Tumgik
#affiatati
clo-rofilla · 1 month
Note
Da quanto tempo siete una coppia aperta? Com'è vivere questo tipo di relazione? Non da gelosia o altro?
Allora. Mi sono arrivate un po' di domande di questo tipo e ho esitato a rispondere (in tutta onestà, esito ancora); non per senso del pudore (spoiler: non ne ho - facevo la doccia mentre i miei fratelli la cacca e il bidet e viceversa: nelle famiglie numerose si viene su un po' spartani), bensì perché sono convinta che ogni coppia sia un mondo a sé, e quello che funziona per noi due sicuramente non va bene per altri e viceversa (ad esempio noi non siamo poliamorosi e mi sento di dire che mai lo saremo per come io e lui concepiamo l'amore). Quindi lungi da me dare esempi o consigli perché l'unica strada possibile in questo campo è quella che si fa empiricamente con il/la proprio/a partner, fatta di passi avanti, indietro, ancora avanti, ecc. (dubbi, scoperte, certezze..) finché non si apprende cosa fa bene a noi stessi e all'equilibrio di coppia in generale (e aprire la coppia, per esperienza, insegna tanto, tantissimo, non solo dell'altro ma anche e soprattutto di noi stessi!).
Ora, per rispondere genericamente alla tua domanda. Siamo una coppia aperta quando ci va e finché ci va, senza una data di partenza e senza una data di scadenza, a volte ci "apriamo" al mondo, a volte ci piace tornare al nucleo della relazione e dedicarci interamente a noi. Non c'è un calendario, leggiamo i nostri periodi emotivi. Non è un'esigenza né mia né di Matteo, è un apporto ulteriore che ci può arricchire e divertire ed eccitare quando siamo nel mood e nel periodo adatto. Negli anni abbiamo sperimentato un po' di esperienze insieme, e da un po' abbiamo provato a fare un passo ulteriore. Magari ora ci va e poi tra qualche tempo non ci andrà più! Nulla è definitivo, tutto è in fieri e soprattutto ha sempre come fine ultimo l'eccitazione della coppia. Mi spiego: in qualsiasi esperienza da sola o insieme c'è un ritorno di fiamma nella coppia, perché l'esperienza vissuta (e condivisa in un secondo momento con l'altra persona) va ad alimentare amore e sessualità endogeni alla coppia. Ovvero: nessuno dei due va a "scopare in giro" per farsi gli affari suoi o appagare le proprie pulsioni (siamo appagatissimi e affiatati già insieme di base! E anzi, se così non fosse secondo me non avrebbe senso aprire la coppia, perché servono davvero delle basi solide e una fiducia immensa). Io e Matteo siamo molto bravi nella comunicazione (ci abbiamo lavorato tanto fin dall'inizio), è onesta e aperta e trasparente sotto ogni fronte, quindi nulla è scolpito su pietra e di qualsiasi cosa si parla e ci si confronta (e ci si eccita, soprattutto, pure! Se no a che serve?).
Siamo gelosi? Sì certo! Ma se ti dicessi che la gelosia è un costrutto sociale che ci è stato inculcato dalla società (soprattutto occidentale) e che lavorare sui propri limiti ti apre i chakra mentali e ti porta a raggiungere un livello ulteriore mi crederesti? È così. Nota bene: non ho detto che è facile, non è per niente facile!!!! Ma ci si lavora (se si ha voglia ovviamente) rigorosamente insieme, ci si viene incontro, ci si dà spazio tempo amore ascolto e comprensione. La gelosia non si può sradicare del tutto, però può cambiare forma e affievolirsi e portare a consapevolezze nuove e superiori. Si tratta di trovare quella zona di conforto dove "ci si sta comodi", e dove il tornaconto generale dell'esperienza è comunque molto più vantaggioso e positivo di quel sentimento isolato: la gelosia infatti può innescare anche sentimenti ed emozioni positive, essere enormemente eccitante e aiutare a non dare mai le qualità del proprio partner per scontate, o vederle con nuovi occhi e attenzione. A me piace essere un po' gelosa di Matteo, e viceversa (e ci eccita da pazzi). Se e quando non dovesse essere gestibile ci si parla e si tara il tiro! Nel mentre, ci si diverte.
Voilà ! 🧘🏻‍♀️🌱✨
9 notes · View notes
orotrasparente · 2 months
Text
le foto della partita tra nazionale politica e nazionale cantanti che mostrano conte e la schlein affiatati mi fa sperare (ironicamente ma con una punta di ottimismo) in una coalizione di centrosinistra con pd e m5s (stavolta senza quello scaldabagno di renzi di mezzo) che magari potrà insidiare sto schifo di centrodestra (che in realtà è una estrema destra ma vabbè) in attesa dell’exploit dell’alleanza verdi e sinistra (che arriverà signori e signore, arriverà)
8 notes · View notes
dollheartblog · 7 months
Text
I Ricchi e Poveri sono più affiatati di alcune coppie vere
8 notes · View notes
a-tarassia · 2 years
Text
Praticamente l'azienda per cui lavoro non organizza cene istituzionali per Natale, quindi voi direte che siamo fortunati. Certo.
Non fosse che poi ognuno ne organizza una con un gruppetto di affiatati e io vengo sistematicamente invitata ogni volta a tutte queste serate perché sono la più simpatica e cool e quindi mi attacco al cazzo e invece di una cena ne faccio mille.
Fuck
14 notes · View notes
maladie-d-amour · 1 year
Text
Credo che i miei nuovi coinquilini (i piccioni) abbiano litigato e ora non li vedo più affiatati come una volta, mi sa che mi tocca fare da mediatrice
6 notes · View notes
justmythings-stuff · 1 year
Note
Comunque io Lucia e Federico non li vedo per niente affiatati (di presenza dico non parlo di social)
Non penso siano i tipi da grandi manifestazioni d'affetto in pubblico se è quello che intendi.
1 note · View note
uominiedonneblog · 18 days
Text
Roberta di Padua è incinta? Arrivano piu' conferme che smentite...
Ieri al Festival del Cinema di Venezia, sul red carpet ha sfilato Roberta Di Padua e Alessandro Vicinanza, che ovviamene si sono conosciuti nel programma Uominiedonne di Maria de Filippi. Entrambi bellissimi , molto affiatati e forse nascondevano un dolce segreto? La loro presenza alla manifestazione ha suscitato molte domande sui social e anche diverse perplessità . Nel particolare la ex dama…
0 notes
supergaietta · 22 days
Text
Vai avanti! Ce la puoi fare!
Ero accartocciata nel mio dolore. Mi trovavo ancora in quella fase dei miei sfoghi in cui sento la necessità di scrivere mari di pagine per sistemarmi la mente. Lo sconosciuto se n'era andato e io non riuscivo a sopportarlo. Mentre rivivevo nero su bianco tutto quello che avevamo vissuto, è arrivato A. Mi ha seguito sul mio profilo fake di Instagram dal nulla e le cose con lui sono state da subito così intense che non ho più messo mano al file che usavo per scrivere dei miei mali. Non ne avevo alcuna voglia. Questo perché avevo racchiuso i pensieri attorno a questa nuova persona con cui sembrava tutto molto estremo. Ci rispondevamo a vicenda con la stessa costanza, con lo stesso numero di parole (circa), con lo stesso numero di foto, di richieste, di energia.
Siamo stati fin da subito molto affiatati. Non lo dico io che sono una sottona, lo diceva anche lui. Forse poteva essere facile perdersi e finire sotto mille treni, ma l'intensità che abbiamo vissuto è stata sempre vicendevole.
È stato come se la vita fosse venuta a darmi un messaggio: vai avanti! Ce la puoi fare! Non ristagnare nella tua tristezza perché tanto ce la farai anche questa volta! Vedi com'è facile! Vedi che distrazione pazzesca ti sto donando! Vivi! Non ti bloccare! Non morirai neanche questa volta!
Sono stata buttata fuori dalla mia stanza buia in modo improvviso e violento. Un attimo ero nel pieno della mia oscurità e l'attimo dopo c'era una luce che mi accecava. Forse, da una parte mi ha dato anche un po' fastidio. Sentivo di dover coccolare la mia tristezza un altro po', un po' più a lungo, perché non era ancora arrivato il momento di lasciarla andare. Avevo lasciato a metà il file con i miei sfoghi e da un lato volevo proseguire, anche solo per metterci un punto. Eppure, non ne avevo alcuna voglia, perché ero distratta e contenta.
A. mi ha seguito un giorno per caso e la nostra immediata complicità mi ha fatto uscire dall'angolino buio in cui mi trovavo. Ho anche provato a spiegarglielo, cercando di sembrare non troppo delirante. Non è curioso come nella vita un semplice incontro ti possa quasi svoltare la vita, mentre la protagonista causa di questo cambiamento non ha fatto letteralmente nulla per metterlo in moto e, soprattutto, a stento lo sa?
0 notes
evatremila · 3 months
Photo
Tumblr media
Rocìo Munoz Morales racconta la storia con Raoul Bova: «non ho mai pensato che sarebbe diventato il papà delle mie figlie». E dopo più di 10 anni avverte: «siamo innamorati ma se non me lo chiede lui non lo sposo» Raoul Bova e Rocìo Munoz Morales, quanta voglia di fare festa. Già, perché in occasione del 36esimo compleanno dell’attrice spagnola, la coppia ha dimostrato che 11 anni dopo il loro incontro sono più belli, affiatati e innamorati che mai. ... Continua a leggere.. https://www.eva3000.com/rocio-a-raoul-bova-se-vuoi-sposarmi-devi-chiedermelo/?feed_id=7658&_unique_id=66685b78185c3&utm_source=Tumblr&utm_medium=%40Redazione30&utm_campaign=FS%20Poster
0 notes
m2024a · 4 months
Video
youtube
Fedez e Violeta Toloba insieme in discoteca? Lei rompe il silenzio: «Ecco cos'è successo davvero» Fedez è stato di recente beccato in discoteca insieme ad alcune modelle, da Ludovica Di Gresy a Milano, a Garance Authié a Monaco, passando per Violeta Toloba incontrata in una discoteca a Monte Carlo. Alcune foto e video diffuse sui social mostrano i due affiatati, tanto da scambiarsi (forse) un bacio sulle labbra (il video non era molto nitido), ma qualche giorno dopo, il rapper è stato visto mano nella mano con Garance. L'identità di Violeta era rimasta avvolta nel mistero fino a poco fa e finalmente, la modella ha raccontato che cosa è accaduto quella sera. La dichiarazione di Violeta Toloba Violeta Toloba, modella di 25 anni, è stata contattata da Hola, rivista spagnola che le ha chiesto come fosse andata quella sera in discoteca insieme a Fedez e lei ha chiarito tutto: «È vero che io e Fedez abbiamo passato qualche giorno di vacanza insieme, ma non c’è nessun rapporto, è appena uscito da una rottura matrimoniale e non è come sembra. Lo apprezzo molto, è una persona eccezionale, qualunque cosa faccia lo sosterrò sempre e saremo sempre amici con tante risate e momenti indimenticabili». Nessuna storia d'amore quindi, tra Fedez e Violeta, ma solo amicizia e tante risate insieme.
0 notes
millymedusa · 4 months
Text
Linguaggi
“In Parigi mi guardavano allibiti quando parlavo loro in francese; non sono mai riuscito a far comprendere a quegli idioti la loro lingua.” Mark Twain 26 May 2024 Parte fondamentale del bridge sono i codici e i linguaggi che si utilizzano per comunicare con il proprio partner. Più gli accordi sono affiatati e i codici condivisi, migliore sarà l’efficienza del gioco. Le liti e i battibecchi…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
orotrasparente · 5 months
Text
non vedo i miei compagni di scuola da quando ci siamo diplomati (2017), eravamo affiatati il giusto, ma due settimane fa ne ho beccato uno dopo il lavoro, sabato scorso ne ho acchiappato un altro in un locale e oggi andando a lavoro ne ho incontrato un terzo
la vita quando ci si mette è proprio stravagante
3 notes · View notes
sounds-right · 4 months
Text
Parla Sandro Puddu (Acetone): fare il dj è prima di tutto passione
Tumblr media
Abbiamo incontrato Sandro Puddu, dj producer sardo in forte crescita come tutti gli artisti legati ad Acetone.
Ci racconti una tua release su Acetone a cui sei particolarmente legato?
Senz’altro sono molto legato a ‘Simply the Best’ di Tina Turner. Produrre questo brano è stato come renderle omaggio. La sua scomparsa, tra l’altro, è avvenuta proprio nel periodo in cui ho prodotto questa traccia. Penso che Tina sia stata una delle leggende più influenti del rock. Con questa traccia sono stato in classifica su Beatport per ben sei mesi, e ancora oggi ricevo feedback molto positivi da chi mi segue e mi supporta
Che ci racconti su Acetone, Sandro Puddu? Il progetto è senz’altro in crescita a livello internazionale…
Acetone per me è stata fin da subito un eccellente trampolino di lancio. La conoscenza con Maurizio Nari e il dialogo tra noi è qualcosa di grandioso; siamo molto affiatati nel confrontarci. La sua umiltà ti permette di esporti anche oltre il mondo della produzione. Ho vissuto per ben 23 anni in Romagna, che, tra l’altro, adoro come regione e per la gente. Non nascondo la grande voglia di ritornarci. Per quanto riguarda la crescita dell’etichetta, è tutto abbastanza visibile. Penso che il nostro team abbia una solidità molto forte, sia a livello italiano sia internazionale.
Come vedi la scena musicale elettronica internazionale? E quella dei locali? Secondo i dati riportati da un recente studio di IMS Ibiza l’isola è in forte crescita (76% in più rispetto al 2019), il settore nel complesso pure (+ 44%)
È una domanda un po’ particolare. Da noi in Sardegna sta diventando un po’ faticoso, lavorare nel settore. C’è una grande confusione tra i tanti stili musicali. Molti sono gli improvvisati, ma a mio avviso ci devono essere anche loro; comunque devono provarci. Qui la musica, in gran parte, e lo dico con tutto rispetto verso chi la fa, è la dance anni ’90. Quindi la possibilità di far conoscere ciò che produci e suoni è davvero ridotta, se fai il produttore.. Da poco siamo stati a Miami e ho visto la differenza con ciò che succede all’estero.. Certo ci sono club che ancora propongono ottima musica anche in Italia, ma sono pochi.
Quali saranno secondo te le tendenze musicali dell’estate?
Osservo una crescita esponenziale della tech house in America. Si avvertono anche poche nuove idee, ma si cerca di trovare spazio e di dare il meglio a livello di produzione musicale. Come facciamo noi su Acetone.
Come vedi la figura del dj in questo periodo? E’ un momento positivo per la dance oppure no?
Credo che siano molti quelli che si affacciano al mondo del DJ, ma con grande rammarico voglio dire che non basta una semplice console; in primis bisogna avere una buona cultura musicale e fare tantissima gavetta. Non è semplice come percorso: ci sono tante cose da vedere e capire pure cosa cerca il pubblico. Per quanto riguarda la musica dance, il futuro potrebbe però essere roseo. Quasi tutte le radio suonano della buona musica e, se un DJ rimane attento nel seguirla, potrebbe essere un buon punto di inizio. Come si dice, “Impara l’arte e mettila da parte”.
Sandro Puddu, perché hai iniziato a fare il dj e perché ancora oggi continui?
Ho iniziato a fare il DJ molto presto, seguendo degli amici tramite radio e altre piccole esperienze. La mia non è stata una strada facile. Ad un certo punto della mia carriera ho deciso di voltare pagina e prendere un percorso solitario, credendo in me stesso. Con un po’ di fortuna e grande dedizione sono arrivato a un punto dove posso dire di essere soddisfatto del mio lavoro. Continuo a fare questo mestiere per una passione fortissima. Mi sto togliendo qualche sassolino dalla scarpa e anche l’aspetto economico, anche se non esagerato, dà le sue grandi soddisfazioni. Comunque, in qualche modo, devi autofinanziarti per sostenere le spese che uno studio da producer comporta per tenerti aggiornato con le nuove tecnologie.
Cos’è per la musica per te in questo momento della tua vita?
La musica per me è tutto: quando viaggio, quando lavoro, quando vivo momenti d’amore, etc. Il mio corpo avverte l’esigenza, anche psicologica, di lasciarsi guidare dalle melodie. In questo periodo sono sbocciate tante cose, cose che neanche io stesso credevo esistessero o potessero nascere. È un percorso affascinante e continuerà ad esserlo. Io, perlomeno, mi lascio ancora trascinare e voglio vivere tante emozioni e scoprire nuove realtà.
0 notes
djs-party-edm-italia · 4 months
Text
Parla Sandro Puddu (Acetone): fare il dj è prima di tutto passione
Tumblr media
Abbiamo incontrato Sandro Puddu, dj producer sardo in forte crescita come tutti gli artisti legati ad Acetone.
Ci racconti una tua release su Acetone a cui sei particolarmente legato?
Senz’altro sono molto legato a ‘Simply the Best’ di Tina Turner. Produrre questo brano è stato come renderle omaggio. La sua scomparsa, tra l’altro, è avvenuta proprio nel periodo in cui ho prodotto questa traccia. Penso che Tina sia stata una delle leggende più influenti del rock. Con questa traccia sono stato in classifica su Beatport per ben sei mesi, e ancora oggi ricevo feedback molto positivi da chi mi segue e mi supporta
Che ci racconti su Acetone, Sandro Puddu? Il progetto è senz’altro in crescita a livello internazionale…
Acetone per me è stata fin da subito un eccellente trampolino di lancio. La conoscenza con Maurizio Nari e il dialogo tra noi è qualcosa di grandioso; siamo molto affiatati nel confrontarci. La sua umiltà ti permette di esporti anche oltre il mondo della produzione. Ho vissuto per ben 23 anni in Romagna, che, tra l’altro, adoro come regione e per la gente. Non nascondo la grande voglia di ritornarci. Per quanto riguarda la crescita dell’etichetta, è tutto abbastanza visibile. Penso che il nostro team abbia una solidità molto forte, sia a livello italiano sia internazionale.
Come vedi la scena musicale elettronica internazionale? E quella dei locali? Secondo i dati riportati da un recente studio di IMS Ibiza l’isola è in forte crescita (76% in più rispetto al 2019), il settore nel complesso pure (+ 44%)
È una domanda un po’ particolare. Da noi in Sardegna sta diventando un po’ faticoso, lavorare nel settore. C’è una grande confusione tra i tanti stili musicali. Molti sono gli improvvisati, ma a mio avviso ci devono essere anche loro; comunque devono provarci. Qui la musica, in gran parte, e lo dico con tutto rispetto verso chi la fa, è la dance anni ’90. Quindi la possibilità di far conoscere ciò che produci e suoni è davvero ridotta, se fai il produttore.. Da poco siamo stati a Miami e ho visto la differenza con ciò che succede all’estero.. Certo ci sono club che ancora propongono ottima musica anche in Italia, ma sono pochi.
Quali saranno secondo te le tendenze musicali dell’estate?
Osservo una crescita esponenziale della tech house in America. Si avvertono anche poche nuove idee, ma si cerca di trovare spazio e di dare il meglio a livello di produzione musicale. Come facciamo noi su Acetone.
Come vedi la figura del dj in questo periodo? E’ un momento positivo per la dance oppure no?
Credo che siano molti quelli che si affacciano al mondo del DJ, ma con grande rammarico voglio dire che non basta una semplice console; in primis bisogna avere una buona cultura musicale e fare tantissima gavetta. Non è semplice come percorso: ci sono tante cose da vedere e capire pure cosa cerca il pubblico. Per quanto riguarda la musica dance, il futuro potrebbe però essere roseo. Quasi tutte le radio suonano della buona musica e, se un DJ rimane attento nel seguirla, potrebbe essere un buon punto di inizio. Come si dice, “Impara l’arte e mettila da parte”.
Sandro Puddu, perché hai iniziato a fare il dj e perché ancora oggi continui?
Ho iniziato a fare il DJ molto presto, seguendo degli amici tramite radio e altre piccole esperienze. La mia non è stata una strada facile. Ad un certo punto della mia carriera ho deciso di voltare pagina e prendere un percorso solitario, credendo in me stesso. Con un po’ di fortuna e grande dedizione sono arrivato a un punto dove posso dire di essere soddisfatto del mio lavoro. Continuo a fare questo mestiere per una passione fortissima. Mi sto togliendo qualche sassolino dalla scarpa e anche l’aspetto economico, anche se non esagerato, dà le sue grandi soddisfazioni. Comunque, in qualche modo, devi autofinanziarti per sostenere le spese che uno studio da producer comporta per tenerti aggiornato con le nuove tecnologie.
Cos’è per la musica per te in questo momento della tua vita?
La musica per me è tutto: quando viaggio, quando lavoro, quando vivo momenti d’amore, etc. Il mio corpo avverte l’esigenza, anche psicologica, di lasciarsi guidare dalle melodie. In questo periodo sono sbocciate tante cose, cose che neanche io stesso credevo esistessero o potessero nascere. È un percorso affascinante e continuerà ad esserlo. Io, perlomeno, mi lascio ancora trascinare e voglio vivere tante emozioni e scoprire nuove realtà.
0 notes
tarditardi · 4 months
Text
Parla Sandro Puddu (Acetone): fare il dj è prima di tutto passione
Tumblr media
Abbiamo incontrato Sandro Puddu, dj producer sardo in forte crescita come tutti gli artisti legati ad Acetone.
Ci racconti una tua release su Acetone a cui sei particolarmente legato?
Senz’altro sono molto legato a ‘Simply the Best’ di Tina Turner. Produrre questo brano è stato come renderle omaggio. La sua scomparsa, tra l’altro, è avvenuta proprio nel periodo in cui ho prodotto questa traccia. Penso che Tina sia stata una delle leggende più influenti del rock. Con questa traccia sono stato in classifica su Beatport per ben sei mesi, e ancora oggi ricevo feedback molto positivi da chi mi segue e mi supporta
Che ci racconti su Acetone, Sandro Puddu? Il progetto è senz’altro in crescita a livello internazionale…
Acetone per me è stata fin da subito un eccellente trampolino di lancio. La conoscenza con Maurizio Nari e il dialogo tra noi è qualcosa di grandioso; siamo molto affiatati nel confrontarci. La sua umiltà ti permette di esporti anche oltre il mondo della produzione. Ho vissuto per ben 23 anni in Romagna, che, tra l’altro, adoro come regione e per la gente. Non nascondo la grande voglia di ritornarci. Per quanto riguarda la crescita dell’etichetta, è tutto abbastanza visibile. Penso che il nostro team abbia una solidità molto forte, sia a livello italiano sia internazionale.
Come vedi la scena musicale elettronica internazionale? E quella dei locali? Secondo i dati riportati da un recente studio di IMS Ibiza l’isola è in forte crescita (76% in più rispetto al 2019), il settore nel complesso pure (+ 44%)
È una domanda un po’ particolare. Da noi in Sardegna sta diventando un po’ faticoso, lavorare nel settore. C’è una grande confusione tra i tanti stili musicali. Molti sono gli improvvisati, ma a mio avviso ci devono essere anche loro; comunque devono provarci. Qui la musica, in gran parte, e lo dico con tutto rispetto verso chi la fa, è la dance anni ’90. Quindi la possibilità di far conoscere ciò che produci e suoni è davvero ridotta, se fai il produttore.. Da poco siamo stati a Miami e ho visto la differenza con ciò che succede all’estero.. Certo ci sono club che ancora propongono ottima musica anche in Italia, ma sono pochi.
Quali saranno secondo te le tendenze musicali dell’estate?
Osservo una crescita esponenziale della tech house in America. Si avvertono anche poche nuove idee, ma si cerca di trovare spazio e di dare il meglio a livello di produzione musicale. Come facciamo noi su Acetone.
Come vedi la figura del dj in questo periodo? E’ un momento positivo per la dance oppure no?
Credo che siano molti quelli che si affacciano al mondo del DJ, ma con grande rammarico voglio dire che non basta una semplice console; in primis bisogna avere una buona cultura musicale e fare tantissima gavetta. Non è semplice come percorso: ci sono tante cose da vedere e capire pure cosa cerca il pubblico. Per quanto riguarda la musica dance, il futuro potrebbe però essere roseo. Quasi tutte le radio suonano della buona musica e, se un DJ rimane attento nel seguirla, potrebbe essere un buon punto di inizio. Come si dice, “Impara l’arte e mettila da parte”.
Sandro Puddu, perché hai iniziato a fare il dj e perché ancora oggi continui?
Ho iniziato a fare il DJ molto presto, seguendo degli amici tramite radio e altre piccole esperienze. La mia non è stata una strada facile. Ad un certo punto della mia carriera ho deciso di voltare pagina e prendere un percorso solitario, credendo in me stesso. Con un po’ di fortuna e grande dedizione sono arrivato a un punto dove posso dire di essere soddisfatto del mio lavoro. Continuo a fare questo mestiere per una passione fortissima. Mi sto togliendo qualche sassolino dalla scarpa e anche l’aspetto economico, anche se non esagerato, dà le sue grandi soddisfazioni. Comunque, in qualche modo, devi autofinanziarti per sostenere le spese che uno studio da producer comporta per tenerti aggiornato con le nuove tecnologie.
Cos’è per la musica per te in questo momento della tua vita?
La musica per me è tutto: quando viaggio, quando lavoro, quando vivo momenti d’amore, etc. Il mio corpo avverte l’esigenza, anche psicologica, di lasciarsi guidare dalle melodie. In questo periodo sono sbocciate tante cose, cose che neanche io stesso credevo esistessero o potessero nascere. È un percorso affascinante e continuerà ad esserlo. Io, perlomeno, mi lascio ancora trascinare e voglio vivere tante emozioni e scoprire nuove realtà.
0 notes
Text
Francesco Totti e Noemi Bocchi in famiglia, festa per la comunione del figlio di lei
  Tgcom24   Francesco Totti, 47 anni, e Noemi Bocchi, 35, sono affiatati e complici. Posano al ristorante (Totti li ha raggiunti dopo il rito religioso) abbracciati mentre le loro mani si sfiorano. Lui indossa una tshirt bianca semplice abbinata a un paio di pantaloni color sabbia, per lei una camicia e le stesse tonalità neutre ed eleganti. Anche i figli di Noemi sono in pendant con la coppia,…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes