Tumgik
#Una Corda
woodfrogs · 7 months
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i want to play a fortepiano so bad.........
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deathshallbenomore · 2 years
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LILLO VESTITO DA HOMELANDER???????
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edeldoro · 1 year
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Playing over BotW's version of the Great Fairy Fountain before hightailing to OoT's. (Sheet music was from ninsheetmusic.)
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laurasinele · 1 year
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Been seeing lots of Eurodance memes lately. Don't know what's that about but while I generally agree there were dark moments, I still think this slaps.
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riverswater · 1 year
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Non volevo ridere istericamente ma l'idea che Ciro sia morto per un cacciavite di quattro centimetri in un fianco mi sta schiantando kfhskfjs
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canesenzafissadimora · 2 months
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Dev’esserci un colore da scoprire,
un recondito accordo di parole,
dev’esserci una chiave per aprire
nel muro smisurato questa porta.
Dev’esserci un’isola più a sud,
una corda più tesa e più vibrante,
un altro mar che nuota in un altro blu,
un’altra intonazione più cantante.
Poesia tardiva che non riesci
a dire la metà di quel che sai:
non taci, quando puoi, e non sconfessi
questo corpo casuale e inadeguato.
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José Saramago
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smokingago · 5 months
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Non soffriamo per amore, soffriamo perché non ci amiamo. Soffriamo perché cerchiamo nell’altro quelle attenzioni che aspettavamo dal padre, quella cura che richiedevamo alla madre.
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Siamo diventati adulti senza essere bambini. E ora nella relazione portiamo quei bambini negati, quei bambini che non hanno potuto piangere ed essere consolati. Portiamo quei bambini che volevano arrabbiarsi ma venivano sgridati. Quei bambini che volevano correre liberi e venivano puniti. Quei bambini che volevano essere accolti ma non c’era il tempo.
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E all’altro chiediamo di essere quella madre e quel padre. Chiediamo a lui di asciugare le nostre lacrime o ancora meglio di fare in modo di non arrecarci mai quel dolore che ci provochi le lacrime. Chiediamo a lui di consolarci e accogliere tutte le nostre sofferenze.
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Ci arrabbiamo con l’altro perché finalmente possiamo dare sfogo a quella rabbia che abbiamo trattenuto per paura e su di lui riversiamo tutto ciò che avremmo voluto dire alla madre e al padre. Senza accorgerci che non stiamo guardando lui, la sua essenza, ma lo stiamo caricando di un’immagine che non gli appartiene. Non possiamo chiedere a lui di essere quel genitore a cui avremmo voluto urlare tutte le sue mancanze. A cui avremmo voluto rimproverare l’abbandono, chiedere una carezza, sentirne la presenza.
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All’altro chiediamo di lasciarci liberi e allo stesso tempo di tenerci legati a sé. Vogliamo quella libertà che abbiamo sempre sentito essere necessaria e ci è stata negata in nome dei “non si può”, “ non sta bene”.
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Vogliamo che l’altro ci permetta di essere noi stessi quando non sappiamo nemmeno noi chi siamo e anzi a volte l’altro vede quegli aspetti di noi che a noi sono ancora sconosciuti.
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Chiediamo libertà, la pretendiamo a gran voce e poi ne abbiamo paura. Perché la libertà ci rende insicuri. E chiediamo inconsciamente all’altro di trattenerci, di non farci scappare. Perché in quella corda che ci tiene uniti a noi sembra di vedere amore. Che amore non è.
E’ paura …e l’amore non sta dove c’è paura.
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Io ti lascio libera/o di essere ciò che sei, di esprimere la tua essenza qualunque essa sia, di volare nei cieli della vita e di compiere il tuo percorso. Io faccio altrettanto e ti osservo con amore. Questo sarà il filo dorato che ci tiene uniti.
Questo è amore
Essere Indaco
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der-papero · 18 days
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Non entro nel merito della vicenda Sangiuliano, anche soprattutto perché, per fortuna o purtroppo, ho altri stronzi che mi governano di cui occuparmi, ma decurtato tutto l'aspetto grottesco, godereccio da bar e altri amenicoli, è incredibile come questa tipa, oltre ad essersi segnata tutto (e ha fatto bene, sapendo che se la sarebbero "mangiata li cani", come si dice dalle mie parti), sta rifilando la roba un tanto alla volta, a rate, tenendoli sempre sulla corda. Se avesse vomitato tutto subito, adesso magari staremmo già parlando d'altro, e invece li tiene tutti inchiodati lì.
Ha fatto più questa ragazza in 2 settimane che il PD in 20 anni di opposizione, è bastato vedere la faccia della Meloni a Rete 4 che non faceva più la spavalda, si guardava in giro e non sapeva che pesci pigliare.
Ma mandiamola a lavorare al SISDE, questa è un genio del male, tiene una cazzimma che la puoi tagliare a fette.
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abatelunare · 2 days
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Di conferme musicali
Sbircio nella prima puntata delle audizioni di X Factor. La giuria è tutta cambiata. Da un lato, Paola Iezzi (quella di Paola & Chiara) e Manuel Agnelli, ovverosia due che sanno cantare. Dall'altro, Jake la Furia e Achille Lauro, vale a dire due che il canto nemmeno sanno dove stia di casa. E proprio questi due giganti del pensiero musicale dettano il probabile indirizzo dell'edizione 2024. Parte subito forte Jake la Furia: Io mi concentrerò quest'anno nel cercare più la sostanza che la forma, perché, non vorrei essere volgare, ma la forma mi ha rotto i coglioni. Dal canto suo, Achille Lauro mette in chiaro come la pensa: Per me l'X Factor è l'unicità. Cioè, io devo vedere qualcosa che dico "che cazzo sto guardando". Non m'importa che tu sia bravo con la voce, non m'importa niente, Io voglio vedere una roba che non ho mai visto. E l'altro gli dà chiaramente corda: Io sono d'accordo con te, perché l'X Factor sarà la capacità di emergere in mezzo a gente che ha un sacco di talento. Da qualche anno, insomma, questo programma e Amici portano avanti la campagna per mortificare quelli che sanno cantare, con la scusa che siano più importanti i contenuti (la sostanza di cui sopra). Peccato che gli pseudo-cantanti tendano a infliggere al pubblico testi di una profondità pari a quella d'una pozzanghera senz'acqua. Spero di sbagliarmi, ma temo di no. La bellezza, ormai, non conta più niente. In nessun campo.
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pgfone · 1 year
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Stamattina sto tirando su la legna dal bosco con un mio amico a mano, avete capito bene A MANO, per due motivi principali, perché è troppo bagnato e perché non possiamo usare mezzi causa furti, ovvero bisognerebbe tutti i giorni portare su e giù attrezzature e diventa molto dispendioso sia di energie sia di tempo sia di gasolio e quindi A MANO. La tecnica è la seguente, io attacco il ceppo/i ceppi a seconda della grandezza e il mio amico tira su con una corda, A MANO. Potete immaginare che è molto faticoso (è un lavoro che di solito fa l'argano del trattore) ma questo mio amico è un gorilla e il lavoro viene via abbastanza liscio, fino a che vedo in lontananza un signore che si appropingua dove ci hanno rubato le api l'anno scorso, tranquillamente apre il cancellino che ha il lucchetto aperto entra e si mette a guardare in terra, così urlo al mio amico " Marcooo aspetta un' attimo che ci sta un tizio che è entrato nel recinto delle api!!! E vado a vedere, vado lì con il mio garbo da lord inglese e gli dico, ma scusi questa è casa sua? Arriva apre, ma chi è lei? Che cerca? E questo che di garbo inglese non ne ha affatto mi dice, ma che cazzo vuoi? sto a raccogliere i funghi, non rompe i coglioni ci vengo da una vita pischè, A queste parole strillate in modo disumano vedo il mio amico lanciarsi giù dal monte come una valanga, il signore mi guarda basito e dice tra sé e se... E che vuole questo mò? Niente signore insegnarle l'educazione, A MANO.
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kon-igi · 1 month
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QUESTO MONDO NON MI RENDERÀ CATTIVO (ma un po' incazzato sì, dai)
Un veloce recap delle puntate precedenti:
TI AMO ERIKA DI NOVI LIGURE - Ventitré anni fa una sedicenne ha fatto a fette mamma e fratellino con l'aiuto del moroso diciassettenne, dando poi la colpa agli albanesi. La sera in cui la Lega stava per fare una fiaccolata a base di torce e forconi per scovare i responsabili e linc... assicurarli alla giustizia ops no, scusate ciabbiamo judo. Quella frase del titolo l'avevo vista scritta su un muro nel 2003 e a quei tempi le mie figlie erano troppo piccole perché capissimo le nostre colpe e le nostre responsabilità.
TUTTO D'UN PEZZO - Non leggo più e non guardo serie tv o film. Sono mesi e mesi che la sera faccio binge watching di One Piece, un anime da più di mille episodi, e a momenti mi metto in pari ma non ho idea quanto il mondo del cinema e dell'editoria sia andato avanti mentre ero distratto.
DUE METRI DI TERRENO - L'altro giorno ho assistito a un'accesa discussione su conti correnti, parenti serpenti e carichi pendenti, quando a un certo punto non ce l'ho fatta più e ho urlato un haiku ispirato dal tenore livoroso dell'argomento
Soffi di vento, l'attimo prima spiri e dopo spiri
DI QUESTO TI PUOI FIDARE - Ho ripreso a forgiare - caldo per caldo che sia un caldo fruttuoso - e sono a metà strada nel progetto ambizioso di un'arma inastata che nel Giappone feudale usavano le donne per proteggere casa.
MEDICE, CURA TE IPSUM - Una persona mi ha detto che mi invidia perché se sento male da qualche parte ne conosco subito le cause. Certo... contusione del piatto tibiale sx a opera dei condili femorali con infiammazione da stiramento dei legamenti crociati, rachialgia lombare a sbarra con irradiamento gluteo da compressione del plesso femorale dx a livello di L5-S1 da bulging discale, epicondilite dx con rizartrosi e mialgia del flessore del pollice, corda colica, bruxismo e reflusso gastro-esofageo. Che culo.
MUORE GIOVANE CHI È CARO AGLI DEI - Piccola pausa di ferragosto dal masteraggio su Discord di una campagna di Call of Cthulhu ambientata nel 1983 nel mio quartiere viareggino. Se non sapete cosa sia una Baldoria è inutile vi racconti la trama.
INTERCAMBIABILITÀ DI FACCIA E CULO - Qualche anno fa vidi uno scherzo in cui un critico veniva invitato alla premiere di una proiezione cinematografica d'essai (volutamente orribile) e a tutti i suoi colleghi era stato chiesto di parlarne in modo entusiasta, mentre lui si guardava attorno con sconcerto crescente. Sono 10 mesi che io ho quell'espressione tutte le volte che i mezzi di informazione parlano del genocidio del popolo di Gaza utilizzando perifrasi e litoti che tanto mi ricordano 'allergia al piombo' e 'la scuola non c'è più a causa di eventi esterni'.
NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI - Ciao Laura... Ti ricordi quando ti sono venuto a prendere in macchina per andare a fare gli orali della maturità? La mia non fu solo la gentilezza di un compagno di classe ma che tu l'avessi capito o meno non importa... non ho avuto il coraggio di dirtelo e così la storia che avevo immaginato è sopravvissuta luminosa al mondo che è andato avanti.
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s-a-f-e-w-o-r-d--2 · 11 months
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E fu così che dopo ogni sessione cominciai a tenere un diario... Ci scrivevo tutte le emozioni che avevo provato, descrivevo con minuziosi particolari come eri vestito, che profumo portavi... Ogni minima espressione del tuo volto, ogni piccola ruga nuova che compariva sulla tua pelle... di come si aggrottava la tua fronte ad ogni mio lamento di dolore... Di tutte quelle parole che mi sussurravi all'orecchio... E di tutte le cose che sentivi, ma di cui non mi parlavi... Di tutti gli spigoli che pian piano ti smussavo... Di come i tuoi gesti diventavano man mano più lenti e docili... Di come la foga che avevi i primi tempi lasciava il posto alla più totale calma... Di come godevi dei momenti con me... Di quando era tutto finito ed io appoggiavo la mia testa sul tuo petto o sulle tue gambe... E di come tu mi scostavi i capelli per darmi un bacio in fronte... Questo diario sarà il mio regalo per te... E te lo donerò avvolto in una corda di canapa, di quelle che ami tanto... Di quelle con cui da mesi mi avvolgi e mi leghi cosi stretta... Forse perché ti sei accorto di quanto mi batte forte il cuore quando ti guardo... Per lo stesso motivo che mi bendi gli occhi... Non vuoi che ti scavino dentro... Non sopporti il mio sguardo che ti brama... Bhe... te lo darò sotto la pioggia, così non ti vergognerai se ti scapperà una lacrima... Te lo donerò quando finalmente capirai che io e te, il Padrone e la schiava, non sono più in due ma sono diventati un magnifico Noi... Sempre e per sempre Noi... Un cuore che batte al unisono per l'eternità. 🖤
~ Virginia ~
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~ Virginia ~
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arreton · 5 months
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La patente è arrivata in un momento in cui io consideravo morta e sepolta la possibilità di prendere una macchina, di guidare: sebbene avessi sognato più volte di guidare (ovviamente male, perché per me sono sempre esistiti solo freno e acceleratore e nello specifico solo acceleratore e forza frenante del motore, maldetta frizione!) non mi interessava più, anzi mi dicevo che sarebbe stato bello riuscire a spostarsi coi mezzi pubblici, treni autobus, camminare a piedi. Vivevo in un paese campano che rimarrà forse il mio unico rimpianto del sud italia perché era ben strutturato: a piedi raggiungevo e facevo tutto, avevo il centro storico, il centro commerciale, farmacie a volontà, dottoressa vicino casa, un sacco di supermercati, un partito comunista, manifestazioni in piazza: tutto raggiungibile a piedi. Rimpianto perché in quanto sud non puoi campare e la gente è molesta per natura e dunque sono dovuta scappare anche da lì. Della patente, insomma, a me non me ne fregava niente, non ci pensavo affatto. Mentalmente ero ancora abbastanza inguaiata, andava meglio ma non andava bene: ero tesa come una corda di violino, il mio corpo era un fascio di nervi e questo si ripercuoteva sulla guida: l'istruttrice fece una grandissima fatica, sudava appresso a me che ero grondante di sudore terrorizzato. Iniziare a guidare è stato un trauma: ero terrorizzata dal fatto che quell'abitacolo, quell'aggeggio enorme non solo era "comandato" da me, ma mi toglieva letteralmente il terreno sotto i piedi (a questo proposito aggiungo che io ho avuto problemi anche col tapis roulant perché appunto c'era questa passerella che si muoveva in maniera "autonoma" ed io avevo paura di non riuscire a controllarla. Cosa c'entra con la guida di un auto? Beh, è la stessa identica cosa dato che ho paura di perdere il controllo). Poi io ho bisogno di capire quello che sto facendo, devo farmi uno schema in testa, non riesco a buttarmi e capire dopo, io devo sapere prima. Beh, io non riuscivo a capire cosa stavo facendo e dunque non riuscivo a rilassarmi. Comunque, alla fine sono riuscita a prendere questa benedetta patente. L'ho presa per grazia divina perché appunto l'esame fu terribile ed infatti io non ero nemmeno felice di quella patente perché non era "meritata", cioè io non riuscivo ancora a guidare, ero insicurissima ed immaginavo violentemente ancora un incidente ad ogni minimo incrocio (non riuscivo nemmeno a stare dritta nella mia carreggiata). Infatti presa la patente non ho più guidato.
La macchina invece è arrivata in un momento in cui non doveva arrivare e cioè circa un mese fa: senza lavoro, a soldi prestati (come d'altronde anche la patente), lontana da tutti, in un posto che nemmeno conosco perché chi cazzo c'è mai stata in provincia di bergamo. Sapevo che mi sarei dovuta prendere una macchina prima o poi, perché qua è tutto scomodo come in sicilia, ma avevo progettato di acquistarla in un altro momento. Reiniziare a guidare è stato semplice e soprattutto divertente: è cambiata la testa, le medicine sono servite a qualcosa. Ho fatto qualche guida assieme ad una istruttrice della zona e mi sono divertita un sacco, la sua guida è stata preziosa e lei una persona veramente gentile (oltre che strana, come tutte le persone della zona: io a tutta questa educazione non ci sono abituata e soprattutto non sono abituata a chi dice "Un quarto alle 9") ed esaltata, ovviamente pure lei di discendenza siciliana ma ormai lo so che la sicilia me la ritroverò ovunque: d'altronde i pomodori che ho comprato venivano proprio dalla città dove sono nata. Io adesso comunque guido: la macchina mi odia perché la faccio singhiozzare sempre e perché non cambio adeguatamente le marce, per non parlare di tutte le volte che la faccio spegnere o che resto appesa in una salita perché non so bilanciare bene frizione e acceleratore; la frizione mi deride perché sa che ho un odio e una repulsione spontanei nei suoi confronti; la gente quando mi guida dietro si mette a ridere quando proprio non mi bestemmia ma qua nessuno mi ha mai suonato, al massimo mi sorpassano. A volte penso che guidare è una gran bella cosa, che spero di avere i soldi prima o poi per farmi un bel pieno, pagarmi i pedaggi e andare che ne so a milano o robe simili. Penso che dovrei approfittarne del fatto di potermi spostare tranquillamente, per poter andare in posti dove ho sempre voluto andare, mi dico: wow, ma qua ho tutto così vicino! Persino voi tumbleri siete così vicini, se ci penso! A tutta questa libertà di movimento è difficile abituarsi, per una che ha sempre vissuto entro i confini di un'isola e della miseria. Certo, se arrivasse un lavoro sarebbe pure cosa gradita (mi correggo: se arrivasse un'entrata mensile, che poi si debba passare per il lavoro è solo una triste parentesi disumanizzante) ma poi penso che male che vada ho un tetto sotto il quale poter dormire: la mia auto.
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occhietti · 1 month
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Il nostro amore è una corda dura
che ci lega ferendoci
e se vogliamo
uscire dalla nostra ferita,
separarci,
ci stringe un nuovo nodo e ci condanna
a dissanguarci e a bruciarci insieme.
- Pablo Neruda da L'amore, contenuta nella raccolta Los Versos del Capitán
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sciatu · 1 month
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LA VARA DI MESSINA - SECONDA PARTE: LO STRAPPO. – Passate le autobotti che hanno bagnato la strada per facilitare lo scivolamento della Vara, i carabinieri sgomberano la strada per evitare incidenti. Al segnale degli sbandieratori che indicano che le gomene sono allineate e al suono dei fischietti che danno il via libera a tirarle, i devoti posti alla testa delle grosse corde, incominciano a muoversi lentamente, aumentando la velocità gradualmente così che presto tutti i devoti tirano correndo. Nel mezzo delle due corde, vi sono i timonieri vestiti di giallo, gli sbandieratori e gli uomini della croce rossa per intervenire in caso di malori. Il caldo afoso, lo sforzo nel tirare e correre segnano presto i devoti che corrono tenendo un braccio teso sulla spalla di chi hanno davanti per spingerlo nel caso fosse in difficolta e proteggersi da un suo eventuale arresto improvviso che porterebbe a essere travolti da chi li segue. Le donne corrono in mezzo agli uomini, i figli accanto ai padri, i vecchi sorretti dai giovani, le riserve camminano di lato pronte ad intervenire nel caso accadessero inconvenienti come vi sono stati spesso, dal 1500 ad oggi. I devoti sono vestiti in bianco o azzurro, colori di Maria e quasi tutti hanno sulla testa una corda bianca e azzurra a definire il loro stato di tiratori. Quando i fischietti dicono di fermarsi molti dei devoti sono stravolti e si accasciano gli uni sugli altri contenti di aver tirato per un altro centinaio di metri.
THE VARA OF MESSINA - PART TWO: THE TEAR. – Once the tankers that have wet the road to facilitate the sliding of the Vara have passed, the carabinieri clear the road to avoid accidents. At the signal of the flag-wavers indicating that the ropes are aligned and at the sound of the whistles giving the green light to pull them, the devotees placed at the head of the large ropes begin to move slowly, gradually increasing their speed so that soon all the devotees are pulling while running. In the middle of the two ropes, there are the helmsmen dressed in yellow, the flag-wavers and the men of the Red Cross to intervene in case of illness. The sultry heat, the effort in pulling and running soon mark the devotees who run with an outstretched arm on the shoulder of the person in front of them to push them in case they are in difficulty and to protect themselves from a possible sudden stop that would lead to them being overwhelmed by those following them. The women run among the men, the sons next to the fathers, the old supported by the young, the reserves walk sideways ready to intervene in case of inconveniences as there have often been, from 1500 to today. The devotees are dressed in white or blue, colors of Mary and almost all have on their heads a white and blue rope to define their status as shooters. When the whistles say to stop many of the devotees are distraught and collapse on each other happy to have shot for another hundred meters.
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