere fra “naturale” e biotech invocate per condannare il lavoro dei ricercatori come appunto “innaturale”. Abbiamo diffusamente mostrato come il flusso di materiale genetico tra organismi diversissimi, a volte persino con meccanismi di trasformazione genetica assolutamente indistinguibili da quelli poi sviluppati dagli scienziati, rende difficile parlare dei cosiddetti “Ogm” come di un’invenzione umana, mai vista prima negli ecosistemi che si intende tutelare (è anzi vero che la natura trasforma e rimescola a caso molto più di qualunque laboratorio). Oggi vorrei portare un esempio che sfata un altro dei punti utilizzati per bloccare lo sviluppo e la diffusione di piante coltivabili a minor impatto ambientale, e precisamente proprio di quelle piante che consentirebbero contemporaneamente di raggiungere e superare gli obiettivi europei della riduzione di fitofarmaci, appena travolti dalle ruote dei trattori e dalle proteste dei contadini inferociti per chi non valuta le conseguenze di certe proibizioni sulla produzione agricola. L’esempio riguarda uno dei più conosciuti e avversati tipi di Ogm, ovvero le piante in cui sia stato inserito il gene per la produzione di una tossina del Bacillus thuringiensis (Bt). In particolare, le piante Bt-modificate e più diffuse sono il mais, il cotone, la patata ed il tabacco. Per queste piante, oltre ad ipotizzare una varietà di effetti tossici sui mammiferi e di rischi per la salute umana – rischi che di fatto non sono mai stati solidamente provati, e sono certamente minori di quelli degli insetticidi che si risparmiano con gli Ogm in questione – si è presto passati, proprio per la labilità dell’argomento salute, a ipotizzare rischi ambientali, dovuti ad effetti su insetti diversi da quelli da cui si intende proteggere le piante. Anche in questo caso, tuttavia, si è dimostrato come tali effetti siano minimi e comunque molto inferiori a quelli dei pesticidi sostituiti dagli Ogm, ma la paura del “contro natura” è ancora salda e costituisce una leva di quel “populismo verde” che tanti danni continua a fare all’ambiente, alla salute e alla sicurezza alimentare. Proprio l’argomento dell’innaturalità delle colture Bt-modificate deve tuttavia arrendersi oggi all’evidenza di una nuova pubblicazione, appena uscita sulla prestigiosa rivista scientifica PNAS. In breve, alcuni ricercatori che stavano cercando alternative alle tossine Bt, le quali, come ogni prodotto, finiscono con il diventare inutili per l’insorgere di resistenza negli insetti, le hanno identificate in tre ordini diversi di felci, e in particolare anche in molte specie del comune genere Pteris (cui appartiene fra le altre la ben nota e comunissima felce aquilina). Quando gli scienziati hanno caratterizzato le proteine in questione, si sono accorte che erano in sostanza tutte varianti di una sola tossina utilizzata dalle piante come insetticida naturale. Cosa più rilevante ai nostri fini, tuttavia, è che le proteine trovate sono, da un punto di vista strutturale, molto, molto simili alla tossina Bt usata negli Ogm – ne sono nello specifico una versione ridotta, che mantiene a causa della similitudine con quella batterica lo stesso meccanismo di azione. Dunque, ricapitoliamo: in moltissime specie, da tre ordini diversi, appartenenti alle felci, sono state trovate delle “tossine Bt” di origine vegetale, senza che nessuno dei “terribili-scienziati-al soldo-delle-multinazionali” abbia mai fatto alcuna ingegneria genetica, e anzi presenti da milioni di anni prima che esistesse qualunque scienziato. Per sovrapprezzo, queste proteine sono in piante diffusissime e anche molto abbondanti, come la felce aquilina, che, come tutti ben sanno, può invadere estensioni anche vaste con una sorta di monocultura, non troppo dissimile da quella di un campo coltivato. Eppure, come già gli studi citati avevano dimostrato, gli effetti su insetti diversi da quelli che la felce intende respingere non sono tali da far collassare gli ecosistemi, intossicare i mammiferi o produrre niente più che un ecosistema ben salubre, con la successione tipica e le interazioni che si osservano fra le felci e tutti gli altri organismi tipici di moltissimi ambienti diversi. Per quello che riguarda le piante con il gene Bt, dunque, la distinzione fra “naturale” e “innaturale”, alla fine, sta come sempre solo nel fatto che l’evoluzione naturale ha prodotto in milioni di anni ciò che l’ingegno umano ha concepito e realizzato in meno di un secolo; e se certo il fatto che le felci Bt non danno indicazioni dirette sugli effetti di piantare mais-Bt – a quello ci pensano i numerosissimi studi e gli enti regolatori – è pur vero che l’argomento dell’innaturalità di questa strategia, e quindi la repulsione per essa, dovrebbe definitivamente essere accantonato, come una delle tante reliquie di quell’irrazionale invenzione di una natura immaginaria. Read the full article
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carmenvicinanza · 4 months
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Vandana Shiva
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Quando diciamo di voler mettere fine alla povertà dobbiamo mettere fine ai sistemi che creano la povertà derubando i poveri dei loro beni comuni, dei loro stili di vita e dei loro guadagni.
Il punto non è quanto le nazioni ricche possono dare, il punto è quanto meno possono prendere.
Noi possiamo sopravvivere come specie solo se viviamo in accordo alle leggi della biosfera che può soddisfare i bisogni di tutti se l’economia globale rispetta i limiti imposti da sostenibilità e giustizia. Come ci ha ricordato Gandhi: “La Terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di alcune persone”.
Vandana Shiva, attivista ambientalista, è la più famosa teorica dell’ecologia sociale.
Si batte da anni per la salvaguardia della diversità biologica e culturale contro le biotecnologiche delle multinazionali agroalimentari, gli OGM e la loro introduzione in India. Scrive saggi, articoli, tiene incontri e seminari in ogni paese del mondo.
Paladina dell’ecofemminismo, è la leader della rivoluzione verde.
Nel 1993 ha ispirato e guidato la mobilitazione di 500mila agricoltori contro il Gatt (Accordo generale sulle tariffe e sul commercio, Ginevra 1947).
Per il suo impegno civile, nello stesso anno, ha ricevuto il Right Livelihood Award, considerato il Nobel per la Pace alternativo.
È nata il 5 novembre 1952 a Dehra Dun, nell’India del Nord, da una famiglia progressista seguace degli insegnamenti di Gandhi. Suo padre era una guardia forestale e la madre una maestra di scuola diventata contadina dopo la sanguinosa guerra di partizione tra India e Pakistan. Sin da piccola è stata educata alla parità di genere e a disprezzare il sistema delle caste.
Dopo la laurea in filosofia della scienza, nel 1978, ha conseguito il dottorato di ricerca alla University of Western Ontario in Canada, con una tesi sulle implicazioni filosofiche della meccanica quantistica.
Tornata in India, è stata ricercatrice in politiche agricole ed ambientali all’Indian Institute of Sciences e all’Indian Institute of Management di Bangalore.  
Nel 1982 ha creato Research Foundation for Science, Technology and Natural Resource Policy, istituto indipendente di ricerca.
Impegnata contro le monocolture che stanno distruggendo le foreste, minando, soprattutto, alla sopravvivenza delle donne, le cui antiche pratiche sono meno produttive ma più rispettose degli ecosistemi.
«Le donne non riproducono solo se stesse, ma formano un sistema sociale e dalla loro creatività proviene quello che io chiamo eco femminismo. Le donne sono le depositarie di un sapere originario, derivato da secoli di familiarità con la terra, un sapere che la scienza moderna baconiana e maschilista ha condannato a morte».
Nel 1991, ha fondato il movimento Navdanya (nove semi), a intendere le nove coltivazioni da cui dipendono la sicurezza e l’autonomia alimentare dell’India, presente al vertice di Rio de Janeiro nel 1992 dal quale sono nati i primi accordi internazionali per la protezione della biodiversità e per reprimere la biopirateria. Da quel momento la difesa dei semi autoctoni contro le multinazionali che cercano di rivendicare come loro “proprietà intellettuale” varietà agricole selezionate nei secoli da comunità locali, è diventato il suo maggior impegno.
Oggi Navdanya conta oltre 70 mila partecipanti,  in gran parte donne, che praticano l’agricoltura organica in 16 stati del paese, una rete di 65 “banche dei semi” che conservano circa 6.000 varietà autoctone insegnando a vivere in modo sostenibile.
Nei suoi saggi correla la povertà del terzo mondo agli effetti della globalizzazione, sostiene che il ricorso diffuso alle monocolture altera gli equilibri del territorio e costringe a usare dosi elevate di insetticidi, che provocano la scomparsa di insetti indispensabili per l’impollinazione delle piante e indebitano i contadini a causa dell’alto costo dei semi ibridi che mal si adattano alle condizioni locali, richiedendo più investimenti in sostanze chimiche e irrigazione.
Nel suo libro Le guerre dell’acqua, ha criticato l’utilizzo improprio delle riserve di acqua che, invece di venir utilizzate a fini civili dalla popolazione, vengono sfruttate fino all’esaurimento per la coltivazione da parte di alcune aziende di piante idrovore come la canna da zucchero e l’eucalipto.
Consulente per le politiche agricole di numerosi governi, in Asia e in Europa, fa parte del direttivo di diversi organismi internazionali.
Nel corso degli anni non le sono state certo risparmiate le critiche. È stata tacciata di voler far regredire il sistema agrario senza tener conto dell’evoluzione economica e del fabbisogno incombente di cibo e anche di guardare troppo alla tradizione vedica in un periodo di forti tensioni con la minoranza musulmana.
Attualmente è vicepresidente di Slow Food e collabora con la rivista di Legambiente La Nuova Ecologia.
Contro la crisi del clima che avanza propone una rigenerazione a partire dal suolo e dalla gestione del cibo.
Alle nuove generazioni chiede di guardare al potere creativo in grado di trovare nuove strade per preservare la natura.
Nel suo nuovo libro, Parole che cambiano il mondo del 2023, prova a indicarci termini e soluzioni per un’economia di cura, una democrazia della Terra.
Spera in un mondo unito per la giustizia ecologica e climatica abolendo soluzioni disastrose come le compensazioni di carbonio o il cibo da laboratorio.
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NON ASPETTARE CHE LA PROCESSIONARIA SCENDA A TERRA!
PREVIENI INTERCETTANDO E CATTURANDO LE LARVE DELLA PROCESSIONARIA IN FASE DI DISCESA DALL' ALBERO.
IL TRATTAMENTO NON RICHIEDE PRODOTTI INSETTICIDI.
Contattaci per maggiori informazioni.
https://www.disintop.it/disinfestazione-processionaria-genova/
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medicomunicare · 2 years
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Mangiare biologico abbassa davvero il rischio tumori? Viaggio tra fatti, cultura e credenze
Mangiare biologico abbassa davvero il rischio tumori? Viaggio tra fatti, cultura e credenze
Il cibo biologico è iniziato come prodotto di nicchia solo pochi decenni fa, ma ora è presente nella maggior parte dei negozi di alimentari un po’ in tutto il mondo. E con l’aumento della consapevolezza dei consumatori grazie alla maggiore informazione messa a disposizione dai social media, unitamente ai controlli standardizzati dai provvedimenti legislativi comunitari, ha allargato le conoscenze…
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vivereverde-blog · 7 months
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Orto sinergico: come utilizzare il crisantemo per preparare un repellente efficace.
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wdonnait · 6 months
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Farfalline e insetti nella pasta : come evitare che succeda
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/farfalline-e-insetti-nella-pasta-come-evitare-che-succeda/116507?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=116507
Farfalline e insetti nella pasta : come evitare che succeda
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Ultimamente c’è un allarme da parte di molte famiglie perchè nella dispensa di casa, dove conservano la pasta, si trovano diversi animaletti. Stiamo parlando di moscerini e farfalline che riescono anche a bucare la plastica dei pacchi chiusi di pasta.
Ma come mai ci sono?
I microorganismi presenti nella pasta derivano dalle uova depositate da insetti parassiti dei cereali, i quali, in condizioni ambientali favorevoli, attraversano un ciclo di sviluppo che li porta prima allo stadio di larva, noti come “vermetti”, e successivamente all’età adulta, manifestandosi come farfalline. Uno dei parassiti più comuni in questo contesto è il Tenebrio molitor, un minuscolo coleottero il cui ciclo vitale prevede che le femmine depongano fino a 600 uova. Queste, sotto condizioni ambientali ottimali, completano il loro sviluppo in un paio di settimane. L’Unione Europea ha riconosciuto l’innocuità del Tenebrio molitor registrandolo come “novel food” (nuovo alimento), consentendone il consumo.
Le farfalline visibili sono in realtà piccoli lepidotteri comunemente chiamati “tarme” della farina o “tignole”. Le loro uova si raggruppano formando piccole ragnatele e, a seconda delle condizioni ambientali come temperatura e umidità, subiscono una metamorfosi che le porta dalla fase larvale a quella di insetto adulto nel corso di un periodo variabile. Non va dimenticato il “punteruolo” della pasta, un minuscolo curculionide lungo 2-3 mm, dotato di elitre ma incapace di volare. Il suo sviluppo segue un percorso simile a quello degli altri insetti menzionati.
Come contaminano la pasta
Gli insetti “contaminanti” possono facilmente infiltrarsi nei granai, nei silos e nei veicoli utilizzati per il trasporto dei cereali, dove depongono le loro uova. Durante le fasi successive di lavorazione, come la macinazione a temperatura ambiente, le uova mantengono la loro vitalità e possono persistere nelle farine, rilevabili solo attraverso accurati esami microscopici. Sebbene l’utilizzo di insetticidi potrebbe teoricamente eliminare questa presenza, il rischio residuo nelle farine supera notevolmente i potenziali benefici.
I cereali e le relative farine vengono generalmente sottoposti a processi di cottura che superano i 100 °C prima del consumo. A tali temperature elevate, le uova vengono completamente distrutte, eliminando qualsiasi possibilità di sviluppo in larve o insetti. Tuttavia, la situazione cambia nella produzione della pasta, dove le temperature raggiunte durante la lavorazione sono relativamente moderate e raramente superano i 75 °C. In queste condizioni, esiste il rischio che alcune uova possano sopravvivere. Pertanto, se la pasta non viene conservata correttamente, ad esempio in ambienti umidi con temperature intorno ai 30 °C, le uova hanno la possibilità di svilupparsi, dando origine a larve e insetti adulti e contaminando il prodotto finale.
Poiché questi insetti parassiti sono diffusi ovunque, è possibile trovarli anche nelle nostre abitazioni, con il rischio che depongano le uova sugli alimenti non adeguatamente protetti. Ciò potrebbe innescare la contaminazione e il successivo sviluppo degli insetti se le condizioni ambientali sono favorevoli.
Come evitarli
Per evitare di trovare farfalline nella pasta e prevenire la contaminazione da insetti, puoi adottare alcune pratiche igieniche e di conservazione. Ecco alcuni suggerimenti:
Conservazione adeguata:
Conserva la pasta in contenitori ermetici o sacchetti richiudibili. Assicurati che siano sigillati correttamente per evitare l’accesso degli insetti.
Temperatura e umidità:
Conserva la pasta in un ambiente fresco e asciutto. Le farfalline tendono a proliferare in ambienti caldi e umidi, quindi mantenere un ambiente più fresco e secco può ridurre il rischio di contaminazione.
Ispezione visiva:
Prima di utilizzare la pasta, controlla visivamente il prodotto per individuare eventuali segni di farfalline, larve o uova. Se noti qualcosa di sospetto, scarta il prodotto.
Utilizzo rapido:
Cerca di consumare la pasta il più rapidamente possibile dopo l’apertura del pacchetto. Questo riduce il tempo in cui gli insetti potrebbero avere la possibilità di deporre uova o svilupparsi.
Pulizia e igiene:
Mantieni puliti gli armadi e la dispensa. Rimuovi briciole e residui alimentari che potrebbero attrarre gli insetti. Pulisci regolarmente gli scaffali e gli spazi di conservazione.
Repellenti naturali:
Puoi considerare l’uso di repellenti naturali, come foglie di alloro o sacchetti di chiodi di garofano, che possono contribuire a tenere lontani gli insetti.
Congelamento:
Se hai spazio disponibile, conserva la pasta nel congelatore. Il freddo può uccidere eventuali uova o larve presenti.
Acquisto consapevole:
Acquista la pasta da fornitori affidabili e verifica la data di scadenza del prodotto prima dell’acquisto.
Seguendo questi consigli, puoi ridurre significativamente il rischio di trovare farfalline nella pasta e mantenere il tuo approvvigionamento alimentare al sicuro da contaminazioni indesiderate.
I Pericoli
A parte la normale repulsione, non sussistono rischi significativi associati al consumo di pasta o prodotti da forno eventualmente contaminati. Tuttavia, è importante notare che alcune persone possono essere allergiche ai parassiti, con conseguenti danni che spesso risultano lievi e passano inosservati. La presenza di uova o insetti potrebbe causare disagi anche a coloro che seguono una dieta vegetariana o vegana, rifiutando il consumo di qualsiasi alimento che contenga anche tracce di tessuti animali.
Vale la pena notare che in diverse parti del mondo il consumo di insetti di dimensioni maggiori è una pratica alimentare comune, e l’Unione Europea stessa ne autorizza l’utilizzo. In Italia, in particolare in Sardegna, esiste un formaggio noto come “casu martzu” (la cui legalità è oggetto di discussione) che contiene larve di mosche ed è apprezzato localmente.
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lamilanomagazine · 8 months
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Smaltimento illegale di insetticidi: 2 persone denunciate in una ditta di Cologno Monzese
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Smaltimento illegale di insetticidi: 2 persone denunciate in una ditta di Cologno Monzese. I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Milano, sulla base delle direttive del Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Roma, operano un costante monitoraggio del fenomeno degli incendi presso strutture produttive operanti nel settore della gestione dei rifiuti, in collaborazione con i comandi territoriali dell’Arma dei Carabinieri e con le varie articolazioni dei carabinieri forestali.  Campagna di controlli Sotto la direzione del Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Sicurezza Energetica di Milano, il Reparto Speciale dell’Arma dei carabinieri che coordina le attività info-investigative di contrasto alle più gravi forme di reato in danno all’ambiente nelle regioni Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, i militari del N.O.E. sono impegnati in un’intensa campagna di controlli che interessa tutte le ditte operanti nei settori della raccolta/recupero/smaltimento di rifiuti speciali in Lombardia occidentale (province di MI, MB, LO, PV, VA, CO, LC e SO), finalizzata a rilevare e sanzionare eventuali illeciti (penali e amministrativi).   Sono state già sottoposte a controllo da parte dei militari diverse ditte del milanese, operanti prevalentemente nel recupero di carta da macero e plastica, nonché nel settore delle rigenerazioni solventi, partendo dalle attività produttive già colpite in passato da fenomeni di incendi presso le proprie strutture impiantistiche.  Violazioni a Cologno Monzese In particolare, presso la sede operativa di un impianto sito nel comune di Cologno Monzese, in provincia di Milano, i militari hanno riscontrato rilevanti violazioni della normativa ambientale in esito alle quali hanno deferito alla competente Procura della Repubblica di Monza e Brianza 2 persone in qualità di consiglieri, amministratori delegati e legali rappresentanti di una società con sede legale a Milano, operante ne lsettore del recupero rifiuti speciali pericolosi e non. I predetti sono stati ritenuti responsabili di aver ricevuto n. 48 colli di rifiuti, per un peso complessivo di 13,5 ton, costituiti da insetticidi liquidi e in polvere, che avrebbero dovuto essere classificati quali rifiuti speciali pericolosi (rifiuti agrochimici contenenti sostanze pericolose) e invece erano stati classificati illecitamente quali rifiuti speciali non pericolosi (rifiuti organici). Tale condotta sarebbe stata posta in essere al fine di aggirare le prescrizioni dell’autorizzazione in possesso della stessa società, che non le consentivano il ritiro di rifiuti speciali pericolosi con quella classificazione, in violazione dell'art. 256 c. 1 e 4 del D.Lgs. 152/2006 (attività di gestione di rifiuti non autorizzata).  I rifiuti sono stati sottoposti a sequestro e sono a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.  Futuri controlli anti-incendio I controlli da parte dei Carabinieri del N.O.E. di Milano presso altre aziende operanti nel settore dei rifiuti proseguiranno nei prossimi mesi, anche al fine di prevenire il verificarsi di incendi di natura colposa (per errore umano, spesso dovuto a un sovrastoccaggio di rifiuti o a una loro gestione in difformità dalle norme di riferimento o dalle prescrizioni previste dai regimi autorizzatori) o, ancora peggio, di natura dolosa (“incendio liberatorio”, appiccato volontariamente allo scopo di disfarsi di ingenti quantitativi di rifiuti, evitando di sostenere i costi per la gestione o il corretto smaltimento), con conseguenti gravi immissioni in atmosfera e danni per l’ambiente e la salute dei cittadini. Read the full article
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scontomio · 3 days
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