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#alfabetizzazione
gregor-samsung · 4 months
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" Una democrazia è costituita da un popolo specifico che si organizza, per sé stesso, sul suo territorio. Questo gruppo difende la sua frontiera. Non è un collettivo astratto, che decide per l'umanità in generale. Se accettiamo questa evidenza storica di una componente cupa, etnica, nazionale della democrazia originaria, possiamo accettare di vedere e comprendere, perché la resistenza all'oligarchia, la crescita democratica che tocca una a una le "democrazie" occidentali, disorganizzate dalla nuova stratificazione educativa e dal libero scambio, si colora sempre di xenofobia. La democrazia rinasce, ma contro i messicani in America, contro i polacchi in Inghilterra. La scelta attuale della Francia, "contro i musulmani", è disfunzionale dato che prende di mira un gruppo interno che rappresenta tra i giovani il 10% della popolazione, e non può che condurre ad un'implosione della nazione. Questo primo elenco evoca lo stesso un movimento generale di ritorno dei popoli verso la democrazia, verso il populismo secondo la terminologia attuale delle oligarchie occidentali, un "cammino provvidenziale" avrebbe detto Tocqueville. La nuova stratificazione educativa iniqua esclude tuttavia la possibilità di un semplice ritorno alla democrazia classica della prima metà del XX secolo, radicata nell'omogeneità culturale dell'alfabetizzazione universale, ma senza lo sviluppo di un'università di massa. "
Emmanuel Todd, Breve storia dell'umanità. Dall'homo sapiens all'homo oeconomicus, traduzione di Julie Sciardis, LEG Edizioni, 2019, p. 301.
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viv-milano · 2 years
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The dream home
The dream home, nestled in the mountains, my dream home is a peaceful retreat, surrounded by natural beauty and breathtaking views. The entrance opens up to a magnificent hall, with high ceilings, elegant chandeliers, and beautiful paintings .. ” The Dream Home is safe … , whenever One reaches it , One smiles … ” PP vivmilano.wordpress.com [email protected]
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fitnessitaliano · 9 months
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Inclusione Economica - Educazione Finanziaria Globale
L’educazione finanziaria non è semplicemente la comprensione di concetti complessi come investimenti e risparmi, ma rappresenta un veicolo per l’autonomia economica e la presa di decisioni informate. Dal villaggio più remoto alle metropoli affollate, la consapevolezza finanziaria agisce come un faro che illumina il cammino verso una gestione consapevole delle risorse economiche personali e…
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ircwebnet · 2 years
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Termini informatici comuni in ordine alfabetico
Termini informatici comuni in ordine alfabetico
Tutti i Termini informatici in ordine alfabetico Spesso ci imbattiamo in alcuni termini informatici comuni per altri , ma che noi non conosciamo e che sono strettamente correlati all’uso che facciamo delle nostre apparecchiature informatiche o addirittura affetti da malware e virus, ma non ne conosciamo il significato esatto né distinguiamo l’uno dall’altro. In questo post, condivido con voi…
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fridagentileschi · 1 year
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Quando hai due lauree ma te ne chiedono tre
Quando conosci sei lingue ma te ne chiedono sette
Quando hai sempre dovuto lavorare al nero ma ti chiedono esperienza di lavoro degli ultimi due anni
Quando non puoi permetterti di andare nel paese vicino al tuo e ti chiedono esperienza all'estero...
Quando poi vedi Di Maio: nessuna alfabetizzazione, nessuna lingua, nemmeno la sua, nessuna esperienza di lavoro, nega anche quella di bibitaro...ma viene considerato il meglio che può uscire da questo paese...non riesci a capire come mai nessuno si ribelli contro questo sistema e anzi se ne faccia usare contro un fascismo che non c'è, una emergenza pandemica climatica che non esiste, difesa di diecimila sessi che non ci sono...mentre i diritti veri sono scomparsi grazie a quel finto antisistema che per ignoranza e opportunismo appoggi facendoti burattino delle loro carnevalate create apposta per spostare la tua attenzione....
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vaerjs · 1 year
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Questa non sono io.
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I miei 50 cents sulle immagini generate dall'AI.
Negli scorsi giorni io e @focacciato ci siamo trovati di fronte a questo trend sui social: crea la tua nuova immagine profilo di LinkedIn con l'IA.
Divertiti abbiamo scaricato l'applicazione e abbiamo realizzato un'immagine che ritraesse me - o il mio alterego AI generated - in condizione di gravidanza. L'immagine è risultata ai nostri occhi palesemente finta: il viso completamente smussato, i contorni imprecisi, un viso leggermente troppo grande per il corpo a cui è stato apposto, per non parlare della corporatura. Pare infatti che gli unici corpi a disposizione dell'intelligenza artificiale siano quelli patinati delle riviste di moda, biotipo assolutamente e unicamente mesomorfo, corpi magri, tonici, elastici e privi di nei, rughette, pori, vene visibili (e quindi assolutamente inesistenti).
Ciononostante, abbiamo pubblicato l'immagine sui nostri profili facebook, annunciando un finto figlio in arrivo - anch'esso generato virtualmente: un Photoshop intenzionale brutto che fugasse ogni dubbio. L'assurdità è stata la certezza e la sicurezza con cui i nostri contatti hanno iniziato a scrivere a noi, ai nostri genitori, a chiamarci a commentare sul post in questione per congratularsi del nostro diventare genitori.
Insomma, nessuno sembra aver notato l'inganno. Qui è bene evidenziare che i contatti amici a cui facciamo riferimento sono sia uomini che donne in una fascia d'età compresa tra i 35 e i 60 anni. Non solo i cosiddetti "boomer" quindi, ma anche una fetta di giovani adulti che si presume avere una base di alfabetizzazione digitale.
Se hai letto fino a qui ti chiedo: è davvero così difficile riconoscere una immagine fasulla? E, soprattutto, il problema è la mancanza di competenza di indagare, interrogarsi e discernere le informazioni che ci vengono mostrate? Oppure la responsabilità è di Internet e dei social network, strumenti colpevoli di non essere stati progettati con un libretto di istruzioni?
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crazy-so-na-sega · 1 year
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Senza inoltrarci in quelle che sono le informazioni biografiche del grande e unico Thomas Sankara, partiamo subito a razzo sottolineando che costui, la prima cosa che fece una volta al potere nel 1983 fu disfarsi del nome “Alto Volta”. Prese due parole, una della lingua Moré e una della lingua Dioula, e le mise insieme: Burkina Faso. Tradotto in italiano più o meno è come dire “la terra degli uomini integri”. Questo fu il principio, il seguito è la parte più bella. Cos’è che fece Sankara per il suo popolo?
Avviò una campagna di alfabetizzazione a livello nazionale, aumentando il tasso di alfabetizzazione dal 13% nel 1983 al 73% nel 1987;
Fece piantare oltre dieci milioni di alberi per prevenire la desertificazione;
Diede il via ad una serie di costruzioni di strade e una ferrovia per unire la nazione, senza l’ausilio di aiuti stranieri;
Aprì la strada alle donne all’interno delle sfere governative e rese effettivo il congedo di gravidanza durante l’istruzione;
Bandì le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati e la poligamia a sostegno dei diritti delle donne (in maniera sana, niente femminismo e altri derivati della Scuola di Francoforte);
Ridistribuì la terra dai feudatari e la diede direttamente ai contadini, (esattamente come fece Pëtr Arkad’evič Stolypin il più grande uomo politico russo prima di essere assassinato e di cui abbiamo parlato in un articolo a lui dedicato e a cui Putin non è degno di lucidare nemmeno le scarpe). Con Sankara, la produzione di grano del Burkina Faso è passata in tre anni da 1700 kg per ettaro a 3800 kg per ettaro.
Ma questo non è tutto, c’è ancora una questione da affrontare, la più importante: il debito. Quello che Sankara voleva più di ogni altra cosa era eliminare gli aiuti internazionali dal quale il paese (così come tutta l’Africa) dipendeva, fonti di assistenzialismo e impedimento per uno sviluppo interno. Egli gridò al mondo la verità, ossia che i prestiti finanziari servissero solo a produrre il debito tramite il quale gli usurai ai vertici delle banche centrali e private potevano controllare e indirizzare l’azione governativa in tutta l’Africa, esattamente come continuano e continueranno a fare. Egli aveva predetto ciò che sta accadendo proprio in questo momento, ossia una guerra su larga scala ai popoli della terra e non tra i paesi. Egli lo disse a chiare lettere che gli stati operano tutti sotto la stessa unica regia. Proprio ora, come abbiamo sottolineato altre volte, stiamo vivendo questa guerra che è incentrata sulla popolazione europea, in particolare sul piano economico, al fine di farla farla cadere e aderire al grande reset, attraverso il suo inserimento nel blocco euroasiatico, epicentro della Sinarchia Universale, conosciuta più comunemente come Nuovo Ordine Mondiale.
Ciò che decretò la condanna a morte di Sankara fu il discorso sul debito del 29 luglio del 1987 pronunciato ad Addis Abeba in occasione del vertice dell’Organizzazione dell’unità africana dove erano presenti i leader di tutti i paesi del continente. Sankara evidenziò come l’eliminazione del debito fosse di vitale importanza per lo sviluppo dell’Africa e che dovesse essere affrontato con una strategia comune a tutti gli stati africani. Corre voce a tal proposito che il Burkina Faso dipendeva (e tutt’ora dipenda) dalla Francia. Corre voce che Parigi era (ed è) di gran lunga il suo principale donatore di aiuti, fornendo circa 60 milioni di dollari ogni anno, i quali costituivano il 40% del bilancio del Burkina Faso già negli anni ’80. E corre voce che il Paese già a quel tempo dovesse alla Francia circa 155 milioni di dollari e che il debito pubblico consumava un quarto delle entrate statali. Ebbene, l’unica cosa vera di tutte queste voci è l’ultima. I debiti non erano e non sono con la Francia, bensì con la Banca centrale degli Stati dell’Africa Occidentale (BCEAO) di cui abbiamo parlato prima, governata dalla Banca per i Regolamenti Internazionali che abbiamo analizzato prima, il cui governatore, come detto, è membro del WEF. La BCEAO nasce nel 1959 ed è l’unica autorizzata ad emettere moneta (il Franco CFA che nei programmi futuri dovrebbe trasformarsi nella Eco) nei paesi che abbiamo visto prima: Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea – Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo. La banca risponde direttamente alla Lazard Frères e alla famiglia Concordia, rami francesi del gruppo Rothschild, ecco perché erroneamente si attribuisce alla Francia un dominio che in realtà di francese ha poco o nulla. Certo questo lo si comprende solo se si conosce la vera storia dei potentati dietro alle colonie prima e del neocolonialismo tutt’ora in atto poi; quindi, chi è che muove i paesi gli uni contro gli altri? Chi è che finanzia guerre, rivoluzioni,, colpi di stato e tutte quelle altre cose che conosciamo bene? La risposta è davanti ai nostri occhi.
In tutta onestà, credo che la realtà parli da sola, non penso che ci sia bisogno né di un mio personale punto di vista né chissà che altro. Si può scegliere di guardarla in faccia, oppure credere alle peggiori sciocchezze che vengono propagandate da una parte e dall’altra. Una cosa però la posso dire, ossia che sono sicuro che in questo momento, Sankara a vedere quel pagliaccio di Ibrahim Traoré, si stia rivoltando nella tomba. Dal Sud Africa al Burkina Faso, passando per il Niger e via via tutti gli altri, attraverso questo fil rouge, in Africa si sta preparando il territorio adatto per il Grande Reset. Come abbiamo visto l’Africa è stata sfruttata e martoriata, ma ha ancora tantissimo da offrire e lo spostamento dell’ago della bilancia di cui abbiamo parlato in precedenza è la prova che il peggio per questa bellissima e meravigliosa terra deve ancora arrivare. Vi lascio con tre estratti significativi di quel famoso discorso di Thomas Sankara pronunciato ad Addis Abeba poco prima di essere ucciso da Blaise Compaoré, servo dell’usurocrazia che gli succedette al potere per ben ventisei anni. No, non c’entra la CIA, non c’entra la Francia, queste sono mere storielle di facciata per far sì che le persone guardino il dito e non la luna. La morte di Sankara fu opera degli USURAI.
Estratto 1
«Riteniamo che il debito debba essere visto dalla prospettiva delle sue origini. Le origini del debito vengono dalle origini del colonialismo. Quelli che ci prestano denaro sono quelli che ci hanno colonizzato. Sono gli stessi che gestiscono i nostri stati e le nostre economie. Questi sono i colonizzatori che hanno indebitato l’Africa attraverso i loro fratelli e cugini. Noi non avevamo collegamenti con questo debito. Quindi non possiamo pagarlo. Il debito è il neocolonialismo, in cui i colonizzatori si sono trasformati in “assistenti tecnici”. Dovremmo piuttosto dire “assassini tecnici”. Ci presentano denaro, come se il sostegno di qualcuno potesse creare sviluppo. Ci è stato consigliato di rivolgerci a questi istituti di credito. Ci sono stati offerti dei buoni accordi finanziari. Siamo indebitati per 50, 60 anni e anche di più. Ciò significa che siamo stati costretti a compromettere la nostra gente per oltre 50 anni. Nella sua forma attuale il debito è una riconquista dell’Africa abilmente gestita, intesa a soggiogarne la crescita e lo sviluppo attraverso regole straniere. Così, ognuno di noi diventa lo schiavo finanziario, vale a dire un vero schiavo, di coloro che erano stati abbastanza traditori da immettere denaro nei nostri Paesi con l’obbligo di ripagarlo. Ci viene detto di ripagare, ma non è una questione morale. Non si tratta di questo cosiddetto onore di ripagare o meno. Signor Presidente, abbiamo ascoltato e applaudito il primo ministro norvegese quando ha parlato proprio qui. Lei è europea ma ha detto che l’intero debito non può essere ripagato. Il debito non può essere rimborsato, innanzitutto perché se non lo rimborsiamo, i prestatori non moriranno. Questo è certo. Ma se ripaghiamo, saremo noi a morire. Anche questo è certo. Chi ci ha portato all’indebitamento ha giocato d’azzardo come in un casinò. Finché hanno avuto guadagni, non c’è stato dibattito. No, signor presidente, hanno giocato, hanno perso, questa è la regola del gioco e la vita continua. Non possiamo rimborsare il debito perché non abbiamo i mezzi per farlo. Non possiamo pagare perché non siamo responsabili di questo debito. Non possiamo ripagare ma gli altri ci devono quello che la più grande ricchezza non potrebbe mai ripagare, cioè il debito di sangue. Il nostro sangue è stato sparso.»
Estratto 2
«Non possiamo essere complici. No! Non possiamo andare a braccetto con coloro che succhiano il sangue della nostra gente e vivono del sudore della nostra gente. Non possiamo seguirli nei loro modi omicidi. Signor Presidente, abbiamo sentito parlare di club: il Club di Roma, il Club di Parigi, il club la qualunque. Sentiamo parlare del Gruppo dei Cinque, del Gruppo dei Sette, del Gruppo dei Dieci e forse del Gruppo dei Cento. E che altro? È normale che anche noi abbiamo il nostro club e il nostro gruppo. Facciamo in modo che Addis Abeba diventi ora il centro da cui emergerà un nuovo inizio. Un Club di Addis Abeba. È nostro dovere creare un fronte unito di Addis Abeba contro il debito. Questo è l’unico modo per affermare che il rifiuto di rimborsare non è una mossa aggressiva da parte nostra, ma una mossa fraterna per dire la verità. Inoltre, le masse popolari europee non sono nemiche delle masse popolari africane. Ma coloro che vogliono sfruttare l’Africa sono anche quelli che sfruttano l’Europa. Abbiamo un nemico comune! Quindi il nostro Club di Addis Abeba dovrà spiegare a tutti che quel debito non sarà ripagato!”
Estratto 3
«Vorrei che la nostra conferenza si assumesse l’urgente necessità di dire chiaramente che non possiamo ripagare il debito. Non con spirito bellicoso, ma per impedirci di essere assassinati individualmente. Se il Burkina Faso è il solo a rifiutarsi di pagare, io non sarò più qui per la prossima conferenza! Ma con il sostegno di tutti, di cui ho bisogno, con il sostegno di tutti non dovremmo pagare. In tal modo, dedicheremo le nostre risorse al nostro sviluppo. E vorrei concludere dicendo che ogni volta che un paese africano acquista un’arma, è contro un Paese africano. Non è contro un paese europeo, non è contro un paese asiatico, ma è contro un paese africano. Di conseguenza, dovremmo approfittare della questione del debito per risolvere anche il problema delle armi. Sono un soldato e porto una pistola. Ma signor presidente, vorrei che ci disarmassimo. Quindi miei cari fratelli, con il sostegno di tutti, faremo la pace in casa nostra. Utilizzeremo anche le nostre immense potenzialità per sviluppare l’Africa, perché il nostro suolo e il nostro sottosuolo sono ricchi. Abbiamo abbastanza uomini e un vasto mercato – da nord a sud, da est a ovest. Abbiamo capacità intellettuali sufficienti per creare o per lo meno utilizzare la tecnologia e la scienza ovunque le troviamo. Signor Presidente, formiamo questo fronte unito di Addis Abeba contro il debito. Prendiamo l’impegno di limitare gli armamenti tra i Paesi deboli e poveri. Pistole, mazze e coltelli che compriamo sono inutili. Facciamo anche del mercato africano il mercato degli africani: produciamo in Africa, trasformiamo in Africa, consumiamo in Africa. Produciamo ciò di cui abbiamo bisogno e consumiamo ciò che produciamo invece di importare. Il Burkina Faso è venuto qui mostrando il tessuto di cotone prodotto in Burkina Faso, tessuto in Burkina Faso, seminato in Burkina Faso, per vestire i cittadini del Burkina Faso. La nostra delegazione ed io siamo vestiti dai nostri tessitori e mangiamo i prodotti dei nostri contadini. Non c’è un solo filo proveniente dall’Europa o dall’America o altrove. Non farei una sfilata di moda, ma direi semplicemente che dobbiamo accettare di vivere come africani: questo è l’unico modo per vivere liberi e dignitosi. La ringrazio, signor presidente.”
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pollicinor · 9 months
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I risultati rivelano che un italiano su cinque non dispone delle conoscenze e competenze necessarie per prendere decisioni finanziarie oculate. Lo studio evidenzia che la differenza di reddito derivante da qualsiasi tipo di investimento può variare in modo significativo tra persone con un'alfabetizzazione finanziaria bassa, media o elevata. Una persona italiana con un'elevata alfabetizzazione finanziaria può guadagnare 2.300 euro in più all'anno, un importo vicino al guadagno medio mensile per lavoratore in Italia. Nell'arco di 30 anni la somma può sfiorare i 130mila euro.
Dall'articolo "La scarsa educazione finanziaria costa fino a 2.150 euro l'anno a ogni famiglia italiana" su Aziendabanca.it
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levysoft · 1 year
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Da qualche mese in Svezia si è sviluppato un dibattito sull’utilizzo dei tablet e dei computer nelle scuole e di come il loro uso intensivo potrebbe essere una delle ragioni per il calo nel livello di alfabetizzazione registrato di recente fra i bambini. Di recente la ministra dell’istruzione Lotta Edholm ha detto che il governo adotterà delle misure per valorizzare metodi educativi tradizionali, peraltro andando contro le indicazioni sull’uso delle nuove tecnologie dell’Agenzia nazionale per l’istruzione.
Il livello di alfabetizzazione in Svezia è superiore alla media europea e uno dei più alti al mondo, ma l’ultimo Progress in International Reading Literacy Study(PIRLS), condotto ogni cinque anni dall’Associazione internazionale per la valutazione del rendimento scolastico, ha evidenziato un calo nelle capacità dei bambini svedesi di quarta elementare rispetto ai livelli del 2016. Questa flessione potrebbe avere varie spiegazioni, fra cui i disagi dovuti alla pandemia o il crescente numero di alunni e alunne la cui prima lingua non è lo svedese. Ma secondo diversi esperti una delle principali cause potrebbe essere l’uso eccessivo di schermi durante le lezioni.
In linea con gli obiettivi dello stesso governo che nel 2017 aveva dato priorità alla digitalizzazione, l’anno scorso l’Agenzia nazionale per l’istruzione aveva presentato un nuovo piano per la digitalizzazione dell’insegnamento, da attuare entro il 2027, che comprendeva anche l’introduzione dell’uso dei tablet in tutte le classi a partire dalla scuola materna. L’obiettivo è quello di far sviluppare ai bambini delle competenze digitali «per essere in grado di partecipare attivamente agli studi, alla vita sociale e alla vita lavorativa, per contribuire a una società sostenibile e democratica».
L’importanza che l’Agenzia ha dato a questo aspetto è tale che nell’aprile del 2022 una scuola sull’isola di Gotland, che si trova nel mar Baltico a sud di Stoccolma, aveva ricevuto un richiamo per aver deciso di non utilizzare computer e tablet durante le lezioni con i bambini più piccoli.
Fra coloro che si erano detti da subito contrari a questa misura c’è l’attuale ministra dell’Istruzione Lotta Edholm, che nel novembre del 2022 si è insediata con un governo appoggiato dal centrodestra. Edholm ha sostenuto in diverse occasioni che la tecnologia abbia un impatto negativo sull’apprendimento e sulla crescita dei bambini, maggiore di quanto immaginiamo, e a marzo ha chiesto a 58 enti che si occupano di apprendimento, infanzia e neuroscienze di rivalutare il piano dell’Agenzia. Nello stesso mese, il governo ha anche fatto sapere di aver stanziato 685 milioni di corone (circa 60 milioni di euro) per l’acquisto di libri cartacei per le scuole e annunciato che un altro miliardo di corone (circa 85 milioni di euro) sarebbe stato speso fra il 2024 e il 2025 per riportare libri stampati all’interno delle scuole.
Alcuni critici del governo hanno sostenuto che l’uso di tablet e computer sia solo uno dei vari fattori da tenere presenti per analizzare il recente calo di rendimento degli studenti, e che questo auspicio di tornare a un’istruzione fatta sui libri di carta e con le matite colorate non sia motivato solo da una preoccupazione nei confronti dei bambini, ma anche dalla volontà di alcuni politici conservatori di mostrare di avere a cuore i valori tradizionali.
Nonostante Lotta Edholm faccia parte dei Liberali, un partito di centrodestra moderato, l’attuale governo svedese guidato dal primo ministro Ulf Kristersson è uno dei più conservatori nella storia della Svezia: è sostenuto infatti dai Democratici Svedesi, un partito di estrema destra con origini neonaziste che è risultato il secondo partito più votato alle elezioni di settembre del 2022.
Tuttavia vari esperti hanno dato ragione alla ministra: secondo il Karolinska Institutet svedese, una delle più importanti università di medicina al mondo, responsabile anche di assegnare ogni anno il premio Nobel per la medicina, «è scientificamente provato che gli strumenti digitali compromettano piuttosto che migliorare l’apprendimento degli studenti». In un’intervista per il Dagens Nyheter, il principale quotidiano svedese, Ulrika Ådén, presidente dell’Associazione pediatrica svedese, e Torkel Klingberg, professore di neuroscienze al Karolinska Institutet, sostengono che i bambini non dovrebbero usare alcuno schermo fino ai due anni. Successivamente, in linea con le guide dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dovrebbero limitarne l’uso a un’ora al giorno fino ai 5 anni. Per questo secondo i due scienziati a scuola bisognerebbe vietarli, dato che si presume che vengano già utilizzati a casa.
Ådén spiega anche che i “giochi digitali” forniscono stimoli e ricompense più rapide di quelli tradizionali e per questo possono avere conseguenze negative sulla capacità di concentrazione e sull’apprendimento, che è stimolato dalla manualità, da un utilizzo completo dei sensi e dall’esplorazione di ambienti estranei. Anche per i bambini alle scuole elementari e medie, a differenza di quello che sostiene l’Agenzia nazionale per l’istruzione, la digitalizzazione in questo caso non aiuterebbe a ridurre le disuguaglianze: gli effetti negativi sull’apprendimento colpirebbero soprattutto quelli che faticano a concentrarsi o che non hanno genitori che li seguono.
In agosto la ministra Edholm ha detto che fra le misure che intende attuare nel futuro prossimo c’è la completa eliminazione di dispositivi elettronici a scuola fino ai sei anni. Tuttavia la Svezia non è l’unico paese in cui il tasso di alfabetizzazione sta scendendo: il PIRLS ha evidenziato che molti paesi europei hanno lo stesso problema. A maggio i ministri dell’Istruzione dell’Unione Europea si sono riuniti a Bruxelles per discuterne e hanno menzionato la tecnologia e i social media fra i fattori che penalizzano l’apprendimento, riferendosi più che altro all’uso privato dei dispositivi elettronici, dato che nessuno a parte la Svezia può parlare di eccessiva digitalizzazione dell’istruzione. Secondo tutti i paesi comunque il fattore che più incide sul livello di alfabetizzazione rimane quello socioeconomico, per cui i figli di famiglie più povere sono penalizzati.
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raffaeleitlodeo · 1 year
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"Mi limiterò a dire che a mio parere – non empiricamente, purtroppo, ma solo in teoria – per chi ha letto molto di Dickens, sparare al suo simile in nome di un’idea è più problematico che per chi non ha letto Dickens. E sto parlando proprio di chi ha letto Dickens, Sterne, Stendhal, Dostoevskij, Flaubert, Balzac, Melville, Proust, Musil, e così via; cioè di letteratura, non di alfabetizzazione e istruzione. Un letterato, persona colta, per essere sicuri, è pienamente in grado, dopo aver letto questo o quel trattato politico [...], di uccidere un suo simile, e anche, dopo averlo fatto, di esserne pienamente convinto. Lenin era letterato, Stalin era letterato, e così era Hitler, e Mao Zedong ha perfino scritto versi. Ciò che tutti questi uomini avevano in comune, però, era che la lista delle persone che hanno colpito era maggiore alla lista dei libri che hanno letto". - Iosif Brodskij, Discorso di accettazione del Nobel, dicembre 1987
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vergess · 1 year
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Hey, I just saw your post about our current literacy crisis. Do you have any links pertaining to Italy, or at least the EU?
I don't read Italian, so my resources are very limited for you. There is little written in English or French that discusses early childhood education in Italy. Most resources in my languages talk about the way Italy's universities struggled with COVID more than anything.
However, my general advice in this situation is to use an information database you trust in your language, such at JSTOR in English, to review literature about the interrelated subjects of: Digital literacy, Information literacy, Democratic literacy, and of course, basic literacy, the reading skills which underlie it.
I believe based on the English summary that this article may have useful statistics for you. If not, it will certainly contain a lot of the basic keywords needed to search for more detailed information on your own.
Thank you for asking, and I hope you are able to find more information in your own language! Most member countries of the UN collect this data, to report to UNICEF. However, I don't know how many countries make the data otherwise public the way the US's PIAAC data is public.
As for the EU as a whole, there is likely more English language data available, but I am honestly just very tired and will have to get back to you tomorrow.
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7i74 · 2 years
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Ho postato 232 volte nel 2022
Sono 222 post in più del 2021!
19 post creati (8%)
213 post rebloggati (92%)
Blog che ho rebloggato di più:
@killiandestroy
@segretecose
@lasciva-puella
@pietroleopoldo
@aqua-regia009
Ho taggato 29 dei miei post nel 2022
#d'idilli e di pinakes - 10 post
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#taccuino - 3 post
#lignone - 3 post
#labc - 2 post
#università - 2 post
#studio - 2 post
#fisica - 2 post
#musica classica - 1 post
#italian tumblr - 1 post
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#qualche peso dal petto va gettato oltre l'ostacolo e se si confonde col cuore non fa niente
I miei post migliori nel 2022:
#5
Sulla scrittura (in itinere) I
Non è dubbio che la percentuale di persone che si approcciano alla scrittura o, in maniera compiuta, arrivano a pubblicare qualche proprio scritto è aumentata in maniera molto forte nell'ultimo secolo o poco meno.
Mi rendo conto della poca veridicità della prima espressione, o meglio della sua incertezza. Non si può determinare con alcun grado di sicurezza, nel limite della coscienza della poca diffusa scolarizzazione e alfabetizzazione, chi fosse appunto in grado di scrivere versasse questa propria capacità nello stilare un diario personale come forma di auto analisi. Alcuni di questi diari sono stati poi pubblciati, se non dagli scrittori, da qualche altro amico o storico nel caso di personaggi rilevanti -- e non. Ad ogni modo l'atto della pubblicazione di un diario, se non avviata dallo scrivente stesso, non è da considerarsi intenzionale quando attuata da qualcun altro che si sia trovato in facoltà di occuparsi di queste scritture.
Questa stessa è una bozza che precede lo stilamento di un più compiuto e accessibile saggio a riguardo, limitatosi all'esperienza descrivente/scrivente che solo lateralmente tange quella del lettore e della biblioteca.
Si scrive per differenti ragioni. Alcune di queste, o almeno la premessa che spiega le mie, sono già state accennate in uno degli articoli precedenti, forse il primo davvero che sia stato posto qui. Si trattava però di inclinazioni personali e assolutamente particolari rispetto a quel dato progetto.
Esiste la scrittura come forma di autoanalisi, e di autogodimento o passatempo ("In treno porto sempre il mio taccuino: bisogna pur aver qualcosa di fantasmagorico da leggere"); e la scrittura come comunicazione, figlia istruita del parlato. Parlato si intende non interiore ne delirante ma estroverso e significativo.
Se è ovviamente lecito scrivere-pensare qualche ovvietà precedentemente espressa, è però altrettanto lecito scrivere-pubblicare la stessa? Non si intende un esempio in buona fede, ovvero lo scrivere-ideare qualche cosa di cui non si conoscono i limiti storici, perché laddove l'ignoranza sopperisce alla personalità non c'è maniera di determinare quanto già stato fatto. Esempio: può essere che queste ovvietà da me ripetute siano pari ad un prodotto pubblicato in altro luogo in altro tempo, oppure anche solamente compite e poi perdute nel tempo stesso.
Non si intende nemmeno il plagio vero e proprio. Si intende invece la limitatezza nella conoscenza, ovvero: giungo ad una conclusione, trovo che è già stata condivisa; prendo coscienza del fatto che questa conclusione sia già stata espressa, ma non rinuncio al mio diritto di esprimere la stessa. Questo si estende alla dimostrazione di data conclusione quando la stessa è conosciuta.
Va da sé che una forma tale in opera matematica non ha alcun senso. Discopro io una proposizione: la dimostro così com'è stata precedentemente dimostrata. Ora, non ha alcun senso che io pubblichi questo, anche perché relativamente facile constatare se nella letteratura questa mia pseudo-scoperta abbia un precedente identico.
Quando invece si parla di un proprio pensiero non strutturato--e che cosa rimane? Forse, ma stentatamente, la filosofia: negli ambiti della coscienza si scade velocemente nella più nera malafede: sicuramente nel romanzo e nella poesia, nella supposizione, nell'immaginazione. Ecco, indirizziamo il tiro: è lecita o significante la ripetizione nell'opera immaginativa-raziocinante non filosofica? Non si esclude che questa parte di ragionamento sia parte integrante stessa della supposizione, cioè soggetto e oggetto dell'elaborazione.
2 note - Postate 22 maggio 2022
#4
Le sconfitte di Napoleone
La tomba di Napoleone non l'ho veduta di persona. A Parigi ho incontrato le tombe di Voltaire, di Rousseau, di Skłodowska e di Hugo; non quella di Napoleone. Gargantuesco e pantagruelico (!) l'appetito di tanto porfido rosso! Un volume smisurato solido per un corpo piccolo tanto quanto un qualsiasi corpo umano.
Davanti alla tomba di Napoleone che sovrasta in altezza quattro uomini non mi sovvengono le vittorie di Napoleone ma la sua ultima sconfitta: quel tipo di sconfitta che in vita non è possibile riscontrare, perché terminale, sensibile solamente al termine della vita stessa; Napoleone non sarà mai tanto immortale quanto avrebbe desiderato essere. Non: non sarà mai immortale come aveva desiderato (vero per certi versi, inesatto per altri: morto, sì, ma solo nella coscienza di chi l'abbia avuto vicino in vita, così com'è vero per qualsiasi altra persona - che differenza apporta la morte di chi non hai fatto esperienza in vita? Una morte apparente o vita raccontata non distano) ma non tanto quanto avrebbe desiderato, cioè non effettivamente divino. Chissà. Tanto spreco di porfido (porfido o imitazione?) per una persona sola e per il gusto di perseverare nelle coscienze altrui lungo il brevissimo periodo di pochi secoli.
Pochi secoli non bastano ad una stalammite per estendersi di millimetri. Che cosa vogliamo mai fare noi, che non siamo roccia?
(Forse la reazione è proporzionale soltanto alla misura in cui ci si trova feriti dal constatare che l'ambizione altrui non è più vile della propria. Questa sera ogni forma di ambizione mi sembra olezzare di zolfo.)
2 note - Postate 12 ottobre 2022
#3
A proposito di diari
Tengo su per giù un paio di diari. Quello onorato è un quaderno cartaceo rilegato che porta incisa la partitura dell'Erlkönig di Schubert, con segnalibro a nastro rosso e foggia blu iridescente. Non è un oggetto artigianale ma ricade nell'intersezione di quei prodotti industriali altamente personalizzati—che non ho ancora valutato se sia lodevole o triste, decisione poco interessante finché i prodotti sono gradevoli e utili. L'acquisto di questo diario l'ho programmato ed è stato effettuato qualche mese fa—l'etá! Non ricordo se fosse addirittura l'anno scorso, e che sia testamento della confusione di quei giorni—a Pisa in questa maniera: stazione di Pisa, polo Fibonacci, Corso Italia, polo Fibonacci; a piedi, in ritardo sulla lezione. Chi conosce la città saprà valutare se un desiderio così sommariamente eseguito abbia avuto un senso. Insomma, questo diario è il Diario ed è cartaceo. L'ultima entrata è datata ad un generico Giugno 2022; prima di questa, giorni di aprile.
Tengo poi (stavolta in senso quasi letterale: supporto sullo smartphone) un diario digitale, i cui contenuti sono stati travasati da un altro diario digitale che a suo tempo aggiornavo con regolarità. Lo utilizzo per le foto perlopiù. Il mio archivio è personale e sui social gocciola residui che non sono un decimo del suo corpo—fotografo molto, in alcuni casi considerando quanto ritraggo e in molti altri per fermare un frammento temporale—che sfoglio spesso con amici al fianco. Questo diario è più simile ad un cestino: c'è affollamento, c'è anche disordine.
Il calendario (anche di quello ne tengo due copie, uno cartaceo a muro e l'altro virtuale) assume da sè certe innegabili caratteristiche di diario, ma siccome nessuno chiamerebbe mai diario un calendario e viceversa consideriamo i due oggetti sufficientemente distinti da indossare il paraocchi e proseguire coi libri in mano.
Il blog D'idilli e di pinakes così come questo blog informale non sono diari. Ritengo la pubblicazione negli spazi virtuali sempre più vicina alla pubblicazione editoriale che alla stesura di un diario, nonostante la bassa aspirazione contenutistica di alcuni social o dei loro avventori.
Sia nel Diario che nel blog principale ho trovato un vuoto consistente per i mesi di Aprile, Maggio e Giugno. Non sono stata male in quei mesi; tutt'altro: sospetto anzi questo, che la fortissima avversità—quasi fisica—avvertita negli ultimi mesi ogni qualvolta mi sono avvicinata alla pagina bianca sia derivata da un istinto di auto-preservazione. Temendo di scompigliare l'ordine precario della mia persona, non ho ardito scandagliare in lei nemmeno per fissarne le impressioni private. Ora mi sarebbe piaciuto ripensare quanto ho pensato nei mesi passati, ma non posso: almeno non più, almeno supponendo che io non pensi adesso quello che pensavo allora. Non c'è modo di dirlo: non lo ricordo piú.
In quei mesi non ho fatto poche cose di poco peso. Non fatico a ricordare i fatti: a casa la vita benedetta con mia madre, e a Bologna l'incontro con Vivica Genaux, la frequentazione con Carlo Vitali, le raccomandazioni. Sono i pensieri il problema. Nemmeno ora faccio poco: ho un esame in vista (di cui non riesco a prevedere l'esito, ma il cui materiale mi piace); oggi ho dato le mie prime ripetizioni di matematica, che male non fa; sono volontaria di un collettivo freschissimo e socia di un'associazione storica in cui mi si prospettano incarichi rilevanti; ho due viaggi non brevi in programma e un coniglietto che mi rallegra il cuore quando dorme sopra di lui.
Eppure i fatti non mi bastano,
e alla me di ieri avrei voluto chiedere che cosa abbia pensato proprio mentre riteneva che i suoi pensieri non fossero meritevoli di essere ricordati.
Gli scritti come questo non sono rivisti e non nascono (o almeno non muoiono) per essere letti sul mio vero blog, lucreziaignone.wordpress.it — si chiama D'idilli e di pinakes. D'idilli e di pinakes si chiama anche il tag con cui cercare i miei scritti in questa pagina, auspicando la possano presto prendere d'assalto e asservirsi ad un vero, astratto diario umano.
2 note - Postate 30 giugno 2022
#2
'A serenata 'e Pulecenella Domenico Cimarosa (1749)
Peppe Barra e Angelo Branduardi
3 note - Postate 5 luglio 2022
Il mio post numero 1 del 2022
Question: how does one get into the Frev community?
It sounds fun
10 note - Postate 24 aprile 2022
Guarda ora l'Analisi del tuo anno 2022 di Tumblr →
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viv-milano · 2 years
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One Day ... One Page ...
If there was a biography about you, what would the title be? ” One Day … One Page … “ ” 1 Giorno … 1 Pagina … “ ” 1 Jour … 1 Pagè … “ ” Unas Día … Unas Página … “ vivmilano.wordpress.com [email protected]
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staipa · 15 days
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/giornata-internazionale-dellalfabetizzazione/?feed_id=1644&_unique_id=66dd4d94bc753 %TITLE% L'8 settembre è la Giornata internazionale dell'alfabetizzazione, una ricorrenza istituita il 17 novembre 1965 dall'UNESCO al fine di ricordare alla comunità internazionale l'importanza dell'alfabetizzazione. Non si tratta solo dell'importanza di saper leggere, anche se in molte zone del mondo ci sono ancora vaste fasce di popolazione completamente analfabete, ma di saper analizzare e interpretare correttamente un testo. I diversi livelli di alfabetizzazione Il programma OCSE PISA (Programme for International Student Assessment) riconosce sei livelli di alfabetizzazione principali: 1: competenza alfabetica molto modesta al limite dell’analfabetismo (analfabetismo funzionale grave);2: possesso di un limitato patrimonio di competenze di base (analfabetismo funzionale non grave). Implica saper riconoscere l’idea principale in un testo semplice;3: competenze sufficienti per poter analizzare un testo di cui si ha familiarità;4: buone conoscenze per poter analizzare la maggior parte dei testi;5: capacità riflessive ed interpretative tali da rendere possibile analizzare la quasi totalità dei testi, anche alcuni tra quelli complessi;6: conoscenze elevate o molto elevate che permettono di confrontare ed integrare in maniera dettagliata e precisa più informazioni da più testi complessi. Sotto il livello 1 si può parlare di analfabetismo totale. La maggior parte degli studiosi considerano il livello 3 come livello base per garantire un corretto inserimento nelle dinamiche della vita sociale, economica e occupazionale. Anche nei paesi che riteniamo sviluppati la situazione non è così idilliaca Fonte: https://italiaindati.com/analfabetismo-funzionale-in-italia/ Identikit dell’analfabeta funzionale in Italia Secondo l’OCSE e l’ISFOL, l’analfabetismo funzionale non riguarda una specifica fascia della popolazione italiana; colpisce trasversalmente diverse fasce demografiche. Detto ciò, i dati riescono a fornire un identikit piuttosto preciso di coloro che sono più soggetti a questo fenomeno: Da un punto di vista anagrafico, uno su tre ha più di 55 anni; “solo” un giovane italiano su 6 non comprende a pieno il significato di ciò che legge. Una grande fetta è composta da pensionati;Da un punto di vista professionale, solo il 10% è disoccupato. Tra i giovani tra i 16 e 24 anni sono soprattutto coloro che vivono a casa dei genitori, non studiano, non lavorano e non cercano lavoro, i cosiddetti “Neet”; nella stragrande maggioranza dei casi svolgono lavori manuali e routinari (ad es.: lavori domestici non retribuiti) oppure svolgono lavori in nero o precari, in cui non sono previsti momenti di formazione sul lavoro;Da un punto di vista formativo, in generale sono poco istruiti. Molti hanno abbandonato precocemente il percorso scolastico;Da un punto di vista geografico, il Sud e il Nord-Ovest del Paese sono le regioni con le percentuali più alte; queste aree ospiterebbero più del 60% dei lavoratori non qualificati. Fonte: https://italiaindati.com/analfabetismo-funzionale-in-italia/ Analfabetismo di ritorno L'analfabetismo di ritorno è quel fenomeno attraverso il quale un individuo che abbia assimilato nel normale percorso scolastico di alfabetizzazione le conoscenze necessarie alla scrittura e alla lettura, perde nel tempo quelle stesse competenze a causa del mancato esercizio di quanto imparato. Un analfabeta di ritorno, dunque, dimentica via via quanto assimilato perdendo di conseguenza la capacità di utilizzare il linguaggio scritto o parlato per formulare e comprendere messaggi e, in senso più ampio, di comunicare con il prossimo e con il mondo circostante.[1] Per definizione l'analfabetismo di ritorno differisce dall'analfabetismo, che è invece determinato dal non avere mai assimilato alcuna competenza di scrittura e di lettura. Il 98,6% degli italiani è alfabetizzato, ma sfiora
il 30% la quota di cittadini tra i 25 e i 65 anni con limitazioni nella comprensione, lettura e calcolo. A tal proposito da un’indagine denominata ‘Istruzione e futuro: un gap da colmare’ realizzata per la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli dall’Istituto Carlo Cattaneo emerge che i bassi livelli di istruzione generano ingenti costi di seguito elencati: Costi a livello individuale: esclusione sociale, insicurezza, mancanza di autonomia, precarietà.Costi sociali: scarsa partecipazione al processo democratico, criminalità, maggior spesa per la salute.Costi economici: livello di sviluppo limitato, bassa propensione all’innovazione, scarsa produttività. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Analfabetismo_di_ritorno Quindi? Quindi è importante riflettere su questa situazione, soprattutto perché il potere di voto è dato a chi non è analfabeta funzionale come a chi lo è, e le scelte, i voti, le decisioni influenzano tutti. L'unico modo per risolvere, seppur lentamente, questa situazione è investire sempre di più nell'istruzione.
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theadaptableeducator · 3 months
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Valorizzazione degli Educatori: L'Integrazione dell'Economia nella Formazione degli Insegnanti per un Impatto Globale
Riassunto  Questo articolo esplora l’importanza dell’integrazione dell’educazione economica nei programmi di formazione degli insegnanti. L’economia, come scienza sociale fondamentale, gioca un ruolo cruciale nel plasmare la comprensione degli studenti dei meccanismi societari, dei processi decisionali e dell’interconnessione globale. Gli educatori dotati di alfabetizzazione economica possono…
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blogexperiences · 3 months
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Webinar - Nuovi media digitali: tra opportunità e rischi
“Alfabetizzazione mediatica: una sfida urgente per contrastare la disinformazione”, è il tema del webinar che si terrà martedì 2 luglio 2024, alle ore 18:30.La dottoressa Maria Pia Rossignaud, direttrice di Media Duemila e vicepresidente dell’Osservatorio TuttiMedia, intervisterà il professor Antonio Stango, politologo e presidente della FIDU – Federazione Italiana Diritti Umani. L’evento è…
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