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#caserme
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Questo scatto di Sea Land & Urban Exploration in una località SEGRETA ci ricorda, intanto, che siamo ancora vivi. Inoltre, ci ricorda che è permesso tutto ciò che non è vietato, anche se vietato un secolo fa da Vittorio Emanuele III. Infine, ci ricorda il fascino dei paradossi e dell'effetto vedo non vedo.
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papesatan · 4 months
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Trovo che nulla parli di noi come le nostre lacrime. Di conseguenza, ho deciso di trascrivere qui una lista di eventi e situazioni che mi fanno piangere inconsolabilmente:
le lettere scritte da mia madre e nascoste in un vecchio diario di scuola, quando andavo ancora alle medie. Le ho scoperte soltanto pochi mesi fa, riaprendolo casualmente, e sono scoppiato a piangere,
il finale di Mary Poppins, quando dopo essere stato licenziato, il signor Banks torna a casa con l’aquilone finalmente riparato e comincia a giocare coi figli, correndo fuori con loro per farlo volare nel parco (scena tuttora inguardabile per me senza cominciare a frignare),
gli abbracci alla stazione,
l’episodio di Doraemon in cui Nobita vorrebbe ringraziare la persona che, durante una gita all’asilo, lo aiutò a rialzarsi, scacciando i bruchi pelosi che lo ricoprivano. Tuttavia, Nobita non riesce a ricordare il suo volto, così Doraemon gli offre l’opportunità d’incontrare chiunque voglia nella Stanza del Rivedersi,
la perduta innocenza,
il finale dell’Uomo dei Sogni, quando Ray incontra suo padre, morto da tempo, e prima che questi svanisca gli chiede: “Ehi papà, vuoi giocare un po’ con me?” (tema a quanto pare ricorrente, dovrei forse dedurne qualcosa?),
l’inesorabile decadimento fisico e psichico dei miei genitori, ormai pressoché anziani,
la tenerezza del mio cagnolino e la consapevolezza della sua ineluttabile caducità, 
questo mio talento letterario negletto e sprecato, gettato ormai ad appassire come giardino incolto,
il finale della terza stagione di Person of Interest, quando Samaritan sembra aver ormai vinto, ma il monologo di Root ci ricorda che nonostante tutto il male che ci opprime, non dobbiamo mai smettere di sperare,
Exit music for a film dei Radiohead, dal minuto 2:50, ovvero lo smanioso desiderio di rivalsa che da sempre m’avvampa e mi corrode animo e viscere dopo ogni mortificante derisione, al pensiero che sì, un giorno tutti sapranno, e allora, beh, gliela farò vedere io… (me ne rendo conto, di solito è così che nascono i serial killer). Questa parte, ad ogni modo, mi emoziona a tal punto da avermi spinto a scrivere il finale della mia storia: “Un ventoso mattino di settembre, i servi del marchese  avrebbero forzato le porte dello studio, ove il misero scrittore soleva rinchiudersi di notte, e lo avrebbero trovato morto, riverso fra le sue carte in una pozza di vomito. Spalancate le finestre a lutto, i poveri disgraziati sarebbero stati travolti allora dall'empia ferocia di quegli astiosi fogli sdegnati dal tempo e, così finalmente libere, pagine e pagine d'inchiostro si sarebbero riversate in strada, pronte a prender d'assalto case e negozi, scuole e caserme, mulinando burrascose sulla città, fra le strida dei borghesi impazziti e le urla dei bambini accalcati contro i vetri, fino a seppellire il mondo, terra e cielo, sotto cumuli di scritti dissotterati dal fuoco e dagli abissi”,
la morte di Due Calzini in Balla coi lupi (e il tema ad esso collegato), quando il lupo segue fedelmente Dunbar ormai prigioniero e i soldati gli sparano addosso per dimostrare la loro tonitruante possenza di coraggiosissimi esseri umani supercazzuti, finché non l’ammazzano senza pietà. 
la lettera di Valerie da V per Vendetta, (credo non occorrano spiegazioni né commenti qui),
la mia sciagurata impotenza dinanzi al dolore degli amici,
la morte del commissario Ginz ne Il dottor Živago: “Soldati armati di fucili lo seguivano. ‘Cosa vorranno?’ pensò Ginz e accelerò il passo. Lo stesso fecero i suoi inseguitori. [...] Dalla stazione gli facevano segno di entrare, lo avrebbero messo in salvo. Ma di nuovo il senso dell’onore, educato attraverso generazioni, [...] gli sbarrò la via della salvezza. Con uno sforzo sovrumano cercò di calmare il tremito del cuore in tumulto. Pensò: ‘Bisognerebbe gridargli: - Fratelli, tornate in voi, come volete che sia una spia! - Qualcosa di sincero, capace di svelenirli, di fermarli.’ [...] Davanti all’ingresso della stazione si trovava un’alta botte chiusa da un coperchio. Ginz vi balzò sopra e rivolse ai soldati alcune parole sconvolgenti, fuori dell’umano. Il folle ardire del suo appello, a due passi dalle porte della stazione, dove avrebbe potuto rifugiarsi, sbigottì gli inseguitori. I soldati abbassarono i fucili. Ma Ginz si spostò sull’orlo del coperchio della botte e lo ribaltò. Una gamba gli scivolò nell’acqua, l’altra rimase penzoloni fuori della botte. [...] I soldati accolsero la sua goffa caduta con uno scroscio di risate: il primo lo colpì al collo, uccidendolo. Gli altri gli si gettarono sopra per trafiggere il morto a baionettate”. Non riesco a dire come questa fine mi commuova, ma credo abbia a che fare con goffaggine, spietatezza e umiliazione, cose che mi colpiscono tutte enormemente,
l’episodio de La casa nella prateria, in cui il signor Ingalls realizza una scarpa speciale per la piccola Olga che zoppica a causa di un’asimmetria nelle gambe. Il padre però non vuole che giochi con le altre bambine perché teme possano deriderla o che, ancor peggio, possa farsi male. Aggredisce così il signor Ingalls per essersi intromesso, ma all’improvviso vedendo la figlia giocare felice in cortile, muta espressione commuovendosi profondamente, ed io con lui. È la gioia d’un padre che comprende che sua figlia è finalmente felice. 
la vittoria dell’Italia alle olimpiadi di Torino 2006 nel pattinaggio di velocità, inseguimento a squadre maschile. Avevo 17 anni, avevo finito da poco i compiti e non so perché, restai paralizzato di fronte alla tv ad ammirare l’impresa di Enrico Fabris e compagni, esplodendo poi in un inspiegabile pianto liberatorio che ancora oggi sa per me d’imponderabile (disciplina mai più seguita, che quel giorno però mi regalò un’emozione eguagliata solo dall’oro di Jacobs nel ‘21 - senza lacrime),
la canzone Ave Maria, donna dell’attesa: dal matrimonio di mia sorella ad oggi son passati sette mesi, eppure questa canzone mi fa ancora lo stesso perturbante effetto, scuotendomi ogni santa volta.
Isengard Unleashed dalla colonna sonora del Signore degli Anelli, in particolare, il momento coincidente con la marcia degli Ent (vedi sogni di furiosa rivalsa), dal minuto 2:18,
la comprensione altrui,
ogniqualvolta ho dovuto accompagnare qualcuno all’Eterna Porta e dirgli addio in Spiritfarer,
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trovare ricci spiaccicati sulla strada,
gli immarcescibili sensi di colpa per la morte del gattino Figaro, quando avevo cinque anni,
le storie di grandi insegnanti, capaci di lasciare tracce di sé nei loro alunni.
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falcemartello · 5 months
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Per più di cento anni, dal 286 al 402, le capitali dell'Impero Romano furono due, in oriente Costantinopoli, e in occidente... Milano. Nonostante questo le tracce della Milano capitale dell'Impero sono nascoste dalla città moderna, quasi un po' come se ne vergognasse.
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Ad esempio i resti del grandioso Palazzo Imperiale sono presentati così, in un giardinetto di via Brisa. Ci ho abitato un anno e non ne avevo mai sentito parlare.
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Eppure era una struttura imponente, che comprendeva, oltre agli appartamenti imperiali, anche caserme, edifici per le funzioni amministrative e pure delle piccole terme per la corte imperiali e gli alti funzionari.
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Ma magari colpa mia, che ho solo visitato le basiliche paleocristiane. C'è qualche giro organizzato dal Comune o altro ente della Milano romana, che fra l'altro si trova ancora nelle denominazioni di tanti luoghi, come Piazza San Giorgio al Palazzo?
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gregor-samsung · 23 days
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“ Lipari è la migliore di tutte le isole in cui sono deportati gli oppositori al regime. Prima del fascismo, vi erano relegati i delinquenti comuni dichiarati incorreggibili. La zona riservata ai confinati era di un chilometro quadrato: attualmente è ridotta a poche centinaia di metri. Sentinelle e pattuglie sbarrano le vie d’accesso. Per cinquecento deportati prendevano servizio trecento agenti e militi fascisti. Attualmente vi sono cinquecento militi fascisti: dietro ogni deportato un milite. Solo pochi deportati, malati o con famiglia, possono abitare nelle case private: gli altri sono obbligati a dormire nelle caserme, dentro le mura di un antico castello. La popolazione simpatizza con i deportati, ma sono vietati i rapporti. In venti mesi, dal novembre cioè del 1927 all’agosto del 1929, io non ho potuto avvicinare che il medico. Il deportato deve vivere segregato dal mondo. I giornalisti stranieri che hanno visitato Lipari non hanno parlato che con gli agenti di polizia. Un giornalista americano, per il Natale del 1927, visitò l’Isola espressamente per passare le feste con il suo amico deputato Morea. Gli fu vietato lo sbarco. Il mare è continuamente guardato da barche, da motoscafi veloci della regia marina e da un canotto da guerra: su tutti vi erano riflettori e mitragliatrici; sul canotto c‘è anche un cannone. Di giorno e di notte, ispezionano le coste. Il controllo sulle navi che approdano nell’Isola, è fatto colle norme del tempo di guerra. Tutti gli estranei che sbarcano nell’Isola sono sottoposti a perquisizioni personali. “
Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, introduzione di Giovanni De Luna, Einaudi (collana ET Scrittori n° 1037), 2008⁴, pp. 180-181.
 NOTA: Questo memoriale antifascista fu pubblicato dall'autore in esilio a Parigi dapprima nel 1931 per un pubblico internazionale, quindi nel 1933 in lingua italiana (col significativo sottotitolo Fascismo visto da vicino) dalla casa editrice parigina "Critica". Il libro fu edito in Italia già nel 1945 dall'editore Einaudi nella Collana "Saggi".
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intotheclash · 2 months
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Avevano iniziato prestissimo a rompergli i coglioni. Praticamente subito dopo la sua nascita, obbligandolo a poppare a orari prestabiliti, a cercare di farlo dormire quando aveva voglia di comunicare e viceversa, a frequentare solo oggetti DOC, a sopportare assurde moine per strappargli un sorriso da esibire allo zoo dall'altra parte dello steccato ed un'infinità di altri ricatti piccoli e grandi. Poi le cose peggiorarono di molto al raggiungimento dell'età scolastica. Appena messo piede nella scuola, intuì subito di trovarsi in una specie di caserma culturale. Più tardi comprese che era molto più caserma che culturale. Poi conobbe le caserme-caserme e sempre più ebbe la sgradevole impressione che stavano cercando di sagomarlo come una serratura nella quale fare entrare le loro chiavi. Giunto nel mondo del lavoro, che da noi nobiliterebbe mentre altrove rendeva liberi, si vide circondato da uomini-serrature e da uomini-chiave ed iniziò a costruire un piano che avrebbe dovuto permettergli d'evadere dall'immensa prigione in cui stavano rinchiudendo le nostre esistenze. Con dolore vide suoi coetanei che per sfuggire all'annullamento sociale si autoannullavano conficcandosi narghilè nel cervello e siringhe nelle vene. Altri accettarono le regole e si misero in fila per avere i bollini dell'arrampicata sociale: si inizia con un frullatore e si termina, dopo mezzo secolo di sfruttamento e cambiali, con la lavatrice ultimo modello nell'appartamento condominiale scontato con venti anni di mutuo-prigione. Altri ancora, tra i quali lui, iniziarono un lungo cammino verso la libertà attraverso i labirintici meandri dell'autorità che tutto copre e avvolge. Ora dovrebbe trovarsi all'incirca ad ovest della statua della libertà, verso il trentesimo sub-livello rispetto al volo degli uccelli. Difficile spiegare esattamente il perché, ma so per certo che si sente libero.
Horst Fantazzini - Autorità
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italiasparita · 2 months
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Mucici. Caserme
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cutulisci · 7 months
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Ogni volta che la politica manda a effetto una operazione contro la classe operaia, i primi a gioirne o, “meglio”, i primi a dare manifestazioni esteriori della loro contentezza non sono i “pezzi grossi”, commissari di polizia od ufficiali delle regie guardie o dei carabinieri, ma sono i più umili agenti, i più modesti carabinieri, l’ultima delle guardie regie. Sono cioè gli agenti del governo usciti dalle file del proletariato più arretrato, costretti a questo passo dalla miseria o dalla speranza di trovare, abbandonando il campo o l’officina, una vita migliore, dalla persuasione di divenire qualche cosa di più di un povero contadino relegato in un paesetto sperduto fra i monti, di un manovale abbruttito dal quotidiano lavoro d’officina. Questa gente odia, dopo averne disertato le file, la classe lavoratrice con un accanimento che supera ogni immaginazione. “Ecco le armi”, urlò trionfante non so se un agente investigativo od un carabiniere in borghese, scoprendo una rivoltella durante la perquisizione all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. Pochi minuti dopo, un altro agente udendo uno scambio di parole tra il commissario ed un nostro redattore, esclamò: : “Finiremo per arrestarli tutti! Li arresteremo tutti!” A questo pensiero la sua bocca si aprì ad un riso tanto cattivo da sbalordire chiunque non sia abituato a questo genere di fratellanza umana. Ho compreso allora perché nelle caserme e nei posti di polizia, carabinieri, guardie regie ed agenti gareggino nel bastonare gli operai arrestati, nel rallegrarsi delle loro torture. E’ un odio di lunga data. Gli agenti dello Stato addetti al mantenimento dell’ordine pubblico sentono attorno a sé il disprezzo che tutta la classe lavoratrice ha per i rinnegati, per quelli che sono passati nell’altro campo, per i mercenari che impegnano ogni loro energia per soffocare qualsiasi movimento del proletariato. E al disprezzo del proletariato s’aggiunge quello di gran parte della borghesia che guarda con occhio diffidente tutta rinnegati questa puzza di questura. Perché? Perché questa è la sorte di tutti i mercenari: al disprezzo e all’odio degli avversari s’aggiunge quasi sempre il disprezzo dei padroni. Ed è naturale, è umano che nell’animo di questa gente mal pagata, che non sempre riesce a procurarsi quanto occorre per una vita piena di stenti e di privazioni e che si sente circondata da una barriera che la divide dagli altri uomini, che la mette quasi fuori dalla società, germogli l’odio, metta radici la crudeltà: odio contro quelli che prima erano i fratelli, i compagni di lavoro e che ora disprezzano con maggior forza, crudeltà che si esplica contro di essi sotto mille forme diverse. Così, arrestare un operaio è una gioia, un trionfo, bastonarlo e malmenarlo, una festa, rinchiuderlo in carcere una rivincita. Solo nel momento in cui essi tengono un uomo fra le mani e sanno di poter disporre della sua libertà, della sua incolumità, sentono di possedere una forza che in qualche momento della vita li rende superiori ai loro simili. La gioia di acciuffare un uomo non proviene dalla consapevolezza di servire la legge, di difendere l’integrità dello Stato: è una piccola bassa soddisfazione personale, è la gioia di poter dire: “Io sono più forte”. Quale altra gioia possono essi provare? Quanti di essi sono in grado di formarsi una famiglia senza che la vita di stenti diventi vita di patimenti? Non è forse vero che a molti di questi transfughi del proletariato la vita non riserva altre soddisfazioni che qualche umile offerta di una passeggiatrice notturna in cerca di protezione?
Noi li abbiamo visti pochi giorni or sono nella nostra redazione. Moltissimi, dall’abito, potevano benissimo essere scambiati per operai in miseria. E’ certo che erano umilmente, più che umilmente vestiti non solo per introdursi tra gli operai, per raccoglierne i discorsi, per spiarli, ma anche perché non potrebbero fare diversamente. E guardavano con gli operai veri, quelli che si dibattono tra la reazione e la fame e cercano affannosamente la via della liberazione. Essi comprendevano, sentivano che chi lotta è sempre superiore a chi serve. E quando hanno ammanettato i giovani che difendevano il giornale del loro partito il giornale della loro classe, il loro giornale, gli agenti hanno avuto un lampo di trionfo, hanno riso. Ma non era un riso spontaneo, giocondo. Era un riso a cui erano costretti dalla rabbia, dal disprezzo degli altri, dalla loro vita, dal destino a cui non potevano sottrarsi. Quel riso era la smorfia di Gwynplaine.
(A.Gramsci “L’Ordine Nuovo”, 30 agosto 1921)
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levysoft · 4 months
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[…] Non dimentichiamoci che in Italia il servizio di leva militare rimane obbligatorio, ma le chiamate sono state sospese dal primo gennaio 2005 grazie alla legge 226 del 2004, successivamente confluita Codice dell'ordinamento militare. Insomma, non è stata abolita. Sempre meglio appuntarselo. […]
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colonna-durruti · 7 months
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ALESSIO LEGA
ACAB: tutti i poliziotti sono bastardi (All Cops Are Bastards).
Che vuol dire “bastardo”? Vuol dire “figlio illegittimo”. Nella repubblica italiana i poliziotti (ma diciamo anche le forze dell’ordine nel loro insieme), non hanno mai, dico MAI, compreso la distanza fra il fascismo e la democrazia. Possiamo risalire molto più indietro di Genova 2001, alla polizia di Scelba e di Tambroni, che non si limitava a manganellare ma sparava per uccidere: a Melissa, a San Donaci, a Modena, a Reggio Emilia… Possiamo parlare dei carabinieri golpisti. Possiamo discutere di cosa successe la notte di Pinelli.
Molti poliziotti sono anche morti eroicamente nel contrastare la mafia? Certo… pensate che i poliziotti fascisti del prefetto Mori non lo facessero? Un esercito combatte contro il nemico che gli indica il generale non sta a pensare se esso è buono o cattivo: lo combatte senza testa, senza ragione. Perciò nessun esercito può essere democratico - anche se è al servizio di una repubblica e contro una dittatura - perché il concetto di democrazia popolare ti interroga sempre, individualmente, sul senso di ciò che fai. L’obbedienza in democrazia non è più una virtù (l’ha detto un prete, non un anarchico).
E vogliamo parlare dei poliziotti omertosi sui loro colleghi? Di quelli che collettivamente applaudono gli assassini (condannati in via definitiva) di Aldrovandi? Del fatto che, se vuoi avere una speranza di verità, devi far indagare i carabinieri sulle malefatte della polizia e viceversa, sperando che la rivalità fra corpi delle forze dell’ordine faccia ciò che non può fare il rispetto del mandato democratico? Vogliamo parlare della tortura usata regolarmente nelle questure e nelle caserme? (che fa schifo anche quando il torturato è a sua volta un torturatore, un fascista o un mafioso). Vogliamo parlare della polizia penitenziaria, fogna nella fogna: Modena e Santa Maria di Capua Vetere 2020? Vogliamo dire qualcosa di quella super-polizia che sono i servizi segreti, che non erano “deviati”, ma proprio concepiti così. Del loro ruolo nella storia repubblicana?
Quando si dice che “tutti i poliziotti sono bastardi” non si vuol negare che ci sia stato il fascista onesto ed il nazista che nascose in casa sua gli ebrei che conosceva. Si intende dire che le forze dell’ordine non hanno mai colto la distanza fra il sistema autoritario e quello democratico, sono “bastardi” nel senso che sono figli di una diversa e opposta concezione dell’ordine pubblico. Che per loro chi manifesta è sempre potenzialmente un criminale, un pericolo, nel migliore dei casi una scocciatura. Essi non hanno mai capito che sono al servizio dei cittadini e della costituzione, essi si ritengono al servizio del governo, più spesso della parte padronale e reazionaria del paese. Essi non sanno che nelle piazze si esercita un diritto democratico pari (se non superiore) che nel parlamento.
Per questo se quell’acronimo - nella sua schietta genericità - dà fastidio, è solo perché stringatamente esprime un giudizio storico preciso, meditato e inappellabile: la polizia italiana non è la prima figlia della democrazia, ma l’ultima bastarda del fascismo.
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bangtanitalianchannel · 8 months
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[TRAD ITA] 240115 ANNUNCIO WEVERSE DELLA BIGHIT MUSIC:
"Salve,
Questa è BIGHIT MUSIC.
Vi ringraziamo sempre per il vostro sincero amore e supporto per i BTS. Grazie alla vostra gentile considerazione e al vostro supporto, lo scorso dicembre i membri dei BTS RM, Jimin, V e Jung Kook sono entrati nell'esercito e presto svolgeranno i loro compiti nel campo di addestramento.
Grazie per il vostro interesse e supporto nel giorno dell'arruolamento. Di seguito sono riportate informazioni aggiuntive che i fan dovranno tenere a mente durante il periodo di servizio degli artisti.
Le caserme militari sono spazi comuni condivisi dal personale militare per l'addestramento collettivo. Se al centro arrivassero contemporaneamente un gran numero di lettere e regali da parte dei fan, sarebbe difficile conservarli e potrebbero andare perduti facilmente. Pertanto, chiediamo gentilmente ai fan di astenersi dall'inviare qualsiasi cosa tramite posta. BIGHIT MUSIC aiuterà invece ad assicurarsi che gli artisti siano in grado di vedere personalmente tutti i messaggi commoventi che i fan lasceranno su Weverse usando gli hashtag #Dear_RM_from_ARMY, #Dear_Jin_from_ARMY, #Dear_SUGA_from_ARMY, #Dear_jhope_from_ARMY, #Dear_Jimin_from_ARMY, #Dear_V_from_ARMY, #Dear_JungKook_from_ARMY.
Vorremmo anche chiedere la vostra collaborazione durante la cerimonia di formazione delle reclute. Al fine di evitare eventuali problemi di affollamento, chiediamo ai fan di astenersi dal visitare il luogo. Vi chiediamo invece di conservare nei vostri cuori le commoventi parole di sostegno e di arrivederci.
Chiediamo il vostro continuo amore e sostegno per i membri dei BTS finché non completeranno il loro servizio e torneranno. La nostra azienda si impegnerà inoltre a fornire tutto il supporto di cui avranno bisogno durante questo periodo.
Grazie."
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©ImVali)
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pedrop61 · 2 years
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I media italiani che stanno seminando il panico su una presunta ecatombe in Cina, collasso del sistema sanitario e contagi record, attingono a fonti americane e britanniche, le stesse che si servivano di immagini satellitari per dimostrare l'esistenza di "campi di concentramento" nello Xinjiang, risultati poi essere edifici scolastici, oppure normali caserme e prigioni. E' sulla base di informazioni false, e in ossequio alla sinofobia orchestrata ad arte dai soliti noti, che alcuni paesi alleati degli USA hanno deciso di imporre restrizioni a chi proviene dalla Cina. Decisione strettamente politica e arma di ricatto contro Pechino. Il Covid, come l'influenza, e' endemico nel mondo e in Cina circola esattamente come in Italia, causando in proporzione anche molte meno vittime. I decessi, come prevedibile, si registrano tra persone anziane o affette da gravi patologie. In Cina non c'e' nessuna isteria, e in questi giorni tutti si preparano al Capodanno cinese, affollando centri commerciali e negozi. @LauraRuHK
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rosateparole · 1 year
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«[...] Prima, sapevamo delle crudeltà tra di loro: tra le diverse popolazioni di lingua slava ma di appartenenze etniche, politiche o religiose, diverse. Sapevamo per esempio della lotta feroce fra i cetnici, sostenitori di re Pietro, e i partigiani di Tito. Lussinpiccolo, nel ‘43, fu occupata dai cetnici, che arrivarono con le loro famiglie. Poco dopo giunsero i partigiani di Tito: presero tutti, compresi donne e bambini, li caricarono sulle barche, li portarono al largo e li annegarono...
Noi sapevamo. Ma pensavamo che tutto questo non ci riguardasse. Churchill, Roosevelt e Stalin ci avevano garantito a suo tempo che ogni popolo avrebbe comunque deciso dei suoi destini; noi eravamo italiani, e tali saremmo potuti rimanere. A tal punto ci avevamo creduto, che io, nel ‘42, se non ricordo male, avevo fatto ristrutturare completamente la nostra casa. E rimasi sbalordito quando uno dei muratori mi disse: “Questa casa, lei se la godrà ancora per poco...”. Quell’uomo era slavo, ed evidentemente sapeva ciò che io non sapevo, che tutti noi ignoravamo...
Arrivò il 1943, e gli slavi iniziarono a reclutare come partigiani, nel nostro esercito allo sbando, sia quanti si dichiaravano comunisti e loro alleati, sia quei poveri soldati che non sapevano dove e con chi andare, e neppure avevano i mezzi per tornare a casa. In quella circostanza si rifornirono anche delle armi che sino ad allora non possedevano.
E arrivò anche il 1945: entrarono in città, a Pola, dove cominciarono col prendere possesso delle caserme, del municipio, degli edifici pubblici, di qualche villa privata. Durò quarantacinque giorni, e poi giunsero gli Alleati: noi credevamo fosse per restituirci a noi stessi; in realtà fu solo per garantirci la possibilità di andarcene, esuli, ma vivi... E noi, di andarcene, lo decidemmo subito dopo l’occupazione e i primissimi momenti di sbalordimento atterrito: decidemmo non appena fummo in grado di capire che per noi non c’era più speranza, che se fossimo rimasti avremmo dovuto vivere nel terrore quotidiano. Perché non fummo noi, a volercene andare; la verità era, ed è, che “loro” non ci volevano su quelle terre, di cui pretendevano di cancellare, insieme alla nostra presenza, anche la storia...».
Anna Maria Mori & Nelida Milani, Bora. Istria, il vento dell’esilio
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gcorvetti · 1 year
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This is not america.
Era il titolo di un brano di Bowie e Pat Metheny degli anni 80, giusto per introdurre il fattaccio della settimana, in Francia un poliziotto ha ucciso un ragazzo con un colpo di arma da fuoco, non so se accidentale o meno, fatto sta che ci sono tafferugli da giorni e assalti alle caserme di polizia. Ricordo bene il caso di George Floyd e di altri afro-americani uccisi dalla polizia, caso che ha avuto uno strascico lunghissimo su twitter. Di controbalzo Polonia e Ungheria non accettano le condizioni sui migranti che vuole imporre l'UE, semplicemente perché sono razzisti e non gli piacciono le persone di colore, pensare che i polacchi sono molto cattolici e la loro religione dovrebbe essere di apertura a tutti senza esclusione. Su Orban non c'è molto da aggiungere, sappiamo che tipo è. Estremismi di destra che piacciono agli alleati oltre oceano, ma che non sono bene accettati da questo lato dell'oceano. Altra notizia, fatalità, su nazisi vari è che il ministro dell'economia Finlandese si è dovuto dimettere, dopo 10 giorni che si era insediato, per delle frasi naziste, che strano eh? Avevo letto tempo fa che il nuovo governo delle renne si è accoppiato con l'estrema destra. Mi viene in mente quel coglione della lega con tanto di camicia nera e banda con la svastika, che nonostante le aspre critiche non ha neanche pensato di dimettersi, beh in Italia si sa che comandano gli yankee e che certi decerebrati fanno comodo, sono bassa manovalanza. Ci sono poi altre notizie ma niente di così incentrato su una situazione che è a dir poco preoccupante, beh si quella delle destre in Europa, ricordiamoci che 100 anni fa le destre salirono al potere e ci portarono ad una guerra, certo i tempi sono cambiati, ma secondo me dietro c'è lo zampino degli yankee, si si, lo so che non può essere tutto colpa loro, però conoscendo come si è evoluta la loro finta democrazia che è diventata piano piano un nazionalismo a baffetto, mi sa che ci stanno inducendo a fare la stessa cosa per controllo sulla popolazione, dico io, ma cosa devi controllare più delle leggi che ci sono, allora si può chiamare repressione del popolo, tenerli in tensione, la paura l'uno dell'altro, del popolo vicino, ecc ecc. Non è una gran cosa, stiamo a vedere come evolve.
E' ufficiale ho un lavoro, anche se per poco e anche questo non è chiaro, ieri il boss mi ha preso i documenti e penso che a breve mi darà il contratto e così capirò finalmente il periodo, se ho inteso bene al colloquio mi diceva solo luglio e agosto, quindi a settembre sono di nuovo a spasso ma nel frattempo non è male, un pò pesante passare da un periodo lungo di rilassamento, anche quando lavoravo su twitter stando a casa non era sta gran fatica, a passare 8 ore in piedi e davanti i fornelli non è il massimo. Mi sono sempre detto da almeno 7 anni a questa parte "questo è l'ultimo lavoro", pensando che magari potrei monetizzare la mia arte, ma questa volta è diverso, sono cambiato e vedo la situazione in maniera differente. Lo so che se voglio fare qualcosa dopo mi devo dare da fare adesso, a tal proposito la tendinite sembra sia quasi passata, ho ancora un pò di fastidio quando sono sotto sforzo, tipo quando suono, ma sento che sono sulla strada giusta per la guarigione, che però dovrò tenere sotto controllo con esercizi di mantenimento che mi ha dato il fisioterapista. Vado avanti così, sono fiducioso.
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gregor-samsung · 3 months
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“ I raggi delle torri non erano destinati ai degenerati. Agivano sul sistema nervoso di tutti gli esseri umani che abitavano su quel pianeta. Il meccanismo fisiologico non era ancora stato individuato, ma gli effetti principali dell'irradiazione si potevano riassumere così: il cervello perdeva la propria capacità di analisi critica. Ogni individuo pensante si trasformava in un individuo credente e, come se non bastasse, credente in maniera fideistica e fanatica, a dispetto dell'evidenza della realtà. A chi si trovava nel campo di irradiazione si poteva far credere qualsiasi cosa con i mezzi più elementari, e costui recepiva ciò che gli veniva inculcato come l'unica verità possibile ed era disposto, in suo nome, a vivere, soffrire e morire. E questo campo era onnipresente. Invisibile, onnipervasivo, eterno. A irradiarlo ininterrottamente era la gigantesca rete di torri che copriva il Paese. Come un enorme aspirapolvere, risucchiava da decine di migliaia di anime qualsiasi dubbio riguardo a ciò che strombazzavano giornali, radio, televisione, opuscoli, ciò che sostenevano gli insegnanti a scuola e gli ufficiali nelle caserme, ciò che splendeva sulle scritte al neon nelle strade e che predicavano dai pulpiti delle chiese. I Padri Ignoti dirigevano a loro piacimento la volontà e l'energia di milioni di persone. Potevano costringere le masse ad adorarli (e lo facevano); potevano suscitare in esse un odio imperituro nei confronti dei nemici interni ed esterni; avrebbero potuto trasformarli a milioni in carne da cannone e da mitragliatrice, e quei milioni sarebbero andati a morire senza batter ciglio; avrebbero potuto obbligarli ad ammazzarsi l'un l'altro in nome di qualsiasi cosa; avrebbero potuto scatenare un'epidemia di suicidi, se gliene fosse punta vaghezza... I Padri potevano tutto. “
Arkadij e Boris Strugackij, L'isola abitata, con una postfazione di Boris Strugackij, traduzione e saggio critico di Valentina Parisi, Carbonio editore (collana Cielo stellato n° 42), 2021¹, pp. 205-206.
 [1ª Edizione originale: Обитаемый остров (versione censurata) sulla rivista letteraria sovietica Neva nel 1969, numeri 3, 4 e 5]
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C'era una volta Pescara
Pescara (Piscara) il nome della città deriva dall'abbondanza nel fiume di pesce particolarmente buono (peschiera), prima prendeva il nome dal fiume Alterno (ostia aterni e aternum).
Il fiume Pescara nella storia fece molte volte da confine per i regni che si sono succeduti ed era navigabile.
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Quando la città venne distrutta rimase solo la fortezza (piazzaforte) costruita dai bizantini che cercavano di riconquistare la penisola via costa.
Sono state trovate le mura bizantine da un lato crollate per via di un maremoto probabilmente a seguito di un terribile terremoto, mentre le mura bizantine ritrovate all'interno della caserma sono ancora in piedi.
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L'imperatore Carlo V creò una serie di fortezze tra le quali la fortezza di Pescara proprio adiacente al porto di Pescara (la cosiddetta "serratura del regno")
Dal bastione San Vittorio, detto anche bastione bandiera, Re Vittorio Emanuele II si affacciò andando incontro a Garibaldi.
Re Vittorio Emanuele II affermò riferendosi a Pescara "Oh che bel sito se si abbattono le mura della fortezza Pescara diventerà una grande città commerciale" e così è stato.
Qui c'erano delle prigioni terribili "il sepolcro dei vivi" era chiamati il carcere (bagno penale) borbonico.
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La caserma di cavalleria comprensiva di una chiesetta (quella della Madonna del Carmine) era una zona molto estesa tanto da raggiungere la necropoli di Rampigna situata fuori città.
Per realizzare la ferrovia venne utilizzato il muro della fortezza.
Venne costruito sotto il regime fascista il ponte Littorio sotto il quale si teneva il mercato galleggiante delle arance.
Ennio Flaiano tra le altre cose fu grande sceneggiatore in particolare de "La dolce vita".
Inventò anch'egli come D'Annunzio alcuni termini ad esempio il termine paparazzo utilizzando il vero nome del fotografo di moda de "La dolce vita" inoltre non è un caso che le paparazze in dialetto pescarese siano le cozze che ricordano appunto il vecchio obiettivo della macchina fotografica.
Lungo l'attuale via delle Caserme al lato opposto delle caserme c'era la fanteria e le osterie.
Clemente De Caesaris salvò la fortezza di Pescara dalle truppe borboniche corrompendole con il suo oro.
Era un forte repubblicano ma per salvare la situazione chiamò i Sabaudi come reali d'Italia, però successivamente dopo aver visto come i prigionieri venivano torturati li rinnega a Torino pubblicamente in Parlamento.
Pavimento originale del '500 solo nell'attuale via Luigi D'Amico
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In Piazza del mercato (piazza Garibaldi) si facevano le prove delle bande, questa fu la vera prima Piazza Salotto per via dell'acustica che ricorda quella di un salotto.
Un pasticcere si inventa qui il "ritrovo del parrozzo"
Pescara viene distrutta dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.
In piazza mercato si trova il cosiddetto "Monumento ai caduti" di Pietro Cascella che in realtà è il "monumento della distruzione e alla ricostruzione".
La Cattedrale di San Cetteo presenta un soffitto in legno, i pilastri sono di pietra così come i capitelli e vetrate colorate. Viene realizzata così a seguito di un patto con Gabriele D'Annunzio che voleva far seppellire la madre nella chiesa in un mausoleo. Ma invece di denaro dona un quadro del '600 del Guercino enorme e prezioso a Don Brandano, raffigurante San Francesco che riceve le stigmate. Ora questo quadro è posto accanto al mausoleo della madre di D'Annunzio, mentre la chiesa è stata finanziata interamente dai pescaresi.
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La Chiesa Santa Maria di Gerusalemme era a forma circolare con 2 campanili. Forse era il riadattamento di un tempio preesistente comunque i resti ritrovati sono medievali e di stile circestense.
È questa la chiesa che venne aperta rimuovendo l'abside e che divenne Porta Nuova alla quale comunque rimaneva un solo campanile, ora invece nessuno.
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Teatro Vincentino Michetti al cui fianco costruisce casa sua in stile liberty con decori di arance.
Attorno a lui molti architetti pescaresi studiando questo stile (liberty) fanno di Pescara e di Castellammare quelle che furono le due città liberty famose in tutto il mondo.
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La parte più antica della città è dov'era Porta Sala e il convento di Sant'Agostino.
Nonostante la vicinanza con questo luogo di culto quella era via dei bordelli e non solo nel nome.
Sotto le mura della fortezza ci sono ancora dei sotterranei da esplorare.
Sotto lo strato di erba c'è un mosaico romanico
Il Ponte della ferrovia fu l'ambientazione nell'immaginazione del poeta D'Annunzio nella sua opera "Terra Vergine" al passo in cui descrive il tramonto visto dal ponte.
In mezzo alla strada sono state posizionate delle pietre del ponte romano.
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mariammaher · 14 days
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