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#canzone delle osterie fuori porta
armandoandrea2 · 6 months
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Canzone delle osterie di fuori porta Francesco Guccini
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Le osterie di fuori porta... ce n'era una vicino al ponte della Libia, dalle parti di via Paolo Fabbri, dove si mangiavano le migliori lasagne di Bologna e si bevevano un trebbiano e un lambrusco divini. Ricordi di uno studente di medicina spiantato... si faceva ballotta, si cantava, si tirava tardissimo e regolarmente si tornava a casa belli fatti... ricordi, come ho detto, poi si diventa dottori e non so se si tratta di una morte un po' peggiore rispetto all'andarsene per età... chissà. Fatto sta che quegli anni li porto nel mio cuore come cose preziose. Unico dolore, l'osteria non c'è più.
Andrea B.
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canestrello · 2 years
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thanks to @livetogether--diealone for the tag!!
the rules: put ur favourite playlist on shuffle and list the first ten songs then tag ten people! no skipping!
Pinguini Tattici Nucleari - Zen
BTS - Spring Day
Taylor Swift - Anti-Hero
Home Free - Sea Shanty Medley
Fabrizio de André - Nella Mia Ora di Libertà
Francesco Guccini - Canzone delle Osterie di Fuori Porta
Smith & Thell - Forgive Me Friend
Caparezza - Exuvia
Florence and the Machine - Cosmic Love
Metallica - Nothing Else Matters
I’m so scared of tagging people, you don’t have to participate but it’s a nice thing @lemonsgovroom @whewchilly @tinyweltmeister @seblicha @sbinalino @seb-the-bees @kkmeeluqq @nyehhh-h @becometheknifemaster @grussell63
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Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta ma la gente che che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta. Qualcuno è andato per età, qualcuno perché già dottore e insegue una maturità: si è sposato, fa carriera ed è una morte un po' peggiore. Cadon come foglie o gli ubriachi sulle strade che hanno scelto, delle rabbie antiche non rimane che una frase o qualche gesto. Non so se scusano il passato, per giovinezza o per errore, non so se ancora desto in loro, se m'incontrano per forza, la curiosità o il timore. Io ora mi alzo tardi tutti i giorni, tiro sempre a far mattino, le carte poi il caffè della stazione per neutralizzare il vino; ma non ho scuse da portare, non dico più d'esser poeta, non ho utopie da realizzare, stare a letto il giorno dopo è forse l'unica mia meta. Si alza sempre lenta come un tempo l'alba magica in collina, ma non provo più quando la guardo quello che provavo prima, ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio, il giorno è sempre un po' più oscuro, sarà forse perché è storia, sarà forse perché invecchio. Ma le strade sono piene di una rabbia che ogni giorno urla più forte, son caduti i fiori e hanno lasciato solo simboli di morte. Dimmi se son da lapidare, se mi nascondo sempre più, ma ognuno ha la sua pietra pronta e la prima, non negare, me la tireresti tu. Sono più famoso che in quel tempo quando tu mi conoscevi, non più amici, e un pubblico che ascolta le canzoni in cui credevi, e forse ridono di me, ma in fondo la coscienza pura, non rider tu se dico questo, ride chi ha nel cuore l'odio e nella mente la paura. Ma non devi credere che questo abbia cambiato la mia vita; è una cosa piccola, di ieri, che domani è già finita, son sempre qui a vivermi addosso, ho dai miei giorni quanto basta, ho dalla gloria quel che posso, cioè qualcosa che andrà presto quasi come i soldi in tasca. Non lo crederesti: ho quasi chiuso tutti gli usci all'avventura, non perché metterò la testa a posto, ma per noia o per paura. Non passo notti disperate, su quel che ho fatto o quel che ho avuto; le cose andate sono andate ed ho per unico rimorso le occasioni che ho perduto. Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta, ma la gente che che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta. Qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione, chi perché stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi, ed è una morte un po' peggiore.
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piumablu · 7 years
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Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta, ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta: qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione, chi perchè stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi ed è una morte un po' peggiore...
Guccini
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janiedean · 4 years
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11 and 77 for wrapped?
11 lucky girl, patti scialfa
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77 canzone delle osterie fuori porta, francesco guccini
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corallorosso · 6 years
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... Si alza sempre lenta come un tempo l'alba magica in collina, ma non provo più quando la guardo quello che provavo prima. Ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio, il giorno è sempre un po' più oscuro, sarà forse perché è storia, sarà forse perché invecchio... Ma le strade sono piene di una rabbia che ogni giorno urla più forte, son caduti i fiori e hanno lasciato solo simboli di morte. Dimmi se son da lapidare se mi nascondo sempre più, ma ognuno ha la sua pietra pronta e la prima, non negare, me la tireresti tu... ... Non lo crederesti ho quasi chiuso tutti gli usci all'avventura, non perché metterò la testa a posto, ma per noia o per paura. Non passo notti disperate su quel che ho fatto o quel che ho avuto: le cose andate sono andate ed ho per unico rimorso le occasioni che ho perduto... Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta, ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta: qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione, chi perché stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi ed è una morte un po' peggiore... Canzone Delle Osterie Di Fuori Porta - Francesco Guccini
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thetreesofdreaming · 7 years
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My Year in 100 Songs
Reading the Wrappers – Trust Fund
Crisps – Trust Fund
Mentre Dormi – Max Gazzè
Senza Stringerti – Dente
L’ultima Preoccupazione - Dente
Evening Prayer – Jens Lekman
To Know You Mission – Jens Lekman
What’s That Perfume That You Wear – Jens Lekman
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Brick Wall – Fred Thomas
Pulling Teeth – Petite League
Abbiamo Vinto La Guerra – Lo Stato Sociale
La Felicità Non È Una Truffa – Lo Stato Sociale
Amarsi Male – Lo Stato Sociale
Niente di Speciale – Lo Stato Sociale
Shape of You – Ed Sheeran
Thinking Out Loud – Ed Sheeran
Intertwined - Dodie
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Andate Tutti Affanculo - The Zen Circus
Bruci La Città – Andrea Bianconi
Amanda Lear - Baustelle
Il Nano – Fabrizio De André
Portovenere – Canova
Threesome – Canova
Il Cielo D’irlanda – Fiorella Mannoia
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Incontro - Francesco Guccini
Venezia - Francesco Guccini
La Canzone delle Osterie di Fuori Porta-  Francesco Guccini
Due Anni Dopo - Francesco Guccini
Vorrei – Francesco Guccini
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My Bloody Valentine - Sunny Sundae Smile Beat Happening - NoiseShermans - Happy Being Lonely Rocketship - I Love You Like The Way That I Used To Do The Electric Pop Group - Parliament Square The Parcels - Jessica Pancakes Saturday Looks Good To Me - Alcohol Belle & Sebastian - We Are The Sleepyheads The Sea Urchins - Pristine Christine Comet Gain - A Million And Nine Orange Juice - Falling and Laughing Dolly Mixture - How Come You're Such A Hit With The Boys, Jane? Haywains - Forget Me Not Free Loan Investments - Hard To Smile Stereolab - Pinball Heavenly - C Is The Heavenly Option The Death Of Pop - Don't Hang Around Tullycraft - Wild Bikini Jens Lekman - Clap Your Hands Panst Yell! - Dont's Show Suburban Kids With Biblical Names - 1999 -
Pezzo di Me - Levante
Teresa – Max Gazzè
Ti Sembra Normale – Max Gazzè
Betty – Baustelle
Manzarek  - Canova
Expo – Canova
In Undertow – ALVVAYS
Not My Baby – ALVVAYS
Pellaria – Carl Brave x Franco126
La Musica Non C’è – COEZ
Gazzelle – Quella Te
Paperopoli – San Diego
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I’m in Love With a Girl Who Doesn’t Know I Exist - Another Sunny Day
Outerlimits - Dressed Like Wolves
Country Walking - Dressed Like Wolves
Tiny Ides - Dreessed Like Wolves
Dying in Space - Dressed Like Wolves
Deat of Girls - Dressed Like Wolves
Slate - Dessed Like Wolves
You've Been Drinking White Russians All Night and Now Your Bones Are Strong
Ship Song - Dressed Like Wolves 
Tendons - Dressed Like Wolves 
Churches - Dressed Like Wolves
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nclsan-blog · 8 years
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La grazia o il tedio a morte del vivere in provincia
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amespeciale · 8 years
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Forse ridono di me, ma in fondo ho la coscienza pura, non rider tu se dico questo, ride chi ha nel cuore l’odio e nella mente la paura. Francesco Guccini Canzone delle osterie di fuori porta
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pantaleonigiorgio · 4 years
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Canzone delle osterie di fuori porta Francesco Guccini
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fi80m-blog · 7 years
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FRANCESCO GUCCINI: SEDUTI, PERDIO! (1970-1987) di Marco Mazzoldi Secondo un servizio giornalistico degli anni ’80, Guccini risultava essere la “figura paterna che tutti gli adolescenti vorrebbero”, o qualcosa del genere. Sarà il vocione, o la barba, o l’aria da vecchio saggio, o semplicemente la droga tagliata male che girava all’epoca fra i giovani. Io però posso serenamente affermare che fra Guccini e mio padre ci sono molte analogie, e questa è una delle ragioni per cui sono sempre poco propenso ad accettare critiche troppo “tranchant” nei confronti del Poeta. Nati in città, ma sfollati per via della guerra. Mio padre al mare di Moneglia (ma la Liguria è più montagna che mare se non ci vai solo in agosto, e ancor più negli anni ’40, quando le spiagge non esistevano), Guccini sull’appennino pistoiese, a Pàvana. Entrambi segnati da questa vita agreste, torneranno ad essere cittadini, ma resteranno legati alle tradizioni della campagna. Guccini ha scritto molte canzoni e più di un libro su Pavana, mio padre ha contribuito in modo sostanzioso a documentare la vita di guerra del paesino del Tigullio. Anche il carattere è simile. Posati, sarcastici, flemmatici, un senso dell’umorismo molto simile. Certo, uno era fascista e l’altro no, ma questi sono particolari. Insomma, spero di aver chiarito una delle ragioni che mi lega assai molto a Guccini. Oggi settantaseienne, si è saggiamente ritirato dalle scene musicali (alle quali non aveva nulla da dare già da qualche disco) per dedicarsi solo alla scrittura. Va detto che non era la musica il sogno di Guccini. Lui ha iniziato come giornalista, e soprattutto come fumettaro: compagno di banco di Bonvi, inventano insieme le “Cronache del Dopobomba” ciniche tavole nate sull’onda del terrore della guerra nucleare molto vivo all’epoca. Sceneggerà altri fumetti di fantascienza, soprattutto con Giorgio Cavazzano (da quasi mezzo secolo disegnatore di punta Disney), e tutta questa fantascienza da “day after” verrà fuori anche in testi come l’Atomica Cinese, il Vecchio e il Bambino, il Mondo Nuovo, Noi non ci saremo… La musica per lui era laterale: certo, suonava e cantava il roccherrol nelle balere fin dalla fine degli anni '50, ma per lo più scriveva pezzi per altri: Nomadi, Formula 3, Equipe ’84, sono i gruppi a cui vengono destinate le sue prime canzoni, ancor oggi fra le più famose del suo repertorio: Auschwitz, Dio è Morto, In Morte di S.F., Primavera di Praga, Noi non ci Saremo, la Collina… Nel ’67 qualcuno lo convince ad incidere un disco con queste ed altre canzoni, “Folk Beat n° 1”, solo voce, chitarra e armonica. Due anni dopo esce “Due anni dopo” (wow!), con qualche arrangiamento in più, ma mica troppo. Per varie ragioni, da questi due dischi ho tirato fuori il totalone di una canzone, e non certo una delle più note. E’ una scelta stilistica che vuole prediligere gli anni ’70, quelli in cui i mitici “Pleasure Machine” cominciano a collaborare col nostro, e non lo molleranno più. E chi cazzo sono ‘sti Pleasure Machine??? Semplicissimo, sono Vince Tempera (tastiere, arrangiamenti), Ares Tavolazzi (basso) ed Ellade Bandini (batteria). Sono gli stessi che nel ’71 faranno di “Terra in Bocca” dei Giganti un capolavoro, grazie alla loro preponderante presenza. Per quarant’anni saranno compagni fissi di Guccini nei dischi e dal vivo (dal 1978 si aggiungerà il chitarrista argentino Juan Carlos “Flaco” Biondini), insomma, meglio della E Street Band! Al loro fianco si avvicenderanno svariati musicisti giovani e vecchi (Maurizio Vandelli fra i più gettonati), ma lo zoccolo duro è quello, e per un cantautore avere un gruppo così inossidabile alle spalle è un’autentica rarità. Di fatto, non me ne vengono in mente altri! Questo dovrebbe garantire una certa omogeneità e, visti i nomi, una notevole qualità agli arrangiamenti. Invece, non è sempre così. Un po’ perché a volte altri ci mettono le mani (Pier Farri rovinerà totalmente “Opera Buffa” e “Stanze di Vita Quotidiana”, ed ecco perché non ho messo pezzi da questi due dischi!). Un po’ perché boh, Vince Tempera evidentemente lavora un po’ troppo… L’omogeneità dei dischi, fra l’altro, è spesso data solo dagli arrangiamenti, perché Guccini non è che facesse grandi ricerche “concettuali”: quando aveva sei pezzi pronti, se la casa discografica premeva, registrava un disco. Senza “hit” da lanciare o a trainare il disco. In tutti gli anni ’70 non mi viene in mente un solo brano che possa essere considerato come un “singolo” di successo. Almeno fino a "Autogrill". Anche la datazione che ho messo nel titolo della raccolta si riferisce, ovviamente, alla discografia, ma certamente ci sono pezzi scritti e presentati dal vivo precedentemente al 1970. Spesso Guccini pubblicava i suoi pezzi tipo dieci anni dopo la loro definitiva composizione. La mia scelta dei pezzi. Difficilissima, ho accuratamente evitato tutto ciò che potesse essere vagamente noto ai più (tranne forse l’Isola non trovata). Ho anche escluso i pezzi più smaccatamente politici, con la doverosa eccezione di Piccola Storia Ignobile, ancora attuale, se non per la legge che nel frattempo si è aggiornata, sicuramente per l’atteggiamento mentale del popolo bue… La mia predilezione va alle canzoni che narrano aneddoti o storie di personaggi (il nonno emigrato in America, il musicista jazz fallito, l'ubriacone di Pavana e quello di Bologna...). E a quelle in cui Guccini sfodera il suo vocabolario molto “cruscoso” e retrò. Nelle canzoni scelte si parla poi molto di vino e di osterie, pur avendo omesso la celeberrima Canzone delle Osterie di Fuori Porta. Qualche concessione alla retorica giovanile con l’Orizzonte di KD e, seppure di riflesso, Culodritto. “Ebbene sì, anch’io, come tutti i miei colleghi, ho dovuto scrivere una canzone su mia figlia. Però, l’ho intitolata Culodritto!”. Le Cinque Anatre è l’unica concessione al concetto di retorica da stadio facile facile. La curiosità è che secondo me farebbe sfracelli ai concerti, e invece non gliel’ho mai sentita cantare! Insomma, la selezione dei pezzi alla fine mi piace. Ovviamente ho attinto soprattutto da Signora Bovary (4 su 7, e ho dovuto pure levarne una!), il mio disco preferito, di gran lunga su tutti gli altri. La lunghezza non ha aiutato pezzi come Via Paolo Fabbri o Eskimo ad entrare, ma alla fine son contento di aver messo roba meno celebrata. Signora Bovary è anche il lavoro più recente che ho messo. Qualche canzone carina c'è anche dopo, però boh, prevale l'impressione che Guccini assuma la consapevolezza di cantare soprattutto per un pubblico di adolescenti, e questo in qualche modo si sente, rendendo stucchevoli certe trovate (trovo per esempio insopportabile la retorica di Cirano, o gli strali contro la ex-moglie in Quattro Stracci, una cosa davvero sleale). Poi, da "Stagioni", il crollo dell'ispirazione. Però nel frattempo ha fatto altro, tipo scrivere. E' piacevole da leggere, è capace. E in particolare mi sento di consigliare il primo "romanzo", che poi è più un affresco della sua infanzia Pavanese, "Croniche Epafaniche", dalle parti dialettali molto divertenti. Vabbè, passiamo al listone: (1) DUE ANNI DOPO (1970) (2) L'ISOLA NON TROVATA (1970) (3) RADICI (1972) (4) VIA PAOLO FABBRI 43 (1976) (5) AMERIGO (1978) (6) METROPOLIS (1981) (7) SIGNORA BOVARY (1987) 1. L'Isola non Trovata (2) 2.43 2. L'Orizzonte di K.D. (2) 3.00 3. Amerigo (5) 7.03 4. Scirocco (7) 5.40 5. Incontro (3) 3.37 6. Canzone dei Dodici Mesi (3) 7.03 7. Il Frate (2) 5.00 8. L'Ubriaco (1) 2.33 9. Canzone di Notte n° 2 (4) 4.59 10. Piccola Storia Ignobile (4) 6.55 11. Culodritto (7) 2.39 12. Keaton (7) 10.12 13. Antenòr (6) 5.19 14. Canzone Quasi d'Amore (4) 4.13 15. Le Cinque Anatre (5) 3.46 16. Canzone di Notte n° 3 (7) 5.20 Tot.: 79.52 Playlist Youtube: https://www.youtube.com/playlist?list=PLulW32wqh1rWmLDcpQ91YNCHmqgNcZ0iD
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pantaleonigiorgio · 4 years
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Canzone delle osterie di fuori porta Francesco Guccini
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pantaleonigiorgio · 5 years
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Canzone delle osterie di fuori porta Francesco Guccini
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