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#andrea scandolara
fotopadova · 2 years
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FOTOGRAFIA EUROPEA e fotografia russa
di Andrea Scandolara
 --- Non è una notizia fresca quello che è capitato ad Alexander Gronsky a Reggio Emilia questa primavera ma ne vogliamo comunque parlare perché le idee spesso non hanno data.
Alexander Gronsky (o Alexandr Gronskij secondo alcune traslitterazioni) è un fotografo estone di 42 anni residente da tempo a Mosca. Ha cominciato a fare fotografia a 18 anni e ha riscosso diversi premi e riconoscimenti internazionali tra i quali il World Press Photo. La sua è una fotografia di paesaggio ma come dice lui stesso “guardare un’immagine è come meditare: ci vuole tempo e soprattutto totale assenza di rumori di fondo per capire davvero una fotografia”. Fa capire che nei suoi lavori un messaggio c’è sempre, anche se non evidente nell’immediato. C’è sempre una particolare attenzione all’uomo, anche se manca la figura umana; ci mostra spesso i paesaggi delle grandi metropoli che brutalizzano un’esistenza fino a renderla inumana. Gli interessa il rapporto tra l’uomo e l’ambiente e la scelta di rappresentare paesaggi russi è già una critica a quel sistema. In ogni caso la sua è una critica fine, intelligente, forse al di sopra delle capacità dei censori del regime sovietico.
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Prima dell’invasione russa dell’Ucraina il Festival della Fotografia Europea di Reggio Emilia aveva programmato una sua mostra personale nell’ambito dell’edizione 2022; poi, a conflitto iniziato, ha cancellato quell’impegno per protesta contro il Cremlino e l’ha sostituito con un altro autore. Fotografia Europea afferma che: «L’arte e la cultura dovrebbero sempre costruire ponti e non innalzare muri; tuttavia, non possono ritirarsi in torri d’avorio: c’è un tempo per affermare con fermezza il diritto dei popoli a vivere in pace e un tempo per aprirsi al dialogo e al confronto, senza che violenza e morte siano invitate al tavolo». Le foto di quel lavoro del 2014 dal titolo Reconstruction, si riferivano alle celebrazioni militari in Ucraina e in Russia nel 2013, prima quindi del conflitto nel Donbass, tese nell’intenzione degli organizzatori a rendere gloria alla Grande Armata Sovietica della Grande Guerra Patriottica; le immagini, tutt’ora sul sito dell’autore, ci mostrano con ironia il ridicolo di quelle manifestazioni.
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Almeno due sono le considerazioni che si possono fare in merito alla cancellazione della mostra. Gli organizzatori di Fotografia Europea non hanno saputo distinguere nazione da nazionalità, se decidi di condannare una nazione non puoi condannare un artista di quella nazionalità: Gronsky non è Putin. Inoltre pare che gli stessi organizzatori non abbiano saputo guardare bene le foto di Gronsky nonostante i consigli dell’autore e leggervi in esse l’ironia e la condanna del regime in cui vive. Senza volerlo il nostro fotografo si trova emarginato in patria in quanto dissidente e oscurato all’estero in quanto russo. A qualcuno viene in mente la cancel culture ma in questo caso forse è diverso; Gronsky stesso in una intervista a La Repubblica dice: “La cancellazione della mia mostra a Reggio Emilia penso sia stata il segno della disperazione, dell’impotenza. Non si può combattere la Russia in modo tradizionale perché nessuno vuole l’apocalisse. Quali mezzi restano? Isolare questo pazzo [Putin, ndr].”
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Di certo qualcuno non è d’accordo con le scelte di Fotografia Europea perché pensa che l’arte e la cultura debbano restare separate dalla politica; noi pensiamo il contrario, pensiamo che l’arte e la cultura debbano essere inscindibili dalla politica, basti pensare al pensiero critico di Picasso con il suo Guernica; proprio per questo legame la mostra si sarebbe dovuto fare, proprio perché le foto di Gronsky attaccano il regime sovietico. Ma a Reggio Emilia hanno pensato diversamente.
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https://www.alexandergronsky.com/
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lamilanomagazine · 6 months
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Verona, inaugurata la 18^ edizione di Sport Expo 2024: accolti i giovani e le loro famiglie per promuovere diverse discipline sportive
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Verona, inaugurata la 18^ edizione di Sport Expo 2024: accolti i giovani e le loro famiglie per promuovere diverse discipline sportive.  Ha preso il via venerdì 15 a Veronafiere la 18^ edizione di Sport Expo, l'evento dedicato ai bambini dai 6 ai 14 anni che riunisce in un solo luogo diverse discipline sportive da scoprire e sperimentare. Dopo gli appuntamenti settimanali di Sport Expo and the City, da venerdì fino a domenica 17 marzo i padiglioni fieristici 10, 11 e 12 hanno accolto i giovani e le loro famiglie per promuovere l'inclusione e un sano e corretto stile di vita, fondato sulla pratica sportiva e sulla corretta alimentazione grazie alla partecipazione di federazioni e società di Verona e provincia.  Nella mattinata di venerdì si è tenuta la cerimonia inaugurale, alla quale hanno preso parte rappresentanti del mondo dello sport e le istituzioni, tra le quali il sindaco di Verona Damiano Tommasi, il Presidente Veronafiere Federico Bricolo, il delegato alla Didattica e allo Sport dell'Università di Verona Federico Schena, il Referente provinciale Ufficio Scolastico per l'Educazione Fisica e Sportiva Francesco Todeschini e il presidente della Fondazione Marcantonio Bentegodi Giorgio Pasetto. Tra gli sportivi ospiti Anna Polinari, velocista dei Carabinieri, Andrea Dallavalle, triplista delle Fiamme Gialle, Amedeo Tonelli, arciere Aeronautica Militare, e Valentina Scandolara, ciclista del Centro Sportivo Esercito. A portare il loro saluto anche il Comandante dell'85° RAV Verona, Nicola Castello, e Daniele Maroldi, Presidente BCC Valpolicella Benaco Banca. In mattinata anche la visita del direttore generale ULSS 9 Patrizia Benini. «Quest'anno Sport Expo è stata una nuova sfida: abbiamo cercato di dar frutto a quello che nasce e cresce in questa manifestazione da 18 anni, ovvero il collegamento con i territori - dichiara il sindaco di Verona Damiano Tommasi -. Abbiamo allargato le fasce di età dei partecipanti, rigenerato spazi della città occupandoli con lo sport e sia in età che in spazi Sport Expo è destinato a crescere. Quello che nasce qua dentro è la magia dello sport, la passione per le diverse discipline: ci auguriamo che anche quest'anno sia un successo e che questo evento riesca a entusiasmare».  «Parte anche quest'anno Sport Expo e sono già tantissimi i giovani presenti per sperimentare e conoscere l'offerta sportiva del territorio - ha commentato Federico Bricolo, presidente Veronafiere-. Da parte nostra c'è sempre l'impegno per organizzare nel migliore dei modi questa manifestazione. Ci auguriamo che sia un evento senza età: tutti avranno modo di venire nel nostro quartiere fieristico per entrare a contatto con le novità che il mondo dello sport offre a coloro che vogliono stare in forma e fare qualcosa di diverso.  «Per l'università di Verona Sport Expo è una grande opportunità ma anche un'occasione di formazione, da un lato per far capire l'importanza dell'attività fisica e della pratica sportiva, soprattutto se svolta in modo adeguato e con professionisti vocati, dall'altra è per i nostri studenti un elemento di formazione, un capire sul campo come si fanno le cose. Per questo l'Università di Verona - aggiunge il professor Federico Schena, delegato alla Didattica e allo Sport dell'Università di Verona -, e in particolare il corso di laurea in Scienze Motorie, portano da anni oltre 400 studentesse e studenti a dare un contributo diretto alle attività di Sport Expo seguendo i più piccoli e facendo lavorare bene i diversi stand, permettendo loro di entrare in contatto diretto con il mondo dello sport».  «Siamo arrivati alla 18 edizione, un numero che significa maturità, competenza e consapevolezza - dichiara Francesco Todeschini, Referente provinciale Ufficio Scolastico per l'Educazione Fisica e Sportiva -. Anche per questo abbiamo voluto includere il pubblico più adulto, estendendo l'età di partecipazione fino ai 20 anni, e offrendo il Fuori Expo, il convegno inaugurale della settimana di Sport Expo e i giochi sportivi studenteschi. Ci auguriamo che tutto questo abbia su di loro una ricaduta positiva in termini didattici ma anche sportivi».    «Sport Expo è un evento importante per Verona e non solo. Promuovere sport, attività fisica e salute, soprattutto nei più giovani, è parte della mission di Fondazione Bentegodi - ha commentato il presidente Giorgio Pasetto -. In un momento come quello attuale, con una pessima situazione geopolitica, mi auguro che lo sport possa essere di contributo per migliorare la condizione generale».  «Lo sport da sempre rientra nei valori che l'Esercito cerca di trasmettere ai propri ragazzi e alle proprie ragazze - ha concluso il Comandante dell'85° RAV Verona Nicola Castello, in rappresentanza delle realtà sportive di Sport Expo -. Questo evento è stata l'occasione per portare in fiera i nostri istruttori che quotidianamente lavorano per migliorare la preparazione fisica del nostro personale e che coinvolgeranno i più piccoli in esercizi ginnici. Nel giorni scorsi abbiamo ospitato presso la caserma Duca studenti che hanno potuto toccare con mano le discipline propedeutiche alla formazione di un buon militare dell'Esercito italiano».   Expo QRcode La novità di quest'anno è l'Expo QRcode, per rendere più facile a bambini e famiglie ricordare gli sport provati all'interno dell'area espositiva. All'ingresso in fiera è stato consegnato a ogni bambino un braccialetto con un QRCode numerico casuale che non contiene alcun dato, mentre a ogni stand sportivo un volontario ha scannerizzato il braccialetto e registrato lo sport provato da ogni bambino. Al termine di Sport Expo è stata inviata una mail agli accompagnatori contenente tutte le informazioni sui vari sport praticati dai bambini, attraverso la quale è stato possibile accedere alle pagine correlate a queste attività.   Le realtà sportive Diverse le realtà che sono tornate a promuovere proprie discipline nel corso di Sport Expo Week come l'85° Reggimento Addestramento Volontari Verona dell'Esercito, la Fondazione Bentegodi, l'Hellas Verona FC, il Verona Volley, la Scaligera Basket e la Virtus Verona s.r.l. Non sono mancate la FIP- Federazione Italiana della Pallacanestro, la F.A.S.I. – Federazione Arrampicata Sportiva Italiana, la FIBS – Federazione Italiana Baseball e Softball, la FIPAV - Federazione Italiana Pallavolo e la F.I.R. - Federazione Italiana Rugby con le società del territorio. Confermano la loro presenza anche la FIPSAS – Federazione Italiana Pesca Sportiva, la FIJLKAM – Federazione italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali con il Comitato Regionale Veneto Judo, la FITP – Federazione Italiana Tennis e Padel, la FIV – Federazione Italiana Vela, la ACSI – Settore Arti Marziali Sport da Combattimento, l'AICS – Associazione Italiana Cultura Sport ed il CUS – Centro Universitario Sportivo di Verona. Non potranno mancare, inoltre, la UISP aps, i Redskins Verona, l'Agorà – Associazione per lo Sviluppo della Formazione, il Club Alpino Italiano, la 4 ª Circoscrizione e la Polizia Locale del Comune di Verona, la Grande Sfida Onlus a.s.d., Sport di Più magazine, il Comitato Provinciale Tamburello Verona, l'Athletics Cheerleading, l'Horse Valley a.s.d., il Family Events, il King Rock, il Parkour Verona a.s.d., la Love Soccer a.s.d., la Nuova Guarino a.s.d., l'Associazione Pugilistica Scaligera, la Straverona, il Verona City Handball e Verona Scherma. Sport Expo Week è organizzato dal Comune di Verona e Città Sane, in collaborazione con Regione Veneto – Regione Europea dello Sport, Università degli Studi di Verona Dipartimento di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento, MIUR Veneto, Ufficio Educazione Fisica e Sportiva di Verona, Verona Fiere, ULSS 9 Scaligera, FIPAV – Federazione Italiana Pallavolo Verona, Fondazione Marcantonio Bentegodi. Gode del patrocinio del CONI, di Sport e Salute, di ICS – Istituto per il Credito Sportivo e Fondazione Milano Cortina 2026 – progetto educational GEN 26. La segreteria organizzativa è a cura di DNA Sport Consulting. Partner dell'evento sono AGSM AIM, BCC Valpolicella Benaco Banca e Automotive Partner Kia - Sevencar, partner del Playground è Primacasa Borgo Venezia, mentre il media partner è Radio Pico; Migross è fornitore ufficiale, Autostrada del Brennero SpA, Acque Veronesi e Parco Natura Viva fornitori istituzionali, mentre PressArt, Gazebo Flash, UP Rent, ATV e Spazio Visibile sono fornitori.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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redazionefotopadova · 4 years
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Fotomontaggio, guerra mondiale e guerra fredda
di Andrea Scandolara
 --- Si chiamava Helmut Herzfeld ma ben presto per sua scelta si sarebbe chiamato John Heartfield, da non confondersi con John Hartfield, un uomo di colore linciato nel 1919 in Mississippi perché colpevole di avere una fidanzata bianca.
Si può certamente considerarlo il padre del fotomontaggio che inizia a usarlo già nel 1916 insieme all’amico George Grosz. In quegli anni cambia il suo nome, inglesizzandolo per protesta al crescente fervore nazionalista tedesco contro gli inglesi che porterà le folle per le strade a gridare “Dio punisca l’Inghilterra”. Altrettanto fa Grosz che internazionalizza il suo nome originario Georg Groß.
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                                       Pericolosi commensali (1930)
Bertold Brecht, altro suo amico, l’avrebbe poi descritto così: “John Heartfield è uno dei più importanti artisti europei. Lavora in un campo che lui stesso ha creato, quello del fotomontaggio. Attraverso questa nuova forma d'arte esercita una critica sociale. Fermamente dalla parte della classe operaia, smascherò le forze della Repubblica di Weimar che portavano alla guerra; una volta costretto all'esilio combatté contro Hitler. I lavori di questo grande artista, che per la maggior parte compaiono nella stampa dei lavoratori, sono riconosciuti da molti - compreso il sottoscritto - come dei classici.”
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                                   Sinclair - Così si fanno i dollari (1931)
Prima di allora aveva lavorato per qualche anno come grafico e designer occupandosi di poster e di copertine di libri. Ma durante la Prima Guerra Mondiale giunge a considerare l’arte solo nel ruolo che ha nella lotta di classe, abbraccia il dadaismo e insieme allo stesso Grosz e ad altri artisti fonda il Movimento dadaista berlinese. Fonda anche la Malik Verlag, una casa editrice che pubblicherà i lavori di Grosz e di numerosi artisti di sinistra; aderisce al Partito Comunista di Germania e, dopo la Prima guerra collabora intensamente con AIZ, acronimo di Arbeiter Illustrierte Zeitung (Giornale Illustrato dei Lavoratori), un settimanale schierato decisamente contro Hitler e il nazismo.
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                                                       Mai più! (1932)
Nel 1933 con l’ascesa al potere di Hitler, è costretto a fuggire a Praga saltando da una finestra di casa sua e finendo in un container delle immondizie per evitare le SS che erano venute per arrestarlo. Dalla Cecoslovacchia continua a lavorare per AIZ ma le sue peripezie non saranno finite. Nel 1938 la Germania chiede la sua estradizione e John deve scappare a Londra; dopo poco anche l’Inghilterra è in guerra con la Germania e lui viene internato in quanto rifugiato tedesco, meglio non fidarsi, ma l’internamento non dura molto a causa delle sue cagionevoli condizioni di salute.
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           Strumento nelle mani di Dio? Giocattolo nelle mani di Thissen! (1933)
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1950 John si lascia convincere dal fratello a trasferirsi a Berlino Est, zona ormai facente parte del blocco comunista sotto l’influenza di Mosca; qui viene a lungo interrogato dalla Stasi (la polizia politica della DDR) in quanto aveva soggiornato a lungo in una nazione nemica, sospettato e controllato anche perché il suo dentista era nella lista dei sospettati; anche i suoi lavori vengono ritenuti poco in linea con i principi del realismo socialista. Dovranno arrivare gli anni ’60 per avere dei riconoscimenti e per essere nominato professore all’Accademia Tedesca delle Arti.
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                Il vecchio motto nel “nuovo” Reich: SANGUE E FERRO (1934)
Perché questa breve carrellata biografica di un uomo che all’età di otto anni insieme ai suoi fratelli è stato abbandonato dai genitori in un bosco? Perché è commovente questa serie infinita di disavventure che sembrano facenti parte di un piano persecutorio; ma tutto ciò non gli ha impedito di pensare all’arte come a un mezzo per manifestare il suo antinazismo in un’era in cui era quasi impossibile farlo. Da grafico anziché usare matite e colori preferiva usare fotografie ritagliandole e incollandole in modo da comporre con quelle il suo messaggio; dopotutto le fotografie hanno una parvenza di reale che il disegno non ha. Se Grosz usava il disegno lui avrebbe usato la fotografia.
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                               Nessuna paura – lui è vegetariano (1936)
Per lui era indispensabile schierarsi politicamente, senza timori, per denunciare l’assurdità del totalitarismo e delle guerre, soltanto questo connubio tra ideologia e messaggio legalizzava la vera arte. A quest’ultima attribuiva quindi un senso che va oltre ogni parametro estetico, abbracciando un impegno che dovrebbe appartenere a tutti noi.
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                           Loro non passeranno! Noi passeremo! (1936)
Si potrebbe fare un paragone con l’attualità citando quei fotografi che si occupano del problema dei migranti, argomento scomodo ai centri del potere. Costoro non vengono minacciati o perseguitati come Heartfield, semplicemente non trovano spazi per rendere pubblici i loro lavori, costretti quindi a dedicarsi ad altro per poter vivere. Situazione ben diversa da quelle subite da Heartfield nelle quali doveva stare attento a quale dentista scegliere. Ma forse il risultato è lo stesso.
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frontedelblog · 5 years
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Coronavirus, tutti i dati della Lombardia, dal Comune più colpito al meno colpito alle 16.30 del 12 marzo
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I dati dei contagi da coronavirus in Lombardia aggiornati alle 16,30 del 12 marzo: i Comuni colpiti, Provincia per Provincia (tutti i Comuni). Dal Comune più colpito al Comune meno colpito. E i contagi di ogni singolo Comune di ogni provincia lombarda.   Il nuovo, devastante, bollettino lombardo: quasi 1500 contagi in più, 127 morti più di ieri. La Provincia di Bergamo oltre i 2mila contagi, Milano il Comune più colpito. Totali positivi in Lombardia:   8717  (ieri erano 7280) Totali deceduti in Lombardia:  744 (ieri erano 617) *** Coronavirus, i dati in Lombardia, dalla Provincia più colpita alla meno colpita: (Dati Regione Lombardia)    BERGAMO   2.143 BRESCIA      1.586 CREMONA   1.289 MILANO       1.154 LODI  1.121 PAVIA           468 IGNOTA       224 LECCO          200 MANTOVA   174 MONZA E DELLA BRIANZA      133 COMO           103 VARESE        99 SONDRIO     23 *** Coronavirus, guarda i dati Comune per Comune divisi per Provincia: (Dati Regione Lombardia)   BERGAMO BRESCIA CREMONA LODI MILANO PAVIA MANTOVA LECCO MONZA E BRIANZA COMO VARESE SONDRIO  IGNOTA: 224 *** Coronavirus, i dati in Lombardia, dal Comune più colpito al meno colpito: (Dati Regione Lombardia)   MILANO       456 CREMONA   427 BERGAMO   281 BRESCIA      272 IGNOTO        224 CODOGNO   208 LODI  158 CASTIGLIONE D`ADDA   147 NEMBRO      137 CASALPUSTERLENGO     122 ORZINUOVI            105 CREMA         103 ALZANO LOMBARDO      87 ALBINO        85 ZOGNO         70 BRESSO        68 VIGEVANO  65 VOGHERA   56 CASTELLEONE       56 SORESINA   54 MONTICHIARI        52 SERIATE       51 VILLA DI SERIO    43 PIZZIGHETTONE    42 MANERBIO  40 MEDIGLIA   38 PAVIA           37 CASALMAGGIORE           37 MALEO         35 TORRE BOLDONE 34 PANDINO     34 CHIARI         34 TREVIGLIO  33 DALMINE     32 VIADANA    32 BAGNOLO MELLA            31 CASTELVERDE      31 GAZZANIGA           30 LECCO          29 MONZA         28 DESENZANO DEL GARDA         28 SESTO SAN GIOVANNI    28 BORGHETTO LODIGIANO          27 OFFANENGO          27 FOMBIO        26 BORGO SAN GIACOMO   26 LENO 26 CASTELNUOVO BOCCA D`ADDA        25 SAN ROCCO AL PORTO   25 SAN PAOLO 25 PERSICO DOSIMO 25 PRADALUNGA       25 ROMANO DI LOMBARDIA         24 PONTEVICO            24 CASTELGERUNDO            24 ROVATO       24 MONTIRONE           24 STEZZANO   24 SOMAGLIA  23 CALCINATO            23 CALOLZIOCORTE 23 SCANZOROSCIATE           22 SAN FIORANO        22 SAN GIOVANNI BIANCO            22 PALAZZOLO SULL`OGLIO         22 RANICA        22 GUSSAGO    21 STRADELLA            21 ALBUZZANO          21 ANNICCO     21 BORGOSATOLLO  20 GHEDI           20 VEROLANUOVA    20 COCCAGLIO           19 CAPRIOLO   19 SAN GIULIANO MILANESE       19 OSPITALETTO         19 CASTELLI CALEPIO         19 MARTINENGO        19 PONTE SAN PIETRO          19 CARONNO PERTUSELLA            19 ISEO   19 CUSANO MILANINO        18 CONCESIO   18 SAN DONATO MILANESE           17 TERNO D`ISOLA    17 PONTERANICA      17 PIEVE PORTO MORONE  17 CARPENEDOLO     17 GORLE          17 TREVIOLO   17 SANTO STEFANO LODIGIANO  17 CASTEL MELLA     16 CASTEGNATO        16 GANDINO    16 OSIO SOTTO            16 QUINZANO D`OGLIO       16 MOZZO         16 GUARDAMIGLIO   16 SANT`ANGELO LODIGIANO      16 LEGNANO    16 BREMBATE DI SOPRA     16 CURNO         16 VILLA D`ALME`     15 LONATO DEL GARDA      15 CARAVAGGIO       15 CORNO GIOVINE  15 TELGATE      15 ROZZANO    15 CLUSONE     15 SAREZZO     15 PONTOGLIO            15 CALUSCO D`ADDA           15 MERATE       14 ACQUANEGRA CREMONESE    14 CASALBUTTANO ED UNITI       14 ZANICA        14 GRUMELLO DEL MONTE            14 ABBIATEGRASSO 14 SAN MARTINO IN STRADA        14 SAN COLOMBANO AL LAMBRO          14 NAVE            14 ZAVATTARELLO   13 DARFO BOARIO TERME  13 LEFFE            13 SARNICO     13 CINISELLO BALSAMO     13 CORMANO   13 FIORANO AL SERIO         13 SEGRATE     13 CENE 13 CAZZAGO SAN MARTINO          13 MAZZANO   13 CASTEL GOFFREDO         13 COLOGNO MONZESE       13 CASTIGLIONE DELLE STIVIERE          12 TRIGOLO      12 VERDELLINO         12 CALVISANO           12 VILLONGO  12 CALVENZANO       12 BUSTO ARSIZIO     12 CASTENEDOLO      12 CERNUSCO SUL NAVIGLIO       12 URGNANO   12 AZZANO SAN PAOLO      12 SORISOLE    12 PEDRENGO  12 MORTARA   12 BREMBATE  11 REZZATO     11 DELLO          11 LIVRAGA     11 SOVERE        11 MELETI         11 VILLA CARCINA   11 CASSANO D`ADDA           11 SALO`            11 PIANENGO  11 TREZZO SULL`ADDA       11 GRASSOBBIO         11 VERTOVA    11 PESCHIERA BORROMEO            11 SAN PELLEGRINO TERME          11 BAGNOLO CREMASCO   11 ERBA 11 VERDELLO  11 TRESCORE BALNEARIO 11 POMPIANO  11 MIRADOLO TERME          11 CELLATICA 11 CORSICO      10 SEDRINA      10 CARUGATE 10 GALBIATE   10 VAL BREMBILLA  10 BREMBIO     10 CORBETTA  10 GOTTOLENGO        10 PIOLTELLO  10 PAVONE DEL MELLA      10 PADERNO DUGNANO      10 RIPALTA CREMASCA      10 PRESEZZO   10 TURANO LODIGIANO      10 BAGNATICA           10 BOTTICINO  10 BEDIZZOLE 10 ALME`           10 ROVETTA     10 MANTOVA   10 COVO            10 LISSONE       9 SIRMIONE    9 SERGNANO 9 GAVARDO   9 COMO           9 SUISIO          9 INZAGO        9 SONCINO     9 BONEMERSE           9 VESCOVATO           9 MONTODINE           9 DOVERA      9 OSTIANO      9 VILLA D`ADDA      9 MAPELLO    9 GARLASCO 9 COLOGNO AL SERIO       9 VITTUONE   9 OSPEDALETTO LODIGIANO      9 ALBANO SANT`ALESSANDRO  9 VAILATE      9 BOLLATE     9 SAN PAOLO D`ARGON    8 COSTA DI MEZZATE         8 MONTELLO 8 MADIGNANO         8 MELEGNANO         8 PALADINA  8 SORDIO        8 SPINADESCO          8 CHIGNOLO PO       8 SEDRIANO   8 PIEVE D`OLMI        8 CASIRATE D`ADDA          8 BRUSAPORTO        8 SESTO ED UNITI    8 PONTE NOSSA        8 ORIO LITTA 8 TAVAZZANO CON VILLAVESCO         8 CASELLE LANDI   8 ORZIVECCHI          8 SARONNO    8 ERBUSCO     8 DOSOLO       7 MONTANASO LOMBARDO        7 ROCCAFRANCA    7 CISANO BERGAMASCO  7 BOLTIERE    7 ARCISATE    7 NOVATE MILANESE         7 GIANICO      7 LODI VECCHIO      7 COLOGNE    7 ALMENNO SAN SALVATORE    7 PISOGNE      7 VILLANUOVA SUL CLISI           7 PADERNO PONCHIELLI  7 LANDRIANO           7 CORNEGLIANO LAUDENSE      7 CHIUDUNO 7 CASNIGO     7 UBIALE CLANEZZO         7 PARATICO   7 SOSPIRO       7 CASTEGGIO            7 AGRATE BRIANZA           7 MAGENTA   7 STAGNO LOMBARDO      7 CASTREZZATO       7 POZZUOLO MARTESANA           7 SANT`OMOBONO TERME           7 CASALETTO VAPRIO       7 SPINO D`ADDA      7 SELVINO      7 RIPALTA ARPINA  7 CASTIONE DELLA PRESOLANA           7 CASTANO PRIMO  7 ISORELLA    7 SENNA LODIGIANA         7 CASTELCOVATI     7 GARDONE VAL TROMPIA          7 BONATE SOTTO     7 ROMANENGO         7 PASSIRANO 7 ARLUNO      7 CAPRINO BERGAMASCO           7 GOITO           7 RHO   7 BONATE SOPRA     6 CESANO MADERNO         6 SOLAROLO RAINERIO    6 SCANDOLARA RIPA D`OGLIO  6 PREDORE     6 CURA CARPIGNANO       6 BRIGNANO GERA D`ADDA       6 CAPRIATE SAN GERVASIO        6 ALFIANELLO          6 PONTE NIZZA         6 CENATE SOPRA     6 TRENZANO  6 ZELO BUON PERSICO      6 IZANO           6 BIENNO        6 MELZO          6 RONCADELLE        6 PEGOGNAGA          6 COLLEBEATO         6 BARBARIGA           6 CIGOLE        6 ARESE           6 ENDINE GAIANO  6 VIMERCATE            6 COSTA SERINA      6 SAN BASSANO       6 LAINATE      6 MONTICELLI BRUSATI    6 RESCALDINA         6 LOCATE DI TRIULZI         6 MALAGNINO          6 CREDERA RUBBIANO     6 GRAFFIGNANA      6 FIESCO         6 CORTE FRANCA    6 PARABIAGO           6 OSIO SOPRA           6 PIEVE EMANUELE            6 MALGRATE 6 LOVERE       6 GUSSOLA     6 OLGIATE MOLGORA        6 GROPELLO CAIROLI        6 BRUGHERIO           6 PONTIDA      6 GANDOSSO 6 PADENGHE SUL GARDA            6 OGGIONO    6 SCANDOLARA RAVARA            6 TERRANOVA DEI PASSERINI    6 NOVA MILANESE  6 VALBONDIONE     5 SANTO STEFANO TICINO           5 BUCCINASCO         5 CESATE        5 VEROLAVECCHIA            5 LALLIO         5 COLZATE     5 AZZANO MELLA   5 VOLTA MANTOVANA      5 AGNADELLO          5 GORGONZOLA       5 SAN ZENO NAVIGLIO     5 ADRO            5 ARCENE       5 GARDONE RIVIERA         5 INVERUNO  5 POGGIO RUSCO     5 BRIVIO         5 DESIO           5 VAIANO CREMASCO       5 CAVENAGO D`ADDA       5 ZANDOBBIO           5 CASSANO MAGNAGO     5 CORTE PALASIO    5 CERVIGNANO D`ADDA  5 PANTIGLIATE         5 VARESE        5 CASALMORANO    5 FLERO           5 GAMBOLO`  5 TRESCORE CREMASCO   5 PALOSCO     5 SEREGNO     5 POZZAGLIO ED UNITI     5 SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII    5 CAPRIANO DEL COLLE   5 CIVATE         5 CAROBBIO DEGLI ANGELI       5 SAN MARTINO SICCOMARIO    5 CASTEL ROZZONE            5 BAREGGIO  5 GORLAGO   5 BOLGARE    5 TREZZANO SUL NAVIGLIO       5 REMEDELLO           5 EUPILIO       5 MULAZZANO         5 BORDOLANO         5 SABBIONETA         5 MORNICO AL SERIO        5 VILLACHIARA       5 VERCURAGO          5 POGLIANO MILANESE    5 CERVESINA            5 GRONTARDO          5 SERINA         5 CARENNO    5 SETTIMO MILANESE        5 CESANO BOSCONE          4 ARDESIO      4 SERMIDE E FELONICA    4 PRALBOINO            4 LONGHENA 4 BORGO SAN GIOVANNI 4 VALMADRERA      4 BORMIO       4 CANONICA D`ADDA        4 PIEVE FISSIRAGA 4 ASOLA          4 BRONI           4 FILAGO        4 CORZANO    4 CAPPELLA CANTONE      4 CREMOSANO          4 PONTIROLO NUOVO        4 PESCAROLO ED UNITI    4 ACQUAFREDDA    4 COMUN NUOVO    4 ROGNO         4 PUMENENGO          4 TORRE DE` ROVERI          4 PREVALLE   4 BERBENNO 4 LIMBIATE    4 ROBBIATE   4 SPIRANO      4 TAVERNOLA BERGAMASCA    4 BERZO SAN FERMO         4 PROVAGLIO D`ISEO         4 GARBAGNATE MILANESE         4 RIVOLTA D`ADDA            4 TRUCCAZZANO     4 GORNO         4 CAVA MANARA    4 CAPIZZONE 4 VILLANOVA DEL SILLARO       4 CANZO         4 PONCARALE           4 SUELLO        4 CAZZANO SANT`ANDREA         4 MARCARIA 4 VALBREMBO          4 CIVIDATE AL PIANO       4 MANDELLO DEL LARIO 4 CERNUSCO LOMBARDONE       4 PEIA   4 CESANA BRIANZA           4 MARTIGNANA DI PO       4 OFFLAGA     4 BOVEZZO    4 BESANA IN BRIANZA      4 BALLABIO   4 BORGO MANTOVANO     4 VARZI           4 BRESSANA BOTTARONE            4 MAIRAGO    4 DOSSENA     4 CIGOGNOLA           4 SPINONE AL LAGO           4 MONTE CREMASCO         4 SOLZA          4 TORBOLE CASAGLIA      4 POZZO D`ADDA     4 SAN ZENONE AL LAMBRO        4 INVERIGO   4 BASTIDA PANCARANA   4 CISLAGO      4 BIONE           4 CORNAREDO          4 SAN GIOVANNI IN CROCE        4 PRESEGLIE  4 CORTE DE` FRATI  4 CALCIO        4 OPERA          4 MASSALENGO       3 SABBIO CHIESE     3 CISERANO   3 SECUGNAGO          3 MOLTENO    3 DRESANO    3 BRANDICO  3 MONTANO LUCINO          3 GHISALBA   3 VIGOLO        3 MARIANO COMENSE       3 ARTOGNE    3 RANZANICO           3 MARZANO   3 TORRAZZA COSTE            3 ISOLA DOVARESE            3 SENAGO       3 QUINTANO  3 FONTANELLA        3 BASSANO BRESCIANO   3 CUMIGNANO SUL NAVIGLIO   3 GALGAGNANO      3 FORMIGARA           3 TREVISO BRESCIANO     3 FARA GERA D`ADDA       3 ROVERBELLA        3 CALCINATE            3 CERRO MAGGIORE          3 CASTO          3 SOLTO COLLINA   3 SANNAZZARO DE` BURGONDI            3 FORESTO SPARSO 3 VIZZOLO PREDABISSI    3 SANTA CRISTINA E BISSONE    3 TRAVAGLIATO      3 BOFFALORA D`ADDA     3 LA VALLETTA BRIANZA            3 PERO 3 OLGINATE   3 BOZZOLO    3 ALMENNO SAN BARTOLOMEO            3 IMBERSAGO           3 LUMEZZANE          3 VEDANO AL LAMBRO     3 SONDRIO     3 CASAZZA     3 GENIVOLTA            3 VESTONE     3 CAVERNAGO         3 GRUMELLO CREMONESE ED UNITI   3 AVIATICO    3 VILLASANTA         3 AIRUNO       3 MALEGNO   3 RUDIANO    3 PIADENA DRIZZONA       3 TROMELLO  3 MOTTA BALUFFI   3 AROSIO        3 VALDIDENTRO      3 BIANZANO  3 MUGGIO`     3 GUIDIZZOLO          3 RIVA DI SOLTO      3 PIAN CAMUNO      3 CASSOLNOVO        3 BERNAREGGIO      3 MOZZANICA           3 PIEVE SAN GIACOMO     3 BELLANO    3 CORNALE E BASTIDA     3 CADORAGO            3 CASARILE   3 VOBARNO   3 CASATENOVO        3 TORRE DE` PICENARDI   3 GOMBITO     3 CILAVEGNA           3 LEVATE        3 MOSCAZZANO       3 CHIEVE        3 CONCOREZZO        3 BORGARELLO        3 VILLANTERIO        3 OSSAGO LODIGIANO      3 CAPERGNANICA   3 CALCO          3 CUGGIONO 3 TREMEZZINA         3 GESSATE      3 CASALOLDO          3 BELGIOIOSO          3 SAN GIORGIO BIGARELLO       3 VAPRIO D`ADDA   3 CANNETO SULL`OGLIO  3 CASALMAIOCCO  3 FORNOVO SAN GIOVANNI        3 ROBECCO D`OGLIO         3 VILLA D`OGNA      3 COSTA VOLPINO   3 CANEGRATE           3 CURTATONE           3 MISANO DI GERA D`ADDA        3 CREDARO    3 RICENGO     2 BORNO         2 CASALETTO LODIGIANO           2 TRADATE     2 OLGIATE OLONA  2 CORTE DE` CORTESI CON CIGNONE  2 CERANOVA 2 ARCORE       2 PORTO MANTOVANO      2 VENEGONO INFERIORE 2 GAMBARA   2 USMATE VELATE  2 LIVIGNO      2 MONIGA DEL GARDA     2 ONORE         2 OME   2 MONTE MARENZO            2 GRANDATE 2 BERLINGO   2 SERLE           2 SAN VITTORE OLONA     2 COLTURANO          2 SAN DANIELE PO  2 BOTTANUCO          2 PAULLO       2 MERLINO     2 BASCAPE`    2 SIZIANO       2 CRESPIATICA         2 SANTA BRIGIDA   2 CROTTA D`ADDA  2 ACQUANEGRA SUL CHIESE      2 GERENZAGO          2 SETTALA      2 PREMOLO    2 SAN GIORGIO SU LEGNANO     2 BUSSERO     2 CASORATE SEMPIONE    2 ROBBIO        2 CARVICO     2 MISSAGLIA 2 MAGNAGO  2 CHIGNOLO D`ISOLA        2 FINO DEL MONTE 2 CAPPELLA DE` PICENARDI       2 GAZOLDO DEGLI IPPOLITI        2 COSIO VALTELLINO        2 VISTARINO 2 TORRE DE` BUSI    2 MONTICELLO BRIANZA 2 CONFIENZA            2 PALAZZO PIGNANO         2 CERTOSA DI PAVIA         2 BERTONICO            2 GAZZADA SCHIANNO     2 GALLARATE           2 SALE MARASINO  2 GIUSSAGO   2 BUSTO GAROLFO  2 PAGAZZANO          2 INDUNO OLONA   2 TICENGO      2 GRAVELLONA LOMELLINA      2 SAN DAMIANO AL COLLE         2 GONZAGA   2 PIARIO          2 POLPENAZZE DEL GARDA        2 CARPIANO  2 CASALETTO CEREDANO            2 SOIANO DEL LAGO          2 CASOREZZO           2 ROBECCO SUL NAVIGLIO         2 CASTEL D`ARIO     2 FONTENO     2 CARUGO      2 MEDOLE       2 SENIGA        2 ABBADIA LARIANA        2 CASNATE CON BERNATE           2 PREGNANA MILANESE   2 PADERNO D`ADDA          2 OLGIATE COMASCO        2 BORGO VIRGILIO 2 VIDIGULFO 2 GERENZANO          2 ROTA D`IMAGNA  2 ONETA          2 VILLANOVA D`ARDENGHI       2 BARIANO     2 PIERANICA 2 BEREGUARDO       2 GORDONA   2 VIMODRONE          2 CORNOVECCHIO  2 MENAGGIO 2 CORNA IMAGNA   2 ROVESCALA           2 RIVANAZZANO TERME  2 CICOGNOLO           2 BOFFALORA SOPRA TICINO     2 CIVIDATE CAMUNO        2 CINGIA DE` BOTTI            2 ARCONATE 2 RONCO BRIANTINO         2 SULZANO    2 OLMENETA 2 ORIO AL SERIO      2 POLAVENO 2 MARUDO     2 AZZANELLO           2 MEDA            2 ROGENO      2 GADESCO PIEVE DELMONA     2 PRIMALUNA           2 MONTEBELLO DELLA BATTAGLIA    2 RIVAROLO MANTOVANO          2 VAREDO      2 VALLE LOMELLINA         2 SCHILPARIO           2 TALEGGIO   2 FINO MORNASCO 2 SEVESO        2 COLVERDE  2 GAGGIANO 2 SOLARO       2 SENNA COMASCO            2 BULGAROGRASSO           2 CAMPAGNOLA CREMASCA      2 OLMO AL BREMBO          2 CORNATE D`ADDA           2 MARMIROLO          2 BREGNANO 2 BINASCO     2 SANTA GIULETTA 2 OSSONA       2 ASSAGO       2 CANNETO PAVESE           2 VERDERIO   2 POMPONESCO        2 ZINASCO      2 PANCARANA          2 VIGNATE     2 CASTELMARTE      2 COMAZZO   2 MADONE      2 COMMESSAGGIO  2 ARENA PO   2 BARZANO`  2 CAVENAGO DI BRIANZA           2 CARBONARA AL TICINO           2 VILLA CORTESE    2 CEVO 2 BRENNA       2 MEDOLAGO            2 DAIRAGO    2 CANTU`        2 CERMENATE           2 CALVIGNASCO      2 LINAROLO  2 SIRONE         1 TORRE DE` NEGRI 1 VERNATE     1 VILLA DI CHIAVENNA   1 MONTECALVO VERSIGGIA       1 CASALROMANO    1 BIASSONO   1 SAN SIRO     1 TORREVECCHIA PIA        1 CASTELLUCCHIO  1 ALGUA         1 LODRINO     1 MONTE ISOLA        1 CAMISANO  1 VERRUA PO            1 ALBIZZATE 1 ANTEGNATE           1 MAIRANO    1 COSTA MASNAGA            1 CASORATE PRIMO            1 DEROVERE  1 INVERNO E MONTELEONE        1 SONGAVAZZO       1 CASTELVISCONTI 1 CALVATONE          1 NOVEDRATE          1 MARCIGNAGO       1 VERGIATE   1 BUGUGGIATE        1 GUANZATE 1 NUVOLERA 1 BARANZATE           1 URAGO D`OGLIO  1 VERCANA    1 ARSAGO SEPRIO   1 SULBIATE    1 GOLASECCA           1 ROMAGNESE          1 PARZANICA            1 FENEGRO`   1 BELLAGIO   1 TORNO          1 MORAZZONE          1 PIETRA DE` GIORGI         1 SAVIORE DELL`ADAMELLO     1 CAPRALBA  1 BARLASSINA         1 COLERE        1 TAVERNERIO         1 VERTEMATE CON MINOPRIO   1 JERAGO CON ORAGO      1 CASEI GEROLA      1 LACCHIARELLA    1 BOSNASCO  1 MORNICO LOSANA          1 ROSATE        1 BRAONE       1 LIPOMO        1 UBOLDO      1 FIGINO SERENZA  1 MONASTEROLO DEL CASTELLO         1 COLICO        1 DUBINO       1 MOLTRASIO            1 BELLINZAGO LOMBARDO        1 RODANO      1 MONTAGNA IN VALTELLINA   1 CASSINETTA DI LUGAGNANO 1 PARONA       1 BRUNATE    1 SAN GENESIO ED UNITI 1 ALBOSAGGIA        1 NICORVO     1 CASTELBELFORTE           1 FERNO          1 SAN MARTINO DEL LAGO         1 TALAMONA            1 VELLEZZO BELLINI         1 PESSANO CON BORNAGO         1 BARZANA    1 CASTANA    1 MAGNACAVALLO            1 POZZOLENGO        1 SUZZARA     1 MONZAMBANO     1 CELLA DATI           1 BASIGLIO    1 CERETE        1 CAMPOSPINOSO    1 VANZAGO   1 CASTELLANZA      1 VALERA FRATTA  1 MARCALLO CON CASONE         1 ABBADIA CERRETO         1 CAPO DI PONTE     1 COGLIATE   1 BERNATE TICINO  1 PIANICO       1 TORRE PALLAVICINA     1 GROSIO        1 CETO 1 PIAZZA BREMBANA        1 MACLODIO 1 CASSAGO BRIANZA        1 GIUSSANO   1 FOPPOLO     1 SUARDI        1 CARNATE    1 ADRARA SAN MARTINO            1 BUSCATE     1 LOMAGNA   1 SIRTORI        1 MONTESEGALE     1 GANDELLINO        1 LAVENA PONTE TRESA  1 INARZO        1 VALGREGHENTINO         1 BADIA PAVESE      1 PERTICA ALTA       1 CAVRIANA  1 ONO SAN PIETRO  1 DORNO         1 LISCATE       1 MOGLIA       1 PIEVE ALBIGNOLA          1 GAZZUOLO 1 PERLEDO     1 MOTTA VISCONTI 1 MONTICELLI PAVESE      1 ALBAVILLA            1 AICURZIO    1 MERONE      1 MONTALTO PAVESE        1 MORENGO   1 VILLA GUARDIA   1 PARRE          1 RETORBIDO            1 CAMERATA CORNELLO 1 TURBIGO     1 CAVARIA CON PREMEZZO        1 NIARDO       1 GARGNANO            1 MENCONICO          1 VEZZA D`OGLIO    1 LENNA          1 CASTIRAGA VIDARDO   1 BARBIANELLO      1 CAMBIAGO 1 LEZZENO     1 ORNAGO      1 GUDO VISCONTI   1 CARDANO AL CAMPO     1 PREMANA    1 CORANA      1 ZONE 1 VARENNA   1 CASTRONNO          1 LUISAGO     1 TURATE        1 GARLATE     1 MOZZATE    1 PADERNO FRANCIACORTA      1 CARATE BRIANZA           1 CERVENO    1 GORLA MINORE    1 IDRO  1 CUSAGO       1 PINAROLO PO        1 FAGNANO OLONA           1 SAN NAZZARO VAL CAVARGNA        1 MEZZAGO    1 VILMINORE DI SCALVE 1 MALNATE    1 RENATE        1 MONTEVECCHIA   1 VALLIO TERME     1 SAN GERVASIO BRESCIANO    1 LIERNA        1 RONCARO   1 SONICO        1 SARTIRANA LOMELLINA          1 CENATE SOTTO      1 BRENO          1 REDAVALLE           1 SAN BENEDETTO PO        1 CASTELLO DI BRIANZA 1 MARONE      1 CASELLE LURANI 1 VERMEZZO CON ZELO    1 LURAGO D`ERBA  1 DONGO         1 TRAVACO` SICCOMARIO           1 REDONDESCO        1 SAN CIPRIANO PO            1 PORTO VALTRAVAGLIA            1 BAGNOLO SAN VITO       1 RONAGO      1 LOMELLO    1 AGNOSINE  1 LOGRATO    1 OTTOBIANO            1 OSTIGLIA     1 BIANDRONNO       1 AZZATE        1 VIGGIU`       1 MORBEGNO            1 ROE` VOLCIANO   1 VERANO BRIANZA          1 BUSNAGO    1 ANZANO DEL PARCO      1 BURAGO DI MOLGORA  1 TORLINO VIMERCATI     1 NERVIANO  1 CREMENO    1 NUVOLENTO          1 CREMELLA  1 SANTA MARIA DELLA VERSA  1 SOVICO        1 CASTRO        1 LUZZANA    1 MUSSO          1 STROZZA     1 SPINEDA      1 GAVERINA TERME           1 SOMMA LOMBARDO       1 GOLFERENZO        1 PIZZALE       1 CASATISMA            1 CASTEL GABBIANO         1 GABBIONETA BINANUOVA      1 BORNASCO 1 FILIGHERA  1 FUIPIANO VALLE IMAGNA       1 MURA           1 ALBIATE      1 ASSO 1 PUEGNAGO SUL GARDA            1 MEZZANINO           1     Read the full article
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tmnotizie · 5 years
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ASCOLI PICENO – Come apprezzata e consolidata tradizione si è svolta stamane, nell’aula consiliare di palazzo San Filippo, la 42°esima edizione della cerimonia di consegna degli attestati di riconoscimento da parte dell’Amministrazione Provinciale ai neo maestri del Lavoro del Piceno insigniti quest’anno della prestigiosa onorificenza.
L’iniziativa ha visto la partecipazione del prefetto di Ascoli Piceno dott.ssa Rita Stentella, del presidente della Provincia Sergio Fabiani, che indossava la fascia azzurra, del vice sindaco di San Benedetto del Tronto Andrea Assenti, del Presidente del Consiglio Comunale Alessandro Bono, del Sindaco di Acquasanta Sante Stangoni e Folignano Matteo Terrani tutti con la fascia tricolore a conferire ulteriore solennità istituzionale ad una cerimonia di grande valenza civica e morale.
A coordinare i momenti semplici ma intensi della manifestazione sono stati il Console interprovinciale Ascoli Piceno – Fermo Amilcare Brugni e il dott. Giorgio Fiori, componente del direttivo e responsabile per i rapporti istituzionali. Erano anche presenti rappresentanti delle aziende e realtà professionali dei premiati assieme ai loro familiari.
Il dott. Fiori ha introdotto gli interventi delle autorità segnalando come “la Provincia di Ascoli Piceno è un’antesignana di questa cerimonia che è stata mutuata anche in altre province come  omaggio particolare del territorio ai suoi protagonisti nel mondo del lavoro”.
Il prefetto Stentella ha evidenziato “come i maestri del lavoro costituiscano una testimonianza importante per le qualità e il valore aggiunto che hanno saputo esprimere nella loro vita lavorativa e professionale, incentrata sulla laboriosità, l’abnegazione e la competenza”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente della Provincia Fabiani che ha affermato “con grande onore e piacere rappresento l’Amministrazione Provinciale a questa manifestazione che dà lustro al territorio e a quanti costituiscono un esempio importante per le giovani generazioni sul lavoro, valore fondante della nostra Costituzione e democrazia. E’ mia intenzione – ha aggiunto il Presidente – di concerto con la Federazione Maestri del Lavoro stabilire modalità per rafforzare ulteriormente il programma di questa cerimonia così sentita e prestigiosa”.
Il vice sindaco Assenti e i sindaci Stangoni e Terrani hanno sottolineato all’unisono “l’importanza di questo momento di incontro istituzionale soprattutto in una società che ha bisogno di punti di riferimento saldi e di riaffermare quei principi di solidarietà, impegno sociale e creatività economica e professionale, indispensabili per lo sviluppo della comunità locale e del paese”.
Infine ha preso la parola il console interprovinciale Ascoli Piceno – Fermo Brugni che ha posto l’accento “sull’impegno concreto della Federazione Maestri del Lavoro che nelle scuole porta consigli, testimonianze, suggerimenti per facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro anche con l’organizzazione di visite in aziende e realtà produttive”.
I maestri del lavoro premiati con l’attestato di riconoscimento dalla Provincia sono: Carlo Amici di Folignano impiegato con 36 anni di servizio nell’Unione Provinciale Agricoltori di Ascoli Piceno; Claudio Brugnoni di Acquasanta Terme dipendente da 38 anni nella Duemme Sncl; Giulio Cannellini di Folignano operaio con 40 anni di servizio presso l’impresa Giancarlo Mariani Srl; Luigi D’Alessandro di San Benedetto del Tronto quadro di Trenitalia S.p.A.con 38 anni di carriera; Luigi Mannocchi di Folignano dirigente Cassa Edile delle Province di Ascoli Piceno e Fermo con 37 anni di servizio; Mauro Quartaroli di Ascoli Piceno quadro direttivo da 39 anni nell’azienda Adim Scandolara Spe e, infine, Massimo Toccaceli operaio con 39 anni di servizio nella Duemme Sncl;
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fotopadovaphotos · 6 years
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Elogio dell’incompiuto in declinazione veneta (immagini)
Le seguenti immagini sono di ©Antonio Lovison e relative al testo di Andrea Scandolara di cui al link: http://www.fotopadova.org/post/176531084178
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Noventa Padovana (PD) Via Noventana: Nuovo Centro Commerciale.
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Vigonovo (PD), Via Dante, Idrovia Padova-Venezia: Chiusa destra del fiume Brenta - L'Idrovia Padova-Venezia è stata progettata all'inizio degli anni '60 per sostituire il preesistente collegamento tra le due città. Essa parte dalla zona industriale di Padova, attraversando un breve tratto di pianura, raggiunge il canale di grande navigazione Malamocco-Marghera. Il percorso totale è di 27.575 km. L'-Idrovia è stata costruita per il 10% . Il completamento dell'opera È subordinato alle decisioni politiche nazionali e locali.
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Camin di Padova (PD): Viabilità interrotta in Via Inghilterra, ZIP - La bretella, costeggiando la ferrovia della ZIP, doveva collegare Via Inghilterra con il Corso Stati Uniti.
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Via Carbonara, Brendola, Via Carbonara (VI): Al 3 ottobre 1931 risale la posa della prima pietra della Chiesa di Brendola, chiamata oggi "l'incompiuta". Il cantiere fu interrotto dall'avvento della Seconda Guerra Mondiale e mai più ripreso. L'edificio è ormai lasciato al degrado da oltre 80 anni, durante i quali sono stati proposti vari progetti, mai arrivati a conclusione.
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Padova (PD), Corso Australia:, Ex Foro Boario - Costruito nei primi anni '70, il Foro Boario di Padova, un'enorme struttura realizzata dall'architetto Giuseppe Davanzo, a un Km e mezzo dal centro cittadino di Padova, rimane oggi come una colossale opera inutilizzata, dalle enormi potenzialità.
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Camin di Padova (PD), Via Panama: Torre del Consorzio ZIP - Cantiere interrotto e abbandonato per fallimento impresa edile.
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 Camin di Padova (PD), Via Panama: Torre del Consorzio ZIP - Interno.
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S.Giorgio delle Pertiche (Arsego): Via Cristoforo Colombo - Edificio privato non terminato.
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Tencarola (PD, Via Monte Grappa: Seminario Minore - Al finire degli anni '60 grazie alla generosità dei cittadini della Diocesi di Padova, la Curia Vescovile (attraverso l'Ente Seminario) ha potuto acquistare un'ampia area agricola di Tencarola alle porte di Padova per realizzarvi il nuovo Seminario Minore inaugurato nel 1970.Dopo circa 30 anni, a causa del calo delle vocazioni, la Curia ha deciso l'abbandono.
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Curtarolo (PD) , Via Giuseppe Garibaldi: Edificio privato - restauro non terminato.
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fotopadova · 4 years
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Ancora Lee Miller, keep calm
di Andrea Scandolara
 -- Se cammini per strada a Manhattan, se per distrazione rischi di venire investito da una macchina, se per combinazione lì vicino c’è qualcuno che ti strattona salvandoti la vita, beh… questo è un evento che tu ricorderai, agli altri non interesserà granché. Ma se sei una bella ragazza di diciannove anni e chi ti salva si chiama Condé Nast, proprietario di Vanity Fair e di Vogue, beh… la cosa potrebbe avere altri sviluppi, lo sappiamo perché è successo a Lee Miller. Abbiamo già parlato di lei recentemente, e in quell’occasione abbiamo puntato lo sguardo sulla sua attività di fotografa di guerra. Ma Lee Miller ha fatto anche molto altro.
La sua biografia ci dice che comincia come fotomodella ingaggiata proprio dall’uomo che le ha salvato la vita in una strada di Manhattan, folgorato dalla sua bellezza, rapito dal suo portamento e dal suo modo di vestire, affascinato dalla sua conoscenza del francese. Ma presto lei troverà interesse a ritrarre piuttosto di essere ritratta. Anche Edward Steichen si serve abitualmente di lei per la sua bellezza ma poi succede che una sua foto viene utilizzata per una pubblicità di assorbenti; lo scandalo che ne segue, siamo nel 1929, decreta la fine della sua carriera di modella. Miller parte per Parigi con l’aspirazione di apprendere il mestiere di fotografo da Man Ray e in breve diventa la sua modella, la sua collaboratrice e la sua compagna.
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Nasce in questo periodo la sua passione per il surrealismo, aiutata anche dalle frequentazioni di Man Ray che la introduce nella cerchia dei suoi amici di cui fanno parte Pablo Picasso, Dora Maar, Tristan Tzara, André Breton, Paul Éluard e Jean Cocteau tra gli altri. Il surrealismo non l’abbandonerà per tutta la vita e i suoi scatti lo testimoniano. Presto resta delusa dall’ambiente parigino e da Man Ray; nel 1932 ritorna a New York dove per due anni lavora intensamente per Vogue realizzando, tra l’altro, sublimi ritratti di personaggi celebri. Nel 1934 è la volta dell’amore egizio, sposa un ricco uomo d’affari e si trasferisce con lui al Cairo. Avrà occasione di fotografare le rovine dell’antica civiltà egiziana, scatti considerati le più sorprendenti tra le sue immagini surrealiste. Ma di fotografie surrealiste ne ha scattate sempre nell’arco della sua carriera di fotografa, immagini che a un primo sguardo sconcertano per poi gradualmente mettere l’osservatore in grado di riprendere l’equilibrio, di comprendere la situazione che tende a sfuggirgli di mano. Alcuni scatti, se guardati oggi, possono essere accostati a quelli dello spagnolo Chema Madoz, con una differenza: quest’ultimo fotografa dalla fine degli anni ’80 del secolo scorso, la Miller l’ha preceduto di almeno 50 anni.
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Lee Miller come fotografa di moda sorprende per la capacità di innovare un settore della fotografia ferma in quegli anni a riprendere dei manichini vestiti con gli abiti da pubblicizzare; lei rivaluta l’immagine con sapienti chiaroscuri e a volte attribuisce allo sfondo un ruolo essenziale che fino ad allora non ha avuto. Le suggestioni del surrealismo entrano di prepotenza nel mondo della pubblicità; basti pensare al turbamento che si prova a guardare la foto di una modella vestita con un tailleur alla moda davanti alle macerie di una Londra colpita da un bombardamento strategico. Keep calm and carry on era il motto di quel periodo e Lee lo mette in pratica, subito.
Altre suggestioni sono offerte dall’accostamento alla modella di figure improbabili: sfere di cristallo contenenti repliche della stessa modella, sculture di antiche o lontane civiltà, lampadari di cristallo che sembrano roteare attorno al soggetto ritratto. Non mancano poi gli specchi che permettono di vedere la modella da due angolazioni diverse, come dipingeva il suo amico Picasso. Tutto ciò ha un senso come conseguenza logica del surrealismo, intento a portare in superficie i nostri sogni, a far emergere l’inconscio e a farlo diventare reale.
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D’altronde le immagini della moda non stimolano forse i sogni delle donne di vestire i capi più trendy? È la componente onirica dell’immagine che lega un sogno difficile da realizzare ad una realtà fatta di privazioni e di rinunce. Ma il surrealismo, come il dadaismo dal quale ha origine, è contro le convenzioni, il pensiero comune: è pensiero creativo, rivoluzionario. E questo si traduce anche in una nuova forma delle immagini, non convenzionali e provocatorie.
Lee Miller queste visioni le ha nel sangue ed è capace di applicarle alla fotografia di moda come alla fotografia di reportage. Esemplare è il ritratto a David Scherman, suo collega e amante durante la guerra, nel quale lui indossa una maschera antigas a fianco di una macchina fotografica: nell’immagine si crea una sorta di analogia tra le forme della maschera e quelle della fotocamera realizzando così una momentanea incertezza nella lettura del tutto. Ma anche nelle foto ricordo di allegri momenti conviviali con Picasso e la sua corte sono presenti accostamenti dei personaggi a statue della tradizione classicista che ne formano lo sfondo e che nulla avrebbero a che fare con il momento fissato dallo scatto. Surrealista è anche il ritratto di Max Ernst con una Dorothea Tanning le cui dimensioni apparenti sono meno della metà del pittore tedesco, effetto prospettico ottenuto posizionando i due su piani diversi facendoli sembrare invece affiancati.
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Il surrealismo della Miller è uno dei modi per guardare il mondo, ci ricorda che le visioni sono soggettive e che ciascuno di noi ha il diritto di farlo a proprio modo. Forse è uno dei modi di vedere la vita, mai presa troppo sul serio o forse alla ricerca di un’ironia che strappi un sorriso, che ci faccia dimenticare per un momento le difficoltà, che ci faccia sognare, appunto.
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-- Riferimenti delle fotografie nel testo (Lee Miller/©Lee Miller Archives, England):
1) Man Ray, Lee Miller, 1930
2) Man Ray, Retour à la raison (Lee Miller), 1930)
3) Lee Miller, Model wearing Digby Morton suit, Londra, 1941 
4)  Lee Miller, Rose Descat's dark red felt, Parigi, 1944
5)  Lee Miller, London Fav, modeled by Oxford, Londra, 1940
6)  Lee Miller, Make the Most of Your Figure, Vogue, 1942
7) Lee Miller, David E. Scherman, dressed for war, Londra, 1942
8) Lee Miller, Max Ernst and Dorothea Tanning, Oak Creek Canyon, 1946
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fotopadova · 3 years
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La luna è libera e non ha nove figli
di Andrea Scandolara
-- C’è una sorta di timore nel parlare di Lisetta Carmi, classe 1924, un personaggio che Gianni Berengo Gardin definisce “una donna straordinaria oltre a essere una fotografa straordinaria; è la decana dei fotografi italiani ma ha una vitalità tale che supera molti giovani”.
Lisetta comincia a suonare il pianoforte da giovane e fino al 1960 svolge un’intensa attività concertistica che la porta sui maggiori palcoscenici d’Europa e di Israele. Chiuso con il pianoforte inizia a fotografare quasi per caso: accetta di accompagnare un suo amico musicologo a San Nicandro Garganico e per l’occasione acquista la sua prima fotocamera. Le foto che realizza in quel viaggio riscuotono diversi apprezzamenti tanto che la convincono ad intraprendere la strada della fotografia. Recentemente avrà modo di dire: “Penso che la sensibilità che le mie mani avevano per il pianoforte si sia trasmessa allo sguardo. Anche un paesaggio, un volto, una situazione somigliano a una musica che va interpretata.” E aggiunge: “Alla fine credo sia stata una questione di libertà. Una pianista deve rispondere a molte persone, seguire un programma, esercitarsi tutti i giorni. Ho preferito la fotografia perché rispondevo solo a me stessa e alla mia coscienza.” (1)
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 © Lisetta Carmi, Genova porto, 1964, courtesy Martini & Ronchetti
 Subito dopo viene la Sardegna, regione che la colpisce per aver letto delle condizioni di arretratezza di quegli anni, case senz’acqua, paesi senza fogne, famiglie numerose sotto il limite della sussistenza: condizioni che indurranno un bambino a scrivere sul suo tema di scuola: “Che bella la luna, è libera e non ha nove figli”. Una frase che Lisetta ricorderà per tutta la vita. Ne nasce un lavoro sublime che durerà molti anni. Da quel momento in poi, dove c’è sofferenza, sopraffazione, violenza, guerra, Lisetta ci sarà. Ha girato il mondo, Venezuela, Messico, Irlanda, Afghanistan, Amsterdam, Parigi; ovunque c’era un conflitto lei era presente. Ricercando “sempre la stessa cosa: testimoniare il bello e il brutto della vita”; ricercando la verità che “nasce da un bisogno di giustizia”. Altro lavoro importante quello sulle condizioni del lavoro dei camalli del porto di Genova, portato in mostra in diverse sedi compresa l’Unione Sovietica. Poi a Parigi realizza un reportage sulla metropolitana con testi di Alain Robbe-Grillet. Collabora in quegli anni con il Mondo, Vie Nuove e l’Espresso ed è fotografa di scena al Teatro Duse di Genova.
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© Lisetta Carmi, I travestiti, Genova 1965-1971, courtesy Martini & Ronchetti
 Nel 1966 inizia il lavoro per il quale è ricordata ancora oggi, quello sulla comunità dei travestiti di Genova; un lavoro lungo sei anni e che incontrerà non poche difficoltà alla sua pubblicazione per il sentimento comune dell’epoca che lo aveva ritenuto scandaloso. Oggi rileggiamo in quel lavoro l’interesse di Lisetta per gli emarginati della società, interesse che sottolinea il suo impegno per un mondo più giusto. “Un lavoro che rimarrà per sempre” - avrà modo di dire Gianni Berengo Gardin.
In quell’anno realizza dei ritratti di Ezra Pound; nonostante li abbia fatti durante un incontro brevissimo e senza dialogo, con quelle dodici foto vince il Premio Niepce. Umberto Eco scrisse nella motivazione che quei ritratti a Ezra Pound “raccontavano molto di più delle centinaia di articoli scritti su di lui”.
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© Lisetta Carmi, Ezra Pound, Sant’Ambrogio di-Zoagli, 1966 - Courtesy Martini & Ronchetti
La Carmi ha prodotto molto sui più diversi argomenti, anche se il tema principale rimane il reportage impegnato, lavori che la vedono schierata dalla parte degli umili, dei diseredati, degli emarginati. È stata un’interprete del suo tempo come pochi altri, lasciandoci una serie di perle preziose di vera arte figurativa. Un’arte non fine a sè stessa ma impegnata nel lanciare messaggi.
Nelle sue foto non manca mai la figura umana, una presenza utile a contestualizzare il paesaggio ma non solo: è proprio l’uomo il soggetto, calato nella realtà in cui vive, spesso una realtà dura, difficile come nelle immagini del nostro meridione o della Sardegna. Anche i ritratti sono ambientati, con l’intento di descrivere almeno in parte il contesto della vita dei personaggi fotografati. È una fotografia umanista che reclama una maggiore giustizia sociale, un taglio alle disparità evidenti del suo tempo.
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© Lisetta Carmi  Sicilia, 1976  /  Sardegna, donna con maialino, Irgoli, 1962 - courtesy Martini & Ronchetti 
“Sono vecchia” – dice quando viene intervistata - “ma anche felice di poter tornare con la memoria agli anni in cui mi sembra di aver fatto qualcosa per me e per gli altri.” (1) 
(1)   La Repubblica, Robinson, 27.03.2021
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fotopadova · 3 years
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Anche l’università fotografa
di Andrea Scandolara
-- La fotografia non ha mai salvato una vita umana; anzi, a volte si è resa responsabile di un’uccisione, come in Vietnam quando Eddie Adams fotografò il generale Nguyễn Ngọc Loan mentre sparava a bruciapelo alla testa di un prigioniero vietcong; si è sempre sostenuto che senza la presenza del fotografo il Generale non avrebbe messo in atto quell’azione esemplare mirata a fiaccare la resistenza dei nordvietnamiti. Questa è la posizione dei paladini del pensiero negativo. 
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Ma ci sono altri modi per pensare alla funzione sociale della fotografia. La stessa foto di Eddie Adams, o quella famosa di Nick Ut alla bambina nordvietnamita ustionata dal napalm americano, sono state di supporto alla formazione negli Stati Uniti di un movimento d’opinione contrario alla guerra del Vietnam che gradualmente ha contribuito a porre fine al conflitto. E questa è la posizione dei fautori del pensiero positivo. 
Ma gli esempi su questo tema sono tanti, basti pensare all’intervento fatto negli anni Trenta negli Stati Uniti dalla Farm Security Administration, che assunse alcuni tra i più famosi fotografi dell’epoca (tra gli altri Ben Shahn, Walker Evans, Dorothea Lange, Margareth Bourke-White, Jack Delano, Gordon Parks) per documentare la vita durante gli anni della Grande Depressione e per sensibilizzare l’opinione pubblica al problema della povertà e dell’emarginazione. 
Sono storie vecchie, d’accordo, ma la fotografia sociale c’è ancora. Photovoice è una metodologia partecipativa nata per evidenziare le condizioni e i problemi degli esclusi e degli emarginati attraverso le immagini, capaci queste di un maggior impatto emotivo e di adeguati contenuti rispetto al testo scritto. Non ci sono dubbi sul fatto che la fotografia in quanto linguaggio debba relazionarsi con la società e con la vita degli individui al pari degli altri linguaggi. Quando nel 1992 nacque Photovoice, ideata da Caroline C. Wang, si è pensato subito che immagini e parole insieme potessero effettivamente esprimere i bisogni, i problemi e i desideri delle comunità e degli individui; i partecipanti poi possono appartenere a tutte le età e gli stati sociali, inclusi coloro che possono essere discriminati dal linguaggio, dal genere, dalla razza, dalla disabilità.
L’Università di Padova, nell’ambito del corso di laurea Magistrale in Psicologia di comunità, ha già da tempo istituito un laboratorio di photovoice il cui ultimo lavoro di 12 partecipanti riguarda come l’attuale pandemia da Covid19 abbia compromesso la cultura, sia questa artistica, sportiva o universitaria. “Spazio alla cultura” è il titolo del lavoro che ha dato origine a un libro di 60 pagine e a un sito web per la versione on-line
https://photovoice4.wixsite.com/spazioallacultura
https://www.instagram.com/spazioallacultura
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Le possibilità si riducono: mettere da parte i vestiti di scena nell’attesa di esibirsi di nuovo oppure cercare momenti d’incontro, destrutturato e incontrollato. Sono solo queste le alternative possibili?
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Ma sentiamo cosa dicono i tutor del laboratorio Marta Gaboardi e Massimo Santinello.
“L’Università, uno dei centri principali nella trasmissione della cultura, prende così posizione attraverso la voce (e le fotografie) di chi la vive quotidianamente, in un momento cruciale per la propria crescita personale e professionale. Quale impatto ha avuto il Covid-19 sulla cultura? Questa è la domanda a cui hanno cercato di rispondere attraverso le fotografie, non limitandosi a evidenziare i limiti della situazione ma riflettendo insieme su cosa si è fatto e si potrebbe fare per portare avanti e lottare per la cultura. 
“Non è stato quindi un laboratorio di fotografia, un’occasione per apprendere come fare una buona fotografia, ma un modo per cercare di raccontare come sia stata percepita e vissuta la sostanziale sospensione di offerta culturale che il nostro paese ha vissuto come conseguenza dell’epidemia da Covid-19. Le immagini sono state solo una parte del percorso, e sono servite a favorire una discussione sulle contraddizioni e le difficoltà legate alla gestione della pandemia. Ma non solo, sono parte di un processo di accresciuta consapevolezza: le scelte, gli scatti fatti dagli studenti accompagnati dai loro brevi testi ci portano a ricostruire la loro idea di cultura, la loro visione di come sta evolvendo questo momento storico, e l’importanza che assume nella loro vita.” 
Fotografia partecipativa, fotografia sociale, tutti interventi mirati a migliorare le condizioni di vita. Una goccia nell’oceano, dirà qualcuno: ma se manca, l’oceano rimarrà per sempre privo di quella goccia.
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 Studenti partecipanti al laboratorio: Alex Agnoletto, Luisa Alma Casapulla, Elisa Cocco, Thieny Ribeiro de Figueroa, Valeria Giorgi, Marco Godizzi, Lucia Meroni, Nicola Orlando, Martina Padovani, Amelia Privitera, Elisa Mariangela Quagliano, Teresa Schiavato.
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fotopadova · 4 years
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Lee Miller, donna e fotografa di guerra
di Andrea Scandolara
-- Fotografia di moda, fotografia surrealista e fotografia di guerra sono tre generi molto diversi, inconciliabili direi. Eppure Lee Miller (1907-1977) li ha praticati tutti e tre. A leggere la sua biografia non si può restare indifferenti: all’età di sette anni subisce una violenza sessuale, a 19 anni a New York una coincidenza più unica che rara la lancia come modella per Vogue, a 22 a Parigi ha una relazione con Man Ray e successivamente due matrimoni la portano prima in Egitto e poi a Londra. Una vita movimentata e tanti amori.
Già fotografa affermata Lee Miller giunge nella capitale inglese nel 1939, l’anno di inizio della seconda guerra mondiale. Lee si convince dell’utilità del fotoreportage documentando con stile il bombardamento strategico dell’Inghilterra del 1940. È la prima volta che abbraccia questo genere di fotografia ma lo fa da professionista, appartiene già al London War Correspondents Corp. Determinata com’è chiede e ottiene da Vogue l’accredito presso l’esercito degli Stati Uniti come fotografa di guerra diventando nel 1942 una delle rare donne al mondo ad assumere quel ruolo. Ma se Robert Capa sosteneva che le foto non venivano bene se “non eri abbastanza vicino”, lei questa regola non può attuarla: in quanto donna è obbligata dai militari a stare a debita distanza dalle situazioni di pericolo. Tanto che una volta deve subire l’arresto per aver violato questa disposizione. Vuole competere con gli uomini ad armi pari e trova assurde le discriminazioni di genere. Il femminismo come lo conosciamo noi, quello di Simone de Beauvoir e di Betty Friedan, deve ancora arrivare ma Lee ne ha già compreso l’importanza.
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Tutti la ricordiamo per questa foto scattata da David Scherman, suo collega e amante per breve tempo, dove lei è nella vasca da bagno dell’appartamento di Monaco di Adolf Hitler negli ultimi giorni di guerra nel 1945: i voyeur si mettano il cuore in pace, la si vede solo dalle spalle in su. Quello che si nota sono gli anfibi slacciati e lasciati ai piedi della vasca sopra un tappetino lercio (forse di fango portato da lei stessa), la mimetica gettata senza cura su una sedia, una statuetta alta una spanna appoggiata sul tavolino raffigurante una dea e, sul bordo della vasca, un ritratto del Führer in alta uniforme; non sappiamo se quel ritratto l’abbia messo uno di loro due oppure l’abbia lasciato Hitler stesso: se fosse vera la seconda ipotesi ci sarebbe altro materiale per gli psichiatri che hanno studiato il caso del dittatore tedesco. Lo sguardo della Miller è serio, non vuole scendere nella dissacrazione del posto in cui si trova, anche se certamente vorrebbe farlo; lei ha problemi più impellenti, sappiamo che sono diverse settimane che non ha occasione di lavarsi e che al seguito delle truppe alleate anche le ore di sonno sono una rarità.
Dal 1942 e fino alla fine della guerra documenta tutte le atrocità di quel triste periodo, dall’assedio di Saint-Malo con l’uso per la prima volta del napalm alla liberazione di Parigi, dalla battaglia dell’Alsazia all’incontro dell’esercito degli Stati Uniti con l’Armata Rossa a Torgau, dalla conquista del Berghof (il nido dell’aquila del Führer) presso Berchtesgaden alla liberazione dei campi di concentramento di Buchenwald e Dachau.
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    © Lee Miller Archives, England
Lee realizza proprio in quel periodo autentici capolavori del fotogiornalismo mondiale riuscendo a tradurre in immagini il crollo dei valori di una nazione, i drammi collettivi e personali che seguono alla disfatta.
Celebri sono gli scatti del suicidio della famiglia del borgomastro di Lipsia, nell’aprile del 1945 quando oramai i tedeschi, responsabili della morte di milioni di esseri umani, sanno che per loro è finito il grande sogno di conquistare il mondo e che è giunto il crepuscolo degli dei. In quel mese in Germania c’è un’impennata dei suicidi, soprattutto di chi sa di non avere giustificazioni da presentare al mondo e agli alleati che già avanzano sul suolo tedesco. Lee Miller ci regala alcuni scatti di un interno borghese dove giacciono tre cadaveri: un uomo, il borgomastro appunto, sua moglie e sua figlia. Con grande senso di pietà Lee si avvicina con l’obiettivo al volto della figlia, presumibilmente innocente, per sottolinearne la bellezza e la grazia dei lineamenti e per donarci un’immagine della morte forse liberatrice dalle sofferenze.
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    © Lee Miller Archives, England
Di questo episodio sappiamo che lo stesso giorno, il 13 aprile 1945, anche Margaret Bourke-White che fotografava per Life, ha fatto una serie di scatti nel medesimo macabro salotto; ma non sappiamo se fosse insieme alla Miller. Le foto delle corrispondenti giunte a noi ci mostrano due sguardi diversi, due diversi approcci alla realtà.
La Bourke-White mantiene le distanze, fa una panoramica dell’ambiente, quasi non voglia esprimere nessun giudizio con le sue inquadrature, vuole documentare e null’altro. La Miller si avvicina ai soggetti, quasi voglia capire e farci capire il dramma che si è consumato da poco; le sue immagini risentono dello stile usato nella fotografia di moda e delle regole del ritratto di Man Ray di cui era stata musa e modella; fotografa i morti mettendosi allo stesso piano quasi cercando un’intimità con loro e un coinvolgimento emotivo impossibile, un tentativo di immedesimarsi con il corpo della ragazza. E così lei riesce a rendere gradevole persino la foto di un cadavere.
Erano due persone diverse e così dovevano essere anche i loro lavori; ma un’ipotesi che spieghi questo scarto potrebbe nascondersi nel fatto che una lavorava per Life, periodico di cronaca, di reportage e dimora storica del fotogiornalismo, l’altra per Vogue, periodico più frivolo indirizzato ad un pubblico più popolare. Era forse il pubblico destinatario a determinare il taglio delle immagini.
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    © Lee Miller Archives, England 
Lee Miller ha donato a noi e al mondo intero molte immagini scattate, come si diceva, durante la liberazione dei campi di Buchenwald e di Dachau. Queste operazioni militari hanno indotto il generale George Patton, leggendario per il suo temperamento d’acciaio, ad allontanarsi per vomitare distante dai corpi nauseabondi rannicchiati insieme. I corrispondenti di guerra guardavano da lontano i mucchi di cadaveri. Lee no. Si è avvicinata a questo scenario dantesco e in una folle frenesia ha catturato immagini di volti, mani, dettagli indicibili. Ha intervistato e fotografato le guardie del campo, alcune delle quali erano state sfigurate e picchiate dai prigionieri rilasciati (in un giorno i detenuti hanno ucciso un centinaio di guardie a Büchenwald). Lee Miller ha fatto tutto questo, a quanto pare, con un impegno irrefrenabile, quasi un piacere perverso. Dicono che abbia fotografato i campi di sterminio con immensa passione, sapendo che quella poi l'avrebbe segnata per sempre.
Queste ultime foto, le prime immagini dei campi di concentramento ad arrivare in America, incontrano lo scetticismo e l’incredulità dei redattori di Vogue tanto da esigere una certificazione di autenticità per poter essere pubblicate. Saranno foto che segneranno profondamente l’opinione pubblica mondiale e l’animo di Lee. Saranno foto usate dall’accusa al processo di Norimberga; foto che daranno il via nel dopoguerra a quel processo di elaborazione del crimine che in Germania è stato più intenso che da noi e che là ha messo in atto una drastica epurazione del passato a cominciare dai vertici della società.
In questo periodo Lee Miller viene finalmente (e forse per la prima volta) apprezzata e riconosciuta non per la sua bellezza, che ne ha da vendere, ma per quello che riesce a fare; si realizza il suo antico desiderio di “scattare una foto piuttosto che essere ripresa” diventando così un grande nome della fotografia. Ma sappiamo purtroppo che nel dopoguerra smette gradualmente di fotografare preferendo dedicarsi alla cucina e all’alcolismo.
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fotopadova · 4 years
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Surrealismo fuori dal tempo
di Andrea Scandolara
--- “Ci sono ancora fotografi che usano il surrealismo per esprimersi?” – aveva chiesto l’assistente al maestro al mattino presto.
“In che senso ancora?” – aveva risposto il maestro.
“So che la fotografia surrealista ha radici piuttosto datate, penso a Claude Cahun e a Grete Stern, a Man Ray e a Horst P. Horst; ci siamo fermati lì oppure continuiamo a farne?”
“La fotografia surrealista è una miniera inesauribile e ci sono stati, anche recentemente, validi autori che l’hanno adottata. Proprio in questi giorni è scomparso all’età di 90 anni Gilbert Garcin ed è una perdita molto grave per il nostro mondo fotografico.” – Il maestro aveva fatto una pausa.
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                                                                                 © Gilbert Garcin
“Ti sei intristito improvvisamente, lo conoscevi di persona?”
“No, non lo conoscevo ma lo apprezzavo. Pensa che ha cominciato a fotografare dopo che è andato in pensione, a circa 70 anni. Ha cominciato dopo un workshop ad Arles e non ha più smesso fino alla fine. Al workshop aveva ‘scoperto’ il fotomontaggio, e riteneva fosse adatto ad affrontare temi importanti ma lui scelse di non prendersi troppo sul serio. E invece… guardava ai grandi temi esistenziali che noi istintivamente cancelliamo per comodità e con ironia, intelligenza e sarcasmo li proponeva con i suoi scatti.”
“Ironia e sarcasmo… faceva del divertissement, dei giochini con le sue foto?” 
“No, tutt’altro. Affrontava dei temi comuni a tutti noi sollecitando la riflessione nello spettatore. Non è forse questa la funzione della fotografia e, più in generale, dell’arte? Per farlo bisogna usare l’intelligenza e a volte l’ironia. Molto spesso sono questi gli ingredienti per la fotografia surreale, una fotografia che parla di eventi e situazioni impossibili ma plausibili, una fotografia che usa simboli e metafore. Altre volte per ottenere il surrealismo si può far leva sulle ambiguità della nostra percezione visiva che è imperfetta, che si basa sul proprio vissuto ed estrapola cose inesistenti.”
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                                                                                 © Gilbert Garcin
“Ma c’è anche una componente onirica nel surrealismo, non è così?” – aveva aggiunto l’allievo.
“Ah… sì, certo. Per la psicoanalisi da Freud in poi le immagini, anche quelle dei sogni, sono legate all’inconscio e si può arrivare a quest’ultimo partendo dalle immagini. Poco fa hai citato Grete Stern e proprio lei vedeva la foto come una vera e propria “protesi tecnologica” dell’apparato psichico, che l’uomo può utilizzare per soddisfare il proprio bisogno di assimilazione e introiezione.”
“L’argomento comunque mi pare complesso, basti pensare all’importanza della corrente che ha avuto in pittura che, non dimentichiamo, si è evoluta dal dadaismo, altro filone di pensiero che ha lasciato un segno.”
“Poi ci sono stati diversi apprezzati autori che hanno proseguito su questa strada, Cindy Sherman, Chema Madoz, per citarne due tra i più famosi. La prima basa i suoi lavori su osservazioni che le derivano dalla psicoanalisi, il secondo sulla nostra percezione claudicante pronta a fallire dinanzi alla realtà; personalmente adoro i suoi lavori.
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                                                                            © Chema Madoz
Tra i più giovani va citato Erik Johansson, svedese maestro assoluto del fotoritocco: «Io non catturo momenti. Catturo idee» dice del suo lavoro che abbina un sorprendente realismo alla finzione e all’illusione.”
“E chi altri tra i contemporanei? Fammi qualche nome anche se mi dirai che non si possono citare tutti.”
“Molto interessanti i lavori del duo Daniel Rueda e Anna Devis, giovani architetti spagnoli dediti alla fotografia. Anche loro usano le immagini per raccontare delle storie; molto spesso si servono di normali elementi architettonici abbinandoli all’elemento umano che diventa fondamentale sia nella storia sia nella composizione, dove non a caso troviamo riferimenti visivi a René Magritte il grande maestro del surrealismo.
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                                                               © Anna Devís + Daniel Rueda
E’ l’elemento umano, sempre presente, che si sovrappone bidimensionalmente al contesto e ne forza la completezza.”
“Non conosco questi lavori, andrò a vederli su internet.  E’ sempre un piacere parlare con te ma adesso mettiamoci al lavoro.”
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fotopadova · 4 years
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Stragedia di Nino Migliori a Bologna
di Andrea Scandolara
-- Non una mostra fotografica ma urla, grida, suoni sinistri, immagini proiettate come sciabolate e lampi di luce dettati dal bisogno di verità, una verità che dopo 40 anni tarda ancora ad arrivare. Questo sostanzialmente il messaggio che lancia Nino Migliori alla bella età di 93 anni, dopo aver cominciato a fotografare nel lontano 1948 e dopo una vita passata a sperimentare con la fotografia e non solo. Nella sua lunga carriera ha sempre visto estraneo e ostile qualsiasi modo convenzionale di guardare e pensare, e il rifiuto delle consuetudini gli permette una visione fotografica innovativa che va oltre la funzione riproduttiva. 
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Il messaggio di Nino parte da Bologna in una mostra aperta in questi mesi e dedicata alla strage di Ustica; perché il DC9 dell’Itavia abbattuto nel 1980 sul Tirreno meridionale era partito da Bologna. Dopo il recupero dei rottami e la ‘ricostruzione’ dell’aereo in un hangar di Pratica di Mare, dopo che alla magistratura non serviva più, nel 2007 è stato trasportato a Bologna per allestire un museo alla memoria. Durante l’allestimento Migliori ha avuto l’opportunità di passare tre notti al buio di quegli spazi a fotografare quei rottami con una tecnica a lui cara: a lume di candela!
È un modo recente di fotografare che lui ha adottato dopo essersi chiesto come gli uomini guardavano le opere d’arte nei secoli passati quando non c’era ancora l’illuminazione artificiale. Così è nato Lumen, un ciclo di fotografie di elementi scultorei del passato sparsi in giro per l’Italia, da Parma a Modena, da Lucca a Napoli, da Roma a Bologna passando per Rimini. Leggere alcuni capolavori della scultura alla luce di una candela gli permette di ottenere composizioni fotografiche di straordinaria vitalità: non riproduzioni ma insiemi plastici e luministici di grande autonomia formale. Vale la pena di sentire cosa dice lui stesso in proposito.
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“Pensai di fare un salto nel tempo e verificare come agli inizi del Duecento, quando non era stata inventata la luce elettrica, le persone potessero vedere questi bassorilievi dopo il calar del sole, di notte quando le fonti luminose erano costituite da candele e torce che facevano emergere dal buio circostante i particolari e le ombre li ridisegnavano, creando forme inaspettate e forti suggestioni. Così è nato il progetto Lumen, che successivamente si è arricchito di altri importanti soggetti come il Compianto di Niccolò dell’Arca, Ilaria del Carretto di Jacopo della Quercia, la Cappella dei segni zodiacali e dei pianeti di Agostino di Duccio. È stata un’esperienza coinvolgente ed emozionante. Poter entrare in contatto, toccare queste meraviglie, poterle scrutare e verificare quanto cambiavano al minimo movimento della fiamma; vedere per esempio quanto il materiale di cui sono fatti questi capolavori influisca sulla percezione, persino le differenze fra materiali apparentemente uguali. Ogni volta è stata una sfida appassionante e unica. E inaspettato è stato venire a conoscenza successivamente, come nel caso del Cristo velato o di Paolina Borghese, che gli stessi committenti avevano previsto la presenza di candele o visioni notturne sempre a lume di candela di queste splendide opere.”
Sono le opere che si raccontano, attraverso la luce e l’ombra. Ma come si inserisce il lavoro sul DC9 di Ustica nel progetto Lumen, il “progetto itinerante a lume di candela”? Forse un tentativo di ricordare le persone scomparse nell’incidente facendo parlare il loro sarcofago. Lui stesso avrà poi modo di specificare che quella fiammella “non era più la luce serena e vitale delle notti medievali: era la luce votiva del dolore e della perdita”. Non si tratta di una riproduzione dei rottami dell’aereo, è qualcosa di più.
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Poi quelle fotografie hanno dormito in un cassetto per 13 anni in attesa di farne una mostra che finalmente è arrivata.
Come si diceva non sono in mostra le stampe di quelle foto, sono proiezioni su sette schermi e le immagini si rincorrono freneticamente da uno all’altro con lo spettatore al centro di luce e buio, in mezzo a frammenti riconoscibili e immagini astratte. 81 foto proprio come le vittime della tragedia che è stata anche una strage, da qui il titolo, Stragedia. Questa rielaborazione del soggetto avvicina il lavoro di Migliori all’arte in una sorta di catarsi utile a comprendere appieno la tragedia, arte capace di rievocare i fatti trasformandoli in immagini nuove ma eterne, rivolte a più generazioni e a diversi periodi storici, dal ricordo alla memoria. Lo stesso Migliori voleva “assorbire l’emozione del contatto diretto con i resti di quell’aereo, l’orrore provato dalla carcassa ricostruita.” … “Ogni fotografia, dal deciso sapore informale, è un frammento che emerge dall’oscurità e rende la forza del dolore e dell’angoscia”.
Dobbiamo fermarci, qui stiamo entrando nel mondo dell’arte dopo essere partiti dalla fotografia e i discorsi si fanno più complessi; assistiamo a quello sviluppo di un’espressione artistica che rende l’opera universale, persino avulsa dal fatto che le ha dato origine, mantenendo comunque un forte coinvolgimento emotivo ripetibile anche in futuro. Mi viene in mente Guernica di Picasso.
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Esemplari sono le parole di Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica, che così parla del lavoro di Migliori sul catalogo della mostra: “Fotografie che mostrano l’orrore, suggestioni che creano mostri evocatori della tragedia, frammenti che emergono dall’oscurità e trasmettono il dolore, l’angoscia, l’irraccontabile della vicenda: tutto attraverso il potere della visione artistica. Mi sento di sottolineare la magia di questo circolo di elementi che ritornano, fiammelle, voci, immagini, che circondano la tragedia e la mettono in comunicazione con i sentimenti nostri e la memoria collettiva. Convinta che proprio la vera Arte abbia gli strumenti per fare Memoria, per comprendere, per conoscere, per tenere sveglie le coscienze.”
Nino Migliori, da sperimentatore, da esploratore innovativo e da attento lettore, è l’autore che meglio interpreta il meraviglioso percorso della fotografia che, da intenti documentari, ha assunto valori e contenuti legati all’arte. Si può dire che Migliori sia un vero “architetto della visione”.
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La fotografia di Nino Migliori, dal 1948, svolge uno dei percorsi più diramati e interessanti della cultura d’immagine europea. Gli inizi della fotografia di Migliori sono segnati da diverse linee che convivono parallelamente. Da un lato la tradizione del fotogiornalismo “impegnato“, con una particolare idea di racconto in sequenza, dall'altro una sperimentazione sui materiali del tutto originale e inedita, le ossidazioni, i pirogrammi, dei tardi anni Quaranta, per esempio, sono opere che non hanno confronti nel panorama della fotografia mondiale. Nel corso del tempo si verrà precisando il significato tutto metalinguistico di tali operazioni: non dipinti e quadri informali, in cui ci si serve di sviluppo e fissaggio invece che di colore, bensì fotografie in senso pieno che mostrano le basi materiali del loro farsi. Dalla fine degli anni Sessanta il suo lavoro assume valenze concettuali ed è questa la direzione che negli anni successivi tende a prevalere. Nino Migliori è l’autore che meglio rappresenta la straordinaria avventura della fotografia che, da strumento documentario, assume valori e contenuti legati all’arte, alla sperimentazione e al gioco. Oggi si considera Migliori come un vero architetto della visione. Ogni sua produzione è frutto di un progetto preciso sul potere della visione, tema, questo, che ha caratterizzato tutta la sua produzione. Sue opere sono conservate in importanti collezioni private e pubbliche tra le quali MamBo - Bologna; Galleria d’Arte Moderna - Torino; Galleria d’Arte Moderna - Roma; Bibliotèque National - Parigi; Musée Reattu - Arles; Museo di Praga; Museum of Modern Art - New York; Museum of fine Arts - Houston; Museum of Fine Arts - Boston; SFMOMA – San Francisco, The Metropolitan Museum of Art - New York; Maison Européenne de la Photographie - Parigi ed altre importanti collezioni pubbliche e private.
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Nino Migliori. Stragedia
27 giugno – 7 febbraio 2021
A cura di Lorenzo Balbi
Ex Chiesa di San Mattia, via Sant’Isaia 14/a | 40123 Bologna
Orari di apertura venerdì, sabato h 20.00 – 22.00 | domenica h 18.00 – 20.00
Ingresso libero, con prenotazione
tel. +39 051 6496611 - https://ticket.midaticket.it/museicivicibologna/Event/36/Dates
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fotopadova · 4 years
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Un addio a Gianni
di Andrea Scandolara
 --  Il mondo della fotografia è in lutto, oggi ci ha lasciato Giovanni Umicini. Fiorentino di nascita si trasferisce molto giovane a Padova e qui rimane. “Oltre che di qualche donna, mi sono innamorato di questa città. La sua bellezza sta nella gente: uomini, donne, bambini. Che camminano, lavorano, si baciano. Ogni volta che esco nelle piazze, ho davanti a me un film nuovo. Se non faccio foto, mi siedo in un’osteria e guardo. E litigo e parlo con questa gente” ci raccontava qualche anno fa il fotografo.
Uno così non poteva che diventare famoso per la street photography, la fotografia che racconta la vita quotidiana nelle strade. Ma Giovanni era anche altro: fotografo di moda, fotografo di scena, fotografo industriale, grande tecnico di procedimenti fotografici. Ma non vogliamo qui tracciarne la sua biografia, ci basta ricordare che le sue fotografie di Padova sono sparse in giro per il mondo a ricordare la nostra città.
Lo ricordiamo quando qualche anno fa, già ultraottantenne aveva avuto un incontro pubblico con gli appassionati di fotografia e aveva trasmesso a tutti i presenti la sua vitalità e il suo entusiasmo per la vita, entusiasmo che ben si rifletteva in un episodio da lui raccontato. Aveva appena sottoscritto un abbonamento decennale a un periodico di fotografia, era un affare e conveniva; tra il pubblico c’è stato chi aveva abbozzato un sorriso.
Grazie Gianni, ti ricorderemo sempre.
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fotopadova · 4 years
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Surrealismo e freccia del tempo a Budapest
di Andrea Scandolara
-- La scienza condiziona l’arte, non ci sono dubbi, e la fantasia condiziona la scienza, il Novecento ne è pieno di esempi. Quando è stata pubblicata la prima foto di un buco nero Flóra Borsi, fotografa e artista visuale ungherese, si è incuriosita ed è andata a leggere qualcosa sulla teoria della relatività. Così è venuta a sapere che qualche fisico teorico (Stephen Hawking, ma non è il solo) ammette sia possibile attraverso un buco nero passare in un’altra regione spazio-temporale o comunque viaggiare nel tempo. Ma la macchina del tempo non è ancora stata realizzata e quindi lei ha usato Photoshop. Ha realizzato un lavoro immaginando di tornare indietro nel tempo e farsi dei Selfie (questo il titolo della serie) con diversi personaggi famosi; la vediamo accanto a Gandhi, Salvador Dalì, Marilyn Monroe, Sigmund Freud, Albert Einstein e tanti altri.
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Flóra Borsi più che fotografa autodidatta, è un’artista formatasi alla facoltà di Arti e Design della Moholy-Nagy University di Budapest, fortemente influenzata dalla pittura con una fantasia senza paragoni che le torna utile per il lavoro che si è scelto. Stupisce la sua giovane età, 27 anni, e la fama che ha raggiunto portandola a lavorare per Hasselblad, Paramount Pictures, Adobe e molti altri. 
Da tempo conosce bene Photoshop con il quale crea immagini partendo da vere fotografie; ma non sono immagini spettacolari come possono essere quelle pubblicitarie, le sue sono immagini che sollecitano una riflessione in chi le guarda, che proprio perché a volte sconcertanti e a volte surreali, costringono l’osservatore a porsi delle domande.
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Flóra spesso usa il corpo per comunicare sensazioni e sentimenti ma gioca in prima persona, il corpo è sempre il suo, quello degli autoritratti. Dice che trova più comodo mettersi lei stessa in posa, sa già come atteggiarsi per ottenere ciò che vuole; a volte si traveste (come in The misarable life of the french toast man), spesso dipinge il suo viso. Il corpo, il volto viene poi distrutto, massacrato, sovrapposto ad altre immagini, con sapienza e rispettando le regole della composizione. A volte chiama in causa Picasso raffigurando il volto visto da più punti contemporaneamente.
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Esemplare la serie Velavé dove il suo giovane corpo, con le sembianze di Frida Kahlo come citazione, viene imbrattato da segni apparentemente casuali (con Photoshop naturalmente) che suggeriscono il tentativo da parte di altri di modificare la sua identità fino all’annullamento della sua personalità; ma alla fine della serie si scopre che la sua volontà ha resistito allo scempio facendo sporgere da dietro i segni di violenza il suo viso rimasto indenne.
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Stupenda anche la serie The forgotten dream, nata dopo una visita a Ellis Island, l’isola davanti a Manhattan dove un tempo venivano messi in quarantena i migranti che volevano raggiungere gli Stati Uniti. L’artista pensa subito alle ansie e ai problemi che investivano quelle persone che a cavallo tra ‘800 e ‘900 volevano rifarsi una vita in quella nazione; pensa anche alle 3500 persone che sono decedute su quell’isola in attesa che i loro sogni diventassero realtà. Si rende conto che il tema dell’immigrazione è un problema tuttora presente e cerca quindi un collegamento tra quei tempi e l’oggi, una sorta di viaggio nel tempo anche in questo caso. Prende delle vecchie fotografie dei primi anni del Novecento fatte a migranti proprio a Ellis Island, le colora e le sovrappone abilmente ai paesaggi urbani della Grande mela di oggi. Non è soltanto una metafora ma è ridare una speranza a coloro che a suo tempo non ce l’hanno fatta, è un ricordare sogni dimenticati e dare loro una vita postuma seppur virtuale.
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Le numerose serie di immagini che vedono la stessa Flóra come protagonista presentano spesso accostamenti tra lei e gli animali, a sottolineare una necessaria simbiosi con la natura da parte dell’uomo, un legame a volte intimo al punto da farsi prestare un occhio dall’animale e di prestarne l’altro a quest’ultimo. Sono lavori che inducono a meditare sull’essenza del corpo umano, dell’essere e sulla sua teleologia se c’è. Il suo povero corpo viene aperto con la cerniera sulla schiena, viene analizzato ai raggi X, frantumato per vederne l’interno. L’effetto comunque è surreale poiché il messaggio si trasferisce su un altro piano, caratteristica della fotografia artistica. Operazioni analoghe le hanno fatte anche altri autori, Roberto Kusterle per citarne uno italiano. Anche per lui è centrale riflettere sul ruolo dell’uomo e il suo rapporto con la natura; ma sia con Kusterle sia con Borsi il messaggio si dirige subito su un altro tema più intimistico, più personale, più psicoanalitico.
Flóra Borsi usa la fotografia surrealista come base di partenza per sviluppare un messaggio, vale a dire che il surreale non è fine a se stesso come apparentemente può esserlo quello di Chema Madoz; il surrealismo dell’artista ungherese spesso è suggerito dal salto nel tempo, una modalità che la affascina e che le è utile per esprimere poi le sue emozioni.
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Per approfondire:
https://floraborsi.com/      https://www.behance.net/yayuniversal
http://www.art-vibes.com/photography/flora-borsi-animeyed-self-portraits/
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fotopadova · 5 years
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Profondità di campo e di sentimento
di Andrea Scandolara
 -- “Non sono più sicuro che si possa migliorare il mondo con una fotografia, rimango convinto, però, del fatto che le brutte fotografie lo peggiorano”. Così diceva Ferdinando Scianna, ma Gordon Parks, uno dei grandi fotografi americani del secolo scorso, con le sue belle fotografie ha reso un pochino migliore questo nostro mondo.
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 © Gordon Parks, Woman and Dog in Window, Harlem, New York, 1943
 E’ il 1961 quando la rivista Life dà a Parks l’incarico di documentare la povertà a Rio de Janeiro, incarico che cambierà la vita al fotografo e la sua visione del mondo; è anche la prima volta che un periodico del rilievo di Life conferisce un incarico così importante a un giornalista di colore come Parks. In una favela di Rio il cui nome è già un programma, Catacumba, Gordon conosce Flàvio, un dodicenne gravemente asmatico, emaciato, denutrito e grazie a quella amicizia passa due settimane a descrivere con le parole e con le immagini la vita dei diseredati della favela.
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© Gordon Parks, The invisible man, Harlem, New York, 1952
 Tornato a New York il suo editore è disposto a pubblicare il servizio corredandolo da una sola foto, cosa che irrita non poco Parks. Inaspettatamente pochi giorni dopo, in periodo di Guerra fredda, il Segretario di stato Dean Rusk dichiara che “la povertà è il temibile nemico della libertà. La povertà in America latina è un fattore di radicalizzazione verso il comunismo.” Viene da sorridere oggi a pensare che la lotta alla povertà possa essere spinta dall’odio per il comunismo e non già da valori etici condivisi da tempo. Significa negare l’origine della povertà nel colonialismo del mondo occidentale e nella sua attività di rapina delle risorse naturali.
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© Gordon Parks, Flavio da Silva, Rio de Janeiro, Brazil, 1961
 Comunque Life prontamente si decide a pubblicare il servizio di Parks, su otto pagine e con numerose foto. E’ un successo. Si iniziano anche raccolte fondi per aiutare Flàvio, perché possa curarsi negli Stati Uniti, perché la sua famiglia possa avere una casa, tutte cose che si realizzeranno in seguito. La mobilitazione negli USA è grande, persino il presidente John Fitzgerald Kennedy viene coinvolto per agevolare le pratiche per il visto d’ingresso del ragazzo. Trump oggi di certo non l’avrebbe fatto ma non era ancora il tempo dei porti chiusi, dei muri e dell’aiutiamoli a casa loro. Parks porta Flàvio in una clinica specializzata per asmatici a Denver, dove rimarrà due anni per ristabilirsi prima di ritornare a Rio.
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 Nella prefazione al libro Flàvio del 1976, Parks affronta le contraddizioni da lui incontrate tra il proprio impegno e alcuni incarichi fotografici incentrati su persone, come il ragazzo brasiliano e la sua famiglia, riconoscendo che “stava forse interpretando Dio scavando sempre più a fondo nella privacy di queste vite, sperando… per rimodellare i loro destini in qualcosa di molto migliore.” Deve poter ricongiungere il suo impegno civile e la sua professionalità di fotografo, ma non gli pare cosa semplice. Dopotutto oltre ad essere un fotografo di moda si è occupato anche delle classi meno abbienti, degli emarginati della grande America, ha lavorato seppure per poco per la Farm Security Administration, lui stesso afroamericano ha realizzato lavori sull’emarginazione dei neri e sui movimenti per il riconoscimento dei diritti civili, è stato tra i primi a fotografare Malcolm X, Muhammad Ali e Stokely Carmichael. Un fotografo impegnato da sempre, quindi.
 Tornando alla vicenda brasiliana è curioso notare quello che è successo dopo la pubblicazione dell’articolo di Life. La stampa carioca reagisce indignata nei confronti dell’America per avere divulgato la miseria del suo paese e decide di vendicarsi con la stessa moneta: il periodico O Cruzeiro invia un suo fotografo a documentare la povertà di una famiglia di immigrati di New York e ne pubblica il reportage. Vendetta è fatta.
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© Gordon Parks, The fontenelles at the poverty board, Harlem, New York, 1967
 Questo è soltanto un episodio riferito a Gordon Parks che oltre ad essere stato fotografo è stato anche regista, attore, sceneggiatore, compositore di musica, giornalista e scrittore; comunque meriterebbe di essere ricordato di più di quanto lo sia già per la sua sensibilità nel fare fotografia, tecnicamente perfetta e dalla sintassi limpida, raccontando il suo bagaglio di valori e i sentimenti che ne scaturiscono. Tutti pensieri quanto mai attuali. “A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?” si chiedeva Eugene Smith.
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© Gordon Parks, from Harlem Gang Leader, New York, 1948
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fotopadova · 4 years
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Fotografia e contenuti
di Andrea Scandolara
-- L’allievo aveva deciso che la domanda, che un po’ si vergognava a farla ritenendo la risposta scontata, avrebbe comunque dovuto porla al suo maestro fotografo. C’era tra loro sufficiente confidenza anche per affrontare argomenti banali.
“Si può parlare di linguaggio in fotografia? Dopotutto è una forma di comunicazione e quindi si avvale di un linguaggio più o meno codificato…” – aveva chiesto l’allievo al mattino presto come se avesse pensato a quello tutta la notte.
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                                                                                Helmut Newton
“Certo che ogni fotografia ha bisogno di un linguaggio; ma non hai argomenti più leggeri da proporre oggi?”
“Vuoi parlarmi allora di come si raffigura il corpo di una donna?”
“Anche quello non è un argomento da poco; ma già che ci siamo possiamo tentare una risposta alla prima domanda” – aveva detto il maestro, - “una risposta alla seconda domanda la daremo un’altra volta.”
“Già in diversi hanno affrontato l’argomento, mi pare.”
“Eccome! Prova a pensare quanto impegno hanno dedicato al tema Susan Sontag, Roland Barthes, Ando Gilardi o i contemporanei Claudio Marra, Michele Smargiassi e Augusto Pieroni, solo per citarne alcuni. Il punto di partenza è che la fotografia, come ogni altra forma di espressione, ha bisogno di un linguaggio che segua determinate regole. Queste regole non sono fisse e immutabili; sono condizionate dal tempo, dalla cultura dominante, dal genere di fotografia, dal pubblico cui sono destinate…”
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                                                                            Robert Mapplethorpe
“Sì, ad esempio la fotografia di moda segue regole diverse da quella del reportage, non è vero?”
“Certo, questo è un esempio tra i molti che si possono fare, come sono cambiate le regole che stavano dietro alle foto di reportage degli inizi del ‘900 da quelle di oggi. Ma sono proprio queste osservazioni che fanno capire che la fotografia si avvale di un linguaggio specifico, come in letteratura ci sono innumerevoli modi di scrivere che cambiano nel tempo, con l’oggetto del narrato o con la provenienza dell’autore.” Il maestro aveva fatto una pausa. L’allievo aveva trovato il coraggio di intervenire.
“Quindi le regole sono importanti ma non sono tutto? Da quello che hai detto capisco così…”
“Ci sei arrivato. Certo che non sono tutto, anzi, sono niente. Il vero contenuto è il messaggio che uno vuole trasmettere; l’osservanza di certe regole piuttosto di altre è lo stile che si adotta per esprimersi, per comunicare, per mandare un messaggio.”
“A volte però il messaggio emerge in modo immediato, altre volte no e verrebbe da pensare che non ce ne sia uno…”
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                                                                                  Andrè Kertèsz
“C’è sempre un messaggio. Prendi le nature morte, oppure ad esempio la “forchetta” di Andrè Kertèsz. Pensi che il messaggio sia la fame che lui non poteva soddisfare perché in quella foto il piatto era vuoto? Sarebbe banale. Però sono convinto che riconoscere una sua visione personale delle cose, degli oggetti d’uso comune, con una determinata luce, comporti uno sforzo un pochino superiore da parte di chi guarda. Il messaggio è questa visione personale, intima, rappresentata da regole linguistiche rigorose, da una composizione perfetta. Lo stesso vale per quella foto dello stesso autore della scala a chiocciola, ma anche per molte altre. In pittura avviene lo stesso, pensa ai lavori di Anselm Kiefer, di Edward Hopper o di Mark Rothko.”
“Perché hai citato proprio Kertèsz?”
“Perché lo conoscono tutti, se avessi citato Claude Cahun mi avresti chiesto del tempo per documentarti sui suoi lavori.”
“Beh… potremmo parlare di lei una delle prossime volte, nel frattempo io mi documenterò.”
 “Come vuoi. Ma torniamo all’argomento di oggi. Abbiamo accennato alle regole, alla composizione, necessarie per trasmettere un messaggio. Se restiamo sull’autore preso ad esempio, notiamo che egli valorizza in molte sue foto le ombre portate e i giochi geometrici delle cose. Tutto questo rappresenta il suo stile e fa sì che lo si riconosca immediatamente in mezzo ad altri autori. Ha vissuto a Parigi per molti anni nella prima metà del Novecento e l’ha fotografata a lungo; prova a confrontare le sue immagini con quelle di Willy Ronis, di Brassaï, di Eugène Atget. Come c’è da aspettarsi troverai in ciascuno di questi autori uno stile personale che lo individuerà decisamente.”
“Ma anche questo non è il messaggio…”
“Vedo che cominci a capire… Regole sintattiche, composizione, stile sono soltanto funzionali alla trasmissione del messaggio. Come in letteratura le regole linguistiche, sintassi e grammatica, struttura dei capitoli e dei paragrafi, tipo di linguaggio sono funzionali al contenuto che si vuole trasmettere.”
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                                                          Albert Watson - Calendario Pirelli 2019
“Facciamo un esempio. Se dovessi fare dodici foto di donne nude per fare un calendario per camionisti oppure dodici foto per il Calendario Pirelli…”
“Sapevo che finivi qui. Nel primo caso metti le modelle una alla volta sotto le lampade e scatti. Avrai ottenuto dodici immagini apparentemente senza nessun messaggio; in realtà il messaggio sarà una presunta disponibilità della modella nei confronti di chi guarda, un messaggio utile soltanto come coadiuvante alla masturbazione. Tu dirai che sono utili anche queste immagini. Il secondo caso certamente non ti capiterà, non a breve almeno; i fotografi incaricati di fare quelle foto sono dei grandi, già noti e apprezzati ovunque, che sanno evidenziare con la fotografia la bellezza del corpo umano, a volte accostandolo alle bellezze della natura, ignorando ogni riferimento alla sessualità. Un po’ come ha fatto Robert Mapplethorpe o Helmut Newton. Il messaggio è questa bellezza armoniosa e quotidiana che quel fotografo ha saputo cogliere. Quei corpi non sono extraterrestri, sono il regalo della natura e gli attori della commedia umana.”
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                                                                                          Brassaï
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