Tumgik
#Spazio Taverna
marcogiovenale · 2 years
Text
20 febbraio, macro: un ricordo di massimo piersanti
Spazio Taverna è lieto di invitarvial Museo Macroper un ricordo diMassimo PiersantiFotografo ufficiale degli Incontri Internazionali d’arteil 20 febbraio 2023alle ore 18:30Sono previste alcune testimonianze di persone legate a Massimo Piersantie la proiezione di un’intervista video inedita nei locali di Spazio Taverna
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
elperegrinodedios · 1 year
Text
Se non curi il tuo giardino non nasceranno fiori e se non li annaffi la loro bellezza sfiorirà presto e si seccheranno. Sai quel famoso pollice verde altro non è che l'amore che riversi, che tu riesci a trasmettere e a trasferire, a tutto ciò che vuoi curare, piante, animali, persone. So quello che dico, posso sostenere con certezza queste mie affermazioni e convinzioni. Ci fu un tempo, nel quale la mia compagna ricchezza, mi lasciò per fare spazio ad una meno desiderata povertà. E cosi, non potevo permettermi neanche più una bottiglia di vino buono, bevevo il "Tavernello" in cartone, e acqua del rubinetto di casa. Passavo tutto il tempo libero, a curare la mia mini serra di bonsai. Si bonsai, che però io non potevo più neanche comprare per poterli curare e dunque estirpavo le radici di alberi a Castelfusano o nei vari luoghi, tuttintorno il mio centro sportivo, la "taverna del pellegrino". Erano piccoli arbusti di alberi appena nati ed erano umili e poveri come me cosi che li sentivo miei compagni di viaggio.
Tumblr media
E li amavo li curavo li controllavo giorno e notte e come ci insegnano e ci tramandano i maestri giapponesi, incredibilmente li accarezzavo e, ci parlavo e loro mi rispondevano crescendo. E fu cosi che piano piano mi resi conto che tutto mi cresceva rigogliosamente (una volta piantai per prova pochi semi di marijuana che mi regalò un amico senza neanche trattarli prima, beh, dopo pochi mesi, mi è toccato chiamare il mio amico per regalargli a mia volta quattro, cinque piante di cannabis quasi pronte per la raccolta).
Tumblr media
Erano belli quei bonsai ed io li amavo sempre di più. Li annaffiavo il dovuto e li potavo a seconda della forma che volevo dare loro e li cambiavo di posto ed ogni volta che germogliava una nuova fogliolina io mi appassionavo sempre di più. Già, proprio come l'amore, che più ne dai più ti viene voglia di darne, più ne bevi, e più arsura ti viene.
Tumblr media
Per raccogliere, devi seminare, il pollice verde è niente altro che amore e per essere amato, devi amare, curare, annaffiare, accarezzare e parlare.
Si, funziona per le piante, gli animali, le persone.
lan ✍️
28 notes · View notes
Link
Pasqua a città della Pieve: mostra mercato, quadri viventi e intrattenimenti per tutta la famiglia Città della Pieve si prepara ad accogliere i visitatori che parteciperanno alla 26° edizione della Mostra Mercato dei prodotti enogastronomici e artig...
0 notes
dettaglihomedecor · 10 months
Text
Suite 201: un pied-à-terre ricco di fascino nella vecchia Montreal
Tumblr media
Suite 201 di MU Architecture è un pied-à-terre situato nel centro storico della vecchia Montreal. Di fronte al fiume San Lorenzo, gli antichi edifici di questa strada testimoniano la nascita della città quasi 400 anni fa. Questa affascinante "suite residenziale", immaginata da MU Architecture, trae ispirazione proprio dal passato storico della sua posizione. Durante la metà del XIX secolo, lo spazio era occupato da Joe Beef, ex locanda che accoglieva lavoratori e marittimi dal vivace porto di Montreal. Venerato come il "Figlio del popolo", il locandiere trasformò la sua taverna in un rifugio di conforto e vibrante cameratismo. Il pied-à-terre, costruito su queste fondamenta storiche, cerca di incarnare un'atmosfera accogliente e conviviale.
Tumblr media
Entrando all'interno, un atrio offre una vista dell'ampia zona giorno attraverso un pannello di vetro leggermente fumé. In questo ambiente si respira un'atmosfera tranquilla. Gli elementi in legno e le pareti in pietra fungono da capsule del tempo, trasportando i visitatori in un’epoca passata.
Il soggiorno progettato come una taverna privata
Incentrato sul concetto di taverna, il soggiorno è diviso in tre zone distinte, ciascuna meticolosamente curata con la sua atmosfera e tavolozza di colori unici. Il soggiorno si integra perfettamente con la cucina, che presenta un grande e funzionale bancone bar. Questa fusione architettonica crea un'esperienza coinvolgente che trascende senza sforzo l'essenza residenziale della Suite. Per elevare ulteriormente questo concetto, la classica sala da pranzo viene abilmente omessa.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
L'ampio spazio aperto è invaso dalla luce naturale che filtra attraverso le grandi finestre con vista sullo storico porto vecchio di Montreal. Con un semplice interruttore, una pellicola polarizzante rende i vetri delle finestre, garantendo la massima privacy. Gli autentici muri di pietra, che riecheggiano il ricco patrimonio della zona, evocano un senso di storia. Il soffitto in legno, invece, emana un'atmosfera raffinata e discreta, che ricorda lo stile architettonico prevalente in quell'epoca. La qualità delle lavorazioni è evidente nei dettagli, in particolare nella composizione dei cassettoni che integrano perfettamente due distinte finiture in rovere nero. Questi elementi ancorano i ripiani sospesi, dimostrando la meticolosa attenzione alla finezza architettonica e all'ingegnosità del design.
Tumblr media
La cucina nero ebano del pied-à-terre
Continuando l'atmosfera sobria, la cucina e il bar incorporano elementi in legno più scuro, questa volta in una tonalità più profonda. Il legno tinto di nero, invece, lascia emergere sottilmente le venature, conferendo calore e profondità alla materia. Per un effetto assolutamente drammatico, ripiani in quarzo nero e pannelli metallici, abbinati alla combinazione di colori della cappa e dei ripiani, completano l'insieme.
Tumblr media
I ripiani in metallo integrano con discrezione l'illuminazione ambientale, la cui fonte rimane impercettibile. Per controbilanciare l'aspetto scuro e minimalista della cucina, curve sottili e angoli arrotondati aggiungono morbidezza ai volumi e facilitano i passaggi. Un poggiapiedi e un rubinetto in ottone scandiscono lo spazio con un bagliore storico ma chic.
La zona benessere nascosta
Oltre a nascondere la lavanderia dietro una delle porte, una seconda porta segreta svela un'intera zona relax. Le strutture termali, il bagno turco, la doccia e le piattaforme relax creano un rifugio perfetto per rilassarsi.
Tumblr media
L'illuminazione indiretta e le superfici ceramiche, che ricordano la pietra scura, ci trasportano in uno spazio tranquillo che sembra quasi scolpito nella roccia. I pannelli in vetro fumé insieme ai dettagli in legno iroko contribuiscono ulteriormente a creare un ambiente rilassante.
Le stanze private del pied-à-terre
Attraversando un altro ingresso nascosto, una porta si apre nella zona spogliatoio adiacente alla camera da letto principale. Ingegnosamente nascosto dietro uno specchio, questo portale conduce ad ampie pareti decorate da pannelli in legno meticolosamente lavorati. Dietro si celano ampi spazi di stoccaggio e un’uscita di emergenza.
Tumblr media Tumblr media
Il fascino delle pareti divisorie in vetro fumé ci guida verso un bagno intimo. Qui, le finiture naturali evocano un'atmosfera piacevole e rilassante. La zona notte, oltre ad ospitare una seconda camera da letto, dispone anche di un ulteriore bagno in comune. Lasciando la zona privata del pied-à-terre, si raggiunge nuovamente il soggiorno attraverso un layout labirintico ma affascinante. Questo progetto architettonico fatto di segretezza e funzionalità ha un fascino estetico che appaga i sensi.
La ricercatezza dei dettagli
Realizzato con meticolosa precisione, questo pied-à-terre si integra armoniosamente all'interno di un antico edificio storico, ponendo al centro una serie di dettagli ricercati. Ogni disposizione e collegamento sono stati meticolosamente studiati per rendere lo spazio elegante e raffinato. La selezione di mobili, l'integrazione di opere d'arte ed elementi decorativi danno vita all'ambiente, evocando ricordi delle serate leggendarie e indimenticabili dell'era dell'iconico Joe Beef. Progetto: MU Architecture (Team: Charles Côté, Jean-Sebastien Herr, Tommy Chouinard, Céleste Main, Baptiste Balbrick, Rebecca Dubé, Thelma Lavieille) Foto: Ulysse Lemerise-Bouchard   Read the full article
0 notes
simonettiwalter · 11 months
Text
Ecco, l'Apocalisse canta nella taverna in via del Pratello.
Brigate rozze, vola in alto, la storia è rivelata.
“Mi ci vuole un giorno”, dice Gesù, vampiro dello spazio.
L’identità è una follia nel cuore della guerra.
Nessuno nasce, nessuno muore.
Un club esclusivo di fake news, segreti svelati,
Si schianta con il nichilismo.
Vorrei che Walter Simonetti fosse nella tempesta, la lobby frankista s'agita.
Egli non sapeva, la strada uccidilo!
Brigate rozze distruggi il tuo ego.
Solo le voci di zingari felici nella piazza,
La sposa occidentale canta e salta.
Vivere per il gusto, ogni storia è infinita.
Mentre bugiardo, nel metaverso, è l'eco di nuove forme.
Solo l'invenzione di Buddha per la strada.
“Mi ci vuole un’eternità”, per raccontare la tempesta.
L’Unico e la sua proprietà, niente da guadagnare.
Nel cuore della notte stellata, si scerma.
Brigate rozze, brigate rozze, brigate rozze.
Il mondo da esplorare si ferma.
Rendetevi conto, io mi esprima in maniera contraddittoria.
Nel metaverso, nei sogni incastrati.
Zombie uomini del fare, un mondo da esplorare.
E siccome non vi lascio punti di riferimento, voi non potete capire di cosa parlo.
0 notes
lamilanomagazine · 1 year
Text
Triennale Milano: gli appuntamenti dal 12 al 16 settembre
Triennale Milano: gli appuntamenti dal 12 al 16 settembre. Ecco le attività di Triennale Milano in programma dal 12 al 16 settembre: 12 settembre: dalle 14.00 Festival | Margini Fest Vol. II :Per maggiori informazioni sulla programmazione visitare triennale.org Il termine "margine" è un concetto ambiguo. Esistono margini in ambito sociale, politico e culturale che hanno la stessa rilevanza di quelli territoriali, e che anzi spesso li influenzano in maniera inaspettata. Scomodo, la realtà editoriale under 30 più grande d'Italia, esplora queste tematiche in Triennale, con una giornata densa di workshop, talk ed esibizioni. Ore 18.00 Performance | Percorsi: Ingresso per i possessori della membership di Triennale, maggiori informazioni su triennale.org . Un percorso completamente al buio in un labirinto, dove acqua, aria e suoni sollecitano l'immaginazione dei partecipanti. L'esperienza, progettata da Studio Labics – architettura e pianificazione urbana – è parte del format di Spazio Taverna, che propone opere d'arte ambientali, in cui si accorcia la distanza tra artista, opera, spazio e visitatore. Ore 18.30 Presentazione volume | L’invenzione di Milano: SOLD OUT Triennale Milano presenta il libro L'invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane (Cronopio, 2023) di Lucia Tozzi. L’autrice sarà in dialogo con Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, e Nina Bassoli, curatrice per Architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale Milano. Solo dieci anni fa Milano era vista come una città produttiva, elegante, ma grigia. Poi, con l’Expo 2015, ha assunto l’immagine di una metropoli attrattiva e dal grande potenziale. Questo passaggio non è la conseguenza di una trasformazione oggettiva ma, all’opposto, questa metamorfosi fisica è l’effetto di una campagna di marketing senza precedenti, il cui successo è stato ottenuto spostando le risorse materiali e intellettuali destinate alla produzione di cultura, ricerca, servizi di welfare verso la produzione dell’immagine di una metropoli globale del lusso. 13 settembre: Ore 11.00 Conferenza | Roma. Distretto del Contemporaneo Una nuova prospettiva per la Capitale: Ingresso libero previa registrazione su triennale.org . Triennale Milano ospita la conferenza "Roma. Distretto del Contemporaneo Una nuova prospettiva per la Capitale", per presentare e approfondire il Distretto come punto di partenza per una serie di azioni volte a promuovere il grande polo urbano Flaminio/Foro Italico/Farnesina. Dopo un intervento d’apertura di Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, presentano il Distretto: Umberto Vattani, Rosalia Vittorini e Andrea Bruschi. Segue una tavola rotonda con gli interventi di: Franco Purini e Piero Ostilio Rossi in dialogo con Miguel Gotor, Assessore alla Cultura del Comune di Roma Capitale; Alessandro Giuli, Presidente MAXXI; Nina Bassoli, Curatrice Architettura, rigenerazione urbana, città di Triennale Milano; Fulvio Irace, Professore emerito Politecnico di Milano; e con i rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero della Cultura. Ore 12.00 Conferenza stampa | JAZZMI: Presentazione alla stampa dell’ottava edizione di JAZZMI, che si conferma il più grande festival indoor d’Europa, continuando a dimostrare la sua capacità di crescere e reinventarsi. Tre settimane di concerti, eventi speciali, film, incontri con gli artisti, itinerari musicali, laboratori che coinvolgono i grandi nomi del jazz mondiale. Ore 18.30 Presentazione volume | Quello che noi non siamo: Ingresso libero previa registrazione su triennale.org Triennale Milano presenta l'ultimo libro di Gianni Biondillo (Guanda, 2023), un racconto corale di uomini e donne che, all’epoca del fascismo, presero coscienza del crollo delle false ideologie e che decisero di schierarsi nel nome della Resistenza e della libertà, spesso pagandone le conseguenze. Dialoga insieme all'autore Stefano Boeri, Presidente Triennale Milano. Ore 20.00 Concerto | LATO: the KARISMA trip + Depo Dj : Ingresso libero previa registrazione su triennale.org The Karisma trip è un racconto sonoro e visivo della nascita di “Karisma”, il nuovo concept album dei LATO in uscita a ottobre. Il disco è un viaggio sonico che nasce dal groove, sul quale si appoggiano le canzoni lasciando che le melodie tinteggino una sequenza di ritmi primordiali. Un viaggio visivo caratterizzato da un impatto sonoro originale e da un’atmosfera live. A seguire, le suggestioni psichedeliche del dj e musicista dell'underground milanese Depo Dj. 14 settembre: Ore 18.30 Presentazione volume | Dall'unità alle diversità Scritti su architettura, design, arte e artigianato: Ingresso libero previa registrazione su triennale.org . Secondo il critico dell'architettura svizzero François Burkhardt la realtà di oggi, sempre più sfuggente, richiede metodi di approccio al progetto più complessi e interdisciplinari, in grado di indirizzarsi verso nuove forme di produzione e di consumo che tengano conto delle diverse identità culturali e che siano socialmente ed ecologicamente sostenibili. Nel volume "Dall'unità alle diversità. Scritti su architettura, design, arte e artigianato" (Corraini, 2023) – ideato nella sua veste grafica da Italo Lupi – emergono alcune tematiche ricorrenti: il rapporto dialettico fra globalizzazione e regionalismo; le correlazioni tra artigianato e design; il ruolo delle avanguardie nel rinnovamento dei linguaggi estetici. L'autore è in conversazione con Fulvio Irace, Professore Emerito del Politecnico di Milano, e Giuseppe Furlanis, architetto e designer. 16 settembre: Mostra in viaggio | Triennale Milano. Una storia attraverso i manifesti: Presso Istituto Italiano di Cultura di Lima Triennale Milano presenta, dal 16 settembre al 16 dicembre 2023, la terza tappa della mostra Triennale Milano. Una storia attraverso i manifesti (Triennale Milano. Una historia a traves de los afiches), curata da Marco Sammicheli, Direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano, e promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Lima. Dopo le prime due tappe presso il Palacete das Artes di Salvador (22 ottobre – 11 dicembre 2022), e al Solar Grandjean de Montigny di Rio de Janeiro (9 marzo – 14 maggio 2023), la mostra viene ora presentata all’Istituto Italiano di Cultura di Lima. Attraverso una selezione di manifesti disegnati da grafici, designer e artisti tra il 1923 e il 2022, l’esposizione racconta la storia delle ventitré edizioni dell’Esposizione Internazionale di Triennale Milano fino a oggi. Ore 20.30 DJ SET | Le Cannibale – Octo Octa, Fabio Monesi Dj set a pagamento, per maggiori informazioni visitare triennale.org . Nell’ambito di Triennale Estate, Triennale presenta, in collaborazione con Le Cannibale, una serie di quattro appuntamenti dedicati al meglio della musica elettronica nazionale e internazionale. L'appuntamento di settembre ospita il dj set di Octo Octa. Capace di passare dalle rotonde melodie house a sferzate che rivelano il suo passato fatto di contaminazioni breakcore e noise, il suono di Octo Octa, ambasciatrice della evoluzione contemporanea dell'elettronica mondiale, è caratterizzato dall'incontro tra sonorità house e contaminazioni post rave. Apre la serata un dj set di Fabio Monesi.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Photo
Tumblr media
LIBERI DALLE BARRIERE
Mostra collettiva d’arte contemporanea a favore delle persone con disabilità
24 novembre – 3 dicembre 2022
SPAZIO BIG SANTA MARTA - Via Santa Marta, 10 - 20123 Milano
Curatela Artistica: Marco Eugenio Di Giandomenico
Curatela Organizzativa: Giovanna Repossi
Testimonial Evento: Alberto Amodeo
Closing
3 dicembre 2022, dalle ore 17:00 alle ore 18:30
 ************************
COMUNICATO STAMPA
Sabato 3 dicembre 2022, ore 17:00-18:30, presso lo Spazio BIG Santa Marta, in via Santa Marta n. 10 a Milano, avviene l’evento di chiusura della mostra d’arte contemporanea LIBERI DALLE BARRIERE, con curatela artistica di Marco Eugenio Di Giandomenico e curatela organizzativa di Giovanna Repossi.
Dopo la conferenza stampa di presentazione svoltasi a Palazzo Reale il 15 novembre 2022, moderata dalla giornalista SKY TV Valentina Clemente, e l’inaugurazione della mostra presso lo Spazio BIG Santa Marta avvenuta il 24 novembre 2022, con la partecipazione di varie personalità del mondo delle istituzioni, della cultura, dell’arte, delle professioni e delle imprese, il 3 dicembre 2022 si conclude un percorso espositivo e mediatico di grande successo, soprattutto per la positiva risposta contributiva da parte del pubblico intervenuto.
Buona parte delle 25 opere donate dagli artisti saranno omaggiate ai visitatori che hanno contribuito finanziariamente alla migliore riuscita delle progettualità a favore dei disabili portate avanti dalla Fondazione Ariel e dalla Cooperativa Il Balzo Onlus selezionate da 1 Caffe Onlus.
All’evento di closing, oltre ai rappresentanti degli enti organizzatori (Stelio Campanale per il Centro Sudi Orange Table, Francesco Fabbiani e Raffaele Caccavo per F&C Studio Legale Tributario) e dei relativi partners/sponsors (Riccardo Taverna per WeGlad e Silvia Meacci per 1 Caffè Onlus), Interverrà Fernando Nazaro, Vice Presidente della Sezione Turismo di Confindustria Lecce. Tale partecipazione è dettata dalla circostanza che LIBERI DALLE BARRIERE, proprio per il suo approaching vincente, sia in termini di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla tematica del miglioramento della qualità della vita dei disabili nei centri urbani, sia per la sua capacità di raccogliere fondi da devolvere su tale tematica, sia per la promozione di una soluzione operativa per le amministrazioni pubbliche, quale quella proposta dalla piattaforma WeGlad, diventa un format mediatico, che sta recependo un notevole interesse di sviluppo/riproposizione soprattutto da parte di imprenditori operanti in vari territori italiani.
All’evento di chiusura, che vede anche la partecipazione del campione paralimpico Alberto Amodeo, testimonial dell’iniziativa, verrà proiettato il cortometraggio dal titolo “Game (Is Not) Over”, per la regia di Riccardo Romani, prodotto da Robusto Films nel 2022 (produttori esecutivi: Giovanna Repossi e Francesco Fabbiani). Verrà inoltre presentata la monografia LIBERI DALLE BARRIERE, a cura del critico d’arte Marco Eugenio Di Giandomenico, edita da Ethicando Editore (2022), con contributi editoriali anche di Lamberto Bertolé (Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano), Tommaso Sacchi (Assessore alla Cultura del Comune di Milano), Giovanna Repossi, Stelio Campanale, Francesco Fabbiani.
LIBERI DALLE BARRIERE ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’annosa tematica delle barriere architettoniche per la mobilità di persone affette da disabilità nei centri urbani e promuovere una raccolta di fondi a favore delle progettualità di riferimento portate avanti da organizzazioni non profit operanti nel settore di riferimento: a fronte di una contribuzione volontaria i visitatori possonoentrare in possesso di una o più opere.
Condividendo il charity leitmotiv dell’evento, contribuiscono con loro opere d’arte gli artisti: Mauro Balletti, Crissi Campanale, Manuela Carrano, Silvia Ciaccio, Flavio Di Renzo, Chiara Dynys, Ottavio Fabbri, Piero Figura, Francesco Fornasieri, Letizia Fornasieri, Marco Lodola, Milo Lombardo, Marco Marezza, Giorgio Piccaia, Giorgio Restelli (Giores), Gigi Rigamonti, Riccardo Romani, Marcos Domingo Sánchez, Francesco Santosuosso, Davide Scutece, Riccardo Stellini, Carla Tolomeo, Tsuchida  Yasuhiko.
L’evento, che sarà replicato in altre realtà territoriali italiane ed estere, è promosso dalla piattaforma di comunicazione internazionale Betting On Italy (BOI), da sempre sensibile a sostenere mediaticamente le migliori iniziative di arte sostenibile.
https://us21.campaign-archive.com/?e=__test_email__&u=09ac4a058a012f4c585f3280a&id=42e8ffc0db
1 note · View note
shipisnotaboat · 3 years
Text
3. Padre Petrus. Giochi di potere.
Tumblr media
Padre Petrus non aveva più una bella voce, ma si unì volentieri al coro dei fedeli che sanciva la fine della funzione. Dopo che i fedeli si furono ritirati al di fuori della chiesa di San Lucio, attese in un angolo con le braccia conserte mentre gli sgabelli da preghiera venivano riordinati dagli inservienti, dopo di che si diresse verso la canonica immaginando che padre Amadeo fosse pronto a riceverlo. Bussò con le nocche alla porta ma si fece strada senza attendere risposta. L’uomo lo osservò inizialmente distratto, poi focalizzò su di lui ogni sua attenzione. Invitò il vescovo a prendere posto ad un piccolo tavolo al centro della stanza a pianta rettangolare. Nonostante non si trattasse di uno spazio ridotto, la quantità di mobilio e l’assenza di finestre rendeva l’ambiente soffocante.
Padre Amadeo recuperò una bottiglia ed un paio di bicchieri, e si apprestò a servire entrambi.
<Per essere la prima funzione sull’isola, direi che è andata molto bene, non siete d’accordo padre?> la voce del vescovo gracchiò quasi.
<Eccellenza! Sono ancora emozionato! Non mi aspettavo una raccomandazione per questa mia missione, dal Cardinale di Thélème! Come avete fatto a... io...>
Petrus sollevò una mano, mostrando il palmo per arrestare il fiume di parole del giovane sacerdote <sua eccellenza è un uomo che sa essere riconoscente e capisce quando concedere un piccolo favore ad un vecchio amico. È un bene che il suo potere venga riconosciuto anche così lontano da casa.>
Padre Amadeo non sembrò cogliere l'allusione, o semplicemente lasciò correre. Petrus si riteneva soddisfatto di aver appena guadagnato un nuovo contatto, per anni si era mosso così, guadagnando e riscattando un favore alla volta verso la vetta nel vecchio mondo, nel nuovo non avrebbe fatto differenza.
Petrus lasciò che Amadeo gli servisse il vino e perse con lui in chiacchiere che, sebbene non riscattassero per nulla il suo interesse, avevano il pregio di consolidare il suo rapporto con il sacerdote.
Una volta all'esterno il vescovo si diresse verso la taverna. Sebbene San Matheus non fosse grande quanto Hikmet, poteva vantare strade lastricate, una pianta regolare, alte mura protettive ed un enorme porto organizzato in maniera impeccabile, tutti segni che secondo lui dimostravano un maggiore livello di civilizzazione.
In fondo alla via principale vide le guardie in attesa, e quasi annoiate, intente a cercare un riparo dal sole battente del mezzodì. Una giornata come molte altre insomma, che scorreva pigramente inconsapevole delle macchinazioni del vescovo.
Raggiunta la piazza principale, recuperò dalla tasca della cappa un taccuino, e scorse le pagine alla ricerca del prossimo punto della sua agenda <Sua eccellenza Tadeusz ed il ministro Giustino...>
Fece sparire il blocchetto con gesto soddisfatto, che si trasformò in breve in una nota di rimprovero verso sè stesso <Il fatto che abbia dovuto appuntarmelo probabilmente significa che sto diventando troppo vecchio per questo genere di vita.> Con le mani sui fianchi rimase fermo qualche altro istante ad osservare la piazza circondata da negozi ed alimentata da un continuo via vai di coloni o inquisitori dell'Ordo Luminus. Riprese a camminare, accantonando l'idea di concepire un possibile cambio di attitudine, ma decise di trovare il tempo per un piccolo fuori programma, si avvicinò infatti agli uffici destinati all’Inquisizione e si addentrò all’interno, salutando con cenni educati i confratelli che incrociava.
Lì incontrò il neo-eletto inquisitore Aloysius, nel pieno dei suoi studi, almeno a giudicare da come risultava impegnato a leggere alcune liste insieme ad i suoi confratelli.
<Inquisitore> Petrus cercò con un cenno di attirare la sua attenzione <permettete due parole?>
L’uomo lo osservò torvo per qualche istante, non si trattava di un ragazzino, questo era evidente, ma riusciva a risultare ben più vecchio a causa dei tratti tirati e del reticolo di rughe ed imperfezioni che caratterizzavano il suo volto. Probabilmente aveva militato i primi anni da missionario all’interno di qualche lazzaretto, in fondo la Malicore non era certo l’unica piaga ad ammorbare il Vecchio Continente e per molti fedeli era ritenuto un esordio comune per dimostrare la propria fede in San Matheus, un esordio che, tuttavia, lasciava diversi segni e spesso era considerato un pretesto per sentirsi dei “miracolati”.
Aloysius aveva piccoli occhi castani  ed un naso aquilino, dettagli che alimentavano la sua aria da rapace. Petrus sorrise con calore e serenità, ben conscio di non avere nulla da temere, data la sua condotta impeccabile.
<Eminenza> concesse quello, con un cenno liquidò i confratelli ma si premurò di nascondere le liste alla vista di Petrus <...la luce rischiari la vostra Via. Come posso esservi utile?>
<A dire il vero passavo di qui, ed ho pensato di cogliere l’occasione di complimentarmi con voi per la vostra nuova nomina. Inoltre speravo di trovare sua Eccellenza Tadeusz.>
Aloysius lo scrutò a lungo prima di rispondere, formalità a parte, il vescovo non gli andava certo a genio, e Petrus non poteva dire che non fosse reciproco.
La risposta scivolò dall’alto, letteralmente, insieme all’attenzione dell’inquisitore <Credo… che sua Eccellenza si trovi nei suoi appartamenti. Il dottore si è caldamente raccomandato affinché riposasse.>
Petrus dovesse fare un grosso sforzo per non compiacersi di questa notizia <Spero che le sue condizioni non siano peggiorate.>
<A dire il vero temo che la sua ulcera sia degenerata a tal punto da impedirgli di camminare a lungo.>
<Oh, ne sono molto dispiaciuto.>
<Sono certo che troverà conforto nella preghiera.> L’inquisitore riprese in mano le sue carte ed aggirò il proprio scrittoio, esaurito l’argomento non si fece troppi problemi a cercare di mettere il vescovo alla porta <Sarei lieto di restare a chiacchierare con voi Eccellenza, ma temo di aver molto lavoro da sbrigare. Immagino possiate comprendere...>
In effetti Petrus aveva ottenuto le informazioni che cercava, non aveva senso restare oltre e rischiare di irritare gli inquisitori per nulla. Colse invece l’occasione di congedarsi esaudendo la richiesta di Aloysius, tra saluti formali ed auguri di repertorio.
Se l’Ordo Luminus avesse riversato in politica una parte del suo zelo religioso avrebbe avuto degli avversari temibili lungo la sua scalata sociale. Per sua fortuna gli inquisitori avevano ben altre mire.
Non gli restò che l’ultimo nome della sua lista, l’ultimo che avrebbe potuto risultare di intralcio quando avrebbe avanzato la sua nomina ad Ambasciatore nei confronti della Madre Cardinale, un posto che aveva deciso di rendere vacante non appena aveva saputo che il Principe d’Orsay aveva inviato il giovane Costantin ed il suo seguito sull’isola per assumere il ruolo di Governatore. Si chiese se avrebbe avuto modo di rivedere anche la figlia dell’isolana, un pensiero che fece dilagare nella sua mente una sequela di dubbi ed emozioni differenti.
Tirò un lungo sospiro e si rimproverò mentalmente per la sua mancanza di concentrazione, certo che se avesse esultato prima del tempo, o fatto un solo passo falso, i suoi obiettivi non sarebbero stati di più che castelli costruiti in aria da una mente troppo creativa.
Un pensiero che dovette mantenere bene a mente, come se si tappasse il naso, quando raggiunta la taverna si fece largo verso il livello inferiore, un postribolo di allibratori e giocatori d’azzardo, che lasciò il posto ad un covo di meretrici quando fece il suo ingresso nella stanza successiva. Anche Thélème aveva le sue luci e le sue ombre, tuttavia Petrus non era certo lieto di mostrarsi in un posto simile.
Un paio di prostitute si fecero avanti per accoglierlo, ma il tenutario le allontanò mandandole verso altri clienti. Lo accolse con discrezione, una dote che Petrus apprezzò sinceramente, così come la scelta di risalire al piano principale e spostarsi verso il retro della taverna.
<Spero che il ministro Giustino abbia apprezzato questa piccola festicciola…>
<Assolutamente padre. Il ragazzo che si è occupato di lui è stato particolarmente zelante nell’accontetare ogni sua richiesta...> rispose l’uomo <...non avrei mai detto che un uomo integerrimo come il ministro preferisce la compagnia maschile a quella femminile.>
Petrus non ne fu affatto sconvolto: aveva già avuto modo di fare le sue ricerche quando aveva pianificato come liberarsi dei possibili candidati più fastidiosi.
<Il messaggio gli è stato riferito?>
<Si è unito giusto questa mattina alla missione diretta verso Wenshaganaw.> il tenutario si grattò il mento, insinuando le unghie sporche sotto la barba scura, un modo come un altro per cercare di dissimulare la cupidigia nel suo sguardo mentre seguiva la mano di Petrus diretta alla cintola, da cui recuperò una scarsella che abbandonò al centro del tavolo, con un tintinnio eloquente proveniente dal suo interno.
Il tenutario non perse tempo, raccolse la scarsella e si accomodò meglio per mettersi a contare le monete.
<Ma ditemi, come facevate a saperlo?>
<Immaginavo soltanto che l’idea che la Madre Cardinale ricevesse le prove della sua perversione lo avrebbe aiutato a ritrovare la sua vocazione.> Fu la risposta del vescovo, innocente e… distratta, come se l’argomento non avesse importanza.
Concesse all’uomo il tempo necessario a contare tutte le monete, Petrus non potè fare a meno di provare un certo disgusto: il ministro si era rovinato con le sue stesse mani, ma erano stati sufficienti sei pezzi d’oro e dieci d’argento per convincere il tenutario a vendere a chiunque un uomo che per lungo tempo era stato un’autorità a San Matheus.
<Ci sono tutti.> confermò il tenutario con un sorriso soddisfatto, Petrus rispose con un cenno  soddisfatto, mentre quello continuò <Posso dire, padre, che fare affari con voi è stato molto... piacevole.>
Petrus si alzò dalla seduta che aveva occupato, senza fretta, ma si sentì in dovere di mettere un freno all’avarizia dell’uomo, per dissuaderlo dall’idea di mettere un prezzo anche sulla sua testa. 
<Sarà pure proficuo, se continuerete a fare affari con me, e non su di me.>
L’uomo ridacchiò, il messaggio era arrivato dove doveva arrivare, questo Petrus lo comprese grazie al silenzio che lo scortò sino alla porta.
Tumblr media
2 notes · View notes
veronica-nardi · 4 years
Text
Arsenal Military Academy
Tumblr media
Ho iniziato questo drama perché mi è ispirato fin da subito e, devo dirlo, l'ho adorato fin dai primi episodi. Le serie storiche sono una delizia per me, quindi sono di parte. Ho quindi amato l'ambientazione storica, le scenografie e i costumi. Anche i personaggi sono stati adorabili, e la colonna sonora è stupenda.
Cina, 1911. Il governo arruola giovani ragazzi per addestrarli nella difesa del paese contro l'invasione dell'esercito imperiale giapponese. Xie Xiang desidera completare il sogno del fratello deceduto e pur essendo una ragazza riesce - per grazia divina - a entrare nell'Arsenal Military. Qui fa la conoscenza del ricco e arrogante Gu Yanzhen, e del ben più gentile Shen Junshan. Mentre entrambi si innamorano presto di lei (non l'avrei mai detto), nel resto del paese la guerra contro i giapponesi continua a farsi sempre più cruenta e sanguinosa, conflitto che divide i cinesi tra patriottismo e sottomissione.
Nonostante sia una trama seria, non sono mancati fin dall'inizio molteplici momenti divertenti e scenette esilaranti. Penso che la serie sia un ottimo mix tra serietà, guerra, momenti più leggeri, amore, rivalità, amicizia, complotti e scene d'azione.
Tumblr media
A livello generale, a parte alcune storyline più intrecciate, la trama non è nulla di complesso, tantè che sono riuscita a seguirla tutte le sere senza problemi. Infatti la cosa che ho amato di più, e su cui si basavano maggiormente le mie aspettative, sono stati i personaggi. Chi più chi meno li ho amati tutti.
Questa è una storia corale, quindi oltre i due protagonisti - Xie Xiang e Gu Yanzhen - ci sono tanti altri personaggi a cui viene dato spazio e importanza, e questa cosa mi è piaciuta un sacco.
Quasi tutti i personaggi - almeno quelli più importanti - sono caratterizzati molto bene e hanno tutti un ruolo ben preciso. Viene fatta giustizia un po' a tutti, nessuno viene lasciato in disparte.
Nella prima parte della serie il mio personaggio preferito è stata Qu Manting, la second lead della situazione e mia Queen. Una giovane donna in carriera, forte, determinata, intelligente e capricciosa, e allo stesso tempo sensibile, leale, desiderosa di amare e di essere amata.
Tumblr media
Ma una critica la devo fare: nella seconda parte del drama diventa più che altro inutile e ridicola. Il suo corteggiamento per conquistare Gu Yanzhen è all'inizio lodevole e coraggioso, ma la cosa comincia a risultare patetica quando Qu Manting continua come una disperata a cercare di conquistarlo nonostante il ragazzo le abbia detto chiaramente di essere innamorato di un'altra.
Ragazza mia, un po' di dignità.
E devo dire che non mi ha nemmeno fatto innamorare la soluzione amorosa che hanno trovato per lei. Me lo aspettavo dall'inizio che sarebbe finita così, ma avrei preferito vedere una costruzione più significativa dell'amore che Qu Manting comincia a provare per l'uomo che alla fine accetta di sposare.
Oltre a lei, sono molto contenta di dire che i personaggi femminili di questa serie sono tutti bellissimi. Donne forti, sensibili, intelligenti, umane, sfaccettate, con sogni e obiettivi.
Dopo la lead lagnosa di Hwarang, questa serie è stata una manna.
Per quanto riguarda il lead invece, che dire... sono innamorata. Come si può non amarlo? Ammetto che è un personaggio abbastanza stereotipato, mi ha ricordato tantissimo Daoming Si di Meteor Garden, ma è un tipo di personaggio che funziona sempre e che ci si ritrova sempre ad amare. Attaccabrighe, arrogante ed infantile, ma col cuore d'oro, coraggioso e assolutamente adorabile. Mi ha fatta ridere e mi ha fatta piangere.
La storia d'amore tra i due lead mi è piaciuta, ma più che la storia d'amore in sé, mi è piaciuto un sacco il loro rapporto alla "Tom e Jerry", e anche qui mi hanno ricordato molto Daoming Si e Shancai. Ho adorato i loro battibecchi, le loro scenette insieme, e devo dire che la loro chimica è bellissima. Ho scoperto che i due attori hanno già lavorato insieme in The Legends e si vede (tra l'altro è il prossimo drama che ho intenzione di vedere: la bellezza di 55 episodi, ma per Xu Kai questo ed altro).
Tumblr media
Ci sono momenti in cui la loro ship vola altissima più che altro per merito di lui: è lui che si innamora per primo e la protegge (lei è un'ingrata), è lui che ci prova con lei in tutti i modi più stupidi e adorabili possibili, è lui che si dichiara per ben due volte ed entrambe le volte sono meravigliose (SOPRATUTTO LA DICHIARAZIONE PUBBLICA È FORSE LA SCENA PIÙ ROMANTICA CHE ABBIA VISTO QUEST'ANNO).
Mentre lei impiega la bellezza di quaranta episodi (su quarantotto) per capire di amarlo, e tutto grazie all'amica che la costringe ad essere sincera coi suoi sentimenti. Amica santa subito.
A mio parere, come per la second lead, non c'era bisogno di farla tanto lunga. Quando in una storia è presente un second lead, si sa già come andrà a finire, quindi perché farci aspettare quaranta episodi per far capire alla protagonista quali sono i suoi veri sentimenti?
Ma senza spoilerare il finale, Gu Yanzhen e Xie Xiang mi hanno commossa fino alla fine.
Nonostante tutto, coppia promossa👍
Due parole proprio sulla lead: ho apprezzato molto il fatto che abbia dovuto farsi letteralmente il culo una volta entrata in accademia. E qui sono stati molto onesti e realistici: si vede proprio la fatica che lei fa rispetto agli altri per il fatto di essere una ragazza. Ma l'ho trovata un po' over power verso la fine: va bene che si è allenata duramente per due anni, ma in alcune scene mi è sembrata esagerata.
Tumblr media
Il second lead mi ha ricordato per un po' di tempo Lan Xichen di The Untamed. La cosa più interessante del personaggio di Shen Junshan è stato il suo rapporto con Oda Hiroshi, la villain della serie. È stato un po' un rapporto alla Lan Xichen e Jin Guangyao, con lui che la crede una brava ragazza che ha sofferto tanto e la difende sempre, e lei che recita spudorata davanti a lui e lo manipola.
Ma devo dire che Shen Junshan si è rivelato più sveglio di Lan Xichen, e sopratutto più fermo nel volersi mettere contro la cattiva. Laddove Lan Xichen era addirittura disposto a morire insieme al suo amico/amato Jin Guangyao, qui Junshan prende le distanze dalla ragazza e comincia a combattere contro di lei non potendo perdonare le sue cattive azioni.
Oda Hiroshi è stata una buona villain. Sono molto contenta di aver visto una villain femminile perché non ne vedo spesso, e mi ha davvero ricordato Jin Guangyao nel suo narcisismo e mancanza di empatia verso il prossimo, e anche se il genio del male di The Untamed è impossibile da eguagliare, Oda Hiroshi regge il confronto molto bene.
Tumblr media
Non mi è invece piaciuto molto come sono stati rappresentati i giapponesi: sono solo gli invasori cattivi. La cosa mi ha ricordato molto Mr Sunshine, e la trovo una rappresentazione abbastanza superficiale e sbrigativa.
Per quanto riguarda il resto dei personaggi, ci sono alcune perle. Cito ad esempio l'istruttore Guo con la sua storia tragica, e la signora Huo, una donna combattiva e attiva nella trama che aspetta per tutta la vita l'uomo che ama. La sua taverna poi, situata in una "piccola Venezia", è stata una location davvero pittoresca.
È poi con grande onore e piacere che cito Li Wenzhong, l'antipatico del gruppo e personaggio a cui io non avrei dato due lire.
Tumblr media
Non me lo sarei mai aspettata, ma si è rivelato quello che ritengo il personaggio migliore della serie insieme forse all'istruttore Guo. Anche il lead compie un'evoluzione, ma con lui me lo aspettavo, mentre ero convinta che Wenzhong sarebbe per sempre rimasto il personaggio che mette i bastoni tra le ruote alla lead e che sta sulle palle allo spettatore. Nell'ultima decina di episodi circa, Wenzhong compie una trasformazione davvero bella e adorabile, riuscendo a farsi amare non poco.
I ragazzi dell'Arsenal Military sono tanti, ma quelli principali sono sette. Tra questi, ce sono due che sono stati approfonditi troppo poco, nel senso che a parte come si chiamano di loro non si sa praticamente nulla. #giustiziaperjijinezhuyanlin
La cosa bella di questi ragazzi - e in generale di tutti i personaggi di Arsenal - è quella che innanzitutto sono, appunto, dei ragazzi, quindi intraprendenti e pronti a infrangere le regole (il via vai notturno all'accademia nonostante il divieto di uscire è meraviglioso), ma sono anche coraggiosi e non ancora corrotti come gli adulti che vorrebbero comandarli a bacchetta. Sono un branco di disgraziati (detto in senso buono), ma vogliono proteggere il loro paese e la verità anche a costo delle loro stesse vite, e nonostante questo nessuno di loro è un eroe buonista, e questo è un dettaglio che ho amato.
Inutile dire che questi ragazzi mi hanno regalato l'ennesima bellissima bromance dell'anno.
Tumblr media
Viene spontaneo fare il paragone con gli Hwarang e... beh, non c'è molto da dire: questi ragazzi dell'Arsenal se li mangiano gli Hwarang. Il mio cuore si è riempito di orgoglio quando li ho visti maturare nel tempo, quando li ho visti prendere iniziative o nel vederli fare strategie, e vedere alla fine alcuni di loro diventare i nuovi istruttori dell'accademia è stato il momento più bello. #pride
Senza fare spoiler, il finale mi è piaciuto. Gli ultimi episodi mi hanno lasciata alquanto basita perché improvvisamente hanno cominciato a fare fuori i personaggi e tutto a un tratto la serie è diventata una strage (sopratutto una morte mi ha fatta piangere per venti minuti). Senza fare nomi di chi muore e chi sopravvive, il finale mi ha soddisfatta ed è stato una miriade di emozioni. Lacrime e sorrisi, gioia e tristezza, orgoglio e rabbia.
Penso che le lacrime e la tristezza siano nate anche dal fatto che stavo salutando una serie che mi ha fatta compagnia quotidianamente per oltre un mese. Dopo che per varie settimane guardi una serie tutti i giorni, al di là dei difetti, alla fine ti affezioni.
Arsenal mi mancherai 😭😭😭
E a proposito di difetti, menziono anche i combattimenti e gli inseguimenti: li ho trovati spesso ridicoli. Più che mettermi addosso suspence mi hanno fatta ridere, ma per capire la bellezza di quelle scene bisogna vederle XD, così come l'assurdità di certi momenti, creati palesemente apposta per far sorridere.
Però la serie si rialza egregiamente con una colonna sonora bellissima e struggente, una recitazione buona e convincente, un'atmosfera diversa dal solito perché più "americana", e dei costumi davvero splendidi, sopratutto quelli della second lead.
Serie assolutamente consigliata.
Punteggio: 8.4
Tumblr media
Non ho molto da dire per la parte spoiler, giusto un paio di appunti.
1) Vogliamo parlare del fatto che alcune serie asiatiche riescono a raccontare in modo assolutamente romantico e convincente delle storie d'amore anche senza la presenza di baci? Come Mr Sunshine, anche Arsenal riesce in questa impresa, e posso solo fargli i complimenti.
ANCHE SE IO UN BACIO TRA I DUE LEAD LO AVREI VISTO VOLENTIERI.
2) Il mio sogno era che Oda Hiroshi venisse uccisa da Junshan, e se non lui mi aspettavo che il lead o la lead avrebbero fatto il lavoro, e sono ancora sorpresa che alla fine sia stata fatta fuori da Zhu Yanlin, un personaggio secondario. Ma devo dire che la cosa mi piace. Di solito abbiamo sempre la resa dei conti finale tra il cattivo e il protagonista, con quest'ultimo che riesce a uccidere il suo rivale dopo un cruento scontro, quindi apprezzo questa soluzione diversa dal solito.
3) Tra i vari ragazzi dell'accademia, Ji Jin era il mio preferito, e sul finale ho davvero temuto di perderlo - in realtà ho temuto una vera e propria strage di massa visto l'andazzo che stava prendendo la serie. Però non perdono Arsenal per non aver dato a Ji Jin l'approfondimento che meritava e che tutti noi volevamo.
#jijinmeritavadimeglio
Tumblr media
2 notes · View notes
marcogiovenale · 3 years
Text
27 settembre, sera: "abitazione", di andrea cortellessa per andrea zanzotto: esperienza a palazzo taverna
27 settembre, sera: “abitazione”, di andrea cortellessa per andrea zanzotto: esperienza a palazzo taverna
SPAZIO TAVERNA presenta: Abitazione una esperienza di Andrea Cortellessa e Andrea Zanzotto Lunedì 27 settembre 2021, dalle ore 21:30, si inaugura la seconda stagione di Spazio Taverna, con Abitazione, la prima esperienza dell’autunno 2021 progettata da Andrea Cortellessa. “Ogni testo, secondo Zanzotto, è un luogo. Anche se dedicato al plein air del paesaggio, cioè, ogni testo è uno spazio…
View On WordPress
0 notes
foglibruciatisparsi · 5 years
Photo
Tumblr media
La strega ubriaca, Lo specchio di Tina. "La notte è silenziosa e nell’abito del suo silenzio si nascondono i sogni. La Luna è spuntata e per la Luna occhi che controllano i giorni. O figlia dei campi, vieni per visitare la vigna degli innamorati. Può darsi che spegneremo con quel nettare la scottatura degli amori; ascolta l’usignolo dei prati fioriti, che diffonde la sua musica, in uno spazio immenso nel quale le colline hanno soffiato gli odori dei loro fiori! O mia giovane, non temere poiché le alte stelle serbano i misteri e la nebbia della notte in quella vigna ferace vela i suoi segreti; non temere la strega, essa dorme ubriaca nella sua taverna magica e il Re dei Ginn se passerà andrà via poiché l’amore lo incanta. Egli è innamorato come me, come potrà svelare i segreti del suo cuore?" Kahlil Gibran #notte #foglibruciatisparsi #fotografie #tonight #fumonero #selfportait #manipulation #justnow #fire #redphotostudio #redlight #photomagazine #paralleldimensions #passion #peccaticapitali #lussuria #mask #masks #bluehair #selfportraitstudio #lospecchioditina #reverseworld #betweenrealityanddreams #foglibruciatisparsi #photomanipulation #paralleldimensions #photography #burningshoot #nightvision #photostories #photoofthenight #troughmymirror https://www.instagram.com/tinatripodo/p/Byluv73I2d9/?igshid=19o9ba4suvmhd
5 notes · View notes
paoloxl · 5 years
Link
Alla fine del 2014, una famiglia in vacanza, a pranzo in una taverna su un’isola greca, assistette alla tragedia che si consumava sotto i loro occhi. Il corpo di un uomo veniva lavato a riva. Non sapendo cosa fare, chiamarono un’amica per chiedere aiuto e consigli.
L’amica era Catriona Jarvis, una giudice britannica in pensione che aveva lavorato a un nuovo impianto normativo per i diritti dei migranti scomparsi e morti e delle loro famiglie. La Jarvis partì per cercare di identificare l’uomo, e alla fine, con l’aiuto di attivisti locali, medici e altri, compresi i medici legali, ci riuscì. “Era un giovane siriano. Aveva solo 22 anni. Era una tragedia” ricorda Jarvis. Grazie all’aiuto, fu trovata anche la sua famiglia che, comprensibilmente, voleva che il suo corpo venisse rispedito a casa. Ma era impossibile restituire le sue spoglie alla Siria dilaniata dalla guerra, non da ultimo a causa di costi, complicazioni legali e burocratiche, quindi fu sepolto nel nord della Grecia. “La sua famiglia sa dov’è e può richiedere un visto per fare visita alla sua tomba.”
Questo evento e la consapevolezza che c’erano enormi lacune nei sistemi di identificazione di migranti scomparsi e morti e di ricongiungimento con i loro cari, portò Jarvis a coinvolgersi ancora più profondamente nella difesa dei diritti dei membri delle famiglie e dei cari di coloro che morivano lungo il percorso di migrazione.
Nel 2015 partì come volontaria per l’isola egea orientale di Lesbo, dove erano avvenuti numerosi naufragi e molti migranti erano morti. “Tutti provavano a fare qualcosa. L’obitorio dell’isola aveva spazio per soli due corpi e ce n’erano 70 ad aver bisogno di assistenza e cura. I familiari non sapevano cosa fare o dove andare.”
I corpi senza nome
Jarvis stessa organizzò un container refrigerato, da inviare a Lesbo come obitorio provvisorio, così che i corpi potessero essere conservati in sicurezza. “È ancora lì, all’ospedale. Spero non debba essere usato mai più.”
Sull’isola, dove la maggior parte dei migranti che attraversarono il Mediterraneo nel 2015 si dirigevano e in tanti morirono, era chiaro che non erano disponibili sufficienti risorse per badare ai corpi o ai diritti delle famiglie. E questo è ancora vero più di tre anni dopo, sebbene meno persone tentino traversate irregolari.
Generalmente c’è un lavoro di archivio e analisi dati post-mortem, sebbene la facilità e l’efficacia dipendano dal contesto. In Grecia, i campioni dovrebbero essere inviati ad Atene, dove il dipartimento di polizia giudiziaria è dotata di un sofisticato database. Ma le procedure in altri Paesi sono diverse. Quando il DNA viene prelevato da un corpo e confrontato, arrivare a una identificazione è possibile, ma è ancora raro che accada. Anche la decomposizione di un corpo rende difficile l’identificazione, e passaporti o altri documenti spesso non esistono.
Quando non si può risalire all’identità attraverso il DNA, il campione dovrebbe essere conservato perché potrebbe risultare utile per identificare l’individuo in futuro. Ma questo non avviene sistematicamente. Ogni Paese agisce diversamente. E le famiglie patiscono le conseguenze, dice Jarvis. “La carenza di comunicazione e coordinamento… causa enormi problemi alle famiglie e aggrava il loro dolore.”
Unidentified refugee, cimitero di Mytilini, 2015 Una crisi secondaria
La complessità e difficoltà dell’identificazione spiega in parte il fatto che l’archivio di dati relativi ai migranti dispersi  è finalizzato al conteggio dei morti e dei dispersi piuttosto che a tentare di identificarli o di rintracciarne le famiglie. L’assenza di dati e di conoscenza sulle identità dei morti è “una delle grandi tragedie taciute di questa catastrofe”, ha dichiarato Agnes Callamard, osservatore speciale delle Nazioni Unite sulle uccisioni extragiudiziali. È soprattutto una tragedia per le famiglie in disperato bisogno di una risoluzione. “Loro vogliono sapere, ‘Sono vivi o morti?’,” dice Jarvis. “Non possono piangere e non possono trovare una risoluzione se non sanno cosa è successo.”
Quando capita un disastro naturale, come lo tsunami nell’Oceano Indiano del 2004, una guerra o un attacco terroristico, ci sono riferimenti internazionali per i diritti umani e legali a gestire le conseguenze - per identificare i dispersi e i morti, per assicurare che i diritti dei defunti vengano rispettati. Gli obblighi da parte degli Stati sono abbastanza chiari.
Nel caso delle morti durante la migrazione, non c’è un quadro di riferimento simile, e leggi e procedure differiscono da un Paese all’altro. Anche quando ci sono leggi per le quali perseguire individui responsabili della morte dei migranti, come i trafficanti, i colpevoli difficilmente sono stati consegnati alla giustizia, secondo Agnes Callamard.
Corpi ‘sparsi per tutta la Sicilia’
In Italia non c’è nemmeno l’obbligo legale di identificare il corpo di una persona morta durante la migrazione, dice Giorgia Mirto, ricercatrice del progetto Mediterranean Missing. Questo è stato uno dei primi lavori sistematici di raccolta dati e indagine comparativa dei risultati con i corpi dei migranti nel Mediterraneo e gli effetti della scomparsa di una persona sulle famiglie lasciate nel Paese di origine. La Mirto ha lavorato seguendo la scia dei corpi in Sicilia, dove, a causa della mancanza di posti destinati alla sepoltura dei  migranti e di conservazione dei cadaveri in attesa dell’autopsia, sono "sparsi su tutta l’isola".
Nelle rare occasioni in cui un corpo è stato identificato, spiega la Mirto, è successo dopo tanto tempo dalla sepoltura. Nel momento in cui la famiglia arriva per riprendere le spoglie, è probabile che siano state spostate in un cimitero nell’entroterra o in un’altra parte della costa siciliana. “Finora non ho mai mancato di ritrovare un corpo”, dichiara. Ma senza il suo aiuto, la gran parte delle famiglie non avrebbero potuto rintracciare le spoglie dei loro cari. E lei è in grado di portare avanti questo lavoro solo grazie al sostegno di progetti temporanei come Mediterranean Missing e Human Costs of Border Control.
Un passo avanti…
Il progetto Human Costs of Border Control raccomandava un database centrale di informazioni sui migranti morti o dispersi che aiuterebbe la loro identificazione e l’individuazione delle famiglie. Un’altra serie di raccomandazioni sono arrivate dalla Jarvis e dal progetto Last Rights che gestisce con un altro avvocato per i diritti umani, Syd Bolton, che prevede appelli ai Paesi per istituire un’autorità unica, responsabile per il coordinamento dei lavori legati ai migranti morti o dispersi, come per esempio la creazione di un database dei DNA, con opportuni firewall di sicurezza, attraverso i quali incrociare informazioni genetiche con quelle dei familiari.
Lo scorso maggio, il progetto della Jarvis ha fatto un passo avanti -la Dichiarazione di Mytilini, firmata da molte persone di tutto il mondo. È stata adottata dalla Commissione Nazionale Greca per i Diritti Umani e potrebbe dare maggior forza alla sua causa negli ambienti politici.
Ma una delle cose principali che la dichiarazione richiede è che gli stati aumentino gli sforzi di ricerca e soccorso, che ha ricevuto un brutto colpo con la decisione dell’Unione Europea della scorsa settimana di sospendere le operazioni navali di soccorso nel Mediterraneo sotto l’operazione Sophia.
Con meno imbarcazioni capaci di recuperare vivi e morti, le spoglie dei migranti avranno ancora meno probabilità di essere recuperate, avverte Jarvis, aumentando l’impunità da parte delle autorità: "Ancora più corpi spariranno sotto le onde, non sapremo mai che erano lì".
5 notes · View notes
max-casagrande · 6 years
Text
Ars Arkana; Capitolo 3
Capitolo 3: Primi incantesimi
-Hai mai ucciso qualcuno?- domandò Tyrell. Teneva le braccia incrociate e si poggiava ad una parete, dando una spalla ad una delle finestre al primo piano della taverna. Shydow era seduto ad un tavolo, la mano destra che brillava di un acceso giallo con il palmo contro le braccia di Alyx. La luce rendeva difficile distinguere le varie ferite, che svanivano completamente quando la mano si spostava. Cicatrici, tagli, graffi... tutto svaniva nella luce tenue.
-Perché me lo chiedi?- chiese a sua volta senza distogliere lo sguardo dall'incantesimo.
-Perché non vuoi rispondere?-
-Anche se lo facessi, tu non saresti in grado di cambiare opinione su di me. Ti ci vorrà tempo, e anche parecchio.-
-Potrebbe volerci di meno se rispondessi alla mia domanda.-
La luce si spense e Shydow si alzò. Alyx rimaneva in silenzio, forse ancora troppo timida per parlare, e Lysandra era china su una grande marmitta a girare una minestra scura e densa, dietro il bancone. -Certo.- ridacchiò avvicinandosi a piccoli passi a Tyrell. -Ho iniziato con la mia famiglia: quando ottieni i poteri magici, hai un'implacabile voglia di usarli. E così ti chiedi: perché dovrei fermarmi? Chi sono loro per dirmi di smettere? Io sono superiore ad esseri così inferiori... così, una sera, li ho costretti a prendere un coltello a testa e ad uccidersi a vicenda, senza che potessero fare nulla.-
-D...davvero?- domandò il ragazzo deglutendo, quando ormai l'altro lo aveva raggiunto. I centimetri di differenza non erano molti, ma in quell'istante gli sembrava di star parlando con una montagna.
-Sì, come no, e poi sono venuto in un villaggio a dannarmi l'anima per far fuori un ciclope. Ma ti pare?! Da quando le persone con una treccina sulla faccia sono persone cattive?- chiese indicandosi il viso. -Non ho mai ucciso nessuno.- rassicurò poi tornando verso la ragazza. -Ci vorrà ancora molto?- domandò a Lysandra.
-È quasi pronta, sto aspettando che le patate finiscano di cuocersi.- rispose grattandosi la nuca.
-Fa male?- domandò titubante Alyx, una volta che Shydow si sedette di nuovo di fianco a lei. Si stringeva tra le spalle, continuando ad assecondare quell'istinto che le consigliava di farsi piccola il più possibile. -Fare la magia, intendo.-
-No, anche se mette una certa fame.- spiegò lui riprendendo quel sorriso rassicurante che aveva ogni volta che le parlava.
-Quindi... io sarei come te?- chiese Tyrell staccandosi dalla parete, avvicinandosi al tavolo dove i due erano seduti.
-Più o meno. Io sono molto più potente, come tu non sarai mai, ma in parole povere sì, sei come me.-
-E come potresti dirlo con tanta certezza?- domandò Lysandra, riempiendo una ciotola in legno con il contenuto della marmitta.
-“Basta” è una parola in Arkano, la lingua di tutti coloro che sanno manipolare l'energia magica.- spiegò Shydow verso la ragazza, inalando a pieni polmoni il profumo che veniva da quella direzione. Non ricordava di aver mai sentito un odore così buono. -Nello stesso istante in cui l'hai pronunciata, hai lanciato il tuo primo incantesimo.- aggiunse rivolgendosi a Tyrell. -Certo, non volevi. Hai visto tutta quella violenza e hai pensato “che sarà mai dire questa parola?”. Be', gli Arkani non lo pensano mai, soprattutto quando stanno per urlare.
-E che cosa significa “basta” in Arkano?- A chiedere questa volta fu Alyx.
-Basta.- rispose Shydow con tono ovvio, quasi confuso dalla domanda. -Ma è un basta diverso da quello che avete presente voi. Si usa solo in momenti molto seri. Ad esempio se qualcuno ti sta versando acqua in un bicchiere, per fermarlo non si dice “basta”. Non in Arkano, per lo meno. È una lingua che quasi da subito si era deciso di usarla solo per il suo scopo: la magia. Non si parla in Arkano, altrimenti le conseguenze sarebbero inenarrabili.-
-Tutti gli incantesimi sono in Arkano?-
-Sì, Tyrell, tutti gli incantesimi. Nasce da un'unione tra la lingua delle fate e quella dei draghi, codificata in maniera da essere semplice.-
-Lo dici come se fate e draghi esistessero davvero.- commentò Lysandra lasciando il vassoio sul tavolo, posizionando tre ciotole di fronte a sé, Alyx e Tyrell, lasciando la quarta dov'era.
Shydow sospirò prima di prenderla. -Esistono eccome, ma se non mi credi non fa nulla.-
-Parlando di cose più serie: si può curare?- chiese il ragazzo, infastidito dalla situazione.
-La magia? No, non si può... curare. Puoi scegliere se imparare a controllarla o meno.-
-Ma io non l'ho mai voluta! Io non voglio essere... questo! Voglio solo essere Tyrell!-
-Perché? Perché dovresti voler rinunciare ad un dono?-
-Essere inseguito dalla Chiesa non mi sembra qualcosa di vantaggioso...- commentò in risposta.
-Be'... sì, ma la magia ne vale la pena. Soprattutto per chi ha talento, e tu sembri averne.- disse Shydow impugnando un cucchiaio. -Far svanire nel nulla un'evocazione senza nessun tipo di addestramento è qualcosa che oserei aggettivare come prodigioso, senza contare che i maghi di norma non possono lanciare incantesimi senza strumenti. Avete del pane? Lo preferirei bianco.-
-Cosa vuol dire aggettivare?-
-Descrivere, più o meno. Direi che quello che ha fatto Tyrell è prodigioso. Ha rivelato grandi capacità.- rispose a Lysandra. -Avete del pane? Lo preferirei bianco.-
-Cos'ha di bello la magia? È un peccato.- ribatté Tyrell, seguendo con lo sguardo la sorella diretta alla dispensa.
-È un peccato per la Chiesa, mica per me. Per me è peccato non usarla. Comunque, in molti la descriverebbero come un'arte profonda e che migliora la vita. Io credo semplicemente che muovere le cose senza toccarle sia una gran figata, e sono solo le basi.- Shydow sembrò accorgersi di una scintilla di interesse nello sguardo del ragazzo, quindi continuò. -Controllare le menti, lanciare magie in generale, vedere nel futuro, leggere i pensieri delle persone... dopo un certo livello vige la regola “il tuo unico limite è l'immaginazione”.-
-Tu... come hai imparato?-
-Una volta, molto tempo fa, c'era una scuola. Da lì partiva tutta l'energia magica del mondo, e fluiva in tutti i mari e tutte le terre.-
-Come se quest'isola non fosse l'unica terra del mondo. Anche io so che non ci sono continenti oltre il mare. Sono come le storie che dicono che la fine dello spazio sia più distante di trecento leghe dal suolo, o che la terra sia sferica.- disse Lysandra con tono ovvio avvicinandosi con una grossa pagnotta.
-Se ti dicessi quanto è davvero grande il mondo ti spaventeresti.- sogghignò. -Tornando sul pezzo, io vi consiglio di venire con me.-
-Perché dovremmo?-
-Quale pezzo?- chiese poi Tyrell dopo Lysandra.
-Credete davvero che vi guarderanno di nuovo come prima? Per loro ormai siete mostri, entrambi, per giunta. Non si può però dire lo stesso di me, altrimenti sarei un gran bell'ipocrita. So che tu vuoi imparare ad usare questi poteri e che tu vuoi proteggerlo e sì, ho letto i vostri pensieri, prometto di non farlo più.- annunciò annoiato alzando la mano e mostrando le dita distese. -Se cancellate completamente tutte le idee che la Chiesa vi ha infilato in testa dalla vostra nascita, sarà anche facile. Non guardatemi con quelle facce.-
-Non ci stai chiedendo qualcosa di semplice.- commentò Lysandra.
Shydow però, invece di ribattere, puntò lo sguardo verso Alyx, che continuava a fissare la scodella colma di minestra. -Non mangi?- le domandò alzando un sopracciglio.
Gli occhi di lei si riempirono di stupore. -Posso?!- chiese lei incredula.
-Ovviamente!- esclamò Lysandra. -Di certo sono più propensa ad offrirla a te che a... lui...- aggiunse accennando a Shydow.
-L'ha preparata per te. E poi, finché stai con me, non puoi mica saltare i pasti.-
Confusa afferrò un cucchiaio e, titubante, lo immerse nella brodaglia. Tirandolo fuori si trascinò dietro anche un grosso pezzo di carota. Lentamente, con mano tremante dall'emozione, lo portò fino alla bocca, inspirando a pieni polmoni prima di iniziare a masticare. Gli occhi le divennero lucidi un istante prima di ingoiare, per poi di continuare a mangiare con maggiore rapidità e meno cura.
-Uno che distrugge città secondo te potrebbe dire qualcosa del genere?- domandò Tyrell a Lysandra. Shydow allungò un sorriso, perdendolo quando però il ragazzo puntò il proprio sguardo su di lui. -E va bene, qualsiasi cosa serva, io la farò.-
-Fr...-
-Lysandra, ha ragione, e non dirmi che non hai mai nutrito qualche dubbio anche tu. Adesso siamo i cattivi, quindi non possiamo avere ragione in ogni caso.-
-Devo ammetterlo, sei riuscito a fare in pochi minuti quello che avevo previsto avresti fatto in mesi. Sbalorditivo.- si complimentò Shydow lasciando il cucchiaio. Come per magia, adesso la ciotola era vuota, anche se nessuno dei tre lo aveva visto mangiare. -E poi sì, ha nutrito dei dubbi. Non guardarmi così, i tuoi pensieri implorano di essere letti!-
Lysandra, ignorando l'ultima frase e capendo che ormai era diventato qualcosa di normale, sospirò, porgendosi in avanti. -Fammi capire: noi veniamo con te e tu ti assicuri che... non veniamo uccisi? Insomma, anche io credo che restare qui non sia una buona idea. Gazwig troverà un modo per contattare la Chiesa.-
-In realtà ho una vera e propria missione da portare a termine, ma durante il viaggio nulla mi vieta di proteggervi o insegnarvi. Se mi seguirete, vi assicuro che non ve ne pentirete, e potrete vivere una vita che in molti possono solo immaginare.-
-Io ho già accettato!- esclamò Alyx a bocca piena.
Tyrell e Lysandra si scambiarono un paio di sguardi. Aveva ragione: quello che diceva la Chiesa gli sembrava sempre più strano e netto ogni secondo che passava, anche se non avevano mai veramente pensato fosse completamente vero. Lei era insicura ma suo fratello no, come se fosse tutta la vita che ci stesse pensando sopra.
-Ci hai convinto, verremo con te.- acconsentì Lysandra riportando lo sguardo sull'Arkano.
Si alzò non appena vide gli occhi della ragazza, allungando un sorriso. -Il mio nome è Shydow Bryden Neyer, sono uno degli Arser più potenti di sempre, e ora potete considerarvi sotto la mia protezione e la mia tutela.-
-Dovevi dirlo per forza.-
-Certo che no, ma suona bene, non trovi?-
In una foresta molto più ad ovest di Bryamor, lontana dalla più vicina delle città, si potevano sentire distintamente alcuni bisbigli. Nessuno ricordava da quanto, ma girava voce che quella foresta fosse completamente invasa dalle fate, abbastanza da darle il nome stesso di “Bosco delle fate”. La Chiesa continuava a ripetere che quel nome era errato, data l'inesistenza di tali creature, e che il vero nome fosse “Foresta di Zhivanna”. Ciò che continuava a non spiegare erano però quelle voci che si potevano sentire quando si camminava in uno dei sentieri che lo attraversavano e che, di notte, erano perfettamente udibili anche al di fuori dello stesso.
E quel giorno sembrava essere un'eccezione, visto che le voci si riuscivano a sentire anche da pochi minuti dopo mezzogiorno. Bisbigli, confusi e frenetici, che viaggiavano più veloci del vento da un albero all'altro.
-Hai visto? Era senza vestiti!- esclamò una voce, che sembrava star cercando di trattenere le risate.
-Quindi sei riuscito a vedere i segni.- constatò un'altra in risposta, questa volta più adulta. -Quello lì è della Chiesa, ne sono sicura.-
-Sai cosa ha detto Mamma, nessuno può avvicinarsi.- continuò la prima.
-Secondo voi Billy dovrebbe saperlo?- domandò una terza timidamente.
-Se deve saperlo, l'Albero glielo avrà già detto, no?- rispose una quarta con tono saccente.
-Ma lo hai visto? Ha i capelli bianchi come Mamma.-
-È caduto dal cielo come una di quelle stelle che ogni tanto scendono di notte.-
-Ha ragione! Ha ragione!-
-E quando si sveglia?-
-Ma siamo sicuri che sia buono?-
-E se ci strappa le ali?-
Un solo verso e tutte le voci si zittirono all'improvviso. Un sussurro autoritario, come quello di una madre nei confronti di un bambino.
Lysandra rimaneva ferma, con le braccia incrociate, all'entrata della locanda. Fissava insospettita le provviste viaggiare da sole verso il carro appena “ottenuto” dal mercante che, la sera prima, aveva sfidato Shydow. Di tanto in tanto si univano anche oggetti che né lei né Tyrell avrebbero voluto lasciare lì. Disegni, lettere, piccole scatole... fluttuavano indisturbate e con grazia fino ad un posto ben preciso del mezzo, incastrandosi alla perfezione e limitando lo spreco di spazio. La gabbia era stata distrutta dall'Arser, che aveva utilizzato il metallo per rinforzare le ruote e creando quelle che lui chiamava “molle”. Si trovavano sopra le travi, ma lei non riusciva a capire a cosa servissero, per quanto le osservasse.
Al posto del conducente, sedeva Alyx, che guardava di fronte a sé tenendosi le ginocchia al petto, circondando le gambe con le braccia.
-Tutto bene?- domandò Lysandra alla ragazza, che annuì timidamente dopo essersi voltata verso di lei. -Ti chiami Alyx, giusto?- Annuì di nuovo. -Conosci quel Neyer.-
-No.- rispose sussurrando.
-Lui sembra conoscerti.-
-Mi... mi ha chiesto come mi chiamo, se mi avesse conosciuto... non l'avrebbe fatto.- borbottò.
-Be', io non ho mai incontrato uno che fa tutta questa roba gratis. Uno così gentile non esiste né in cielo né in terra.- affermò massaggiandosi la nuca.
-Ti sei fatta male?-
-È da quando il ciclope è scomparso che ho uno strano dolore. Sono sicura che passerà con una dormita.- rispose facendo spallucce.
-Tutti pronti?- chiese Shydow uscendo dalla taverna. -Tyrell è in bagno, non dovrebbe metterci molto.-
Alyx annuì. -Perché lo fai?- domandò Lysandra.
-Che cosa?- domandò Shydow, voltandosi verso di lei.
-Anche ammesso che i maghi non distruggano per divertimento, nessuno è così gentile senza motivo.-
-Magari mi piace la compagnia.- rispose facendo spallucce. Il suo solito sorriso enigmatico si perse all'improvviso, facendo alzare un sopracciglio alla ragazza. -Tu eri qui ieri sera.-
-Ehm... già... sai, ci siamo incontrati qui.-
-Cosa succede?- chiese Alyx incuriosita avvicinandosi ai due.
-Qualcosa non quadra.- spiegò Shydow massaggiandosi il meno, come alla ricerca di qualche pelo in più nella corta barba non curata. -Tu dicevi alle persone che un ciclope sarebbe arrivato il giorno successivo, giusto?-
-Esatto.-
-E allora perché nessuno se n'è andato? Come facevi ad essere così calma?-
-Io... non lo so. Non sarebbe arrivato prima di mezzogiorno.- rispose lei con il tono di chi formula un'ipotesi.
-E come lo facevate a sapere? Con tutta questa precisione, tra l'altro. Non ci sono orologi in questo villaggio, una stima del genere sarebbe stata impossibile anche per un veggente.-
Lysandra ci pensò sopra per un paio di secondi, ma nulla. Detestava ammetterlo, ma aveva ragione. Quel che era successo, tuttavia, le sembrava così logico fino a quel momento. -Allora cosa sta succedendo?-
-Ho paura che qualcuno ci stia osservando. Che tutto quanto sia controllato, ma da qualcuno di inesperto. Scegliere come far avvenire eventi non è qualcosa di facile, e per lui deve essere la prima volta. Fa entrare un mostro in un villaggio con la precisione di un orologio di Kaminesh e si assicura che ci sia un bersaglio che pensi che tutto ciò è normale. Ma perché?-
-Hai idea di chi possa essere?- chiese Alyx.
-No. Mi viene in mente una sola persona, ma sono sicuro sia morto. E da parecchio tempo, aggiungerei...-
-Cosa è successo da parecchio tempo?- domandò Tyrell avvicinandosi al gruppo.
-Nulla.- rispose prontamente Lysandra, fissando Shydow con sguardo fermo. -Giusto?-
-La tua capatina in bagno, parlavamo di quanto ci stessi mettendo.- continuò l'Arser andando verso il carretto. Neanche Alyx disse una parola.
-Non vorrei essere colui che dice l'ovvio, ma non servirebbero dei cavalli?- chiese ancora Tyrell, notando l'assenza di animali d'avanti il mezzo.
-Cavalli? Dove andiamo noi non ci servono... cavalli.- rispose Shydow con voce profonda, sedendosi al posto del conducente e afferrando le briglie sciolte. -Se aveste visto quel opera stareste ridendo.-
-Quale opera?- domandarono i tre all'unisono.
-Non importa.- tagliò corto lui dando un colpo di frusta alle cinghie di cuoio, che si fermarono a mezz'aria come legate a destrieri invisibili. Ormai Tyrell e Lysandra stavano facendo l'abitudine a tutta quella magia, ma Alyx la osservò comunque meravigliata. -Partiamo.-
“Trenta giorni per tornare a casa...” pensò.
Circa trenta anni prima quella città neanche esisteva. La Chiesa aveva un metodo infallibile per capire dove costruire le loro “sacre” città: i cardinali uscivano nelle praterie con i loro bastoni, camminando con passo pacato, e, più o meno una volta per vita, il bastone affondava nel terreno di circa quaranta centimetri. Il terreno veniva consacrato e grazie ad ottimi architetti, operai eccellenti e qualche miracolo, la città sorgeva nel giro di un paio di mesi, pronta ad essere popolata. Era stato Zalomon, circa dieci anni prima, a consacrare quel luogo e ad invocare i miracoli che avevano fatto sorgere Zietra in meno di tre settimane.
La chiesa l'aveva fatta ergere dal terreno personalmente e completamente da solo, forse per mostrare a tutti cosa fosse veramente in grado di fare: pareti, vetrate, porte, campane... tutto usciva dal terreno lentamente come se scoperto dopo una lunga e silenziosa partita a nascondino. E proprio all'ultimo piano di quella chiesa, circa una decade dopo, Zalomon stava camminando a grandi passi, nel corridoio principale al piano più alto della chiesa, diretto alla camera dei moderatori. Era furioso. Il cielo si era annuvolato, non sapeva se per colpa sua o meno. In fondo, era di umore grigio.
-Chi non ha buone notizie per me, è meglio se cerca di lasciare l'isola.- affermò spalancando le alte porte di legno. I due moderatori si alzarono dalle poltrone al capo della tavola rettangolare e chinarono la testa, tenendosi le mani avanti. Alazog si passava due dita della mano destra sulla barba marrone scuro ben curata, massaggiandosi il mento. Teneva il volto puntato verso l'orizzonte, scrutandolo con attenzione attraverso la grande vetrata.
-Nessun purificatore o sacerdote riesce a capire come ciò sia potuto succedere.- cominciò Diz, il moderatore primario. -Non sappiamo come possa qualcuno aver lanciato un incantesimo con questa precisione nonostante la distanza.-
-Non ti ho chiesto di elogiarlo, ti ho chiesto buone notizie.- ringhiò Zalomon incredibilmente infastidito, lasciandosi cadere su una poltrona lato opposto della tavolata.
-Come se ce ne potessero essere.- interruppe Alazog senza voltarsi. Il suo tono era calmo, come se non lo riguardasse e non fosse nulla di serio. -Tuo figlio è letteralmente scomparso nel nulla dopo essersi trasformato in un Arkano. In una delle mie cerimonie private tra l'altro, temo di dovermi sentire offeso.-
-È una cosa seria, per l'amor del Tempo!-
-Sto attendendo istruzioni dal Sommo Parlatore. Anche tu starai facendo lo stesso, immagino. O devo immaginare che anche la tua fede vacilli di fronte a cose futili come l'amore nei confronti di un figlio?-
I due moderatori sgranarono gli occhi, lanciandosi a vicenda un'occhiata incredula cercando di muoversi il meno possibile. Una cappa di silenzio calò all'istante all'interno della sala, dove anche il battito dei cuori sarebbe potuto essere udibile. La tensione riusciva ad essere percepita in maniera distinta, come se i presenti fossero immersi al suo interno fino alle orecchie. Zalomon, con sguardo quasi vuoto e sereno, si alzò, e raggiunse Alazog con passo lento e cadenzato, scandendo il tempo, e lo guardò negli occhi. -Dillo di nuovo, e mi assicurerò che tutti i bastoni dei purificatori entrino per la loro interezza nel tuo sacro culo.- ringhiò in sussurro.
L'altro sembrò divertito, alzando le sopracciglia dallo stupore. -Bene, ti confermi di nuovo come l'unico cardinale non nato in una città, su un territorio sacro. Suppongo sia questa la vera natura che cerchi tanto di nascondere. Il tuo comportamento ortodosso è...-
-Qualsiasi cosa tu volessi dire, ormai ha smesso di interessarmi. Voi due, cosa credete di fare?-
Diz, l'altro moderatore, deglutì. -Pensavo di dire che il sacerdote Astryal è stato rapito da un Arser.-
-Certo, e poi inseriamo nella storia anche un drago.- ribatté Niz, il secondo moderatore. -Come reagirà il popolo sapendo che un diavolo è sulla terra? Nessuno potrebbe crederci, non importa se lo dice un parroco o il Parlatore. Per tutti non sono che una leggenda, sciocco. Quello che ci serve, è un potente stregone, che giustifichi l'uscita di una decina di purificatori dalla città.-
-Non dieci, uno.- corresse Zalomon con tono cupo, avvicinandosi ai due. -Sarò io ad occuparmi della situazione, personalmente. Chiunque altro interferirà ne dovrà rispondere direttamente a me, chiaro? Spargete la voce all'interno di tutta l'isola.-
-E cosa ne sarà della Chiesa, in tua assenza?- domandò Alazog con intenzioni di scherno.
-La gestirai tu, come sempre.- rispose sprezzante. -E non credo di dovervi dire che questa conversazione non è mai avvenuta.- aggiunse rivolgendosi ai due.
-Ai vostri ordini, eminenza.- conclusero Diz e Niz con un profondo inchino, allontanandosi a piccoli passi senza voltare le spalle.
Alazog, prima di parlare, attese che i due si fossero chiusi la porta alle spalle, e fossero a debita distanza per non sentire neanche una parola. -Cosa succederà quando te lo ritroverai davanti?- domandò senza distogliere lo sguardo dall'orizzonte.
-La conosci la maledizione dei purificatori, sai benissimo cosa succederà. Il mio corpo si muoverà da solo e io non sarò in grado di fare nulla.- rispose cupo Zalomon con il capo chino.
-Prima di benedire la tua missione, voglio sentirtelo dire.- Non c'era tregua o pietà in quel tono, solo odio verso la magia e un forte desiderio nel sentire quella previsione.
-Lo ucciderò, e mi verrà spontaneo farlo nel modo più doloroso possibile.-
Quello che nessuno dei due aveva considerato era la preoccupazione di Zenyth che, come nessuno sarebbe stato in grado di prevedere, si era appostato con l'orecchio sulla porta. Una mano sulla bocca, l'altra sul petto, per assicurarsi che fosse solo lui a sentire il suo cuore sul punto di esplodere. Ma anche lui era vittima della maledizione, e di intervenire non gli venne neanche in mente.
--__--
Twittatemi che io vi twitto i miei capitoli XD: https://twitter.com/FFMaxCasagrande
Scripta blog, il sito con cui sto mandando avanti la collaborazione che ha anche l'esclusiva di “Ars Arkana”: https://www.scripta.blog/
Ma lo sapevate che ho anche Instagram?: https://www.instagram.com/max_casagrande_dreamer/
Sono sempre alla ricerca di Beta-tester. Quindi, se volete, fatevi avanti!
Se avete un po' di tempo, fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo con una recensione o un commentino qui sotto, mi fa molto piacere XD. (E poi divento più bravo!)
Se vi va condividete il capitolo, così divento famoso!!! \(^o^)/ (mai vero, ma comunque apprezzo :P).
2 notes · View notes
lamilanomagazine · 1 year
Text
Rocca di Neto (KR): Ritorna la Festa dei Popoli
Tumblr media
Rocca di Neto (KR): Ritorna la Festa dei Popoli. Sarà un evento dinamico con momenti di gioco, stand, attività laboratoriali, musica e danze, favorendo processi di conoscenza, aperture, incontro e arricchimento reciproco. “All’interno di questo viaggio interculturale, - afferma il Sindaco Alfonso Dattolo - non viene meno la necessità di recuperare e valorizzare anche l’ identità culturale locale, le nostre radici, la nostra storia e le nostre tradizioni, che saranno parte integrante di un contesto multiculturale, come Rocca di Neto dimostra di essere quotidianamente, attuando politiche di integrazione ed accoglienza. Un ringraziamento alla Regione Calabria per aver contribuito alla manifestazione ed all’on. De Nisi per aver promosso il nostro progetto". Entusiasta il consigliere Genny Martino, responsabile e curatrice dell’evento: “Saranno quattro giornate di festa, per avvicinarsi alle culture e alle comunità che abitano il nostro territorio, in un’atmosfera di scambio reciproco, confronto, amicizia, fratellanza e pace. Rocca di Neto dimostra sempre di essere una comunità accogliente e solidale, e di questo dobbiamo esserne tutti orgogliosi. Con questa seconda edizione della Festa dei Popoli abbiamo deciso di ampliare l’offerta culturale, i momenti di riflessione e condivisione e quelli di spettacolo e integrazione, siamo soddisfatti del programma che abbiamo messo su.” Collaborazioni importanti in questa edizione con partner locali e regionali: ProLoco Neaithos di Rocca di Neto e l’Unpli, con l’Istituto Comprensivo di ROCCA DI NETO, il Gal Kroton, l’Unitá Pastorale di Rocca di Neto. Partnership anche con l’Associazione Sabir, Fili Meridiani, la sezione di Rocca di Neto dei Bersaglieri, il Circolo Cacciatori di Rocca di Neto e l’Associazione Teatrale Ferdinandea, Slow Food Crotone e l’Ordine degli assistenti sociali di Crotone. Tra i momenti culturali il convegno accreditato con l’ordine degli Assistenti sociali e l’Università della Calabria “Mediterraneamente, accoglienza linguaggio universale”. È prevista anche l’inaugurazione di un murale realizzato dall’artista Dario Aromolo, e l’intitolazione dell’area al pittore Mattia Preti che suggellerà la vicinanza con il comune di Taverna (Cz). Un momento importante sarà la firma del patto di amicizia dei comuni della Val di Neto, con l’intento di creare un'associazione per la promozione e la progettazione della valle del Neto. Ci sarà spazio anche per lo spettacolo con le esibizioni del Parto delle Nuvole Pesanti, degli Otto + street band, Dj Salerno, dei Sud Taranta, della banda musicale G. Verdi di Rocca di Neto e dell’Ass. teatrale Rocca Ferdinandea di Rocca di Neto. Grazie agli stand in piazza Giovanni Paolo II al centro del paese sarà possibile anche degustare pietanze locali e internazionali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
LIBERI DALLE BARRIERE
Mostra collettiva d’arte contemporanea a favore delle persone con disabilità
24 novembre – 3 dicembre 2022
SPAZIO BIG SANTA MARTA - Via Santa Marta, 10 - 20123 Milano
Curatela Artistica: Marco Eugenio Di Giandomenico
Curatela Organizzativa: Giovanna Repossi
Testimonial Evento: Alberto Amodeo
Conferenza stampa
15 novembre 2022, dalle ore 11.00 alle ore 13.00
Sala Conferenze di PALAZZO REALE – Piazza Duomo, 12 - 20121 Milano
Moderatrice Conferenza Stampa: Valentina Clemente
****************************
Martedì 15 novembre 2022, presso la Sala Conferenze di Palazzo Reale, in piazza Duomo n. 12 a Milano, si è svolta con successo la conferenza stampa di presentazione dell’evento LIBERI DA BARRIERE, curato artisticamente da Marco Eugenio Di Giandomenico e a livello organizzativo da Giovanna Repossi.
All’evento di presentazione, moderato dalla giornalista Valentina Clemente, hanno partecipato Stelio Campanale (Centro Studi Orange Table), Francesco Fabbiani (F&C Studio Legale Tributario), Silvia Meacci (1 Caffè Onlus), Riccardo Taverna (WeGlad), gli artisti Marco Marezza, Flavio di Renzo, Davide Scutece, Gigi Rigamonti, Emanuela Carrano, Riccardo Stellini, Giorgio Piccaia, Milo Lombardo e Giorgio Restelli (in arte Giores). E’ intervenuto anche il campione paralimpico Alberto Amodeo, testimonial dell’iniziativa. E’ stato proiettato in anteprima il cortometraggio dal titolo “Game (Is Not) Over”, per la regia di Riccardo Romani, prodotto da Robusto Films nel 2022 (produttori esecutivi: Giovanna Repossi e Francesco Fabbiani).
LIBERI DALLE BARRIERE è un’iniziativa organizzata dall’Associazione Centro Studi Orange Table, in collaborazione con l’Associazione 1 Caffè Onlus e il supporto tecnologico della piattaforma WeGlad, e consiste nell’esposizione di N. 25 opere d’arte, donate da artisti contemporanei, presso lo Spazio BIG SANTA MARTA, in via Santa Marta n. 10 a Milano, dal 24 novembre al 3 dicembre 2022.
Con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’annosa tematica delle barriere architettoniche per la mobilità di persone affette da disabilità nei centri urbani e promuovere una raccolta di fondi a favore di organizzazioni non profit operanti nel settore di riferimento (Fondazione Ariel e Il Balzo Onlus), a fronte di una contribuzione volontaria i visitatori potranno entrare in possesso di una o più opere.
Condividendo il charity leitmotiv dell’evento, contribuiscono con loro opere d’arte gli artisti Mauro Balletti, Crissi Campanale, Manuela Carrano, Silvia Ciaccio, Flavio Di Renzo, Chiara Dynys, Ottavio Fabbri, Piero Figura, Francesco Fornasieri, Letizia   Fornasieri, Marco Lodola, Milo Lombardo, Marco Marezza, Giorgio Piccaia, Giorgio Restelli (Giores), Gigi Rigamonti, Riccardo Romani, Marcos Domingo Sánchez, Francesco Santosuosso, Davide Scutece, Riccardo Stellini, Carla Tolomeo, Tsuchida  Yasuhiko.
Durante l’evento è proiettato il cortometraggio “Game (is not) over” di Riccardo Romani (produzione Robusto Films, produttori esecutivi: Giovanna Repossi e Francesco Fabbiani).
L’evento, che gode del patrocinio del Comune di Milano e di Palazzo Reale, nonché del supporto di varie realtà imprenditoriali per lo più operanti nel mondo dell’arte, è inaugurato giovedì 24 novembre 2022, ore 18:00-21:00, presso lo spazio BIG SANTA MARTA.
È promosso dalla piattaforma di comunicazione internazionale Betting On Italy (BOI), da sempre sensibile a sostenere mediaticamente le migliori iniziative di arte sostenibile.
0 notes
shipisnotaboat · 3 years
Text
2. Costantin. Luci notturne.
Pensieri di Costantin D’Orsay.
Sono al massimo dell’euforia. Vorrei ridere, vorrei gridare di gioia, vorrei cantare, vorrei... Mi sento come se potessi TOCCARE IL DANNATO CIELO!
Io, Costantin D’Orsay: lo stupido, l’incapace, il fallito, quello che non avrebbe mai concluso nulla nella vita, sono ad un passo dal diventare il nuovo governatore di Teer Fradee. Ed il merito è tutto tuo padre e di quell’ordine che hai dato, probabilmente nella sola speranza di eliminare per sempre il mio volto dalla tua vista e la mia voce dalle tue orecchie. Ma non sparirò, io farò davvero la differenza in questo Nuovo Mondo: sarò un governatore eccellente, farò in modo che tu abbia di che ricrederti padre e… forse..
...magari allora chissà... riuscirai a volermi bene, certo non quanto ne hai voluto a mio fratello, ma almeno ad accettare la mia esistenza, ad accettare il fatto che anche io sono tuo figlio…
Mi manca sai? Ogni volta che chiudo gli occhi vedo ancora il suo volto devastato dalla sofferenza ed il suo sguardo vuoto, incapace di cogliere la nostra presenza, tra i deliri e la febbre di quelle ferite per me troppo difficili da capire. Rivedo tutto, compreso il tuo dolore e poi quella rabbia che mi riversavi addosso, una rabbia che è presto diventata odio.
“Perchè non sei morto tu al suo posto?” Non lo so padre, non lo so. 
Non ho mai desiderato la morte di Simon, ma non voglio morire. Sento di poter dare qualcosa a questo mondo, DESIDERO davvero fare la mia parte.
Può apparire improbabile, ma ti assicuro che è così.
Amo la vita, ed anche se non mi lasciavi avvicinare al suo capezzale, ho promesso a Simon che avrei vissuto appieno ogni giorno, che lo avrei fatto anche per lui.
Tumblr media
Luci notturne
Sembrava una notte come tante a Sérène, un cielo nero ricoperto dalle solite nubi scure sembrava voler cancellare per sempre il chiarore delle stelle.
Ma per strada sopravvivevano sparuti fuochi: i fuochi solitari delle vie, minuti, di gruppi di poveracci sfrattati via da una casa appestata, o semplicemente troppo poveri per permettersi un tetto, ed i grandi roghi comuni nella Piazza dei Principi, cataste di corpi senza più un’identità e spesso senza neanche più un parente o un conoscente ancora in vita che potesse piangere per loro. La chiamavano Malicore: un male che da oltre quindici anni devastava il Continente, lasciando uomini e donne senza un rimedio, senza una cura e senza speranza, in preda a dolore e follia, in un viaggio lento e terribile verso una morte atroce.
Il degrado di Sérène sapeva stimolare tutti i sensi: la sporcizia e l’odore di urina  si mischiavano ai rivoletti fangosi che costeggiavano le vie ed i vicoli. Pochi dettagli distinguevano gli ambienti sicuri da quelli più malfamati, a riconferma che Sérène non era un luogo per stranieri, in cui girare tranquillamente.
Ad un tiro di sasso dall’iperattivo porto, brillavano altre luci, quelle della taverna in festa, nonostante tutto. Un gentile rampollo figlio del signore locale, il Principe D’Orsay, aveva sperperato una mezza fortuna per assicurarsi che il taverniere offrisse da bere alla sua salute a chiunque mettesse piede in taverna quella sera. Tre ore dopo, la stanza era un miscuglio di odore di alcool e sudore, nel locale sovraffollato erano radunati uomini e donne di ogni estrazione sociale. Qualcuno cantava, altri ballavano, alcuni amoreggiavano con prostitute a basso costo ed altri si limitavano a bere, il motivo di tali festeggiamenti, però, si era perso di vista da oltre due ore per buona parte dei presenti.
Seduta su una panca dirimpetta alle scale che conducevano al piano interrato, Célie De Sardet osservò la bolgia mischiarsi in un turbinio di colori. Il sorriso d’occasione stampato sul volto arguto, si era ormai trasformato in una sequenza di smorfie e sbadigli, nel tentativo di rilassare la mascella e fingersi impegnata quando il tizio accanto a lei, un borghesotto, tornò alla carica con domande a cui avrebbe risposto più volentieri con un’arma da fuoco, piuttosto che con la propria voce.
<Dunque…> no, per favore, non un’altra domanda... La testa sembrò voler esplodere, aveva esagerato con il vino, ma per quello persino Kurt si era messo in pace l’anima. L’indomani sarebbero partiti, lei e suo cugino Costantin, l’indomani avrebbero fatto il primo passo verso la cura. Come se fosse stato evocato magicamente, il capitano della Guardia del Conio le si sedette accanto proprio in quel momento. Nonostante sostenesse l’esatto opposto, il capitano si era sempre impegnato parecchio per proteggere i due principini, e con una notevole inventiva tra l’altro, a discapito degli sfregi sul volto, che gli conferivano sicuramente un’aria più truce, l’ex-mercenario possedeva un cervello sveglio e creativo.
Mise un braccio attorno alle spalle della sua giovane protetta e puntò gli occhi azzurri sulla figura del borghesotto, sfidandolo con una spocchia aristocratica che non gli era mai appartenuta e che spinse De Sardet a roteare al cielo gli occhi, divertita ed oltraggiata al tempo stesso.
<Mia cara, gli hai già spiegato che fine fanno quelli che puntano ai gioielli della corona?>
Ovviamente De Sardet decise di stare al gioco <Kurt, ti prego… non davanti a tutti…>
Dopo una breve occhiata al volto di Kurt, l’uomo percepì che non valeva la pena mettersi contro ad una guardia del conio. L’ex-mercenario ritirò il braccio e passò una tazza a De Sardet, una brodaglia calda e fumante, l’ideale per sperare di affrontare un’emicrania da sbronza.
<Ho perso il conto di questi buffoni. Intendi restare qui a lungo Sangue Verde?>
<Mi odieresti se ti dicessi di si?> lo provocò lei occhieggiando da dietro la tazza. Kurt non rispose ma il suo sguardo fu sufficientemente minaccioso da indurre un sorriso nella giovane donna.
<Cerchiamo Costantin, dubito che voglia venire con noi ma dobbiamo almeno provarci.> De Sardet si mise in piedi, Kurt la anticipò per aprirle un varco nel mucchio di gente, mentre scendevano le scale verso il piano inferiore. Costantin fu… relativamente facile da trovare, si era improvvisato una sorta di harem, con una prostituta seduta a cavalcioni di ogni gamba ed una terza in piedi accanto a lui, che tra moine e sussurri maliziosi, insinuava impunemente una mano nella sua camicia slacciata per convincerlo ad appartarsi con lei. Un tentativo che, a giudicare dalle attenzioni che il ragazzo concentrava su di lei, sembrava stesse andando a buon fine.
De Sardet mise le mani sui fianchi e rivolse alle donne uno sguardo di puro biasimo, qualcosa che solo lei sarebbe riuscita a fare, protettiva com’era nei confronti del cugino. Il principino D’Orsay in fondo era un bel giovane, con grandi occhi azzurri, capelli biondi ed una buona fisicità, frutto dei severi allenamenti di Kurt.
<Mia adorata cugina!> anche sepolto vivo da quelle signore del peccato, Costantin riuscì a percepire la presenza di De Sardet e ad allargare le braccia per accoglierla in una sorta di abbraccio a distanza. Avrebbe sempre trovato un posto per lei, il suo affetto era sincero, e non si sarebbe mai fatto alcun problema a manifestarlo. Cercò persino di ottenere un po’ di tregua dalle tre donne, con scarsi risultati, lo sguardo di rimprovero di De Sardet sembrò infiammare il loro spirito di competizione. <Ti stai… divertendo?> chiese Costantin. <Io torno a casa cugino, è molto tardi, vieni con noi?>
Costantin provò a sollevarsi dalla sedia, ma quelle tre, ormai alleate, non gli lasciarono molto spazio di manovra. Il ragazzo ridacchiò, poggiando una mano su un fianco della rossa seduta sulla sua gamba sinistra. L’altra, la mancina, la sollevò per fare un cenno, indice alzato e dritto, per cercare di sancire una tregua con la donna. Tornò in breve a rivolgersi alla cugina <Finisco di conversare con queste damigelle e rientro anche io cugina. Kurt…>
<...non ti preoccupare eccellenza, la riporto a casa sana e salva.> Concluse per lui l’ex-mercenario.
Costantin non fece in tempo a vederli andare via, le prostitute tornarono alla carica, più audaci e sfrontate di prima. Il giovane principe cercò di respingerne un paio, ma lo fece con la grazia di uno dei suoi sorrisi gioviali e le braccia allargate in segno di resa.
<Mie signore, fosse per me vi sposerei tutte e tre ma temo di essere dannatamente a corto di denari questa sera…> prese a tastare lungo la camicia e poi i lati dei pantaloni in corrispondenza dei fianchi, alla ricerca di un tintinnio metallico che non sarebbe mai arrivato. Come se avesse pronunciato una formula magica le tre si allontanarono come se gli avessero appena visto cambiare colore e forma, ridacchiando cercò di trattenerne almeno una, afferrandole il polso con dolcezza <...magari a credito?>
Sospirò nel vederla andare via, certo di averle strappato almeno una risata. Si rimise in piedi, immaginando con ottimismo la faccia sorpresa di sua cugina quando l’avrebbe raggiunta lungo la strada per casa. Si era promesso di non esagerare troppo questa sera, ed anche se barcollava come se fosse sul ponte di una nave in piena tempesta sapeva di essersi ridotto in stati ben peggiori negli anni passati.
Trovò un cappello e lo incalzò in testa, non era certo fosse il suo ma la misura sembrava corretta, almeno  finchè non mosse la testa e quello scivolò lungo la fronte sino a coprirgli gli occhi, il farsetto ricamato invece sembrava calzargli decisamente meglio, lo abbottonò sbagliando un paio di asole e dunque si incamminò su per le scale verso il piano principale e l’uscita. Non arrivò alla porta.
Quello che Costantin non poteva sapere, era che quel farsetto apparteneva a Ignace Richard, un giovane nobilotto dai capelli biondastri che, giusto la sera precedente, aveva perduto diversi soldi al gioco. La prima cosa che vide fu proprio il pugno che lo colpì in pieno volto, ancora prima di capire che cosa stesse succedendo era già impegnato in una rissa che dilagò a macchia d’olio nel salone principale.
Uno degli assalitori lo afferrò per il bavero, Costantin gli afferrò i polsi per trattenerlo e gli assestò un calcio frontale. Un secondo gli prese il braccio e lo colpì al costato, il dolore fu lancinante, tuttavia la parte peggiore fu quando il terzo lo scaraventò con la schiena su uno dei tavoli: lo caricò a testa bassa e fece in tempo a prendersi un paio di gomitate sui reni prima di riuscire a scaraventarlo sul ripiano, fracassando legno e stoviglie con un frastuono allucinante.
A dispetto di quanto il suo carattere facesse pensare, Costantin era stato allenato da Kurt molto più a lungo di sua cugina, e dunque risultò più complicato del previsto, per i suoi assalitori, metterlo ko.
Il più tarchiato se lo caricò su una spalla, per poi spingerlo contro la porta, le ante cedettero facilmente all’irruenza ed un attimo dopo Costantin si trovò riverso a terra in strada, dolorante, con il naso pieno dell’odore nauseabondo delle strade di Sérène e con quei tizi attorno a lui come lupi feroci a prenderlo a calci, poi il buio.
Riaprire gli occhi fu qualcosa di terribile, il sole, per quanto offuscato dalle solite nuvole grigie di Sérène e dalle assi che sigillavano la finestra, fu come uno schiaffo in faccia. La testa, pulsante, faticò a rimettere insieme pezzi e ricordi della sera precedente, ma quando finalmente riuscì a comprendere in che genere di guaio si fosse cacciato, il suo primo pensiero fu per sua cugina e per la marea che ormai sarebbe dovuta essere prossima, sperò che non fosse troppo tardi.
Quei tizi lo avevano spogliato del cappello e della giacca, ed ovviamente anche di ogni singola moneta ed oggetto di vago valore che potesse avere avuto indosso, stivali compresi, ma almeno non lo avevano legato. Si erano limitati a chiuderlo dentro ad una stanza senza apparenti vie d’uscita, nonostante i suoi tentativi nè la porta nè la serratura sembravano voler cedere, nemmeno a spallate.
<Signori! Sono sicuro che si tratta di un malinteso!> non importava quanto le sue stesse parole gli rimbombassero in testa, continuò quella nenia come un gatto in calore, camminando avanti ed indietro per quello sputo di stanza, continuando ad alzare la voce <Sono Costantin D’Orsay, figlio del principe Claude D’Orsay! So di per certo che si tratta di un equivoco e sono disposto a perdonarvi, ho troppi affari urgenti da sbrigare!!!>
Andò avanti per ore e non si fermò neanche quando gli si seccò la gola, poi sentì alcuni rumori all’esterno, forse venivano a consegnargli il pranzo o forse, decisamente più probabile vista la situazione, era riuscito a indurli a salire ad annerirgli l’altra metà della faccia, almeno avrebbero aperto la porta.
Ebbe pochi secondi per agire, e si impegnò per non sprecarne nemmeno uno, fu probabilmente per questo che non si accorse immediatamente che la persona che aveva appena aperto la porta, e che lui aveva scaraventato contro al muro violentemente trattenendola per il collo, non era altri che De Sardet. Se la trovò davanti con gli occhi sgranati, la voce strozzata a chiamarlo per nome.
<Costantin! Costantin sono io!>
<La mia adorata cugina!> La perplessità lasciò il posto ad una risata sollevata. L’abbracciò, la strinse con forza, in qualche modo doveva mostrare al mondo quanto fosse sinceramente felice di vederla, ma il tempo stringeva. Célie gli mise sulla testa il cappello ed il farsetto sulle spalle, ed arricciò il naso.
<Puzzi, sei pesto ed hai un aspetto orribile, ma stai bene! Vieni adesso, la nave sta per salpare!>
lo tirò per un polso, e lui non fece altro che rendersi la sua bambola di pezza e lasciarsi tirare, adorava quella sensazione: il calore dell’affetto, di quel legame che per anni li aveva tenuti insieme, come fratelli o, se possibile, molto di più. Non riusciva ad immaginarsi senza di lei e trovava assurdo come anche lei sembrasse condividere lo stesso pensiero.
Rimase indietro di un paio di passi, se non altro per chinarsi ed avanzare a saltelli mentre si infilava gli stivali che Kurt gli passava.
<Dobbiamo sbrigarci> continuò lei, con l’animo del condottiero <tuo padre ci ha mandato a cercarti, era preoccupato per te.>
Costantin avvertì l’aria scomparire dai suoi polmoni, di colpo. Rimase immobile, incapace anche solo di camminare, un lungo respiro fece da anticamera ad un tono lontano, distante, melanconico. <Mio padre…> non ce l’aveva con lei <...quando mai si è preoccupato per me?>.
Una domanda a cui nemmeno Célie sembrò riuscire a trovare risposta.
Tumblr media
4 notes · View notes