Tumgik
#artigiani del vino
sguardimora · 2 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Proseguono per gli artisti rumeni in residenza al Teatro Dimora gli incontri con la hosting community di Mondaino. In questi giorni Catinca Drăgănescu, Oana Hodade e Mihai Păcurar sono stati ospitati nelle case di abitanti che vivono nei territori più periferici: alcuni provengono dall’Estero alcuni da altre zone d’Italia e hanno scelto le campagne dell’entroterra marchignolo per sviluppare vite alternative alla città o alla direzione che sta prendendo la società oggi. Gli artisti hanno così incontrato Phelan, un pittore londinese che da decenni è parte della comunità mondainese, Gaia e Alex, della riviera lei e canadese lui, che insieme al piccolo Zeno hanno lasciato Bologna per costruire qui le loro vite e infine Anastasia e Oreste, della riviera lei e del Nord Italia lui che hanno scelto la campagna moindainese per crescere le figlie e portare avanti la loro attività di artisti e artigiani. 
Tutti loro hanno aperto le porte delle loro case e accolto gli artisti offrendo loro colazioni e apertivi, biscotti casalinghi e focacce, vino autoprodotto e pane fatto a mano sullo stile delle pagnotte ricovate negli affreschi di Pompei. E soprattutto hanno condiviso le loro storie, le loro scelte e avventure gettando così nuovi semi per la raccolta drammaturgia che gli artisti stanno portando avanti in questi giorni, collezionando parole e temi, racconti di vita e utopie. 
Con noi Denisa, una ragazza rumena che da anni vive a Mondaino con la sua famiglia, che ci ha accompagnato supportandoci nelle traduzioni e condividendo la sua stessa esperienza di vita.
Molti sono i temi emersi dalle conversazioni, strettamente connessi alla ricerca che gli artisti stanno portando avanti per il loro progetto The future belongs to those who hope: l’utopia come possibilità di una vita alternativa, la quotidiana routine in campagna tra arte e natura, l’abitudinarietà cittadina tra stasi ed euforia, il cambiamento climatico e il progressivo abbandono dei piccoli paesi dell’entroterra, scardinare la centralità del centro e la delocalizzazione delle periferie, le scuole libertarie e le scuole pubbliche, Ivan Illich e La descolarizzaizone, la campagna e il sogno di una vita comunitaria, accoglienza e ospitalità per lo “straniero” che arriva da fuori, ma solo all’inizio poi la comunità si chiude su stessa, il ritorno alla natura come luogo dove immaginare la crescita dei figli, La Coscienza di Zeno e lo stoicismo comunista, guardare al passato per andare avanti, Mondaino come utopia e la necessità di parlare con le persone, la scoperta della campagna e dello spazio aperto e l’incontro con la comunità di Mondaino, reinventarsi ogni giorno imparando nuovi mestieri. 
E sulla domanda “Quale futuro si immagina per Mondaino?” i dialoghi si sono chiusi tra abbracci e ringraziamenti con la promessa di ritrovarsi in piazza a Mondaino o all’incontro pubblico che gi artisti faranno il 5 marzo prossimo.
**********************************************************************************************
The meetings with the hosting community of Mondaino continue for the Romanian artists in residence at L’Arboreto Teatro Dimora. In these days Catinca Drăgănescu, Oana Hodade and Mihai Păcurar have been hosted in the homes of inhabitants living in the most peripheral territories: some come from abroad some from other parts of Italy and have chosen the countryside of the hinterland to develop alternative lives to the city or to the direction society is taking today. The artists thus met Phelan, a Londoner painter who has been part of the community of Mondaino for more than 30 years; Gaia and Alex, she from the Riviera and he from Canadian, who together with little Zeno left Bologna to build their lives here; and finally Anastasia and Oreste, she from Rimini and he from Northern Italy, who chose the Moindainese countryside to raise their daughters and carry on their business as artists and artisans.
They all opened the doors of their homes and welcomed the artists by offering them breakfasts and apertifs, homemade cookies and focaccia, self-made wine and handmade bread in the style of the loaves of bread found in the frescoes of Pompeii. Most importantly, they shared their stories, choices and adventures thus sowing new seeds for the dramaturgy collection that the artists are carrying out these days, collecting words and themes, life stories and utopias.
With us was Denisa, a Romanian girl who has been living in Mondaino for years with her family, who accompanied us by supporting us in the translations and sharing her own life experience.
Many themes emerged from the conversations, closely related to the research the artists are carrying out for their project The future belongs to those who hope: utopia as the possibility of an alternative life, the daily routine in the countryside between art and nature, city habit between stasis and euphoria, climate change and the gradual abandonment of small inland towns, unhinging the centrality of the center and the delocalization of the suburbs, libertarian schools and public schools, Ivan Illich and The de-schooling, the countryside and the dream of community life, welcome and hospitality for the "stranger" who arrives from outside, but only at the beginning then the community closes in on itself, the return to nature as a place to imagine the growth of children, Zeno's conscience and communist stoicism, looking to the past to move forward, Mondaino as utopia and the need to talk to people, the discovery of the countryside and open space and the meeting with the community of Mondaino, reinventing oneself every day by learning new trades.
And on the question "What future do you envision for Mondaino?" the dialogues closed between hugs and thanks with a promise to meet again in the square in Mondaino or at the public meeting that the artists will make next March 5.
3 notes · View notes
cloudwine9 · 2 months
Text
Partnership storica nel mondo del vino: Fontanafredda, produttore delle Langhe, porta in Italia i calici di Eisch Germany, colosso tedesco del vetro.
Fontanafredda sceglie Eisch Germany: il produttore di Barolo e dei grandi vini delle Langhe porta in Italia l’unicità dei calici dello storico soffiatore di vetro dell’Alta Baviera Due artigiani che da generazioni puntano sull’alta qualità, sulla raffinatezza e sulla sostenibilità con uno stretto legame con il territorio. Un’unione anche di intenti, volta ad esaltare le caratteristiche di grandi…
0 notes
lamilanomagazine · 5 months
Text
Genova. Torna il "Genova wine festival" a Palazzo Ducale: il 4 e il 5 maggio 50 Cantine da tutt Italia con le eccellenze vitivinicole della Liguria.
Tumblr media
Genova. Torna il "Genova wine festival" a Palazzo Ducale: il 4 e il 5 maggio 50 Cantine da tutt Italia con le eccellenze vitivinicole della Liguria. Sabato 4 e domenica 5 maggio 2024 torna a Palazzo Ducale il Genova Wine Festival, la manifestazione dedicata al vino dei genovesi organizzata dall'APS Papille Clandestine con il patrocinio di Regione Liguria e in collaborazione con Ascom. Cinquanta cantine provenienti da tutta Italia e 8 stand food saranno presenti nei saloni del Maggior Consiglio e del Minor Consiglio (orario ore 11-20) per un incontro diretto con i vignaioli. Un'occasione unica per conoscere e acquistare il vino storicamente legato ai consumi genovesi, quello che oggi finisce sulle tavole e quello che si berrà domani. Tra le novità di questa edizione, la grande festa allargata a tutta la città con il GWF OFF, un calendario di oltre 20 appuntamenti tra cene, aperitivi e incontri con i produttori, che animeranno enoteche, bar e ristoranti genovesi (e non solo) nella settimana del Genova Wine Festival. «Torna l'evento dedicato al vino dei genovesi e alla produzione ligure – dice il vice presidente della Regione Liguria con delega all'Agricoltura e al Marketing Territoriale – che sta diventando un momento sempre più atteso nel cartellone annuale degli eventi di Genova, nonostante sia solo alla seconda edizione. Il format è vincente, portando nel cuore di Genova cantine e artigiani alimentari altamente rappresentativi e focalizzandosi sull'attualità, dai 25 anni della Valpolcevera Doc sino al grande evento Città europea del vino 2024 che trasformerà Alto Piemonte e Gran Monferrato in una macroregione del vino con cui fare rete. Grande risalto nei laboratori anche al Moscatello di Taggia, Prosecco, Nebbiolo, Barbera e Bollicine di Liguria. Un appuntamento territoriale a pochi giorni di distanza dal successo della Regione Liguria a Vinitaly 2024, con un'attenzione crescente verso i nostri vini identitari e verso le aziende, sempre più ricercate dagli enoturisti». «Da sempre – commenta Alessandro Cavo, Presidente Fipe Confcommercio Genova – sosteniamo iniziative volte ad esaltare le tipicità del nostro territorio e a creare contaminazioni tra le Regioni italiane. Il tutto verrà ulteriormente esaltato dal "Fuori Salone" dove, all'interno dei singoli ristoranti, verranno creati abbinamenti con le cantine partecipanti all'evento. L'importanza di inserire, all'interno dei nostri locali, etichette che rappresentano il nostro territorio costituisce un valore aggiunto che ci identifica e permette di esaltare produzioni che giustamente vengono definite "eroiche", come ad esempio il bianco della Valpolcevera Doc e le produzioni delle Cinque Terre. Tutto questo diventa un contributo fondamentale nel costruire un'offerta di altissima qualità anche per il turismo». «Portiamo con orgoglio a Genova cinquanta cantine di assoluto valore, inserendole nel contesto di un festival dedicato al vino aperto a tutta la città e alla Liguria. Questo evento vuole essere un'occasione per approfondire e dialogare sul vino, che non è solo un'eccellenza enogastronomica e un patrimonio economico per l'Italia, ma un vero e proprio elemento culturale che merita di essere valorizzato anche attraverso modalità accessibili a un pubblico più ampio, come nella tradizione delle nostre iniziative» racconta Giulio Nepi, presidente dell'APS papille Clandestine. Fra le etichette in degustazione si spazia dal Bianco della Valpolcevera, DOC che quest'anno compie 25 anni, alle produzioni eroiche delle Cinque Terre; dal Moscatello di Taggia all'Ormeasco di Pornassio e al Rossese di Dolceacqua, fino all'amata Barbera del vicino Piemonte, i vini dell'Oltrepò, ma anche Grignolino e Dolcetto. Il panorama spazierà su regioni meno vicine, come Veneto e Trentino-Alto Adige, fino a Puglia, Basilicata e Sardegna. Ci saranno i vini nobili delle feste come Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino e Amarone, ma pure il Moscato d'Asti. L'elenco dei produttori è disponibile sul sito www.genovawinefestival.it Nella Sala del Camino si svolgeranno i laboratori, gratuiti previa prenotazione: occasioni di approfondimento di alcune eccellenze regionali, focus su altre produzioni fuori regione, ma anche momento di confronto su un tema come il cambiamento climatico che interessa da molto vicino anche la viticoltura. Momenti di incontro e di dialogo, per un approccio al vino appassionato ed informale. Ma il GWF non resta confinato fra le colonne del Ducale: il GWF OFF ha in programma oltre 20 appuntamenti nei locali della città - wine bar, enoteche, ristoranti - da giovedì 2 a domenica 5 maggio. Momenti di incontro con i produttori presenti, per una festa che si allarga a tutta la città. Il Genova Wine Festival è un evento organizzato dall'APS Papille Clandestine, che dal 2015 organizza incontri e iniziative per diffondere la cultura enogastronomica, a Genova e non solo. La manifestazione più rappresentativa è il Genova Beer Festival, giunto alla settima edizione, che si svolge in autunno a Villa Bombrini di Genova Cornigliano.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
safetyandpromo · 7 months
Text
Esplorando Il Fascino Di DPI Verona: Un Viaggio Culinario Attraverso L'eccellenza Italiana
L'Italia, un paese rinomato per il suo ricco patrimonio culturale e la sua cucina squisita, ospita DPI Verona, un gioiello culinario che incarna l'essenza della gastronomia italiana. DPI Verona, abbreviazione di Distretto Produttivo Integrato Verona, è un distretto alimentare unico immerso nel cuore di Verona. Questo paradiso culinario riunisce una vasta gamma di produttori alimentari, artigiani e appassionati, creando un fiorente ecosistema che celebra l'eccellenza culinaria della regione.
DPI Verona testimonia la meticolosa maestria e la dedizione dei produttori locali che contribuiscono al ricco arazzo di sapori italiani. Dai formaggi e salumi artigianali ai vini più pregiati, DPI Verona mette in mostra il meglio di ciò che la regione ha da offrire. Il quartiere è diventato un punto di riferimento per gli appassionati di cibo, sia locali che turisti, desiderosi di concedersi un'autentica esperienza gastronomica italiana.
Uno dei punti salienti di DPI Verona è il suo vivace mercato, dove i visitatori possono immergersi in un viaggio sensoriale attraverso i colori vibranti, gli aromi e i sapori delle prelibatezze italiane. Le bancarelle del mercato sono adornate con una vasta gamma di prodotti freschi, tra cui frutta e verdura di provenienza locale, erbe aromatiche e formaggi artigianali. L'aria è piena dei profumi invitanti del pane appena sfornato e delle note terrose del tartufo, creando un'atmosfera che affascina i sensi.
DPI Verona non è solo un marketplace; è una comunità che promuove la collaborazione e l'innovazione. Produttori e artigiani locali si uniscono per condividere la loro esperienza e passione, creando un ambiente dinamico che incoraggia l'evoluzione delle ricette tradizionali e delle tecniche culinarie. Questo spirito collaborativo è evidente nella vasta gamma di prodotti disponibili, ognuno dei quali racconta una storia di generazioni di conoscenza e un profondo legame con la terra.
Gli appassionati di vino troveranno DPI Verona un paradiso, con la sua vasta selezione di vini provenienti dai vigneti circostanti. Il distretto funge da porta d'accesso al mondo dei vini italiani, offrendo degustazioni ed esperienze educative che consentono ai visitatori di approfondire il loro apprezzamento per l'arte della vinificazione. Dai robusti rossi della Valpolicella ai bianchi frizzanti del Soave, DPI Verona mette in mostra la diversità e la complessità dei vini italiani.
Oltre al mercato, DPI Verona ospita una varietà di eventi e workshop, offrendo ai visitatori l’opportunità di interagire con la scena culinaria locale a un livello più profondo. Corsi di cucina, abbinamenti di vini e sagre gastronomiche sono solo alcune delle offerte che permettono ai partecipanti di immergersi nelle tradizioni e nelle innovazioni della cucina italiana.
In conclusione, DPI Verona è molto più di un semplice marketplace; è una celebrazione del patrimonio culinario italiano e una testimonianza della passione e della dedizione dei produttori locali. Che tu sia un appassionato di cibo stagionato o un visitatore occasionale, DPI Verona ti invita a intraprendere un viaggio culinario attraverso i sapori dell'Italia, lasciandoti con un ritrovato apprezzamento per l'arte che definisce questo paradiso gastronomico.
0 notes
personal-reporter · 10 months
Text
Una mole di panettoni 2023 a Torino
Tumblr media
Nel weekend del 25 e 26 novembre Torino ospiterà la dodicesima edizione di Una Mole di Panettoni, l’evento che celebra i migliori produttori artigianali di panettoni del paese. Presso l’Hotel Principi di Piemonte, 35 pasticceri provenienti da tutte le regioni dell’Italia si riuniranno per proporre le loro creazioni, mettendo in mostra la loro maestria e la passione per il tipico dolce natalizio. L’apertura ufficiale di Una Mole di Panettoni avverrà sabato 25 novembre alle 9.45 e al taglio del nastro sarà presente anche l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino, rappresentante della Città. Parteciperanno all’evento inoltre altre istituzioni cittadine, assieme al Cavaliere del Lavoro Nicola Fiasconaro, che rappresenterà i lievitasti e sarà un momento di grande festa per gli amanti del panettone, dove si potranno di scoprire e degustare una vasta selezione di questi dolci natalizi, sia nelle versioni tradizionali sia nelle interpretazioni creative proposte dai pasticceri. All’evento parteciperanno artigiani selezionati, che garantiranno ai panettoni di quest’edizione qualcosa di unico, infatti tutti i dolci proposti , sono realizzati con lievito madre naturale, senza l’uso di additivi chimici come conservanti, mono e digliceridi, emulsionanti, aromi artificiali e semilavorati. Alle  10, si svolgerà la premiazione ufficiale del concorso, dove verranno assegnati premi nelle tre categorie tradizionali Miglior panettone tradizionale scuola milanese (alto senza glassa), Migliore panettone tradizionale scuola piemontese (basso con glassa) e Miglior panettone creativo. Per garantire una competizione imparziale, una giuria tecnica valuterà i panettoni in gara, dove compariranno diversi esperti del settore, tra cui giornalisti, gastronomi, pasticceri, docenti di pasticceria, chef e food blogger. Ogni panettone verrà valutato secondo criteri rigorosi, come peso, aspetto generale, forma, aroma, cromia, alveolatura, palatabilità, acidità, retrogusto e cottura poi, alla fine dell’evento, il pubblico avrà l’opportunità di acquistare i panettoni preferiti al prezzo speciale di 32 euro al kg. Durante Una Mole di Panettoni, i visitatori avranno l’opportunità di partecipare a cinque degustazioni guidate al giorno, organizzate in collaborazione con il Consorzio Tutela Brachetto d’Acqui D.O.C.G., che faranno scoprire ai partecipanti il sorprendente abbinamento tra il panettone e un buon calice di vino, offerto da una delle otto aziende vitivinicole presenti all’evento. Anche per questa edizione Una Mole di Panettoni avrà come Charity Partner 1 Caffè Onlus, fondata da Luca Argentero e Beniamino Savio, che proporrà un Bar solidale, dove i visitatori potranno gustare una buona tazza di caffè. Read the full article
0 notes
Text
Sette competenze diverse per supportare l’imprenditoria nel mondo del vino
Tumblr media
Secoton Wine Group ha riunito sotto un’unica insegna produzione, ufficio marketing e consulenza strategica. Come detto, a tratteggiare l’identità di gruppo è l’integrazioni di sette visioni complementari e che oggi comprendono Itc Wine, che gestisce commercialmente un gruppo di cantine e produttori (Tenuta La Presa, Piandimare, Integrale e Poggio Pinaro); Civinization, agenzia di comunicazione e marketing; Brand Italia, società di importazione e distribuzione di vini italiani negli Stati Uniti; Wine Service Usa, società che fornisce supporto burocratico e logistico a chi vuole esportare vino negli Usa; Italian Wine Private Label, che si occupa dello sviluppo completo di private label; Artesana Design Wine Tools,che si occupa della creazione e personalizzazione di oggetti di promozione commerciale; e, infine, Spiriti Artigiani, distilleria il cui intento è quello di valorizzare le antiche ricette di liquori italiani. Un progetto che nel suo insieme, ha spiegato a Pambianco Wine&Food lo stesso D’Andrea: “Oggi parte con un valore di fatturato aggregato di 10 milioni di euro, ma il cui obiettivo è quello di arrivare a 30 milioni nell’arco di un quinquennio”. Una crescita, ha aggiunto l’imprenditore, che: “Prevediamo possa essere sostenuta sia dai brand di vino e liquori gestiti direttamente, che dall’aumento dell’importazione nel mercato americano, per noi fondamentale”. Il tutto iniziando a pianificare un futuro prossimo focalizzato sulla sostenibilità ambientale, “che già oggi guida le scelte del gruppo” ma, soprattutto, “sulla crescita e la valorizzazione delle risorse professionali, da qui la volontà di creare un’Academy dedicata alla formazione completa nel mondo del vino”. Read the full article
0 notes
dailygreenit · 2 years
Text
Vignaioli Artigiani Naturali @ Copenaghen
Chiamata per tutti gli operatori e importatori di vino naturale! Il 5 e 6 marzo prossimi, i VIGNAIOLI ARTIGIANI NATURALI saranno presenti in Danimarca per la prima volta con un evento di degustazione dedicata a questa pratica e cultura vitivinicola. Presso il ristorante IL BUCO di Copenaghen, a partire dalle ore 11 del mattino e fino alle 19 di domenica e alle 18 di lunedi l’associazione…
Tumblr media
View On WordPress
1 note · View note
rossorubinotv · 2 years
Text
Eccopinò, il pinot nero dei vignaioli dell'Appennino si racconta
Si è allargata a 16 aziende l'Associazione dei Vignaioli di Pinot Nero dell’Appennino Toscano, che anche quest'anno ha organizzato Eccopinò. Evento che ogni anno dà la possibilità di conoscere la realtà degli artigiani del vino del territorio appenninico che con passione portano avanti la tradizione di un territorio ricco di storia e di passione per la viticoltura.
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
Photo
Tumblr media
La Cuvée 60 ottenuta da uve Chardonnay coltivate a guyot nei nostri vigneti di Monticelli Brusati. I grappoli crescono su suoli argillo-calcarei, secondo i principi naturali del processo tradizionale. Utilizziamo solo lieviti indigeni, mosto per la presa di spuma e non dosiamo i nostri spumanti. Un'antica ricetta, che ci regala un prodotto di grande personalità. Casa Caterina Artigiani del Vino Metodo Classico 100% Chardonnay Annata: 2016
1 note · View note
likarotarublogger · 3 years
Text
Capri è l’isola dell’amore! Un viaggio tra l’arte, gastronomia e la vendemmia caprese.
Tumblr media
Capri, isola di rara bellezza, ricca di natura e cultura, è stata ed è tutt’oggi la meta più amata da vip e turisti provenienti da tutto il mondo. Caratterizzata da squarci naturalistici unici e da un mare cristallino, spicca agli occhi di chi la osserva per i suoi faraglioni, alti scogli che hanno resistito all’erosione della costa.
Tumblr media
Costanzo Vuotto detto “Conny “ il suo lavoro è avvocato, ma la sua passione da anni è quella in cucina soprattutto di preparare dolci “la torta caprese”(torta alle mandorle), un ricetta di dolce che proviene da Capri . Sull’isola tutti lo chiama “la torta alle mandorle” ma fuori si chiama “la torta caprese “. La sua moglie ogni volta che prepara la torta si innamora di più perché si ricorda la loro storia d’amore .
Certo ancora di più li fa piacere mangiarla insieme alle loro figlie. Conny è molto importante sull’isola oltre il suo lavoro avvocato si occupa anche della l’amministrazione comunale, a Conny i piace molto di collaborare e organizzare un set cinematografico, esempio per noi Pandataria Film è stato bravissimo ad mettere in movimento tutta l’isola diciamo è un bravissimo manager. Grazie mille per la tua disponibilità Conny. Tornerò preso a Capri ad mangiare la tua dolcissima torta!
Tumblr media
Da Anna’s Wool per scoprire i segreti del brand caprese ispirato ai colori dell’isola azzurra
Quando hai cominciato?
Ho coltivato questa passione per la maglia fin da piccola. Avevo solo 14 anni e andavo ogni giorno da una vicina di casa per imparare a usare i ferri, poi ho iniziato a fare la gavetta e con i primi soldi ho acquistato una macchina per fare la maglia che ho ancora. Guai a chi me la tocca. La mia carriera è iniziata così, senza tutorial dai quali apprendere. E dura ancora, dopo 35 anni.
Come nasce Anna’s wool?
Arriva in un secondo momento della mia vita. Prima di sposarmi lavoravo tantissimo per le boutique griffate dell’isola e avevo aperto un negozio in via Sopramonte. Quando è nata mia figlia Chiara ho scelto di tenere solo il laboratorio, non avrei mai potuto rinunciare a quella mia parte creativa. Lì confezionavo capi di maglieria originali e variopinti e li spedivo in giro per il mondo. Nel 2015 poi ho deciso di tornare in campo: ho aperto Anna’s Wool e lanciato uno dei primi e-commerce sull’isola.
Crea modelli esclusivi e ne cura lavorazione e rifinitura.
Sì, realizzo scialli e stole, ma anche borselli e borse, kefie, scaldacollo, collane e cappelli. Confeziono tutto rigorosamente a mano come vuole la tradizione artigianale. Le borse realizzate all’uncinetto, ad esempio, richiedono moltissime ore di lavoro ma ne vale davvero pena.
https://instagram.com/annaswool?utm_medium=copy_link
Tumblr media
Patrizia Costante è là migliore amica di Anna Cavaliere che sempre si fanno cambio di regali (sandali tipinti da Patrizia e poncho in lana o Chasmir di Anna’s).
Patrizia racconta un po’ la tua storia?
Ho iniziato a dipingere all’età di 15 anni e a 17 ho fatto la mia prima tela, ho fatto mostre di pittura in tutta Italia e poi ho vinto un prestito d’onore e ho aperto un laboratorio di ceramica. L’idea di dipingere i sandali è nata dalla mia passione di dipingere qualsiasi cosa, ho dipinto anche maglie per Missoni e jeans per la Levi’s in passato, quindi mi piace dipingere un po’ ovunque. Volevo dare un immagine moderna al famosissimo sandalo caprese, ma proporlo già montato così come si mette una cornice al quadro e quindi completo. Credo che se l’idea verrà presa in considerazione anche dagli artigiani del Sandalo caprese e non respinta possa diventare un innovazione che continuerà e farà moda, se questo non accadrà continuerò a proporlo nei negozi di alta moda e gioielleria dove già lo capiscono e lo vendono. I materiali che uso per i sandali: sono di prima qualità e made in Napoli, i colori atossici e indelebili. Per le scarpe l’idea è nata in collaborazione con Silvio Staiano con Capri Watch e le scarpe sono in pelle e made in Napoli e sempre dipinte e personalizzate spesso con le richieste dei clienti con colori indelebili.
https://instagram.com/unique.capri?utm_medium=copy_link
Tumblr media
Da Costanzo é il storico calzolaio di Capri.
Costanzo Ruocco a Capri è una vera istituzione. In 67 anni ha saputo conquistare la stima e l'affetto di clienti di tutto il mondo tra cui la first lady Jacqueline Kennedy, la giunonica Sophia Loren e il fascinoso Clark Gable, figure mito degli anni 60. Nella bottega a pochi passi dalla celebre Piazzetta, si trovano ancora i vecchi arnesi usati per realizzare la tipica calzatura caprese; sandali su misura creati in pochi minuti ma con la cura più assoluta.Perle, pietre dure, strass dalle fogge più svariate e dai mille riflessi rendono i sandali sempre più preziosi, eleganti e ricercati.L'amore con cui Costanzo realizza queste opere d'arte cresce ogni giorno di più ed oggi il figlio Antonio porta avanti la tradizione di famiglia con altrettanta passione e competenza.
Infatti Antonio sta trasmettendo la sua tradizione,passione e la forza di lavorare proprio alla sua figlia più piccola Francesca che ora ha 26 anni mettere la sua sorella Martina,è più portata per i social si occupa della pagina instagram.
https://instagram.com/da_costanzo_capri?utm_medium=copy_link
Francesca ci puoi raccontare come hai iniziato a lavorare?
Ho iniziato "seriamente" un weekend di 3 stagioni fa dove i miei erano fuori dall isola sempre per motivi di lavoro e per non perdere vendite mi sono lanciata ed ho scoperto che tutti gli anni a guardare papà farli qualcosa avevo imparato.
Non posso dire si essere già ai suoi livelli per quello ho ancora tanto bisogno di pratica ma mi piace e soprattutto amo quella sensazione di grande soddisfazione quando finita un "opera" scopro di averla fatta bene o meglio ancora papà mi dice che sono stata brava.
Tuo padre ti ha insegnato qualcosa?
Lui non mi ha mai veramente insegnato il lavoro, poi col tempo ho capito che il motivo era perché neanche il nonno la vera fatto con lui voleva che guardavo e imparato da sola.
Francesca il tuo lavoro è una passione tramandata?
Quindi è una vera e propria arte tramandata di generazione in generazione in tutti i sensi.
Lo stile caprese si sintetizza in queste piccole opere d'arte create nella bottega Da Costanzo sull'isola di Capri. Sandali capresi originali per una calzatura che ama farsi notare sia in vacanza che in città.
•Sandali capresi non infradito modello ciabattina.
•Creati in esclusiva per Da Costanzo Capri
•100% pelle arancione
•Suola in cuoio toscano
•Tacco 1,5 cm basic
•"Indossali e sarà come camminare per le stradine di Capri!"
Si tratta di un articolo realizzato a mano, pertanto i tempi di attesa per evadere quest'ordine potrebbero variare da uno a cinque giorni lavorativi.
Eventuali micro imperfezioni di questo articolo sono da considerarsi un pregio e non un difetto.
utm_medium=copy_link
Telefono:081 837 8077
http://www.bbcapri.com/
Tumblr media
Il pane quotidiano di Mario Pollio non manca sull’isola è la cosa migliore per la sua numerosa famiglia e gli amici di Capri.
La focaccia di Mario appena sfornata con olio di oliva, rosmarino e salame di maiale fatto di Mario e la sua famiglia è la colazione salata è una specialità del giorno caprese.
Mario due volte a settimana prepara pane e focaccia con lievito madre che solo la sua moglie Rita sa come si fa,invece il suo figlio Antonio appassionato di animali domestici,ha la sua fattoria -La bella Annacapri 🧜🏽‍♀️
Via Timpone, 2, 80071 Anacapri NA
349 610 5888 https://g.co/kgs/66PS
L’ultima tappa del viaggio lavorativo continua grazie a mio amico Conny che ha organizzato da suo caro amico Antonio Di Stefano la vendemmia caprese tradizione.
Il pranzo della vendemmia caprese di Antonio e la sua moglie Nunzia è molto deliziosa, certo preparato con dei prodotti locali, il punto dell’evento è la specialità di Nunzia una ricetta leggendaria che fu tramandata dalla zia di Antonio la pizza ‘Monacone’
Oggi Antonio per te e la tua famiglia è un bellissimo evento, mi potresti dire qualcosa?
La vendemmia nella mia famiglia e una tradizione che va avanti da diverse generazioni, io ricordo molto bene le vendemmie con i miei nonni,io ho incominciato con il mio papà Michele che era molto nominato per il suo vino all'età di circa sette anni come mio nipote Andrea che è già il secondo anno e ha sette anni e mezzo,noi avevamo un vigneto circa due kilometri distante da casa e portavamo l'uva in cesti trasportati a spalle ,era veramente una faticaccia,poi papà ha installato il vigneto qua a casa nostra con filari di viti e diversi pergolati e così la grande fatica e diventata una giornata piacevolmente "faticata"per il resto questa tradizione e passione l'ho trasmessa a mio figlio Michele e ultimamente a mio nipote,mi auguro di poter trasmettere a loro ancora per molto la mia esperienza maturata sul campo e di continuare a sentire questo profumo che sprigiona la terra e continuare a condividere con la famiglia e tutti gli amici tutto questo ben di nostro Signore ci offre attraverso solo il sole fatica e tanta passione.
Antonio, la moglie Nunzia, il nipote Andrea, il fratello Peppino, il cugino Luigi,Michele è il suo amico Conny hanno concluso la giornata con tanto affetto e amore che poi tutto questo evento si vedrà il prossimo anno!
Tumblr media Tumblr media Tumblr media
L’articolo di Elena Rodica Rotaru @likarotarufashion @elenarodicarotaru-blog
Instagram Elenarodicarotarufficial_79
Il mio desiderio da tanti anni era proprio quello di arrivare sull’isola dell’amore ❤️ Capri ❤️, mi ricordo sempre il famoso film ‘mCapri’ che all’epoca si vedeva in tv della Romania.
Tutti pazzi per vederlo !
Ho girato il mondo 🌎 ma a Capri fino questo anno sono riuscita arrivare,ora si,si due volte grazie al mio amico Alfonso Ottomana di Cetara e a Conny Costanzo Vuoto! Elena❤️🎬
Tumblr media
Lo spettacolo del mare fa sempre una profonda impressione. Esso è l’immagine di quell’infinito che attira senza posa il pensiero, e nel quale senza posa il pensiero va a perdersi . I❤️Capri
1 note · View note
tarditardi · 4 years
Photo
Tumblr media
LaBottega - Lainate (MI): pranzo da gourmet o pizza napoletana verace alla carta?
Ogni giorno LaBottega di Lainate (MI) è finalmente, aperta da mezzogiorno alle 18. E' il posto giusto per un pranzo gourmet o una delle tante pizze napoletane veraci presenti nella carta. Dalle 18 alle 22 è invece disponibile il servizio take away o delivery. Riassumendo, come scrive lo staff de LaBottega sui social, il Natale quando arriva, arriva... intanto noi cominciamo a festeggiare!
Il menu per il pranzo è decisamente appetititoso: aperitivo con Prosecco e stuzzichini dal forno, un primo a scelta tra Spaghetti con scampi pomodorini e melanzane e Carnaroli mantecato al evo zucchine e gamberetti. Per il secondo le opzioni sono ben tre: Frittura mista di calamari mazzancolle e verdure pastellate, Grigliata mista di pesce o Fletto di manzo al pepe verde e patatine fritte, per finire sorbetto al limone.
Antipasto + Primo piatto e sorbetto 24 euro acqua e vino inclusi
Antipasto + Secondo piatto e sorbetto 29 euro acqua e vino inclusi
Menù completo 39 euro
LA BOTTEGA MEDIA INFO / PHOTO HI RES http://lorenzotiezzi.it/labottega-lainate-mi/
Labottega - Lainate (MI) Cucina, pizza, cantina Gli artigiani del gusto italiano
via Pagliera 48, 20020 Lainate (MI) 0293571316
https://www.instagram.com/labottegalainate/ https://www.facebook.com/labottegalainate http://labottegalainate.com https://www.justeat.it/restaurants-labottega-vera-pizza-napoletana-lainate/menu
La proposta de Labottega, a Lainate (MI), è decisamente allettante: cucina che spazia tra i classici della tradizione italiana partendo da materie prime di qualità, selezionate seguendo la stagionalità. Pizze d'eccellenza, ecologica, cotte in un forno elettrico certificato dalla Associazione Pizza Verace Napoletana (AVPN), preparate dal pizzaiolo verace Domenico Pangallo, maestro Pizzaiolo della stessa AVPN; una cantina con 60 etichette di tutta Italia, scelte dal wine specialist Simone Martinelli, in cui non mancano birre artigianali e distillati d'eccezione. Il tutto in un locale, tra dehor e interno, è spazioso (150 coperti) e accogliente.
Dietro un serramento in ferro e vetro spicca il grande forno, realizzato a Napoli dalla famiglia Izzo. Rivestito in rame, mette insieme l'eccellenza della tradizione campana, innovazione e attenzione per l'ambiente (essendo elettrico, il forno non produce fumo).  Legno chiaro su pavimenti e bancone, tortora alle pareti, seduti sulle sedie a croce: a La Bottega di Lainate (MI) ci si rilassa in un attimo... come è giusto fare in una bottega, un luogo familiare in cui ogni giorno lavorano artigiani del gusto. I prodotti con cui nascono i piatti e le pizze de Labottega di Lainate (MI) sono sempre italiani e di qualità assoluta. Ognuno (l'olio, la passata di pomodoro, la farina, le acciughe... ) ha la sua storia e può essere acquistato presso il locale. Lo staff de Labottega di Lainate (MI) è giovane: chi sta in sala, al forno o in cucina è giovane ma già esperto e ha voglia di crescere nel lavoro, facendo sentire a casa ogni sera gli ospiti.
2 notes · View notes
corallorosso · 4 years
Text
Giustiniano, Varufakis e la peste
di FILIPPOMARIA PONTANI “Per il momento, a Bisanzio, non era facile veder girare qualcuno per le strade, perché tutti coloro che avevano la fortuna di essere in salute rimanevano chiusi in casa, o a curare i malati o a piangere i morti… Ogni attività era ferma, tutti gli artigiani avevano abbandonato la loro arte, e così accadeva di ogni altra specie di lavoro che ciascuno avesse per le mani. Di conseguenza, in quella città che era stata veramente sovrabbondante di ogni genere di beni, si era diffusa una spaventosa carestia”. (...) La carestia di cui parlava Procopio nel brano citato in apertura fu – nel breve termine – una vera mazzata per i piani bellici e politici dell’imperatore Giustiniano, il quale nonostante la desolazione “non usò alcun riguardo ai proprietari in rovina: il tributo annuo non smetteva d’esigerlo, non già nella misura imposta a ciascuno, ma con in più la parte dei vicini morti” ... Assistiamo oggi, guardando a quel più vasto impero democratico chiamato Unione Europea, a iniezioni di liquidità, sospensioni del Patto di stabilità, e consimili misure volte a tamponare l’emergenza. Tuttavia, come si è visto in questi giorni man mano che le dimensioni della catastrofe diventavano più chiare, le vere decisioni di lungo periodo circa la garanzia dell’enorme debito che la crisi sta provocando e provocherà non spettano a istituzioni comunitarie vere e proprie, bensì al coordinamento dei ministri dell’Economia dei singoli Paesi, noto come Eurogruppo. Per singolare coincidenza, proprio la settimana scorsa il sito “Euroleaks” del movimento Mera25 dell’ex ministro greco Yanis Varufakis ha messo online gli audio delle riunioni “confidenziali” tenute da questo stesso organismo, l’Eurogruppo, nel corso dell’estate 2015, all’epoca in cui il nuovo governo di Atene trattò con le istituzioni europee una parziale cancellazione del proprio insostenibile debito in vista di un rilancio del Paese secondo un percorso di cauta espansione e di equo rigore. Nei giorni dell’attuale reclusione, gli audio di Euroleaks rappresentano un ascolto istruttivo: a fronte delle circostanziate proposte di Varufakis (che non contemplano mai l’uscita dall’euro, e raccomandano anzi uno slancio di fiducia verso un nuovo spirito di condivisione continentale senza il giogo di misure depressive), si possono constatare in presa diretta il tono sprezzante del ministro tedesco Schäuble, la fredda conduzione del presidente olandese Dijssellbloem (quello secondo il quale – memorabile intervista – i popoli del Sud spendono e spandono a vino e donne), le minacce vagamente ricattatorie del ministro finlandese (che elenca come un automa una dopo l’altra le dieci conseguenze del rifiuto greco di firmare un accordo-capestro), le querimonie dei ministri di Slovenia, Austria e Paesi baltici che dichiarano di non poter portare ai loro Parlamenti alcun provvedimento che non contempli un severo memorandum contro la Grecia; e poi, gli imbarazzati richiami a più miti consigli (specie dinanzi all’”azzardo” democratico del referendum indetto da Tsipras nel luglio 2015) da parte di Padoan (Italia), Sapin (Francia), Guindos (Spagna); dulcis in fundo, le parole dei due protagonisti che sono ancora lì: Mario Draghi che protesta per le fughe di notizie e si nasconde dietro ai tecnicismi, e Christine Lagarde (allora capo del FMI) che si sincera dell’aumento dell’IVA e dei ricavi dalle privatizzazioni – ma è pronta anche, tra le righe, a ironizzare sulla reale buona volontà della controparte. Cinque anni dopo, sappiamo che le scelte di quell’Eurogruppo – che isolò Varufakis e nel giro di poche settimane costrinse Tsipras a fare macchina indietro e ad accettare un terzo, sanguinoso memorandum – hanno approfondito in Grecia una già gravissima sofferenza economica e sociale (in solido: ospedali chiusi, stipendi crollati, assets pubblici svenduti ai privati spesso stranieri), e – se hanno rincuorato i popoli del Nord allergici all’inaffidabilità dei Mediterranei, e perfino i Mediterranei timorosi del (suona oggi grottesco) “contagio greco” – hanno rappresentato un errore sul piano economico e un colpo durissimo alla credibilità del progetto di un’Europa come “casa comune”. Lo attestano, a tacer d’altro, le lacrime di coccodrillo versate negli ultimi mesi dal Financial Times, da un contrito Juncker, e perfino dallo stesso ineffabile Dijsselbloem. In confronto alla portata della crisi del virus, quelle del debito greco erano briciole: se lo stesso copione si ripeterà anche oggi (le premesse ci sono tutte, per quanto stavolta potrebbe non essere una gang-bang di tutti contro uno), si confermerà l’impietosa analogia di questa Unione con l’inflessibile Giustiniano di Procopio, che anche a fronte della peste più devastante del millennio tirò dritto e non rispettò l’antica consuetudine “che chiunque detenesse l’impero romano abbonasse non solo una volta, ma spesso, a tutti i sudditi i residui dei loro debiti verso lo Stato, perché chi era povero e non aveva di che pagare quegli arretrati non si sentisse sempre con l’acqua alla gola”.
6 notes · View notes
lamilanomagazine · 10 months
Text
26esima edizione di Artigiano in Fiera: dal 2 al 10 dicembre le eccellenze marchigiane in vetrina a Milano
Tumblr media
26esima edizione di Artigiano in Fiera: dal 2 al 10 dicembre le eccellenze marchigiane in vetrina a Milano. Milano. Le eccellenze delle Marche si mettono anche quest’anno in vetrina in Artigiano in Fiera, in programma dal 2 al 10 dicembre a Fiera Milano (Rho), tutti i giorni dalle 10.00 alle 22.30. La più grande manifestazione internazionale dedicata alla micro impresa diventa anche quest’anno il palcoscenico privilegiato per aziende e prodotti marchigiani. In particolare, sono 33 gli attori del territorio che, grazie al sostegno della Regione Marche Assessorato alle Attività produttive, si presenteranno per nove giorni alla kermesse milanese. Presso il padiglione 3 il pubblico potrà scoprire alcuni dei prodotti tipici, a partire dal comparto agroalimentare (tartufi, pasta e birre artigianali, vini biologici e vino cotto, confetture e miele). Sulla ribalta ci saranno anche eccellenze artigiane del fashion grazie alla presenza di numerose aziende dei distretti manifatturieri famosi in tutto il mondo come la scarpa, il cappello e la pelletteria. E ancora: regali originali anche presso nuovi espositori e storiche conferme che quest’anno hanno scelto di dare impulso al tema della sostenibilità, presentando nuovi prodotti naturali o ottenuto attraverso il riuso. Immancabili le tipiche olive e i cremini all’Ascolana, il ciauscolo, i formaggi e i salumi tipici che troveranno “casa” in uno dei 18 luoghi del gusto previsti in Artigiano in Fiera. “Artigiano in Fiera è l’affermazione della grande capacità creativa, fortemente radicata in storie e territori, rispettosa dell’umanità e della natura – racconta il presidente di Ge.Fi. Gestione Fiere Spa, Antonio Intiglietta -. Con 2.550 artigiani, 600 dei quali nuovi, provenienti da 86 Paesi del mondo, il nostro evento si conferma la più grande rappresentazione di culture del mondo, nonché il vero palcoscenico dell’economia a dimensione umana. Quest’anno, in particolare, daremo particolare risalto a quei giovani artigiani che hanno scelto la strada di un mestiere meraviglioso e alle donne, la cui realizzazione imprenditoriale non è affatto scontata ancora oggi”. “Il valore dell’artigianato per l’economia è indiscutibile, di più è fondamentale in una terra come le Marche, ricche di tradizioni artigiane che hanno dato vita ad imprese di livello internazionale – sottolinea l’assessore allo Sviluppo Economico della Regione Marche, Andrea Maria Antonini -. Vogliamo custodire questo valore come prezioso patrimonio, ma anche come veicolo di innovazione e ricerca che sempre nella nostra regione ha saputo coniugarsi alla tradizione e alla creatività. Valorizzare e promuovere il nostro artigianato come in questa importante vetrina equivale a promuovere il made in Italy e il made in Marche che da sempre ci proietta e ci fa conoscere nei mercati internazionali. Senza dimenticare le difficoltà attuali, c’è il preciso impegno della Regione a proseguire un percorso di agevolazioni e sostegno alle imprese artigiane, ben consapevoli che l’artigianato costituisce un volano imprescindibile per l’economia dei territori che questa amministrazione regionale sta mettendo al centro di misure e azioni integrate e interdisciplinari. Da sempre il “saper fare” marchigiano è sinonimo di qualità e siamo sicuri che anche in questa 27esima edizione di Artigiano in Fiera i visitatori e gli addetti ai lavori sapranno cogliere questa riconosciuta peculiarità nei prodotti delle 33 imprese presenti”. Info: L’ingresso ad Artigiano in Fiera è gratuito: ogni visitatore può ottenere il proprio pass sul sito artigianoinfiera.it. I principali mezzi di trasporto per raggiungere la manifestazione sono la linea M1 della metropolitana (fermata Rho Fiera) e le linee del passante ferroviario (Trenord) e l’Alta Velocità (Italo). I parcheggi a disposizione per le auto saranno oltre 10.000. Ulteriori dettagli e aggiornamenti sono disponibili sul sito ufficiale artigianoinfiera.it e sui canali social della manifestazione. ARTIGIANO IN FIERA 2023 IN CIFRE • 8 padiglioni (uno in più rispetto al 2022) • 2.550 espositori (oltre 600 nuovi) • 86 Paesi del mondo presenti e rappresentanti (10 al debutto assoluto) • 30 ristoranti e 18 luoghi del gusto... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Photo
Tumblr media
Nuovo post su https://is.gd/mwO0sD
Il 24 febbraio 1869, a Melissano, il miracolo della Madonna
di Fernando Scozzi
“Era un giorno tranquillo e ridente”, così inizia l’inno alla Madonna del Miracolo, unica fonte scritta di quell’avvenimento straordinario di cui furono testimoni i nostri avi 151 anni fa. Una comunità, quella melissanese, costituita nel 1869 da poco più di 1.000 persone che si dedicavano ad un’agricoltura di sussistenza. Un tessuto urbano che esprimeva chiaramente la povertà della frazione: poche casupole affacciate sulla campagna, la parrocchiale di Sant’Antonio ed una casa a due piani, di proprietà dell’ex-feudatario, che agli occhi dei melissanesi sembrava un castello.
Assenti i proprietari terrieri che preferivano abitare nei più confortevoli paesi limitrofi. Né l’eversione della feudalità prima e l’unificazione nazionale poi avevano portato alcun miglioramento sociale ed economico; anzi, la politica accentratrice perseguita dallo Stato unitario comportò la chiusura della farmacia, dell’ufficio di conciliazione e perfino dell’ufficio dello stato civile della Frazione. Un paese, quindi, che non era ancora uscito dalle nebbie del Medioevo e nel quale il solo punto di riferimento era la Fede cristiana, l’unica istituzione la parrocchia.
La devozione per il Santi, come negli altri paesi del Mezzogiorno, permeava la vita di tutti i giorni e si manifestava non solo in chiesa, ma anche fra le mura domestiche dove le famiglie si raccoglievano in preghiera dinanzi a piccole statue commissionate da alcuni devoti “per grazia ricevuta” ed accolte di casa in casa. Tra queste, c’era un’immagine lignea della Madonna Immacolata che il 24 febbraio 1869 si trovava presso l’abitazione di Vito Fasano. L’ultracentenaria Luisa Margari, ultima testimone oculare, così raccontava l’avvenimento: ”Quella mattina, nulla lasciava presagire l’imminente, furioso scatenarsi degli elementi. Più tardi, all’improvviso, incominciarono ad addensarsi su Melissano delle nubi sempre più nere, pregne d’acqua e di grandine, foriere di una spaventosa catastrofe. In pochi minuti, nell’immensa nube nera a forma di cono si produsse un vortice turbinoso. Tutto divenne buio, mentre nei paesi limitrofi splendeva il sole. Dai campi la gente osservava sconvolta volare per aria turbinosamente, come pagliuzze, pesanti fascine. Un vento violentissimo, inizio del ciclone, rovesciò i muri degli orti quasi fossero canne, i guizzi di una luce sinistra ed il pauroso rombo del tuono si alternavano al crescendo delle raffiche del vento, mentre grida di terrore si sentivano qua e là. La furia degli elementi pareva stesse per risucchiare il piccolo paese quando, all’improvviso, il vento si placò, le nubi si diradarono ed il sole tornò a splendere in cielo. Un grido di letizia per il ritorno della vita si diffuse in un baleno da un capo all’altro dell’abitato dopo un’ora di furia infernale. Miracolo! Le campane suonarono a festa. Melissano, infatti, era scampata ad un cataclisma, in un istante, per un prodigio, vecchi, donne, bambini ed uomini ritornati subito dai campi corsero in casa dei Fasano dov’era la piccola statua della Madonna. Lì videro attoniti e sbigottiti che il volto della Vergine, madido di sudore, veniva asciugato con un fazzoletto.” Da quel giorno, l’immagine miracolosa divenne patrimonio della Comunità melissanese e fu custodita nella chiesa della confraternita. La parrocchia istituì una festa ed il Consiglio Comunale di Taviano deliberò l’istituzione di una fiera nella ricorrenza della solennità della Vergine del Miracolo.
Melissano, 24 febbraio 1979 – L’uscita della processione della Madonna del Miracolo
  Ma, avvenimenti del genere non erano una novità. A Casarano, nel 1842, San Giovanni Elemosiniere salvò il paese dalle piogge torrenziali che minacciavano i raccolti e la stessa popolazione. Anche in quel caso, il sudore che bagnava il viso della statua del Santo fu asciugato con un fazzoletto, mentre le nubi si diradavano ed il sole ritornava a splendere. Nel 1866 la Madonna Addolorata liberò i tavianesi da un’epidemia di colera e l’anno successivo, San Giorgio Martire e Santa Cristina salvarono dalla peste, rispettivamente, Matino e Gallipoli.
Il 24 febbraio 1869, dunque, un miracolo anche a Melissano, un evento prodigioso che contribuì ad affermare l’esistenza di una Comunità dimenticata da tutti, ma non da Dio ed impegnata proprio in quel periodo a gettare le basi per il suo sviluppo. Alcuni anni dopo, infatti, la distruzione dei vigneti francesi (causata dalla fillossera) indusse gli industriali d’oltralpe a chiedere grandi quantità di vini pugliesi e quindi anche a Melissano si verificò una rivoluzione colturale di notevole portata. Il trionfo della viticoltura consentì la formazione di una classe agraria interessata allo sviluppo socio-economico ed all’autonomia amministrativa del paese. Melissano divenne polo di attrazione per numerosi braccianti ed artigiani dei paesi limitrofi, mentre con le risorse finanziarie provenienti dalla commercializzazione del vino fu edificata la nuova chiesa parrocchiale, simbolo della Fede operosa dei melissanesi che erano riusciti a superare la situazione di oggettivo svantaggio rispetto ai paesi limitrofi.
Melissano, chiesa della Confraternita dell’Immacolata. La statuetta della Madonna del Miracolo (XIX sec.)
Oggi, invece, i vigneti e gli uliveti sono fagocitati dal deserto che avanza tra l’indifferenza dei più e la sofferenza dei pochi che ricordano ancora il paesaggio materno e di tanto in tanto si avventurano, come fantasmi, per quella campagna dalla quale i loro avi hanno tratto le risorse per lo sviluppo di Melissano. Il cordone ombelicale che univa il territorio al paese è stato tagliato. Ormai non bastano nemmeno i miracoli.
1 note · View note
personal-reporter · 2 years
Text
Una mole di colombe 2023 a Torino
Il 25 e il 26 marzo è il weekend della quinta edizione di Una Mole di Colombe dove, nelle sale dell’Hotel Principi di Piemonte, a Torino, oltre 150 colombe tradizionali e creative saranno presentate da 25 maestri pasticceri e fornai. Anche per questa edizione la società organizzatrice Dettagli Eventi ha selezionato gli artigiani che rispettano le regole di qualità, come l’utilizzo di lievito madre e l’esclusione di conservanti, emulsionanti, additivi chimici, aromi artificiali e semilavorati. Provenienti da tutte le regioni d’Italia, i maestri del lievito madre si sfideranno su due versioni del tradizionale dolce della Pasqua. La colomba classica, con ingredienti e procedure esclusivamente artigianali, verrà presentata anche in modi creativo, ideato da ogni Maestro pasticcere esaltando l’identità e i prodotti dei territori di provenienza. Quest’anno, il pubblico avrà l’occasione di scoprire il mondo dell’alta pasticceria italiana, tra protagonisti, innovazioni, ma anche abbinamenti. Infatti le Degustazioni guidate experience, completamente gratuite per il pubblico e su prenotazione, saranno condotte da una Sommelier professionista, un Produttore di vino e dai Maestri pasticceri per offrire il perfetto calice di vino in abbinamento alle colombe. Da segnalare tra le novità di questa edizione la collaborazione della società organizzatrice Dettagli Eventi con il Consorzio Vini d’Aqui, che tutela il Brachetto d’Acqui, l’Acqui docg Rosé e l’Acqui Rosso e che allestirà nella sala Palazzo Madama ben 30 postazioni per lo svolgimento di masterclass e abbinamenti tra vini e colombe e su come il Brachetto d’Acqui, l’Acqui docg Rosé e l’Acqui Rosso, tutti vini a base di uva brachetto esclusivamente coltivata e vinificata nella zona classica di produzione tra le aree di Acqui Terme e l’Astigiano, siano perfetti con la Colomba artigianale, dolce classico della tradizione pasquale Un altro partner di Una Mole di Colombe sarà TosiNatura, che ha selezionato e distribuisce per l’Italia i prodotti di Floribis, leader della produzione e trasformazione della vaniglia bourbon del Madagascar, che con il suo inconfondibile bouquet determina l’unicità dell’aroma nei grandi lievitati. Come sempre la kermesse sposa anche una buona causa, infatti 1 Caffè Onlus sarà presente con un servizio di Bar solidale, grazie alla collaborazione con Bialetti e Acqua Valmora. Inoltre il pubblico potrà degustare e acquistare al prezzo speciale di 30€ al Kg l’elegante protagonista dei dolci di Pasqua, nelle preparazioni classiche con glassa, granella di zucchero, mandorle o nocciole armelline e in quelle dai ripieni più creativi. Il mercato della colomba artigianale quest’anno è cresciuto del 10%, conquistando sempre nuovi estimatori e la Confederazione Pasticceri Italiani, Conpait, ritiene che sia dovuta alla grande  curiosità dei consumatori per la versione creativa del dolce della Pasqua. A beneficiare del ricavato raccolto dell’evento saranno le 52 realtà no profit sostenute nel 2023 dalla onlus fondata da Luca Argentero. Read the full article
0 notes
winedharma · 7 years
Photo
Tumblr media
Esiste davvero il #vinonaturale? Una bella domanda. Intanto stappiamo il Ponte di Toi di Stefano Legnani. #liguria http://winedharma.com/it/dharmag/luglio-2017/il-vino-naturale-non-esiste-ma-possiamo-parlare-di-umanesimo-del-vino-assaggiate
0 notes