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Cada prenda nace de la trama de una tela con historia. María Ferreyra recupera materiales rurales y crea diseño con sentido. Del tambo a la pasarela, sin perder la raíz.

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#moda#ComodidadConEstilo#WellnessFashion#hyggevibes#OutfitDeInvierno#ModaAcogedora#ModaNatural#EstiloEscandinavo#ModaHygge#Tendencia2025#ModaConsciente
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Sono seduta qui, in questa bella stanza che sarà il nuovo studio di mia madre a ordinare la sua libreria. Stanza condivisa, per la prima volta nella sua vita. Il ché non è profondamente un peccato visto che mi auguro per lei che si possa permettere in vecchiaia di lavorare sempre meno e magari sempre meno al centro di Roma, ma è oggettivamente un peccato. La fine di una era per tutti, soprattutto per lei che a vent'anni pur di pagarsi l'affitto di uno studio quando aveva solo uno o due pazienti, faceva la donna delle pulizie per tutti i palazzi del centro. Mia madre è una donna meravigliosa, una professionista eccezionale. Ha sempre avuti studi bellissimi, "sono il mio bigliettino da visita", "mi posso permettere di non truccarmi perché il mio trucco è questo palazzo", così dice sempre. Ed è vero. Parte della mia fortuna dell'aver vissuto case e palazzi stupendi che mi hanno abituata al gusto del bello e all'arte è dovuta anche a questi studi che fin da piccola ho vissuto come seconde case. Ora si cambia un po' registro. Non sarà più il suo ma sarà un "appoggio" condiviso. E io faccio di tutto per caricarla e dirle che è stata bravissima, che per com'è lei che se le tocchi la casa e lo studio crolla, invece questa volta è stata brava, molto reattiva ed è andata bene, ma effettivamente anche io ho il magone. Qui su questa poltrona di questo nuovo studio molto carino e dalla bella atmosfera che però non è il suo studio nel palazzo storico del centro.
Aaa quel palazzo storico, seconda casa questo era. Se si voleva dormire a Roma dopo una serata in centro si andava lì, ci ho portato fidanzati, avventure, tante amiche che avevano bisogno di una boccata d'aria e di bellezza, tanti amici di tutto il mondo che venivano a visitare la città. In quel palazzo storico del centro ho passato tantissimo tempo. Prima in un appartamento strano, sotto il livello della strada, con le chiavi che portavano ai cunicoli sotterranei di Roma (prima che le belle arti se ne rendessero conto e ce le togliessero), poi in quest'ultimo, bellissimo, luminoso, che sapeva tanto di gusto della mia mamma, bellissimo davvero. La mia festa di laurea con gli amici l'ho fatta lì, nell'atrio, con i vicini di sopra che mi hanno riscaldato le lasagne e i pittori dell'appartamento vicino che mi hanno regalato un ciondolo a forma di maschera di Agamennone, l'atrio pieno di palloncini con dentro una lucina led (che per i tempi era avanguardia pura) e un'atmosfera bellissima.
Mi mancherà molto, ma questo a mamma non posso ancora dirlo.
Mi mancherà molto, ma oggi mentre lo guardavo per l'ultima volta, gustandomi questa struttura unica che verrà smandrappata per fare il solito nuovo e banale posto "chic", pensavo a quanto cazzo sono stata fortuna a poter "vivere" un ambiente del genere. Queste sono veramente fortune. Le case, gli ambienti, gli studi, sono forse poche delle cose che mi restano aggrappante dentro anche dopo anni e cazzo come mi sento fortunata ad averli vissuti. Gli scorci, i profumi, i pavimenti, le finestre, i legni, le pietre, le scheggiature, i rumori, i portoni, i sanpietrini, le colonne, i colori, le maniglie, i pomelli, le modanature, i libri, le polveri, i quadri, le stampe, le sensazioni, le atmosfere, spero di ricordare bene ogni angolo e ogni dettaglio di te.
Ti metterò nella lunga lista delle case che hanno cresciuta, mio caro studio.
Grazie.
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Fiat 500 R - la Cinquecento rinnovata

Con l'avvento degli anni 70, anni di grandi cambiamenti sociali e di crisi economica, si credette che i tempi fossero ormai maturi per lanciare una nuova piccola vettura che, pur conservando la meccanica e la filosofia della 500, Nasce così la Fiat 500 R

In Fiat, l'approvazione del nuovo modello 126 fu preceduto da un lungo dibattito sulla reale opportunità di una radicale sostituzione della 500 piuttosto che di un semplice aggiornamento. In ogni caso risultò immediatamente pacifico come la meccanica, supercollaudata robusta ed economica, dovesse rimanere inalterata. Anche sulla base delle prime istanze di "sicurezza" delle autovetture, si optò alla fine per il lancio di un nuovo modello; tuttavia l'ancora consistente successo della 500 non ne decretò immediatamente la fine ma permise un "affiancamento" per altri tre anni nella gamma Fiat. Al salone di Torino, nel Novembre 1972, venne dunque presentata la Fiat 126 come novità assoluta, oltre che l'ultima serie delle 500: la R ("Rinnovata") o, come venne anche inizialmente chiamata, "unificata". Il motore che equipaggiava entrambe le vetture, passò dallo storico 499,5 cc alla cilindrata di 594 c.c. (questo soprattutto sull'esperienza acquisita dalla Abarth, assorbita nel 1971 dalla Fiat): per la 126 la potenza fu portata a 23 CV, mentre la 500 risultò depotenziata ai soliti 18 CV della F/L. La R, proprio come le primissime 500 nei confronti della "600", nelle intenzioni della Casa mai avrebbe dovuto entrare in competizione con la 126: per questo motivo, oltre al depotenziamento del motore e al cambio non sincronizzato, presentava delle finiture molto semplificate che la fecero somigliare alla precedente F. Anche i pneumatici radiali, di serie sulla L, tornarono qui ad essere un optional. Principali caratteristiche all'interno:

plancia e strumentazione: tachimetro e volante riprendevano la medesima foggia della F ma furono realizzati in plastica nera in sostituzione della plastica bianca: non fu una novità assolutà perché questa modifica già apparve nel 1968 sulla Giardiniera di produzione Autobianchi. Gli interruttori del centro plancia furono ridotti a due soltanto, inglobando la funzione di luce tachimetro all'accensione delle luci esterne; le loro ghiere di fissaggio risultarono realizzate in plastica nera, in luogo delle ghiere in metallo fino ad allora impiegate. I deflettori della R hanno la caratteristica di avere la maniglietta di apertura incollata al vetro anziché fissata tramite vite. Il rivestimento dei sedili e la pannelleria furono mantenuti in vinilpelle liscia a tinta unita (tipo F), ma venne abolito lo schienale posteriore ribaltabile, in luogo di uno fisso. Modificato anche il sistema interno d'apertura delle portiere che risultò un compromesso tra la F e la L: della F fu conservata la maniglia chiudiporta in plastica nera, mentre della L rimase la leva di apertura in zama, questa volta verniciata di nero con la ghiera cromata. Alla leva del cambio fu montato un pomello sferico già apparso sulla L: la particolarità di questo componente consisteva nella lavorazione "ergonomica" nella parte inferiore che riportava delle lacune per l'alloggio dei polpastrelli delle dita. All'esterno: Se la F risultò già più sobria della D per l'abolizione di gran parte delle modanature, con la R si arrivò alla totale rinuncia di qualsiasi profilato di abbellimento. Alla calandra fece la sua comparsa il logo Fiat a losanghe, già apparso sulle altre vetture della Casa. Della F fu conservato, sempre a losanghe, il logogramma "Fiat 500" sullo sportello motore. Lo stesso logo venne inciso anche al centro dei cerchi ruota di nuova concezione: identici nel disegno a quelli della 126, risultavano di aspetto più pratico e "sportivo" presentando 4 feritoie e i bulloni a vista; una novità rispetto al passato (ma che si ricollegava direttamente alle origini) era l'abolizione delle coppe, rendendo così più agevole la manutenzione e la sostituzione delle ruote. Per la 500 la misura di questi cerchi rimase di 3,5 pollici, tuttavia era anche possibile montare quelli da 4 pollici della 126, sempre conservando gli stessi pneumatici di misura 125/12. Alla meccanica: La meccanica della R é senza dubbio più ricca di novità che non le modifiche di dettaglio appena illustrate.

Nuovo il motore che riporta la sigla 126A5.000, di cilindrata 594 cc erogante una potenza max di 18 CV a 4600 g/m. Carburatore Weber 24 in luogo del solito Weber 26. Da questi dati si può comprendere come il nuovo motore sia stato studiato per ottenere una maggiore elasticità di marcia e risultare più economico e longevo. Grazie ad un rapporto al ponte "sportivo" (8/39: lo stesso delle Abarth e della Sport) la R arriva a superare i 100 Km/h. Da segnalare una maggiore elasticità di marcia ed una maggiore uniformità di funzionamento anche ai regimi intermedi. Le diverse caratteristiche del motore si avvertono soprattutto durante la ripresa: anche in 4° marcia, a bassa velocità, la R non mostra più il comportamento "a singhiozzo" delle versione precedenti. Per il cambio, viene adottato quello della 126 (senza i sincronizzatori se non negli ultimissimi esemplari prodotti) e risulta sostenuto da una lamiera avvolgente a mo' di "culla", in aggiunta al supporto a forma di "U" già presente sulle versioni precedenti. La campana risulta modificata per la diversa e più razionale posizione del motorino di avviamento che viene collocato sul lato destro, risultando così più facilmente raggiungibile. Un'altra piccola modifica nei lamierati della R si nota aprendo lo sportello motore: sullo stipite sinistro si osserva un'incavatura che agevola lo smontaggio del coperchio filtro aria. Viene modificato anche il manicotto posto tra il filtro dell'aria e il carburatore: sulla R (come sulla 126 prima serie) compare un semplice cilindro di metallo non verniciato inserito ad incastro che sostiutisce il vecchio tubo nero fissato con due mollette metalliche. I semiassi, vero punto debole della 500, con la R vengono maggiorati e irrobustiti. Cambia anche l'attacco motore oltre alla stessa traversa: viene abolito il braccio di alluminio che viene sostituito da un disco metallico concavo, fermato per mezzo di un bullone. Sempre nel vano motore risultano modificate le lamiere di protezione che, nella R, vengono ridotte di dimensione; nello specifico: il tegolino fissato con due bulloni, che copre la marmitta a protezione del condensatore e i due piccoli carter sotto la traversa motore. Modifiche anche ai freni, dove l'interruttore delle luci di arresto viene spostato alla pedaliera: per ospitare questo dispositivo, la R presenta un piccolo rigonfiamento nel vano anteriore, visibile alzando il sottile rivestimento di plastica nera. Per ultimo segnaliamo il nuovo crick in adozione alla 126 e alla R, che riporta inciso le sigle distintive dei due modelli: 110-126. Il pubblico sembrò poi preferire la 126 che, in ogni caso, non ebbe mai lo stesso successo commerciale ne affettivo della 500. Per questo motivo la produzione negli ultimi anni, fu trasferita da Torino a Desio (Autobianchi), per poi passare definitivamente in Sicilia, a Termini Imerese (Palermo) La straordinaria avventura della 500 si chiude con la R il 1° Agosto 1975. Ultimo telaio: 5231518. Produzione Sicilfiat. Fonte: https://nuova500.free.fr/pagine/scheda500r.html FIAT 500 R (Rinnovata) Produzione: 1972/1975 DIMENSIONI MOTORE: Tipo 126A5.000 Cilindrata 594 cc Potenza max 18 CV Compressione 7,5:1 Velocità max oltre 100 Km/h TELAIO: Tipo 110F/II da n° 5096796 a n° 5104051 (1972) da n° 6120654 a n° 6136250 (1972) da n° 5104052 a n° 5155805 (1973) da n° 6136251 a n° 6154362 (1973) da n° 5155806 a n° 5203179 (1974) da n° 5203180 a n° 5231518 (1975) produzione: Autobianchi/ Sicilfiat INTERNO: Plancia tipo 500 F Strumentazione e volante tipo F ma in plastica nera Abolizione dell' interruttore luce quadro Nuova tasca in plastica rigida nel sottoplancia Tappezzeria e pannelleria tipo F Leva alzacristalli tipo 126 Maniglia chiusura porta tipo F; leva di apertura tipo L Schienale posteriore fisso ESTERNO: Abolizione di ogni profilo cromato Nuovi cerchi tipo 126 (ma da 3.5') Nuovo logo Fiat sulla calandra Logogramma posteriore "Fiat 500" tipo F Nuove tinte colore pastello Nuova sede del clacson all'avantreno ACCESSORI: Pneumatici radiali Autoradio Antifurto bloccasterzo Sedili registrabili Interni in panno* *a richiesta senza supplemento GAMMA COLORI: Blu scuro (456) '57/'75 Azzurro chiaro (415) '71/'74 Bianco (233) '63/'75 Giallo Senape (278) '73/'74 Nero (601) '68/'75 Rosso corallo scuro (165) '71/'75 Avorio antico (165) '68/'73 Giallo Thaiti (276) '71/'75 Turchese Farfalla (478) '74/'75 Beige sabbia (583) ''63/'73 Giallo Tufo (246) '74/'75 PREZZO: 660.000 lire (1972) 1.064.000 lire (1975)
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Alla fine ho provato a cercarti al telefono, ma la linea era defunta
la cornetta puzzava di formalina. ho svitato il coperchio del microfono
e ho trovato il metallo arrugginito, pieno di vermi;
ho cercato un cacciavite
e ho smontato la carcassa: ai fili metallici del rocchetto
i ragni avevano fissato la loro tela.
sul cordone attorcigliato, ormai putrescente, con la gomma rovinata e il cavo scorticato
l’ho afferrato, l’ho strappato finché è venuto via dalle graffette nel muro insieme con l’intonaco,
ho continuato a tirarlo finché sono riuscito ad avvicinare
metro dopo metro il tuo quartiere al mio
rovinando farmacie, bar, pasticcerie, facendo scoppiare condotte fognarie
sovrapponendo strati d’asfalto, schiacciando tanto le stelle nel cielo violaceo, da tramonto, fra le case
che in alto è rimasta soltanto una lama di luce splendente
pulsante nell’aria bruciata, come da un fulmine.
tiravo il filo, e come un santone indiano volteggiante sulle acque
tiravo il filo, avvolgendolo intorno al braccio, e d’un tratto
la tua casa con le modanature rosa e bianche simile a un dolce fatto di calce
apparve con la tua finestra davanti alla mia finestra
i vetri andarono fragorosamente in frantumi
e noi ci siamo ritrovati l’uno di fronte all’altro
e ci siamo avvicinati sempre più
fino ad abbracciarci, schiacciando le nostre labbra
polverizzando i nostri abiti, i nostri tessuti di carne, fondendo il nostro cuore
mangiandoci le ciglia, il bianco degli occhi, le costole, il sangue,
sbrecciando la nostra spina dorsale, bruciando.
bruciavamo crepitando, quasi fossimo cosparsi di benzina
ci struggevamo fra ghiacci bluastri, fra stalattiti di fumo
con la cera sfrigolante, con il grasso accecante
finché la cenere ha riempito il contenitore dietro il sofà e il lavabo del bagno
e i ragni hanno dispiegato le loro tele dentro il nostro petto.
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Pick of the day - dal mio blog stefanorossiautomotiveinternational.blogspot.com . La mia scelta del giorno ricade oggi su una BMW X5 G05 - o quarta serie, o serie attualmente in produzione; modello ante-restyling 2023. Si tratta, nella fattispecie, di un 25d duemila turbodiesel da 231cv con trazione integrale XDrive, cambio automatico ed allestimento X-Line. Immatricolata nel febbraio 2021, con 54.000 km all'attivo, dotata di clima automatico a 3 zone, cruise control, navigatore, cerchi in lega da 20 pollici, interni in pelle, tetto panoramico apribile elettricamente, sedili anteriori con regolazioni elettriche e memorie, BMW My Modes, telecamera per retromarcia, portellone ad apertura elettrica, specchietti richiudibili elettricamente, modanature laterali cromate, cristalli privacy e tanto altro ancora - viene messa in vendita da PENSKE CARS, gruppo plurimandatario con vettura visibile presso loro showroom di Monza, a 46.890,00 euro. Già, l'usato ha il suo perché. Stefano Rossi - blog's author.
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CHIESE DEL TERRITORIO DEDICATE ALLA MADONNA DEL CARMINE
La Chiesa della Madonna del Carmine si trova nel centro storico di Teramo (TE), nel quartiere denominato Santa Maria a Bitetto. In origine era parte di un monastero esistente sin dal 1329; non se ne conosce la data precisa di edificazione ma risulta ormai fatiscente nel 1578. La facciata dell'edificio presenta finiture di intonaco e stucchi ed è scandita da un doppio ordine di paraste con capitelli geometrici e da cornici marcapiano a modanature sovrapposte.
Per saperne di più: https://edicoladelcarmine.suasa.it/Teramo.html
Per aggiungere informazioni: [email protected]
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Ha stipulato un accordo, Giordano Suaria, con un pilota di jet.
Ne trascrivo stralcio di scrittura:
"...che alle ore 10,46 del giorno 14 febbraio 2024 il velivolo transiti sopra l'intersezione dei tetti di cui al mappale allegato".
E' stato puntuale, l'aviatore.
E preciso, anche.
Perché sì, la scia del suo aeroplano effettivamente coglie l'angolo tra i summentovati tetti.
Ed oltre l'icastica grafia, i colori:
tintuali giustapposte tavole, sono.
Ma Giordano sa anche guardare all'ingiù.
Ai migliori il tetto di un'automobile può dir molto.
A Giordano, lo dice.
Anche lì, geometrie.
Il mancorrente, prua di nave.
Il riflesso della stadiuale lampione, potente suo contrappunto.
E cornici, modanature.
Grondano dinamismo in cartesianità, le due fotografie di Giordano.
Tensione ed equilibrio, ed insomma.
Grazie Giordano, anche Tu hai mirabilmente scovato Astrazione in quotidianità.
All rights reserved
Claudio Trezzani
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Scontro
Alla fine ho provato a cercarti al telefono, ma la linea era defunta la cornetta puzzava di formalina. ho svitato il coperchio del microfono e ho trovato il metallo arrugginito, pieno di vermi; ho cercato un cacciavite e ho smontato la carcassa: ai fili metallici del rocchetto i ragni avevano fissato la loro tela. sul cordone attorcigliato, ormai putrescente, con la gomma rovinata e il cavo scorticato lasciavano il loro odore le formiche; l’ho afferrato, l’ho strappato finché è venuto via dalle graffette nel muro insieme con l’intonaco, ho continuato a tirarlo finché sono riuscito ad avvicinare metro dopo metro il tuo quartiere al mio rovinando farmacie, bar, pasticcerie, facendo scoppiare condotte fognarie sovrapponendo strati d’asfalto, schiacciando tanto le stelle nel cielo violaceo, da tramonto, fra le case che in alto è rimasta soltanto una lama di luce splendente pulsante nell’aria bruciata, come da un fulmine. tiravo il filo, e come un santone indiano volteggiante sulle acque la statua di c.a. rosetti scivolava verso la questura la sede comunale della seconda circoscrizione si scontrò con la torretta dei pompieri e venne giù insieme con un rito nuziale e la via latina prese a sorridere; tiravo il filo, avvolgendolo intorno al braccio, e d’un tratto la tua casa con le modanature rosa e bianche simile a un dolce fatto di calce apparve con la tua finestra davanti alla mia finestra i vetri andarono fragorosamente in frantumi e noi ci siamo ritrovati l’uno di fronte all’altro e ci siamo avvicinati sempre più fino ad abbracciarci, schiacciando le nostre labbra polverizzando i nostri abiti, i nostri tessuti di carne, fondendo il nostro cuore mangiandoci le ciglia, il bianco degli occhi, le costole, il sangue, sbrecciando la nostra spina dorsale, bruciando. bruciavamo crepitando, quasi fossimo cosparsi di benzina ci struggevamo fra ghiacci bluastri, fra stalattiti di fumo con la cera sfrigolante, con il grasso accecante finché la cenere ha riempito il contenitore dietro il sofà e il lavabo del bagno e i ragni hanno dispiegato le loro tele dentro il nostro petto.
(Si chiama Mircea Cartarescu, questo Poeta)
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#BoxyNature I am very happy with the variation I received in my @Boxycharm #ayamNature #GlowrecipeNature #GlamGlowNature #ModaNature https://www.instagram.com/p/CAWDvrwJAXh/?igshid=1uhilc00dz3wf
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Malte K . Estrada Reichen | a f a s i a
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Caramba! Como a natureza é mágica, nunca piscar de olhos tudo pode mudar! Amo pela mãe natureza! O belo precisar continuar! #ferafashion #modanature #nature #natural #blue #nike #ferrovia #oculos #estilo #moda #modamasculina #nigth #goodvibes #goodman #instaboys #instagood #preserve #obeloprecisarcontinuar #believeinyourself #loveyourself #maenatureza #filhos #men #boys #reflexao (em Parque Ecológico Do Tiet��) https://www.instagram.com/p/Bw8AtgPBnnu/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=zjcpdz88y3rc
#ferafashion#modanature#nature#natural#blue#nike#ferrovia#oculos#estilo#moda#modamasculina#nigth#goodvibes#goodman#instaboys#instagood#preserve#obeloprecisarcontinuar#believeinyourself#loveyourself#maenatureza#filhos#men#boys#reflexao
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LA TEORIA DELL'UNO
Tra meno di due mesi farò 33 anni. Eppure mi sento ancora una bambina che cerca il suo posto nel mondo.
Sarà una crisi di mezza età ma in questo periodo sto pensando molto alla mia vita e inizio a tirare le somme, e sinceramente non sono poi così positive. Dall'esterno sembra che io sia una persona pienamente soddisfatta di se stessa, spesso le mie amiche sposate invidiano la mia "libertà", dicono che sono un modello per loro, eppure nel 2020 l'emancipazione femminile dovrebbe essere più che affermata, invece ancora c'è chi ha paura della solitudine.
Io invece sola mi sento invincibile. I sentimenti sono li custoditi nel mio cuore stuccato, che nasconde modanature d'oro che tutti scambierebbero per smaltate. Mi sento forte perché coscente del mio essere, padrona delle mie emozioni e ho piena facoltà delle mie azioni.
Questa è la mia personale Teoria dell'Uno, numero intero che non ha bisogno che di se stesso per essere completo. Il problema è la solitudine in lui innata. Quando l'1 si guarda in giro nell'infinitá degli altri numeri li vede incompleti e alla ricerca di altri per raggiungere il loro totale. Lì inizia la metamorforsi forzata, l'1 cerca di essere 1000, perché gli zeri sono attraenti nella loro rotondità. All'inizio è così bello non sentirsi più soli ma parte di una cifra, poi però arriva la vita con le sue equazioni e inevitabilmente l'1 capisce che può sottrarsi solo a se stesso, perché il resto sono nullità. Vale la pena stare così male per avere la compagnia di una nullità?
Lui è cosciente di ciò ma nonostante questo ogni volta prova ad essere uno di loro o peggio ad essere amato da uno di loro. Tu non sei 1000, tu non sei zero, sarebbe troppo facile. Tu sei 1, solo, singolo e nella tua solitudine vivrai e solo con te stesso avrai pace.
Io sono 1.
Con Lui ero 1000.
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~~ laluna03
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La casetta di Trump, in un servizio di qualche anno fa L'interno dell'appartamento è stato progettato da Angelo Dongia (noto nel mondo del design come "Saint Laurent del mondo dei divani"). In teoria, l'interno dovrebbe rispettare lo "stile di Luigi XIV". Il presidente degli Stati Uniti ama l'oro. Adora davvero l'oro. Quasi tutto nell'attico - dai piatti e vasi ai lampadari e alle modanature in stucco - è realizzato in oro (24 carati). Pavimenti, pareti e soffitti, ovviamente, in marmo. Sul divano si nota una scatola Louis Vuitton aperta piena di gioielli . L'attico è valutato in $ 100 milioni di dollari
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Pick of the day - dal mio blog stefanorossiautomotiveinternational.blogspot.com . La mia scelta del giorno ricade oggi su una MERCEDES GLC Coupé C253 - o prima serie, o serie precedente; modello post-restyling 2019. Si tratta, nella fattispecie, di un 300de duemila turbodiesel PLUG-IN con potenza combinata (termico + elettrico) di 306cv, trazione integrale 4Matic, cambio automatico ed allestimento Premium. Immatricolata nell'aprile 2021, con 78.000 km all'attivo, dotata di clima automatico a 3 zone, cruise control, navigatore, cerchi in lega da 20 pollici, impianto hi-fi Burmester, tetto panoramico apribile elettricamente, Parking Assistant con telecamere a 360 gradi, interni in pelle ed alcantara, fari a LED, portellone ad apertura elettrica, sedili anteriori riscaldabili, modanature laterali in nero lucido, cristalli privacy e tanto altro ancora - viene messa in vendita da TRIVELLATO, concessionaria Mercedes-Benz in Padova, a 43.700,00 euro. Già, l'usato ha il suo perché. Stefano Rossi - blog's author.
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Gli operai hanno terminato di appendere agli alberi grappoli di lampade gialle e rosa, aranci e limoni di fuoco, e festoni e archi sulle strade e i palazzi, e col calare della notte, d'un tratto, tutta la città si accende. Splende la grande strada che attraversa Palermo, via Maqueda, via Ruggero Settimo, come un portico sterminato di luci, splende il viale della Libertà come un aranceto sfavillante: visto di lontano, dalle vie più strette che lo continuano pare una grande distesa in salita coperta da una folla innumerevole, o un prato di montagna, o una immensa muraglia obliqua che salga a toccare il cielo. Brillano le vie laterali; i Quatto Canti di città con le statue e le modanature sono le quinte di un fastoso teatro seicentesco. Tutto un popolo coi suoi infiniti occhi si aggira silenzioso in quel bagno di luce, esce dai palazzi dei principi e dei baroni e dai «catoi» dei vicoli, e si mescola per le strade. Le tre cupole rotonde della moschea, all'ombra del campanile romanico, della chiesa barocca e del neoclassico teatro Bellini, stanno rosse sul cielo.
Carlo Levi, Le parole sono pietre
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