Ci terrei a precisare che ho comprato
questa tovaglia
con il suo semplice disegno ripetitivo
di fiori viola scuro non menzionati
da alcun botanico
perché mi ricorda quel vestito stampato
che indossavi
l’estate che ci siamo conosciuti (un vestito
– hai sempre sostenuto –
che non ti ho mai detto che mi piaceva).
Be’, mi piaceva, sai. Mi piaceva.
Mi piaceva un sacco, che ci fossi tu dentro
oppure no.
Come è potuto uscirsene così in silenzio
dalla nostra vita?
Detesto (proprio detesto) l’idea di qualche
altro sedere
che faccia svolazzare a sinistra e a destra
quelle pesanti corolle.
Detesto ancor più immaginarmelo sgretolarsi
in una discarica
o fatto a brandelli – un pezzo qui che pulisce
un’astina dell’olio
un pezzo là intorno a una crepa in un tubo
di piombo.
È passato tanto tempo ormai, amore mio,
tanto tempo,
ma stanotte proprio come la nostra prima
notte sono qua,
la testa leggera tra le mani e il bicchiere
pieno,
che fisso i grossi petali sonnolenti fino
a quando si mettono in moto,
amandoli ma con il desiderio di sollevarli,
di schiuderli,
persino di farli a pezzi, se questo è quanto
ci vuole per arrivare
alla tua bellissima pelle, desiderosa,
calda, candida come la luna.
Nuove poesie d’amore (Crocetti, 2010), a cura di Angela Urbano
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Dean Martin
α:7 de junio de 1917 Ω:25 de diciembre de 1995
Dean Martin (Steubenville, Ohio, 7 de junio de 1917 - Beverly Hills, California, 25 de diciembre de 1995) fue un cómico, actor y cantante estadounidense, también fue miembro del "Rat Pack", conformado por los célebres artistas Frank Sinatra, Sammy Davis Jr., Joey Bishop y Peter Lawford. De este grupo se decía que tenía estrechas relaciones con la mafia e incluso actuaba regularmente en Las Vegas, Nevada donde se les podía ver con mucha frecuencia. De 1965 a 1973 tuvo su propio programa de variedades en la NBC, y cuando la popularidad del mismo empezó declinó forzando su cancelación, NBC realizó el programa The Dean Martin Celebrity Roast, el cual tuvo una gran popularidad hasta que terminó en 1984. En este programa un grupo de grandes personalidades de Hollywood, del deporte profesional de los Estados Unidos e incluso de la política nacional se reunían en un salón del hotel MGM Grand en Las Vegas, Nevada para hacer crítica cómica, satírica y mordaz del personaje de la semana. Su verdadero nombre era Dino Paul Crocetti. Nació en Steubenville(Ohio), hijo de inmigrantes italianos. Su madre, Angela Crocetti (Barra; apellido de soltera), era ama de casa y su padre, Gaetano Crocetti, era barbero. Su padre era de Montesilvano, Pescara, Abruzzo, y su madre tenía ancestros napolitanos y sicilianos. Martin era el menor de dos hermanos. Martin habló italiano hasta empezar la escuela. Asistió a la Grant Elementary School en Steubenville, y de adolescente tocaba la batería como pasatiempo. Era objeto de burla debido a su inglés entrecortado y finalmente abandonó la Steubenville High School en el décimo grado. Empezó a trabajar en distintas actividades, como peón, ayudante en una gasolinera, croupier y tuvo un período en que probó como boxeador. En el cuadrilátero no le fue mal, luchando bajo el seudónimo de Kid Crocetti.
FILMOGRAFIA
1946 Película Vodvil: Art Mooney y Orquesta
1949 Mi amiga irma
1950 En guerra con el ejercito
Instantáneas de pantalla: Especial del Trigésimo Aniversario
1951 Ese es mi chico
1952 El Stooge
Marinero cuidado
Saltos de tijera
Camino a bali
1953 Muerto de miedo
El carrito
Dinero de casa
1954 Viviendo la vida
Circo de 3 anillos
1955 Nunca eres demasiado joven
Artistas y Modelos
1956 Instantáneas de pantalla: Hollywood, Ciudad de las estrellas
Pardners
Hollywood o busto
1957 Diez mil habitaciones
1958 Los leones jovenes
Algunos vinieron corriendo
1959 Rio bravo
Carrera
1960 Quién era esa dama?
Las campanas están sonando
Ocean's 11
Pepe
1961 todo en el trabajo de una noche
Ada
El camino a Hong Kong
¿Quién tiene la acción?
Algo tiene que dar
1963 38-24-36
Ven a soplar tu bocina
Juguetes en el ático
4 para Texas
¿Quién ha estado durmiendo en mi cama?
1964 ¡Qué manera de ir!
Robin y las 7 capuchas
Besame estupido
1965 Los Hijos de Katie Elder
Matrimonio en las rocas
1966 Los silenciadores
Los pájaros lo hacen
Texas al otro lado del río
Fila de asesinos
1967 Noche dura en Jericó
Los emboscadores
1968 Rowan y Martin en el cine
Cómo salvar un matrimonio y arruinar tu vida
Bandolero!
Stud de 5 Cartas
La tripulación de demolición
1970 Aeropuerto
1973 Confrontación
1975 Señor ricco
1981 La carrera de bala de cañon
1984 Cannonball Run II
Terror en los pasillos
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“Per rendere meno miserabili i tempi che viviamo”. Crocetti passa a Feltrinelli. Dialogo con lo sciamano della poesia
Provo a far quadrare le date, come un esegeta di oroscopi. Nicola Crocetti fa 80 anni, la Crocetti nasce nel 1980, quarant’anni fa, Ghiannis Ritsos, il poeta immenso, di cui Crocetti è stato amico e intimo traduttore, muore nel 1990, trent’anni fa. La quadratura astrale dà come responso salvezza e abbandono. La Crocetti viene inglobata, infatti – non divorata, per ora –, dal Gruppo Feltrinelli. Rileggo la nota Ansa, battuta qualche giorno fa, e mi assale la iena del turbamento, dell’abbandono: “Attraverso l’ingresso in Gruppo Feltrinelli, Crocetti Editore potrà disporre di una filiera integrata che dalla produzione editoriale alla distribuzione fino alla vendita nelle librerie fisiche e digitali è in grado di valorizzarne i contenuti, mantenendone intatto il Dna identitario e con una continuità della direzione editoriale, di cui resta infatti responsabile il fondatore Nicola Crocetti”. Il concetto, dentato, di filiera integrata, ecco, mi assale, come una falange di mosche in piena bocca.
Ritorno agli astri, a partorire oroscopi. Prima che nascesse Crocetti, è proprio Feltrinelli, nel 1978, che pubblica Pietre ripetizioni sbarre di Ritsos; nel 1981 è sempre Feltrinelli a editare Quattro poemetti, porzione del capolavoro di Ritsos, Quarta dimensione. Gli astri non mi aiutano, però, a risolvere un dilemma: entrambi i libri di allora portavano in copertina la dicitura “a cura di Nicola Crocetti”, i due libri editi ora, marchio Crocetti proprietà Feltrinelli (Quarta dimensione e Molto tardi nella notte, “l’ultima raccolta scritta da Ritsos”), si sono dimenticati il nome del traduttore. Un inizio un poco sgarbato, ma lasciamo stare. Crocetti mi aveva sussurrato qualcosa, mesi fa – come al solito, pensava l’impresa impossibile, come al solito è riuscito a salvare la sua casa editrice (quanto meno, ha messo in sicurezza i suoi redattori, pardon, condottieri). All’apparenza, nulla cambia; nella sostanza, quasi tutto.
Poesia, intanto, diventa bimestrale e non più mensile; non lo trovate in edicola ma in libreria; ha una grafica decisamente più fighetta, è più spessa ma i contenuti mi sembrano diminuiti (non vedo Lo scaffale delle recensioni e neanche le utili Cronache curate dall’eccezionale Angela Urbano), il prezzo – per uno come me e, immagino, per i poeti, di norma poveracci – impossibile, da 5 a 13 euro. Manca, in fondo, la spavalda ingenuità delle imprese che possono morire da un momento all’altro: la copertina è dedicata alla suprema Edna St. Vincent Millay tradotta da Silvio Raffo (il titolo, Scandalosa Edna, rimanda, immagino, alla Scandalosa Gilda del duo afrodisiaco Lavia/Guerritore), il numero, a mo’ di amuleto, parte con il testo di Shelley, In difesa della poesia, tradotto da Francesco Kerbaker. Il pezzo più bello – che vale la spesa – è il ricordo di Quell’ultimo incontro fra Crocetti e Ghiannis Ritsos – “Non amava troppo i viaggi, ma venne sette volte in Italia, e ogni volta percorrevamo in lungo e in largo la penisola, mentre lui mi raccontava la sua vita, i lunghi anni in carcere e in campo di concentramento” – e la traduzione di quel poema, memorabile, Il guardiano del faro: “E ogni cosa nella sua bella oscillazione aspetta/ che ti assuma tu la sua responsabilità e agisca,/ che dia tu a ciascuna il suo senso, la sua forma,/ la sua collocazione e il nome. Ma tu/ indugi, ammaliato dall’inutile e dall’indefinito”. A me suona come un commiato – troppe le sonorità astronomiche – ma spero di sbagliarmi.
Per me, Nicola Crocetti è uno sciamano. Chiude gli occhi, spalanca le mani – altri occhi ancora, prensili, ferini – e recita qualche poesia, evoca il profilo di un morto. Nella sua mente – che immagino una Amazzonia decuplicata – tutti sono immortali. Quest’uomo ha dedicato la vita alla poesia degli altri, consapevole di ricavarne – al netto delle facili malizie – invidie, incomprensioni, fraintendimenti. Eppure, lo ha fatto – e ora, dovremo solo dire grazie, a Crocetti, dando all’inchino la potenza dell’ingresso in un altro mondo. È bastata qualche oncia di coraggio, una pianura di solitudine e l’oro di qualche ricordo, indelebile, a fare di una vita qualcosa che si approssima alla leggenda. (d.b.)
Festeggi 40 anni di Crocetti per ‘darti’ a Feltrinelli. Come ti senti?
Ti puoi immaginare come ci si sente a dover ‘dar via’ una cosa che hai creato e sostenuto per tutta una vita con grandi sacrifici – e praticamente senza l’aiuto di nessuno.
Inutile girarci intorno. Poesia è Crocetti. Ora, cosa sarà?
Continuerà a essere quello che era. Saremo io e i miei collaboratori a farla, senza l’assillo di non sapere se il prossimo numero potrà uscire.
A chi è dedicata la copertina del primo numero di Poesia griffato Feltrinelli (e perché)?
La rivista si apre con un lungo brano, che spero benaugurante, del famoso saggio In difesa della poesia di Shelley. Ma la copertina è dedicata a Edna Saint Vincent Millay (tradotta da Silvio Raffo), che con la sua poesia e il suo anticonformismo scandalizzò l’America degli anni ’20 e ’30. Era una donna di una bellezza inquietante, amava indifferentemente (ricambiata) uomini e donne, e tutti gli adolescenti americani, e non solo, imparavano a memoria i suoi sonetti. Morì nel 1950 in uno stupidissimo incidente domestico, scivolando sulle scale di casa sua con un bicchiere di vino rosso in mano. Stava traducendo l’Eneide.
Il numero di Poesia che ti piace di più. Quello che avresti voluto fare e non sei riuscito.
Il numero 100, una tappa che all’inizio di questa avventura era sembrata irraggiungibile. Era dedicato ai 28 poeti insigniti del Premio Nobel, molti oggi (giustamente) dimenticati, al pari dei molti di altri che il Nobel l’avrebbero meritato ma non lo vinsero. ll numero che non sono riuscito ancora a fare è uno dedicato a un poeta italiano che avrà venduto qualche centinaio di migliaia di copie dei suoi libri senza essersi mai affacciato in televisione.
Come si fa a ‘domare’ un poeta? Hanno la fama di essere vanitosi, cinici, insopportabili. Eppure, tu giuri che un grande poeta è prima di tutto un grande uomo. Fammi un esempio.
Non c’è modo di ridurli a ragione: né blandendoli (gli elogi, come tutto quello che fai per loro, non gli bastano mai), né secondando i loro difetti. Però ribadisco la mia convinzione che un grande poeta è, se non sempre spesso, un grande uomo. Un esempio per tutti? Seamus Heaney.
Qual è l’autore che avresti voluto tradurre o pubblicare ma non ti è capitato? E l’autore che sei più felice di aver ‘scoperto’?
Quello che sono più felice e fiero di aver scoperto e di aver avuto come amico è Ghiannis Ritsos, di cui ho tradotto molto, ma di cui ancora moltissimo resta da tradurre. Quello che vorrei tradurre e pubblicare ma non l’ho ancora fatto è Kostìs Palamàs, uno dei massimi poeti greci contemporanei, e il suo Dodecalogo dello zingaro. Ma, dopo l’Odissea di Kazantzakis non è detto che non lo faccia.
Cosa stai leggendo, ora? Qual è stato il libro (o l’autore o l’evento) che ti ha fatto capire: la poesia sarà la mia vita.
Sto leggendo un bellissimo libretto, pubblicato dal Melangolo, Elogio del greco antico, di due autrici francesi, Jacqueline de Romilly e Monique Trédé. Spiega molto bene i motivi del successo della lingua greca nei secoli, e le ragioni per cui sarebbe un crimine smettere di studiarlo, anche nei nostri licei. L’autore che mi ha fatto capire che la poesia sarebbe stata la mia vita è Pascoli. In quinta elementare mi regalarono una sua antologia, che mi segnò. Nelle nostre scuole Pascoli è imbalsamato nell’immagine del ‘fanciullino’, ma bisognerebbe rileggerlo bene, senza trascurare le sue Poesie latine. Quando morì, nel 1912, il suo competitor D’Annunzio, che era tutto l’opposto del Vate, scrisse alle sorelle un telegramma in cui diceva: “Giovanni Pascoli è il più grande e originale poeta apparso in Italia dopo il Petrarca. Questo sarà riconosciuto quando l’Italia rinnoverà anche le vecchie tavole dei valori poetici”.
Ma… è vero che i greci amano la poesia più di altri popoli?
In Grecia c’è una tradizione, tutt’altro che recente, sconosciuta da noi ma non in Francia e in Russia: grandi musicisti che mettono in musica le poesie dei maggiori poeti dei loro Paesi. In Grecia lo ha fatto, imitato da molti altri, un genio musicale come Mikis Theodorakis, che ha contribuito come pochi alla diffusione popolare della grande poesia greca. Un altro esempio. Qualche mese fa ad Atene sono morte due poetesse molto note: Kikì Dimulà e Katerina Anghelaki-Rooke. La sera stessa della loro morte il canale televisivo nazionale ha dedicato loro nell’ora di maggior ascolto lunghe trasmissioni con letture di versi. E ai funerali di entrambe c’erano il capo dello Stato, i ministri dell’Istruzione e della Cultura, il sindaco di Atene con altre autorità e una marea di gente. Si è mai vista una cosa del genere qui da noi? Sì, forse ai funerali di Pasolini, ma era il 1975 e c’erano anche altri motivi. Da noi i poeti vivono e muoiono ignorati dalle istituzioni.
Fino a che punto la tua grecità ha influito sul tuo lavoro?
Essere greco, parlare il greco dalla nascita, sentirti greco, ti dà un’identità particolare, unica direi. Per me è stato fondamentale.
La Grecia ha mai corrisposto al tuo amore?
Un paio di anni fa fui invitato dal presidente della Repubblica greco, Prokopis Pavlòpulos, che mi tenne un’ora e mezza nel suo ufficio a parlare di poesia, recitandomi a memoria i versi dei maggiori poeti greci contemporanei. E lui non è nemmeno un letterato, ma un economista, incidentalmente compagno di università e amico di Mattarella. Qualche mese dopo mi assegnò la Croce d’onore, il maggior riconoscimento culturale del Paese, qualcosa come la Legion d’onore francese.
Quali sono i primi libri di poesia che farai con Feltrinelli?
Sono due libri di Ritsos: una ristampa della Quarta dimensione, il suo capolavoro, scritto per la maggior parte in vari campi di concentramento, e la sua ultima opera uscita postuma, Molto tardi nella notte. E poi, le Poesie francesi di Rilke, e un inedito del novantaquattrenne poeta svizzero francese Philippe Jaccottet.
Che valore ha, oggi, ora, qui, la poesia?
Quello che ha sempre avuto: di cercare di rendere meno miserabili i tempi che viviamo.
L'articolo “Per rendere meno miserabili i tempi che viviamo”. Crocetti passa a Feltrinelli. Dialogo con lo sciamano della poesia proviene da Pangea.
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ASCOLI PICENO – Sabato mattina 4 Maggio dalle ore 9 alle 13 e domenica 5 Maggio, durante il pomeriggio dalle 15 alle 19, il Nido “La Cometa” e la Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Preziosissimo Sangue rimarranno aperti per permettere ai genitori e ai loro bimbi di visitare gli spazi a misura di bambino, di conoscere le insegnanti e le educatrici e di essere informati circa l’offerta educativa e formativa, gli orari, l’organizzazione e i servizi.
Il Nido e la Scuola dell’Infanzia si avvalgono di una didattica di qualità, una cura e un’attenzione riservata a ogni piccolo ospite in modo individualizzato, permettendo una crescita armoniosa e serena. L’offerta formativa prevede un orario potenziato per la lingua inglese, laboratori annuali di teatro in collaborazione con la Fly Communication, lezioni di musica annuali affidate alla maestra di canto Angela Crocetti, lezioni di motricità con istruttore qualificato (Progetto Asterix), un’esperienza di gioco, danza e tante altre attività affidate sia alle insegnanti/educatrici sia a specialisti appartenenti alle migliori associazioni presenti sul territorio.
L’Istituto possiede una palestra e due giardini attrezzati, con giochi adatti alle diverse fasce di età ,una cucina interna che prepara giornalmente pasti freschi. È prevista inoltre la possibile flessibilità oraria e il prolungamento pomeridiano fino alle 18,30. Nell’Istituto è presente anche la Scuola Primaria, per permettere ai bimbi una continuità, anche attraverso i Progetti verticali presenti nell’Istituto.
La coordinatrice, che sarà l’insegnante della prossima classe prima, riceverà volentieri e darà informazioni anche a chi volesse conoscere l’offerta della Scuola Primaria .
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