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merrowloghain · 4 years
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09.01.77 Sala Comune Grifondoro - Hogwarts
Piega le gambe al petto, accompagnato come di consueto da un sonoro schiocco delle articolazioni, volgendo anche lui un momento lo sguardo al camino, proprio come l’anno prima, e alle braci morenti del focolare. Morenti come la sua sicurezza che per un attimo viene meno, in particolare dopo aver ascoltato la domanda postagli da Merrow. Che succede? «Mhm… Oggi ho parlato con Emile, un mio amico tra i Tassofessi» però lui è bravo. «E ha detto una cosa.» E si blocca. Porta le braccia sulle ginocchia, adagiandole così sulle gambe per usarle da appoggio per il volto, che finalmente si volge verso di lei premendo la sua guancia sugli avambracci. Gli occhi verdi non si fanno di certo problemi ad incontrare e soffermarsi, ad impigliarsi in quelli dell’altra. «Hai mai trovato qualcosa, o qualcuno che…» sta evidentemente cercando le parole giuste, visto che “arefacio perenne” non è proprio il modo migliore per farle capire che vuole. «…che ti fa stare bene? Serena?»
Gli occhi dal taglio affusolato s`assottigliano appena mentre lo guarda, forse presa vagamente contropiede, o magari semplicemente prende quel tempo per decidere bene cosa rispondergli. Ed è un «Si» sicuro ma morbido, che esce dalla bocca carnosa di lei, rotolando fuori in quella che è una confessione monosillabica, più interessata a capire dove stia cercando d`andare a parare. Però qualcosa s`illumina nel suo sguardo, rendendola per un attimo un poco più inquietante e rapace «Vuoi dirmi che ti piace questo Emile?» piatta, dura, asciutta. Non giudica, ma si è appena chiusa a riccio, in una difensiva sottile, ma non per questo impossibile da comprendere. (...)  Rimane in silenzio, lo scruta in un vago assottigliarsi d`occhi che presagiscono un non voler replicare, nonostante noti la mancanza d`una domanda riguardo l`identità dell`eventuale persona, scegliendo alla fine d`esprimersi in un cupo «Sapevo che non era la stessa cosa.» per lui. Per lui non era la stessa cosa. Non lo è mai stato, e ciò l`ha dilaniata per anni, e solo da poco può dire d`essere in grado di smettere di sanguinare anche solo all`idea che lui non la voglia. Lui. Che non nomina e non svela (...)
«No» pronunciato con decisione e maturità. Non gli piace. Non come pensava. Anche se quello sguardo affilato non da segno di voler sparire. (...)  «Non è lui che mi fa sentire… sereno.» Gli occhi si volgono di nuovo alla ricerca di quelli di Merrow. (...) La testa per un istante viene rivoltata indietro, nemmeno volesse posarla anche lui sul divano retrostante, per poi invece cambiare direzione e, piegandola un tantino avanti, andare a incastrare gli occhi sui palmi delle mani. Le dita chiuse in un semi pugno. Con l’aria esausta e frustrata di chi vuole dire una cosa ma proprio non ci riesce. (...)  Si alza da quella posizione terribilmente esausta, per provare a volgere ancora gli occhi su di lei. «Sei tu.»
«Tu?» Serve chiarezza.
Vorrebbe essesre più veloce di così, più veloce della sua frustrazione o dei pensieri che corrono veloci in uno schianto annunciato, anche se non si capisce da parte di chi. E invece è lenta, terribilmente: nel realizzare, in parte, nel capire che sta parlando di lei, attribuendole un`importanza impossibile da non comprendere. Si mette in ginocchio, cerca di raggiungerlo oltre la sorpresa d`entrambi, con una dolcezza dedicata nei gesti solo a lui, con quel sorriso piccolo ma luminoso, finchè non può stringerlo contro il petto. E già la posa dovrebbe far capire qualcosa, perchè è palese che il modo in cui lo cerca fisicamente, sembra metterla in una posizione protettiva nei confronti di Dominic, come se qualcosa forse fosse sulle sue tracce, e lei volesse soltanto nasconderlo al mondo. Come l`ultimo lumicino in un mondo buio pesto. Le mani scorrerebbero dalle spalle, alla nuca, ai ricci neri, in un insinuare di dita tra la chioma che la vedrebbero poi culminare la posa con la guancia destra poggiata sul capo altrui, in un cingerlo contro il seno, per nulla malizioso, ma forse un po` troppo ingenuo. E poi quella domanda, a cui lei davvero regala un silenzio pieno di cose che non esprime. Perchè è intenta ad inseguire un coniglio bianco che corre sul filo di pensieri veloci e dissonanti. Eppure lui è lì, e se c`è un`isola di pace, un`oasi di ristoro, nell`ultimo periodo è proprio in quel letto al secondo anno del dormitorio maschile, tra le lenzuola dove si trova un ragazzino col pigiama grigio tristissimo, con i capelli che profumano di pino la sera, e che la mattina sa di pepe nero e cannella per quanto la stringe quando sono assieme. Lo stupore d`essere interpellata però, che le si chieda se lei provi qualcosa di simile, le spezza un poco il tono sicuro con cui gli mormora vicina all`orecchio sinistro «Anche tu mi fai sentire tranquilla» perchè è di questo che si parlava, no? «Serena.» come dici tu, Nico. Guancia che scivola un secondo contro guancia, in uno stringerlo un poco più sentito. L`importanza d`un momento così.
Lei è lenta nel capire che si tratta di lei quanto lui lo è nel realizzare che no, non lo sta ignorando. Non è pietà quella che si va a descrivere nel suo sorriso, e non è un rifiuto esplicito e certo di quelli a cui è abituato, di quelli che si aspettava. Eppure la sorpresa è tanta anche in quel suo farsi stringere al suo petto, sui seni di lei privo ancora di qualsiasi tipo di malizia. Solo una vicinanza fisica, con un che di assurdamente poetico, in quella sensazione delle sua mani su di lui, tra i suoi capelli, e nel suono del suo cuore che rimbomba nelle sue orecchie attraverso gli strati di vestiti. O forse è il suo stesso cuore che sente… nemmeno saprebbe discernerli ormai, tanto li ha sentiti battere insieme. Durante le notti che sono il momento migliore della giornata, solo perché può stringersi a lei e aggrapparsi come fosse la sua ancora. Che con la sua sola presenza riesce a calmarlo, il più delle volte, e addirittura a farlo sentire voluto. Come in quel momento. In cui vorrebbe solo affogare nel suo profumo, assorbirlo e impregnarsi così tanto da non desiderare di avere più un’identità sua. Ma forse sta correndo troppo… Eppure poco gli importa. Visto che nel sentire, finalmente, le sue parole, il suo “ricambiarlo” e anche quel tocco di guance… non può non voltarsi, dopo qualche secondo di condivisione di quel momento, per tentare di piantargli un bacio sulla gota. Prima di dirle «Ho anche una cosa…» per lei. «…in realtà…» Ma con voce decisamente incerta. Timorosa. (...)  E andando ad allungare la mano sinistra verso la tasca del pantalone, infilandola tra le pieghe della stoffa, e tirandone fuori… un anello. Palesemente ottenuto con la trasfigurazione. Non lo guarda nemmeno troppo – lo ha fatto lui, quindi lo conosce – ma glielo porge, libero, sul palmo della mano aperta. 
Un anellino dall’aspetto metallico – decisamente non pensato per l’anulare della ragazza – con sfumature e lampi verdi in superficie. Il lavoro semplice, poco elaborato di un ragazzino alle prime armi. E attende che lei decida se accettare o meno quel pegno, che nonostante l’inesistente malizia è pregno di... possessività.
Ed è con occhi curiosi che segue i suoi movimenti verso la tasca del pantalone, per poi guardargli il palmo e notare... un anello. Qualcuno che non è Rebecca, le ha appena regalato un anello. Verde, trasfigurato, di metallo e fatto con la sua magia, cosa che le fa avvampare il viso e schiudere le labbra, in un balbettio senza corpo, prima che sia la sinistra ad allungarsi per prendero e guardarlo da ogni angolatura. Deglutisce a vuoto, ed è con una serie di gesti emozionati che andrebbe ad infilarsi al medio della destra la fascetta metallica, alzando solo infine, lo sguardo a lui. Non riesce a dire nulla, con quel bolo di sentimenti puri ad affannarsi e bloccare le sue corde vocali. Ecco perchè i palmi corrono al volto di Dominic, in un avvicinarsi che potrebbe sembrare pericoloso, se non fosse che le labbra mirano il suo naso, per regalargli un paio di bacini piccoli, sulla curva e sulla punta, prima di rimanere qualche istante fronte contro fronte, chiudendo gli occhi in un respirare leggero e spezzato. Istanti lunghi, o forse brevi, non lo saprebbe definire, prima di prendergli le mani, rialzarsi in uno schiocco di ginocchia, invitandolo a seguirla. Fammi tornare in quell`oasi. Nascondimi sotto le lenzuola, scaldami e fammi dimenticare i mostri sotto il letto, che con te, per una notte appena, smettono di fare paura.
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MacRebel
Ho tolto -06 punti a Sebastian_MacNamara della casa Grifondoro per il seguente motivo: 
Maleducazione e disturbo del regolare svolgimento della lezione.
 (La mattina successiva alla fatidica lezione di Astronomia, il giovane Grifondoro ritroverà sul comodino un foglietto di pergamena piegato in quattro; al suo interno la calligrafia e ben leggibile,schematica e ordinata)
Dormito sonni tranquilli? Beh, io no. Ho saputo quello che è successo a lezione: Sono molto deluso da te, Sebastian. Ci hai fatto scivolare sul fondo della classifica Dopo neanche dieci giorni, ne valeva la pena? Se proprio non puoi fare a meno di fare o dire Bolidate, quantomeno abbi la decenza di non Farti beccare: ti facevo più furbo di così. Spero vivamente si tratti di un evento isolato E che la cosa non ricapiti più: che non sia un vizio, o vuoi esser ricordato come quello che non ci ha fatto vincere la coppa delle case? Ti invito, inoltre, a scusarti con il professore e A trovare un modo per recuperare i punti persi; Non costringermi a fare in modo che la tua Punizione coincida con TUTTE le partite di quidditch. Il tuo Prefetto Wavery
S: « William » dal suo metro e un asticello potrebbe pure passare inosservato, se non attirasse la sua attenzione parlando « volevo dirti che mi dispiace averti deluso. » il tono triste e fin troppo sconsolato con un piccolo broncio dipinto in volto, sinceramente dispiaciuto, e di sicuro non per il suo comportamento. «  però sto rimediando. Ho mandato un gufo di scuse a scopaincu » e stranamente si blocca, censurando da solo ciò che stava per dire « O`Gallagher. » sì, quello « come mi hai detto tu. » ti ricordi quella lettera, Will? « e...la prossima volta sarò meno testa di gramo, promesso. » il tono è lento e un poco basso, ma non quanto quel sussurro successivo « E...sto provando a recuperare i punti, sì. » mordendosi il labbro inferiore leggermente in imbarazzo, come se fosse chissà quale impresa difficilissima. Un sorrisino un poco sghembo e lo stringersi nelle proprie spalle, infilando le proprie mani in tasca, prima di andarsene.
W: « Ohi » e senza un minimo di esitazione, le labbra si increspano nel più gentile dei sorrisi, scoprendo quella dentatura quasi perfetta. L`espressione si addolcisce, inclinando appena il capo mentre lo lascia finire di parlare, poi inspira profondamente « Non ti preoccupare, piccolo Sebbie » e la destra si allungherebbe verso la sua testolina nel tentativo di scompigliargli i capelli con far affettuoso « L`orgoglio nel sapere che hai capito e hai rimediato supera ogni delusione » e ci aggiunge pure un occhiolino di incoraggiamento.
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30.06.2076
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O: « A Quidditch abbiamo fatto schifo per colpa di qualcuno che si è preso ... sono 60 pluffe in una partita, Xaxa? »
N: « Ey. Non è stata colpa tua.. sei stato bravo. I Tasso..tasso… i Tassorosso si erano presi una cazzo di pozione »
X: « Dici Bro? Sì, anche secondo me sono stato bravo. Vai, siediti qui. »
H: « Bravo è un parolone.. Ci ha provato. » 
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tashaodinsbane · 4 years
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                                               Shadows and Fight
05.10.75 Sala Comune Serpeverde
Quel lago ,che era stato così disabitato fino ad ora, inizia a popolarsi [..] e si potrebbe notare tra quelle sagome che una sembra fermarsi poco lontano dalla luce verde...Potrebbe stare semplicemente riposando, ma una spiacevole sensazione,molto leggera in realtà,dà l’impressione che la creatura abbia rivolto la proprio attenzione proprio verso la Sala o forse proprio verso l’incantesimo luminoso della concasata. [...] E come se la vista non fosse sufficiente anche i ragazzi nella Sala Comune sentiranno la pressione dell’acqua aumentare contro le pareti,a ondate, ondate che iniziano lentamente ma inesorabilmente a far tremare anche i vetri delle finestre e forzare sulle strutture portanti. Tutto scricchiola,come in una nave in mezzo alla tempesta...
O: “Tutti dietro di me. Lùmos”
C: “Qui sta per crollare tutto!“
H:”Shhh. Non può crollare tutto “
T: [...] E quasi senza rendersene contro avanza lentamente verso una delle finestre [...]Si ferma solo quando il suo naso è a pochi centimetri da una di esse e con coraggio appoggia una mano sul vetro freddo. Ne sente la pressione di sotto,quasi ad ondate [...] “E’ la mia impressione o ci sta qualcosa in acqua?” Bella osservazione,Tasha. Saranno mica i pesci? “Qualcosa di diverso”. Ah,ecco. All’urlo di quella che sembra la voce di Lock,Tasha va a nascond...sistemarsi dietro le spalle di Octavia.
N: “Dobbiamo andare.!Qualcuno ha fatto inc***are gli Dèi”[...] Inserisce la mano dentro il sacchetto di rune ed estrae il suo bastoncino. Raido capovolto. La guarda,tira su col naso e si dirige verso la porta di ingresso.Non corre e non urla, per ora agisce così,cercando nel caso di avvertire qualcuno.
Alle parole del “profeta di sventura” Niall, segue un rombo ancora più forte e sordo, questa volta sembra quasi che sia l’intero lago a rimescolarsi nelle sue acque,tanto è rumoroso il movimento dell’acqua. La luce verde intanto sale di intensità mentre una sagoma davvero gigantesca oscura per un attimo la luce della luna. E non può essere un pesce,troppo grande, non può essere la piovra,troppo piccola e affusolata. Due opzioni rimangono: un Maride molto alto, oppure...
T: “I tuoi Dèi non c’entrano nulla. Secondo te Ullr si prenderebbe la briga di smuovere le acque di un lago?” [...] I suoi occhi si spostano sulle finestre dove appare una strana sagoma e resta ferma impalata,non sapendo se avvicinarsi per vederla meglio o indietreggiare in un probabile impatto della creatura contro i vetri. “Il Mostro di Loch Ness...cioè,la selma?!”
H:”Illuminaci:Dove saremmo al sicuro dalla furia degli Dèi?”[...] “E quello che è?Perché viene verso di noi?E mo che facciamo?”
N: “Gnn”.  Tasha ha pure da ridire e lo sguardo di Niall si fa cattivo “Non serve una profezia per capire cosa sta succedendo” E quando lei parla di Dèi le punta pure la bacchetta contro “Non-dire-cosa-che-non-conosci”. Un avvertimento, tutto ben scandito, mentre in pratica la minaccia. E ciao ciao l’essere calmo. “Via di qui”. Seguito o non seguito, NIall esce dal dormitorio non facendosi di certo problemi che il coprifuoco è scattato da ore “Oooooooh. Hogwartsiani!”
O: “Niall,va a cercare Helios o qualche professore!” Qualcuno di ronda ci sarà,vero? Perché qualcosa sta succedendo e lei non vuole di certo morire lì dentro “Tutti fuori immediatamente.Fuori,fuori,fuori”
La situazione si fa quindi più confusa tra gente che inizia a correre fuori dalla Sala e anche qualche urletto dei più impressionabili che riecheggia per i corridoi dei sotterranei. E chi non sta fuggendo ora ma anche chi resta sentirà un sordo impatto forte e raggelante quando la mostruosa creatura acquatica va contro alla vetrata della Sala Comune. Denti acuminati che si schiantano sul vetro,squame che urtano la stessa parete. La voglia di caccia condivisa con altre creature stanotte. E anche l’illusione e l’inganno di poter arrivare alle sue prede. Prede che intanto fuggono fuori dal dormitorio. [...] Ed è la Dragovic a dirigersi ad ampie falcate verso Niall “Presto,salite le scale” dirà quindi risoluta dirigendosi poi verso la sala comune continuando ad incitare gli studenti a prendere le scale.
T: “Allora-non-parlarne-a-vanvera”. Giusto perché ci sta una bella litigata religiosa in mezzo ad un probabile futuro annegamento. Si cura poco e niente del fatto che quel pazzo in preda a visioni mistiche decide di fiondarsi fuori dalla sala comune,almeno finché non le giungono alle orecchie le sue urla “Ma è matto”.E giusto perché le urla di lui non sono abbastanza,Tasha gli borbotta dietro “Attiri Loki con tutte ‘ste urla!”Almeno così si zittisce per lo spavento. O rientra per picchiarla. Ma almeno rientra,no?[...] Tasha però se ne sta ferma lì impalata e CRAACK ecco che la figura impatta contro i vetri “Miseriaccia”. E quando anche l’ultimo studente sarà passato, Tasha finalmente staccherà gli occhi da quella creatura raccapricciante e correrà su per le scale. “E’ colpa tua!” urla poi contro Niall.
N: Non è di certo un Grifondoro, ma non è proprio fuggito con la coda tra le gambe , ma più con i denti di serpente all’infuori. [...]Non ha sentito probabilmente molte delle parole che gli sono state rivolte contro, ma quando Tasha arriva in sala d’ingresso la guarda. Il sopracciglio destro si alza e...scoppia a ridere. Una risata brutta, mentre la guarda,col petto che si alza e si abbassa. E torna a puntarle la bacchetta contro mentre d’un colpo smette di ridere “Languelingua”.
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itslexkno-w-x · 4 years
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𝙸𝙸 𝚊𝚗𝚗𝚘 - "𝘏𝘰 𝘗𝘢𝘶𝘳𝘢 𝘋𝘪 𝘝𝘰𝘭𝘢𝘳𝘦"
Alli: «Lex abbiamo bisogno che tu entri in squadra…» proverebbe a poggiare due mani sulle spalle, questa volta con grazia, provandole a rifilare uno sguardo magnetico «Volare non è la tua specialità…ma hai preso E no? E poi sei la persona più combattiva che io conosca» ora comincerebbe a scuoterle leggermente le spalle se la secondina lo lascerebbe fare «Non puoi dirmi di no!»
Lex: La piccola Knox rimane per un momento pietrificata, mentre il compagno le poggia le mani sulle spalle e inizia ad elencarle i motivi per i quali dovrebbe accettare. «No!» esclama «no, no e no» col gramo che non può dire di no! Scuote un po` le spalle cercando di scrollarsi le mani di Allister da dosso «ho già paura di andare su una scopa senza distrazioni!» spiega «figurati se voglio andarci con altre tredici persone in campo e palle che volano da un punto all`altro!» e bolidi che volano, soprattutto «avrò anche preso E, ma ti ricordo che tremavo!» continua a lamentarsi «e poi volare per poco non è mica come una partita!» non la finisce più di cercare motivi per continuare a dire «no», e non lo farà se non verrà interrotta
Alli: La tempesta di “no” non lo scompone minimamente, sembrerebbe che il suo cervello stia schivando Matrixmode i “no” che arrivano. Certo lo stesso cervello che non sarà decisamente e propriamente sano da aver pensato una cosa del genere «Si si si…lo so che mi dirai si» L’entusiasmo è vibrante nel terzino – comincia a correre in tondo per la sala comune, salta in piedi sopra le poltrone «LEXXXX ENTRA IN SQUADRAAA» urlando molestamente. Quando la scarica di adrenalina sembrerebbe aver mollato il biondo, tornerebbe sotto alla secondina con i soliti modi pacati e gentili «Allora che ruolo vorresti fare?»
Lex: «No, non ti dirò di si, Allister!» esclama, alzando leggermente il tono di voce, ma il terzino sta già girovagando festoso per la sala comune come se fosse già arrivata una risposta affermativa. «SMETTILA!» esclama alzandosi in piedi di scatto per raggiungerlo alla poltrona sulla quale si è elevato, tentando di strattonarlo per un braccio per tirarlo giù «torna a sederti» dice a bassa voce per evitare di destare ancora attenzione «non ho neanche una scopa, Allister» spiega mentre torna verso la poltrona a sedersi, per affondarvici a braccia incrociate, sbuffando «come faccio? E poi cadrei di sicuro nei primi minuti di partita. Mettici le vertigini, mettici l`ansia e.. puf!» mimando con la manina una discesa ripida «ruolo?» domanda, quasi spazientita «NON-CI-VOGLIO-ENTRARE» 
Alli: «Pensa quando tutta la casata inneggerà alle tue gesta invece…pensa questa celebrità» ma di cosa esattamente? «la scopa te la fai prestare, te la fai mandare…non è un problema»  poi assume un’aria solenne, le braccia conserte «e poi avresti sempre il tuo cavaliere pronto a difenderti» dai i danni verso cui stesso lui ti sta portando.
Lex: «La celebrità?» sbotta «io penso alle prese in giro! Nessuno si dimentica del platano, pensa se dovessi fare una figuraccia durante una partita!» A questo punto sbuffa, scioglie lentamente le braccia che prima erano incrociate appoggiandole sui braccioli della poltrona. Guarda fisso il compagno negli occhi, con sguardo quasi rassegnato, e domanda con tono serio «è proprio, proprio necessario?»
Alli: Un ghignetto compare sul visino di Allister che si increspa in una smorfia di difficile interpretazione – è contento per aver fatto breccia o c’è altro? Si avvicina lentamente alla compagna, provandola ad avvolgere in un abbraccia rapido, difficile da sfuggire, ma allo stesso tempo estremamente delicato « Si è necessario…ma non perché non c’è più nessuno…ci sarebbe una fila di secondini a cui chiedere, ma io non conosco nessuno combattivo come te» nel caso in cui Alexa si sia lasciata abbracciare, al termine del discorso si staccherebbe dalla “presa” allontanandosi di qualche centimetro, per piazzargli uno sguardo profondo e denudante, un movimento rapido del capo proverebbe poi a stampargli rapido un bacino sulla guancia, che si sposta verso il labbro, lasciando il dubbio di quanto sia voluta e quanto casuale. Si staccherebbe definitivamente dalla compagna, andandosi a buttare di peso su una poltrona poco distante, senza proferire verso, con un’espressione apparentemente soddisfatta sul volto,
Lex: Non oppone resistenza per quell`abbraccio e, sicura che gli occhi del compagno in quel momento non possano vederla, si lascia scappare un sorrisino «credi più in me di quanto lo faccia io stessa» gli sussurra, mentre si sta allontanando, ricambiando il suo sguardo con un po` di timore, ma ormai quasi del tutto convinta. Chiude gli occhietti come fa spesso mentre il terzino gli si avvicina alla guancia, ma la sensazione del tocco di quel bacio le arriva sul labbro, alchè spalanca gli occhi, arrossendo di colpo «quello..» sta per domandare, ma scuote la testa: dopotutto i suoi occhi erano chiusi, magari si è soltanto impressionata «o-okay, ci provo» dice finalmente «verrò alle selezioni» alleluia, no?
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agenziacioni · 5 years
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SCR
En alguna parte del mundo están cuatro personas, completamente distintas, conectadas a una parte de mi pequeño corazón.
Es extraño que las quiera tanto, en diferentes formas pero tanto, todas de alguna manera han traído luz a mi vida y se han quedado, por mucho caos que haya llegado, se han quedado.
No recuerdo en qué orden llegaron pero si se que son cada uno, son mi luz, mis pequeños super héroes que, aunque no sepan, me han rescatado de varias.
Poemas individuales no alcanzarían para describirlos uno a uno, ni este es suficiente para lo que son.
Son, fueron y serán personas que se quedarán ahí, atadas a ese pequeño extremo del corazón.
-サラ (@la-chica-de-la-gabardina-azul)
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espaidartfotografic · 7 years
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Nuestros alumnos de primero están preparándose para salir a realizar la primera práctica del curso. Su primer contacto con las cámaras dentro de la escuela ¿estarán nerviosos? ¡Seguro que les sale estupenda! - - #espaidartfotografic #fotografia #escuela #escuelafotografia #valencia #arte #fotografo #estudiarfotografia #foto #photography #photo #photos #picture #photographer #pictures #art #cultura #salacomun #creatividad (en espai d'art fotogràfic - escuela de fotografía)
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merrowloghain · 4 years
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27.11.76 Sala Comune Grifondoro -Hogwarts
Respira piano, s`incurva appena in avanti e continua a fissare le fiamme «Pensi che non sarai mai all`altezza di nulla? Che quell`amore che non hai mai ricevuto prima o poi lo troverai in qualcun altro, e tutto quel vuoto che senti svanirà come sotto Evanesco, riempito dalla solida presenza dell`oggetto del tuo amore? Perchè il loro, d`amore, in realtà non soddisferà mai tale requisito, te lo dico già.» condanna durissima, a cui lei non piega nemmeno un angolo del suo essere «Sei solo, Dominic.» ora si che va a guardarlo «Solo anche in mezzo ad una folla, solo tra le braccia di qualcuno che tiene a te, solo su un palco.» il viso che è una maschera sfingica apparentemente neutra in espressività «E poi... un giorno, incontrerai qualcuno rotto come te.» gli sta dipanando dinnanzi un futuro terribile, nemmeno fosse una delle Parche, e sapesse già cosa accadrà «E crederai che due vuoti fanno un pieno. E sarà così... per un po`.» tace un momento, smorfia le labbra
«C`è qualcosa di cui sono sicura.» adamantina nel tono sussurrato «Tu non ti meriti il male che ti fanno, che ti hanno fatto, che ti faranno. » solida come una montagna, in quel dire «Non è colpa tua, Dominic.» parole che hanno il sapore d`un`assoluzione animica plenaria «Sbagli e sbaglierai come tutti, nè più, nè meno. Ma non capiranno, non succede mai, e finiranno per farti credere d`essere più sbagliato di loro. Perchè così è più facile, è più sopportabile. Così si tengono a galla, facendo affogare te.» inclina appena il collo da cigno verso il basso, a cercarne gli occhi nemmeno fosse un incantatrice d`animali esotici «A compiacere gli altri, finirai per morire.»
«Smettila.» Tra un “sei solo” e un altro. Perché non lo vuole sentire. Vuole continuare a illudersi che non sia così. Ora la fronte va a poggiarsi su quelle ginocchia spigolose, ancora con timore reverenziale di fermare quello sproloquio così sentito, il tutto per nascondere ancora di più il volto dalla vista dell’altra. E solo durante uno dei pochi momenti di pausa si azzarda a parlare. «E tu l’hai trovato? Qualcuno rotto come te?»
«Si. E per un po`... è andata.» occhi che tornano alle fiamme del camino, e sussurri morbidi ma non accondiscendenti, a lui rivolti «Poi, come sempre, è tutto andato al Gramo.»
«Ma non è stata colpa tua» di rimando, perché dopo tutte quelle parole anche lui si sente di doverle dire qualcosa. «Tu hai solo provato a far andare tutto bene, si vede che non era… giusta. Questa persona.» Sia perché un po’ si rivede in lei, sia perché dopo averla sentita parlare e vista agire è sicuro che non c’è nessun male nelle sue azioni o nelle sue parole. È solo. Persa. Come lui. E un po’ più degli altri.
«Vuoi dormire con me?» con lei: una stanga d`un metro e settanta con la rogna e che imbruttisce con una sola occhiata. Lei che sarebbe capace d`uccidere se solo non ci fossero conseguenze, e che passa il tempo ad essere sbagliata in mezzo a persone giuste, che vede il mondo al contrario, e che deve ancora capire se è lei quella daltonica o se lo sono tutti gli altri. Lei che l`ha massacrato, difeso e poi semplicemente, accettato.
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merrowloghain · 4 years
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28.11.76 Sala Comune Grifondoro -Hogwarts
«Senti un po`...» «Lo so che mi sono comportato da str*nzo»  «... è tutto okay?»
«Mi dispiace, Tris.» «Non volevo offenderti» «Puoi perdonarmi?»
«Mi sei mancato.» schiettezza per schiettezza «Sto bene quando passiamo tempo assieme» spallucce, mentre l`unghia laccata di nero dell`indice destro va a grattare la copertina del libro con fare distratto e lo sguardo un po` basso «Se vuoi la verità, speravo che quel regalo ci aiutasse ad avere un po` più di privacy. Mi mette a disagio che gli altri sappiano con chi passo il tempo ed in che modo..» ecco qui, è riservata, chi l`avrebbe mai detto «Non stiamo assieme, ed in generale, finchè non avrò un ragazzo, non mi piace che gli "altri" sappiano...» inspira e scuote il capo «Non è che mi vergogno di te» sia chiaro «piuttosto di me.»
Dopodiché la mano sale a sistemarsi i capelli dietro un orecchio sfumacchiante, accogliendo grato ma un po` a disagio, quasi timidamente, le prime parole della ragazza «Pure io, Merrow» sta bene con lei. Gli preme sottolinearlo, serio in volto, prima di umettarsi le labbra come se fosse in procinto di aggiungere altro. Ma non lo fa, colto di sorpresa dalle successive dichiarazioni della Grifondoro che ascolta sino alla fine, oscillando di continuo tra sollievo e dubbio «Mpf. Ma guarda te...» borbotta ironicamente tra sé e sé, come se d`improvviso gli fosse tutto più chiaro. Si risistema a sedere sul tappeto più comodamente, ravviandosi i capelli in un gesto rilassato «Sì, boh, in verità pensavo ti vergognassi di me, eh» schietto e diretto ma senza l`ombra di dispiacere, almeno in apparenza, al di là d`una risata che sa di serafica rassegnazione «Ma allora non capisco cosa c`è di cui vergognarsi»
«Ma no, Merlino cane, no!» «E` che... io...» e come glielo spiega? (...) Scuote il capo, scende dal divano e si mette in ginocchio dinnanzi a lui, con fare circospetto e sguardo un po` basso e vagamente laterale «Io ho ...» comincia esitando «ho paura che ti allontani, Tris» il labbro si mordicchia per la fatica, mentre gli occhi s`alternano dalle proprie mani alla punta dei piedi di lui, senza andare oltre «Se la gente sa che passi del tempo con me in quel modo, cercherà di dirti le peggiori cose sul mio conto.» smorfia delle labbra «Ed io lo so che tu non ascolteresti queste cose eh» ne è sicura, mette le mani avanti però «eppure mi... io non..» sbuffa dal naso, con un battito cardiaco che non le concilia una serenità di pensiero «Non sono benvoluta come te. O in generale.» lo sa, ne è consapevole «Non volevo che qualcuno ti dicesse che non valgo la pena del tuo tempo.» come si sente stupida ora, raramente in vita sua. Le labbra si stringono, portate verso l`interno della bocca come a bloccarsi, ma poi semplicemente continua «E non volevo fare la pesante con te, perchè l`ho capito che preferisci cose leggere, senza impegno.» si stringe nelle spalle, sempre senza essere in grado di guardarlo in volto se non per brevissimi istanti, e mai a ricercarne lo sguardo «E quindi ora che ti voglio ..» ma si blocca, perchè era una volta sola, no? Si passa nervosamente la destra a spostare la direzione della riga dei capelli, mentre lo stomaco le si stringe e lei fissa il tappeto sotto di loro «Non volevo che cambiassero le cose. E se proprio devono, non in peggio.»
Nonostante gli sforzi che sta compiendo per evitare di rendere il proprio scetticismo troppo palese, infatti, il suo viso accigliato è abbastanza rivelatorio. Esala un sospiro, e scuote il capo per farle capire di non essere d`accordo con ciò che ha detto «Allora. A parte che, secondo me, fare `ste cose di nascosto lo fa sembrare ancora più losco» solleva i palmi in un gesto di resa «Poi boh, eh!» magari non è davvero così, quello è soltanto il suo punto di vista da svergognato «E quindi vuoi dirmi che a te andava bene com`era prima?» le domanda, l`intonazione retorica «A me... no. Cioè» si affretta ad aggiungere «A me piace che stiamo insieme, e anche che ci baciamo e tutte le altre cose» lo pensa davvero, solo che poi gli tocca stringersi nelle spalle «Ma, boh, non voglio che ci chiudiamo» aggrotta la fronte, non molto sicuro di essere riuscito a spiegarsi «E questa forse è l`unica cosa che mi manda ai matti. Lo vedo, che te e altri della squadra non andate d`accordo» gli sfugge un verso sprezzante dalle narici, cominciando a riversarle addosso qualcosa che per la verità non riguarda soltanto lei «... e `sta cosa sta iniziando a starmi sul c*zzo»
«Non mi credi...?» perchè ora il dubbio viene a lei, ma non continua, forse presa in contropiede dal dire successivo di Tristan che la getta nella confusione più totale. Apre e chiude la bocca un paio di volte, stile pesce rosso contro il vetro della boccia, lasciandolo però finire quel discorso che davvero la stupisce, forse perchè mai aveva considerato come lui potesse vederla. Sospira, ora con le mani che cercano le sue ginocchia per poterglisi posare a contatto, leggera ma in un moto un pochino necessario «Ok, aspetta. Non me ne hai mai parlato.» eh, lei non è che può immaginarsi le cose «Non capisco cosa intendi per chiuderci. Mi pare d`averti lasciato il più libero possibile...» è confusa, sbatte un paio di volte le palpebre «Non ..» vabbè, non è nemmeno mai stata gelosa, non apertamente almeno «Non capisco cosa vorresti allora. Come vorresti che ci comportassimo?» perchè non è chiaro evidentemente «Io non posso costringere nessuno a farmi piacere. Non obbligo nessuno a starmi accanto» proprio no «e capisco se non vogliono farlo.» scuote il capo, sbuffando nervosa dal naso «Però con te, con Cadel quando c`era in squadra, poi con le novellini.. cioè va un po` meglio.» rispetto a come andava prima «Io non cerco lo scontro, Tris. E` solo... reagire» scrolla le spalle, in un pallido tentativo di spiegarsi, d`aprirsi a qualcuno, a lui, prima di pigolare un infantile «Anche a me piace se stiamo assieme e... tutte le altre cose» e gli tirerebbe appena il tessuto del pantalone ad altezza del ginocchio, in un richiamarlo piuttosto dolcino ed infantile, lo sguardo basso.
Segue lo spostamento delle sue mani sulle proprie ginocchia, che non scosta, ma a parte questo non asseconda il contatto fisico come magari avrebbe fatto in un altro contesto. Lo vive come una forzatura, al punto da risultare probabilmente un po` rigido nella postura o al tatto, ma si impone di non cedere. Restando sulle sue posizioni «Chiudere nel senso... mmh...» passa la mano tra i capelli, ravviandoli in un movimento che trasuda incertezza. Ci impiega qualche istante a trovare le parole giuste, dopo aver errato per un po` con lo sguardo su Ophelia che gioca lontano «E` che a volte mi sembra tipo di dover scegliere. Se stare con te, oppure se stare insieme agli altri» conclude, ricercando di nuovo gli occhi della ragazza per sincerarsi della sua reazione «Ma lo so, comunque, mica te ne faccio una colpa. Non del tutto, almeno» soggiunge rapidamente, stringendosi di nuovo nelle spalle in un moto di rassegnazione «Pure io c`ho avuto qualche screzio con Sinclair, eh. Ma vabè, roba passata» che liquida di nuovo sventolando una mano nell`aria «Mentre voi... non mi pare che facciate uno sforzo, per andare d`accordo» e magari sbaglia, magari è lui ad avere un esagerato concetto di Casa, sta di fatto che non riesce a evitarsi una smorfia. Si libera il petto di un basso sospiro, poi resta in silenzio per qualche istante «Niente più assalti dopo le lezioni, magari» le consiglia in tono casuale, scostando il ginocchio che lei gli sta tirando «Poi è chiaro è ti sgamano» sbuffa una mezza risata, levando una mano per cercare di pizzicarle una caviglia «E poi devo tipo studiare»
Lo sente irrigidirsi nella posa a quel contatto, e spiazzata torna a guardarlo, ritirando le mani, ascoltandolo e via via incupendosi mano a mano che il discorso prosegue. Tace per tutto il tempo, in un silenzio che si fa più chiuso e scuro, più intimo e confuso, almeno finchè lui non conclude con quella botta finale che è una mazzata che davvero, davvero, davvero non si aspettava. Gli occhi cercano i suoi un breve momento, in un panico che non riesce a sopire prima che gli rivolga l`attenzione «Quindi...» la voce roca, di chi ha un groppo in gola e se la deve schiarire, per poter tornare ad un timbro normale «Non capisco.» ci rinuncia, scuote il capo, il respiro un poco affannato e l`espressione che da neutra passa a vagamente smarrita «Tu pensi che io non faccia sforzi per andare d`accordo.» scuote il capo, le spalle che si fanno vagamente spioventi «Ho parlato con Sebbie dopo la litigata negli spogliatoi con Ciaran, cercando di fargli capire che non ci si comporta così in una squadra ed in una famiglia, e lui è andato a chiarire poco dopo.» true story «L`anno scorso ho solo cercato d`aiutare Alyce, e sai bene com`è finita. Ora, io non sarò la persona più facile con cui andare d`accordo, ma credimi che sono state molte possibilità da parte mia. Ho difeso Aurora non perchè fosse la fidanzata di Ciaran, ma perchè si è sempre comportata bene con me. Ho cercato di sedare le discussioni quando e se ce ne sono state. Non sono una che fa le cose alla luce del sole, Tristan, ma non per questo non è vero che io non contribuisca. Aiuto i più piccoli come posso, te con quel "progetto"» e sanno di cosa parlano «Sebbie con la voglia di spaccare le cose, Emma che voi isolate.» si voi, ora lo dice, in un tono che trasuda dolore «Non ho mai giudicato nessuno, o meglio, cerco di non farlo mai.» scuote il capo 
«Perchè non ti basto così? Non... ti vado bene se non sono amica di tutti?» non capisce, portando le mani a contatto con le proprie cosce, in un paio di pugni morbidi «Devi studiare» ripete, beccandosi quel pizzicottino a cui un poco si irrigidisce, palesemente sfinita «Cioè la finiamo qui?»
Sussulta sul posto, inorridito e ancora più a disagio quando si rende conto dell`effetto che le sue parole hanno avuto sulla Grifondoro. Ma resta ancora zitto, in qualche modo costretto da quel lungo discorso che viene portato alla sua attenzione, e che lì per lì non sa bene come prendere. In parte con disagio, e un`espressione di colpevolezza che di tanto in tanto affiora dai suoi occhi, ma anche con il dubbio di non star ascoltando proprio tutta la verità. O almeno, soltanto una parte di essa. I suoi buoni propositi di attendere pazientemente sino alla fine vengono però meno, al suono del nome di Emma «Ma è lei, che si isola» gli scappa con veemenza «E comunque, da quando mi hai chiesto di non disturbarla, non le sto più rompendo le palle» la avverte, lanciandole un`occhiata che vorrebbe essere eloquente. Tutta la sua sicurezza subisce tuttavia un`improvvisa battuta d`arresto mentre lei gli pone la fatidica domanda: non ti basto così? «Non...» esordisce, salvo poi richiudere la bocca a doppia mandata, rifiutandosi di dare voce alla confusione che alberga nella sua testa. Diversamente, rischierebbe di fare ancora più danni, dal momento che per ora dà ancora molto valore a ciò che pensano i suoi amici. Forse troppo «No» risponde, il tono quasi interrogativo di chi non ha ben chiaro come si sia finito a darsi un ultimatum «Ma poi mica c`è qualcosa da chiudere...» borbotta piano tra sé e sé, prima di avere un improvviso moto risolutivo 
«Senti, lasciamo perdere, vedo che sto peggiorando le cose e non voglio che litighi pure con me» tendendo bene l`orecchio è possibile cogliere una nota di supplica, oltre al fastidio adolescenziale che ha preso a colmarlo «Almeno possiamo essere amici?» le chiede, alzando lo sguardo alla ricerca del suo.
Non c`è niente da fare, perchè è evidente che lui non sia minimamente pronto ad un discorso cominciato da lui stesso, e lei davvero ha cercato al massimo di tenere tutto in stretti bordi sicuri, ma quel dire sullo scegliere, e sul non impegnarsi per andare d`accordo, l`hanno completamente sfondata. Lui risponde su Emma e lei abbassa lo sguardo, maledicendosi anche solo d`aver tirato fuori quella faccenda, dal momento in cui lei davvero non fa una colpa a nessuno. Respira un po` affannata, fissandosi con una rabbia silenziosa e crescente, le ginocchia, in uno stringere di pugni che subiscono scatti alterni ad un rilassarsi forzato. Non chiudere. Non ti chiudere. E boccheggia nascosta da quei capelli che scivolano in avanti, alla ricerca d`un sollievo fatto d`ossigeno che davvero non pare bastarle. A quel "no" alza appena lo sguardo, forse con una nota di speranza che lui taglia di netto con ciò che dice successivamente, e quella supplica di chiudere là la questione per non avere ulteriori disagi. Però quell`ultima richiesta, è letteralmente una cannonata in centro petto, nemmeno l`avesse appena colpita con un bolide ad altissima velocità: apre la bocca, lo sguardo che precipita e la posa che si richiude e stringe, più che in maniera palese, in modo sottile e percepibile in maniera istintiva, non visiva «A-amici...?» le sembra di morire, lì, pietrificata su quel tappeto da cui non riesce minimamente a scollarsi, con il rossore che le ha raggiunto le guance e le labbra, in un luccichio d`iridi che tiene molto ben occultato «Certo.» lo dice, in un moto di auto-violenza che risulta involontariamente palese, da come ne risente il tono. Stava andando tutto bene, poi tutto male, poi peggio ancora. Ed in tutto ciò, non è nemmeno riuscita a capire cos`abbia fatto per meritarselo. E` con uno sforzo titanico che con calma, cerca di rimettersi in piedi, in uno scrocchiare di ginocchia che precede il suo rizzarsi in piedi. I palmi che sudano freddo a portarsi nervosamente ai lati delle cosce in un asciugarsi veloce che spera non venga notato «Tranquillo. Va tutto bene...» non sa nemmeno chi sta più rassicurando, mentre torna ad agguantare il libro e ad infilarsi gli anfibi con gesti da automa «Mi dispiace se..» se cosa? Scrolla le spalle, incapace d`aggiungere altro, alzando solo ora lo sguardo a lui, con un sorriso sghembo ma che viene cesellato in perfetta foggia, come se fosse uno dei suoi soliti «Ci si vede dopo, hm? » alla festa, se non vomita l`anima prima. Niente dramah, non protesta nemmeno un secondo, aggirando il divanetto per poter andare a recuperare Ophelia con atteggiamento apparentemente disinvolto.
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« Vabbè, ci siamo capiti »
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« Beh » e rilassa subito dopo la postura, occhi alle fiamme che scoppiettano nel camino « Scusa per giovedì » si mordicchia l’interno della guancia, diretto in quelle parole, senza comunque incrociare ancora il suo sguardo.
Una scrollata di spalle a quelle sue scuse come se non fosse successo chissà cosa, e dopo un silenzio più o meno lungo va a mordersi il labbro « non volevo dire quelle cose di... » come si chiamava? « beh » lo guarda « della tua ragazza, tipo? » così gli è stato detto, però non è nemmeno troppo sicuro quindi l`espressione dubbiosa è un obbligo, con le labbra che vanno a serrarsi. Un piccolo respiro prima di dire che « io non lo sapevo » che fosse la sua ragazza, inteso, e lo dice arricciando il labbro - alle fiamme, stavolta « altrimenti non lo avrei detto eh » e aggiunge pure che « e non era cattivo. »
I denti passano dal mordicchiare la guancia al torturare l’interno del labbro inferiore in un tic che gli storce le labbra, rispondendo a quel “tipo?” con un « Mh » di mezza conferma. Lo stesso « Mh » gutturale con cui esordisce alle fine del discorso altrui, le labbra ancora chiuse, per poi aprirle e « Vabbè, tu non c’entravi un ca**o e io m’inca**o facilmente » scrolla le spalle, liquidando la faccenda.
« beh » lui si ingrama facilmente « pure io » ed è il più sincero possibile, andando ad abbassare il capo.
Sembra sorridere appena, forse più che altro si tratta di un ghignetto a cui si accompagna uno sbuffo ironico dal naso « Ho visto » [...]  
« E in questi giorni non c’eri per questa roba? » chiede, tranquillo, guardandolo di traverso e dando per scontato sia così visto il modo in cui alza le sopracciglia.
Poi però arriva quella domanda un po` inaspettata, gli lancia un`occhiata e seppur dentro di lui sia il panico « ah, no » fingendo una tranquillità inaspettata, con quel tono da menefreghista che è. Che poi è pure la verità, leggermente ritoccata « mi sono ammalato, tipo » un respiro profondo, arriccia le labbra « e quelle là mi hanno rinchiuso in Infermeria »
Non lo guarda fin quando non gli pone quella domanda e allora gli occhi verdi glissano di lato verso di lui. “ah, no” « Ah » corrucciando la fronte, preso per un attimo in contropiede rispetto alle sue credenze errate. « Mh » tranquillo, quando capisce il problema « Meglio così » poi apre bene lo sguardo, come se qualcosa gli avesse all’improvviso attraversato i pensieri « Cioè, non meglio che tu sia stato male » si affretta a specificare « Meglio nel senso che pensavo non ci fossi per colpa di quello che è successo, cose così » eh, sì, cose così. « Quindi meglio che la colpa sia stata dell’influenza » poi aggrotta la fronte nel fissarlo, in realtà un gesto che con Sebastian non c’entra nulla ma più che altro sembra essere in risposta a quello che si è appena accorto di aver detto. Infatti sventola una mano, l’espressione che torna indolente per un secondo mentre schiocca la lingua sul palato « Vabbè, ci siamo capiti » E finisco con il stringe le labbra in un sorriso tirato, che sembra quasi imbarazzato.
E a tutto quel parlare della sua "malattia" lui sembra ancora più confuso di Ciaran, anche perché sembra capire al volo quel “meglio così" al quale accenna pure, prima che arrivino tutte quelle specifiche che gli fanno piegare un po` la testolina, con le sopracciglia aggrottate e la mano che va a grattarsi la nuca. Un Troll che capisce a scoppio ritardato, esattamente quando le sue labbra vanno a distendersi in un ghignetto divertito, accennando pure con il capo a quel "ci siamo capiti" « e poi mi sono pure saltato la lezione di scopaincu*o »
Ed è mentre Sebastian si distende sul divano che lui torna con lo sguardo verso le fiamme, come se fosse pronto a chiudere il dialogo per tornarsene tra le sue faccende mentali. Ma è un inaspettato « Ma quindi chi è questo scopaincu*o» buttato lì, secondi interminabili dopo, come se effettivamente volesse intavolare una conversazione riguardo il più e il meno. E probabilmente lo farà, tra un silenzio e un altro, uno sguardo alle fiamme o a Sebastian di sfuggita. [..]
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06.04.2076
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« Niaaaaallll » 
« Ho detto veloce » 
« V e l o c e » 
« O il prossimo anno niente Quidditch »
« NIALL » 
« STO PERDENDO LA PAZIENZA » 
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espaidartfotografic · 7 years
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Así son los visionados durante el viaje del máster en fotografía. Nuestros alumnos imprimen sus fotos para poder revisarlas al final del día, descartar, seleccionar y así ir dando forma a lo que será su proyecto final. Podéis ver las galerías de algunos de los proyectos realizados durante el máster en la web de la escuela ¡no os las perdáis! Y recordad que estamos a punto de cerrar la matrícula y que aun tenemos plazas disponibles ¿nos acompañarás al próximo viaje? - - - #espaidartfotografic #fotografia #escuela #escuelafotografia #valencia #arte #fotografo #estudiarfotografia #foto #photography #photo #photos #picture #photographer #pictures #art #cultura #estudio #studio #salacomun #creatividad
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espaidartfotografic · 7 years
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Hoy es festivo en la Comunidad Valenciana y la escuela permanecerá cerrada. ¡Disfrutad mucho del día y de los mazapanes! Mañana volvemos a la carga con las clases en nuestra #segundasemana - - - #espaidartfotografic #fotografia #escuela #escuelafotografia #valencia #arte #fotografo #estudiarfotografia #foto #photography #photo #photos #picture #photographer #pictures #art #cultura #estudio #studio #salacomun #creatividad (en espai d'art fotogràfic - escuela de fotografía)
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espaidartfotografic · 7 years
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El 27 de octubre empezamos el "Máster en fotografía: Producción y creación"título propio de espai d'art fotogràfic y la Universidad de Valencia. Es tu oportunidad para desarrollar un proyecto artístico y personal contando con el apoyo de profesionales para conseguir sacar el máximo partido de tu trabajo. Todos los proyectos tienen una temática común elegida por el equipo directivo. Posteriormente se evalúan por un jurado que elige un ganador a quien espai d'art fotogràfic producirá la obra, catálogo y una exposición en una sala relevante de Valencia. Algunos trabajos de los anteriores ganadores del máster han sido expuestos internacionalmente en lugares como Lisboa, Rabat, Dublín, Burdeos, Toulousse, Múnich y Roma. Si tienes interés en desarrollar tu propio proyecto, el "Máster en Fotografía: Producción y Creación es algo que no te puedes perder". ¡Últimas plazas! - - - #espaidartfotografic #fotografia #escuela #escuelafotografia #valencia #arte #fotografo #estudiarfotografia #foto #photography #photo #photos #picture #photographer #pictures #art #cultura #estudio #studio #salacomun #creatividad #master #masterfotografia #masterenfotografia (en espai d'art fotogràfic - escuela de fotografía)
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espaidartfotografic · 7 years
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Después de la presentación de ayer, hoy tenemos ya las primeras clases de primero y segundo. Ignasi comienza hoy con las clases de retoque en primero y algunos de nuestros alumnos se enfrentan a su primer contacto con photoshop ¡a final de curso seguro que lo dominan! - - - #espaidartfotografic #fotografia #escuela #escuelafotografia #valencia #arte #fotografo #estudiarfotografia #foto #photography #photo #photos #picture #photographer #pictures #art #cultura #estudio #studio #salacomun #creatividad
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