Tumgik
#Trattato per la proibizione delle armi nucleari
Text
L’appello al Governo italiano per la sottoscrizione al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari
New Post has been published on https://www.aneddoticamagazine.com/it/lappello-al-governo-italiano-per-la-sottoscrizione-al-trattato-per-la-messa-al-bando-delle-armi-nucleari/
L’appello al Governo italiano per la sottoscrizione al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari
Tumblr media
In un momento di grande apprensione mondiale che la guerra in Ucraina possa evolversi in un conflitto nucleare planetario, la Scuola Nazionale Ambiente constata con sconcerto che l’Italia non risulta tra le nazioni che hanno sottoscritto il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) già approvato ben cinque anni fa (2017) dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Inoltre, nonostante l’articolo 11 della Costituzione Italiana “ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”, l’Italia consente che le testate nucleari stazionino nel proprio territorio. Ecco quanto riporta l’Appello lanciato da Scuola Nazionale Ambiente al Governo e Parlamento Italiano: Appello messa al bando della armi nucleari
Premesso che
Che nel 2017, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) che vincola gli Stati firmatari a sviluppare, testare, produrre, realizzare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare gli armamenti nucleari, o anche permettere alle testate di stazionare sul proprio territorio. Ma anche a redigere piani definiti nel tempo e legalmente vincolanti per farlo. E ad assistere, incoraggiare o indurre altri Paesi ad essere coinvolti in tali attività proibite. mettere al bando le armi nucleari;
Che il 22 Gennaio 2021, tale Trattato ha raggiunto e superato le 50 adesioni indispensabili per l’entrata in vigore; Appello messa al bando della armi nucleari
Che, nonostante dall’articolo 11 della Costituzione Italiana (“l’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”), l’Italia non risulta tra i Paesi che hanno sottoscritto il TPNW nonostante ben 246 deputati e senatori avessero sottoscritto l’ICAN Pledge con il quale si impegnavano a sostenere il percorso di ratifica del Trattato in questione da parte del nostro Paese;
Che, come ha ammesso lo stesso presidente russo Putin nel intervento alla Conferenza sul Trattato di Non Proliferazione Nucleare (TNP): “Non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare e non dovrebbe mai essere scatenata, e sosteniamo una sicurezza uguale e indivisibile per tutti i membri della comunità mondiale”;
Che il 6 Agosto, in occasione dell’anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki da parte degli Stati Uniti, lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato che: “L’Italia sostiene con forza l’obiettivo di un mondo libero da armi nucleari, attraverso un approccio progressivo al disarmo che preveda il responsabile coinvolgimento di ogni Stato. L’agenda internazionale non può prescindere da questo traguardo”;
Che il 2 agosto 2022, alle Nazioni Unite, il Rappresentante Permanente dell’Italia all’ONU, Amb. Maurizio Massari, ha riaffermato che “l’Italia ribadisce la sua forte fiducia nel Trattato come pietra miliare del regime globale di non proliferazione nucleare, come componente essenziale degli sforzi di disarmo nucleare e come componente chiave dell’architettura multilaterale”.
Che, pur riconoscendo la “primaria importanza al Trattato di non-proliferazione e all’attuazione delle sue disposizioni, che restano il cardine del regime globale per il disarmo e la non-proliferazione nucleari” e che l’Italia punta al “raggiungimento di un mondo più sicuro e libero dalle armi nucleari, in linea con l’articolo VI dell’NPT”, il nostro Paese ha deciso di non partecipare, nemmeno come osservatore, alla Conferenza degli Stati parti del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari svoltasi a Vienna dal 21 al 23 Giugno scorsi e alla quale hanno partecipato altri rappresentati di Stati non firmatari del TPNW e Paesi alleati Nato;
Che il Governo italiano ha dichiarato sul proprio sito ufficiale che l’Italia è “convinta che disarmo e non-proliferazione non possano essere dissociati”;
Che, nonostante tutto ciò, il nostro Paese continua ad essere parte attiva del programma Nuclear Sharing della Nato, ospitando decine di testate nucleari statunitensi sul territorio italiano e che continuiamo ad ospitare sul territorio nazionale decine e decine di ordigni nucleari e che, secondo alcune fonti, l’Italia sarebbe addirittura pronta a mettere a disposizione anche i propri aerei da combattimento e i propri piloti per utilizzare ordigni nucleari;
Che, proprio per questo motivo, l’Italia sarebbe un potenziale bersaglio in caso di conflitto armato e che, dopo l’entrata in vigore del TPNW, l’Italia ospiterebbe sul proprio territorio armi di distruzione di massa proibite; Appello messa al bando della armi nucleari
Che non risultano essere state avviate iniziative ufficiali volte a sollecitare l’adesione al TPNW da parte dei Paesi aderenti alla Nato e delle altre nazioni dotate di arsenali atomici;
Ciò premesso, si chiede di conoscere Appello messa al bando della armi nucleari
– quale intende essere la posizione del Parlamento e del Governo in merito all’adesione al TPNW;
– quali sono le ragioni per le quali tale adesione non è ancora avvenuta;
– se, visto quanto previsto dal TPNW e visti i rischi che comporta continuare a mantenere ordigni nucleari sul territorio nazionale, il Governo e il Parlamento non ritengono opportuno uscire dal programma di Nuclear Sharing della Nato;
– quali iniziative ha intrapreso o intende intraprendere a breve l’Italia a livello internazionale nella direzione prospettata dal Presidente della Repubblica.
  Catania, 26.09.2022
  Scuola Nazionale Ambiente di Movimento Azzurro
0 notes
charlievigorous · 2 years
Text
Tumblr media
A VIENNA IL ”NUCLEAR BAN WEEK”- L’ITALIA NON ERA PRESENTE E POCHI NE SONO A CONOSCENZA | NoGeoingegneria
"...Dal 21 al 23 giugno a Vienna l’ONU ha organizzato la prima Conferenza degli stati che hanno già ratificato il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPAN). Ne sapevate qualcosa? No, probabilmente perchè pochi ne parlano in questo clima così pieno di paura e di guerra..."
17 notes · View notes
corallorosso · 4 years
Photo
Tumblr media
Ventidue gennaio, giorno di festa: da oggi le armi nucleari sono illegali. Ma l'Italia tentenna Una data da cerchiare in rosso. Rosso “festa”. Oggi è un giorno di festa per le campagne internazionali a favore del disarmo nucleare e per tutto il Mondo: entra in vigore (per i 51 Stati che lo hanno già ratificato) il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW), la prima norma internazionale che mette fuorilegge gli ordigni più distruttivi e inumani della storia. E’ il grido di gioia che sta percorrendo tutte le latitudini e che corona anni di sforzi della società civile, riunita in particolare nella International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN – Premio Nobel per la Pace 2017) di cui in Italia fanno parte Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo. Il Trattato TPNW che da oggi è legge (90 giorni dopo il raggiungimento della cinquantesima ratifica) proibisce agli Stati di sviluppare, testare, produrre, fabbricare, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare armi nucleari, o anche permettere che armi nucleari siano posizionate sul proprio territorio. Il Trattato è stato adottato all’ONU nel 2017 (alla presenza anche di attivisti italiani), purtroppo con una posizione contraria fin dall’inizio da parte dell’Italia. “Oggi festeggiamo! Perché il TPNW ribadisce uno dei principali obiettivi dell’ONU, il disarmo nucleare. E sostiene l’idea fondante del multilateralismo democratico: che anche gli Stati più poveri hanno lo stesso diritto di esprimersi dei più militarmente potenti – sottolinea Lisa Clark, co-presidente dell’International Peace Bureau e attivista di Rete Italiana Pace e Disarmo – I popoli hanno parlato e non intendono cedere alle decisioni prese solo dalle potenze nucleari. Siamo inoltre convinti che il posto dell’Italia sia insieme alla maggioranza degli Stati membri dell’ONU, dalla parte giusta della storia: quella che proibisce le armi più disumane e crudeli che l’uomo abbia mai inventato: gli ordigni nucleari”. (...) La rilevazione statistica (condotta da YouGov su un campione di oltre 1.000 persone nel novembre 2020) ha riscontrato come l’87% degli italiani sia favorevole all’adesione dell’Italia al TPNW (...) “Questo ultimo anno ha reso chiaro ciò che la maggior parte di noi ha sempre saputo – ha aggiunto Beatrice Fihn – nessun uomo dovrebbe avere il potere di distruggere l’umanità semplicemente premendo un bottone. Gli italiani non vogliono che i loro militari siano chiamati a commettere crimini contro l’umanità per conto degli Stati Uniti e della NATO. È immorale. È disumano. E da oggi è illegale“. (...) La risposta al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. E al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Tra una campagna acquisti e l’altra di “costruttori”, ne troveranno il tempo? Umberto De Giovannangeli
5 notes · View notes
overthedoors · 7 years
Photo
Tumblr media
Altri tre paesi firmano il Trattato per la proibizione delle armi nucleari 10.12.2017 - Tony Robinson Quest'articolo è disponibile anche in: Inglese Giamaica, St Vincent e Grenadine e Namibia firmano il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Foto di ICAN on twitter @NuclearBan)
0 notes
gregor-samsung · 6 years
Video
youtube
Pacco bomba nucleare dagli Usa
Manlio Dinucci
La nuova bomba nucleare B61-12 – che gli Usa si preparano a inviare in Italia, Germania, Belgio, Olanda e probabilmente in altri paesi europei – è ormai in fase finale di realizzazione. Lo ha annunciato il generale Jack Weinstein, vice-capo di stato maggiore della U.S. Air Force, responsabile delle operazioni nucleari, intervenendo il 1° maggio a un simposio della Air Force Association a Washington di fronte a uno scelto uditorio di alti ufficiali e rappresentanti dell’industria bellica.
«Il programma sta andando estremamente bene», ha sottolineato con soddisfazione il generale, specificando che «abbiamo già effettuato 26 test di ingegneristica, sviluppo e volo guidato della B61-12». Il programma prevede la produzione, a iniziare dal 2020, di circa 500 B61-12, con una spesa di circa 10 miliardi di dollari (per cui ogni bomba viene a costare il doppio di quanto costerebbe se fosse costruita interamente in oro). I molti componenti della B61-12 vengono progettati nei laboratori nazionali Sandia di Los Alamos, Albuquerque e Livermore (in New Mexico e California), e prodotti in una serie di impianti in Missouri, Texas, South Carolina, Tennessee. La bomba viene testata (senza carica nucleare) nel Tonopah Test Range in Nevada.
La B61-12 ha «qualità» interamente nuove rispetto alla attuale B61 schierata in Italia e altri paesi europei: una testata nucleare a quattro opzioni di potenza selezionabili; un sistema di guida che la dirige con precisione sull’obiettivo; la capacità di penetrare nel sottosuolo, anche attraverso cemento armato, esplodendo in profondità.
La maggiore precisione e la capacità penetrante rendono la nuova bomba adatta ad attaccare i bunker dei centri di comando, così da«decapitare»il paese nemico. Una B61-12 da 50 kt (equivalenti a 50 mila tonnellate di tritolo) che esplode sottoterra ha lo stesso potenziale distruttivo di una bomba nucleare da oltre un megaton (un milione di tonnellate di tritolo) che esplode in superficie.
La B61-12 può essere sganciata dai caccia statunitensi F-16C/D schierati ad Aviano, e dai Tornado italiani PA-200 schierati a Ghedi. Ma, per usare tutte le capacità della B61-12 (in particolare la guida di precisione), occorrono i nuovi caccia F-35A. Ciò comporta la soluzione di altri problemi tecnici, che si aggiungono ai numerosi verificatisi nel programma F-35, cui l’Italia partecipa quale partner di secondo livello. Il complesso software del caccia, che è stato finora modificato oltre 30 volte, richiede ulteriori aggiornamenti. Per modificare 12 F-35 l’Italia dovrà spendere circa 400 milioni di euro, che si aggiungono alla spesa ancora inquantificata (stimata in 13-16 miliardi di euro) per l’acquisto di 90 caccia e il loro continuo ammodernamento. Soldi che escono dalle casse dello Stato (ossia dalle nostre), mentre quelli ricavati dai contratti per la produzione dell’F-35 entrano nelle casse delle industrie militari.
La bomba nucleare B61-12 e il caccia F-35, che l’Italia riceve dagli Usa, fanno quindi parte di un unico «pacco bomba» che ci scoppierà tra le mani. L’Italia sarà esposta a ulteriori pericoli quale base avanzata della strategia nucleare degli Stati uniti contro la Russia e altri paesi. Non c’è che un modo per evitarlo: chiedere agli Usa, in base al Trattato di non-proliferazione, di rimuovere qualsiasi arma nucleare dal nostro territorio; rifiutare di fornire al Pentagono, nel quadro della Nato, piloti e aerei per l’attacco nucleare; uscire dal Gruppo di pianificazione nucleare della Nato; aderire al Trattato Onu sulla proibizione delle armi nucleari.
C’è qualcuno, nel mondo politico, disposto a non fare la politica dello struzzo?
5 notes · View notes
purpleavenuecupcake · 5 years
Text
Nato determinante per stabilità mondiale, così l'Ambasciatore Usa in Italia al "Corriere della Sera"
L’ambasciatore Usa Lewis Eisenberg su “Il Corriere della Sera”, parla di Nato, Italia e l’importanza di avere paesi con democrazie mature insieme in un’alleanza strategica, difensiva. “La forza della Nato risiede nella sua unità e nel suo essere fedele ai principi e agli obiettivi per i quali è stata creata. Il nostro impegno alla difesa collettiva di tutti gli stati membri rimane incrollabile, così come l'adesione ai valori condivisi di democrazia, libertà individuale, diritti umani e stato di diritto. Quando il trattato Nato fu firmato il 4 aprile 1949 da 12 Paesi, il Presidente Truman disse che l'Alleanza «non solo puntava ad affermare la libertà dall'aggressione e l'uso della forza nella comunità del Nord-Atlantico, ma s'impegnava attivamente a promuovere e mantenere la pace nel mondo». Tale rimane l'aspirazione collettiva dei Paesi Nato. L'Organizzazione ha avuto un ruolo di portata storica nel mantenere la pace, e oggi come allora garantisce la sicurezza, mentre affronta sfide nuove. Per decenni, gli alleati Nato hanno posto un argine all'espansione della dittatura comunista in Europa, garantendo che gli orrori della Seconda Guerra Mondiale non si ripetessero più. Dopo la Guerra Fredda, l'Alleanza si è adattata a circostanze nuove, creando partnership con Paesi un tempo avversari ed intervenendo nel conflitto nei Balcani. Più di recente, la Nato si trova ad affrontare la minaccia del terrorismo. Quando gli Stati Uniti sono stati attaccati l'11 settembre 2001, la Nato ha invocato l'Articolo 5 — la clausola di difesa collettiva — per la prima ed unica volta nella sua storia. Velivoli Nato hanno pattugliato i cieli degli Stati Uniti e insieme abbiamo combattuto fianco a fianco per contrastare il terrorismo in Afghanistan. Siamo particolarmente grati all'Italia per la leadership in Kosovo e per il lavoro comune in Afghanistan affinchè non torni ad essere un rifugio del terrorismo internazionale. Oggi insieme contrastiamo il terrorismo e collaboriamo per difenderci dalle minacce ibride e informatiche che colpiscono la nostra società. La Guerra Fredda è finita, ma la Nato resta centrale oggi come lo era nel 1949. Nuove sfide si aggiungono alle vecchie, dando vita ad un contesto geopolitico sempre più competitivo ed incerto. La Russia, invece di cooperare nell'affrontare le nuove sfide, mostra un'aggressività che minaccia la stabilità e la pace costruite in 70 anni. La Nato auspica il miglioramento delle relazioni con Mosca, e preferiremmo avere il Cremlino tra gli amici che tra i nemici, ma le azioni messe in atto dal governo rendono la Russia la principale minaccia alla sovranità e all'indipendenza degli stati europei ed ai valori che accomunano l'Occidente. La Russia con Vladimir Putin ha preso di mira le nostre istituzioni democratiche e finanziarie e le infrastrutture civili attraverso nuove forme di «guerra ibrida». Ha usato attacchi cibernetici per attaccare organizzazioni internazionali come l'Associazione Mondiale Anti-Doping e l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche. Sicari al soldo del Cremlino hanno usato un agente nervino di origine militare in un attacco sul suolo britannico che ha portato alla morte di un cittadino del Regno Unito. La Russia ha invaso e continua ad occupare territori appartenenti a Paesi sovrani come la Georgia e l'Ucraina. Minaccia le nostre città e i nostri cittadini, schierando batterie di missili nucleari in violazione del Trattato Inf. Una Cina sempre più determinata sta cercando di ampliare in modo aggressivo la sua influenza economica e politica in Europa, per sovvertire l'unità europea e transatlantica e riscrivere le regole e gli standard internazionali. Inoltre, non possiamo ignorare le sfide poste dall'Iran e dalla Corea del Nord, Paesi entrambi guidati da leader imprevedibili e con ambizioni nucleari. E poi il terrorismo, in particolare quello che proviene dal Mediterraneo e dall'Africa, continua a rappresentare una diretta minaccia per i nostri popoli e più in generale per la stabilità internazionale e per l'economia. Di fronte a tali sfide, gli Stati Uniti rimangono fermi nel loro impegno verso gli Alleati. Come ha dichiarato in maniera inequivocabile il Presidente Trump parlando a Varsavia nel 2017, «gli americani sanno che un'Alleanza forte di nazioni libere, sovrane e indipendenti costituisce la miglior difesa della nostra libertà e dei nostri interessi». L'impegno per la difesa collettiva dei nostri valori comuni e la sovranità dei Paesi membri sono le ragioni per le quali gli alleati hanno stabilito nel 2014 di aumentare gli investimenti per la difesa. Ci siamo impegnati a spendere almeno il 2% del Pil, e ad investire entro il 2024 almeno il 20% di tali stanziamenti nelle principali attrezzature militari. Incrementando gli investimenti nel settore difesa, aiutiamo la Nato a garantire che i nostri eserciti, le nostre forze aeree e navali siano addestrate, equipaggiate e pronte a partire in caso di crisi o conflitto, per rispondere ad ogni tipo di minaccia. Rafforzeremo le capacità della Nato di far fronte alle minacce ibride. Garantiremo inoltre che la Nato possa mobilitare le sue risorse per sostenere i nostri partner nella lotta al terrorismo, portare stabilità nelle aree di crisi e ridurre la possibilità di attacchi terroristici. Desideriamo collaborare con l'Italia nell'ambito del Dialogo Strategico annunciato dal presidente Trump e dal presidente del Consiglio Conte per proseguire il lavoro, ed investire in sforzi congiunti e multilaterali per migliorare la sicurezza e la cooperazione nella difesa nel Mediterraneo, anche attraverso 1'Hub Nato di Napoli.   Read the full article
0 notes
jamariyanews · 6 years
Text
L’Italia delle Tre Scimmie di fronte al rischio di guerra nucleare
By Manlio Dinucci
Global Research, December 23, 2018
ilmanifesto.it
 Quale reazione ha suscitato in Italia l’avvertimento del presidente russo Putin che il mondo sottovaluta il pericolo di guerra nucleare e che tale tendenza si sta accentuando? Significativo il commento de La Repubblica che parla di «toni molto allarmistici». Eloquente il silenzio praticamente assoluto dell’intero arco parlamentare. Come se l’Italia non avesse niente a che fare con la corsa agli armamenti nucleari che, ha avvertito Putin nella conferenza stampa di fine anno, potrebbe portare alla «distruzione dell’intera civiltà o forse dell’intero pianeta». Scenario non allarmistico, ma previsto dagli scienziati che studiano gli effetti delle armi nucleari.  Un particolare pericolo – sottolinea Putin – è rappresentato dalla «tendenza ad abbassare la soglia per l’uso di armi nucleari, creando cariche nucleari tattiche a basso impatto che possono portare a un disastro nucleare globale». A tale categoria appartengono le nuove bombe nucleari B61-12 che gli Usa cominceranno a schierare in Italia, Germania, Belgio, Olanda e forse in altri paesi europei nella prima metà del 2020. «L’alta precisione e la possibilità di usare testate meno distruttive – avverte la Federazione degli Scienziati Americani – possono portare i comandanti militari a premere perché, in un attacco, si usi la bomba nucleare, sapendo che la ricaduta radioattiva e il danno collaterale sarebbero limitati». L’Italia è corresponsabile del crescente pericolo di guerra nucleare poiché, violando il Trattato di non-proliferazione e non aderendo al Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari, fornisce agli Stati uniti in funzione principalmente anti-Russia non solo basi, ma anche aerei e piloti per l’uso delle bombe nucleari. Ciò avviene con il consenso esplicito o implicito (attraverso la rinuncia a una reale opposizione) dell’intero arco parlamentare.
L’avvertimento nucleare di Putin
Conte, Di Maio e Salvini
L’altro pericolo – avverte Putin – è rappresentato dalla «disintegrazione del sistema internazionale di controllo degli armamenti», iniziata con il ritiro degli Stati uniti nel 2002 dal Trattato Abm.  Stipulato nel 1972 da Usa e Urss, esso proibiva a ciascuna delle due parti di schierare missili intercettori che, neutralizzando la rappresaglia del paese attaccato, avrebbero favorito un first strike, ossia un attacco nucleare di sorpresa. Da allora gli Stati uniti hanno sviluppato lo «scudo anti-missili», estendendolo in Europa a ridosso della Russia: due installazioni terrestri in Romania e Polonia e quattro navi da guerra, che incrociano nel Baltico e Mar Nero, sono dotate di tubi di lancio che, oltre ai missili intercettori, possono lanciare missili da crociera a testata nucleare. Anche in questo caso l’Italia è corresponsabile: a Sigonella è installata la Jtags, stazione satellitare Usa dello «scudo anti-missili», una delle cinque nel mondo. La situazione è aggravata dal fatto che gli Usa vogliono ora ritirarsi anche dal Trattato Inf del 1987 (quello che eliminò i missili nucleari Usa schierati a Comiso), così da poter schierare in Europa contro la Russia missili nucleari a raggio intermedio con base a terra. Anche qui con la corresponsablità del governo italiano, che al Consiglio Nord Atlantico del 4 dicembre ha avallato tale piano ed è sicuramente disponibile all’installazione di tali missili in Italia. «Se arriveranno i missili in Europa, poi l’Occidente non strilli se noi reagiremo», ha detto Putin. Avvertimento ignorato da Conte, Di Maio e Salvini* che, mentre battono la grancassa sul «decreto sicurezza» anti-migranti, quando arrivano bombe e missili nucleari Usa mettendo a rischio la vera sicurezza dell’Italia, non vedono, non sentono e non parlano.
Manlio Dinucci   
*Presidente del Consiglio e vicepresidenti dell’attuale governo itaiano.
The original source of this article is ilmanifesto.it
Copyright © Manlio Dinucci, ilmanifesto.it, 2018
 Preso da: https://www.globalresearch.ca/litalia-delle-tre-scimmie-di-fronte-al-rischio-di-guerra-nucleare/5663833
  http://bit.ly/2G4Wn8K
0 notes
valeria-manzella · 7 years
Text
..MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO ALLA CONFERENZA DELL'ONU FINALIZZATA A NEGOZIARE UNO STRUMENTO GIURIDICAMENTE VINCOLANTE SULLA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI, CHE CONDUCA ALLA LORO TOTALE ELIMINAZIONE..[New York, 27-31 marzo 2017]..A Sua Eccellenza la Signora Elayne Whyte Gómez,Presidente della Conferenza delle Nazioni Unite, finalizzata a negoziare uno strumento legalmente vincolante per proibire le armi nucleari, che conduca verso la loro totale eliminazione..Saluto cordialmente Lei, Signora Presidente, e tutti i rappresentanti delle varie Nazioni, Organizzazioni Internazionali e società civile che partecipano a questa Conferenza. Desidero incoraggiarvi a lavorare con determinazione per promuovere le condizioni necessarie per un mondo senza armi nucleari. Il 25 settembre 2015, di fronte all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ho sottolineato che il Preambolo e il primo articolo della Carta delle Nazioni Unite indicano quali fondamenta della costruzione giuridica internazionale: la pace, la soluzione pacifica delle controversie e lo sviluppo delle relazioni amichevoli tra le nazioni. Un’etica e un diritto basati sulla minaccia della distruzione reciproca..e potenzialmente di tutta l’umanità..sono contraddittori con lo spirito stesso delle Nazioni Unite. Dobbiamo dunque impegnarsi per un mondo senza armi nucleari, applicando pienamente il Trattato di non proliferazione, nella lettera e nello spirito (Discorso ai membri dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 25 settembre 2015). Ma perché porsi questo impegnativo e lungimirante obiettivo nell’attuale scenario internazionale caratterizzato da un clima instabile di conflittualità, che è sia causa che indicazione delle difficoltà che si riscontrano nel promuovere e rafforzare il processo di disarmo e di non proliferazione nucleari?..Se si prendono in considerazione le principali minacce alla pace e alla sicurezza con le loro molteplici dimensioni in questo mondo multipolare del XXI secolo, come, ad esempio, il terrorismo, i conflitti asimmetrici, la sicurezza informatica, le problematiche ambientali, la povertà, non pochi dubbi emergono circa l’inadeguatezza della deterrenza nucleare a rispondere efficacemente a tali sfide. Siffatte preoccupazioni assumono ancor più consistenza quando consideriamo le catastrofiche conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari con devastanti effetti indiscriminati e incontrollabili nel tempo e nello spazio. Simile motivo di preoccupazione emerge di fronte allo spreco di risorse per il nucleare a scopo militare, che potrebbero invece essere utilizzate per priorità più significative, quali la promozione della pace e dello sviluppo umano integrale, così come la lotta alla povertà e l’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Dobbiamo anche chiederci quanto sia sostenibile un equilibro basato sulla paura, quando esso tende di fatto ad aumentare la paura e a minare le relazioni di fiducia fra i popoli. La pace e la stabilità internazionali non possono essere fondate su un falso senso di sicurezza, sulla minaccia di una distruzione reciproca o di totale annientamento, sul semplice mantenimento di un equilibrio di potere. La pace deve essere costruita sulla giustizia, sullo sviluppo umano integrale, sul rispetto dei diritti umani fondamentali, sulla custodia del creato, sulla partecipazione di tutti alla vita pubblica, sulla fiducia fra i popoli, sulla promozione di istituzioni pacifiche, sull’accesso all’educazione e alla salute, sul dialogo e sulla solidarietà. In questa prospettiva, abbiamo bisogno di andare oltre la deterrenza nucleare: la comunità internazionale è chiamata ad adottare strategie lungimiranti per promuovere l’obiettivo della pace e della stabilità ed evitare approcci miopi ai problemi di sicurezza nazionale e internazionale. In tale contesto, l’obiettivo finale dell’eliminazione totale delle armi nucleari diventa sia una sfida sia un imperativo morale e umanitario. Un approccio concreto dovrebbe promuovere una riflessione su un’etica della pace e della sicurezza cooperativa multilaterale che vada al di là della ..paura..e dell’isolazionismo..che prevale oggi in numerosi dibattiti. Il conseguimento di un mondo senza armi nucleari richiede processi di lungo periodo, basati sulla consapevolezza che..tutto è connesso..in un’ottica di ecologia integrale (Laudato si’, 117, 138). Il destino condiviso dell’umanità richiede di rafforzare, con realismo, il dialogo e costruire e consolidare meccanismi di fiducia e di cooperazione, capaci di creare le condizioni per un mondo senza armi nucleari. La crescente interdipendenza e la globalizzazione significano che qualunque risposta diamo alla minaccia delle armi nucleari, essa debba essere collettiva e concertata, basata sulla fiducia reciproca. Quest’ultima può essere costruita solo attraverso un dialogo che sia sinceramente orientato verso il bene comune e non verso la tutela di interessi velati o particolari; questo dialogo dovrebbe essere il più inclusivo possibile di tutti: Stati nucleari, Paesi non possessori di armi nucleari, settore militare e quello privato, comunità religiose, società civile, Organizzazioni internazionali. In questo sforzo dobbiamo evitare quelle forme di recriminazione reciproca e di polarizzazione che intralciano il dialogo invece di incoraggiarlo. L’umanità ha la capacità di lavorare insieme per costruire la nostra casa comune; abbiamo la libertà, l’intelligenza e la capacità di guidare e dirigere la tecnologia, così come di limitare il nostro potere, e di metterli al servizio di un altro tipo di progresso: più umano, più sociale e più integrale (ibid., 13, 78, 112; Messaggio alla XXII sessione della Conferenza delle Parti alla Convenzione-Quadro dell’ONU sui cambiamenti climatici (COP-22), 10 novembre 2016). Questa Conferenza intende negoziare un Trattato ispirato da argomenti etici e morali. Si tratta di un esercizio di speranza e mi auguro che possa rappresentare anche un passo decisivo nel cammino verso un mondo senza armi nucleari. Sebbene questo sia un obiettivo di lungo periodo estremamente complesso, non è al di fuori della nostra portata. Signora Presidente, formulo i miei migliori auguri affinché i lavori di questa Conferenza possano essere proficui e diano un contributo efficace nell’avanzamento di quell’etica della pace e della sicurezza cooperativa multilaterale, di cui oggi l’umanità ha tanto bisogno. Su tutti i partecipanti a questo significativo incontro e su tutti i cittadini dei Paesi che rappresentate invoco la Benedizione dell’Onnipotente..Vaticano, 23 marzo 2017..Francesco..
0 notes
corallorosso · 4 years
Photo
Tumblr media
"No bomb" giorno storico: in vigore il trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Cosa farà l'Italia? In un mare di pessime notizie, finalmente una “goccia” di positività. Ma è una “goccia” pesante, storica. Proprio in occasione della 75ª Giornata delle Nazioni Unite, che segna l’inizio della Settimana Internazionale per il Disarmo, una importante e storica notizia ha rallegrato la comunità internazionale per il controllo degli armamenti e per la pace. Con il deposito della ratifica dell’Honduras si sono infatti raggiunte 50 adesioni al Trattato di Proibizione delle armi nucleari (TPNW) che così entrerà in vigore tra 90 giorni, il 22 gennaio 2021. Una tappa cruciale per la norma internazionale che ha l’obiettivo di mettere le armi nucleari fuori legge fortemente voluta dalla società civile internazionale a seguito di una forte “iniziativa umanitaria” (sostenuta da molti Paesi ed organizzazioni, tra cui la Croce Rossa Internazionale) e ottenuta con il voto alle Nazioni Unite del luglio 2017. Oggi dunque si concretizza un nuovo passo verso la totale eliminazione dalla faccia della terra delle armi più distruttive mai costruite dall’umanità: con la cinquantesima ratifica e la conseguente l’entrata in vigore il Trattato TPNW diventa infatti la prima legge internazionale vincolante, per chi ha firmato e ratificato, contro questi sistemi d’arma. “La Rete Italiana Pace e Disarmo e Senzatomica (membri italiani della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) si rallegrano e gioiscono per il risultato ottenuto anche grazie allo sforzo della società civile italiana e internazionale e si impegneranno fin da subito affinché il numero degli Stati aderenti al Trattato possa aumentare, a partire dall’Italia”. (...) Il Trattato TPNW proibisce specificamente l'uso, lo sviluppo, i test, la produzione, la produzione, la fabbricazione, l'acquisizione, il possesso, il possesso, l'immagazzinamento, il trasferimento, la ricezione, la minaccia di usare, lo stazionamento, l'installazione o il dispiegamento di armi nucleari. Il Trattato rende illegale per i paesi che lo firmano permettere qualsiasi violazione nella loro giurisdizione o assistere, incoraggiare o indurre qualcuno ad impegnarsi in una di queste attività. Il Trattato rafforza la norma contro le armi nucleari come primo strumento legale per vietarle. (...) Umberto De Giovannangeli
5 notes · View notes
overthedoors · 7 years
Photo
Tumblr media
Altri tre paesi firmano il Trattato per la proibizione delle armi nucleari 10.12.2017 - Tony Robinson Quest'articolo è disponibile anche in: Inglese Giamaica, St Vincent e Grenadine e Namibia firmano il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (Foto di ICAN on twitter @NuclearBan)
0 notes
overthedoors · 7 years
Photo
Tumblr media
Susi Snyder, ICAN: “Questa è l’occasione per dare la priorità agli esseri umani” 10.10.2017 - Dario Lo Scalzo Quest'articolo è disponibile anche in: Inglese (Foto di Dario Lo Scalzo)
0 notes
corallorosso · 7 years
Photo
Tumblr media
Nucleare, quante sono le armi atomiche nel mondo La a scelta dell'Accademia svedese di assegnare il premio Nobel all'Ican, la campagna internazionale per la messa al bando delle armi nucleari, è sembrata un messaggio diretto contro l'escalation diplomatica tra Corea del Nord e Stati Uniti. In realtà la minaccia atomica esula dai continui litigi tra Pyongyang e Washington. Oggi secondo le stime di istituti indipendenti come la Federazione degli scienziati o la Defence Intelligence Agency si stima che nel mondo ci siano almeno 15 mila testate. Numeri molto lontani da quelli della Guerra fredda, ma rispetto ad allora gli ordini sono diventati molto più potenti e precisi. In questo scenario si è innestata anche l'iniziativa presentata all'Onu da un centinaio di Stati membri per l'introduzione di un trattato per la proibizione degli armamenti atomici. Il testo è stato adottato dalla conferenza delle Nazioni unite all'inizio di luglio 2017 e reso aperto alla firma dei membri dal 20 settembre. Alla fine il trattato è stato firmato da 53 stati ed entrerà ufficialmente in vigore il 20 dicembre 2017. Com'era prevedibile i nove fratelli dell'atomo, Stati Uniti, Russia, Francia, Israele, Cina, Pakistan, India e Corea del Nord non hanno aderito. Ma anche l'Italia ha preferito sfilarsi, anche perché sul nostro territorio sono presenti ancora una sessantina di bombe a caduta americane. (Lettera 43)
22 notes · View notes
corallorosso · 7 years
Photo
Tumblr media
Trattato Onu contro le armi nucleari, la NATO proibisce ai 29 Stati Membri di aderire (e nessuno si indigna) di Il Simplicissimus* Il 19 settembre scorso, subito dopo il discorso di morte e distruzione fatto da Trump, presidente di un impero impazzito dove la gente si difende dagli uragani sparando, l’Onu ha aperto la firma sul trattato di messa al bando delle armi nucleari che impegna chi lo sottoscrive a non produrre, possedere, usare o minacciare di usare questi ordigni. Immediatamente però la Nato ha proibito ai 29 paesi così sfortunati da farne parte di aderire a questo impegno esautorando così i parlamenti e minacciando oscuramente quei Paesi che volessero siglare l’accordo (122 fino ad ora) a riflettere attentamente sulle sue implicazioni, cosa che non vuol dire nulla, ma che si profila come evidente intimidazione mafiosa. L’alleanza insomma non perde occasione di mostrare come sia parte integrante della governance europea, la mano armata del neo liberismo e non ci pensi nemmeno a rinunciare – ovviamente per la causa della pace – alle armi atomiche: infatti la proibizione di firmare nasce dal timore di dover ritirare gli arsenali nucleari sparsi un po’ ovunque sul territorio europeo, chiara violazione del vecchio trattato di non proliferazione, a garanzia certa dell’armageddon continentale in caso di guerra e come presa di ostaggio delle popolazioni con la scusa ahimè fin troppo consunta, anche se ancora buona per i cretini, di difenderla. Così i buoni sciumbasci europei hanno detto si buana a Trump e sdegnosamente non hanno firmato. Benissimo, ma allora se è così, se la non proliferazione non accresce la sicurezza in base a quale criterio o quale fantasma di un possibile e di fatto inesistente diritto internazionale, si minacciano di distruzione Paesi che si dotano di armamento nucleare? Non ci potrebbe essere esempio più chiaro della sfrontatezza dell’impero che nello stesso giorno con una mano anzi con un orrido parrucchino minaccia la distruzione della Corea del Nord perché sperimenta armi atomiche e missili (che tra l’altro di per sè non hanno nulla di nucleare) e dall’altra ordina ai Paesi soggetti alla Nato di non firmare un trattato sulla denuclearizzazione.
3 notes · View notes
overthedoors · 7 years
Photo
Tumblr media
Firenze: all’isolotto iniziativa per il disarmo nucleare 14.12.2017 - Firenze - Redazione Italia Premio Nobel per la Pace 2017 (Foto di ICAN) Alla Comunità dell’Isolotto domenica 17 dicembre 2017 dalle ore 10,30 alle Baracche di via degli Aceri il Comitato “Fermiamo la Guerra” affronta il tema dell’urgenza della messa al bando delle armi nucleari dando informazioni sulla Campagna ICAN (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) per l’abolizione delle armi nucleari e sull’Appello perché anche l’Italia aderisca al trattato sulla proibizione delle armi nucleari Interverranno Moreno Biagioni, Angelo Baracca e Gianfranco Tomassini del Comitato “Fermiamo la guerra”.
0 notes
overthedoors · 7 years
Photo
Tumblr media
Assegnato a ICAN il Premio Nobel per la Pace 2017 06.10.2017 - Svezia - Pressenza IPA (Foto di Ralf Schlesener) Il Nobel per la Pace 2017 è stato assegnato a ICAN, la campagna internazionale contro le armi nucleari per “il suo lavoro nel portare l’attenzione sulle conseguenze umanitarie catastrofiche di qualsiasi uso delle armi nucleari e per i suoi sforzi fondamentali per ottenere un trattato che metta al bando queste armi”.
0 notes
overthedoors · 7 years
Text
Belgio: a favore del TPAN l’ex Segretario Generale della NATO e l’ex-Primo Ministro
Tumblr media
13.12.2017 – Redazione Italia Dal Belgio arriva una buona notizia relativa al Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari. Il giorno dopo il conferimento del Premio Nobel per la Pace a ICAN l’ex Segretario Generale della NATO Willy Claes (socialdemocratico) e l’ex Primo Ministro del Belgio Yves Leterme (cristiano democratico) hanno pubblicato un editoriale sul principale quotidiano belga, De…
View On WordPress
0 notes