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#stanze di vita quotidiana
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#UnDiscoPerLaPausaPranzo - #1282 - 12 Settembre 2022 - Francesco Guccini - Stanze di vita quotidiana - 1974
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ypsilonzeta1 · 11 months
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Lo inventeremo noi,
l’alfabeto delle gentilezze,
atti inutili,
teneri, molto molto gentili.
Regaleremo colori arancioni
a tutte le stanze,
regaleremo arance
a chi ha sete,
aggiungeremo un tavolino
per chi si vuol sedere
e una panchina d’ombra,
per gli arsi di sole,
e poveri come siamo
faremo tutto gratis
e poveri come siamo,
tutto con un sorriso,
e vecchi come siamo
con il riso dei bambini.
Spalancheremo le porte
porteremo il caffè,
poi il caffè lo ammazzeremo
col liquore dolce dolce
dell’ultima noce.
Ci guarderanno strani,
noi profanatori
della legge dell’universale ferocia,
della legge del grave muso incazzato,
del grugno, della maschera della serietà
con gli occhi che non brillano più.
E poveri come siamo
faremo tutto gratis
e poveri come siamo,
tutto ridendo
lettera dopo lettera,
alfabeto dei gesti gentili.
Gianluigi Gherzi
Dal libro "A cosa serve la poesia- Canti per la vita quotidiana"
Edizioni Sensibili alle Foglie.
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alessiamalfoyzabini · 2 years
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𝐼𝐼. 𝐼𝐿 𝐿𝐴𝑉𝑂𝑅𝑂 𝐷𝐼 𝑈𝑁 𝐵𝑂𝑆𝑆
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𝐖𝐀𝐑𝐍𝐈𝐍𝐆𝐒 | 𝙼𝚎𝚗𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚍𝚒 𝚍𝚛𝚘𝚐𝚑𝚎, 𝚖𝚎𝚗𝚣𝚒𝚘𝚗𝚎 𝚍𝚒 𝚌𝚛𝚒𝚖𝚒𝚗𝚊𝚕𝚒𝚝𝚊̀ 𝚐𝚒𝚘𝚟𝚊𝚗𝚒𝚕𝚎, 𝚙𝚛𝚘𝚋𝚕𝚎𝚖𝚒 𝚌𝚘𝚗 𝚒 𝚐𝚎𝚗𝚒𝚝𝚘𝚛𝚒
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In due giorni era impossibile raccogliere informazioni su un soggetto sfuggente come Jeon Jungkook, il suo capo doveva saperlo, dopotutto era stato lui a sceglierlo tra tanti ragazzi, ma per Jisoo non fu poi così difficile in realtà.
Jisoo lo seguì nel corso di quei due giorni con la sua auto da civile; la tipica macchina per famiglie con numerosi pargoletti pronti per essere spediti a scuola con la nota "Arrivederci e grazie – Mamma & Papà", con lo scopo di apparire il più normale possibile agli occhi della gente e soprattutto agli occhi vispi di Jeon Jungkook. Non sarebbe stata un'ottima idea pedinare un adolescente con il meraviglioso bestione che usava per liberarsi dei cadaveri per conto del suo superiore.
Il ragazzo era un tipo abitudinario, prese fedelmente nota, già pronto a compilare i famosi fascicoli, andava a scuola ogni mattina alle 6:30, nonostante l'orario di apertura fosse esattamente alle 8:00 in punto. Attendeva di fronte al cancello, sotterrato nel suo felpone scuro, stretto nel suo angolino protettivo, scansando ogni tipo di contatto con i suoi coetanei, un po' come una reazione allergica.
Jisoo prese un sorso del suo caffè lungo, attendendo che tutti entrassero nell'edificio scolastico. Poi accese il motore dell'auto.
«È inutile stare qui ad aspettare» si disse da solo, imboccando la strada che lo avrebbe riportato nei pressi dell'abitazione del giovane.
Posteggiò vicino ad un vicolo nascosto, osservando le numerose e modeste palazzine in circolazione, quella dove abitava Jungkook non era neanche lontanamente graziosa, il grigiore sporco e i numerosi scarabocchi privi di senso la rendevano cupa e poco allettante per viverci. Camminò a passo moderato verso l'abitazione più spenta, e quando giunse sui gradini, Jisoo trovò il portone socchiuso, e subito dopo notò che la serratura era già stata scassinata da chissà quanto tempo.
«Andiamo bene, gente» mormorò, felice di non dover fare poi così tanta fatica per introdursi nell'appartamento del ragazzo. Studiando la sua vita quotidiana per qual breve lasso di tempo, sapeva già che il padre non sarebbe stato a casa. Perché semplicemente non era tornato dall'ultima uscita.
Entrò velocemente e vide l'ascensore fuori uso, storse il naso, più che infastidito nel pensare che avrebbe dovuto raggiungere il quarto piano interamente a piedi. E così fece, tutt'altro che stanco comunque, non era stato addestrato come sicario per stancarsi dopo qualche rampa di scale.
Si guardò intorno, scorgendo ben tre porte, ma senza esitazione si diresse verso la prima a sinistra, stando ben attento al resto degli appartamenti. I vicini avrebbero trovato sospettoso un uomo mai visto prima che cercava di aprire una porta con un grimaldello, data la serratura abbastanza semplice.
Udì uno scatto leggero e la porta si aprì, Jisoo sorrise con aria compiaciuta. Si girò in ogni direzione, l'ingresso dava immediatamente visione del piccolo salottino, dove ad attenderlo trovò solo un divano a due posti rosso, una tv all'angolo della stanza dalle pareti bianche e un tappeto altrettanto rosso macchiato di una qualche sostanza non identificata.
«Beh, sarà facile trovare la sua stanza» sussurrò tra sé e sé, un'abitudine presa durante gli anni del suo addestramento. Come diceva il capo, meglio l'unica compagnia di sé stessi che quella di un compagno pronto a venderti.
Si aggiustò la giacca nera, stando attento a non lasciare nulla nei dintorni. La casa era provvista anche di una piccola cucina e un bagno, più le altre due stanze che avrebbe ben presto perquisito.
Trovò la cosa molto strana, anche entrando nell'unica camera da letto matrimoniale, vide unicamente disordine tipicamente maschile, nessuna foto di moglie o figlio, mura spoglie e atmosfera cupa.
«Come si sono ridotti a vivere in una topaia?» chiese, cominciando a calpestare vestiti sporchi e cartacce. Controllò i cassetti di ogni comodino, trovando unicamente biancheria femminile intoccata. Si alzò spazientito, tornando in corridoio per cercare finalmente nella stanza del giovane.
Il colore predominante in quella stanza non poteva definirsi, ogni parete era tappezzata da poster di gruppi americani e varie raffigurazioni di strumenti musicali.
«Uhm, al ragazzo piace la musica...» notò una scintillante chitarra posta ai piedi del letto, finora l'unico oggetto che si potesse definire veramente in ottime condizioni, la toccò a malapena, preferendo curiosare altrove. Anche qui, sul pavimento erano disseminati vestiti e scarpe, oltre che volantini di vari eventi.
L'ordine in quella casa non era preso in considerazione.
Sulla scrivania non trovò un PC che potesse aiutarlo nella sua ricerca, ma bensì un'agenda, forse anche più utile e più facile da usare, rispetto ad un apparecchio elettronico. Andò così alla pagine del mese attuale, c'erano molte date annotate, con sotto una piccola colonnina di compiti da svolgere, Jungkook era molto ordinato e pulito, aveva tagliato con una linea decisa tutte le date già passate e svolte, restavano solo quelle attuali.
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Lunedì – 21:30
Incontrare i ragazzi al campetto. Devono darmi della roba.
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Martedì – 21:30
Parlare con R, bere con lui. Chiedere un prestito.
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Mercoledì – 23:00
Portare il vecchio a casa, assicurarsi che non soffochi nel suo stesso vomito.
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Giovedì – 9:30
Incontrare il preside nel suo ufficio, il vecchio non può venire, si è sfondato di alcool. Devo inventare una scusa.
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Venerdì – 01:45
Vedere R per quel prestito, il vecchio sta prosciugando tutto.
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Sabato – 23:00
Trovare un posticino per il pestaggio mensile.
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Jisoo sollevò un sopracciglio.
«Vita frenetica per un ragazzino» ma forse Namjoon lo aveva notato proprio per questo, si dava da fare Jungkook. E Jisoo pensò che R fosse proprio uno dei pusher del suo capo, un tipo di cui non ci si poteva fidare. Era anche uno strozzino dopotutto.
«Vediamo... oggi è mercoledì» Jisoo si grattò la testa «Okay, okay, Jeon. Vediamo di farti cambiare idea prima di venerdì, ragazzo» scattò una foto all'interno della agenda, avrebbe aggiunto tale scatto ai documenti richiesti dal suo capo.
Fece per allontanarsi, ma con la scarpa pestò qualcosa che dal rumore parve plastica. Chinò lo sguardo e capì, stava pestando marijuana.
Ridacchiò leggermente, pensando che il giovane avrebbe dovuto dire addio a quel vizio tossico.
Si chinò prendendo quella bustina trasparente, tanto valeva cominciare anche subito.
«Namjoon ti pesterà fino a quando proverai nausea alla sola vista di questa robaccia».
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«Questo è tutto, Signore» disse uno dei suoi uomini, mettendo sulla sua scrivania in modo ordinato una piccola pila di documenti. Namjoon lo osservò con fare annoiato.
«Devo dedurre, dunque, che il vecchio Park è d'accordo riguardo la nostra alleanza?» chiese distrattamente, giocando con della polvere inesistente sulla superficie lucida di legno. L'uomo si mosse con fare rigido, la presenza di Namjoon metteva sempre in soggezione gli uomini della casa. Che fosse di buon umore o meno, rimaneva qualcuno di pericoloso, il loro ex compagno Choi Hyonsu aveva visto in prima persona la sua crudeltà.
«Certamente, Signore. Ha detto che manderà al più presto una prima spedizione di roba molto buona, vuole essere certo che lei ne rimanga piacevolmente sorpreso, inoltre si dice già pronto per avviare la vendita nel nostro territorio».
Namjoon ascoltò attentamente le parole del suo giovane ambasciatore, passò una delle lunghe dita affusolate sul carnoso labbro inferiore, con fare assorto. Non era la prima volta che un Signore della droga parlasse della sua merce in modo così strabiliante, e solo una percentuale veramente bassa aveva mantenuto la parola data. Park Dae Hyun sembrava un uomo dalla bocca troppo larga, e a lui quel genere di soci non andavano molto a genio, di certo non voleva trovarsi a vendere della merda. Avrebbe rischiato di perdere credibilità e di conseguenza offerte di collaborazione.
«Tu cosa ne pensi, Baram?» chiese all'unico presente nella stanza, Baram si irrigidì, Namjoon notò con piacere che era sul punto di farsela addosso, tanto si era pietrificato.
«I-Io?» domandò in difficoltà, l'uomo dai capelli malva annuì silenziosamente, osservando il suo interlocutore con occhi fermi, le famose pozze della morte, Baram desiderò ardentemente non essere guardato, soprattutto in quel modo così severo «Direi di... stare attenti, a-abbiamo subìto già svariate prese in giro, Signore» rispose, timoroso di essere in qualche modo redarguito o deriso. Non era il più rispettato tra gli uomini di Kim Namjoon, il suo ruolo lo portava ben lontano dagli scontri a fuoco aperto, serviva vivo per essere il portavoce del Boss, dunque viveva una vita più serena la notte.
Namjoon si spinse contro lo schienale della sua sedia, sospirando.
«In un certo senso, non hai torto» Baram sospirò internamente, almeno il capo non lo stava trattando a pesci in faccia «Ma se smettessimo di fare accordi per paura di ricevere una fregatura, sarebbe anche inutile continuare a condurre questa vita, ed accettare la vergogna di essere ritenuti dei codardi...» sbuffò. Gli fece il gesto di andare via, e Baram ne fu più che felice, quell'uomo gli metteva i brividi, anche se all'apparenza sembrava un normale ragazzo piuttosto ricco, ma molto intelligente e cordiale.
Una volta lasciato solo, cominciò a digitare il numero della sua segretaria dall'elegante telefono fisso posto vicino al computer, attraverso il vetro del suo studio poteva benissimo vedere la donna intenta a leggere dei fogli che non c'entravano affatto con il normale svolgimento del suo lavoro giornaliero, ricordò la prima volta che la beccò – ad insaputa dell'interessata – a compilarne uno, riguardavano tutti delle uscite al buio con la possibile anima gemella.
La donna di trent'anni sembrava alla disperata ricerca di un uomo.
Passati i primi tre squilli, la testolina bionda della sua segretaria scattò rapidamente verso la porta del suo datore di lavoro, e con fare frettoloso afferrò la cornetta del suo telefono.
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<<Sì, Signor Kim?>> la voce lo raggiunse debole, la timidezza di quella ragazza lo lasciava sempre compiaciuto, anche dopo cinque anni, lei ne era ancora intimorita.
<<Jessie, chiama Kim, voglio il suo culo qui entro oggi>> disse immediatamente, senza preoccuparsi di darle il buongiorno. Ma la donna sembrò confusa.
<<Mi scusi, Signore, ma quale Kim?>> Namjoon alzò gli occhi al cielo, era così abituato a chiamarlo Kim che quasi aveva scordato il suo nome.
<<Il tizio che ti fa girare la testa>> rispose duramente.
<<C-Com->> non aspettò oltre e le chiuse la chiamata in faccia, quella donna aveva davvero dei gusti orridi in fatto di uomini.
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Si passò stancamente le mani sul viso, decidendo che ne aveva avuto abbastanza di stare chiuso nel suo ufficio, guardò l'ora e si accorse che era anche ora di pranzo. Raccattò le sue cose, mise l'elegante giacca nera, coprendo la morbida camicia del medesimo colore, e si decise ad uscire. Immediatamente Jessie si alzò dalla sua comoda sedia girevole, la bellezza della ragazza occidentale era notevole, notò anche che le sue gote fossero leggermente rosee, forse a causa delle sue ultime parole. Ghignò nel pensare che si ammazzava tanto per trovare un uomo, quando all'interno dell'edificio tutti i suoi uomini sbavavano per lei.
«Signor Kim, aspetti!» esclamò, ma i suoi tacchi vertiginosi le impedirono di essere più veloce e Namjoon riuscì a sfuggire dai suoi balbettii agitati. Proprio non capiva che la sua vita privata non era affar suo, e se voleva scopare con uno dei suoi colleghi, tanto meglio per lei.
Camminò a passo sicuro sul pavimento lucido del suo edificio, nella sua quotidianità legale era il CEO di una casa editrice, la KNUS, il suo amore per i libri lo aveva portato ad investire in ambito editoriale, anche se ricco com'era, poteva anche evitare di gettarsi in un simile progetto, come era solito ripetergli suo padre con fare burbero.
Ma come si poteva dire di no alla possibilità di guadagnare ancor di più facendo qualcosa che comprendeva la sua passione? Inoltre era una copertura perfetta, vendeva principalmente narrativa per ragazzi, e teneva piccoli eventi per bambini e adolescenti, con l'intento di far scoprire loro l'amore per la lettura.
Agli occhi della comunità era un ragazzo premuroso nei confronti delle nuove generazioni, e allo stesso tempo – grazie a tali eventi – avrebbe anche potuto trovare nuova merce per sé stesso, dopotutto i suoi uomini non erano presi da chissà quale tugurio.
Arrivò ad uno degli ascensori del settimo piano, la superficie liscia e argentea cominciò a spostarsi, rivelando il suo interno dalle pareti di un caldo rosso, con tanto di specchio a figura intera, al suo interno c'era già un uomo, un collaboratore di Namjoon per essere precisi.
Sorrise alla vista dell'uomo basso e grassottello, gli enormi baffi erano pregni di sudore, l'uomo molto più avanti con gli anni sbiancò alla vista del suo giovane capo.
«Signor Lee» salutò mellifluo, provocando un singulto stridulo nell'altro.
«C-Capo, già libero?» ridacchiò falsamente, Namjoon sorrise in modo ancora più ampio.
«Potrei chiedere lo stesso a lei, come va il contratto con il nuovo autore? Ha accettato le nostre condizioni?».
L'uomo deglutì nervosamente «Ecco, sì... parlando di quello... ehm, il ragazzo è furbo, ha chiesto una percentuale più alta di quanto avevamo confermato in precedenza».
Namjoon sollevò un sopracciglio «Mi auguro che lei non abbia ceduto. Non amo quando qualcuno cerca di fare il furbo con me» disse cupamente, e a quel punto Lee dovette costringere le sue mani a smettere di tremare.
«Certo che no! Anzi, ancora meglio. Lo chiamerò proprio ora e gli dirò che dovrà accettare ciò che abbiamo concordato, o può cercarsi un altro editore disposto a pubblicare il suo libro!» fece per prendere il suo cellulare, ma una delle grandi mani di Namjoon lo fermò.
Namjoon sorrise maggiormente «Con calma, Lee. Non c'è bisogno di minacciare un possibile cliente, voglio solo che capisca che ciò che offriamo è già molto, intesi?».
La porta dell'ascensore si aprì, Namjoon diede una pacca sulla spalla del più basso e con fare fintamente amichevole gli disse di non stressarsi troppo, altrimenti sarebbe morto per il troppo lavoro. Tale affermazione, lasciò Lee congelato all'interno del mezzo.
Era ovvio che il Boss di un'organizzazione mafiosa voleva solo il meglio dai suoi collaboratori, e Lee era a conoscenza dell'identità più oscura di Kim Namjoon, dopotutto uno dei suoi figli era proprio una delle guardie del corpo di Kim. La paura che gli metteva addosso quell'uomo era a tratti agonizzante, suo figlio non gli aveva mai raccontato cosa facesse durante il suo lavoro, ma lo sguardo perso del ragazzo la diceva lunga.
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«Allora, bambini! Salutate la mamma e il papà e corriamo subito in classe!» disse la ragazza ai suoi giovanissimi alunni, che risposero con tante adorabili grida di saluto, tra chi preferiva salutare con la manina la madre o il padre, e chi – più affettuoso – stampava un grande bacione ai rispettivi genitori. Guardò intenerita quelle piccole pesti dalle gambe corte, che presero a correre verso la sua classe, sballottando di qua e di là i minuscoli zainetti che contenevano solo la merenda e qualche giocattolo da condividere con i propri compagnetti. Ma una coppia di grembiuli rispettivamente rosa e azzurro le cinsero le gambe ridacchiando tra loro.
I piccoli la salutarono con degli enormi sorrisi stampati sul loro morbido faccino, gli occhi enormi e colmi d'affetto la fecero intenerire ancor di più. Si abbassò alla loro altezza, portando le mani a carezzare le loro testoline scure.
«Buongiorno ai miei adorabili gemellini!» esclamò allegra, abbracciando entrambi e cominciando a ricoprire i loro visetti di piccoli bacini, che portarono i due fratelli a ridere di più per via del solletico.
«Mi sei mancata, maestra Galia!» disse il fratellino, Joo Won, che aveva sempre dimostrato incredibile adorazione nei suoi confronti. Galia sgranò gli occhi comicamente.
«Davvero? Ma ci siamo visti ieri!».
Fu la sorellina, Yoo Joon, a risponderle ad alta voce «È TANTO TEMPO!» cominciando poi a saltellare sul posto, leggera come una piuma. La donna scoppiò a ridere al suo atteggiamento, amava il suo lavoro, le permetteva di vivere ogni giorno con i suoi piccoli e affettuosi pulcini.
«Anche voi mi siete mancati tanto» rispose dolcemente, per poi dar loro leggere pacche sulle minuscole spalle, alla fine si alzò e tese le mani verso di loro «Ma ora andiamo in classe, i vostri compagni ci stanno aspettando!».
E così, tra le loro urla allegre alle quali rispose con un'alzata di occhi al cielo, li accompagnò nell'aula. Quel giorno avrebbero usato il DAS, un materiale adatto ai bambini per costruire figure e oggetti, tutto in base alla loro fantasia, dopotutto il bello di essere piccoli era proprio quello, avere un'immaginazione fuori dal comune.
Spesso le sue colleghe più anziane le rimproverano quell'atteggiamento fin troppo materno con i bambini, si sarebbero affezionati troppo, e poi sarebbe stata dura quando sarebbero andati via, ormai più grandicelli e pronti per le scuole elementari.
Ma a Galia non importava di quei rimproveri bonari, era nel suo carattere essere così buona con loro, mai un urlo era sfuggito dalle sue labbra, spaventare i bambini era qualcosa che proprio non tollerava, preferiva delle parole morbide che avrebbero fatto capire l'errore, che portarli a piangere per chissà quante ore.
Non era quel tipo di maestra, lei non aveva un bel ricordo delle sue, e non sarebbe diventata come loro.
Osservò i piccoli affettuosamente, passando tra i banchi per assicurarsi che tutto stesse andando bene, alcuni si stavano divertendo ad usare la pasta per costruire degli animali, tra cui farfalle, gattini e cagnolini, altri volevano fare dei regali alle loro mamme, quindi la loro idea di partenza era quella di costruire una serie di cuori, tutti di dimensioni ben differenti.
I suoi occhi scuri arrivarono all'ultimo banco della luminosa e colorata classe, era quello più vissuto, sulla superficie color crema erano presenti tanti scarabocchi fatti con una penna a sfera, ricordò benissimo quando il piccolo proprietario di quel banco aveva preso dalla sua cattedra una di quelle penne non cancellabili, dando sfogo alla sua fantasia, e i disegni erano tra i più belli che avesse visto tra i bambini di quattro e cinque anni presenti nella sua classe.
Peccato che il più delle volte, l'artista improvvisato fosse poco presente a scuola. Park Sang Hun si vedeva di rado, i suoi genitori non erano contattabili e sembravano non rendersi conto della gravità delle loro azioni, inoltre a scuola il bambino sembrava il più delle volte assente, Galia scorgeva un po' di emozione quando era in sua presenza, con le altre colleghe era una vera peste, scappava dalla classe o dava il tormento agli altri bambini.
Aveva sentito la preside dire qualcosa a riguardo, come mandare degli assistenti sociali per assicurarsi che la sua situazione familiare fosse a posto. L'unica persona che aveva incontrato dei Park era la nonna, una donnina molto avanti con gli anni, di certo non molto indicata per curarsi del vispo nipote.
Sospirò, forse avrebbe dovuto riprovare a chiamare quei due, la situazione non poteva rimanere questa.
Improvvisamente udì i suoi alunni lanciare altre urla, proprio come quella mattina all'entrata, si voltò sorpresa, non capendo il motivo di quella reazione, i bambini avevano le bocche aperte in enormi sorrisi, e molte femminucce portarono le loro adorabili e paffute manine al viso arrossato.
Si voltò interamente verso la porta, e ciò che vide le fece battere il cuore come una stupida e sognante tredicenne, un enorme sorriso si allargò da guancia a guancia e di istinto una sciocca risatina le sfuggì dalle labbra color ciliegia.
Lì, alla porta, c'era il suo fidanzato, Park Jimin. Un profondo sorriso solcava la pelle morbida del viso, indossava un cappotto scuro e tra le braccia teneva un grande mazzo di fiori, composto da gigli bianchi, iris e rose rosse, decorati da un sottile pezzo di stoffa ricamato ad arte con rifiniture dorate.
L'uomo prese la parola con fare cospiratorio.
«Bambini, la maestra può accettare questi fiori mentre sta qui con voi?» chiese divertito, ben consapevole che mancava ancora un po' di tempo prima che staccasse effettivamente da lavoro.
Nella classe esplose un coro di potenti "SÌ!!!!" che fecero scoppiare a ridere i due adulti, ed una bambina con occhi sognanti paragonò il bel ragazzo biondo ad un personaggio di un film fantasy.
«Maestra, il principe è venuto qui per sposarti?».
Galia arrossì vistosamente mentre Jimin entrava in classe sogghignando.
«Oh, bambini! Lui non è affatt-» fece per dire, ma Jimin la bloccò sul nascere, mettendo tra le sue braccia quei fiori, improvvisamente venne investita dal loro dolce profumo.
«Sì che sono un principe! Sono un principe delle fate, e sto donando questi fiori magici all'umana che chiamate Maestra, per ricevere in cambio il bacio del vero amore da parte sua» portò un dito davanti alle labbra, intimando ai bambini di mantenere il segreto, loro esclamarono versi sorpresi e felici, Galia tentò di non scoppiare nuovamente a ridere. Il suo fidanzato ci sapeva fare eccome con i bambini, e notò che tutti erano rimasti affascinati dall'aspetto elegante del Principe delle fate.
Jimin tornò a guardarla con espressione furba, cominciando ad avvicinarsi per reclamare il suo premio, ma proprio quando fu a pochi centimetri dal viso della fidanzata, quest'ultima lo spinse indietro come se nulla fosse.
«Ehi! Il principe reclama la sua ricompensa!» sbottò deluso, ma Galia scosse la testa.
«Il principe avrà la sua ricompensa dopo, adesso deve tornare al suo palazzo incantato e preparare il pranzo per la sua umana, che tornando a casa sarà molto affamata» gli fece sapere con un occhiolino, e lì Jimin capì di che fame si trattasse, con uno stupido sorrisetto tornò sui suoi passi, facendo un profondo inchino a tutti i bambini presenti.
«Questa fata vi porge i suoi più affettuosi saluti, e promette che verrà di nuovo a trovarvi al più presto» questa frase generò un sacco di reazioni contente, ma Galia cominciò a spingere fuori il ragazzo in malo modo, fintamente annoiata.
«Non sarà necessario, Altezza. Dopotutto anche Lei ha i suoi doveri, non si scomodi più dal Suo nobile trono incantato» arrivarono poco fuori l'uscio della classe quando l'uomo si voltò e, a tradimento, premette le sue soffici labbra su quelle della donna, gustando momentaneamente il suo sapore, gli bastò quel gesto per tornare ad essere più allegro di prima.
«Contento ora?» quando Jimin annuì vigorosamente, sbuffò divertita.
«Sei proprio un bambino...».
«No, sono il tuo principe, umana».
Lo spinse di nuovo, stavolta con più potenza e per poco il ragazzo non ruzzolò sui suoi stessi piedi, scoccò un'occhiata fintamente severa.
«Questo è un affronto, umana!» esclamò, lei in tutta risposta lo salutò con la mano libera, l'altra era intenta a tenere ancora il mazzo di fiori, che erano tra i suoi preferiti in assoluto.
«Conto di pagarne le conseguenze più tardi» poté chiaramente sentire un "Puoi scommetterci, amore", tornò a guardare i fiori riposti nell'incarto con cura, Jimin era fatto così, poteva spuntare dal nulla con un regalo che le avrebbe prontamente fatto battere il cuore, solo per ricordare quanto la amasse e fosse importante per lui. Anche dopo otto anni, quei piccoli gesti non erano stati accantonati come accadeva in molte coppie. Sfiorò delicatamente il petalo vellutato di una rosa rossa, che risultava audace in mezzo agli altri due, di un colore in netto contrasto e puro.
«È proprio un bel ragazzo, Galia» la raggiunse la voce sognante di una delle maestre più anziane lì, sorrise per nulla sorpresa di ritrovarla al suo fianco con così poco preavviso «Ed è così innamorato, è venuto qui solo per darti dei fiori, mi hai detto che è un Detective della Omicidi, sarà molto occupato» continuò la più grande.
Galia guardò persa il punto dove era scomparso Jimin «È questo il motivo dei suoi gesti».
Esattamente, Jimin dava sempre il meglio di sé in quella relazione, questo Galia non poteva che adorarlo, ma l'ombra di una brutta notizia era sempre in agguato. Il suo lavoro comportava dei rischi, veniva messo faccia a faccia con gente poco raccomandabile, gente pronta a vendicarsi alla prima occasione.
I gesti di Jimin erano dettati dall'amore, certo, ma anche dalla paura di non aver mostrato il massimo dei suoi sentimenti, nel caso gli fosse capitato qualcosa di brutto.
E questo la ragazza non poteva ignorarlo.
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«Capo, ho le informazioni che voleva su Jeon Jungkook» disse Jisoo senza scomporsi, la sua espressione poteva definirsi assente. Namjoon annuì in accordo, pienamente soddisfatto dal suo operato, prese a sfogliare i documenti contenenti le informazioni di Jungkook, e proprio come immaginava, scoprì che era l'ennesimo giovane lasciato a sé stesso e con dei problemi familiari alle spalle.
«Fa uso di droghe?» chiese, notando il bigliettino in basso e una piccola bustina attaccata al fascicolo con del nastro adesivo di carta. Jisoo confermò immediatamente.
«Sì, e in più sta entrando in affari con uno strozzino».
Namjoon sospirò annoiato «Questi ragazzini sono tutti uguali, credono di essere degli adulti capaci e non capiscono che stanno entrando in un tunnel senza uscita» asserì, schioccò le dita verso Jisoo «Chiamami tale R, questa merce è già mia».
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la-misto · 4 months
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In quest'epoca di silenziosi tormenti, ognuno di noi trova un rifugio nel proprio angolo di mondo, dove le battaglie interiori si combattono lontano dagli sguardi altrui. Siamo come isole in un mare di pensieri, ognuna con la propria tempesta da affrontare. C'è chi si avvolge nella musica, lasciando che ogni nota sia un'onda che si infrange contro le rive del cuore, e chi attende, con lo sguardo perso in uno schermo spento, un segno, un messaggio che forse non arriverà mai.
Le vecchie fotografie diventano specchi di un tempo che fu, portali verso un passato irraggiungibile che, per quanto doloroso, sembra offrire un conforto amaro. E in quelle stanze chiuse, dove il mondo esterno sembra un'eco lontana, il silenzio diventa compagno di riflessioni e desideri inespressi.
I film d'amore, con le loro storie idealizzate, diventano finestre su mondi possibili, sogni a occhi aperti che ci cullano con la dolce illusione di un amore senza fine. In queste scene di vita quotidiana, ognuno di noi cerca un modo per affrontare il proprio dolore, per colmare quel vuoto che a volte sembra diventare un abisso.
Eppure, in questa variegata tappezzeria di emozioni, c'è una bellezza nascosta, un filo sottile che ci unisce nella nostra umanità. Questo desiderio bruciante, che sia di amore, di bellezza o di semplice accettazione, è ciò che ci rende profondamente umani. È la conferma che, nonostante tutto, la nostra capacità di sentire, di sognare, di aspirare a qualcosa di più grande di noi, è la vera essenza della vita.
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trasimenoviaggi · 4 months
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Teheran: Una Città di Contrasti, Storia e Cultura Vibrante
Teheran, la capitale dell'Iran, si rivela come un affascinante caleidoscopio di contrasti, una metropoli che abbraccia la sua antica storia mentre si proietta verso il futuro con dinamismo. Il mio viaggio attraverso Teheran è stato un'esplorazione avvincente tra i suoi bazar tradizionali, i monumenti storici e la vitalità della vita urbana contemporanea.
Il cuore della città è la piazza Imam Khomeini, dove la maestosa Moschea di Imam Khomeini si erge con imponenza. Il richiamo alla preghiera e l'atmosfera sacra creano un'esperienza autentica di vita religiosa. Attraversare il Grande Bazar di Teheran, uno dei più antichi del Medio Oriente, è stato un viaggio nel tempo tra le bancarelle di spezie, tessuti e oggetti artigianali.
Teheran è anche la casa del Palazzo Golestan, un complesso palaziale risalente al XVI secolo, che racconta la storia della dinastia Qajar. Camminare attraverso le sue stanze ornate, le porte di legno intagliate e i giardini lussureggianti è stato un tuffo nella grandezza dell'epoca.
Il Museo Nazionale dell'Iran ha arricchito la mia comprensione della storia millenaria del paese, con reperti che spaziano dall'antichità alla dinastia Sassanide. Le antiche ceramiche, le sculture e i manoscritti esposti hanno dato vita alle pagine della storia iraniana.
Teheran è anche una città che abbraccia l'arte contemporanea, e il Teheran Museum of Contemporary Art è una testimonianza di ciò. Opere di artisti iraniani e internazionali adornano le sue pareti, riflettendo l'evoluzione della creatività nel contesto sociale e politico.
Il Parco Mellat è una fuga rinfrescante dal caos urbano, con ampi spazi verdi, fontane e percorsi per passeggiate. Qui, ho osservato i tehraniani godere di momenti di relax, un quadro di vita quotidiana che ha sottolineato la vitalità della città.
La cucina persiana ha deliziato il mio palato con una varietà di sapori unici. Dall'immancabile kebab agli stufati ricchi di spezie, ho assaporato la raffinatezza della cucina iraniana in locali accoglienti e autentici.
Teheran di notte si anima nei suoi quartieri alla moda, come Tajrish e Darband. I caffè e i ristoranti illuminati, le conversazioni vivaci e le luci della città che si riflettono sulle montagne circostanti creano un'atmosfera incantevole.
In conclusione, Teheran è una città di molteplici sfaccettature, una fusione di passato e presente che si svela attraverso i suoi monumenti, le sue strade affollate e la sua cultura vibrante. Un'esperienza che ha sfidato le aspettative, rivelando la vera essenza di una delle capitali più affascinanti del Medio Oriente.
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cinquecolonnemagazine · 7 months
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L'evoluzione dei computer moderni: viaggio attraverso la storia della tecnologia
I computer moderni sono il risultato di un lungo percorso evolutivo che abbraccia decenni di innovazione tecnologica. Dal loro umile inizio come macchine enormi e costose, fino ai dispositivi compatti e potenti che oggi teniamo nelle mani, il progresso è stato straordinario. Esploriamo questo viaggio attraverso la storia della tecnologia, che ci ha portato dai primi computer alle sofisticate macchine che definiscono la nostra era digitale. Gli Albori: Le Macchine Colossali L'era dei computer inizia con giganti come l'ENIAC (Electronic Numerical Integrator and Computer), completato nel 1945. Queste macchine occupavano intere stanze, consumavano enormi quantità di energia e facevano calcoli molto più lentamente rispetto ai moderni smartphone. L'ENIAC, ad esempio, pesava più di 27 tonnellate e richiedeva una potenza considerevole per funzionare. La Rivoluzione dei Transistor: L'inizio della Miniaturizzazione Negli anni '50 e '60, la scoperta del transistor ha segnato una svolta epocale. Rispetto ai tubi a vuoto utilizzati nei primi computer, i transistor erano più piccoli, più affidabili e richiedevano meno energia. Questo ha aperto la strada alla miniaturizzazione dei computer. Nel 1956, IBM introdusse il primo computer completamente transistorizzato, l'IBM 7000. L'Invenzione dei Circuiti Integrati: La Nascita dei Microprocessori Negli anni '60, la creazione dei circuiti integrati ha permesso di incorporare più componenti su un singolo chip di silicio. Questo ha portato alla produzione dei primi microprocessori, aprendo la strada alla creazione di computer più piccoli e accessibili. Nel 1971, Intel lanciò il primo microprocessore commerciale, l'Intel 4004, seguito dall'Intel 8008 nel 1972. La Rivoluzione della Personal Computer: Dagli Hobbyist ai Mainstream Negli anni '70 e '80, la nascita dei personal computer ha trasformato il modo in cui le persone interagivano con la tecnologia. La diffusione dei computer da scrivania come l'Apple II e l'IBM PC ha reso i computer più accessibili al pubblico. Questa era è caratterizzata da una crescita esplosiva del settore informatico e dall'espansione del concetto di "computer personale". L'Era dei Laptop e dei Dispositivi Portatili Negli anni '80 e '90, l'avvento dei laptop ha dato alle persone la possibilità di portare la potenza di elaborazione ovunque andassero. La miniaturizzazione dei componenti ha reso possibile la creazione di dispositivi più leggeri e compatti senza compromettere significativamente le prestazioni. Parallelamente, gli sviluppi nella tecnologia delle batterie hanno esteso l'autonomia dei dispositivi portatili. La Rivoluzione Digitale: La Nascita dell'Internet e della Connessione Globale L'avvento dell'Internet ha trasformato radicalmente il modo in cui i computer comunicano e condividono informazioni. La connessione globale ha portato a una nuova era digitale, con servizi online, social media e accesso istantaneo a risorse informative. I computer non sono più solo strumenti di calcolo, ma anche mezzi di comunicazione e esplorazione virtuale. Convergenza Tecnologica: Smartphone e Tablet Il nuovo millennio ha visto la convergenza di tecnologie in dispositivi come gli smartphone e i tablet. Questi dispositivi, che incorporano funzionalità di computer, telefoni, fotocamere e molto altro, sono diventati onnipresenti nella vita quotidiana. La miniaturizzazione continua dei componenti e gli avanzamenti nella tecnologia degli schermi hanno contribuito a rendere questi dispositivi sempre più potenti e compatti. I computer moderni: storia e futuro Il viaggio che ci ha portato ai computer moderni è una storia di costante innovazione e progresso. Dall'ENIAC ai dispositivi portatili che abbiamo oggi, ogni fase ha portato a nuove sfide e opportunità. La costante miniaturizzazione, l'evoluzione dei componenti e la connessione globale hanno plasmato i computer in strumenti indispensabili nella nostra vita quotidiana, aprendo la strada a un futuro digitale ancora più avanzato. Foto di Gerd Altmann da Pixabay Read the full article
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enkeynetwork · 7 months
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giardinoweb · 8 months
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La Tendenza delle Ortensie Recise
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Ciao! da Andrea, oggi voglio condividere con voi una scoperta affascinante che ho fatto durante la mia visita al Columbia Road Flower Market a Londra. Mentre passeggiavo tra i colorati banchi di fiori, ho notato una tendenza che ha catturato la mia attenzione: l'amore degli inglesi per i fiori recisi di ortensia. L'Ortensia: Una Bellezza Iconica Le ortensie, conosciute anche come Hydrangea in inglese, sono fiori iconici noti per i loro petali spessi e rigogliosi. Questi fiori sono disponibili in una vasta gamma di colori, tra cui il classico bianco, il rosa tenue, il blu intenso e il viola elegante. La loro bellezza è innegabile, e sono spesso associati a un aspetto romantico e vintage che li rende perfetti per una varietà di occasioni. L'Ortensia Recisa: Un'Ultima Tendenza a Londra Durante la mia visita al Columbia Road Flower Market, ho notato che sempre più persone scelgono di acquistare ortensie recise. Questa tendenza sta guadagnando rapidamente popolarità tra gli amanti dei fiori, e posso capire il motivo. Gli inglesi sembrano aver abbracciato la bellezza semplice e raffinata di queste ortensie come elemento di decorazione per le loro case. Come Utilizzare le Ortensie Recise Ci sono molte modi creativi per utilizzare le ortensie recise nella decorazione della tua casa: - Vasi Eleganti: Metti le ortensie in un vaso di vetro o ceramica per creare un centro tavola o un punto focale nella tua casa. La loro forma rigogliosa renderà qualsiasi ambiente più affascinante. - Corone Floreali: Se hai una vena creativa, puoi creare delle corone floreali con le ortensie recise. Queste corone possono essere appese alle porte d'ingresso o utilizzate come decorazioni per matrimoni e altre celebrazioni. - Asciugamani Profumati: Fai essiccare le ortensie recise in modo da conservarle per più tempo e utilizzale, irrorandole con il tuo profumo preferito, per profumare cassetti, armadi o stanze. - Regali Significativi: Prepara piccoli bouquet di ortensie recise e regalali a parenti e amici. Saranno sicuramente apprezzati come gesto di gentilezza. Cosa Rende le Ortensie Recise Così Speciali La cosa che mi ha colpito di più riguardo alle ortensie recise è la loro capacità di portare la bellezza e la freschezza dei fiori nella vita quotidiana. Questi fiori non sono solo belli da vedere, ma possono anche illuminare la tua casa e il tuo spirito. Quindi, se stai cercando un modo per portare un tocco di eleganza e romanticismo nella tua casa o per fare un regalo significativo, considera l'acquisto di ortensie recise. Sono una tendenza floreale che ha catturato il cuore degli inglesi, e sono sicuro che anche tu te ne innamorerai. Che ne pensate delle ortensie recise? Avete mai provato ad utilizzarle nella vostra decorazione? Condividete le vostre esperienze e idee nei commenti! E non dimenticate di visitare il Columbia Road Flower Market se vi trovate a Londra per scoprire questa tendenza floreale di prima mano. Read the full article
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wdonnait · 9 months
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Come rendere la propria casa più rilassante?
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Come rendere la propria casa più rilassante?
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Di rientro da una lunga giornata di lavoro, per circondarsi di vibrazioni positive durante un ritrovo in famiglia o semplicemente per vivere piacevolmente ogni attimo di vita quotidiana. Sono questi gli obiettivi di chi vuole arredare casa in maniera “rilassante”, ovvero adornandola con particolari, oggettistica e altri dettagli, che aiutano corpo e mente ad allontanare lo stress.
Nei prossimi paragrafi andremo a vedere dei piccoli ma utili consigli per ottenere un ambiente domestico capace di infondere relax.
Arredamento per una casa rilassante
Per creare un ambiente domestico rilassante, ecco una lista di elementi d’arredo, che possono contribuire a rendere la casa accogliente e serena già al primo colpo d’occhio:
Divano angolare: solitamente un divano spazioso e comodo, che offre un posto accogliente per rilassarsi e godersi momenti di tranquillità. Questo elemento d’arredo è consigliato per le famiglie numerose o per chi ama organizzare cene e ritrovi tra amici.
Tappeti: generalmente morbidi e soffici, possono aggiungere calore e comfort, creando un’atmosfera accogliente. I tappeti sono molto utili anche in presenza di bambini, così da creare un punto di appoggio comodo per i loro giochi a terra.
Cuscini e plaid: aggiungono un tocco di comfort e rendono il divano ancora più invitante. I loro colori, meglio se scelti con attenzione (vedi paragrafo successivo), possono infondere un senso di calma e riposo.
Librerie e mensole: scaffali per libri, fotografie e oggetti decorativi possono aggiungere personalità e un tocco di calma all’ambiente. Basti pensare a quanto silenzio e senso di relax si vive all’interno delle biblioteche.
Piante e fiori: possono portare un po’ di natura in casa, migliorando l’umore e la tranquillità. Il loro utilizzo è sempre consigliato, specialmente negli appartamenti di città, dove chi vi abita tende spesso a perdere il contatto con la natura.
Tavolini bassi per il caffè o il tè: possono essere posizionati vicino al divano per un facile accesso e praticità.
Sistemi audio e video: meglio se uniti ad una smart TV, utilizzati per ascoltare musica o guardare film e serie TV, contribuendo al relax e al divertimento.
Angolo per la meditazione o la lettura: con un comodo tappetino, cuscini e una libreria, per ritagliarsi attimi in cui distendere mente e anima. L’allestimento può avvenire con tappeti, pouf e tessuti naturali, come il cotone, il lino o la lana.
Quadri o stampe: di paesaggi rilassanti oppure opere d’arte con temi naturali possono creare un’atmosfera armoniosa.
È bene ricordare che la chiave per creare un ambiente domestico rilassante è personalizzare gli elementi d’arredo in base ai propri gusti e alle proprie esigenze, creando uno spazio che favorisca il senso di familiarità e pace interiore.
Relax in casa: l’importanza dei colori
I colori che scegliamo per gli interni possono avere un impatto significativo sul nostro stato d’animo e sul livello di comfort. Utilizzando la psicologia del colore, possiamo creare un ambiente rilassante e accogliente che favorisca il relax e la tranquillità.
Colori come il blu e il verde sono spesso associati alla calma e alla natura, il primo ad esempio è noto per ridurre lo stress e abbassare la pressione sanguigna. Usarlo nelle stanze da letto o negli spazi dedicati al riposo può favorire un sonno migliore. Il verde, simbolo di serenità, può essere adatto per aree relax come verande o giardini d’inverno.
Colori neutri come il grigio, il beige o il bianco, invece, possono creare un’atmosfera armoniosa e rilassante, soprattutto quando accostato a tonalità pastello come il rosa pallido o il celeste. Questi colori sono ideali per aree come il soggiorno o lo studio, poiché favoriscono una sensazione di leggerezza e tranquillità.
Per un’atmosfera calda e accogliente, i toni terra, come il marrone e l’ocra, possono essere scelti per arredamenti e complementi d’arredo. Questi colori richiamano la natura e possono creare un ambiente avvolgente e rassicurante.
Anche i colori scuri possono essere utilizzati in modo intelligente per creare un’atmosfera intima e confortevole. Tonalità come il viola o il bordeaux possono essere applicate alle pareti o ai tessuti per aggiungere una nota di eleganza e relax, specialmente in spazi come il salotto o la zona pranzo.
L’equilibrio è fondamentale: è possibile utilizzare colori scuri per punti focali o per dettagli, combinandoli con colori chiari per alleggerire l’atmosfera complessiva.
Ambiente domestico rilassante grazie alle luci
La luce naturale è un elemento essenziale per creare un’atmosfera rilassante in casa. Mantenere finestre e porte aperte, se possibile, e utilizzare tessuti leggeri e trasparenti per favorire il passaggio della luce del giorno.
Durante la sera, le luci soffuse, come le lampade da tavolo o i faretti a intensità regolabile, possono contribuire a creare un’atmosfera intima e invitante.  Le candele profumate, invece, possono aggiungere una nota romantica e serena. 
L’utilizzo di luci a LED con temperature di colore calde può creare una sensazione di accoglienza e calore. Strisce LED nascoste sotto i mobili o lungo i bordi delle pareti possono donare anche un effetto morbido e armonioso. Luci colorate possono favorire il relax, come i toni bluastri per evocare tranquillità o verdi per richiamare la natura.
Chi vanta sistemi di illuminazione con controllo remoto o dimmer, può godere di una intensità regolabile a distanza, in base alle esigenze.
A chi rivolgersi per creare un ambiente domestico rilassante
Per creare un ambiente domestico rilassante, è bene sempre rivolgersi a professionisti esperti nel settore dell’interior design.
L’ideale è una sinergia formata da un rivenditore professionale di mobili e complementi d’arredo, anche online e un professionista che possa consigliare nella scelta dei vari articoli. Un consulente di arredamento o un interior designer può aiutare a definire lo stile e la disposizione degli elementi d’arredo, tenendo conto delle preferenze personali e del budget. Inoltre, un professionista può suggerire soluzioni di illuminazione e colori per creare un ambiente rilassante e accogliente.
Si sconsigliano vivamente, invece, i mobili di bassa qualità, spesso realizzati con materiali scadenti che tengono a durare poco nel tempo e offrire prestazioni scarse. Occhio, quindi, alle offerte troppo stracciate o a mobili fabbricati con truciolati o altri materiali di basso pregio.
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orizoncontrols · 11 months
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DALLA DOMOTICA AL ROBOT DOMESTICO
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I progettisti e system integrator di case intelligenti di oggi possono offrire molte opzioni in termini di tecnologia e servizi smart per la casa. Poi subentrano i robottini aspira polvere, e ancora compagni domestici tuttofare e servitori con compito singolo come anche i droni di sicurezza e cuccioli alimentati dall'intelligenza artificiale, i robot intelligenti di oggi portano il glorioso futuro tecnologico a casa tua ora.Ma quali robottini puoi trovare in commercio oggi giorno? Parliamo di Amazon Astro: un mini robot che funge da compagno per aggiungere comodità alla tua vita quotidiana. Con una faccia a schermo piatto e una base a rotelle, questo automa di Amazon ti accompagnerà da una stanza all'altra, riproducendo la tua musica, podcast, film e programmi preferiti, oltre a tenerti aggiornato con promemoria, allarmi e timer. Astro ti consentirà persino di rispondere alle telefonate o di controllare chi c'è alla porta principale, trasmettendo in streaming la videocamera del campanello direttamente sulla sua faccia. Anche Astro è perfettamente in grado di andare in giro da solo. Il piccolo robot prenderà istruzioni da te per pattugliare la casa o controllare stanze specifiche o far sapere ai bambini che è ora di cena; e con la tecnologia Intelligent Motion di Amazon, navigherà facilmente nella tua casa, indipendentemente dal layout. Se invece vuoi allontanarti dalle funzioni smart e ti piacerebbe semplicemente avere un cane, ma non puoi averne uno a causa della tua situazione di vita o delle allergie o del crepacuore anticipato della mortalità, Sony propone Aibo. Letteralmente un cane robot, l'Aibo, un amalgama di metallo e caratteristiche digitali a forma di Fido, sembra essere stato trasportato da un futuro lontano.
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Il cucciolo alimentato dall'intelligenza artificiale imparerà il suo nome e risponderà di conseguenza, giocherà con i giocattoli, riconoscerà i singoli membri della famiglia, eseguirà una serie di trucchi a comando e mostrerà piacere quando accarezzato.Aibo mangerà persino cibo virtuale e giocherà con altri cani Aibo. La cosa più impressionante, tuttavia, è che il tuo Aibo svilupperà la sua personalità unica, formata dalle sue interazioni con la tua famiglia, e mostrata attraverso una gamma di espressioni e movimenti dinamici e realistici. Orizon S.r.l. - Domotica San Donà di Piave - System Integrators per l'automazione dei sistemi intelligenti domotici, multimediali e professionali come il Building Management System, connessi all'IOT. Fonte: mansionglobal Read the full article
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andreacasadei · 1 year
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Guccini e il Bertoncelli che spara cazzate!
Trattasi di una canzone un po' anomala nel repertorio del grande cantautore di Pavana, ma che è entrata da subito tra le preferite dai suoi fans. La genesi della canzone è alquanto originale: Francesco non la aveva inserita in nessun disco, ma aveva cominciato a cantarla per scherzo ai concerti. Fu il misterioso "Bertoncelli" a venirne a conoscenza e a convincere il cantautore ad inciderla su di un LP. Fu sempre il critico musicale ad invitarlo a non togliere il riferimento alla sua persona dal testo della canzone. E fece bene, per anni generazioni di ascoltatori si sono domandati chi fosse questo fantomatico "bertoncelli", aumentando ancor di più la popolarità e la curiosità verso questo originale pezzo. Una volta inciso Guccini si è rifiutato per anni di cantarla ai concerti, così come rifiutava di cantare Eskimo, fino alla turnee "d'amore, di morte e di altre sciocchezze", in cui ha finalmente dato al suo pubblico quello che da anni gli veniva richiesto. Fu sempre in quella turnee che nacque lo strano rituale di suonare "UFO Robot" negli attimi che precedono l'uscita del cantante sul palco. Qualcuno si accorse infatti, semplicemente leggendo i crediti sul retro copertina, che Bandini, Tavolazzi e Vince Tempra, erano gli autori della sigla del fortunato manga di Gō Nagai.
La critica musicale negli anni del comunismo.
Di cosa parla questa canzone? Non dimentichiamoci che siamo negli anni '70, e i giovani comunisti attaccano ferocemente gli artisti che si vendono per denaro. Quelli che predicano alti ideali, in particolare il comunismo, e alla fine, una volta incassato il cachet, diventano borghesi e commerciali. Tra le vittime di questo stillicidio non poteva mancare Guccini, che ha fatto del comunismo e dell'anarchia il suo cavallo di battaglia. Solo agli inizi del nuovo millennio ci tenne a precisare che le sue canzoni più che dalla fiaccola dell'anarchia, erano illuminati dalla figura di Bob Dylan. Lo stesso Bertoncelli farà un mea culpa dicendo, a proposito della sua recensione di "stanze di vita quotidiana" in cui stroncò l'opera, che "era un viziaccio dell'epoca insegnare agli artisti cosa dovevano fare, anzi, chi dovevano essere, e io c'ero cascato con lo zelo leninista di una Guardia Rossa.". L'apologia di Guccini alla propria musica.
Ecco, in questo clima, Guccini canta le sue ragioni. La sua apologia verte sui seguenti punti:
non accusatemi di essere commerciale: non crederete davvero che io abbia scelto di cantare per questi "quattro soldi" e per questa gloria, che può gratificare solo gli "stronzi"? io sono figlio di gente semplice e ignorante, che credeva solo nella pensione e magari nella scuola. Io sono stato il primo della mia gente ad esplorare una strada nuova, quindi i miei errori non sono dovuti alla fame di gloria, quanto alla mia ingenuità io non voglio fare la rivoluzione e nemmeno ispirarla: quindi voi militanti severi lasciatemi vivere, io canto solo per divertimento. E se non porto avanti i vostri ideali non comprate i miei dischi e sputatemi addosso. Ma non aspettatevi nulla da me. per me scrivere non è una missione e nemmeno il massimo piacere. Scrivo quando non sto bene, nulla di più Guccini e la critica verso i cantautori.
"Io tutto io niente io stronzo io ubriacone... io ricco... negro ebreo comunista...". Come dire: mi state accusando di tutto e del contrario di tutto ed io non posso stare qui ad ascoltare chiunque ha un tiramento! Approvo persino i colleghi cantautori che lo fanno solo per soldi, fanno bene se hanno i "coglioni" di sopportare tutto questo: tutte le accuse, tutti gli insulti, tutti le pretese del pubblico e della critica. Io invece sono nato fesso, continuerò a fare canzonette per chi le vuole ascoltare, fregandomene altamente di tutti voi, voi che pretendete che io sia la colonna sonora della rivoluzione, voi che mi guardate il portafoglio, voi che mi accusate di essere comunista, fascista, ebreo o comunista. Un Guccini sempre vent'anni avanti.
Un Guccini straordinariamente avanti coi tempi e coraggioso. Lo stesso coraggio che troveranno gli altri cantautori negli anni '90, quando si poteva tranquillamente dire di non essere comunista o, addirittura, di non esserlo mai stato, ma di aver fatto finta solo per poter essere accettato da una certa frangia di pubblico. Il bello è che proprio in quella fase, con una meravigliosa canzone, Cyrano, sarà sempre lui ad esprimere dissenso verso tutti quegli autori che, una volta passata la moda, si sono levati di dosso la maschera di comunisti ed hanno indossato quella da qualunquisti. Insomma, come tutti i grandi, è sempre fuori dal tempo. Chi era bertoncelli?
A proposito: chi era Bertoncelli? Riccardo Bertoncelli è un critico musicale, noto in particolare per il libro "Pop story. Suite per consumismo, pazzia e contraddizioni", che nel 1975 dalla rivista Gong fece una feroce recensione dell'album "stanze di vita quotidiana". Fu lui a fare pressione su Guccini perché pubblicasse la canzone l'avvelenata e perchè non togliesse il riferimento alla sua persona dal testo.
Testo de l'avvelenata di Francesco Guccini.
Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni; va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia, chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato... Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante, mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante: giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo, e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta... Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa, però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia; io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi: vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso... Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare, godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare... se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie: di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo... Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista, io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista! Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino, io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare! Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento? Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento. Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro: compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco! Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni, voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni... Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete, un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate! Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso, mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare: ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!
http://significatotestocanzone.blogspot.it/2015/03/lavvelenata-francesco-guccini.html
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motolesechloe · 1 year
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Cinema a New York, Hopper, 1939
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L'idea del quadro nasceva sempre dal fatto- cioè dal vero: una casa spettrale lungo la ferrovia, un faro, una strada, una finestra. Ma non prendeva il pennello se non aveva tutto chiaro in mente: l'immagine doveva spogliarsi di ogni dettaglio aneddotico per diventare una faccenda di forme, volumi e soprattutto luce.
Con la sua pittura rigorosa e «puritana» aveva saputo cogliere l'essenza dell'America moderna, lo squallore della vita quotidiana, l'alienazione, la solitudine. La tristezza del paesaggio urbano di domenica, i luoghi anonimi come diners, le camere d'albergo e di motel. Nei suoi quadri, dominati dagli spigoli delle architetture e da schemi cromatici essenziali, compaiono pochissimi personaggi, sempre isolati, persi nel loro silenzio
É Degas quello cui doveva di più, dove si trovano le squallide stanze d'albergo, uffici deprimenti, stirerie, caffè e platee buie di teatri, vi sono già molti futuri Hopper, e anche questo.
Il film proiettati sullo schermo é solo un ombra confusa. Però guizzante e mobile, quasi fosse l'unica cosa viva.
Ha ripetuto spesso che l'arte é forse anche piacere, ma certamente é fática. Ogni opera é frutto di un difficile lavoro di sintesi
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altabattery00 · 2 years
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Il robot aspirapolvere Midea S8+, per un cambiamento radicale nella tua vita quotidiana
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AliExpress ti propone il nuovo Midea S8+, un robot aspirapolvere intelligente da non perdere! Dai un'occhiata a questo nuovo modello e ai migliori aspirapolvere Midea disponibili su AliExpress in questo articolo.
Il tuo bambino striscia sui tuoi pavimenti e finisce con le mani e le ginocchia sporche? Potrebbe essere il momento di investire in un robot aspirapolvere di qualità che pulirà i tuoi pavimenti senza sforzo! E buone notizie: il robot aspirapolvere Midea S8+ è disponibile a basso prezzo su AliExpress. Potrai così godere di tutti i suoi servizi di alta gamma senza spendere troppo.
Per tutti coloro che non amano pulire, sono stufi delle discussioni sulla distribuzione delle faccende domestiche o vogliono porre fine ai peli di cane o gatto in casa, il robot aspirapolvere Midea S8+ diventerà presto un compagno ideale!
Con Midea S8+ benefici in particolare di numerosi vantaggi come la pulizia delle vibrazioni. Il Midea S8+ è infatti in grado di imitare le mani umane per pulire il pavimento. Il tuo pavimento sarà molto pulito e non avrai alcuno sforzo da fornire. Inoltre, offre la raccolta automatica 9S con aspirazione 19000PA per pulire facilmente il contenitore della polvere dell'aspirapolvere.
Il robot aspirapolvere ti regala anche 30 giorni senza svuotare grazie al suo contenitore per la polvere da 2,5 litri. Ha una batteria da 5200 mAh e può pulire la tua casa per 150-180 minuti prima di tornare alla sua stazione di ricarica da solo. Il suo sistema di navigazione laser LDS ti offre anche un'analisi accurata della tua casa. Il Midea S8+ può capire l'aspetto della tua casa, anche con i pavimenti.
Offre anche un serbatoio dell'acqua vibrante e può quindi aspirare la polvere, ma anche pulire liquidi o macchie ostinate sul pavimento. Sul lato aspirazione, ha un motore molto potente e offre quindi un'aspirazione ottimale di 4000 Pa.
Su AliExpress, questo aspirapolvere è offerto dallo store ufficiale di Midea Robot e consegnato gratuitamente dalla Francia in soli 3 giorni.
ASPIRATORI MIDEA M7 E M7 PRO A PREZZO BASSO SU ALIEXPRESS Su AliExpress, puoi anche goderti la precedente gamma di robot aspirapolvere Midea: il Midea M7 e il Midea M7 Pro.
Con il Midea M7, ottieni un robot aspirapolvere con serbatoio dell'acqua, e-control LDS, navigazione umida e secca e aspirazione 4000Pa. Tra tutti questi vantaggi, offre la mappatura LiDAR e la navigazione LiDAR intelligente ad alta precisione. Può così identificare ostacoli, salire automaticamente fino a 2 cm ed evitare cadute. Offre fino a 3 mappe della tua casa e può riconoscere ogni stanza della tua casa per una pulizia efficiente e veloce.
La sua spazzola a forma di V può raggiungere ogni angolo della tua casa e può anche raccogliere i peli di animali sui tappeti. Grazie all'app M Smartlife, puoi controllare il tuo robot aspirapolvere e assumere il pieno controllo delle pulizie della tua casa. È anche compatibile con gli assistenti vocali Google e Alexa. Viene consegnato gratuitamente in 5 giorni dalla Spagna.
Su AliExpress abbiamo trovato anche la Midea M7 Pro a basso prezzo! Un po' più sofisticato rispetto al classico M7, offre in particolare una pulizia ad alta frequenza con 500 vibrazioni al minuto. La sua aspirazione di 4000 Pa è potente e il suo motore può gestire quasi tutto.
Il Midea M7 Pro offre anche una spazzola bilaterale e può raccogliere la polvere molto facilmente. Può identificare gli ostacoli nella tua casa, riconoscere le stanze in cui è stato prima e pulire per oltre 180 minuti senza ricaricare grazie alla sua batteria da 5200 mAh.
Dopo 416 ordini da AliExpress al momento in cui scriviamo, il Midea M7 Pro gode di una media di 4,8/5. Viene inoltre consegnato gratuitamente dallo store ufficiale di Midea Robot.
Fondata nel 1968, Midea è un'azienda di livello mondiale che fornisce soluzioni tecnologiche per la casa, l'edilizia e l'industria. Si concentra sull'innovazione digitale e offre soluzioni di automazione per aiutarti nella vita quotidiana. Ogni anno conta più di 400 milioni di utenti in tutto il mondo con importanti clienti in vari settori, nonché partner strategici per prodotti e servizi soddisfacenti.
Oggi, Midea unisce più di 160.000 dipendenti in tutto il mondo, con circa 200 filiali, 35 centri di ricerca e sviluppo e 35 importanti basi di produzione in più di 200 paesi e regioni. Nel 2022 il gruppo ha raggiunto il 245° posto nella classifica “Fortune Global 500”.
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istanbulperitaliani · 2 years
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Il padiglione del sultano
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Il padiglione Hünkar, Hünkar Kasrı, fa parte del complesso della Yeni Camii (la moschea Nuova) ad Eminönü. Il padiglione é composto da due grandi stanze, un iwan (una sala chiusa per tre lati da muri ed interamente aperta sul quarto lato da un arco a tutta parete) ed un bagno. La loggia é collegata alla moschea attraverso un lungo corridoio che consentiva il passaggio diretto del Sultano e della sua famiglia alla Yeni Camii. 
Il padiglione Hünkar possiede delle rare maioliche del XVII secolo, i pannelli e le vetrate colorate sono considerati esempi di altissimo livello d’artigianato. Alcune delle piastrelle sono state realizzate appositamente solo per decorare questo luogo. Risultano davvero affascinanti le decorazioni in gesso, in legno e in madreperla. Un vero e proprio piccolo gioiello.
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Il lungo corridoio che porta alla loggia del padiglione é stato trasformato anche in un centro espositivo per artisti locali.
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Istanbul per italiani é la tua guida turistica per Istanbul!
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dettaglihomedecor · 7 months
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Importante ristrutturazione di una casa a Montreal per una giovane famiglia
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Lo studio Entre Quatre Murs svela il suo ultimo progetto per questa casa situata nella città di Mount Royal, a Montreal, Canada. Costruita originariamente nel 1959, la casa non era stata ristrutturata da diversi decenni e presentava tipiche stanze chiuse e corridoi piccoli, stretti e bui. I clienti volevano creare una casa che si adattasse al loro stile di vita. Scelsero di acquistare la proprietà per la sua posizione e l'ampio giardino, ma desideravano una trasformazione radicale di tutti i piani in modo che la loro giovane famiglia potesse prosperare tra le sue mura per molti anni a venire.
Fare della luce un elemento centrale della casa
Per superare la mancanza di luce naturale, l'approccio è stato quello di rivedere completamente il lay out di alcune stanze e creare un'imponente apertura tra il primo e il secondo piano. La scala in legno bianco con ringhiera in vetro, che attraversa i tre i piani della residenza, dà un'impressione di leggerezza e permette alla luce solare di attraversare tutta la casa. Per creare un forte collegamento con l'esterno, sulla facciata posteriore sono state realizzate ampie aperture che consentono la vista sul giardino da tutti i piani.
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Ogni stanza la sua privacy
La zona giorno ora è un ampio spazio aperto. Nonostante ciò, entrando in casa la cucina non è visibile ne dal soggiorno e nemmeno dall'ufficio open space situato al secondo piano. Solo salendo le scale è possibile apprezzare tutti gli spazi contemporaneamente. "Volevamo che ogni stanza avesse la sua privacy e che la vista tra ogni spazio non sminuisse il godimento del momento, ma semplicemente permettesse di intravedere gli altri membri della famiglia che si spostano da una stanza all'altra. Quindi, anche se la maggior parte delle due I pavimenti sono a pianta aperta, i mobili su misura e la disposizione delle camere offrono un senso di calma e privacy", spiega Gatline Artis, proprietaria della casa e designer di Entre Quatre Murs.
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La cucina è caratterizzata da un lay out non convenzionale. Infatti, si sviluppa in due spazi separati. La porzione frontale è composta da tre elementi d'arredo integrati pensati per dare un senso di leggerezza e raffinatezza. Non ci sono pensili e la vetrina richiama le librerie del soggiorno. Inoltre, le gambe dell'isola creano una zona tavolo attorno alla quale la famiglia si riunisce ogni sera per preparare la cena.
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Dietro la porzione frontale, la dispensa total black crea un contrasto deciso con la cucina, mettendola in risalto. Per facilitare l'accesso non è stata prevista alcuna chiusura. Vera e propria estensione della cucina, questo spazio è stato massimizzato per integrare con discrezione il frigorifero, l'angolo caffè e tutti i piccoli elettrodomestici di uso quotidiano. Questi elementi rimangono visivamente nascosti, ma facilmente accessibili. Questo spazio combina armoniosamente estetica e funzionalità.
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In questa casa privacy e spazio comune vanno di pari passo
Al secondo piano tutti gli spazi privati ​​si articolano attorno all'apertura centrale della casa. La disposizione originale delle stanze è solo un ricordo. La nuova configurazione immerge gli occupanti nel cuore della vita familiare non appena lasciano i loro spazi privati. Per migliorare il comfort, particolare attenzione è stata posta all'isolamento acustico di questi ambienti.
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L'ufficio è diventato un elemento centrale nella vita quotidiana dei proprietari. Volevano poter lavorare occasionalmente da casa con vista libera sul giardino. Collocate al centro dello spazio, le grandi superfici di lavoro fungono da isola centrale attorno alla quale tutti i membri della famiglia possono riunirsi per lavorare, mentre i bambini possono fare i loro compiti.
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Tre funzioni in un solo spazio
Un progetto dove nulla è stato lasciato al caso, compreso il piano interrato in cui convivono in armonia tre funzioni senza sovrapporsi. Ciò è reso possibile grazie all'uso di mobili su misura che forniscono una delineazione visiva tra la palestra, l'area della piscina e il soggiorno. Al fine di ottimizzare lo spazio, il design di questi mobili su misura valorizza anche la funzionalità di ciascuno dei sottospazi. Il risultato è un seminterrato vivace e multifunzionale, utilizzato quotidianamente da tutta la famiglia.
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Studio: Entre Quatre Murs Designer/Project manager: Gatline Artis Photo credit: Phil Bernard   Read the full article
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clacclo · 2 years
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Canzone della triste rinuncia
Le luci dentro al buio sono andate via e l'allegria comprata è già sparita, il giorno dopo è sempre la malinconia che spezza la magia di un' altra vita.
La forza che ti lega è grande più di te, l'anello al collo si stringe sempre più: non dare più la colpa al mondo o a lei per la rinuncia triste a quello che non sei...
Lo sai cosa vuol dire stare giorni interi a buttar via nel niente solo il niente; fai mille cose, ma sono sempre i tuoi pensieri che scelgono per te diversamente.
Son stanco d'aver detto le cose che dirò, di aver già fatto le cose che farò, ma è tardi, troppo tardi, per piangere ormai sulla rinuncia triste a quello che non fai...
Credevo l'incertezza possibilità e il dubbio assiduo l'unica ragione, ma quali scelte hai fatto in piena libertà: ti muovi sempre dentro a una prigione...
Non è la luce o il buio, né l'ero ed il sarò, non è il coraggio che ti fa dir "vivrò", è solo un'altra scusa che usare vuoi per la rinuncia triste a quello che non puoi...
Non voglio prender niente se non so di dare, io e chissà chi decidono ciò che posso, non ho la voglia o la forza per poter cambiare me stesso e il mondo che mi vive addosso...
E forse sto morendo e non lo so capire o l'ho capito e non lo voglio dire, rimangono le cose senza falso o vero, e la rinuncia triste a quello che io ero...
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