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#castello di brescia
annag-loves-pizza · 22 days
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At this Comic-Con we were the only two mandalorians, we were literally surrounded by Hazbin Hotel cosplayers 😅 (I saw an amazing Sir Pentious cosplay tho 👀)
(Now the song “Poison” is stuck in my head, both Italian and English versions)
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pikasus-artenews · 1 year
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I nodi dei giardini del paradiso 35 straordinari tappeti antichi provenienti dal Turkestan in dialogo con opere tessili di artisti internazionali contemporanei
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The Scaligero Castle - ITALY
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kon-igi · 7 months
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SENTITE DI DOVERMI QUALCOSA E VOLETE SDEBITARVI?
Esiste un posto tra Milano e Brescia
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un posto mal distinguibile se non si fa uno zoom decente con Google Maps
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no... forse un po' di più
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ecco così va meglio.
Si tratta di un piccolo paese che dal 2004 si fregia del titolo di città ed è SONCINO, un comune italiano di 7.486 abitanti della provincia di Cremona, in Lombardia.
Soncino, oltre che conosciuta per aver condiviso la sua rocca con quella del Castello di Torrechiara per alcune scene del film fantasy Ladyhawke, è famigerata per un prodotto che è il motivo di questo post e che andrò subito a illustrarvi
LE RADICI DI SONCINO
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che sono una roba assolutamente disgustosa e immangiabile per la loro amarezza, peraltro simile a molte altre radici consumate masochisticamente in parecchie regioni italiane
SENONCHÉ
un giorno a casa di @surfer-osa abbiamo mangiato una conserva in agrodolce di tali radici sfilettate à la julienne e aromatizzate all'anice, acquistata in qualche sagra e ora la missione di vita della nostra famiglia è averle per il pranzo di Natale.
Consequenzialmente, la mia missione di vita è diventata la vostra e quindi dovete assolutamente procurarmi uno o più vasetti di tale conserva affinché io sia felice e spargere nel mondo tale felicità.
Hint: era una produzione locale di cui non ricordiamo nulla e quindi introvabile sull'internet... tranne che per persone esperte e motivate come voi.
Grazie dell'eventuale gentile reblog e dei numerosi invii multipli a DOTT. KON-IGI MURASAKI c/o TABACCHERIA ROSATI DI ROSATI MARIA Via Di Case Trombi, 5 CAP 43037, Lesignano de' Bagni, Parma.
<3
P.S. Se non trovate le Radici di Soncino e mi volete spedire altri prodotti tipici delle vostre terre mica ci sputo sopra, ecco.
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bergamogravel · 1 month
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SOCIAL RIDE MAGGIO
Qualche info sulla prossima #socialride di #bergamogravel Se non l'hai ancora fatto ti puoi ancora registrare! Ti aspettiamo! #gravel #news #gravelnews #social #gravelride
Domenica 19 maggio, ritrovo ore 08:00 presso il Rudun di Groppello d’Adda lungo il Naviglio della Martesana. Si va in provincia di Bergamo e si sconfina in quella di Brescia e di Cremona. “Il Giro dei Quattro Castelli” comprende: Castello Visconteo di Pagazzano (BG) Il castello di Martinengo (BG) Il castello di Barco (BS) Rocca di Soncino (CR) Castello di Pagazzano: L’attuale struttura…
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lucadea · 3 months
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La vista della città di Brescia dal Castello
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La vista della città di Brescia dal Castello. Uno dei luoghi da visitare a Brescia è il suo splendido castello che domina tutta la città. Come potete vedere dalla foto si vede proprio tutto! Hai mai visitato Brescia?  The view of the city of Brescia from the Castle - La vue sur la ville de Brescia depuis le Château - La vista de la ciudad de Brescia desde el Castillo. - A vista da cidade de Brescia desde o Castelo - Der Blick auf die Stadt Brescia vom Schloss aus - Quang cảnh thành phố Brescia từ Lâu đài - 从城堡俯瞰布雷西亚市 - ブレシア城からの眺め Read the full article
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giancarlonicoli · 6 months
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15 dic 2023 12:09
SGARBI E LA TELA CHE SCOTTA – VITTORIO SGARBI È PROPRIETARIO DI UN QUADRO DEL SEICENTO DI RUTILIO MANETTI, ESPOSTO PER LA PRIMA VOLTA NEL 2021 IN UNA MOSTRA, CHE SEMBRA IDENTICO A UN'OPERA RUBATA NEL 2013 IN UN CASTELLO DI PINEROLO. TRANNE CHE PER UN PARTICOLARE, UNA CANDELA IN PIÙ – PIÙ VOLTE, PRIMA CHE IL DIPINTO SPARISSE, UN FEDELISSIMO DEL CRITICO D'URTO CERCO’ DI ACQUISTARLO DALL'ANZIANA PROPRIETARIA – IL PARERE DEL RESTAURATORE: “SONO SICURO, SI TRATTA DELLO STESSO QUADRO” – L’INCHIESTA DEL “FATTO” REALIZZATA INSIEME A “REPORT” – VIDEO
Sgarbi possiede un Manetti, contenuto nella banca dati del Nucleo di Tutela dei Beni culturali dei Carabinieri e che risulta rubato. Con il Fatto Quotidiano, #Report ricostruisce la storia dell'opera che Sgarbi sostiene di aver rinvenuto per puro caso. Domenica, 20.55 su #Rai3 pic.twitter.com/AXz0dWiKWS — Report (@reportrai3) December 15, 2023
Estratto dell’articolo di Thomas Mackinson per “il Fatto quotidiano”
Una preziosa tela del sottosegretario Sgarbi risulta rubata. Due anni fa, Vittorio Sgarbi inaugurava a Lucca la mostra “I pittori della luce”. Il pezzo forte era un “inedito” di Rutilio Manetti, un dipinto caravaggesco del ‘600 che vale diverse centinaia di migliaia di euro. Il Fatto Quotidiano sco però che tanto inedito non è: quella Cattura di San Pietro si ritrova infatti tra le foto della banca dati dell’Interpol e risulta rubata.
Fino al 2013 si trovava in un castello di Buriasco, non lontano da Pinerolo, di proprietà di un’anziana signora, Margherita Buzio. Sgarbi è stato lì più volte. È un suo fedelissimo, Paolo Bocedi, che si propone per comprarlo: la signora rifiuta. Poche settimane dopo, scopre che dei ladri si sono introdotti nel castello e hanno ritagliato e asportato la tela del Manetti. Al suo posto, trova una foto dell’opera attaccata con una spillatrice.
La vittima denuncia il furto, avanza anche dei sospetti, ma il fascicolo viene subito archiviato dall’allora procura di Pinerolo. Passano dieci anni, e la tela rispunta restaurata a Lucca, ma con un dettaglio diverso: una torcia sul fondale che nella foto dell’Anticrimine non c’è.
Il restauratore di Sgarbi, però, è sicuro: “Il quadro è quello, me lo portò un amico di Vittorio insieme a un trasportatore, arrotolato come un tappeto”. Interpellato sul punto, il sottosegretario sosterrà che è suo: comprò una villa di campagna a Viterbo e ci trovò dentro un Manetti. “Uno ha la candela e l’altro no, sono diversi”, dice al Fatto senza riuscire a spiegare la coincidenza per cui proprio pochi mesi dopo il furto la “sua” versione si trovasse sul tavolo del suo restauratore di fiducia. Ma a smentirlo sono anche gli ex proprietari della villa e le troppe falle del testo curatoriale.
La candela-fantasma è solo l’ultimo enigma di una vicenda clamorosa che il Fatto e Report sono riusciti a ricostruire grazie a un’inchiesta congiunta che sarà trasmessa domenica prossima e che ha attirato l’interesse degli inquirenti. […]
Tutto parte da Brescia, dove incontriamo Gianfranco Mingardi, restauratore di 68 anni che fin dagli anni Ottanta collabora con il critico-collezionista. Per lui ha messo mano a oltre 100 dipinti, molti dei quali mai pagati, compreso quello espostoa Lucca.
La sua è una testimonianza chiave, tanto che dopo l’intervista è stato sentito per ore dai carabinieri del Nucleo tutela dei Beni culturali di Roma come persona informata dei fatti. “Nella primavera del 2013 mi chiama Vittorio – racconta –Timando un dipinto da mettere a posto, dice”.
Gli verrà consegnato a metà luglio 2013 all’uscita dell’autostrada A4, appena fuori dal casello di Rovato, “senza telaio, arrotolato come un tappeto” aggiunge, mostrando le foto che fece prima di metterci mano e dopo aver terminato il lavoro. Precisa che Sgarbi venne anche di persona nel suo studio per sollecitarlo. La scheda degli interventi eseguiti riporta “prima pulitura, inserti, velinatura, telaio”.
“Mi resi conto che quella tela scottava, gli chiesi allora un’attestazione di proprietà. Disse che me l’avrebbe mandata ma non lo fece, e quando protestai mi disse di star tranquillo, che tanto poteva raccontare che stava a villa Maidalchina, quella poi indicata nella mostra. Gliela restituii finita il 10 dicembre 2018”.
Mingardi racconta anche che a consegnargli il dipinto furono un trasportatore con furgone accompagnato in moto da Paolo Bocedi, un grande amico di Sgarbi. Per i lombardi è un nome noto: saronnese, dal ’74 passa come “uno dei primi imprenditori in Lombardia a ribellarsi alla mafia” e ancora oggi vive con una tutela di primo livello.
[…] L’amicizia con Sgarbi risale alla fine degli anni Novanta, gli fa da assistente, da autista. Nel 2003 fa notizia un’accusa di truffa allo Stato: dovendo ritirare a Genova una Fiat Panda destinata al sottosegretario Sgarbi, esce con quella del Procuratore capo. “Era tutto un equivoco”, chiarì poi l’avvocato Paolo Cicconi, che è anche l’avvocato di Sgarbi.
Il suo nome finisce nell’indagine su presunti falsi venduti su Telemarket di Giorgio Corbelli, l’ex presidente del Napoli che nel 2004 si candidò alle Europee nella lista Sgarbi liberal Pri. Sgarbi fece da consulente per la difesa che gli valse l’assoluzione.
[…]  Del quadro che ha restaurato, Mingardi non sa più nulla fino alla mostra del 2021, quando una funzionaria della sovrintendenza lo chiama da Lucca: “Gianfranco, è quello che hai sistemato tu?”. Gli manda la foto, a lui sembra proprio quello.
“Sono sicuro, è lo stesso dipinto e si vede anche dalle imperfezioni come le gocciolature, un bravo copista mai le avrebbe riprodotte”. E lo sa perché l’ha tenuto nel suo laboratorio per ben cinque anni, lo conosce palmo a palmo. Salvo per un dettaglio, la candela in alto a sinistra. “Sono certo che non c’era ”dice al Fatto scuotendo la testa, convinto che sia stata dipinta (o fatta riemergere) con l’intento di differenziarlo il tanto che basta da poter dire “vedete che è diverso, non è quello rubato!”.
In effetti nella foto allegata alla scheda dell’Interpol quella candela non c’è, e pure le misure del dipinto sono diverse: 247 cm per 220, mentre la scheda del restauratore riporta 230x205 e quella dell’opera esposta da Sgarbi a Lucca 233 cm per 204. Il dipinto, insomma, si è rimpicciolito di 15 cm per lato. “Per forza, è stato tagliato all’interno della cornice, con un taglierino!”, dice Mingardi sollevando in aria le foto.
Spiega anche che asportandola a quel modo, la preziosa tela è stata danneggiata, strappata.
[…] Tra vero e verosimile spuntano altre differenze. La scheda della mostra firmata da Sgarbi e accreditata dal professor Marco Ciampolini, esimio conoscitore del Manetti e della pittura senese, indica una provenienza certa. “Stava nella villa Maidalchina di Olimpia Pamphilij vicino a Viterbo, ora proprietà della Fondazione Cavallini Sgarbi, eretta tra 1615 e 1625. Il dipinto è ricordato, genericamente fra altri quadri, nell’in ventario dell’11 ottobre 1649, redatto dal notaio Cosimo Pennacchi, deibeni di Andrea Maidalchini, fratello di Olimpia.
Le opere d’arte, fra le quali il celebre Busto di Innocenzo X di Alessandro Algardi, passarono poi a Giulio Bussi e ai conti Gentili”. “Viene da Villa Maildalchina”, ripete Sgarbi anche alle telecamere di Report, sostenendo ancora di aver comprato la villa e averci trovato dentro un Manetti. Ma quel testo curatoriale sembra un castello in aria.
 “La mia famiglia tenne la villa per 20-25 anni – racconta l’ex proprietario Luigi Achilli – nel 2000 la vendemmo agli Sgarbi ed era già un rudere abbandonato, tutto aperto, non c’era neppure un cancello o una recinzione. Era alla mercé di tutti”. E così è oggi, ci siamo stati senza riuscire a raggiungerla per gli sterpi. […]
E allora, da dove spunta questo “inedito”? I carabinieri del Nucleo tutela Patrimonio culturale di Roma individuano nella loro banca dati il corrispettivo della scheda dell ’Anticrimine europea. È una denuncia per furto sporta al comando dei carabinieri di Vigone, non lontano da Pinerolo, ed è datata 14 febbraio 2013.
Alla denuncia corrisponde un fascicolo contro ignoti aperto dalla Procura di Pinerolo ma archiviato dopo una settimana.
Girandola di telefonate e salta fuori la denunciante. È la nostra signora Margherita Buzio, 85 anni, che vive in una bella villetta di Bugliasco con annesso un castello del 1300. È la vedova del proprietario dell’im mobile che fino al 2008 aveva un rinomato ristorante. La signora Buzio, diffidente, parla dalle inferriate. Le mostriamo la foto della Cattura di San Pietro: “Sì, è quella”, dice.
Conferma di essere stata proprio lei, ormai dieci anni fa, a firmare la denuncia per furto. “Hanno tagliato la tela, l’anno arrotolata e l’hanno portata via”, racconta specificando che al Castello c’erano diversi quadri, ma “l’unico rubato è quello”. Vintala diffidenza, la signora apre le porte del castello. Mentre si avvicina, racconta l’epoca d’oro: “Anche Sgarbi era venuto qui a presentare il suo libro, io non c’ero ma c’era il gestore. Li ha visti lui questi quadri, li aveva anche valutati tutti, tranne questo”.
E che fine ha fatto? “Ai primi di febbraio del 2013 i ladri sono entrati di notte, indisturbati. Avevamo chiuso da pochi mesi, aveva nevicato e per terra c’erano le tracce. Hanno scavalcato il muro, superato il fossato e rotto la catena del cancello”. […] C’è ancora la grande cornice del ’600, ma al posto del dipinto c’è una foto stampata su telo di plastica e attaccata con delle graffette.
 “Era troppo pesante per portarlo via così e l’hanno tagliato, sostituendolo pensavano che non me ne sarei accorta”, dice la signora Buzio, mentre dal telaio spunta ancora un lembo dell’originale strappato. Signora, sospetti? “Erano venuti tre signori, uno diceva che gli interessava il Castello e un altro voleva sapere se il quadro era in vendita. Due volte son venuti per comprarlo, ma ho sempre detto di no e poi non ho visto più nessuno”. Neppure lei sapeva il reale valore dell’opera “mi avevano detto 25 mila euro”.
Recuperata la denuncia dell’epoca, il nome di Sgarbi, insospettabile, non c’è. Ma ecco il colpo di scena che lo inchioda a questa storia, insieme a Bocedi, l’amico e fidatissimo paladino contro l’usura. “Preciso – si legge in coda alla deposizione della signora –che il sig. Boce di Paolo, in occasione delle sue visite, notando il quadro, mi chiedeva se era in vendita, gli rispondevo che lo avrei ceduto solo assieme al Castello”. Il suo dipinto riapparirà, magicamente, alla mostra di Sgarbi 10 anni dopo. Ma con la candela che non c’era e come “inedito” di sua proprietà.
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personal-reporter · 7 months
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Edgar, opera dimenticata di Giacomo Puccini
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Il 29 novembre 1924 moriva, in un ospedale di Bruxelles, il leggendario compositore Giacomo Puccini, autore di capolavori come La Boheme e Madame Butterfly, ma anche di Edgar, lavoro ispirato alla grand opera francese… Nel 1889 il successo delle Villi convinse l’editore Giulio Ricordi ad accogliere Puccini nella sua scuderia, a concedergli uno stipendio fisso mensile di 200 lire e a commissionargli una seconda opera, Edgar, su libretto di Ferdinando Fontana, tratta dal poema drammatico La coupe et les lèvres di Alfred de Musset. La composizione impegnò Puccini per quattro anni, mentre cominciò la sua travagliata relazione con Elvira Bonturi, da cui ebbe il primogenito Antonio. La prima rappresentazione di Edgar, avvenuta il  21 aprile 1889 diretta da Franco Faccio e con Romilda Pantaleoni alla Scala di Milano, non fu quel successo che Puccini e Ricordi si aspettavano, infatti fu seguita da solo due repliche. Subito dopo Puccini iniziò a revisionare la partitura in vista di una possibile ripresa, che avvenne soltanto nel settembre 1891 al Teatro del Giglio di Lucca, con un grande successo. La rappresentazione lucchese servì a Puccini per definire una nuova versione in tre atti, abolendo il quarto e riducendo il secondo, che andò in scena nel 1892 a Ferrara, Torino, Madrid e Brescia. Una terza versione fu preparata per il festival pucciniano organizzato nel 1905 a Buenos Aires, ma l’esito fu deludente, venne poi rappresentata a La Valletta nel 1920 In Italia Edgar tornò prima alla radio, il 10 agosto 1935, e poi sulla scena, al Teatro Lirico di Milano, il 24 dicembre 1944. Il 25 giugno 2008 l'opera  fu finalmente allestita, al Teatro Regio di Torino, in una versione simile a quella della prima scaligera con José Cura ed Amarilli Nizza e venne riproposta anche al Teatro Comunale di Bologna nel 2010. La vicenda comincia nel 1302, in un villaggio delle Fiandre, durante la Messa mattutina, quando Tigrana, una zingara, intona una canzone blasfema suscitando l’indignazione del paese che l’ha allevata. La zingara viene difesa dal giovane Edgar il quale, nonostante sia innamorato dalla dolce Fidelia, non riesce a sottrarsi al fascino di Tigrana tanto da decidere di fuggire con lei. In poco tempo i due amanti vivono  in un sontuoso castello, ma Edgar non  comincia a sentire molto intensamente la nostalgia per la sua casa e Fidelia così, sentendo rulli di tamburi e suoni di fanfare militari che accompagnano un esercito diretto a una battaglia, decide di cambiare vita e segue, ignorando i tentativi di Tigrana per trattenerlo, il gruppo guidato da Frank, fratello di Fidelia L’esercito fiammingo vince lo scontro, ma subisce ingenti perdite e tra gli scomparsi c’è anche Edgar per il quale nei pressi del villaggio si stanno celebrando solenni funerali. Alla celebrazione delle gesta di Edgar  c’è un frate che ricorda a tutti le numerose colpe di cui si è macchiato il giovane suscitando la reazione di Fidelia, decisa a difendere la memoria dell’amato. Finita la cerimonia funebre, giunge Tigrana che viene avvicinata dal frate che, offrendole oro e oggetti preziosi, le suggerisce una macchinazione ai danni del morto. Tigrana così ammette di essere stata l’amante di Edgar aggiungendo che era intenzionato a tradire la sua patria. Alla sue affermazioni alcuni soldati si avvicinano per profanare la bara, ma, aprendola, trovano soltanto l’armatura così il frate, che altri non è se non Edgar, si spoglia del suo saio e accusa Tigrana di fronte a tutti. Fidelia, dopo una notte insonne e tormentata, si reca al balcone per guardare le sue rose e , alla vista di Edgar e del fratello, sviene. Ripresasi, la giovane rassicurata da Edgar che le propone il matrimonio da celebrarsi quello stesso giorno. Mentre si sta preparando per le nozze Fidelia è raggiunta da Tigrana che la uccide con un pugnale poi la zingara, senza pentirsi, viene condotta al patibolo. Read the full article
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lamilanomagazine · 10 months
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PAOLA & CHIARA PER SEMPRE - ESTATE: iconiche protagoniste dell'estate in musica
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PAOLA & CHIARA PER SEMPRE - ESTATE: iconiche protagoniste dell'estate in musica. Iconiche protagoniste dell’estate in musica, con la loro hit “Mare Caos”, la freschissima collaborazione con i Boomdabash in “Lambada” e la nuova esplosiva versione di “Vamos a bailar with Tiziano Ferro” con la produzione di Gabry Ponte, PAOLA & CHIARA hanno illuminato i festival e le piazze più importanti d’Italia per oltre due mesi con il PAOLA & CHIARA PER SEMPRE - ESTATE. Prodotta da Vivo Concerti, la tournée a cielo aperto con cui le sorelle Iezzi hanno acceso la calda stagione dei live, si avvia alla conclusione con il gran finale @Circolo Magnolia il 15 settembre. A condividere il palco con le sorelle Iezzi, per dar vita a performance uniche, l’immancabile band formata da Andrea Montalbano (chitarra), Terence Strambini (basso) e Paride Surace (batteria), con la direzione musicale di Michele Monestiroli, e i travolgenti ballerini che eseguono le coreografie ideate dal direttore artistico Luca Tommassini. Sulla scia del successo dell’ultimo progetto discografico Per Sempre (Columbia Records/Sony Music Italy), che ha debuttato sul podio FIMI degli album e dei vinili più venduti trainato dalla travolgente hit sanremese Furore (Disco di Platino), e sulle note dei brani più amati di sempre, PAOLA & CHIARA sono pronte a regalare al pubblico uno show più iconico e indelebile che mai. I biglietti per l’ultima data del PAOLA & CHIARA PER SEMPRE - ESTATE sono disponibili su www.vivoconcerti.com e nei punti vendita autorizzati. L’organizzatore declina ogni responsabilità in caso di acquisto di biglietti fuori dai circuiti di biglietteria autorizzati non presenti nei comunicati ufficiali. Dolce&Gabbana veste Paola & Chiara per il loro tour. La consolidata collaborazione, iniziata negli anni 2000, ha visto il brand curare i look dei tour, delle cover degli album e dei videoclip più iconici, e ha ripreso forma con il comeback musicale delle sorelle Iezzi. Per celebrare l’inizio del nuovo tour, Dolce&Gabbana ha realizzato la T-Shirt in edizione limitata Paola & Chiara Per Sempre, disponibile in esclusiva sull’online store dolcegabbana.it; una parte degli introiti verrà devoluta in beneficenza. CALENDARIO PAOLA & CHIARA PER SEMPRE - ESTATE Martedì 20 giugno 2023 || San Nicandro Garganico (FG) @ Piazza IV Novembre Mercoledì 28 giugno 2023 || Genova @ Piazza della Vittoria Venerdì 14 luglio 2023 || Ferrara @ SUMMER VIBEZ Piazza Trento e Trieste Giovedì 20 luglio 2023 || Napoli @ NOISY NAPLES FEST Arena Flegrea Martedì 1 agosto 2023 || Francavilla al Mare (CH) @ Piazza Sant’Alfonso Domenica 20 agosto 2023 || Lignano Sabbiadoro (UD) @ Arena Alpe Adria Domenica 3 settembre 2023 || Verona @ Teatro Romano Martedì 5 settembre 2023 || Roma @ VILLA ADA FESTIVAL Giovedì 7 settembre 2023 || Moncalieri (TO) @ RITMIKA FESTIVAL PalaExpo Sabato 9 settembre 2023 || Brescia @ Castello di Brescia Venerdì 15 settembre 2023 || Segrate (MI) @ Circolo Magnolia... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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daniela--anna · 1 year
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CASTELGONELLE prov. di Brescia
CASTELGONELLE (in dial. Castel de Brandich)
Piccolo villaggio ad un km. da Brandico verso O, e ad un km. e mezzo a SE della provinciale per Orzinuovi a m. 96 s.m. Nel 1400 si chiamava Castrumunelharum. Vi esisteva un piccolo castello campestre di rifugio costruito in mezzo ai suoi campi dalla famiglia Gonella, una ramificazione della nobile famiglia Fisogni. Fin dal sec. XV fu di proprietà Fisogni e particolarmente di Tommaso di Giacomino nato nel 1490. Estintisi presto i rami originari, la proprietà passò a rami collaterali fino agli inizi del sec. XX quando venne venduto ai Ferrante. L'antico piccolo castello venne poi ridotto a casa di abitazione dell'affittuale. Nell'interno di essa si notano nella prima sala a destra, un soffitto in legno con tavolette dipinte e camino in cotto, in un'altra stanza un volto a doppia mezza ombrella. Rimaneggiato nel settecento venne decorato, nella galleria e parecchie stanze con finti vasi di fiori, festoni, dal decoratore Tellaroli. Vi esisteva una chiesetta. Visitandola nel 1565 il vescovo Bollani prescriveva che venissero tolti due altari e restaurata, Vi era una cappellania quotidiana del sec. XVI istituita dal nobile.
📸Foto mie. Prima foto "IL CASTELLO" proprietà privata, ora casa di abitazione.
Altre foto: scorci sul borgo vecchio.
📝Articolo di Pietro Fisogni.
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amicidomenicani · 1 year
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sacerdote (1414-1496) Figlio di Falco, della nobile e potente famiglia dei Maggi (Madii), quindicenne, Salvatico Maggi entrò nell’Ordine nel convento della sua Brescia col nome di Fra Sebastiano. La dedizione allo studio della Sacra Dottrina gli valse il titolo di maestro in sacra teologia. Si dice che abbia studiato a Padova e che si sia distinto come predicatore a Padova, Verona, Brescia, Piacenza, Bologna. Ma si rese ancora più noto e benemerito nella direzione di molti conventi per i suoi sforzi di tener vivo lo spirito di osservanza che era stato promosso da santa Caterina da Siena e dal beato Raimondo da Capua e che, nel 1391, aveva dato origine, a Venezia, alla Congregazione lombarda. Durante il priorato del convento di San Domenico di Brescia (1450 54), quando la città fu flagellata dalla peste, ebbe modo di mostrare tutta la sua carità. In seguito fu priore a Mantova, a Milano, a Cremona, a Vicenza e a Bologna (alcuni aggiungono anche a Trino, a Bergamo, a Crema, a Lodi, ecc.). Leandro Alberti, che probabilmente ebbe modo di conoscerlo a Bologna nel 1495, lo ricorda « vir quadam dulci bonitate, lenitate, et comitate ornatus, rectus, iustus, et sanctus... obiit plenus bonis operibus ». Fu anche due volte Vicario Generale della Congregazione di Lombardia. Durante la visita canonica nel convento di Santa Maria di Castello a Genova, cadde ammalato e spirò alla fine di agosto o ai primi di settembre 1496. Le sue spoglie sono venerate in quella chiesa. La fama di santità e la testimonianza di miracoli portarono all'istruzione del processo, iniziato nel 1753, il 15 aprile 1760 Clemente XIII ne confermò il culto e stabilì la commemorazione in questo giorno. La sua festa si celebra il 16 dicembre mentre nella diocesi di Brescia è ricordato il 7 novembre.
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Donna precipitata e muore in un canalone nel Bergamasco
(ANSA) – BERGAMO, 17 MAR – È scivolata per oltre 70 metri in un canalone, mentre percorreva un sentiero sopra Valbondione, in alta Valle Seriana, ed è morta poco dopo mentre veniva trasferita in ospedale. La vittima aveva 53 anni, era nativa di Darfo Boario Terme (Brescia), ma viveva a Monasterolo del Castello (Bergamo).    La tragedia si è consumata davanti al marito, con il quale la donna stava…
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Scaligero Castle, Sirmione, Brescia, ITALY
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messinacalcio · 1 year
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Stefano Nicolini di Brescia arbitrerà Messina-Catanzaro
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Stefano Nicolini della sezione di Brescia è l’arbitro designato per il match Messina-Catanzaro, valevole per la ventiquattresima giornata del campionato di serie C. L’arbitro lombardo arbitra per la quarta volta nella sua carriera il Messina. La prima volta risale al 14 novembre 2018, in serie D arbitrò il match della decima giornata Città di Messina-Acr Messina terminato 3-2. La scorsa stagione, 2021-22, arbitrò Juve Stabia-Messina, valevole per l’undicesima giornata del campionato di serie C, terminata 1-0 per i campani. In questa stagione nella nona giornata ha arbitrato Fidelis Andria-Messina terminata 3-0 per i pugliesi. Assistenti: Andrea Cravotta di Citta' di Castello e Andrea Bianchini di Perugia. Quarto ufficiale: Giuseppe Vingo di Pisa. Read the full article
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storiearcheostorie · 1 year
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MUSEI‬ / Brescia ritorna "Leonessa d’Italia": nel Castello riapre il Museo del Risorgimento completamente rinnovato e multimediale #‎bgbs2023‬
MUSEI / Brescia ritorna "Leonessa d’Italia": nel Castello riapre il Museo del Risorgimento completamente rinnovato e multimediale Articolo, #video e #foto su Storie & Archeostorie @bergamo_brescia23 #‎bgbs2023‬ @Bresciamusei
Avvio in grande stile delle celebrazioni per Brescia, Capitale italiana della Cultura 2023 insieme a Bergamo. Sabato 28 gennaio 2023 alle ore 11.30 inaugura infatti il nuovo Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia. Completamente rinnovato nei contenuti, nell’allestimento e negli spazi, il museo aprirà al pubblico domenica 29 gennaio all’interno del Grande e Piccolo Miglio nel Castello di…
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lucadea · 5 months
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L'ingresso principale del Castello di Brescia
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L'ingresso principale del Castello di Brescia detto il Falcone d'Italia. Se si ha la fortuna di visitare la bella città di Brescia non si può mancare una breve visita al castello che la domina. Questo è l'ingresso delle prime mura al cui interno si sviluppa la fortificazione vera e propria. Hai mai visitato Brescia?  The main entrance of the Brescia Castle known as the Falcon of Italy - L'entrée principale du château de Brescia connu sous le nom de Faucon d'Italie - La entrada principal del Castillo de Brescia conocida como el Halcón de Italia - A entrada principal do Castelo de Brescia conhecido como Falcão da Itália - Der Haupteingang des Brescia-Schloss, bekannt als der Falke von Italien - Lối vào chính của Lâu đài Brescia được mệnh danh là Chim ưng của Ý - 布雷西亚城堡的主入口被称为“Falcone d'Italia” - イタリアの鷹として知られるブレシア城の正面玄関 Read the full article
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