Tumgik
#UDITE AMANTI
cristinabcn · 2 years
Text
ESPAÑA: LA ACCADEMIA DEL PIACERE, FAHMI ALGHAI y NURIA RIAL Presentan "UDITE AMANTI" En el ESPACIO TURINA DE SEVILLA
ESPAÑA: LA ACCADEMIA DEL PIACERE, FAHMI ALGHAI y NURIA RIAL Presentan “UDITE AMANTI” En el ESPACIO TURINA DE SEVILLA
La viola da gamba de Fahmi Alqhai y Accademia del Piacere y la voz de la soprano tarraconense Nuria Rial se aúnan para visibilizar la obra de la veneciana Barbara Strozzi. Sevilla, domingo 16 de octubre de 2022.- La soprano catalana Nuria Rial y el violagambista Fahmi Alqhai colaboran, de forma muy exitosa, desde hace varios años. Ahora vuelven a unirse para mostrar la obra de una de las…
Tumblr media
View On WordPress
1 note · View note
m2024a · 6 months
Video
L'ultima bomba di gossip: "Checco Zalone e Virginia Raffaele..." È una vera e propria bomba quella che Fabrizio Corona ha sganciato sul web per la gioia degli amanti dei gossip. Secondo l'ex re dei paparazzi, c'è una nuova coppia del mondo dello spettacolo che si sta frequentando lontano da occhi indiscreti, quella composta da Checco Zalone e Virginia Raffaele. Nessuna voce era circolata sui due comici, ma la soffiata di "Furbizio", come è stato ribattezzato da Dagospia, sembrerebbe basarsi su fonti attendibili. Fine della relazione con Mariangela Secondo Corona il comico barese avrebbe lasciato l'ex compagna, Mariangela, che era al suo fianco da oltre vent'anni e che gli ha dato due figlie, da tempo e avrebbe acquistato un'altra casa nella sua amata città, Bari, per rimanere comunque vicino alle sue bambine. Allo stesso tempo avrebbe compiuto un altro passo significativo, comprando un appartamento a Roma e non per motivi di lavoro, o almeno non solo per quello. "Come mai proprio Roma? A quanto pare il cuore dell'uomo che da anni fa ridere l'Italia intera è occupato, udite udite, dall'imitatrice più in auge che ci sia in Italia in questo momento: Virginia Raffaele", ha scritto Fabrizio Corona sulle pagine del suo sito Dillinger, svelando che i due comici si starebbero frequentando da tempo. Checco Zalone e Virginia Raffaele "È un amore che hanno tentato di tenere nascosto, ma sappiamo che, ogni qualvolta lui venga a Roma, e questo accade molto spesso, si vedono e consumano il loro sentimento sempre più vivace", ha proseguito l'ex re dei paparazzi, dando per certa la notizia della relazione tra Checco Zalone e Virginia Raffaele grazie alle sue fonti. I due volti noti della comicità italiana avrebbero scelto di mantenere privata la loro relazione per evitare di dare in pasto alle riviste di gossip la storia, ma Fabrizio Corona ha anticipato tutti e la notizia ha già fatto il giro della rete. "Checco Zalone è da sempre ossessionato dal gossip e dall’apparire sui giornali per quanto riguarda le notizie sulla sua vita privata", ha proseguito l'ex di Belen. Insomma, Checco Zalone avrebbe rivoluzionato la sua vita privata ma avrebbe cercato di mantenere il massimo riserbo sulla frequentazione con l'imitatrice Virginia Raffaele. Al momento i diretti interessati non hanno commentato il pettegolezzo, ma la bomba di gossip sganciata da Corona potrebbe costringerli (forse) a uscire allo scoperto. Anche solo per una smentita.
1 note · View note
danzameccanica · 3 years
Text
Tumblr media
L’innovazione e l’importanza globale del punk si era canalizzata nei disagi e nei lati più crepuscolari, violenti e corporei del post-punk. Raramente il mondo post-punk è uscito dal regno delle ombre fino al 1984, fino al New Romantic o fin quando la new-wave è diventata synth-pop. I Felt erano amanti di Lou Reed, di Peter Gabriel, dei T.Rex e degli – udite udite -  Yes (ispirazione che hanno sempre dovuto declinare perché era impensabile ascoltare ancora prog nei primissimi anni ’80) !!! Ma soprattutto Lawrence Hayward amava Tom Verlaine e i Television, sia per l’animo poetico del frontman e sia per i suoi soliloqui con la chitarra. E Hayward finirà per creare i suoi Felt: una creatura intima, calda e introspettiva; essi appartengono al mondo malinconico del post-punk ma emergono di più sul lato etereo e rilassante pescando dal cappello delle influenze i The Wake e i Cocteau Twins.
Tumblr media
La voce tremolante e afona, i testi poetici con vocaboli ottocenteschi, le meravigliose e uniche chitarre… Lo strumento di Hayward è la vera voce principale; lo si sente nella meravigliosa, straziante, solitaria “Evergreen Dazed”: un’intro strumentale dove la chitarra solista canta letteralmente. Non ci sono overdrive, non ci sono iper-tecnicismi, anzi, spesso si sente quella registrazione casalinga dove una nota difficilmente suona come l’altra, passando da una vibrazione a un’incertezza. Ma Hayward è un chitarrista eccezionale, ha un passato classico da autodidatta che decide di rinunciare alla classica posizione-impostazione da chitarrista standard per diventare un cantore orfico privo di assoli ma non privo di bravura. Tutti i brani hanno una batteria appena accennata, la chitarra senza overdrive con eco e flanger che dipinge bianchi paesaggi nebbiosi di rugiada. In “Worship the Sun”, unico esempio abbastanza movimentato, si sentono i Velvet di Loaded; tutto il resto del disco è un ipotetico matrimonio fra “Marquee Moon” e “Sugar Hiccup”. Dopo quattro album sull’inglese Cherry Red Records arriveranno ad essere corteggiati e conquistati dalla Creation Records la quale non apporrà su di loro il suo classico trademark fumoso e fumogeno ma li lascerà andare un pochino più verso il folk-rock con delle vocalità appena più intonate, le chitarre sempre in primo piano ma, ahimè, con meno desolazione.
Tumblr media
0 notes
pomposita6292 · 5 years
Photo
Tumblr media Tumblr media
Non è certo un caso che i papaveri rossi si ritrovino in tante e tante canzoni contro la guerra: tradizionalmente, nel mondo anglosassone, tali fiori sono dedicati alla memoria delle vittime sui campi di battaglia della prima e della seconda guerra mondiale. La cosa sembra risalire proprio a questa poesia di John McCrae, poi divenuta una canzone con la musica di Luc Wynants; ed è così, ad esempio, che in Gran Bretagna, nell' "Armistice Day", tutti portano un papavero rosso all'occhiello. Ma la cosa sembra risalire a ben più indietro nel tempo: si narra che Gengis Khan, l'imperatore e condottiero mongolo che conquistò il più grande impero che la storia abbia mai visto, portasse sempre con sé dei semi di papavero che spargeva sui campi di battaglia dopo le sue vittorie, in ricordo e rispetto di coloro che vi erano caduti, ed anche per "segnare", con il colore di quei fiori, che là si era svolta una battaglia. (Riccardo Venturi)
“In Flanders Fields”
In Flanders Fields the poppies blow Between the crosses, row on row That mark our place, and in the sky The larks, still bravely singing, fly Scarce heard amid the guns below We are the Dead. Short days ago We lived, felt dawn, saw sunset glow, Loved and were loved, and now we lie In Flanders Fields. Take up our quarrel with the foe: To you from falling hands we throw The torch; be yours to hold it high. If ye break faith with us who die We shall not sleep, though poppies grow In Flanders Fields.
John McCrae
Versione italiana di Riccardo Venturi (2004)
SUI CAMPI DELLE FIANDRE Sui campi delle Fiandre spuntano i papaveri tra le croci, fila dopo fila, che ci segnano il posto; e nel cielo le allodole, cantando ancora con coraggio, volano appena udite tra i cannoni, sotto. Noi siamo i Morti. Pochi giorni fa eravamo vivi, sentivamo l'alba, vedevamo risplendere il tramonto, amanti e amati. Ma adesso giacciamo sui campi delle Fiandre. Riprendete voi la lotta col nemico: a voi passiamo la torcia, con le nostre mani cadenti, e sian le vostre a tenerla alta. e se non ci ricorderete, noi che moriamo, non dormiremo anche se i papaveri cresceranno sui campi di Fiandra.
John McCrae
4 notes · View notes
freedomtripitaly · 5 years
Photo
Tumblr media
C’era da aspettarselo che anche Santa Claus, prima o poi, si sarebbe tuffato nella politica. Da buon samaritano dispensatore di doni anche lui, ora, sogna di ottenere uno scranno in un ente di vitale importanza: la Repubblica di Babbo Natale. Ma non vuole una poltrona qualsiasi, vuole quella più panoramica ed importante: quella che di solito spetta al Presidente. Perché fare il sindaco di Rovaniemi, la suggestiva città della Lapponia in cui pare che il simpatico vecchietto dalla barba bianca e incolta viva insieme ad un’allegra comitiva di elfi tuttofare, evidentemente non gli basta più. Scherzi a parte, la buona notizia, per la gioia degli amanti delle luci e degli addobbi, degli abeti decorati a festa e dei cenoni in famiglia, è che un gruppo di imprenditori finlandesi avrebbe siglato un accordo grazie al quale, da qui a breve, potrebbe vedere la luce un mega-parco a tema natalizio da chiamare, appunto, Republic of Santa Claus. Un’attrazione che, se così fosse, sarebbe assolutamente unica al mondo e capace di accogliere e divertire sia i piccini che gli adulti. Nulla, neanche il dettaglio apparentemente più insignificante del progetto della Republic of Santa Claus, è stato lasciato al caso dai due fratelli che hanno avuto questa idea così geniale. I rumors riferiscono che al centro del parco potrebbe essere costruita una gigantesca cupola di vetro, completa di attrazione d’ogni genere, con vista sul cielo della Finlandia e, se si sarà fortunati, sugli spruzzi di colore tipici dell’aurora boreale. Ma non è certo finita qui. Nella Repubblica di Babbo Natale non ci sarà spazio solo per giostre e divertimenti vari, ma anche per il relax e l’intrattenimento dei più grandi. Stando a quanto sinora trapelato, attorno alla grande cupola trasparente si starebbe pensando di costruire un complesso di centri benessere e di saune, per ritemprare mente e corpo godendo, al tempo stesso, di una vista privilegiata sulla natura di questi luoghi che sembrano usciti da una favola. Il progetto prevede anche un albergo a disposizione di quanti vorranno pernottare nell’area del parco. Ma non si tratterà di una struttura ricettiva qualunque, bensì di un hotel che avrà, udite udite, la forma di un albero di Natale. E di cosa, se no? Si tratta, insomma, di un’idea abbastanza ambiziosa e articolata. E ambizioso è anche il budget necessario per metterla in pratica, che dovrebbe ammontare intorno a 1 miliardo di euro. È per questo motivo che gli ideatori del mega-parco a tema natalizio hanno pensato bene di coinvolgere quanti più investitori possibili, in maniera tale da poter racimolare rapidamente il capitale necessario per dare il via ai lavori. Solo pochi giorni fa, i fondatori della Republic of Santa Claus hanno avuto modo d’incontrare, a Roma, alcuni potenziali investitori stranieri che parrebbero seriamente interessati a partecipare, con quote di diversa entità, alla realizzazione di questo mastodontico progetto. Ogni suo scenario ed attrazione ruoterà attorno all’irresistibile sbrilluccichìo del Natale, ma è doveroso sottolineare che tutte le strutture che costituiranno l’enorme complesso saranno rigorosamente eco-friendly: si conta di utilizzare, per la loro realizzazione, solo ed esclusivamente le tecnologie e i materiali meno nocivi per la natura, nel segno della sostenibilità ambientale. Si farà il possibile per non intaccare in alcun modo la purezza della Lapponia e per preservarne, di conseguenza, la flora e la fauna. Sul fronte dei trasporti si sta valutando l’idea di optare per una monorotaia che colleghi il parco all’aeroporto, così da agevolare gli spostamenti dei visitatori. Che, come in ogni Repubblica che si rispetti, potranno varcare il confine del parco solo nel caso in cui siano dotati di un apposito passaporto. E del via libera da parte dei fidatissimi elfi al servizio di Babbo Natale, ovviamente. L’esempio di monorotaia. Fonte: Republic of Santa Claus https://ift.tt/333qBR7 Va in porto in Lapponia il progetto della Repubblica di Babbo Natale C’era da aspettarselo che anche Santa Claus, prima o poi, si sarebbe tuffato nella politica. Da buon samaritano dispensatore di doni anche lui, ora, sogna di ottenere uno scranno in un ente di vitale importanza: la Repubblica di Babbo Natale. Ma non vuole una poltrona qualsiasi, vuole quella più panoramica ed importante: quella che di solito spetta al Presidente. Perché fare il sindaco di Rovaniemi, la suggestiva città della Lapponia in cui pare che il simpatico vecchietto dalla barba bianca e incolta viva insieme ad un’allegra comitiva di elfi tuttofare, evidentemente non gli basta più. Scherzi a parte, la buona notizia, per la gioia degli amanti delle luci e degli addobbi, degli abeti decorati a festa e dei cenoni in famiglia, è che un gruppo di imprenditori finlandesi avrebbe siglato un accordo grazie al quale, da qui a breve, potrebbe vedere la luce un mega-parco a tema natalizio da chiamare, appunto, Republic of Santa Claus. Un’attrazione che, se così fosse, sarebbe assolutamente unica al mondo e capace di accogliere e divertire sia i piccini che gli adulti. Nulla, neanche il dettaglio apparentemente più insignificante del progetto della Republic of Santa Claus, è stato lasciato al caso dai due fratelli che hanno avuto questa idea così geniale. I rumors riferiscono che al centro del parco potrebbe essere costruita una gigantesca cupola di vetro, completa di attrazione d’ogni genere, con vista sul cielo della Finlandia e, se si sarà fortunati, sugli spruzzi di colore tipici dell’aurora boreale. Ma non è certo finita qui. Nella Repubblica di Babbo Natale non ci sarà spazio solo per giostre e divertimenti vari, ma anche per il relax e l’intrattenimento dei più grandi. Stando a quanto sinora trapelato, attorno alla grande cupola trasparente si starebbe pensando di costruire un complesso di centri benessere e di saune, per ritemprare mente e corpo godendo, al tempo stesso, di una vista privilegiata sulla natura di questi luoghi che sembrano usciti da una favola. Il progetto prevede anche un albergo a disposizione di quanti vorranno pernottare nell’area del parco. Ma non si tratterà di una struttura ricettiva qualunque, bensì di un hotel che avrà, udite udite, la forma di un albero di Natale. E di cosa, se no? Si tratta, insomma, di un’idea abbastanza ambiziosa e articolata. E ambizioso è anche il budget necessario per metterla in pratica, che dovrebbe ammontare intorno a 1 miliardo di euro. È per questo motivo che gli ideatori del mega-parco a tema natalizio hanno pensato bene di coinvolgere quanti più investitori possibili, in maniera tale da poter racimolare rapidamente il capitale necessario per dare il via ai lavori. Solo pochi giorni fa, i fondatori della Republic of Santa Claus hanno avuto modo d’incontrare, a Roma, alcuni potenziali investitori stranieri che parrebbero seriamente interessati a partecipare, con quote di diversa entità, alla realizzazione di questo mastodontico progetto. Ogni suo scenario ed attrazione ruoterà attorno all’irresistibile sbrilluccichìo del Natale, ma è doveroso sottolineare che tutte le strutture che costituiranno l’enorme complesso saranno rigorosamente eco-friendly: si conta di utilizzare, per la loro realizzazione, solo ed esclusivamente le tecnologie e i materiali meno nocivi per la natura, nel segno della sostenibilità ambientale. Si farà il possibile per non intaccare in alcun modo la purezza della Lapponia e per preservarne, di conseguenza, la flora e la fauna. Sul fronte dei trasporti si sta valutando l’idea di optare per una monorotaia che colleghi il parco all’aeroporto, così da agevolare gli spostamenti dei visitatori. Che, come in ogni Repubblica che si rispetti, potranno varcare il confine del parco solo nel caso in cui siano dotati di un apposito passaporto. E del via libera da parte dei fidatissimi elfi al servizio di Babbo Natale, ovviamente. L’esempio di monorotaia. Fonte: Republic of Santa Claus Servirà 1 miliardo di euro per dare vita alla Repubblica di Babbo Natale, un parco divertimenti a tema che potrebbe presto essere costruito in Lapponia, vicino a Rovaniemi.
0 notes
ilcielodipuglia · 7 years
Text
Amanti lungo il mare (Aldo Capasso Venezia 13/8/1909 – Cairo Montenotte, SV 3/3/1997) Lungo il mare, nel buio, Sopra le rocce scabre Tanti bisbigli, che udite, pur sono Segno di breve oblio. Siamo poveri, solamente questo Ci è conceduto, modo Di festa, e da noi stessi esilio. Anche le nostre donne Hanno soavi labbra. (Nel buio non si vede, Se misera è la veste). Ma sognano, talora, luminosi Mondi, come in romanzo, come in film, - Memorabili gesta e gentilezza D'eroi troppo diversi Da questa nostra mal limata scorza. (Nel buio non si vede Se arrossiscono alquanto, Per avere sognato Un'altra bocca nella nostra bocca). Prendiamo, pur con questa Sua macchia mal taciuta, questo àttimo Ch'è il solo nostro bene, Sopra le rocce scabre. Per non piegarci al vino che ci chiama Promettendo una nube entro i pensieri».
1 note · View note
crifo-stefano · 7 years
Text
Sui campi delle Fiandre spuntano i papaveri tra le croci, fila dopo fila, che ci segnano il posto; e nel cielo le allodole, cantando ancora con coraggio, volano appena udite tra i cannoni, sotto.
Noi siamo i Morti. Pochi giorni fa eravamo vivi, sentivamo l'alba, vedevamo risplendere il tramonto, amanti e amati. Ma adesso giacciamo sui campi delle Fiandre.
Riprendete voi la lotta col nemico: a voi passiamo la torcia, con le nostre mani cadenti, e sian le vostre a tenerla alta. e se non ci ricorderete, noi che moriamo, non dormiremo anche se i papaveri cresceranno sui campi di Fiandra.
SUI CAMPI DELLE FIANDRE (3/5/1915) di John McCrae
Versione italiana di Riccardo Venturi (2004)
0 notes
Text
Dante Alighieri "Vita nova"
Piangete, amanti, poi che piange Amore,
udendo qual cagion lui fa plorare.
Amor sente a Pietà donne chiamare,
mostrando amaro duol per li occhi fore,
perché villana Morte in gentil core
ha messo il suo crudele adoperare
guastando ciò sovra se l'onore.
Udite quanto Amor le fece orranza,
ch'io 'l vidi lamentare in forma vera
sovra la morta imagine avvenente
e riguardava verso 'l ciel sovente,
ove l'alma gentil già locata era,
ché donna fue di sì gaia sembianza.
Francesco Petrarca "Rerum vulgarium fragmenta"
Piangete, donne, et con voi pianga Amore;
piangete, amanti, per ciascun paese;
poi ch'è morto collui che tutto intese
in farvi, mentre visse, al mondo honore.
Io per me prego il mio acerbo dolore
non sian da lui le lagrime contese,
et mi sia di sospir tanto cortese
quanto bisogna a disfogare il core.
Piangan le rime anchor, piangano i versi,
perché 'l nostro amoroso messer Cino
novellamente s'è da noi partito.
Pianga Pistoia, e i cittadin perversi
che perduto ànno sì dolce vicino;
et rallegresi il cielo, ov'ello è gito.
0 notes
gogobus · 3 years
Text
Savona: belle spiagge e molto altro!
Tumblr media
Savona ha belle spiagge? Sorpresa: sì!
Si tratta di una delle destinazioni più interessanti della Liguria: una vera città, probabilmente sottovalutata, con una grandissima spiaggia libera, acqua pulita e molto altro da vedere!
Potresti pensare che Savona sia solo il suo porto ma non è certo così.
Per quanto importante e conosciuto sia il porto di Savona, non è l’unica attrazione della città! Essa, infatti, possiede importanti monumenti storici e spiagge sabbiose bellissime.
Savona è una città molto carina da visitare e, agevolati dalla concentrazione nel centro storico dei monumenti più importanti, riuscirai a visitarla facilmente a piedi in giornata.
Forse ti sconvolgerà, ma Savona di antico non ha solo il porto: Savona è una città ricca di storia.
La Fortezza del Priamar, simbolo e icona savonese, costruita nel '500 a protezione della città, oggi ospita il Museo Storico Archeologico, ma nel suo passato da prigione cittadina, nelle sue celle ha “ospitato” anche Giuseppe Mazzini! Quanto fascino in un solo monumento!
Il viaggio nella storia savonese continua con la Torre Leon Pancaldo, il Museo della Ceramica, Via Paleocapa, la Cattedrale dell’Assunta e tanto altro.
Tumblr media
Infine, per i meno appassionati di storia ma più amanti di tecnologia, udite udite, Savona ospita il museo più fornito al mondo mai dedicato al colosso americano Apple! All’interno del museo, chiamato “All about Apple”, troverete tutta la produzione storica Apple!
Lo sapevate?
In più Savona non è solo monumenti, essa possiede spiagge con acqua cristallina, fondali azzurri e inoltre, rullo di tamburi, le spiagge godono della certificazione Bandiera Blu!
Ti starai chiedendo come sia possibile che una città portuale possegga spiagge con acqua cristallina.
La risposta è che le spiagge sono molto lontane dalla zona del porto e dunque l’acqua, aiutata dalle correnti, mantiene tutta la limpidezza e la bellezza che caratterizza le acque liguri.
Insomma Savona è una città davvero poco conosciuta e molto sottovalutata.
Le spiagge delle Fornaci, della Natarella e quella di Zinola insieme non solo costituiscono un tratto del litorale ligure di ponente meraviglioso, spesso dimenticato e sottovalutato, ma sono anche il posto adatto per poter trascorrere giornate di intenso relax in riva al mare con tutta la famiglia. E GoGoBus ti porta proprio direttamente a pochi metri dal mare, con il suo servizio di pullman diretti.
Tumblr media
Che tu sia un tipo da spiaggia attrezzata o da spiaggia libera a Savona troverai tutto ciò che fa per te.
Infatti la spiaggia savonese non solo offre circa 10 stabilimenti balneari, ma ha anche probabilmente la spiaggia libera più grande della Liguria; questo la rende il posto perfetto per tutti, meno affollata di altre località più famose, con prezzi più accessibili e la possibilità di godersi il mare a zero spese grazie alla grandezza della spiaggia libera.
Insomma tra tuffi, musei e monumenti Savona si rivelerà una meta, forse inaspettatamente, piacevole!
Dunque da oggi anche tu sai che Savona è sopratutto tanto mare, ma anche relax e storia!
PRENOTA SUBITO IL TUO PROSSIMO VIAGGIO CON GOGOBUS QUI: http://gogob.us/bus-savona
0 notes
goodbearblind · 7 years
Link
Il 20 maggio 2017, Michela Vittoria Brambilla si appropria indegnamente della parola movimento e della parola animalista (in un periodo in cui tutt@ si chiedono se esiste ancora un movimento animalista) e la trasforma nell’ennesimo mostro elettorale, propagandistico, mediatico e inverosimile di Berlusconi, riscopertosi appunto “animalista” grazie ad –udite udite- un cane. Il lancio è stato preceduto da un video intitolato “Berlusconi salva 5 agnelli” che dovrebbe far capire immediatamente, dopo la visione del suddetto video, della paraculata assurda e della falsità della cosa anche solo per il fatto che in verità gli agnelli sono 3 ma nessuno sembra essere in grado di contarli (sarà colpa degli psicofarmaci che il sistema ci obbliga a prendere per riuscire a prendere sonno, grazie ai quali la gente ha smesso di contare le pecore per addormentarsi serena). Lanciato questo video è partita la rincorsa all’agnello da parte di politici vari (sia per fare la figura dei salvatori sia per farselo al forno) e dei relativi sondaggi. Il qualunquismo imperante ha decretato il Beeerlusca degno rappresentante di una nuova lotta per i diritti animali e ha permesso a lui e alla Bramby il lancio di questo partito di cui Silvio si dichiara socio fondatore annunciando fiero che “il neonato Movimento animalista avrà l’appoggio di Forza Italia”. Questa è la prova che dal qualunquismo sono sempre i soliti ad emergere, o resuscitare in questo caso, con l’aggravante della presa di culo. Ossia le dichiarazioni di come sia “un partito che nasce dal basso” oppure “un partito trasversale perché riunisce tutti gli amanti degli animali” quando non solo parte da uno dei più grandi e noti imprenditori/politici/intrattenitori del paese ma è pure schierato in maniera inequivocabile verso una ben chiara direzione. Ma d’altraparte la Bramby è nota per essere particolarmente abile ad infiltrarsi dove altri hanno già fatto la maggior parte del “lavoro” agendo davvero dal basso. Il programma infarcito di proposte trite e ritrite, ovvie, welfariste e applicabili solo a certe specie come al solito. Una tra tutte, troviamo la proposta di regolamentazione e maggior controllo dell’allevamento intensivo di Innocenziano profumo e come nel caso della giornalista, che in una intervista ammette che il consumatore di carne dovrebbe essere il primo animalista (sputtanando ancora una volta questo povero termine), non viene fatto nessun riferimento alla questione fondamentalmente alla base della lotta allo specismo ossia… gli animali muoiono precocemente per soddisfare certe nostre esigenzeviziabitudini. E qui si arriverebbe ad un nodo cruciale ossia più precisamente alla differenza tra animalismo e antispecismo. Perché una differenza c’è ed è ora di ammetterlo.
L’animalismo vuole leggi e diritti in difesa “dei più deboli tra i deboli” e “i senza voce”, l’antispecismo, almeno a modesto parere dello scrivente, è la lotta per chi e a fianco di, chiunque sia, è sottoposto a discriminazioni, sfruttamento e schiavitù. Una delle azioni di lotta allo specismo è il non consumare derivati animali di alcun tipo, cosa che non necessariamente vale anche per l’animalismo. Ma quando il “mangiare vegan” diviene di pubblico dominio e viene dato in pasto ai mass media, la questione politica viene fatta mettere in disparte dalla partitica (come nel caso del Movimento animalista) snaturando, istituzionalizzando e deridendo un concetto così anarchico e rivoluzionario come la Liberazione animale, ed ecco che il veganismo diventa un concetto aleatorio, redditizio e fine a se stesso. Lo dimostra il fatto che a presentare la nascita dell’azzurro partito animalista c’era nientepopodimenoche il network Veganok. Per chi non sapesse Veganok è un ente di autocertificazione a pagamento di recente pure “sposato” con Bioagricert che appone bollini su prodotti vegani. Sarebbe molto utile se servisse ad identificare i prodotti vegani creati da aziende vegane condotte da persone vegane (come in parte anche fa). Perde però di credibilità quando consente anche ad aziende non vegan l’adesione al disciplinare facendo si che possiamo trovare prodotti Vok distribuiti e prodotti da industrie e aziende che producono e commerciano anche carne e derivati animali vari. Creando imbarazzanti malintesi tipo un bollino che finisce sull’etichetta del cioccolato al latte anziché in quella del fondente. Errori comunque imputabili all’azienda stessa e non all’ente per carità… l’ente però dovrebbe vigilare un po’ più spesso… oppure considerare che non avrebbe di questi problemi se l’azienda fosse vegan e basta. Dovunque finirebbe il bollino, sarebbe comunque nel giusto contesto. Tornando alla vigilanza o alla sua voluta o non voluta assenza, la brama di distribuire bollini ha consentito la certificazione anche ad aziende a dir poco imbarazzanti… citiamo 2 esempi che abbiamo avuto modo di trovare a caso tra le centinaia di aziende certificate: la Tenuta San Jacopo (vino certificato Vok) e Pieve a Salti bio (cereali e legumi certificati Vok). La prima appunto vende vino, hanno stanze per vacanze, organizzano eventi… insomma è un gran bel posto. Camere meravigliose, menù suntuosi (e già il primo naso storto… menù non vegani….), immersa nella natura delle colline toscane offre ai suoi ospiti una serie di attività divertenti e rilassanti. Due tra tutte: la pesca sportiva alle trote e le battute di caccia al cinghiale insieme alle squadre locali. Per gli appassionati di pesca in acque dolci Fly fishing: accompagnati come guida da un esperto pescatore, rinomato anche come rod maker, è possibile trascorrere – a pagamento – una giornata di pesca sulla tile water-Alto Tevere e sul fiume Nera utilizzando attrezzature tradizionale e in bamboo, con la possibilità di catturare trote e temoli. Per la giornata completa , compreso trasporto e attrezzatura, il costo è di 250 euro per una persona e di 350 euro per due persone (i prezzi comprendono anche permessi e licenza). Per gli appassionati di caccia: è possibile praticare la caccia al cinghiale aggregandosi come ospiti alle squadre autorizzate nei terreni circostanti la fattoria. È necessario essere in possesso delle autorizzazioni di legge. Basta andare nel loro sito e guardare la sezione “attività”… c’è pure un bellissimo cinghialone nelle foto di testa. L’altra simpatica e bucolica azienda agricola vende farro, grano, ceci, lenticchie insomma cereali e legumi di produzione propria certificati ed è anche agriturismo. Nel loro sito nella sezione “produzione” la prima vocina che esce nel menù a tendina però è “allevamento”. “Nel periodo primaverile è già possibile vedere le nostre limuosine libere pascolare nei prati accanto ai cavalli del nostro maneggio. La mandria è composta mediamente da 30/35 femmine fattrici (vacche) ed un toro maschio. I bovini pascolano per un periodo che va dai 6 agli 8 mesi a seconda delle zone dedicate al pascolo ed alle condizioni climatiche. La mandria viene lasciata al pascolo nel periodo primaverile e rientra in stalla ai primi freddi autunnali. Manze e vitelli rimangono con le fattrici fino all’età di 6/7 mesi dopo di chè le femmine vengono separate fino all’età di 18/20 mesi per poi tornare in mandria per il rinnovo. I Vitelli maschi vengono ingrassati e le loro carni utilizzate all’interno dell’agriturismo. Credo che questo sia abbastanza eloquente e credo che, alla luce di quanto scritto da loro stessi, il dubbio sulle coltivazioni concimate con il letame di queste povere mucchine passi quasi in secondo piano. Direi che quindi l’idea che hanno Berlusca e Brambilla dell’animalismo e del veganismo ben si sposa con la filosofia aziendale di Veganok. Hai voglia poi di andare a fare i corsi di etica ai produttori… Ci sarebbero altre aziende che hanno la certificazione per vino o pasta o verdure e che accanto al pesto di rucola Vok hanno quello di fagiano proveniente dal proprio allevamento avicolo, giusto per citare un altro esempio. La cosa che rode è che tanti produttori davvero seri e che magari davvero lo fanno per etica, per morale, per questione politica insomma, non per questioni meramente pubblicitarie si accostano a questo sistema venendo ridicolizzati, evitati e boicottati. Non capendo che nel momento in cui capitalizzi e monetizzi la liberazione, stai perdendo tu stesso la libertà e la forza della tua lotta per la liberazione stessa. E tutto questo comunque non viene a casaccio… Si sta creando apposta un’esasperazione mediatica atta a screditare e fagocitare questa lotta. Basti vedere cos’è capitato al “povero cristo” che ha fatto il materasso vegano e ha avuto la geniale idea di farselo pure bollinare… manifesti strappati, pubblica gogna e pure sollevazioni popolari bipartisan, dai non vegani e dai vegani stessi. Perché? Perché ha davvero senso bollinare un materasso? Perché non era più utile pubblicizzarlo per quello che è, ossia un materasso senza derivati animali (tipo la lana nel lato invernale) invece di aggiungere “ingredienti” ridicoli tipo alghe e soia e farselo bollinare? Perché è davvero essenziale fare tutto sto casino per un materasso vegano?
Tutto questo è solo un sintomo di una denigrazione che va avanti da tempo grazie a gente che casca nelle trappole di chi brandisce un salame e prende uno stipendio a seconda di quanti lo ascoltano. Gente che va nella tv di stato a fare la figura dell’animalista che prima impartisce direttive per un presidio rispettoso, dai toni pacati, per fare informazione e poi sbraita in faccia al trasportatoreallevatoreimpellicciatocacciatore di turno vomitando tutti i luoghi comuni che hanno portato alle definizioni “nazianimalista” e “nazivegano”, pulendosi la faccia poi facendosi vedere in compagnia di persone dichiaratamente antispeciste, giusto per rimescolare ancora un po’ le carte e creare ulteriore confusione e ambiguità. E all’antispecismo che rimane? All’antispecismo rimane l’imbarazzo di non poter cacciare via gente a pedate da un presidio, rimane l’imbarazzo di vedere quello stesso bollino appiccicato ad un rifugio per animali da reddito, rimane l’imbarazzo di veder nascere la fotocopia della Società Scienza Nutrizione Vegetariana e di vedere tutto buttato sul piano salutista, rimane l’imbarazzo di dover sottostare a questo sistema continuando a partecipare a festival svuotati di ogni contenuto per provare a portare invano un po’ di suoni di liberazione arrivando ad un autolesionismo cosmico, l’imbarazzo di accettare eventi benefit per gli animali anche sapendo che il 75% va “benefit” al ristorante, rimane l’imbarazzo di dover fare la spesa e prendere per forza qualcosa con il bollino perché altro non c’è o costa un botto oppure l’imbarazzo di vedere quante e quali associazioni appoggiano queste 2 realtà: il Movimento della Bramby e il Veganok e l’imbarazzo di non sapere più in che piazza scendere per non confondersi con queste realtà. Rimane l’imbarazzo di vedere presidi antifascisti con troppo poche bandiere verdenero e viceversa. Ma le cose cambieranno perché dell’imbarazzo, dei politici e dei marchietti ci siamo un po’ stancati.
Melanzano s.p.a. (stanchi però arrabbiati)
0 notes
mirokusgame · 7 years
Photo
Tumblr media
Vi presentiamo Paprium, un nuovo gioco per Mega Drive a 27 anni dal lancio della console Il prossimo autunno ci sarà una marea di nuovi titoli in arrivo su PC, PS4, Xbox One e sul neo arrivato Switch, ma udite udite...ci sarà un'opzione in più per tutti gli amanti dei retrogame.
0 notes
Text
New Post has been published on PLAYERSWORLD
NUOVO POST https://goo.gl/OKm6Kb
Disponibile la beta multiplayer di Halo Wars 2
Amanti della fantascienza e dei robottoni udite udite! Oggi parte finalmente la beta multiplayer di Halo Wars 2, destinata a perdurare per una decina di giorni.
Nonostante le varie limitazioni, fra cui la presenza di una sola arena e della sola modalità blitz, incentrata sui mazzi di carte, essa consentirà ai giocatori di avere un assaggio della versione definitiva con tanto di sfide a cadenza settimanale. Gli sviluppatori tengono a precisare che i premi accumulati non potranno essere mantenuti anche nella versione definitiva del gioco, che vedremo in commercio fra un mese esatto per Xbox One e Windows 10.
A giudicare dalla presentazione di lancio, il gioco sembra assai intrigante grazie al suo incrocio di azione e strategia che confermerà la bontà di una serie come quella di Halo.
Via alle danze!
-Mu Drakkentanz-
0 notes