Tumgik
#ciao gennaio
monologhidiunamarea · 8 months
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omanatascha · 9 months
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themhac · 21 days
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certo che la 9 a lumaku dopo tre secondi contati........ aiuto
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donaruz · 8 months
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15 Gennaio 1988
Gennaio/Febbraio 2016
Oggi sarebbe stato il suo compleanno,
penso a una figlia che ha la sua stessa età,
penso che oggi è il compleanno della Giorgia nazionale,
penso che nessuno ha mai fatto abbastanza per fare giustizia su di una morte assurda.
Probabilmente Giulio non era abbastanza importante, probabilmente se fosse stato un politico, un console, un calciatore… avrebbe avuto tutte le migliori attenzioni.
Invece Giulio era uno qualunque, un povero cristo, così è morto in croce, dopo terribili torture e sevizie, senza che nessuno abbia mai saputo condannare fermamente questo delitto.
Ciao Giulio, noi non dimentichiamo! Auguri per questo tuo giorno.💔
MIB
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apropositodime · 10 months
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Ciao Tumbleriesi 🤪
Volete mettere le vostre foto sexy (...), con i miei calzini natalizi, con i miei alberi di natale, con le mie lucine natalizie?
Poi però me ne andrò, perché gennaio mi sta sul cazzo.
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crosmataditele · 1 year
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Ciao a TETTE (funziona ancora sta cosa?)
Mi serve aiuto, c’è qualcuno che sa il tedesco? Qualcuno che mi sappia indirizzare verso siti/libri/app validi che possano incrementare il mio tedesco, che mi aiutino a capirlo/parlarlo nel più breve tempo possibile? Sto già seguendo un corso intensivo e devo assolutamente parlarlo, mo non dico fluentemente ma non posso neanche parlare a gesti, entro gennaio. 😬😬
Grazie dell’attenzione! 🍑
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nonamewhiteee · 8 months
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ciao, a volte vorrei veramente essere senza nome, proprio come il tabacco che accompagna le mie giornate. è l'ultimo di gennaio e fra poco più di una decina di giorni dovrò ricordarmi di non sbagliare la mia nuova età. è solo un numero, e i numeri mi piacciono come i gatti, i girasoli, ma sono sempre stato sbadato riguardo queste cose. non vado in terapia da mesi e per questo mi maledico per non essere in grado di farcela e per essermi affidato alla sanità pubblica. di conseguenza è davvero molto difficile trovare piacere anche nelle cose che prima adoravo così tanto fare, preferisco quando possibile anestetizzarmi e non sentire nulla. provo vergogna quando mi capita di guardarmi allo specchio: la barba incolta e disordinata, le occhiaie, le labbra che non hanno mai saputo come non sembrare imbarazzanti in un sorriso, quei pensieri che non mi hanno mai abbandonato e che in pochissime occasioni mi hanno fatto sentire "presentabile". anni su anni di farmaci, il centro, Torino, errori, Bari, altri errori, ma sono sempre qui a cercare di consolarmi per non farmi ulteriore male. sempre qui, già.
#me
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hanzo9789 · 8 months
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Ven 26 gennaio 2024 - Una vita così corta eppure così terribilmente lunga, lunga e terribilmente noiosa seppur movimentata in fondo che c'è di male in un po di movimento? Per me tutto. Sono timido,pacato il più delle volte mi sento fuori luogo eppure sempre costretto a stare sul pezzo, costretto da cosa ? Dal bisogno dalla necessità dalla voglia di VIVERE , eppure il desiderio e l odio per questa vita ambÌta viaggiano di pari passo. Riassumendo la mia esistenza in un qualcosa di concreto sarebbe identificata da un tunnel una enorme galleria come quelle delle macchine infinita buia illuminata solo da qualche lumino dal pallore fioco che appena ti dona un minimo di vista , le pareti si stringono ti senti soffocare l ansia si impadronisce di te.Buio avanzo nel buio oscuro inseguendo stellati lumini rimpiangendo i chilometri trascorsi correndo col fiatone chilometri che hanno lasciato amarezze gioie rimpiante e soprattutto vuoti incolmabili lasciati da persone anzi anime affini che hanno lasciato per sempre questo mondo in silenzio da sole senza riparo dalla pioggia o dal sole. I ricordi nella galleria si susseguono, scorrono come foto su un vecchio rullino in bianco e nero e mi fanno impallidire insieme al ritorno di vecchi rancori su me stesso.Buio, questa galleria è infinita e chissà forse un giorno finirà col mio ultimo respiro dovrò continuare a conviverci come fare? Terrore e ansia sostituiscono sicurezza acquisita da cose conosciute come il buttarsi sul lavoro ma l ego richiama qualcosa di diverso qualcosa di ...in più...quando la disperazione mi assale e inizio a pensare a cose orribili vedo uno di quei stellati lumini avvicinarsi e brillare pian piano sempre più intensamente , ad un certo punto tutto prende senso un senso che richiama lacrime fin ora tenute all interno. Silenzio la luce si fa sempre più forte e vicina diventa di un candore che inizia a riscaldare a riscaldare il cuore. Una luce sempre più forte una luce di speranza e redenzione una luce donata da una sorpresa inaspettata un regalo immeritato forse dal cielo che fin ora ho sempre solo bestemmiato e che eppure da qualche tempo a questa parte propio non riesco a bestemmiare come si può bestemmiare un qualcosa che ti regala la medicina al tuo malessere? La galleria è sempre lunga ma questa calda luce mi accompagna nel cammino questa luce malconcia anche essa sta diventato la mia più grande compagna la mia più grande speranza e la mia più grande occasione di rendere sensata una vita fin ora buttata lì, una luce di amore caldo e abbagliante un amore che non ha senso ma che prende senso all improvviso una luce nell ombra una luce che oggi ha un volto e un nome una luce che all improvviso nel posto più improbabile si presenta e ti scrive ciao , piacere Fabiana .
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Ciao Raga
Mi chiamo Emanuele i miei amici mi chiamano Rufio da una ventina d'anni. sono appassionato di musica, indie, rock alternativo ma in generale ascolto un po' tutto. ho 39 anni appena fatti il 28 gennaio. sono acquario come segno zodiacale. mi piace lo sport, il calcio in generale e sono appassionato di wrestling da sempre da quando ne ho memoria. Sono single, non ho mai avuto la ragazza. Non ne so il motivo ma va cosi, mi piacerebbe cambiare rotta, cambiare me stesso le mie idee e i miei pensieri. è difficile governare i pensieri, renderli leggeri quando sono pesanti molto pesanti. mi piacciono le ragazze, mi piace la compagnia e camminare nella natura. Ho fatto teatro a livello amatoriale nel periodo più difficile della mia vita. probabilmente nessuno mi leggerà e mi dispiace..
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montag28 · 4 months
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Telegram.
App poco usata. Telegram, riaprirla dopo un po’ di tempo per una serie di combinazioni. Telegram, le sue impostazioni. Telegram che mi mostra tutti i miei contatti. Me ne fa vedere tanti che neppure sapevo ancora di conservare. Vedo uno pseudonimo. Lo usava una mia antica, antica amica. A un certo punto non ci siamo sentiti più. Senza litigare, senza che ci fossero dietro ambiguità di alcun tipo. Semplicemente, una strada che a un certo punto ha una biforcazione; i percorsi si separano. Evoluzioni diverse. Avevamo lunghi scambi in cui riuscivamo ad essere sia teneri che ruvidi all’interno dello stesso concetto. Lei a un certo punto se ne andò a vivere lontano, in un luogo che da qui sembrava proprio bellissimo e che, forse, sembrava bellissimo anche da lì. Io ero rimasto qui con quella che un tempo era la sua auto, azzurra metallizzata. Amica. Il suo nome, lo ricordo bene. Qual era il suo cognome? Non riesco a metterlo a fuoco. Ah, sì. La cerco su google? No, dai. Non si fa. Lasciala in pace. La lascio in pace. E poi dubito la troverei. La cerco su google? La cerco su google. Niente. Era ovvio. E suo padre? Me lo ricordo, anche lui. Passammo insieme un paio di mattinate, io e lui soli, senza la mia amica, per via dell’auto e delle relative pratiche. Salii anche a casa loro. Loro di chi? Dei genitori della mia amica, che intanto era già lontana. Quell’anno, era il 2016, mi mandò anche gli auguri di Natale su whatsapp. Intendo lui, il padre, che la mia amica chiama per nome, mica babbo o papà. Aveva un padre e una madre, la mia amica. Ma se posso fidarmi della mia esile memoria e della mia fallibile comprensione, in un certo senso aveva solo un genitore, che era sua nonna. Nel gennaio del ‘17 cominciai a lavorare in un posto vicino al Parco Lambro. Ero al principio di quello che, oggi, potrei definire come un lentissimo processo di guarigione. Anche lei, in qualche modo, se posso fidarmi della mia traballante memoria e della mia limitata comprensione. Solo che avevamo bisogno di medicine molto diverse. Il lavoro, io. Altre cose, lei. che non avrebbe senso nominare, un po’ per discrezione, un po’ perché non so se fidarmi della mia memoria eccetera, eccetera. Strade che si biforcano. Suo padre, ah sì, ero arrivato a lui. Lui, che ci andava a camminare più o meno tutte le mattine, al Parco Lambro, anche quando pioveva. Era andato da poco in pensione. Ogni tanto passava nella via dove lavoravo, ci incrociavamo, ci salutavamo. Come stai? Bene. Tu? Bene, bene. Vai a camminare? No, sto tornando. Bravo. Lavori? Certo. Ciao allora. Ciao. Ci vediamo! Certo. Ciao. Aveva un nome singolare, figlio di una storia singolare e mica tanto allegra. Amica. Su google non c’è. Ovvio. Cerco suo padre? Cerco il papà. Secondo me, lui c’è. Eccolo, lo sapevo. E se non è lui? Ma non credo abbia tanti omonimi. Apro il sito. È un sito di annunci mortuari. C’è anche una foto del viso, inscritta in un tondo. È lui? Ma non lo so, sai. E poi non me lo ricordo mica così bene. Che tonto. Finto tonto. L’uomo nel tondo. Occhi chiari. È lui. Corrisponde tutto. Nome, luogo, età. Foto. È successo a maggio di quest’anno. Pochissimi giorni fa. Il cimitero di Lambrate. Come ci sono qui? Non lo so. Ah, sì. Telegram. C’è un nome straniero, di donna, appena sopra quello di lui. Una donna più giovane. Risulta morta il giorno prima di lui. Dai, non è sua moglie. Non può essere. Non deve. Sarà un caso. Chiudo il sito. Andate a fanculo, tu e google. E vai a fanculo pure tu, Telegram. Amica antica, dove sei? Sei tornata per queste cose? Io, potessi, lo vorrei sapere qualche mese prima, che sto per morire. Il tempo di organizzare un viaggio, senza dirlo a nessuno, né del viaggio né della mia imminente dipartita. Il tempo di sparire. Disperso in qualche luogo remoto delle Americhe del Sud. Niente funerali, niente tombe, niente retorica, niente burocrazia. Disperso e basta. Morire è una seccatura. Amica dispersa, dove sei. Certe volte mi manchi spesso. Certe volte, non ricordo quasi d’averti conosciuta. Chissà come stai.
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wolfsvbane · 8 months
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Alla fine ci passiamo tutti. Essere coloro che hanno lo scopo di far dimenticare l’ex.
D’altronde le premesse c’erano tutte, fin da gennaio 2023, quando durante uno dei nostri primi appuntamenti mi disse che la sua ultima relazione era finita da molto poco e io valutando la sua volontà di intraprenderne già una nuova (con me) definii la cosa una “red flag”.
La risposta, piccata, fu convincente ma non troppo “Non sai com’è andata, era già finita da mesi e mesi, quella di due mesi fa è stata solo la rottura definitiva. Non sai cosa mi ha fatto, se sapessi capiresti”
Lo chiamava “il merda” con le amiche e con me, al punto che la prima volta che lo chiamò per nome nemmeno capii a chi si riferisse.
Alla fine, nel corso della relazione me le ha dette queste cose che l’ex le avrebbe fatto, nei minimi particolari. Peccato che durante le nostre litigate, la maniera in cui descriveva i torti che subiva da me iniziarono ad allarmarmi. Situazioni stravolte, racconti non esattamente corrispondenti alla realtà, a volte vere e proprie mistificazioni. Iniziai a dubitare anche di ciò che mi aveva raccontato del suo ex e glielo dissi. La risposta, anche in quel caso, fu emblematica “Chiedi a chiunque abbia conosciuto entrambi e vedrai chi dice la verità!”.
Infine durante una discussione particolarmente accesa, le dissi chiaramente “vedrai che sarò io il prossimo che chiamerai merda”.
Passano i mesi, la lascio una prima volta, a dire il vero solo per qualche ora, il tempo di chiarire. Andiamo insieme in Turchia, succede il disastro anche lì, torniamo e la lascio di nuovo. È agosto ed è straziante, ma so che non può andare diversamente, ma a fine settembre, dopo un periodo di convivenza forzata in attesa trovasse una sistemazione, torna da me.
Porta con sé un pupazzo di stitch, mi dice che stitch non è cattiva, stitch è coccoloso. La accolgo con diffidenza, ma l’amore è forte e dentro di me faccio i salti di gioia.
Scopro che da lì in avanti farà fatica a rivelare alle amiche che siamo tornati insieme, incapace di fare i conti con le bugie che ha detto loro sul mio conto. Me ne accorgo distintamente a metà ottobre, quando è al telefono con una di loro ed è costretta a “difendermi” dalle accuse che lei stessa ha alimentato mesi prima. Nel frattempo cercando una tessera per conto suo, trovo una serie di polaroid di lei con il suo ex, che nel corso dei mesi passati era tornato a scriverle, a suo dire, “per vedere se ancora gli faceva del male”. A ottobre mi rivela di averlo sentito, ormai è sbloccato ovunque, su instagram si seguono di nuovo.
Arriviamo a gennaio. L'ultima discussione, iniziata qualche venerdì fa e finita la domenica, inizia proprio paragonando un torto subito dall'ex che io avevo definito, un anno prima, "inaccettabile" con una situazione vissuta con me a capodanno. Situazioni diverse, motivazioni diverse, ma è il campanello d'allarme.
Ieri, dopo quasi 10 giorni di silenzio, finalmente torna. Con un'amica, a prendere le sue cose. Giusto un ciao, poi solo trafficare tra valigie e buste.
Ora io sono bloccato ovunque. La polaroid scattata al lucchetto che abbiamo messo insieme a Verona l’ha lasciata da me, insieme alla tazzina da caffè presa in Turchia e ai regali di natale. Il suo ex è felice con la nuova fidanzata, lei starà cercando una persona nuova a cui parlare “del merda”. Ma il merda adesso sono io.
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Hey ciao ho scritto questa storia e volevo condividertela, spero ti possa piacere. Ogni tanto racconto la storia mia e di una ragazza e mi chiedono sempre “Come si chiamava?” e io rispondo “Si chiama Giulia” ponendo particolare attenzione sul tempo verbale, perché non è cessata di esistere nel tempo passato, ma esiste tutt’ora e anche se non vivrà per sempre, come tutti noi alla fine, lei esiste ed esisterà sempre nei miei ricordi.
Quei ricordi così belli quanto nostalgici.
Lei è la classica ragazza che parlava talmente poco che quasi non ti accorgevi della sua esistenza, ed io ammetto di non averla mai apprezzata fino a quando, un giorno, ci incontrammo entrambi per strada, scappando dai nostri problemi andando ad affrontarne di nuovi. Quel giorno andammo a scuola guida insieme, andammo in una paninoteca e scoprii come lei ha l’abitudine di fare le foto ad ogni cosa, dai tramonti ai panini.
Poi fu il suo compleanno, le scrissi una poesia, una dedica per esserci stata nei miei momenti cupi e un inno di incoraggiamento, perché lei potrà deludere tutti, ma mai me, non mi deluderà mai, sarò sempre in prima fila per lei, a farle il tifo e ad applaudirla per ogni singolo passo avanti che fa, perché sei lei va avanti è come se andassi avanti anche io.
Eppure non eravamo fidanzati, eravamo amici di classe, ma io mi sentivo veramente bene con lei e non volevo che lei si sentisse mai sola, perché era stata sola già per troppo tempo.
Sabato 15 Gennaio 2022, ore 7:40
Il giorno prima Giulia non si presenta a scuola guida per una semplice febbre, una cosa normalissima. Eppure dentro sentivo come se avessi il bisogno di starle accanto, starle vicino per far star bene me, prendermi finalmente cura di qualcuno. Quella mattina mi alzai dal letto con uno scopo, farla sorridere.
Scrissi su un foglio una lettera di cui non ricordo le parole ma so che furono le parole più dolci del mondo poiché uscite dal cuore, incontaminato da altri pensieri. Scesi a piedi con questa lettera, presi dei cornetti da una pasticceria, e arrivai sotto il palazzo di casa sua. Arrivò quello che io chiamo Virgilio ovvero il custode del suo palazzo perché così come Virgilio portò Dante fino ai cancelli del Paradiso, quel gentile custode, mi portò fuori la porta della casa di Giulia. Ricordo solo 1 frase di ciò che pensai fuori a quella porta “Cosa diavolo sto facendo?”. Sapete, in quel momento avevo un dualismo interno fra la parte che voleva scappare per la paura delle conseguenze e la parte che nonostante la paura voleva andare avanti, vinse la seconda. Mi aprì la madre, signora educata e gentile, d’altronde solo un angelo poteva concepire un angelo. La signora mi guardò incredula, non si sa aspettava sicuramente me, e dall’altra parte della casa, nella sua camera da letto, una voce diceva “Mamma chi è alla porta?” La madre la invitò ad alzarsi dal letto per farle vedere coi suoi occhi.
Ricordo ancora come i passi di Giulia davano ritmo ai battiti del mio cuore che in quel momento parve che stava per esplodere. Io guardo Giulia e Giulia guarda me.
Ricordo lo scopo della missione, strapparle un sorriso, e allora le dissi: Sapevo che stavi male, per questo ti ho portato la colazione.
Lei sfoggiò uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto, e io in quel piccolo pigiama, in quella ragazza, in Giulia, io ci ho visto l’intero universo, ci ho visto lo scopo della vita, ho visto e scoperto cosa sia l’amore.
Facemmo una colazione come le altre, ma fu la più bella colazione mai avuta perché la feci con lei, lei rendeva speciale ogni singola cosa.
Ogni singolo giorno, ogni singola ora, ogni singolo minuto, era speciale quando lo trascorrevo con lei.
Dopo la colazione ci salutammo in maniera diversa, ci abbracciammo. Lei non abbracciava mai nessuno, eppure abbracciò me, come se lei fosse al sicuro tra le mie braccia, anche se devo ammettere che in quell’abbraccio ero io a sentirmi protetto, mi sentivo finalmente in un posto da chiamare Casa. Col passare del tempo le diedi un soprannome “Giuly” e voi mi direte “perché questo soprannome?”. La risposta è semplice: Essendo io nato ad Agosto il mese prima del mio compleanno è Luglio, e in inglese Luglio si scrive July, per questo esatto motivo la chiamavo Giuly, perché così come Luglio viene prima di Agosto, lei veniva prima di ogni singola cosa, prima addirittura di me stesso. Luned�� 14 Marzo 2023 11:50 In me cresce giorno dopo giorno il desiderio di dirle ciò che provo, che sono pronto per essere di più di semplici amici, che sei lei fosse ciò che si trova nel resto della mia vita, allora desidererei che il resto della mia vita iniziasse il più presto possibile. Alla fine di educazione fisica, nella palestra della scuola, la guardo negli occhi, in quegli occhi marroni nel quale io ci vedevo il cielo, e riesco finalmente a togliermi questo peso dalle spalle.
Io dico a Giulia: Ti amo
Giulia dice a me: Ti amo anche io
E vissero per sempre felici e contenti
Ma questa non è una favola, lei non disse mai quelle parole. Mi disse che non provava le stesse cose e che dovevamo rimanere solo amici. Appena sentii quelle parole non mi cadde nemmeno una singola lacrima. Aspettai che lei abbandonasse la palestra, aspettai che lei si distanziasse il più possibile per non farmi sentire. Caddi in ginocchio con le lacrime che cadevano dal mio viso come gocce di pioggia durante il temporale. Colpii così tante volte e così forte il pavimento che le nocche mi iniziarono a sanguinare, e ogni singolo colpo era accompagnato da una domanda urlata “Perché?”.
Questa scena andò avanti fino al suono della campanella, solo allora mi alzai e andai di nuovo in classe. Entrai con il volto coperto da uno scaldacollo, si intravedevano solo gli occhi, quegli occhi che continuavano a cercare Giulia, ma ogni volta che la trovavano la vista si offuscava, venivano trasmessi tutti quei momenti, tutte le risate, tutte le volte che siamo stati insieme, tutti quei momenti in cui sono stato veramente bene.
Giorno dopo giorno parliamo sempre di meno, fino ad allontanarci definitivamente. Io non riuscivo a stare senza Giulia, lei invece pensava che allontanandosi mi avrebbe fatto star meglio, voleva che la dimenticassi. Voleva che dimenticassi come si scrivono le poesie d’amore, voleva che non l’amassi più.
È passato un anno dall’ultima volta che ci siamo parlati, e io custodisco ancora quei ricordi così belli quanto nostalgici, perché quei ricordi, quei minuscoli lassi di tempo, sono la mia ispirazione per le poesie d’amore, perché in quei ricordi ci sta ancora una parte di me che la ama ancora, ci sta una parte che spera che Giulia ci abbia amato almeno un po’.
❤️
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tulipanico · 9 months
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Ciao tuli, vai da sola in viaggio? Io farò tre giorni a Londra da sola a fine gennaio ma ho un po’ paura di non saper stare con me stessa
Ciao cara! No, sono con delle amiche in entrambi i viaggetti. L'unica esperienza in cui ero da sola è stata Torino, specialmente le prime volte in cui andavo su per il master e non avevo stretto con alcune compagne. A me stare con me stessa piace molto, darmi il tempo e lo spazio per fare quello che voglio, ed è una cosa che vorrei fare quella di partire da sola! Approfittane per fare tutto quello che vuoi, riempiti gli occhi di cose belle! 🧚🏽
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mucillo · 2 years
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Guarda "PINO DANIELE - " Se Tu Fossi Qui "" su YouTube
youtube
Ciao Pino era il 4 gennaio 2015
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silenziodorato · 9 months
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Scusatemi chiedo a voi visto che siete del settore.
Tre dosi di vaccino. Covid prima volta una settimana dopo la terza dose, gennaio 2022. COVID seconda volta ad aprile 2023.
Ho letto alcuni articoli su internet (scusate ma non so dove informarmi su siti che sono davvero affidabili) che aumenta in ogni caso il rischio cardiovascolare anche se ho tre dosi. Questa cosa mi ha impanicato non poco. Di solito sono un tipo tranquillo e non ci avevo più pensato ma leggendo queste domande si è riacceso il dubbio e timore. Non credo sia il vaccino la causa delle morti o sto malori anche perché si moriva e morivano persone giovani ben prima della pandemia ma credo che la causa ora, almeno in parte, sia proprio il virus. Perciò mi domando, aumenta davvero il rischio di infarti o ictus anche se mi sono vaccinato oppure posso stare tranquillo? Tranquilli che se mi rispondete dandomi la risposta che mi tranquillizza non credo siate pagati da Big Pharma😂 però ecco, siate il più sinceri possibile perché dei medici in giro oramai mi fido poco, soprattutto nel mio paese. Grazie e scusate se sono stato tanto prolisso
Ciao, io sono una studentessa di infermieristica, spero di poterti aiutare ma ecco sono ancora in fase università. Detto ciò, ho letto di uno studio sul fatto che il Covid possa aumentare la probabilità di avere una malattia cardiovascolare, probabilità significa che può essere di sì come può essere di no, inoltre questo studio non è stato nemmeno confermato da quello che so. (Ad ogni modo risale a prima che uscisse il vaccino)
Un esempio che ho pensato prima: io vado dal meccanico e non capisco nulla di auto, motori, ecc. Quando il meccanico mi dice che la mia macchina ha un tot problema e che si risolve in tot modo, io mi fido. Non è che mi fido perché io non sono in grado di avere una mia opinione ma perché lui lavora in quel settore, ha esperienza e sicuramente ne capisce di più. Stessa cosa con medici e infermieri: sono e siamo qui per aiutare, per curare, non per fare del male dunque bisogna fidarsi. Come in ogni lavoro, c'è sempre lo stronzo di turno ma di base chi fa questo lavoro è perché lo ama e vuole aiutare qualcuno. Al giorno d'oggi ci sono veramente tante informazioni e si tende un po' a fare "i tuttologi" ma per parlare di determinati argomenti c'è bisogno di studio e tanto.
Gli scienziati hanno studiato il vaccino ad mRNA da un ventennio, i medici lo consigliano perché serve essendo una pandemia, gli infermieri lo somministrano e se lo fanno perché bisogna raggiungere un'immunità di gregge in modo tale che questo virus si levi dalle palle.
Il Covid ovviamente si può prendere anche con il vaccino, che non dura all'infinito, ma si prende più lievemente così magari si evita anche di intasare gli ospedali o di contagiare i soggetti fragili.
Ad ogni modo, tutto nel mondo ha effetti indesiderati ed effetti collaterali. Basta prendere il foglietto illustrativo della pillola anticoncenzionale, dell'aspirina, dell'ibuprofene, di tutto ciò che prendiamo senza pensarci. Eppure non ci facciamo problemi, riflettete su questo.
#me
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Ciao a chiunque starà leggendo questo testo io sono unapersonaqualunque 104 e mi piace la musica, pratico scherma e niente spero vi piaceranno i contenuti che posterò non ho un programma regolare su come postare le cose ma probabilmente dato che io amo studiare la 2 guerra mondiale forse posterò qualcosa sul 27 gennaio ciaooo e grazie per la lettura
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