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#Oèngus
demonicfloweret · 7 years
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Nel mulino palazzo mentale che vorrebbe i sentimenti sono polaroid sbiadite e stropicciate che spuntano fuori dal cassetto sotto una valanga di oggetti molto più utili, molto più sensati. Ritratti così opachi e consumati dal tempo che potrebbero appena farle intuire per chi e perché li avesse provati. Sono buoni solo come sottobicchieri di creanza da mettere sul tavolino da caffè in presenza di un ospite e per non turbarlo all’udirla altrimenti pronunciare “Mi dispiace”, “Perdonami”, ”Sono qui per te” fredda e meccanica come un Dissennatore. Pallidi oggettini di decoro pronti a subire un Convercoloris d’urgenza se la situazione richiede di fingere di più, o a screpitare sotto la fiamma d’un Flamora se l’obiettivo ha catturato una luce troppo accesa o tonalità che emergono troppo rispetto alla desaturazione grigia generale. E così si convince che Faunya per lei sia niente più che una ragazzina sveglia, Eileen il rancore d'un tradimento e Evanna un'innocenza rubata. Che ad unirla a Brandy ci siano solo marachelle pozionistiche e un tragico evento, a Donnie manichini stregati e un ingegno nel complesso interessante. Gli scambi di favori con Jedediah sono divertenti convenienze, quasi come la perpetua sfida di potere con David. Oèngus, in tutto questo, rimane un piccolo inconveniente facilmente rivendicabile. Alle bambine della sua vita (Corine, Grantaire, Adelaide) concede una tenerezza pastello , fatta di sorrisi di miele e lezioni di vita non richieste. Tutti sono possibili cavie per il suo continuo esperimento sulla psiche umana.
 Una notte ha schiodato l'asse di legno più robusta e ha seppellito una dagherrotipa sotto un groviglio di rami spinati, rea di impietosi rossi e neri : mai Salvo Hexia fu castato con tale decisione Non si è accorta delle altre scivolatele dalla tasca, sotto il tappeto, di colori altrettanto vivaci.
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wallflowercamille · 7 years
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Corium Cangiantis and feelings
La sicurezza di un rapporto solido e di una tranquillità perenne vi è con un colore verde che solo Roxanne, la sua famiglia in tutto e per tutto, ha potuto vedere. Lilith&Leah l'hanno portata in un giallo acceso, in quella felicità che solo due amiche indivisibili possono dare. Sfumature che variano da un arancione tenue ad uno più accentuato tendente al fosforescente, in Jedediah ed Oèngus, portandola nella confusione più totale misto tra agitazione ed imbarazzo. Il rosso fuoco e ardente alla vista di Eleanor, per rabbia ed odio nei suoi confronti. Trasportandosi poi in un blu in quel rapporto con Evanna che va sempre più sgretolandosi, terminando a creste di viola ed indaco con David, in quegli allenamenti ove la concentrazione e paura di sbagliare erano alla base di tutto.
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18.03.2076
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Grant me the serenity of being insane cause I think that's, might be what I am all my words feeding me with pain keeping me awake with the darkness all night
«Sei fuori» un grugnito roco che sembra far da tappo ad un calderone ribollente d’ira e delusione. «La vita difficilmente offre una seconda occasione» è la voce pacata e fredda di Erebus a far sì che il cacciatore di taglie se ne stia buono al suo posto «Puoi ben immaginare che sperare di averne una terza è utopia» e chi meglio del vampiro, il cui sguardo autoritario resta fisso e immobile su Sebastian, per esprimere tale pensiero «Procediamo?»
I don't know but I still think they see how pathetic, how sad I am how everything goes so bad every time I open my mouth
«Ci ho provato» le sue di ultime parole per Sebastian, parole che possono riferirsi a tutto e a niente ma che racchiudono alla perfezione gli ultimi quattro anni. Ci ha provato e per un attimo ha quasi creduto di esserci riuscito. La punta della bacchetta si avvicina alla nuca di Sebastian, la sfiora e vi si poggia «Oblivion» pronunciato con decisione, concentrazione e soprattutto attenzione. Una sola, semplice parola che a poco a poco inizia a portar via mattoni da quello che è il muro dei ricordi di Sebastian partendo dagli ultimi, i meno sedimentati per poi andare a ritroso. Spariranno missioni e casi, ogni singolo dettaglio dell’intero caso Ballard, del mercato dei troll, l’assassinio della Lloyd, la setta di mannari, il caso di Oèngus. Svanirà il quartier generale, la sua ubicazione, la sua struttura, la parola d’ordine per accedervi e quelle per spostarsi tra i vari livelli. Svaniranno il capanno e la tana con tutte le sue protezioni. Si dissolveranno nomi e volti dei membri non dichiarati, svaniranno le lezioni di Diana, l’addestramento di sopravvivenza messo su per lui e per Ezekiel. Tutto quanto di buono fatto in questi anni, verrà spazzato via come un gratta e netta su una pozione rovesciata. Quello che però non lo abbandonerà è la consapevolezza di aver fallito, il sapere di aver fatto parte di qualcosa di grande e di averlo gettato via. Sei fuori. È la fine.
But I try until I bleed Yes, I try until I bleed
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demonicfloweret · 7 years
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Ballo dell'Agrifoglio, Dicembre 2073
«Come fai a saperlo?» Le pupille adesso guizzano con insistenza a cercare quelle dell`altro, una lieve nota accusatoria che tinge quell`interrogativo.
«So un sacco di cose […]E vedo come ti comporti con gli altri, non sono stupido come tutti pensano. So anche distinguere le giornate in cui sei particolarmente di buon umore. E scommetto che nessun altro di quelli che ti sbavano dietro noterebbero certe cose.»
  «Ho tradito la tua fiducia, sì» Ammette a denti stretti, gli occhi che roteano verso l`alto. «Ma lasciare la bacchetta, la tua unica difesa, a qualcuno che neanche conosci bene, è da suicidi masochisti»[...]«O da stupidi»E` un`occhiata funesta quella con cui lo fulmina, osservandolo da oltre le palpebre leggermente abbassate. «Io non ero tenuta a darti fiducia. Sei tu che mi hai affidato la tua in modo sconsiderato.»[...] «Non noterebbero certe cose perché non sono degli stalker.»
   «Merlino, potresti avvelenarmi qui, seduta stante, senza nemmeno graffiarmi.» […]«Io non ti ho messo in mano solo una bacchetta, ma il cuore e  tu mi hai guardato dritto negli occhi sapendo di stare mentendo.»
«Il TUO cuore? Adesso devo curarmi pure di responsabilità che non ho chiesto? Che non voglio? Ti rendi conto che questo ragionamento non sussiste a livello logico?»
«Sarà anche da stupidi, ma se tutti la pensassero come te questo pianeta sarebbe un cumulo di cenere già da secoli.»
«Le sorti del pianeta non sono affar mio. Io ti ho solo mostrato le conseguenze della tua ...avventatezza»
«Che diavolo ti è successo di così sconvolgente? Insomma, lo sai anche tu che non hai bisogno di comportarti per forza così da s****a.»
«Come, scusa? Non mi è successo niente! Il mio atteggiamento è perfettamente normale. E` logico. Penso prima di agire. Punto. Tu, invece.»
«Si, splendore. Fino a pochi secondi fa non l`avevo ancora capito di cosa diavolo avessi paura ma...è questo.»
«Vedo che mi sottovaluti, per non concedermi neanche il minimo di arguzia per capire il sarcasmo»
«Ma ti senti quando parli? Me. Io. Mio.» Sbuffa dal naso, aggrottando le sopracciglia ma mantenendo il sorriso. «Forse non hai capito che se adesso ti ho forzato la mano per essere qui, in questo momento, non è stato affatto per parlare di me. Quello che voglio è che capisci che anche le tue azioni hanno delle conseguenze: avresti potuto benissimo rispondermi semplicemente di no, ma noh..» Ancora una brevissima risata, secca. «Tu hai preferito giocare. Non l`hai fatto per insegnarmi niente, l`hai fatto perchè sei una cagasotto e hai bisogno di affossare gli altri per sentirti migliore. Ma quello che ti dico, io, è che questa volta hai trovato me.Io ci sono abituato. E chiamami pure stalker, ma non sono pazzo. Lascerò correre ed eviterò di sputtanarti con chi di dovere solo perchè a me della logica, in situazioni come questa, interessa ben poco.»
«Se dici di sapere così tante cose di me, perché ti sei gettato nella tana della Manticora? Conoscendomi, potendoti immaginare come avrei reagito» E scuote la testa, sempre ridacchiando. «Aspetta, questa dovrebbe essere il discorso buonista/filosofico/strappalacrime grazie al quale l`eroe della storia mi convince a redimermi passando al lato della luce? Vanita`. Puoi avermi incastrata una volta ma tu rimarrai sempre mille passi indietro a me. Anche se fai lo stalker (che, per inciso, non é una cosa normale). E, davvero, i tuoi discorsi buonisti puoi rifilarli a qualcun`altro»
«Un giorno potresti farla alla persona sbagliata.» […]«Comportarti da st***a, da persona cattiva - perchè quella che hai fatto tu è una cattiveria - come quel bamboccio ritardato di Bradlaw, ti farà diventare talmente sola, un giorno, da rimpiangere di non avermi ascoltato oggi.»
«Che c`entra adesso il Bradlaw? E poi se c`é una cosa di cui non ho paura é la solitudine. Primo: la fiducia la do a chi mi pare e piace, alle persone di cui veramente m`importa qualcosa. E fra queste te non ci sei. Secondo: se un giorno dovessi trovarmi veramente sola ringrazierei Cosetta. Meglio sola che accompagnata a un branco di ritardati buoni solo a giudicare e fragili. Senza verve»
 «La differenza tra quelli come voi e quelli come me è che quelli come voi non sarebbero capaci di fare un gesto col cuore nemmeno volendo. Mentre quelli come me sono capaci di fare ben peggio senza snaturarsi.»
«Me...voi!» Emette un sonoro sbruffo dalla narici,scocciata come se fosse alle prese con una mosca fastidiosa. «Che siamo, all`asilo? A dividere il mondo in bianco in nero e a mettere i buoni sentimenti davanti a tutti. Ho agito per divertimento, si. Tu potevi immaginartelo e hai fatto comunque quella bolidata. »  
«Senti, morganella del cazzo. Mi è stato insegnato a trattare le donne - cosa che tu ovviamente non sei - con rispetto, e devo ammettere che mettere a rischio la mia posizione di basso profilo solo per farti sentire il dispiacere di avere un dito nel culo firmato MacTavish mi stuzzica non poco. L'unica cosa che devi sapere è che io ho una cosa che tu non hai e che mi farà rimanere indiscussamente non mille, ma un milione di passi davanti a te.Puoi darti in testa tutti i libri che vuoi, ma i soggetti come voi me li sono sempre mangiati a colazione. Per ora vi lascerò fare. Ha ha. Divertitevi alle mie spalle, tanto vi sento. E vi "vedo".» Si avvicina ancora di più, questa volta sfiorandole l'orecchio. Guarda altrove. «Ma quando lo deciderò vi sotterrerò sotto un cumulo di merda fumante così alto che non basterà qualche colpo di bacchetta per tirarvi fuori. Ricorda il motto dei MacTavish: Non Oblitus. » Quando si allontana, ha una mano posata sul fianco sinistro mentre l'altra massaggia il mento. «Controlla su uno dei dizionari con cui ti trastulli di notte sotto le coperte, magari c'è la traduzione.»Miao. Frrrrr! «Continuiamo a ball-AH!» Un prurito terribile lo coglie di colpo su schiena e petto, costringendolo a piegarsi in due mentre si gratta con foga per giusto qualche secondo. «AH, MA CHE SCHERZO IDIOTA! »
Fottiti, McTavish
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wallflowercamille · 7 years
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«Grazie, Cam. Per esserti rivelata per la persona vigliacca che sei. Per avermi fatto capire quanto tutti i discorsi sulla fiducia e l`amicizia che mi vengono fatti giorno e notte siano in realtà solo un mucchio di stron****. Che la mia ricerca del buono nel prossimo serva a qualcosa, perchè tanto non c`è niente dentro quella carcassa. Solo marciume, avidità e cattiveria. Grazie per aver rovinato l`unica cosa buona che mi era stata data. Per avermi reso più forte. Un po` di più. Abbastanza da riuscire a sopportare la consapevolezza dell`esistenza di persone vomitevoli come te. Volevo dirti che prima delle tue stupide ripicche da regina delle tenebre Evanna era l`unica persona di cui riuscivo a fidarmi ciecamente qui dentro. Una cosa che tu non proverai mai. Ma che io conservo, a prescindere da come siano andate le cose. Farò una previsione: tu, come tutti quelli che consideri amici e che si comportano come te, vivrai una vita lunga e solitaria. Più della mia. E non ho bisogno della Vista per potertelo dire.
Sappi che da oggi in poi, qualunque ca**ata, qualunque sciocchezza tu decida di fare per fare del male al prossimo, io mi sforzerò di vederla e anticiparla. E ti farò passare dei brutti quarti d`ora, te lo giuro sulla tomba di mia sorella. Tu e tutta la combriccola di st***** che si è divertita fino ad oggi a giocare sulle mie mancate reazioni. Da oggi ciò che mi verrà fatto tornerà indietro con il doppio della cattiveria. E quello che verrà detto o fatto alla Winchell... te lo lascio immaginare, hm? Lasciala in pace, non romperle più le p***. E soprattutto, vedi di girarmi al largo. Perchè per questo tuo scherzetto adesso avrò bisogno di rimettermi apposto la testa per almeno un mese. E comunque non mi sei mai piaciuta. Hai sempre e solo cercato di fare del male agli altri. Stai bene con Lilith e Leah. Spero per te che non ci si debba più rivolgere la parola. Perchè non sarà affatto per qualcosa di buono.
 «Non c`è mai stata alcuna Aula 26.» 
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wallflowercamille · 7 years
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 « Mmmh, ti stanno bene i capelli così. » Eh? Ed ecco che le iridi raggiungono il libro e la mano destra incomincia a sfogliarlo, soffermandosi ad un capitolo successivo che non c’entra niente sui suoi compiti, ma era giusto per fare qualcosa. 
Si ritrova un po`....no, si ritrova davvero confuso alla fine della serie di risposte che gli dà l`altra. E questo, l`espressione perplessa e disorientata che ha in faccia, lo testimonia alla grande. Se ne sta in silenzio per un po` senza dare l`impressione di voler aggiungere altro, limitandosi a guardarla far altro cercando un collegamento pragmatico tra quello che lei gli ha detto e la logica, ma non soddisfatto si ritrova costretto a chiedere a voce. «Che c`entra?» Il giorno in cui sarà capace di decifrare certe cose, voleranno gli asini senza l`aiuto della magia. Si bagna appena le labbra con la punta della lingua, spostando lo sguardo prima sul libro di lei e poi nuovamente sulla ragazza. Sposta le mani dal grembo al bordo del tavolo. Fa un po` di pressione, come se si dovesse alzare. Poi ci ripensa. Che diavolo intende, Camille? Le sta bene averlo attorno o no? La destra, lentamente, sale alla capoccia a dare una grattata tra un dread e l`altro. Apre la bocca. Prende aria. La richiude.   
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wallflowercamille · 7 years
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«Facciamo così: dì pure a tutti i tuoi amichetti Serpeverde che mi stiano alla larga e che non provino nemmeno lontanamente a rompermi il c***o perchè giuro sulla tomba di Merlino che rischiano di ritrovarsi su per il c**o il più grande palo della storia delle competizioni tra casate. Firmato: Tassorosso.» Fa una pausa. «Siamo in guerra. Altro che unità.» 
« FAI SCHIFO OENGUS! » « E CHE GUERRA SIA, LURIDO SCHIFOSO TASSOROSSO, GRAMO DI ME**A! » censuriamo che è meglio. E’ la mano destra che si porta dietro la sua schiena, andando a sfilare dal taschino sinistro del suo jeans, la sua bacchetta di Biancospino. La porta in avanti, tenendola ben salda nella mano. Non ci pensa due volte a castargli qualcosa addosso, perché la rabbia ha preso il sopravvento e non ci vede più niente. Una corda prende forma nella sua mente; una corda spessa di milione di fibre grosse, veramente tanto spessa, quanto non è mai riuscita ad immaginare, dura e forte, di un colorito scuro. Riesce a vedere alla perfezione la quantità di fili che la compongono e l’intrecciatura ben salda di quest’ultima. Ma non è finita, la vede nel momento in cui questa va a stringere Oèngus, o in questo caso l’avversario, stringendogli il busto nel modo più stretto possibile, provocandogli per quanto possibile dolore. Nel frattempo la sua voce si fa di nuovo sentire, mentre il polso va ad eseguire il tutto, ossia la costruzione di un piccolo nodo con la punta della bacchetta, sempre in direzione del Tassorosso. « Incarceràmus! » la voce chiara, sicura e seria. La rabbia le pervade tutto il corpo, fino alla punta del suo capelli più lungo. « MUORI OENGUS! »  
«Ouf!» L`impatto non è dei più leggeri. «Ci sto provando, Cam. Ci sto provando.» Si agita un po`, per vedere se può liberarsi prima del tempo senza successo. «Mi sa che ti devi impegnare un po` di più se vuoi ammazzarmi, comunque.» Le dice a mezza bocca, avvicinandosi con i denti a un pezzo di corda stretto attorno alle spalle per tentare di rosicchiarlo e liberarsi. Meno male che si tratta di incantesimi a tempo, motivo per cui a breve sa che verrà lasciato automaticamente libero. «Penfa te.» Mugugna, tra sè e sè, esaltato.
 « IMPICCATI CON QUELLA CORDA! » Poi… Se ne sbatte altamente, perché il catalizzatore è ancora tra le sue mani. E anche se il corpo sta diventato leggermente più debole, sia per colpa dell’incantesimo appena castato, sia per la rabbia che le sta friggendo ogni organo del suo corpo, lei è comunque lì vogliosa di provocargli dolore. Il viso si ricopre di una maschera totalmente brutale. Lo sguardo si assottiglia, gli occhi si scuriscono – come se non vedesse nient’altro che odio – le labbra tremano di nervosismo, la pelle di quest’ultimo si sbianca. Il braccio si drizza in avanti, il polso è l’unica parte che rimane in movimento, questa volta per un altro incantesimo. Ora quello che le viene in mente è un incantesimo semplice, fatto e rifatto un miliardo di volte, ma sicuramente efficace se eseguito nel miglior modo. Non ci pensa troppo ad immaginare che una forte spinta lo faccia ricadere all’indietro, senza pochi problemi ad immaginarsi proprio la direzione della spinta, ovvero verso quelle scale che prima stavano per essere salite proprio dal tassorosso. Sperando che questo sbatti addirittura la testa su uno di questi. Scusaci, Oèngus. E’ concentrata, questa volta lo è veramente. Il polso esegue un movimento in senso orario andando poi nella creazione di un cerchio perfetto. « Impùlsus! » scandisce al meglio l’incanto e ancora una volta rimane lì a guardare, sperando in qualcosa di meglio.
«AU.» Unico verso che ti darà come soddisfazione, Cam. Si ferma lì a massaggiarsi la capoccia, scomposto a terra sulle scale e cercando quantomeno di rimettersi a sedere. Di nuovo. Se non altro per tornare in piedi. «Senti, se hai finito tornerei a fare le mie cose.» Commenta. Di nuovo, cambia idea e rimane seduto. Sia mai che a sta pazza venga in mente di usare un altro impulsus in condizioni più pericolose. «Ora ho capito perchè ti sei fatta amica quelle due psicopatiche.» Avambracci posati sulle ginocchia, solleva la mancina grattandosi la guancia. «Ma ti sei accorta del fatto che tra un po` arriverà sicuramente qualche Prefetto o Professore a ricordarti che la bacchetta non va utilizzata su altri studenti?» Magari anche a metterla in punizione, che non fa schifo. «Lo vedi che sono disarmato?» Mostrandole i palmi delle mani dopo averli avvicinati alla faccia e agitandole un poco. «Ottimo tempismo, comunque.» Stravaccandosi sugli scalini e immaginandosi quale sarà l`incantesimo che utilizzerà a breve la Serpeverde. C`è il totoscommesse mentale. E se è quello che lui pensa, allora ci è già passato. «Sono io il Gramo, Sullivan. E non puoi fare niente per peggiorare la situazione.» Un sorriso sornione, irriverente, gli sboccia sulle labbra.
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wallflowercamille · 7 years
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C: « Chi non muore si rivede. » 
Camille. Sempre stata una persona particolare, lo sapeva fin dall`inizio. Difficoltà ad accettare gli altri del gruppo e tendenza a frequentare altre persone più affini. Serpeverde fino al midollo che per qualche strano motivo, all`inizio di tutta questa storia ha avuto la (s)fortuna di incrociare la strada di un Oèngus molto più socievole e coinvolgente. E` normale che col passare del tempo, pur frequentando gli stessi posti, abbiano preso un pochino le distanze. Non per cattiveria o mal sopportazione. Semplicemente, le persone cambiano. E poche quanto Gus in questi due anni. Ciò non toglie che sentirne la voce e vederla subito dopo rivolgergli la parola direttamente con ben più di un semplice saluto di cortesia - come sempre - lo lascia non poco interdetto. Le lunghe chiacchierate erano ormai finite nel dimenticatoio, e di scambi sporadici nemmeno l`ombra. Col tempo, persino il saluto non è divenuto più un obbligo. Sapete com`è: ci si vede tutti i giorni. 
G: «Oh, hay.»
Con lei, è semplicemente tutto scemato lentamente.
G: «Ci vai più nell`Aula 26?»
C: « Non vedevo l`ora che non ci mettessi più piede tu, per non farlo nemmeno io. »
G:  «Quindi è finita.» 
C: « Sì. » « Perché t`importa? » « Tralasciando il gruppo, non sembra che alcuna amicizia ti sia mai importata, Oèngus. »
G: «Ti conviene prendere la prossima rampa facendo attenzione. E` un bel volo dal quarto piano.» «In bocca al lupo con quelle st****e di Leah e Lilith. Sono sicuro che si dimostreranno delle amiche migliori.» 
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demonicfloweret · 6 years
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Era la bambina silenziosa che lasciava trapelare dal solo volto contenuto sconcerto, disappunto e un senso di superiorità che si traduceva in una specie di broncio infantile sia di fronte all’immaturità dei maschi che alle carinerie-e velleità-  a cui si lasciavano andare le femmine fra di loro. Quando apriva bocca lo faceva per istigarti con una battutina acida o per chiedere, sorridendo , a uno studente più piccolo se –per favooooore !- poteva aiutarla a raccogliere gli zellini sparsi per tutta la scalinata. Bollenti per un precedente flamora ; ma questo ,lui lo avrebbe scoperto da sé. E, a seguire, tantissimi altri piccoli favori innocenti e non, sempre lontano dagli occhi dell’autorità, mai con i suoi pari.
Agli occhi del mondo è la ragazzina che mamma e papà hanno educato bene- anche se di loro, lei non parla mai. Gradualmente le smorfie si sono addolcite e le labbra sciolte in sorrisi cortesi, destinati a prescindere a -quasi- chiunque non le manchi di rispetto. Ha imparato talmente bene a contenere quei piccoli sbalzi emotivi da non lasciar trapelare altro che lo stretto indispensabile. Una volta è l’inarcarsi di un sopracciglio per chiedere indirettamente spiegazioni o mostrare di essere piacevolmente colpita, la seguente un sospiro calibratissimo e lo sguardo che si innalza verso destra, persa nei propri ragionamenti. Eppure risulta quasi inquietante la quantità di tempo che riesce e guardarti negli occhi, mentre parli , senza  sbattere le ciglia o muovere un muscolo: ti illudi che distogliendo il tuo desista ma quando lo rialzi incontri quelle iridi verdi proprio lì ,dove le avevi lasciate. Utilizza sempre un tono pacato e carezzevole, delicatissimo anche quando si trova in disaccordo con te. Al massimo mette in evidenza le falle nel tuo ragionamento con espressioni mordaci e risate cristalline, da non capire mai se stia ridendo con te o di te. Non di rado si lascia sfuggire espressioni furbastre e maliziose nei confronti dei maschietti, ai quali miagola a distanza frecciatine e battute sarcastiche. Non sembra mostrare preferenze al momento ma c’è chi giurerebbe averla vista fissare Lancelot allenarsi dagli spalti o scomparire in aule in disuso con Brandelis , al quale non ha ancora restituito le mutande coi puffskein. C’è qualcosa di lievemente destabilizzante nel modo in cui mantiene la solita espressione laddove si sarebbe dovuta scatenare una reazione, seppur minima. Si interessa degli altri, li ascolta, ma non racconta mai molto di sé, a meno che non si vogliano leggere i consigli che da –non richiesti- come dichiarazioni indirette.
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  Si muove nei corridoi con un passo flemmatico che tanto stona con gli anfibi pesanti che si appoggiano sulla pietra, senza produrre il minimo rumore. Mantiene le distanze e rispetta lo spazio personale, si contano su una mano quelli che hanno assistito a una sua dimostrazione d’affetto. Sembra estranea alle emozioni e ai drammi scalpitanti che hanno investito i coetanei con l’entrata nell’adolescenza, preferendo rimanere neutrale, trincerata dietro una perenne analisi razionale e obiettiva che la fa distaccare ancora di più: di fatti, raramente si altera. Eppure potrebbe essere stata vista al Ballo dell’Agrifoglio discutere animatamente con Oèngus, la mascella serrata e uno sguardo truce nei confronti del Tassorosso, salvo poi ridergli in faccia. Rispetta l’autorità, ma una volta a lezione di Astronomia la Professoressa Greenfield è scoppiata in lacrime perché le ha fatto caldamente notare come stesse commettendo un’ingiustizia nei confronti di Brandelis. Un giorno di metà Ottobre ha discusso con il Prefetto Aurora Halliwell in giardino, durante il primo allenamento delle Cheerleader. Ne ha ricavato una punizione giudicata ingiusta da un Anonimo in bacheca ma ha rassettato i letti e il tavolo dei Corvonero con sorriso più smagliante e le premure più smielate. Una seconda punizione è arrivata a fine Gennaio, quando sul treno di ritorno dagli Hog.war.ts ha dovuto pulire con Adelaide lo scompartimento dormitorio dei ragazzi Tassorosso del quinto anno dal disastro provocato dall’esplosione  una bomba di vernice incastrata nella maniglia interna.Passa gran parte del suo tempo libero a studiare nuove coreografie per le Cheerleader , seguendo minuziosamente gli appunti lasciatole da Emma. Durante gli allenamenti fa un po’ di testa sua , inserendo variabili per aumentare la difficoltà: se vi capita di scorgere un fitto banco di nebbia in zona campo, state sicuri che ha castato un Nubilabus e le fatine stanno volteggiando- o per meglio dire: ammaccando- in cerchi o travi per automatizzare i movimenti. Non è raro vederla col naso arricciato immerso in un libro extracurriculare di  Storia della Magia o Pozioni, magari marchiando di appunti spigolosi i margini delle pagine, dimentica di doverli restituire in Biblioteca.
Sarà sempre la ragazzina a cui daresti un paio d’anni in meno. Quella che ha continuato a indossare calzini lunghissimi e a intrecciare i capelli anche dopo la scomparsa delle rotondità dell’infanzia e che a volte non ha voglia di rifare per bene il nodo alla cravatta. Quella che conosci da una vita ma di cui, d’Impulsus, ti accorgi di non sapere un Crup di niente.
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